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Autore: daddadda    19/09/2010    3 recensioni
Per prima cosa misi la torta in frigorifero e poi versai i pasticcini appena comprati in un vassoio di vetro trasparente. Lo portai in salotto e lo poggiai sul tavolino, Reita assaggiò un pasticcino e rimase affascinato. R: wow! Sono speciali, buonissimi. Dove li hai comprati? K: li ho presi alla Tawashimo Iiwotaki… mi piaceva molto il loro aspetto e ho pensato di prenderne qualcuno. R: hai fatto davvero bene. Assaggiane uno! Ne prese uno e me lo mise in bocca. Quelle dita che toccarono le mie labbra erano come lame bollenti, sentivo che mi bruciavano la pelle… chiusi gli occhi e assaporai quel pezzo di cioccolata. Mi mandava in estasi, o forse era Reita?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cinema Bizarre, The GazettE
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non fucilatemi per favore per la lunghiiiiissima attesa, è che in prima superiore ce ne sono di novità ç.ç 

Vi dirò una cosa... se avrò abbastanza commenti entro la fine di oggi posto anche il capitolo successivo!!! :) chiedo perdono a chi mi segue fedelmente ç.ç

Era mercoledì, tra due giorni ci sarebbe stato il concerto, ero elettrizzatissimo!

Stavo andando verso casa di Aoi, non so perché. D'altronde lui era anche un mio vicino di casa e sarebbe stato maleducato non andare a trovarlo... Così, magari, ci saremmo conosciuti meglio.

Avevo comprato un po' di biscotti e dolciumi vari per fare una bella figura... Ero così agitato, e se non gli andassi a genio? Stavo per decidere di tornare indietro quando mi accorsi di aver già suonato il campanello.

Yuu Shiroyama, appartamento B2.

Oddio, e non ero nemmeno stato invitato. Magari aveva da fare.

La porta si aprì davanti ai miei occhi e il mio cuore era agitato inusualmente, l'idea di conoscere i componenti dei The GazettE mi attizzava molto.

A: si? Chi sei?

Presi un respiro fondo.

K: sono Kiro, piacere... Non so se Reita vi ha parlato di me... Ti ho disturbato?

A: oooh! Kiro! Sisi. Che bello conoscerti, vieni dentro su.

Cercai di ignorare il doppiosenso che mi stava balenando in testa e trattenni una risata che mascherai in un sorriso.

K: grazie, Yuu-san. Oh, ti ho portato un pensierino... Ti piacciono i dolci?

Vidi gli angoli della sua bocca alzarsi verso l'alto. Aveva un sorriso stupendo.

A: si! Beh, non ne vado matto, ma qualche volta lo zucchero fa bene.

Sorrisi pure io. Ci fu un attimo di silenzio, forse stava pensando a cosa fare.

A: beh, come mai questa visita?

K: ecco, vedi... Io ero curioso di conoscerti prima del concerto di venerdì.

A: wow, che bello! Vieni anche tu?

K: si, Akira ha invitato me e tutti i miei groupmates.

A: fantastico! Ho sentito qualche vostra canzone, non è male.

Sorrisi di nuovo mormorando un 'grazie' molto imbarazzato.

Il pomeriggio in sua compagnia mi aveva messo di buon umore ed era venuta anche l'ora di andare. Lo salutai e inaspettatamente lui mi diede un bacio sulla guancia che diventò di un rosso porpora.

A: tratta bene il nostro Akira, mi raccomando... Lui sta bene con te.

Sorrise e mi sciolsi.

K: certo, arigatou.

Me ne andai e mi trasferii da una casa all'altra. Quando entrai Shin mi assalì di domande e non smise di tormentarmi finchè non squillò il telefono. Meraviglioso apparecchio, grazie.

Andò lui a rispondere e io finalmente potei rilassarmi sul divano, chiusi gli occhi... Che meravigliosa sensazione.

Shin mi fece sobbalzare.

S: kirooooooo è per te. Muoviti!

Mi alzai di malavoglia, ma quando sentii la voce di Akira alla cornetta mi si stampò in faccia un sorriso ebete. Ero proprio innamorato pazzo.

