Come
sempre, noticine dell’autore: è la mia prima fanf
su Tony e Ziva e ho deciso di
scrivere su di loro perché sono una coppia che amo con tutta
me stessa.
Spero
di appassionarvi con le mie fanf, che commentiate e che continuiate e
leggere
qualcosa di mio quando pubblicherò.
Questa
volta mi permetto di mettere tre ringraziamenti all’inizio
per due persone che
conosco e una che ho “conosciuto” qui su efp
(perché le ho recensito alcune
fanf e mi ha scritto un’e-mail e la cosa mi ha quasi
commosso).
Allora:
ringrazio Lucia perché leggerà questa fanf senza
sapere chi siano i
protagonisti, Silvia perché, anche se non iscritta, mi legge
comunque ed
Agente_speciale_Jessi per la mail e le sue fanf che mi piacciono tanto.
Tutti
gli altri ringraziamenti per chi leggerà e
commenterà vanno in fondo (non
perché siano meno importanti ma per lo spazio
sennò non inizio più!). Tanti
baci e buona lettura!
BiEsSe
Una notizia inaspettata
Positivo.
Non è una parola d’ordine questa volta o la
risposta a una delle domande di Gibbs
durante una missione. È un risultato.
Il
risultato del mio test di gravidanza.
Mi
sento impallidire vedendo quella piccola più che sembra
guardarmi dal coso di
plastica che ho in mano.
Maledetta
quella sera che ci sono finita a letto.
Era
una sera come le altre, Tony era venuto a cenare a casa mia ed avevamo
alzato
un po’ troppo il gomito per la riuscita della missione.
Le
settimane precedenti erano state un inferno nel vero senso della
parola. Le
indagini non avevano né capo né coda e ci
sembrava solo di perdere tempo.
Quella
sera mi sembrava magica: per il lavoro e perché avevo
accanto Tony, quella
persona che ormai amavo da più di tre anni e che sapevo
benissimo ricambiasse i
miei sentimenti; così, seduti sul divano del piccolo
soggiorno di casa mia, gli
chiesi con l’aria alticcia:- Ti sei innamorato di me vero?-
Tony
mi guardò sconcertato, poi mi tolse il bicchiere dalla mano
e mi disse, per
cambiare discorso:
- Ziva,
Ziva… meglio smettere con il vino per questa sera. Non mi
sembri la solita.-
- Dai
Tony… sai che inquadro le persone facilmente..- mi
scappò una risata.
Anche
lui sorrise guardandomi negli occhi e si avvicinò a me con
quel suo modo
estremamente seducente:- E allora… come mi avresti
inquadrato tu?-
- Uh,
facile a dirsi. Mi guardi il fondoschiena ogni volta che ti sono
davanti.
Comunque.. sei uno che sa subito quello che vuole, ma che ha paura ad
ottenere
dei risultati.-
- Io
avrei paura? Sai che Tony Dinozzo non ha paura di niente..-
- Si,
come no. Raccontalo a me.. si vede che vorresti portarmi a letto. Te lo
leggo
negli occhi.-
- No,
questa volta ti sbagli Ziva…-
- Ammettilo…
non sono cieca-
- Beh…
magari è successo una volta…-
- Certo,
certo..- bevvi un altro sorso di quel delizioso vino italiano.
- E
va bene… mi piaci e allora? Tanto so che anch’io
ti interesso. Te lo si legge
negli occhi.-
- Non
è vero. Sono stata addestrata dal Mossad non sono un libro
aperto come te. -
- Queste
cose non le insegnano al Mossad. Dai, ammettilo.-
- Non
lo saprai mai, Tony .-
- Allora
facciamo un esperimento..-
- No.
–
- Dai…!
Io ti do un bacio e poi mi dici se ti è piaciuto. Okay?-
- No.
–
- Hai
paura delle sfide pivella?-
- Io
non ho paura di niente, Tony .-
-
Allora lasciami fare. –
Si
avvicinò con calma al mio viso e, sorridendo, le sue labbra
di posarono sulle
mie, provocandomi un brivido dietro la schiena. Assaporai tutto il
gusto di
quelle labbra rosee, poi
mi voltai dall’altra parte, troppo tardi perché
Tony
si accorse di tutto.
