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Autore: dizzyreads    13/09/2010    1 recensioni
Ebbene sono approdata anche qui, questa è la prima fanfiction che pubblico e che scrivo sui My Chem. E' su Frank in realtà, a pezzi dopo essere uscito da una lunga relazione..
"Ci sono volte nella vita in cui si rimane da soli, non capita spesso, all’improvviso quell’assidua presenza accanto a te scompare e tu ti ritrovi da solo a dover affrontare un sacco di problemi."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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onmyown

It’s so easy to fall in love

ON MY OWN

Frank Pov.
Ci sono volte nella vita in cui si rimane da soli, non capita spesso, all’improvviso quell’assidua presenza accanto a te scompare e tu ti ritrovi da solo a dover affrontare un sacco di problemi.
Nasciamo da soli e moriamo da soli, ma tutto quello che c’è nel mezzo, beh quello dipende da noi, sta a noi cercare la compagnia con cui passare quello che c’è in “mezzo”; a volte abbiamo bisogno di aiuto e di sostegno e tutto quello che ci serve è qualcuno accanto pronto a darcelo e sta a noi trovare quel qualcuno, altrimenti rimaniamo da soli fino alla fine, isolati gli uni dagli altri.
Io sono sempre stato un tipo orgoglioso, sempre, poiché quando ne avevo più bisogno, il mio orgoglio mi impediva di chiedere aiuto agli altri, ai miei amici, continuavo a dire che non avevo bisogno anche se invece mi sentivo morivo dentro ogni giorno.
Immagino non abbiate capito niente in tutto questo, beh sarà meglio che ve lo spieghi per capire il resto della storia.
Al tempo della high school avevo una ragazza, ci sono stato per cinque anni, si chiamava Jamia ed eravamo felici insieme, finche lei non ha pensato bene di farsela con il capitano della squadra di football della scuola, non ho voluto sapere perché, come, dove o quando...mi bastava quello per chiudere quella storia che ormai da troppo tempo andava avanti solo per abitudine, abitudine di avere l’uno accanto all’altro, non c’era più quel sentimento così forte come all’inizio che ci legava, c’era solo...l’abitudine.
Eppure nonostante tutto ciò, non avere più la sua presenza accanto era deprimente, frustrante, triste...mi sentivo vuoto dentro, come se quella certezza che avete sempre avuto dentro di voi si fosse frantumata in mille pezzi all’improvviso, senza neanche darvi il tempo di rendervene conto, che vi ha lasciato di merda.
Avevo un mix di emozioni dentro indescrivibili, non sapevo che fare, non sapevo come andare avanti, non avevo idea di come fare.
Alla fine ho deciso di inghiottire il mio orgoglio per il mio bene, chiedere aiuto ai miei amici ma per quanto loro ci provassero non riuscivano a darmi quello di cui avevo bisogno, una presenza accanto costante.
-Frankie?- Sentii chiamare il mio nome da una voce ormai fin troppo familiare, mi voltai e due paia di occhi verdi come lo smeraldo mi stavano guardando.
-Mh?-
-Ehi, ti sei di nuovo perso?- Domandò Gerard, il mio migliore amico, quello che mi ha salvato fino a un certo punto, sedendosi accanto a me sul divano di casa sua.
-Ehm stavo...pensando- Risposi annuendo cercando di nascondere il fatto che i miei pensieri erano tutto fuorché belli e sereni.
-Pensi troppo amico mio, vieni di là, gli altri sono arrivati e dobbiamo cominciare le prove- Disse dandomi una pacca fraterna sulla spalla, io accennai un sorriso come a dire che andava tutto bene. Me lo sarò ripetuto tipo cento volte nell’arco di sei mesi e ancora non mi ero abituato alla sua mancanza, ma non sarei mai potuto tornare indietro, ormai avevo fatto una scelta, avevo preso una decisione...e quella doveva essere, non potevo, non volevo tornare indietro, non mi pentivo affatto ma era fottutamente dura.
Seguii Gerard nell’altra stanza della sua casa, quella che noi avevamo definito la sala prove e che avevamo insonorizzato nella nostra maniera: polistirolo e scatole di uova.
-Frankie!- Mi salutò Ray non appena varcai la soia della sala, aveva già la chitarra a tracolla pronto a suonare.
-Ehi Ray, pronto a spaccare?- Chiesi accennando un sorriso sincero, non so ma Ray mi metteva tranquillità.
-E lo chiedi pure?! Tu come va?- Lo sapevo che mi sarebbe aspettata una domanda del genere e all’improvviso lo sguardo di tutti era puntato su di me.
-Come sempre- Feci spallucce e mi avvicinai alla mia chitarra già pronta sul piedistallo, che non aspettava altro di essere suonata ma ogni volta che la guardavo mi sentivo morire perché quella chitarra bianca con la scritta Pansy attaccata, mi era stata regalata da Jamia per il mio compleanno e quella dannata tracolla aveva l’iniziale del suo fottuto nome disegnata sopra con un cuore e io non avevo il fottuto coraggio di toglierla e cambiarla.
Non avevo idea del perché, forse cambiare quella tracolla, significava andare avanti, dimenticarla, voleva dire che allora era davvero finito tutto, che lei non era più con me, che non ci sarebbe stato più un “noi”...voleva dire troppe cose e io non ero ancora pronto ad affrontare tutto quello, la dura realtà...no, non ero decisamente pronto, anche se erano passati la bellezza di sei mesi.
Esitai un momento prima di prendere in mano la chitarra ma poi cercai di fare finta di niente per tutta la durata delle prove, suonare era come un tranquillante per me, suonavo qualche accordo e puff! magicamente tutti i problemi e i pensieri che affollavano la mia mente scomparivano, il mondo esterno si estraniava e c’eravamo solo io e la musica che stavo suonando, fine.
Infatti così andò quel giorno che però non era ancora finito.
-Che ne dite se ci andiamo a fare un giro al pub qui vicino?- Chiese Bob con un sorriso da parte a parte.
-Sì, certo!- Come prevedibile furono tutti d’accordo, ma io non dissi niente e in breve tutti gli sguardi erano puntati su di me, di nuovo.
-Frank?- Domandò Mikey come a cercare una risposta.
 -Ehm...io veramente...- Boccheggiai ma fui interrotto da un gesto della mano di Gerard, dovevo immaginarlo.
-Tu veramente niente! Vieni dai, ci divertiamo...è da una vita che non passiamo una serata tutti insieme davanti una bella birra! Andiamo Frank!- Aveva ragione e io dovevo uscire, smetterla di stare chiuso in casa come un carcerato, e poi come potevo dirgli di no se mi faceva gli occhioni da Bambi che solo Gerard fottuto Way sa fare? Nessuno resiste.
-Okay...vada per il pub- Sospirai rassegnato mentre Gerard sorrideva soddisfatto come gli altri.

