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Autore: Betti    22/09/2010    9 recensioni
Positivo. Questa volta non è una parola d'ordine o una risposta ad una delle domande di Gibbs durante una missione. E' un risultato.Il risultato del mio test di gravidanza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ti amo.

Come sempre, noticine dell’autore: è la mia prima fanf su Tony e Ziva e ho deciso di scrivere su di loro perché sono una coppia che amo con tutta me stessa.
Spero di appassionarvi con le mie fanf, che commentiate e che continuiate e leggere qualcosa di mio quando pubblicherò.
Questa volta mi permetto di mettere tre ringraziamenti all’inizio per due persone che conosco e una che ho “conosciuto” qui su efp (perché le ho recensito alcune fanf e mi ha scritto un’e-mail e la cosa mi ha quasi commosso).
Allora: ringrazio Lucia perché leggerà questa fanf senza sapere chi siano i protagonisti, Silvia perché, anche se non iscritta, mi legge comunque ed Agente_speciale_Jessi per la mail e le sue fanf che mi piacciono tanto.
Tutti gli altri ringraziamenti per chi leggerà e commenterà vanno in fondo (non perché siano meno importanti ma per lo spazio sennò non inizio più!). Tanti baci e buona lettura!
BiEsSe

 

Una notizia inaspettata

 

 

Positivo. Non è una parola d’ordine questa volta o la risposta a una delle domande di Gibbs durante una missione. È un risultato.
Il risultato del mio test di gravidanza.
Mi sento impallidire vedendo quella piccola più che sembra guardarmi dal coso di plastica che ho in mano.
Maledetta quella sera che ci sono finita a letto.