- Ti
è piaciuto!-
-
No!-
- Sì
che ti è piaciuto! Ti brillano gli occhi…dai..-
disse gongolante.
- A
te? È piaciuto?- chiesi sperando che dicesse sì.
- Mi
dispiace ma la domanda te l’ho fatta prima io. -
-
Potrei decidere di non rispondere, ogni parola potrebbe essere usata
contro di
me no?-
-
Ziva, ammettilo. –
-
Beh..-
-
Dai..- Sapeva di avere la vittoria in pugno.
- E
va bene… mi è piaciuto.-
- Lo
sapevo, visto che ti so leggere David?-
-
Okay, ma è la prima volta… allora adesso facciamo
un esperimento dei miei…-
- Mi
devi legare?- Tony sembrava quasi divertito dall’idea.
-
No, solo… lasciami fare.- Posai il bicchiere mezzo pieno sul
tavolino in
soggiorno ed iniziai a baciarlo come sognavo da tanto tempo oramai.
-
Sai che stiamo infrangendo le regole, vero David?-
- Al
diavolo le regole, per una volta.-
-
Wow, ci stiamo dimenticando del Mossad.-
Così
finimmo a letto.
Devo
ammetterlo. Amo Tony, ma questo ovviamente non era in programma.
Dopo
quella notte al lavoro andava tutto avanti regolarmente, io e Tony alla
sera ci
trovavamo e chiacchieravamo come al solito, sorvolando sul
“piccolo incidente”
di alcune notti prima.
Così,
come se nulla fosse, anche stamattina dopo ventitré giorni
dall’accaduto, andai
al lavoro ma un dettaglio di quel giorno mi balenò in mente
finchè guidavo
verso l’NCIS, la pillola.
Quel
giorno la dimenticai perché lasciai il blister in borsa.
Prima
di arrivare al lavoro passai in una farmacia per prendere un test e
pregai
tutte le divinità in mia conoscenza perché non
fosse successo proprio a me.
Dopo
la “gita” in farmacia andai al lavoro con la testa
che girava vorticosamente ed
attribuii il fatto allo stress di quella mattina già
così intensa alle sette e
mezzo.
Verso
le dieci e un quarto, eravamo su una scena del crimine, mi venne da
vomitare ma
ignorai quel bisogno incombente e continuai a lavorare come se nulla
fosse,
anche se i miei dubbi iniziavano ad avere qualche conferma, con mio
grande
terrore.
Gibbs
si accorse che non andava tutto bene e mi chiese, mostrando al meglio
il suo
lato paterno:
-
Qualche problema Ziva?-
-
No, no. Perché?-
-
Sei molto pallida, sicura?-
-
Ehm si, si-
- Ti
do la giornata libera per oggi, vai a casa. Riposati, ti
farà bene.-
-
Grazie, ma non è necessario Gibbs.- Non riuscivo persino
più a metterlo a fuoco
con gli occhi.
- Sì
che lo è. Qui ce ne occupiamo noi.-
- No,
davvero.-
- E’
un ordine. Vai e non preoccuparti.-
-
Grazie.-
Finchè
me ne stavo andando Tony notò che c’era qualcosa
di strano in me.
-
Hey, Ziva. Tutto bene?-
Cercai
di evitare di guardarlo negli occhi:- Sì, Tony .-
-
Non mi pare. Sicura che non vuoi parlarne?-
-
Per il momento no, Tony. Oggi lasciamo perdere okay?-
-
C’entra qualcosa con noi due? Hai deciso di evitarmi?-
-
Tony, ti pare che ti abbia evitato questi giorni? A me sembra di no,
comunque,
lascia stare davvero. Semmai ne riparleremo più avanti.
