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Autore: WorthTheWait    20/09/2010    7 recensioni
Perché a me? Perché? E' successo tutto così in fretta che non mi sembra vero. Com'è successo? Com'è potuto succedere? Beh... questo lo so. So com'è successo tutto, anche se forse - anzi, sicuramente - sarebbe meglio che non fosse successo niente, e invece ora mi ritrovo in questa posizione scomoda, senza una soluzione. Perché l'ho fatto? Perché? Beh... Ted. Perché sono innamorata di lui, ecco perché. Come diavolo faccio ora? Come faccio? Non pensavo di essere... beh, si, insomma... di essere... mi viene male solo a pensarci. Non so assolutamente come fare, non vedo nessuna soluzione e mi sa che non ne troverò neanche una. Mi sa che dovrò vuotare il sacco prima che tutto sia evidente, è l'unica cosa che posso fare: dire la verità a tutti, soprattutto a Ted.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Choice, Chocolate and Memories

Ogni volta che mi metto a pensare finisce sempre così. Mi maledico, mi chiudo in me stessa e mi odio. Ogni volta che chiudo gli occhi mi torna in mente quella maledetta sera e il bacio tra Vic e Ted. Loro stanno insieme e molto probabilmente staranno già pensando alla loro Luna di Miele, mentre io me ne sto qui, immobile e incinta. Cosa devo fare adesso? Qual è il prossimo passo da fare? La prossima carta da buttare sul tavolo? Il prossimo scacco da muovere? E’ come se volessi una risposta che mi dica qual è la cosa giusta da fare. Una risposta che mi aiuti ad andare avanti, senza sbagliare nuovamente. Perché, diciamocelo, ho già sbagliato troppe volte. E mi sono anche illusa, troppe volte. Al diavolo Ted e la sua bionda e bella Veela. Al diavolo mio padre e questa gravidanza indesiderata. Al diavolo tutto. Beh, ma il fatto è che sono ripetitiva e noiosa, lo so. Ma penso che tutti - o meglio, tutte - lo sarebbero se si trovassero nella mia stessa situazione.

“Cosa vuoi fare?” mi chiede come se non avesse capito. La voce di Al è particolarmente preoccupata allarmata. Mi strattona e mi mette con le spalle al muro, costringendomi a guardarlo negli occhi. Jamie si avvicina a noi e mi guarda a sua volta, facendomi capire che è preoccupato quanto Albus, “Lil?!”.

Mi limito a sospirare, abbassando lo sguardo e cercando di non guardare nessuno dei due negli occhi. Ma Al mi costringe a riportare i miei occhi sulle sue iridi smeraldine – uguali a quelle di papà -, alzandomi il mento con un pollice, “voglio dare il bambino in adozione”.

“Perché?” mi chiede Jamie, dandomi una giustificazione per poter spostare lo sguardo dagli occhi di Al, al suo volto. Il perché è molto semplice. Non riuscirei mai a crescere una creatura da sola. So che naturalmente sia loro che mamma mi starebbero accanto, ma non me la sento. Non posso farlo. Non dopo essere stata spettatrice del bacio tra Ted e Vic, il quale mi ha fatto rimanere davvero male.

“Perché non ce la faccio, Jamie” rispondo, sull’orlo delle lacrime, “ho diciassette anni, non posso riuscire a crescere un bambino da sola. Certo, voi mi stareste accanto e mi aiutereste a crescerlo, lo so. Ma non mi sento in grado di prendermi cura di un’altra vita”.

“E Ted?” ecco la domanda che non volevo mi venisse posta. Dovevo per forza innamorarmi di lui? Non potevo prendermi una cotta per… non lo so… per uno come Scorp, magari. Mia cugina è davvero fortunata, molto più fortunata di me. Prima di tutto non aspetta un bambino, secondo di poi, non è innamorata di uno come Ted.