Era una sera come le altre, Tony era venuto a cenare a casa mia ed avevamo alzato un po’ troppo il gomito per la riuscita della missione.
Le settimane precedenti erano state un inferno nel vero senso della parola. Le indagini non avevano né capo né coda e ci sembrava solo di perdere tempo.
Quella sera mi sembrava magica: per il lavoro e perché avevo accanto Tony, quella persona che ormai amavo da più di tre anni e che sapevo benissimo ricambiasse i miei sentimenti; così, seduti sul divano del piccolo soggiorno di casa mia, gli chiesi con l’aria alticcia:- Ti sei innamorato di me vero?-
Tony mi guardò sconcertato, poi mi tolse il bicchiere dalla mano e mi disse, per cambiare discorso:
- Ziva, Ziva… meglio smettere con il vino per questa sera. Non mi sembri la solita.-
- Dai Tony… sai che inquadro le persone facilmente..- mi scappò una risata.
Anche lui sorrise guardandomi negli occhi e si avvicinò a me con quel suo modo estremamente seducente:- E allora… come mi avresti inquadrato tu?-
- Uh, facile a dirsi. Mi guardi il fondoschiena ogni volta che ti sono davanti. Comunque.. sei uno che sa subito quello che vuole, ma che ha paura ad ottenere dei risultati.-
- Io avrei paura? Sai che Tony Dinozzo non ha paura di niente..-
- Si, come no. Raccontalo a me.. si vede che vorresti portarmi a letto. Te lo leggo negli occhi.-
- No, questa volta ti sbagli Ziva…-
- Ammettilo… non sono cieca-
- Beh… magari è successo una volta…-
- Certo, certo..- bevvi un altro sorso di quel delizioso vino italiano.
- E va bene… mi piaci e allora? Tanto so che anch’io ti interesso. Te lo si legge negli occhi.-
- Non è vero. Sono stata addestrata dal Mossad non sono un libro aperto come te. -
- Queste cose non le insegnano al Mossad. Dai, ammettilo.-
- Non lo saprai mai, Tony .-
- Allora facciamo un esperimento..-
- No. –
- Dai…! Io ti do un bacio e poi mi dici se ti è piaciuto. Okay?-
- No. –
- Hai paura delle sfide pivella?-
- Io non ho paura di niente, Tony .-
- Allora lasciami fare. –
Si avvicinò con calma al mio viso e, sorridendo, le sue labbra di posarono sulle mie, provocandomi un brivido dietro la schiena. Assaporai tutto il gusto di
quelle labbra rosee, poi mi voltai dall’altra parte, troppo tardi perché Tony si accorse di tutto.
- Ti è piaciuto!-
- No!-
- Sì che ti è piaciuto! Ti brillano gli occhi…dai..- disse gongolante.
- A te? È piaciuto?- chiesi sperando che dicesse sì.
- Mi dispiace ma la domanda te l’ho fatta prima io. -
- Potrei decidere di non rispondere, ogni parola potrebbe essere usata contro di me no?-
- Ziva, ammettilo. –
- Beh..-
- Dai..- Sapeva di avere la vittoria in pugno.
- E va bene… mi è piaciuto.-
- Lo sapevo, visto che ti so leggere David?-
- Okay, ma è la prima volta… allora adesso facciamo un esperimento dei miei…-
- Mi devi legare?- Tony sembrava quasi divertito dall’idea.
- No, solo… lasciami fare.- Posai il bicchiere mezzo pieno sul tavolino in soggiorno ed iniziai a baciarlo come sognavo da tanto tempo oramai.
- Sai che stiamo infrangendo le regole, vero David?-
- Al diavolo le regole, per una volta.-
- Wow, ci stiamo dimenticando del Mossad.-
Così finimmo a letto.
Devo ammetterlo. Amo Tony, ma questo ovviamente non era in programma.
Dopo quella notte al lavoro andava tutto avanti regolarmente, io e Tony alla sera ci trovavamo e chiacchieravamo come al solito, sorvolando sul “piccolo incidente” di alcune notti prima.
Così, come se nulla fosse, anche stamattina dopo ventitré giorni dall’accaduto, andai al lavoro ma un dettaglio di quel giorno mi balenò in mente finchè guidavo verso l’NCIS, la pillola.
Quel giorno la dimenticai perché lasciai il blister in borsa.
Prima di arrivare al lavoro passai in una farmacia per prendere un test e pregai tutte le divinità in mia conoscenza perché non fosse successo proprio a me.
Dopo la “gita” in farmacia andai al lavoro con la testa che girava vorticosamente ed attribuii il fatto allo stress di quella mattina già così intensa alle sette e mezzo.
Verso le dieci e un quarto, eravamo su una scena del crimine, mi venne da vomitare ma ignorai quel bisogno incombente e continuai a lavorare come se nulla fosse, anche se i miei dubbi iniziavano ad avere qualche conferma, con mio grande terrore.
Gibbs si accorse che non andava tutto bene e mi chiese, mostrando al meglio il suo lato paterno:
- Qualche problema Ziva?-
- No, no. Perché?-
- Sei molto pallida, sicura?-
- Ehm si, si-
- Ti do la giornata libera per oggi, vai a casa. Riposati, ti farà bene.-
- Grazie, ma non è necessario Gibbs.- Non riuscivo persino più a metterlo a fuoco con gli occhi.
- Sì che lo è. Qui ce ne occupiamo noi.-
- No, davvero.-
- E’ un ordine. Vai e non preoccuparti.-
- Grazie.-
Finchè me ne stavo andando Tony notò che c’era qualcosa di strano in me.
- Hey, Ziva. Tutto bene?-
Cercai di evitare di guardarlo negli occhi:- Sì, Tony .-
- Non mi pare. Sicura che non vuoi parlarne?-
- Per il momento no, Tony. Oggi lasciamo perdere okay?-
- C’entra qualcosa con noi due? Hai deciso di evitarmi?-
- Tony, ti pare che ti abbia evitato questi giorni? A me sembra di no, comunque, lascia stare davvero. Semmai ne riparleremo più avanti. Aspetta, fallo
per me. -
- Okay, ma se hai bisogno di qualcosa sai che ci sono d’accordo?-
- Grazie. – Mi voltai per andarmene quando Tony mi chiamò ancora:
- Ziva?-
- Sì?-
- Stammi bene..-
- Contaci-. Mormorai allontanandomi da lui.