Aspetta, fallo
per me. -
-
Okay, ma se hai bisogno di qualcosa sai che ci sono
d’accordo?-
-
Grazie. – Mi voltai per andarmene quando Tony mi
chiamò ancora:
-
Ziva?-
-
Sì?-
-
Stammi bene..-
-
Contaci-. Mormorai allontanandomi da lui.
Ora
sono qui, sul divano di casa mia, ad osservare questo affare che mi ha
cambiato
la vita di colpo.
Una
lacrima mi scende lungo lo zigomo e tiro su col naso, quando suonano
alla porta.
Mi guardo intorno velocemente, urlando un “arrivo!”
finchè nascondo il test in
bagno e mi asciugo gli occhi con il dorso della mano. Prima di aprire
la porta,
faccio un respiro profondo e mi costringo a sorridere a chiunque ci sia
al di
là della porta. Apro con cautela e, quando vedo chi
è venuto a farmi visita, il
mio cuore perde un battito.
Tony.
Il padre di mio figlio.
Certo,
lui non lo sa ancora ma lo è, e lo rimane.
-
Ehilà! Dato che stamattina ho visto che non eri proprio in
forma, appena ho
finito in ufficio
sono passato in
gelateria ed ho preso un po’ di gelato da mangiare davanti a
un bel film, che
ne dici?-
I suoi occhi verdi e
profondi mi scrutano
attenti e pieni di attenzione per me, so quello che prova, me lo ha
detto circa
un mese fa ma non ci siamo mai dichiarati apertamente.
L’ultima volta ero
ubriaca, per di più.
Il
mio cuore, dopo aver perso un battito, ricomincia a battere sempre
più forte,
come un tamburo dentro il petto. Capisco che Tony ha pensato a me tutto
il
giorno, probabilmente preoccupato per quello che sto passando, dato che
sono
uscita solo una volta dal lavoro prima del dovuto.
Il
sorriso prima fittizio su mio volto lascia il posto ad un sorriso
spontaneo che
fa capire a Tony di essere sempre il benvenuto in casa mia.
-
Devo dire che finora nessuno mi ha fatto una proposta più
allettante..- Dico
scostandomi dalla porta per lasciarlo entrare.
- Ti
dispiace se vado in bagno un secondo? Sai com’è
vengo dall’ufficio e…-
-
Certo! Fai come se fossi a casa mia…-
- A
casa tua!-
- Eh
ed io che ho detto? Fai come fossi a casa mia…-
- Ma
si dice fai come se fossi a casa tua!-
-
An! Vabbè dai, è la stessa cosa!-
Porto
il gelato in cucina e tiro fuori due cucchiai dal cassetto vicino al
fornello,
quando sento Tony che torna in cucina chiedendomi:- E questo che
cos’è?-
Si
presenta in cucina con il test in mano ed i cucchiai che tengo mi
cadono a
terra con un rumore secco.
-
Sei incinta?- Tony mi guarda come spaventato ma i suoi occhi verdi
tradiscono
della rabbia.
Mi
chino per raccogliere i due cucchiai ed evito il più
possibile di guardarlo
negli occhi:- Sì- sussurro con un tono di voce appena
percettibile.
- E
chi è il padre?- Tony pronuncia l’ultima parola
con sgomento, non so se stare
zitta oppure dirgli tutta la verità in faccia.
Una
lacrima mi scende lungo la guancia ma Tony non accenna ad avvicinarsi
di un
passo, il suo sguardo freddo mi osserva insistente.
Tiro
su col naso:- ho immaginato diversamente questo momento.- Esordisco, la
voce
rotta dal pianto e i miei occhi che non vogliono incrociare i suoi.
-
Ziva, guardami…- la sua voce cerca di ammorbidirsi, forse
inizia a capirmi.
Alzo
gli occhi verso di lui e Tony ripete:- Chi è il padre?- si
avvicina di un passo
ma mi ritrovo ad indietreggiare contro la mia volontà.
-
Tu…- Sussurro ancora una volta, e guardando i suoi pozzi
smeraldini noto, sotto
alla paura e a quella che prima era rabbia, uno spiraglio di affetto.