“Ha già un altro  bambino da crescere e soprattutto è già impegnato con Vic. Così, dando il bambino in adozione sarebbe tutto più facile e semplice. Io potrei tranquillamente prendere i M.A.G.O. e Ted potrebbe benissimo sposarsi con Victoire e crescere il loro bambino insieme. La loro è una fiaba a lieto fine scritta il giorno in cui è nata Vic” mi limito a sussurrare, abbassando lo sguardo sulle mie mani.

“Odio quando fai così” la voce di Al mi costringe a portare nuovamente lo sguardo sul suo volto.

“Così come?” gli chiedo, guardandolo con uno sguardo interrogativo. Non ho la minima idea a cosa si stia riferendo.

“Metti sempre la felicità altrui davanti alla tua, invece che combattere e fare di tutto per essere tu quella felice”.

“Non c’è niente da combattere!” sbotto, staccando la schiena dal muro e avvicinandomi a lui e a Jamie.

“Si, invece, Lily” ribatte Jay, guardandomi e facendomi spostare lo sguardo da Al a lui. Lo guardo decisamente accigliata, non capendo dove voglia arrivare.

“E cosa? Sentiamo…”.

“Ted” mi risponde Jamie, guardandomi con ovvietà. Lo guardo ancora più incredula, con un sorriso amaro stampato sul volto.

“Ted?” rido una risata che non ha niente d’allegro, “non credo proprio a giudicare dal bacio appassionato che si è scambiato con Vic poco fa. E comunque, darò il bambino in adozione, che vi piaccia o no”.

Senza aspettarmi le loro risposte negative, corro giù per le scale, fino ad arrivare in salotto. Mi siedo su una poltrona e mi circondo le ginocchia con le braccia. Tra un paio di mesi, la mia pancia sarà talmente enorme che mi sarà impossibile ripiegarmi su me stessa come sto facendo ora. Chiudo gli occhi e tutto mi torna nitidamente alla mente, facendomi male.

 

“Ted!” esclamo, rompendo il bacio e allontanandomi di qualche passo da lui. Lo guardo con sguardo interrogativo, mentre si avvicina nuovamente a me, “sei completamente ubriaco e poi questa sarebbe la tua fantastica idea per dimenticare Vic? Non mi sembra per niente la soluzione migliore”.

“Io ho bisogno di te, Lils. Non è soltanto il fatto di voler dimenticare Vic… è anche perché io ti amo” si avvicina ancora di più a me, facendomi indietreggiare ancora di più. Da quando Ted mi ama? Ci sono dei Babbani che dicono che quando uno è ubriaco dice solo e soltanto la verità. Beh, stento decisamente a crederlo, visto che lui ama solo e soltanto Vic.

“Non posso, anzi, non possiamo” dico, accorgendomi di essere rimasta con le spalle al muro e di essere in trappola, visto che Ted mi blocca tutte le possibili vie d’uscita. Si avvicina e mi lascia un bacio a fior di labbra, prima che io metta le mani sul suo petto, cercando di tenerlo lontano da me.

“Sentiamo perché…” mi dice, guardandomi negli occhi e continuando a tenermi bloccata, con la schiena al muro.

“Sei totalmente ubriaco e non sei consapevole delle tue azioni, io sono la figlia del tuo padrino, sono dieci anni più piccola di te, sono la cugina della tua fidanzata… devo continuare?” la mia voce suona ovvia, ma anche terribilmente tremante – ed è molto difficile che la mia voce tremi –.

“Penso che ci siano fattori che non vanno d’accordo con la tua mente razionale, o sbaglio?” un sorrisetto beffardo appare sulle sue labbra, prima che si avvicini di nuovo a me e cerchi di baciarmi. Riesco a fermarlo allontanandolo da me, ma non so per quanto ancora potrò resistere senza crollare, “per esempio, è molto difficile che la tua voce tremi”.

“Trema perché non riesce a spiegarti la motivazione del perché non possiamo” rispondo, cercando di sembrare più convincente possibile. Non riesco ad aggiungere altro perché le sue labbra si impossessano nuovamente delle mie, cogliendomi alla sprovvista e non riuscendo ad impedirgli di baciarmi, “Ted! Ho detto che non possiamo, quindi ora tu mi lascerai andare via, anche perché devo andare da Rose e anche inventarmi la scusa del mio ritardo”, mi invento il fatto di dovermi vedere con mia cugina sul momento, cercando di convincerlo a lasciarmi andare.

