Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: Nil_Yeol    21/09/2010    6 recensioni
porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

HUMAN DEMON




<< Attenta testolina buffa, potresti farti male.>>
In questo momento sono così confuso da rendermi a malapena conto che quel nomignolo imbarazzante è rivolto a me, la cosa però mi irrita parecchio, tanto che,
nonostante ai miei occhi persino lo splendido faccino di Yutaka sembri un Picasso,
afferro una ciocca bionda del mio salvatore e la tiro con forza fino a quando qualche piccolo ciuffo si separa dagli altri, rimanendo intrecciato alle mie dita sottili.
Sento l’uomo bendato imprecare tra i denti e con una mano accarezzarsi la parte lesa mentre con l’altra sorregge ancora il mio corpo tremante: almeno non è stato tanto imbecille da lasciare la presa.
<< Ma che ti prende? Ti sembra il caso di appenderti ai miei capelli brutta scimmia?>>
Vedo il suo sguardo soffermarsi sul mio viso, probabilmente pallido da far paura, infatti l’espressione infastidita che sfoggiava poco prima svanisce, per lasciar spazio ad una decisamente inorridita.
<< Certo che tu piccoletto sei proprio matto, prima ti fai aprire la testa come un cocco maturo e poi, dopo aver rischiato di rimanere paraplegico a vita, ti avventi sul malcapitato che ti ha fatto da airbag,>>
Mi abbandono di nuovo sul suo petto, troppo stanco per rispondere ma mentalmente mi sto appuntando di far patire le più atroci sofferenze a questo biondino da strapazzo per avermi dato della scimmia –brutta per giunta-
e avermi chiamato piccoletto;
lo odio, lo odio sul serio.
Lo sento piegarsi leggermente, poi, mettendo un braccio dietro le mie ginocchia e sorreggendomi per la schiena con l’altro, mi solleva da terra come farebbe un principe con la sua bella: ecco un’altra cosa per cui farlo sparire dalla faccia del pianeta.
L’ultima cosa che vedo è Yutaka mentre si avvicina a me tutto trafelato e la faccia paonazza del mio aggressore mentre ride di gusto –questa gliela faccio pagare con gli interessi-
poi il buio.



