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Autore: Selenite    23/09/2010    4 recensioni
Il Cielo sta oscurandosi di una tenebra profonda e fredda. Durante quella che dovrebbe essere la sua ultima Pioggia di Stelle, una bambina celeste si ritroverà ad affrontare il viaggio per salvare il Cielo e le Dodici Costellazioni, in compagnia di un alleato veramente speciale...
Una favola romantica e delicata, che parla di una bambina alla ricerca del vero significato della forza e della fiducia. Un viaggio alla scoperta del prossimo, ma anche alla consapevolezza di sè stessi.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kaus Australis / Sagittario

Faceva freddo. Anzi, non era proprio freddo. Era un gelo pacato, che correva dalla spina dorsale alle tempie fin sulle orecchie e la faceva rabbrividire.
Un buio strano, ovattato, in cui i rumori udibili erano solo il soffio dolce del vento e uno strano tintinnio.

Dlin...dlin...dlin...

-Stelle...gassose?- disse Stellina, accorgendosi di sentire quel freddo alla schiena e di vedere ancora tutto buio -Per tutte le stelle del cielo...sono diventata cieca?!-
Provò a muovere le palpebre e, socchiudendo pian piano gli occhi, si accorse di non essere affatto cieca. Ma di essere solo immersa nel buio -Per fortuna...-
Con le mani toccò nei pressi di dove era caduta e sentì qualcosa di soffice ma stabile. Erano le nuvole stellari, si tranquillizzò. Non poteva essere andata poi tanto lontano, seppure la caduta le fosse sembrata così lunga.
-Devo...alzarmi...-
Con calma e senza fare movimenti bruschi, Stellina si mise in ginocchio, scuotendo la testa per togliersi il pulviscolo dai capelli e battendo con le mani sulla gonnellina per pulirla almeno in parte. Terrorizzata, poi, si toccò al collo e, fortunatamente, sentì il ciondolo della madre dondolare sotto la spinta del suo respiro.

Il desiderio della bambina che aveva accolto appena poche ore prima iniziò a renderla triste, e le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance.
-Mamma...-
Cercò di asciugarle in fretta e furia, cercò di non pensarci. Era sicura di trovarsi vicino al Giardino di Luce, per quanto quel luogo sembrasse così diverso dai posti luminosi che era abituata a vedere.

Le stelle...erano poche e poco splendenti.
La loro luce non era calda, infatti Stellina riusciva a sentire il freddo lungo la schiena. Non vi erano molte fonti di luci e quel luogo appariva così buio e spaventoso...
Dopotutto Stellina era ancora una bambina. Era in diritto di avere paura...
Quando fu sicura di aver smesso di piangere, si guardò attorno per un po', alla ricerca di qualche indizio, di qualche punto di riferimento per sapere almeno dove fosse. Ma non riconobbe niente di quel luogo. Vide solo una luce, in lontananza, che brillava fioca. Una luce posta su una specie di casupola, qualcosa a cui, da così lontano, Stellina non riusciva a dare una forma. Sospirò, cercando di mantenere una parvenza di calma, e si mise in marcia.
Non vi erano dubbi: era finita, come temeva, nel Secondo strato di cielo.

Le sue gambe erano corte, così i suoi passi le erano sembrati infiniti.
Oltretutto vagare da sola in un luogo che non conosceva affatto la faceva sentire immancabilmente triste. Non sapeva dove andare, cosa pensare e non sapeva nemmeno cosa fare, una volta raggiunta quell'unica fonte di luce in tutto lo spazio visibile con gli occhi.
Stellina sbuffò ed il suo sguardo, come le succedeva sempre quando era triste o in ansia, si posò sull'ambiente intorno a lei.
Nuvole stellari a perdita d'occhio, pochissime stelle in cielo poco luminose, pulviscolo che le finiva negli occhi e le impediva bene di vedere. Era una stella, eppure la luce che emanava dal suo stesso corpo era così flebile. Come si riconosceva in quei casi la differenza con una stella adulta!
Stellina ricordava sempre come sua mamma, in una stanza buia, riuscisse ad illuminare ogni anfratto rendendo possibile muoversi senza incertezze. La sua luce brillante aveva aiutato addirittura i marinai sulla Terra, in tempi passati, a non perdere mai la strada di casa. La luce di sua mamma attirava gli occhi degli uomini ed era stata studiata per secoli e secoli, eppure era rimasta brillante come appena diventata adulta. E si diceva che la luce che si emanava nelle due ore seguenti lo sviluppo a stella adulta era la più brillante di tutta una vita.
Poi, un bagliore improvviso, colse Stellina di sorpresa, e la costrinse a indietreggiare.
-Ma cosa...?-
Una nuvola stellare non compattata perfettamente le fece da impaccio, e Stellina cadde con il sedere a terra, gli occhi spalancati e una strana paura dentro al cuore.
-Cosa...cosa era quello...?-

Dlin...dlin...dlin...