Ora sono qui, sul divano di casa mia, ad osservare questo affare che mi ha cambiato la vita di colpo.
Una lacrima mi scende lungo lo zigomo e tiro su col naso, quando suonano alla porta. Mi guardo intorno velocemente, urlando un “arrivo!” finchè nascondo il test in bagno e mi asciugo gli occhi con il dorso della mano. Prima di aprire la porta, faccio un respiro profondo e mi costringo a sorridere a chiunque ci sia al di là della porta. Apro con cautela e, quando vedo chi è venuto a farmi visita, il mio cuore perde un battito.
Tony. Il padre di mio figlio.
Certo, lui non lo sa ancora ma lo è, e lo rimane.
- Ehilà! Dato che stamattina ho visto che non eri proprio in forma, appena ho finito in  ufficio sono passato in gelateria ed ho preso un po’ di gelato da mangiare davanti a un bel film, che ne dici?-
 I suoi occhi verdi e profondi mi scrutano attenti e pieni di attenzione per me, so quello che prova, me lo ha detto circa un mese fa ma non ci siamo mai dichiarati apertamente. L’ultima volta ero ubriaca, per di più.
Il mio cuore, dopo aver perso un battito, ricomincia a battere sempre più forte, come un tamburo dentro il petto. Capisco che Tony ha pensato a me tutto il giorno, probabilmente preoccupato per quello che sto passando, dato che sono uscita solo una volta dal lavoro prima del dovuto.
Il sorriso prima fittizio su mio volto lascia il posto ad un sorriso spontaneo che fa capire a Tony di essere sempre il benvenuto in casa mia.
- Devo dire che finora nessuno mi ha fatto una proposta più allettante..- Dico scostandomi dalla porta per lasciarlo entrare.
- Ti dispiace se vado in bagno un secondo? Sai com’è vengo dall’ufficio e…-
- Certo! Fai come se fossi a casa mia…-
- A casa tua!-
- Eh ed io che ho detto? Fai come fossi a casa mia…-
- Ma si dice fai come se fossi a casa tua!-
- An! Vabbè dai, è la stessa cosa!-
Porto il gelato in cucina e tiro fuori due cucchiai dal cassetto vicino al fornello, quando sento Tony che torna in cucina chiedendomi:- E questo che cos’è?-
Si presenta in cucina con il test in mano ed i cucchiai che tengo mi cadono a terra con un rumore secco.
- Sei incinta?- Tony mi guarda come spaventato ma i suoi occhi verdi tradiscono della rabbia.
Mi chino per raccogliere i due cucchiai ed evito il più possibile di guardarlo negli occhi:- Sì- sussurro con un tono di voce appena percettibile.
- E chi è il padre?- Tony pronuncia l’ultima parola con sgomento, non so se stare zitta oppure dirgli tutta la verità in faccia.
Una lacrima mi scende lungo la guancia ma Tony non accenna ad avvicinarsi di un passo, il suo sguardo freddo mi osserva insistente.
Tiro su col naso:- ho immaginato diversamente questo momento.- Esordisco, la voce rotta dal pianto e i miei occhi che non vogliono incrociare i suoi.
- Ziva, guardami…- la sua voce cerca di ammorbidirsi, forse inizia a capirmi.
Alzo gli occhi verso di lui e Tony ripete:- Chi è il padre?- si avvicina di un passo ma mi ritrovo ad indietreggiare contro la mia volontà.
 - Tu…- Sussurro ancora una volta, e guardando i suoi pozzi smeraldini noto, sotto alla paura e a quella che prima era rabbia, uno spiraglio di affetto. Come la prima volta che ci siamo baciati. Altre lacrime scendono incontenibili dai miei occhi, senza che io possa mettervi un freno.