Apro lentamente gli occhi, ancora un po’ frastornato, e la prima cosa che riesco a focalizzare è un anonimo soffitto bianco mentre con la mano stringo il lenzuolo che mi copre fino ai fianchi:
cavolo è il primo giorno di scuola e non faccio nemmeno in tempo a vedere la classe che sono finito in infermeria.
Mi sollevo a fatica sui gomiti e subito avverto una mano delicata dietro le mie spalle pronta a sorreggermi, mi volto leggermente e vedo i profondi occhi di Yutaka, dolci e malinconici come sempre.
<< Stai bene? >> me lo domanda con un filo di voce e io senza un motivo accosto la fronte alla sua e chiudo gli occhi inspirando il suo inebriante profumo.
<< Tranquillo, è stato solo un errore di calcolo, ti prometto che non ti farò più preoccupare tanto.>>
Mi allontano leggermente per poi deporre un tenero bacio al lato della sua bocca, naturalmente lui arrossisce immediatamente e si allontana abbassando lo sguardo;
questa sua timidezza lo rende ancora più desiderabile ai miei occhi e la sua anima candida scatena in me la fame più vorace.
Mi sollevo dal letto un po’ a fatica ma finalmente in grado di reggermi in piedi, poi faccio qualche passo verso il mio protetto e afferro una delle sue mani liscissime,
la porto alla bocca e abbasso leggermente il capo sfiorandola con le labbra.
<< Presto apparirai agli occhi di tutti come appari ai miei…>>
Vedo il suo sguardo farsi lucido e tremante mentre il suo cuore inizia a scalpitare nel petto.
<< Takanori…>> mi guarda ormai completamente soggiogato dal mio potere così non mi resta altro che compiacermi del mio operato –sto con lui da così poco e ne ho già il pieno controllo-
Proprio quando il viso di Yutaka è a pochi centimetri dal mio la porta si spalanca improvvisamente producendo uno schianto assordante.
<< Allora stai meglio testolina buffa? >>
Yutaka sobbalza e fa almeno quattro passi indietro mentre io, udita quella voce seccante, arriccio la bocca inviperito riducendo i miei occhi a due fessure.
Quel biondo decerebrato se ne sta comodamente appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto e un sorriso strafottente che fa capolino da quel viso minuscolo e volgare.
Lo fulmino letteralmente con lo sguardo quasi volessi bruciarlo all’istante e lo avrei fatto se la voce di Yutaka non avesse interrotto il flusso dei miei pensieri.
<< Ciao Ryo, grazie per prima, se non ci fossi stato tu Takanori a quest’ora non si muoverebbe da quel letto.>>
<< Di niente Yuta-chan, ricordati che i tuoi amici sono miei amici…anche se questo è particolarmente dispettoso ed ingrato>>
mi guarda beffardo, poi si avvicina per scompigliarmi i capelli con la sua mano pesante ed indelicata, tutta un’altra cosa rispetto a quella di Yutaka.
<< Dai non ti preoccupare piccolino, probabilmente sei stato così maleducato per via della botta in testa vero?>>
Ora ne ho abbastanza: non solo continua a fare allusioni alla mia statura, mi accarezza come un animale e si rivolge a me quasi fossi un cretino alla sua stregua.
Mi avvicino a lui con i pugni stretti e senza pensarci schiaccio con forza uno dei suoi piedi.
<< Ma che cazz- AHIO!!! Ma sei scemo? >>
Stavolta sono io a lanciargli un sorriso soddisfatto e non contento tiro fuori la lingua per innervosirlo ancora un po’.
<< Tu non sai con chi hai a che fare ragazzino, non osare mai più chiamarmi piccolino, piccoletto o simili, altrimenti ti darò un buon motivo per portare quella benda.>>
Sbatte gli occhi un paio di volte ancora sbalordito dalla mia reazione e in un nano secondo si allontana da me spostandosi alle spalle di Yutaka;
come una piovra avvolge le sue braccia intorno alla vita sottile del brunetto e lo stringe a sé.
<< Sai Yutaka, dovresti sceglierteli un po’ meglio gli amici; questo qui è proprio un animaletto selvatico.>>
Yutaka sorride imbarazzato e guarda nella mia direzione leggermente allarmato: di certo la mia faccia non deve rassicurarlo poi molto dato che avverto chiaramente una vena pulsarmi pericolosamente sulla fronte.
Per questa volta però decido di chiudere un occhio sulla faccenda, anche perché il maleducato con la benda sembra essere in buoni rapporti con il mio padrone
dunque devo evitare di eliminare quelle poche amicizie che è riuscito ad instaurare nell’arco degli anni.
Mi volto verso la porta dando loro le spalle e mi dirigo a passo sicuro lungo il corridoio, poi improvvisamente inchiodo e fatto qualche passo indietro mi riaffaccio all’entrata dell’infermeria.
<< Dov’è la nostra classe?>>