-Stelle gassose...stelle gassose?- Stellina si guardò attorno e quel bagliore era sempre lì, accanto a lei, che si muoveva.
Stellina perse tutta la paura in un momento, ed un suo sospiro di sollievo portò quel bagliore ad avvicinarglisi agli occhi, dondolando davanti al diadema. Stellina allungò un dito verso di lei, e la stella gassosa vi si poggiò sopra -Sei una...stella gassosa?-
Il piccolo bagliore si mosse impercettibilmente e Stellina sorrise -Mi hai fatto una gran paura, sai? Credevo di essere sola...meno male che mi hai parlato...-
Un sorriso timido nacque sul volto della stellina caduta e la stella gassosa si scosse, provocando di nuovo quel tintinnio che tranquillizzava il cuore di Stellina.

...dlin dlin dlin...dlin...

-Capisco...quindi anche tu sei qua, da sola...ti sei persa come me...-
Un altro tintinnio, Stellina regalò alla stella gassosa uno splendido sorriso. Se non le fosse sembrato strano, avrebbe detto con certezza che la stella gassosa fosse arrossita.
Eppure, tutti lo sapevano, lei compresa, che le stelle gassose non provavano nessuna emozione...
-Senti...posso chiederti un favore?- chiese Stellina alla stella che ondeggiava davanti ai suoi occhi, come se fosse in qualche modo felice -Io non riesco a continuare questa esplorazione da sola. Vorresti accompagnarmi, almeno fino a quella luce laggiù?-
Stellina indicò la luce fioca ancora lontana, e sentì un tintinnio di assenso. Sorrise e racchiuse il bagliore nelle sue mani, calde, piccole -Grazie, grazie...-
La stella gassosa uscì dalle sue mani e, giocosamente, si posò sui suoi capelli, sulle sue guance, e poi di nuovo sulle sue mani -In cambio dividerò parte della mia poca luce con te, così potrai continuare a brillare, cosa ne dici?-
Stellina sapeva che la vita di una stella gassosa era breve. Se non avesse condiviso la luce stellare con un altro astro, sarebbe morta nei due giorni successivi alla nascita. Contando la particolare luminosità di quella stella gassosa, avrebbe dovuto avere circa qualche ora di vita...e Stellina non se la sentiva di abbandonarla. La stella gassosa fece un giro intorno alla bambina, si posò sulla sua fronte come a volerle dare un bacio e si posò di nuovo sui suoi capelli. Stellina capì, da quel gesto così carino, che anche quella stella gassosa aveva un cuore e che solo dai suoi capelli avrebbe preso il bagliore necessario a sopravvivere.
-Ti chiamerò Eta...come la stella Eta Carinae, della costellazione della Carena. È una delle stelle più luminose del cosmo...e credo che tu abbia dentro di te tutto quello splendore. Ti piace come nome...?- Stellina sorrise, puntando delicatamente un dito verso la stella gassosa.
Questa salto davanti ai suoi occhi, voltò su se stessa e, in una voce che solo Stellina sapeva sentire, disse che lei, da quel momento, sarebbe stata solo Eta. Solo per lei.

***

La casa sulla collina era ancora nel bel mezzo dei movimenti del cosmo e il movimento delle lancette del tempo non accennava a smettere.
Il vecchio guardava il cannocchiale ridendo, mostrando la bocca sdentata e una grande gioia dentro al suo cuore.
Sul tavolo a cui era seduto, mentre la nebbia gli copriva intanto i piedi, accanto al cannocchiale per poterlo guardare quando ne avesse avuto bisogno, sfogliava un mazzo di carte, una carta alla volta.

Dlin...dlin...dlin...