Tony si avvicina lentamente, io non posso più indietreggiare, la schiena contro il mobile della cucina. Mi asciuga le lacrime con il pollice, scostandomi una ciocca di capelli dal volto, e abbracciandomi, mi sussurra dolcemente:- Non ti preoccupare, affronteremo insieme anche questo.-
Alzo gli occhi per guardare i suoi e quelle pietre mi ricordano gli occhi più belli che io abbia mai visto. Capisco che è sincero e mi stringo a lui ancora più forte, senza staccare i miei occhi dai suoi. Si avvicina col viso dolcemente, proprio come quando tutto questo è iniziato e, dandomi un bacio prima dolce, poi passionale, mi prende in braccio e mi porta nel salotto, per poi cadere assieme a me sul divano.
Una risata mi scappa, notando quella sua faccia che fa quando disapprova qualcosa e Tony, notando che le lacrime stanno cedendo il posto alle risate, si siede vicino a me e mi abbraccia.
Dopo qualche minuto di risate incontrollate riesco a torna re seria con un po’ di fatica e guardo Tony. Davanti a me ho l’uomo più bello che io abbia mai visto, e l’unico che finora mi sia accorta di amare davvero.
Me ne sono accorta oggi, quando ho scoperto di essere incinta. Dopo la paura per come dirglielo ho provato un amore grandissimo verso Tony, il padre di mio figlio.
Il suo viso mi scruta attento, poi capisco che mi deve dire qualcosa e gli dico:- Avanti, ti ascolto…-
- Come hai fatto a capire che devo dirti qualcosa?-
- Ho lavorato o no nel Mossad?.
- An si giusto... –
- Beh, mi dici o no quello che hai da dire?-
- Ecco… come facciamo a dirlo a Gibbs? In fondo abbiamo infranto la regola 12 e, per di più, sei incinta..-
- E’ la prima cosa che ti è venuta in mente? E poi… credo che Gibbs capirà. Altrimenti, me ne vado io. O mi prendo una pausa.-
- Una pausa dovrai prenderla comunque.. non puoi pensare di fare QUESTO lavoro finchè sei incinta… non finchè lì dentro c’è mio figlio…- Tony mi appoggia una mano sulla pancia e una sulla spalla attirandomi a sé. Un brivido mi corre lungo la schiena come una scossa elettrica.
- Il lavoro d’ufficio non mi farà poi così male…- Sorrido.
- No, la mia piccola ninja non può essere in pericolo, ora tocca a me proteggerti.-
- Tony, stai tranquillo. Per i primi tempi potrò ancora lavorare.-
- Okay, tanto so che non ti farò cambiare idea facilmente.-
- Mi conosci bene allora. Ora guardiamo un film. – Vado in cucina a prendere il gelato e, quando torno, trovo normale accoccolarmi tra le braccia di Tony e dargli un bacio.
- Posso dire un’ultima cosa prima che inizi in film?-
- Prego, Anthony. – Sottolineo il suo nome che ho pronunciato tante volte, desiderando sempre di poterlo chiamare con un po’ di malizia, come se fosse il MIO uomo.
- Ti amo, Ziva. Era da tanto che volevo dirtelo.-
I battiti del mio cuore accelerano ma riesco comunque a rispondere all’uomo che ho catalogato come l’uomo della mia vita:- Ti amo anch’io, Tony. – Lo bacio,  poi appoggio la testa al suo petto.
La serata passa così e riusciamo anche a mangiare il gelato portato da Tony, che nel frattempo si è sciolto un po’. Guardiamo un film e, con Tony che mi avvolge tra le sue braccia, ci addormentiamo entrambi sul mio divano.

 

 

Eccoci qui con i soliti avvisi, note e ringraziamenti per chi leggerà e commenterà!
Allora, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e vi aspetto all’altro (quando lo pubblicherò, ovviamente)!!!!
Per favore commentate perché ho bisogno di sapere che ne pensate!
Tanti saluti con la manina! XD

  
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