Guardo svogliatamente fuori dalla finestra mentre la professoressa di religione continua imperterrita la sua arringa sull’importanza del perdono e dell’amore verso il prossimo.
Se potessi morire in questo preciso istante, morirei certamente felice, qualunque cosa sarebbe meglio di questo strazio:
come pretende questa donna stucchevole e dolce a tal punto da nauseare, professare l’amore incondizionato?
Chi crederebbe ancora ad una cosa tanto idiota? Non di certo i miei allegri compagni di classe, che chiacchierano animatamente senza nemmeno far finta di ascoltare le parole di quella suora laica,
o si abbandonano sul banco placidamente addormentati.
L’unico che presta attenzione a quella fanatica della fede è Yutaka e rimango a dir poco esterrefatto quando lo sento discutere con lei riguardo ciò che si è disposti a sacrificare per chi si ama.
All’inizio pensavo che il ragazzo fosse semplicemente gay, ora però comincio seriamente a temere che voglia prendere i voti: per carità, sarebbe una disgrazia!
Scuoto la testa per allontanare quei pensieri fastidiosi e apro la bocca per chiedere di andare in bagno, le parole però mi muoiono in gola quando sento parlare di nuovo Yutaka.
<< Penso che per quella persona sarei disposto a vendere l’anima.>>
Improvvisamente sento il sangue che mi si gela nelle vene: è per questo che sono qui…per amore…?
Mi alzo in piedi di scatto e inizio a sogghignare divertito, per fortuna però arriva il suono della campanella e anche l’insegnante è costretta ad ignorare il mio strano comportamento.
Finalmente posso avvicinarmi a Yutaka e appena gli arrivo di fronte mi piego poggiando le braccia sul suo banco e guardandolo dritto negli occhi.
<< E così è per una persona in particolare che fai tutto questo eh? >>
Caso strano non arrossisce minimamente e anzi continua a sostenere il mio sguardo senza battere ciglio. La sua faccia così seria mi diverte terribilmente, così scoppio in una risata cristallina inarcando la schiena all’indietro.
<< Bene mio padrone >> sussurro affinché sia l’unico a sentirmi << dimmi chi è quest’umano fortunato e io ti porterò il suo cuore.>>
Si alza in piedi anche lui e afferrando il colletto della mia camicia, mi attira a sé. << Non voglio il suo cuore…solo la sua felicità.>>
Lo guardo un po’ sbigottito credendo di non aver ben capito: proprio lui pensa alla felicità di qualcuno quando in realtà è il primo ad avere una vita a dir poco disastrosa?
<< Cioè fammi capire Yutaka: tu avresti stipulato un contratto con me, donandomi la tua anima su un piatto d’argento, non per…che ne so…ritrovare tuo padre che se l’è data a gambe anni fà o farti degli amici,
e magari essere finalmente soddisfatto, ma…per rendere felice qualcun altro? >>
Senza la minima incertezza fa cenno di si con il capo e io pongo di nuovo le mani sul banco per incassare il colpo.
<< Non ci posso credere…sei davvero un caso senza speranze.>>
Finalmente abbassa lo sguardo e torna lo Yutaka di sempre, insicuro ed impacciato. Sbuffo sonoramente mentre chiudo gli occhi esasperato, poi gli lancio un’occhiata bieca dondolandomi sul posto.
<< E va bene…portami da questa persona e vediamo che si può fare…>>