Come la
prima volta che ci siamo baciati. Altre lacrime scendono incontenibili
dai miei
occhi, senza che io possa mettervi un freno.
Tony
si avvicina lentamente, io non posso più indietreggiare, la
schiena contro il
mobile della cucina. Mi asciuga le lacrime con il pollice, scostandomi
una
ciocca di capelli dal volto, e abbracciandomi, mi sussurra dolcemente:-
Non ti
preoccupare, affronteremo insieme anche questo.-
Alzo
gli occhi per guardare i suoi e quelle pietre mi ricordano gli occhi
più belli
che io abbia mai visto. Capisco che è sincero e mi stringo a
lui ancora più
forte, senza staccare i miei occhi dai suoi. Si avvicina col viso
dolcemente,
proprio come quando tutto questo è iniziato e, dandomi un
bacio prima dolce, poi
passionale, mi prende in braccio e mi porta nel salotto, per poi cadere
assieme
a me sul divano.
Una
risata mi scappa, notando quella sua faccia che fa quando disapprova
qualcosa e
Tony, notando che le lacrime stanno cedendo il posto alle risate, si
siede
vicino a me e mi abbraccia.
Dopo
qualche minuto di risate incontrollate riesco a torna re seria con un
po’ di
fatica e guardo Tony. Davanti a me ho l’uomo più
bello che io abbia mai visto,
e l’unico che finora mi sia accorta di amare davvero.
Me
ne sono accorta oggi, quando ho scoperto di essere incinta. Dopo la
paura per
come dirglielo ho provato un amore grandissimo verso Tony, il padre di
mio
figlio.
Il
suo viso mi scruta attento, poi capisco che mi deve dire qualcosa e gli
dico:-
Avanti, ti ascolto…-
-
Come hai fatto a capire che devo dirti qualcosa?-
- Ho
lavorato o no nel Mossad?.
- An
si giusto... –
-
Beh, mi dici o no quello che hai da dire?-
-
Ecco… come facciamo a dirlo a Gibbs? In fondo abbiamo
infranto la regola 12 e,
per di più, sei incinta..-
- E’
la prima cosa che ti è venuta in mente? E poi…
credo che Gibbs capirà.
Altrimenti, me ne vado io. O mi prendo una pausa.-
-
Una pausa dovrai prenderla comunque.. non puoi pensare di fare QUESTO
lavoro
finchè sei incinta… non finchè
lì dentro c’è mio figlio…-
Tony mi appoggia una
mano sulla pancia e una sulla spalla attirandomi a sé. Un
brivido mi corre
lungo la schiena come una scossa elettrica.
- Il
lavoro d’ufficio non mi farà poi così
male…- Sorrido.
-
No, la mia piccola ninja non può essere in pericolo, ora
tocca a me
proteggerti.-
-
Tony, stai tranquillo. Per i primi tempi potrò ancora
lavorare.-
-
Okay, tanto so che non ti farò cambiare idea facilmente.-
- Mi
conosci bene allora. Ora guardiamo un film. – Vado in cucina
a prendere il
gelato e, quando torno, trovo normale accoccolarmi tra le braccia di
Tony e
dargli un bacio.
-
Posso dire un’ultima cosa prima che inizi in film?-
-
Prego, Anthony. – Sottolineo il suo nome che ho pronunciato
tante volte,
desiderando sempre di poterlo chiamare con un po’ di malizia,
come se fosse il
MIO uomo.
- Ti
amo, Ziva. Era da tanto che volevo dirtelo.-
I
battiti del mio cuore accelerano ma riesco comunque a rispondere
all’uomo che
ho catalogato come l’uomo della mia vita:- Ti amo
anch’io, Tony. – Lo
bacio, poi appoggio
la testa al suo
petto.
Eccoci
qui con i soliti avvisi, note e ringraziamenti per chi
leggerà e commenterà!
Allora,
spero vi sia piaciuto questo primo capitolo e vi aspetto
all’altro (quando lo
pubblicherò, ovviamente)!!!!
Per
favore commentate perché ho bisogno di sapere che ne pensate!
Tanti
saluti con la manina! XD