Non fucilatemi per favore per la lunghiiiiissima attesa, è che in prima superiore ce ne sono di novità ç.ç
Vi dirò una cosa... se avrò abbastanza commenti entro la fine di oggi posto anche il capitolo successivo!!! :) chiedo perdono a chi mi segue fedelmente ç.ç
Era
mercoledì, tra due giorni ci sarebbe stato il
concerto, ero elettrizzatissimo!
Stavo andando
verso casa di Aoi, non so perché.
D'altronde lui era anche un mio vicino di casa e sarebbe stato
maleducato non
andare a trovarlo... Così, magari, ci saremmo conosciuti
meglio.
Avevo comprato
un po' di biscotti e dolciumi vari
per fare una bella figura... Ero così agitato, e se non gli
andassi a genio?
Stavo per decidere di tornare indietro quando mi accorsi di aver
già suonato il
campanello.
Yuu Shiroyama,
appartamento B2.
Oddio, e non
ero nemmeno stato invitato. Magari
aveva da fare.
La porta si
aprì davanti ai miei occhi e il mio
cuore era agitato inusualmente, l'idea di conoscere i componenti dei
The
GazettE mi attizzava molto.
A: si? Chi sei?
Presi un
respiro fondo.
K: sono Kiro,
piacere... Non so se Reita vi ha
parlato di me... Ti ho disturbato?
A: oooh! Kiro!
Sisi. Che bello conoscerti, vieni
dentro su.
Cercai di
ignorare il doppiosenso che mi stava
balenando in testa e trattenni una risata che mascherai in un sorriso.
K: grazie,
Yuu-san. Oh, ti ho portato un
pensierino... Ti piacciono i dolci?
Vidi gli
angoli della sua bocca alzarsi verso
l'alto. Aveva un sorriso stupendo.
A: si! Beh,
non ne vado matto, ma qualche volta lo
zucchero fa bene.
Sorrisi pure
io. Ci fu un attimo di silenzio,
forse stava pensando a cosa fare.
A: beh, come
mai questa visita?
K: ecco,
vedi... Io ero curioso di conoscerti
prima del concerto di venerdì.
A: wow, che
bello! Vieni anche tu?
K: si, Akira
ha invitato me e tutti i miei
groupmates.
A: fantastico!
Ho sentito qualche vostra canzone,
non è male.
Sorrisi di
nuovo mormorando un 'grazie' molto
imbarazzato.
Il pomeriggio
in sua compagnia mi aveva messo di
buon umore ed era venuta anche l'ora di andare. Lo salutai e
inaspettatamente
lui mi diede un bacio sulla guancia che diventò di un rosso
porpora.
A: tratta bene
il nostro Akira, mi raccomando...
Lui sta bene con te.
Sorrise e mi
sciolsi.
K: certo,
arigatou.
Me ne andai e
mi trasferii da una casa all'altra.
Quando entrai Shin mi assalì di domande e non smise di
tormentarmi finchè non
squillò il telefono. Meraviglioso apparecchio, grazie.
Andò
lui a rispondere e io finalmente potei
rilassarmi sul divano, chiusi gli occhi... Che meravigliosa sensazione.
Shin mi fece
sobbalzare.
S: kirooooooo
è per te. Muoviti!
Mi alzai di
malavoglia, ma quando sentii la voce
di Akira alla cornetta mi si stampò in faccia un sorriso
ebete. Ero proprio
innamorato pazzo.
R: moshi moshi?
K: ciao amore.
Sorrisi.
R: itoshii,
hai da fare stasera?
K: mmmh... No.
Niente di interessante.
R: beh, ti
andrebbe... Si, insomma... Vorresti
venire fuori a cena con me?
Sorrisi.
Ultimamente avevo sorriso spesso.
K: intendi
dire... Come un appuntamento?
R: beh,
insomma... Si.
Mi lasciai
sfuggire una risata.
K: certo! E
dove mi porti?
R: eeeh,
è una sorpresa. Ti passo a prendere alle
otto. Aishite iru.
Non mi
lasciò nemmeno il tempo di rispondere che
già aveva riattaccato, che mi dovessi fidare di quel pazzo?
Massì, dai...
D'altronde è di lui che mi sono innamorato.
Ero pronto
alle otto meno un quarto e continuavo a
guardare fuori dalla finestra regolarmente. Non ero mai stato
così nervoso,
nemmeno prima di un concerto.
Finalmente la
sua auto fece capolino dalla
finestra e io mi precipitai fuori senza neanche lasciargli il tempo di
suonare
il campanello.
Me lo ritrovai
davanti, era meraviglioso...
Stavolta non aveva la fascia che gli copriva il naso ed era perfetto.
R: Dio... Sei
bellissimo.
Me lo ritrovai
davanti a pochi centimetri dal mio
viso e lui mi spinse leggermente fino a farmi toccare la schiena contro
il
muro. Dovevo guardarlo dal basso, era più alto di me. Si
chinò e mi baciò con
foga sulle labbra.
Avevo bisogno
di quelle labbra, le bramavo giorno
e notte... Quelle notti in cui lo desideravo e lui non c'era, quelle
notti in
cui mi ritrovavo a pregare che lui fosse lì con me e mi
ritrovavo solo con un
forte desiderio di rivederlo. Gli circondai con le braccia il busto
mentre le
sue mani andavano a portare scompiglio tra i miei ciuffi biondi. Le
nostre bocche
si compensavano meravigliosamente. I nostri corpi si
avvicinavano pericolosamente e poi si
allontanavanno andando a creare una stupenda danza. Lui era chino su di
me, io
avevo la schiena leggermente inarcata. Le nostre lingue si
accarezzavano in
modo complice e colpevole come quello che stavamo facendo, era
colpevole e
proibito e lo sapevamo. Tutto ciò rendeva il tutto ancora
più eccitante e
romantico. Avevo le gote rosso fuoco e mi sentivo il viso scottare.
Lo
strinsi ancora di più nel mio abbraccio. Avevo gli occhi
chiusi, piegai
leggermente indietro la testa cosicchè lui potè
concentrarsi sul mio collo.
Gli
accarezzai i
capelli attirando la sua attenzione su di me.
K: che bella
accoglienza.
Mi
avvicinai a lui facendo combaciare le nostre fronti. Sorrisi mordendomi
un
labbro seguito poi da lui.
R:
sei
ancora più bello quando arrossisci. Dio solo sa quanto ti
amo.
Rise
dolcemente. Gli diedi un altro bacio a fior di labbra.
K:
allora? Dove mi porti?
Non
so
per quanto viaggiammo per via della fascia nera che mi copriva gli
occhi, fatto
sta che quando scendemmo Reita mi portò alla base di una
enorme ruota
panoramica. Non eravamo decisamente a Tokyo.
K:
che
ci facciamo qui?
Ero
un
po' sorpreso. Mi aspettavo una cenetta in un ristorante vicino a casa,
non questo...
R:
abbi
ancora un minimo di pazienza.
Per
zittirmi mi baciò a stampo ignorando i commenti delle
persone intorno a noi. In
che razza di società blasfema viviamo? Li ignorai anch'io ma
non riuscii a
nascondere tutto l'imbarazzo che provavo in quel momento.
R:
stai
tranquillo, non badare a loro. Torno subito.
Sorrise
e scomparve qualche minuto per poi tornare a prendermi dirigendomi
verso una
delle cabine della ruota panoramica.
K:
non
crederai mica di farmi salire lì sopra?
Indicai
inorridito la ruota gigantesca. Lui roteò gli occhi.
R:
vedrai che quando sarai lì sopra mi ringrazierai. Dai,
fidati di me!