Isabel Pov.
Mi piacevano i pub, era un modo per non stare a casa, andare a divertirsi con gli amici e non pensare a niente, solo al presente. Per questo motivo quella sera mi trovavo al Michaels Pub con le mie due migliori amiche: Erin e  Becky.
Diciamo che avevo bisogno di stare da sola con le mie amiche, lontana dai genitori, non avevo una situazione familiare disastrosa anzi i miei erano perfetti. Avete presente i genitori di Lorelai su “Una mamma per amica” ? Ecco, loro erano l’esatta copia, solo più giovani.
Mio padre, William, aveva persino il nome da lord come lo definiva lui, era un notaio e mia madre, Laurel, faceva la mantenuta, mio fratello andava alle superiori ed era un genio, non sto scherzando lo era davvero, era schifosamente bravo in tutto e si vantava con me che io non ero mai stata brava a scuola.
Beh, dove sta il problema? Vi chiederete voi, beh ero la primogenita ma ero stata un errore, mia madre era rimasta incinta di me molto presto per errore e non credo me l’abbiano mai perdonato, e come “ricompensa” si aspettavano che io fossi la figlia perfetta, quella che avevano sempre desiderato, volevano che eccellevo a scuola e che andavo tutte le domeniche in Chiesa,  volevano che frequentassi solo persone che mi presentavano loro, mi avevano iscritto alla scuola privata.
Il problema era che io non volevo tutto questo, io non ero perfetta, io ero tutto il contrario di quello che si aspettavano loro, a scuola facevo schifo, avevo compagnie ben poco rassicuranti e avevo lasciato la scuola privata per andare in quella pubblica, cosa ancora più sconvolgente non andavo mai in Chiesa, penso che se ci fossi entrata sarebbero cascati tutti i crocefissi stile “Esorcista”.
In pratica ero una delusione, poi mia madre rimase di nuovo incinta di Brian, stavolta nacque il figlio perfetto...che loro adorano, bah questa cosa mi ricordava molto Harry Potter che abitava con gli zii che non lo sopportavano, qualcosa del genere insomma.
Vabè, proprio un bel quadretto, ma non me ne preoccupavo più di tanto, non sopportavo mia madre e le sue manie di grandezza, per qualsiasi evento o avvenimento, faceva una di quelle feste enormi con tanto di catering e gente ricca in giro per casa, sembrava di abitare davvero a casa Gillmore.
Fatto sta che comunque passavo la maggior parte del mio tempo fuori casa, neanche mi disturbavo di dire dove andavo, come se a  loro interessasse qualcosa, da quando mi ero tinta i capelli di rosso mia madre aveva smesso di fare discorsi sensati con me, si limitava a monosillabi, mio padre bene o male un po’ ci provava a capirmi...lo apprezzavo per questo, io e mio fratello non ci calcolavamo per niente per cui non era un problema.
-E insomma ci siamo lasciati- Concluse Becky dopo il suo infinito racconto di come lei e Lance, il suo ragazzo si erano lasciati dopo due anni di relazione, ovviamente non avevo ascoltato un’ “H” troppo presa a pensare ai miei problemi cosa che mi ero ripromessa di non fare ma io non mi do’ mai retta.
-Wow, che storia...- Commentò senza un briciolo di entusiasmo Erin mentre succhiava con la cannuccia il suo Cuba Libre.
-Lo so, ma mi manca da morire!- Si lamentò Becky sospirando, io ero troppo presa ad osservare cinque tipi vestiti di nero che entravano nel pub. Erano strani, ridevano e scherzavano tra loro e si accomodarono nel tavolo dietro il nostro, uno basso aveva uno scorpione tatuato sul collo, mi aveva colpito, forse era il suo segno zodiacale...come il mio.