R: moshi moshi?

K: ciao amore.

Sorrisi.

R: itoshii, hai da fare stasera?

K: mmmh... No. Niente di interessante.

R: beh, ti andrebbe... Si, insomma... Vorresti venire fuori a cena con me?

Sorrisi. Ultimamente avevo sorriso spesso.

K: intendi dire... Come un appuntamento?

R: beh, insomma... Si.

Mi lasciai sfuggire una risata.

K: certo! E dove mi porti?

R: eeeh, è una sorpresa. Ti passo a prendere alle otto. Aishite iru.

Non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere che già aveva riattaccato, che mi dovessi fidare di quel pazzo? Massì, dai... D'altronde è di lui che mi sono innamorato.

Ero pronto alle otto meno un quarto e continuavo a guardare fuori dalla finestra regolarmente. Non ero mai stato così nervoso, nemmeno prima di un concerto.

Finalmente la sua auto fece capolino dalla finestra e io mi precipitai fuori senza neanche lasciargli il tempo di suonare il campanello.

Me lo ritrovai davanti, era meraviglioso... Stavolta non aveva la fascia che gli copriva il naso ed era perfetto.

R: Dio... Sei bellissimo.

Me lo ritrovai davanti a pochi centimetri dal mio viso e lui mi spinse leggermente fino a farmi toccare la schiena contro il muro. Dovevo guardarlo dal basso, era più alto di me. Si chinò e mi baciò con foga sulle labbra.

Avevo bisogno di quelle labbra, le bramavo giorno e notte... Quelle notti in cui lo desideravo e lui non c'era, quelle notti in cui mi ritrovavo a pregare che lui fosse lì con me e mi ritrovavo solo con un forte desiderio di rivederlo. Gli circondai con le braccia il busto mentre le sue mani andavano a portare scompiglio tra i miei ciuffi biondi. Le nostre bocche si compensavano meravigliosamente. I nostri corpi si avvicinavano pericolosamente e poi si allontanavanno andando a creare una stupenda danza. Lui era chino su di me, io avevo la schiena leggermente inarcata. Le nostre lingue si accarezzavano in modo complice e colpevole come quello che stavamo facendo, era colpevole e proibito e lo sapevamo. Tutto ciò rendeva il tutto ancora più eccitante e romantico. Avevo le gote rosso fuoco e mi sentivo il viso scottare.

Lo strinsi ancora di più nel mio abbraccio. Avevo gli occhi chiusi, piegai leggermente indietro la testa cosicchè lui potè concentrarsi sul mio collo. Gli accarezzai i capelli attirando la sua attenzione su di me.

K: che bella accoglienza.

Mi avvicinai a lui facendo combaciare le nostre fronti. Sorrisi mordendomi un labbro seguito poi da lui.

R: sei ancora più bello quando arrossisci. Dio solo sa quanto ti amo.

Rise dolcemente. Gli diedi un altro bacio a fior di labbra.

K: allora? Dove mi porti?

Non so per quanto viaggiammo per via della fascia nera che mi copriva gli occhi, fatto sta che quando scendemmo Reita mi portò alla base di una enorme ruota panoramica. Non eravamo decisamente a Tokyo.

K: che ci facciamo qui?

Ero un po' sorpreso. Mi aspettavo una cenetta in un ristorante vicino a casa, non questo...

R: abbi ancora un minimo di pazienza.

Per zittirmi mi baciò a stampo ignorando i commenti delle persone intorno a noi. In che razza di società blasfema viviamo? Li ignorai anch'io ma non riuscii a nascondere tutto l'imbarazzo che provavo in quel momento.

R: stai tranquillo, non badare a loro. Torno subito.

Sorrise e scomparve qualche minuto per poi tornare a prendermi dirigendomi verso una delle cabine della ruota panoramica.

K: non crederai mica di farmi salire lì sopra?

Indicai inorridito la ruota gigantesca. Lui roteò gli occhi.

R: vedrai che quando sarai lì sopra mi ringrazierai. Dai, fidati di me!

Anuii poco convinto ma lo lasciai fare, ero curioso di sapere cosa si era inventato.
  
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