“D’accordo, questo vuol dire che tu non provi niente per me e che non ti importa che io stia bene o  male, giusto?” la sua voce è spezzata, forse sta recitando con scopo quello di non farmi andare via, oppure no. Mi libera tutte le vie d’uscita, permettendomi di andare via, ma senza dimenticarsi di darmi un ultimo bacio. Forse la sua era tutta una strategia, fatto sta che mi ritrovo a baciarlo appassionatamente con le braccia strette intorno al suo collo. I motivi del perché non possiamo non mi passano neanche per l’anticamera del cervello, quando sento le sue braccia intorno ai fianchi che mi stringono a sé.

“Non dovremmo…” sussurro tra un bacio e l’altro, staccandomi leggermente per riuscire a guardarlo negli occhi.

“Lascia stare la razionalità per una buona volta” poi riporta nuovamente le sue labbra sulle mie, senza che io protesti o che altro.

 

Riapro gli occhi, continuando a maledirmi per quello che è successo, per quello che ho lasciato che accadesse. Ora basta, davvero, non posso continuare così. Devo smetterla e andare avanti. Tra qualche mese sarà finito tutto. Io sarò tornata ad essere la ragazza che si prepara per i M.A.G.O. e questo bambino avrà una famiglia che lo amerà senza riserve. Ted e Vic saranno tornati insieme e avranno anche un figlio.

“Lily” la voce di mia madre mi fa sobbalzare. Mi volto verso di lei e vedo che mi guarda con uno sguardo preoccupato.

“Mamma! La prossima volta vedi di non farmi prendere un coccolone” dissi cercando di ridere e riuscendoci parzialmente.

“Ho parlato con Jamie e Al”.

“Devo dire che le informazioni in questa casa circolano più velocemente di quanto mi aspettassi” effettivamente sono molto sorpresa che mamma abbia già parlato con i nuovi Fred e George. Mi alzo dalla poltrona e capisco che l’unico posto dove posso stare da sola a riflettere sul fatto dell’adozione è camera mia. Forse addirittura lì non riuscirei ad essere da sola.

“Lily non dare il bambino in adozione” ecco che ci si mette anche mia madre.

“Devo!” esclamo, iniziando a camminare verso le scale e poi voltandomi verso di lei, dopo essermi fermata sul primo scalino, “non sono in grado di crescere un bambino da sola a questa età”.

“Ma tu non sei sola”.

“Non lo sono perché ho te, Al e Jamie. Ma lo rimango lo stesso, visto che papà ancora non si è deciso a rivolgermi la parola e che Ted è troppo impegnato a sbaciucchiare Vic e ad interessarsi all’altro suo figlio, che stare accanto a me e fare un discorso sensato, invece che cercare di giustificarsi con parole false”.

Lily…”.

“Sai che io tengo a questo bambino, ma non penso di essere in grado di prendermene cura” abbasso lo sguardo sulle mie mani.

“La scelta è tua” mi sembra non sia rimasta molto bene della mia scelta, anzi…

Senza aggiungere altro, salgo in camera mia e mi butto a penso morto sul letto. Afferro il mio cellulare babbano – che si trova sul comodino – e prendo il biglietto da visita che mi ha dato oggi Scorpius. Compongo il numero del suo cellulare e mi porto il telefono all’orecchio, aspettando, impazientemente, che risponda.

“Pronto?” la voce scozzese di Scorpius echeggia dall’altra parte della chiamata.

“Ciao, Scorp. Sono Lily Potter… ti disturbo? Vorrei parlarti di una cosa importante” dico tutto d’un fiato, respirando soltanto alla fine della frase. Potrei giurare di sentirlo ridacchiare.

“Ciao Lily, di cosa si tratta?”.

“Sto pensando all’adozione” dico, pronunciando le parole ad occhi chiusi, come se tappandomi la vista riuscissi a cambiare qualcosa. Mi mordo un labbro, in attesa della sua risposta. Sento Scorp lasciarsi scappare un sospiro.