Se mi avesse detto dal principio dove stavamo andando, di sicuro non avrei mai accettato.
Certo avevo acconsentito ad incontrare la persona che stava tanto a cuore a Yutaka ma mai avrei pensato di cacciarmi in una situazione simile.
<< Ma tu sei proprio certo che si trovi qui? >> glielo domando appena l’enorme edificio dalle pareti bianche occupa il mio campo visivo e avverto con chiarezza una nota di ansia nella mia voce:
deve essersene accorto anche lui dato che rallenta leggermente il passo per tornarmi accanto ed afferrare con una mano il braccio che tenevo abbandonato lungo il fianco.
<< Si, non può muoversi da qui quindi se vuoi fare la sua conoscenza sei costretto ad entrare, mi dispiace.>>
Chiudo gli occhi passandomi una mano sul viso in segno di disperazione ma senza lamentarmi ulteriormente, attraverso l’ingresso dell’ospedale con Yutaka.
Appena entrati un odore pungente di disinfettante ci investe in pieno e non posso trattenermi dall’arricciare il naso disgustato: mi era già capitato altre volte di entrare in quel posto fetido e nauseabondo e ogni volta mi ero ripromesso di non metterci mai più piede,
ora però il dovere chiamava quindi, se l’anima di Yutaka mi fa davvero così gola, non posso tirarmi indietro.
Nonostante i buoni propositi, mentre attraversiamo i lunghi corridoi sfilando davanti alle camere dei pazienti, un’atroce emicrania inizia a farsi sentire.
Mi fermo un momento poggiando la schiena al muro e Yutaka, fermo di fronte a me, si abbassa per guardarmi negli occhi.
<< Cos’hai? Qualcosa non va? >>
Con un po’ di sforzo riesco a rispondergli.
<< Mi capita sempre quando vengo in posti simili; poi per mantenere un aspetto umano faccio uno sforzo incredibile, se avessi la mia forma originale probabilmente andrebbe meglio ma non vorrei essere la causa di qualche morte prematura.>>
Sorrido per rassicurarlo ma a quanto pare non è molto convinto; solleva una mano e accarezza la cicatrice sulla mia tempia
– già…il sasso di quell’idiota non è stato certo d’aiuto, sarà anche per quello che mi sento così debole.-
<< Cos’è che ti fa stare così male? >> il volto di Yutaka ora è preoccupato ed incuriosito allo stesso tempo.
<< Le loro voci.>>
Il brunetto si guarda intorno in cerca di qualche suono nel corridoio che però alle sue orecchie rimane silenzioso.
<< Quali voci? >> torna a guardarmi un po’ confuso ed io increspo le labbra in una smorfia di superiorità.
<< Tu non puoi sentirle, nessun umano può, a meno che non sia destinato a diventare uno come me.>>
<< Un demone intendi? >> i suoi occhi si spalancano sorpresi
<< Esatto, quando un uomo è particolarmente votato al male è facile che dopo la morte, invece di finire semplicemente all’inferno, si renda utile in qualche altro modo.
Come vedi però essere un demone ha anche i suoi lati negativi, infatti grazie alle mie capacità ora posso sentire tutti i pensieri angosciosi delle persone qui dentro.>>
Yutaka sobbalza leggermente per poi assumere un’espressione mortificata. << Mi dispiace, non lo sapevo…quindi in questo momento senti…il dolore degli altri? Ma perché? >>
Mi allontano dalla parete e riprendo a camminare.
<< Non dovrei nemmeno dirtelo ma…hai avuto la fortuna di avere un demone a cui piace chiacchierare:
comunque riesco a sentire le sofferenze di chiunque perché di solito le utilizzo come punto debole per le mie vittime.
Faccio leva su ciò che le rattrista di più per convincerle che facendo un patto con me riusciranno ad evitare altro dolore…miro dritto al punto insomma…>>
Sento i passi di Yutaka farsi più lenti: probabilmente starà pensando a come ho usato i miei poteri su di lui…
Mi volto per cambiare discorso ma è lui a precedermi
<< E solo voi demoni siete in grado di sentire queste sofferenze? >>
Alzo il sopracciglio leggermente stupito dalla domanda ma decido comunque di rispondere.
<< No, effettivamente anche qualcun altro ne è capace.>>
<< Gli angeli?? >> me lo chiede tutto d’un fiato, con lo sguardo vispo e speranzoso. Roteo gli occhi al cielo e riprendo a camminare.
<< Si…diciamo angeli…se proprio vuoi chiamarli così.>>
<< Perché tu come li chiami? >>
<< Rompi coglioni, ecco come li chiamo.>>
Lo sapevo, ogni volta che si fa riferimento a quei cosi piumati finisco con l’arrabbiarmi.
<< Scusami, non volevo farti arrabbiare.>> la voce di Yutaka è così dolce e pacata che mi sento subito in colpa per essermela presa così tanto.
<< Lascia stare, è che proprio non li digerisco: voi uomini li dipingete come delle creature perfette e magnanime, pronte ad aiutare chiunque, ma non è così.
Sono solo dei gran narcisisti, vanitosi, spocchiosi ed effeminati;
non intervengono alla prima chiamata, quello lo facciamo solo noi, se ti dice bene arrivano quando sei in punto di morte per dirti qualche stronzata strappalacrime e poi arrivederci e grazie, tutta quella scena e comunque sei crepato.>>
Yutaka si sposta al mio fianco sorridendomi appena.
<< Intendi dire che pur sentendo quanto soffriamo non fanno nulla? >>
<< Diciamo che si limitano ad ascoltare e a dare qualche bel consiglio, a questo punto però tanto vale che uno scriva ad una rubrica di consigli no? Hai presente quelle che si trovano su quelle riviste per ragazzine? >>
Yutaka fa cenno di si con la testa.
<< Ecco quelle! In pratica hanno la stessa utilità.>>
Per fortuna arriviamo a destinazione: Yutaka si ferma di fronte ad una porta chiusa e mi fa cenno di rimanere dietro di lui. Bussa leggermente sulla superficie di legno per avvertire della sua presenza, poi entra finalmente nella stanza.
Subito una leggera brezza, proveniente dalle finestre aperte, mi scompiglia i capelli e stranamente all’interno della camera respiro un atmosfera di serenità: nessuna voce tormentata o lamenti affollano la mia mente.
Yutaka si avvicina ad un letto per poi rivolgersi al suo proprietario.
<< Hai visto che sono venuto come ti avevo promesso? E oggi ho portato con me mio cugino Takanori così non potrai dire di soffrire la solitudine come al solito.>>
Il mio protetto mi fa cenno di avvicinarmi ed io come un automa obbedisco.
Finalmente potrò vedere in faccia la persona che ha conquistato il cuore di Yutaka e per la soddisfazione un sorriso mi si dipinge netto sul volto.
I miei occhi glaciali ne incontrano improvvisamente altri due vivaci e luminosi, che senza stare fermi un attimo analizzano tutta la mia figura;
decido allora di fare altrettanto, così saggio con lo sguardo l’incarnato pallido e diafano del ragazzo che mi sta di fronte,
subito però la mia attenzione viene catturata da una massa disordinata di capelli multicolore, decisamente insolita per un ospedale.
Il viso lungo e magro del giovane viene illuminato da un sorriso radioso mentre mi porge una mano dalle lunghe dita affusolate.
<< Ciao Takanori, io sono Miyavi.>>