Scrollai le spalle e spostai lo sguardo sulle mie amiche che avevano cambiato discorso e stavano parlando sul nuovo look di Scarlett Johansson, decisi che era meglio movimentare un po’ la serata.
-Ragazze, vado a prendere un po’ di alcolici eh?!- Dissi facendo per alzarmi ed Erin mi bloccò per un polso.
-Iz, non prendermi quello schifo di rhum che ti ostini a prendere ogni santa volta, mi fa schifo!- Brontolò scandendo bene ogni parola.
-Capito, niente rhum...andrò per la vodka ok?!- Becky annuì, tanto a lei piaceva tutto quello che era alcolico, quando si trattava di bere con le amiche non si faceva troppi problemi e con questo non intendo dire che era alcolizzata sia chiaro, ma ogni tanto ci divertivamo ad alzare un po’ il gomito.
-No, io voglio whiskey stasera- Mi ordinò Erin che era sempre quella più trasgressiva.
-Ok, prendo due giri, il secondo a mia scelta!- E prima che mi potessero rispondere lanciandomi qualche insulto mi ero già fiondata al bar per ordinare. Avevo gusti strani in fatto di cibo, bevande, alcolici, vestiti...etc. per questo le mie amiche non si fidavano di me quando toccava a me ordinare qualcosa.
-Izzie! Che piacere rivederti, ormai non vieni più tanto spesso!- Mi salutò l’uomo al bar, che si chiamava Jake, ormai mi conosceva bene.
-Jake! Eh sì, il lavoro mi tiene impegnata...ma un salto lo faccio sempre per te- Risi contagiando anche lui.
-Bene, dimmi che posso fare per te?-
-Allora dammi due shots di vodka liscia, uno di Jack Daniel’s e altri tre di Tequila ma mettici anche il sale e il limone-
-Ho capito, arrivano subito- Jake si girò per riempire i bicchieri ed io rimasi lì ad aspettare.
-Accidenti! Ma quanto diavolo bevi?- Mi chiese la voce di un ragazzo accanto a me, quando mi girai scoprii essere quello di prima con il tatuaggio sul collo e mi guardava shoccato ma allo stesso tempo divertito.
-Ehm...non sono tutti per me, anche per le mie amiche- Risposi sorridendo innocente mentre quello si metteva a ridere.
-Oh...certo- Commentò annuendo senza nascondere però una vena scherzosa nel tono.
-E’ vero! Non sono alcolizzata!- Mi difesi quando arrivò la mia ordinazione su un vassoio.
-Vacci piano Izzie mi raccomando- Si raccomandò Jake, sapevo che scherzava ma dal tono che aveva usato sembrava davvero serio, a quel punto mi girai verso il ragazzo che mi guardava con un sopracciglio alzato, sorrisi innocente una seconda volta. Poi Jake chiese a lui cosa volesse ordinare.
-Uhm...cinque bottiglie di birra e cinque shots di rhum bianco- Ordinò mentre io scoppiavo a ridere.
-E sarei io l’alcolizzata va- Lui si guardò intorno imbarazzato.
-Sono per i miei amici- Si difese alzando le mani in segno di resa.
-Certo, certo- Non so perché ma scherzavamo come se fossimo amici da tempo, probabilmente era soltanto la situazione in quel momento, non credo sarebbe capitato altrimenti. –Bene torno al tavolo dalle mie amiche- Scandii bene le parole mentre lui annuiva.
-Anche io- Ci facemmo un cenno con la testa e ognuno tornò al suo posto, come se fossimo lontani.
Ma una strana sensazione mi diceva che quella chiacchierata non sarebbe finita lì.

****
Bene, non so che piega prenderà questa storia...o meglio ho una vaga idea di cosa succederà in futuro...ma è ancora tutto da scrivere perciò ne so quanto voi :) Spero vi piaccia, ocme potete notare sono una amante di Grey's Anatomy quindi non vi stupite di Izzie e di qualche riflessione alla Meredith ^^  E' la prima che pubblico sui MyChem come ho già detto quindi sono ben accetti consigli vari =) Grazie a chi leggerà o commenterà, enjoy!

  
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