“Ci hai riflettuto bene?” la sua voce è placida e calma, come se avesse tutto il tempo del mondo nelle sue mani. Continuo a mordicchiarmi il labbro di sotto a sangue, cercando di rimanere calma.

“Veramente ho pensato che forse parlarne con te era la cosa migliore da fare, visto che sei il mio medico”.

“Oh, d’accordo… se vuoi possiamo parlarne domani al San Mungo, va bene?”.

“Ok, allora a domani”.

“Ciao”.

Ho già detto che mia cugina è fortunata. Beh, lo ripeto. Riposo il cellulare sul comodino e chiudo gli occhi, cercando di pensare a qualsiasi cosa che non riguardi Ted. Beh, come faccio a non pensarlo se sto pensando di voler smettere di pensare a lui? Lasciamo perdere, forse è meglio…

Apro gli occhi e improvvisamente vedo mia cugina apparire davanti a me. Scommetto che Scorp le ha detto tutto e forse le ha anche raccomandato di venire a parlarmi, così da cercare di dissuadermi da quello che voglio fare. Non mi stupisco del fatto che nella mia famiglia le voci corrano così velocemente e non mi stupirei neanche se, dopo un solo pomeriggio, la notizia del fatto che io voglia dare il bambino in adozione fosse arrivata addirittura a zio Charlie che si trova ancora in Romania.

“Ciao, Rosie. Qual buon vento?” le chiedo, sbuffando sonoramente e annotandomi mentalmente di tenermi le cose per me la prossima volta. Beh, do la mia parola di strega che la prossima volta me ne starò zitta.

“Scorp mi ha detto che vuoi dare il bambino in adozione” C.V.D. – Come Volevasi Dimostrare –.

“Ma il tuo ragazzo non mantiene il segreto professionale tra lui ed i suoi pazienti?” le chiedo, alzandomi a sedere e guardandola mentre si siede accanto a me, “scommetto che domani tutta la famiglia – compreso zio Fred dal paradiso – saprà che voglio dare il bambino in adozione”.

“Non da…”.

…re il bambino in adozione” dico al suo posto, interrompendola, “sei la terza persona che me lo dice”.

“Lily, dico sul serio”.

“Anche io” sbuffo, “non posso tenerlo… è mai possibile che non riusciate a capirlo? Prima di tutto è una scelta mia, secondo di poi – e lo ripeto per la terza volta in un solo pomeriggio – non posso prendermi cura di questo bambino, non ci riesco” dico con voce ormai stanca di ripetere sempre le stesse frasi. Grimmauld Place sarebbe il posto perfetto per riuscire a ragionare con calma, ma non penso che cambiare nuovamente abitazione sarebbe la cosa giusta.

Lil…”.

Lil un corno!”.

***

E’ un colpo proveniente dalla mia pancia che mi fa sobbalzare e svegliare dal sonno profondo in cui ero addormentata. Mi porto le mani alla pancia, sentendomi, per un millesimo di secondo, in colpa. Forse per un po’ di più di un millesimo di secondo. Il fatto è che sono confusa. In un momento la scelta di dare il bambino in adozione mi sembra la più sensata e la migliore, ma il momento dopo non cederei a nessuno mio figlio. Le madri fanno sempre quello che è meglio per i propri figli, no? Beh, penso che, nonostante io non mi possa definire una madre, stia facendo di tutto per cercare di fare il meglio per questa creatura che tra circa cinque mesi verrà al mondo.

Mi sporgo verso il comodino e guardo l’orologio che segna le tre. Mi alzo dal letto e, non avendo più sonno – ma in compenso una voglia incontrollabile di nutella –, mi dirigo fino in cucina, prendo il barattolo e un cucchiaino, prima di sedermi al tavolo e di iniziare ad inghiottirmi di cioccolata. Devo ammetterlo: la nutella è la cosa più buona del mondo.