Salve a tutti^^ bene, finalmente il secondo capitolo…in realtà ho iniziato a scriverlo subito dopo aver postato il primo ma tra incertezze e la scuola che è appena ricominciata ( e già non ne posso più T.T)
il lavoro è andato un po’ a rilento. Comunque mi impegnerò ad aggiornare il prima possibile anche quando gli impegni saranno molto più gravosi.
Allora per quanto riguarda il capitolo devo solo dire che è volutamente non troppo lungo (dai prossimi ci sarà anche qualche bel risvolto amoroso…),
avrei potuto scrivere un po’ di più ( avevo in mente di far entrare in scena un altro personaggio…) ma alla fine mi sono convinta a lasciare la questione un tantinello in sospeso
anche perché mi piaceva concludere con l’incontro tra Takanori e la persona più importante per Yutaka. Ma immaginavate che la persona in questione fosse lui?
Spero di aver fatto una cosa gradita^^ Ora è il momento dei ringraziamenti


Honda: ti prometto che mi impegnerò al massimo per stupirti anche con questa storia, sai che nemmeno a me piacciono i finali scontati quindi ho già in mente una cosa che ti lascerà a bocca aperta…vedrai.
Comunque dato che sei nuova del mondo delle band giapponesi, volevo dirti che Miyavi è un cantante/musicista/artista –nonché FIGO- giapponese, se cerchi qualche foto su internet potrai constatare da te^^
Ultima cosa, la dedica era più che dovuta dato che ora più che mai sei la mia ancora di salvezza e non rinuncerò a te per nulla al mondo lo sai.
Ren: santo cielo ragazza mia lo sai che ti sto volendo sempre più bene ogni giorno che passa??
Prima di tutto grazie per il tuo continuo sostegno, hai sempre recensito le mie fic e ogni volta mi hai fatto venire una voglia assurda di scrivere
perché mi dicevo “cavolo c’è Ren che aspetta…scrivi,scrivi,scrivi!” e dunque ho scritto^^
Poi mi fai sognare con le tue storie, faccio i salti di gioia ogni volta che aggiorni, e mi sei di grande esempio. Insomma sono troppo felice di averti incontrato –se pur solo virtualmente^^-
Comunque hai visto chi è l’uomo dalla cresta bionda?
In questo chap si è visto per poco ma nel prossimo ricomparirà alla grande quindi continua a seguirmi please^^
Lion of darkness: grazie,grazie,grazie!Ogni volta mi riempi di complimenti e puntualmente mi fai arrossire^^
Sei davvero troppo gentile e spero di non averti deluso con questo capitolo che è un po’ di preparazione,
ti prometto che nei prossimi ne vedrai delle belle anche in fatto di romanticismo^^ Un bacio


Shinushio: nee-chan posso dirti in tutta franchezza che leggere una tua recensione mi riempie di orgoglio?
Ebbene si, perché come tu ben sai nutro nei tuoi confronti una stima indiscutibile e anche se purtroppo, abitando lontane,
ho avuto modo di incontrarti una sola volta ( che poi il destino ha voluto fosse proprio il 28 di ottobre -il compleanno di Kai^^)
a me quella volta è bastata per adorarti alla follia.
Comunque penso che tutte le autrici e autori alle prese con le loro prime fic siano emozionati ma devo dirti che per quanto riguarda Azzardo,
pur non essendo io l’autrice, ero emozionantissima perché leggere quella meraviglia non può che emozionare.
Mi raccomando quindi aggiorna presto perché muoio dalla voglia di leggere qualche tuo capitolo.


Vorrei anche ringraziare una persona che, non potendo recensire su EFP, ha commentato mooolto appassionatamente per messaggi e al telefono l’altro giorno^^
Grazie, lo so che ci sei.


Un bacio a tutti

Misa

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Nil_Yeol