Sento dei passi dirigersi verso la cucina e porto lo sguardo sulla porta, mettendomi una cucchiaiata abbondante di nutella in bocca. Vedo mio padre varcare la soglia e non stupirsi più quando mi vede. Vedo un piccolo sorrisetto formarsi sul suo volto, mentre si avvicina al frigorifero e si versa un bicchiere d’acqua.

“Cosa c’è da ridere?” gli chiedo, affondando il cucchiaino nel barattolo mezzo pieno.

Niente… solo che quando tua madre era incinta di te anche lei non faceva altro che mangiare nutella” mi risponde, prendendo il bicchiere pieno di acqua e sedendosi nella sedia accanto a me. Il sorriso che gli si è formato sulla bocca continua a tirargli le labbra, facendolo sorridere ancora, “mentre quando era incinta sia di Al che di Jamie, l’unica cosa che voleva mangiare era burro d’arachidi”.

“Forse vuol dire che il tuo nipotino sarà una nipotina, no? E’ una cosa molto probabile” commento, mettendomi in bocca un’altra cucchiaiata di nutella. Stranamente, vedo il sorriso rimanergli sul volto, senza sparire quando pronuncio le parole nipotino e nipotina.

“Già” dice, portandosi il bicchiere alle labbra e svuotandolo in un solo sorso, “mamma mi ha detto della tua decisione”.

“Pensavo che non ti importasse, visto che quando hai cacciato Ted di casa e io l’ho seguito, automaticamente sono sparita dalla tua vita” sbuffo, portando i miei occhi sui suoi, “comunque si, sto riflettendo su quella che potrebbe essere la scelta giusta per il bambino, visto che non mi sento in grado di tenerlo sia per il fatto che suo nonno non mi parli più che per il fatto che suo padre sia troppo impegnato a sbaciucchiarsi con la cugina di sua madre, piuttosto che interessarsi a lui – o lei –”.

“Ted si sbaciucchia con Vic?”.

“Se preferisci dire così…” mormoro, continuando a mangiare nutella, “e non dire che gli lancerai un Avada Kevadra dietro, oppure non ridire tutte quelle brutte cose che hai già detto su di lui, mi fa stare male sentirle”.

“Sei innamorata di lui, vero?” non mi sarei mai aspettata che mio padre mi rivolgesse questa domanda. Forse mamma, ma non mi sarei davvero mai immaginata che me lo avesse chiesto papà.

“Si ed è per questo se è successo tutto” continuo a dire a bassa voce, mordendomi il labbro inferiore – lo stesso che prima mi sono morsa durante la conversazione con Scorp –, “e non smetterò mai di dire che mi dispiace. Ho sbagliato e ora devo rimediare. E la cosa più giusta da fare penso che sia quella di dare il bambino in adozione, visto che non riuscirei mai a crescerlo da sola”.

“Io non ti imploro, non ti dico fai questo o fai quello. Ti chiedo soltanto di pensarci bene prima di fare scelte di cui potresti pentirtene” un sorriso benevolo si allarga sul suo volto, “ho avuto il tempo per riflettere e mi sono comportato da stupido e da immaturo, ma scoprire che tua figlia è incinta del tuo figlioccio non è una notizia di tutti i giorni, no? Comunque, io ti voglio dire che mi dispiace e spero che mi perdonerai, Orsacchiotta” è da tanto che non mi chiama in questo modo. Mi chiamava Orsacchiotta quando ero piccola – otto o nove anni, al massimo –.

Il groppo che ho in gola mi impedisce di rispondere a parole, quindi mi alzo, lasciando il cucchiaino nel barattolo, e lo abbraccio con tutta me stessa, iniziando a piangere su una sua spalla. Sento una sua mano che mi accarezza i capelli rossi, come quelli di mamma. Non mi importa se mi ha trattata male per giorni, non potrei mai e poi mai restare in combutta con mio padre, dopo che mi chiede scusa per come si è comportato. Beh, con Ted non mi sarei comportata proprio nello stesso modo..

“Ora mi devi promettere che penserai molto bene se tenere il bambino o no, d’accordo?” mi sussurra in un orecchio.

“Te lo prometto”.

  
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