Sorrise, perché quel suono arrivava sino alle sue orecchie, perché quelle parole che solo Stellina sapeva sentire, erano in realtà pensieri che pure il vecchio stesso capiva e apprezzava.
Le stelle gassose disprezzate da tutti, nel Primo Strato di Cielo, erano invece amate da lui, da Stellina e da pochissimi altri eletti. Il vecchio pensava che il destino aveva iniziato a muoversi.
-Eh, eh, eh...hai visto, piccola Stella? Hai già trovato il tuo alleato. Il tuo primo alleato. Vedrai che ti aiuterà in un modo che nemmeno ti immagini. Devi solo curarlo proprio come faresti con un...con un amico...- il vecchio guardò verso il cielo, sorridendo di nuovo. Unì le mani come in segno di preghiera e sussurrò -Galassia, madre di tutte le stelle...ti prego, proteggi Stellina e Eta fino alla fine del loro lungo viaggio. Il Caos sta avvolgendo tutto, anche il cuore di quel giovane. Il suo cuore è in pericolo. Anche il suo Amore...-

***

-Eta, stiamo andando nella direzione giusta, non è vero?-
Eta tintinnò una risposta, svirgolò davanti agli occhi di Stellina e si posò sulla sua fronte, come a rassicurarla. Ormai Eta era la sua protettrice, non l'avrebbe mai messa in pericolo.
-Manca poco, vero...?-
Eta si allontanò di qualche passo da Stellina, indicandole una luce a pochi metri da loro. La luce che aveva visto Stellina...era qualcosa che non si sarebbe mai immaginata.

I Casolari dello Zodiaco erano 12, uno per ogni segno zodiacale conosciuto. Erano Casolari della prova, ed ognuno aveva i suoi guardiani a proteggerli.
Dodici guardiani...dodici Simboli da ottenere...dodici prove.
Quello davanti a lei era un Casolare abbandonato, in rovina, distrutto. Una specie di casupola dalla base rotonda, larga e alta come una casa abitabile, dalle finestre a forma di stelle a sei punte e dalla porta massiccia, alta la metà di quella casupola. Su quella porta di un materiale simile al legno, vi erano incise delle rune. La conoscenza di Stellina sulla Storia del Cielo e dello Zodiaco la portò a dedurre che quello doveva essere il Casolare del Sagittario.
Facendo più attenzione, guardando verso la cupola che chiudeva quel casolare dalla base rotonda, vide una statuetta, la rappresentazione grafica del segno del Sagittario.
Un essere, dalle fattezze umane ed equine, con in mano un arco e delle frecce, che mirava al cielo infinito sopra di loro. Il Primo Strato di Cielo, la sua casa.
Uno sbuffo la riportò alla realtà e, convincendosi che quello doveva essere l'inizio del suo esame, si avvicinò alla porta, bussò e, quando non sentì alcuna risposta, sebbene spaventata da quel che poteva succedere, entrò.

All'interno, il casolare era anche più buio e in rovina di quel che si era immaginata.
Eta si stringeva forte al ciuffo di capelli di Stellina, come a voler trovare conforto, anche se la bambina, a sua volta, si affidava a lei per ricevere un po' di rassicurazione.
Macerie ovunque, pavimento rotto in più punti, frecce rotte a metà, che dovevano essere del guardiano del Casolare, alcune punte di tali frecce incastrate nei muri diroccati, vetri rotti, tende strappate e uno strano odore di stantio. Stellina si guardò attorno più volte, prima di avere il coraggio di ammettere che c'era qualcosa che non andava.
Poi, guardando verso la finestra più grande della stanza, che si trovava in linea diretta con il massiccio portone d'entrata, vide un trono dalla brillantezza perduta. E, sopra questo trono, qualcosa. O qualcuno.
Avvicinandosi riconobbe una persona. Avrebbe voluto strillare, urlare, ma trattenne il fiato e le mancò del tutto la voce. Sentiva un respiro nell'aria, anche se il torso di quell'uomo non si muoveva. E poi il suo colore era così chiaro, quasi trasparente...sembrava così fragile.
Un uomo. Un uomo adulto, dai capelli lunghissimi, il petto scoperto e pantaloni perfettamente integri infilati in un paio di stivali legati stretti. Due bracciali incisi di Rune, il simbolo del Sagittario, ovviamente, che coprivano dai polsi fin al gomito. Sul suo petto, all'altezza del cuore, un buco, sbeccato, come se qualcosa o qualcuno lo avesse forzato per togliere ciò che vi era incastrato dentro.
Stellina si avvicinò a quell'uomo, di cui non riusciva a vedere il volto perché coperto dai capelli. Toccando quei fili eterei scoprì che avevano una consistenza solida e molto dura. Una statua forse...ma non sapeva dire di quale materiale.
Il foro sul petto di quell'uomo, i suoi contorni...Stellina vi passò un dito delicatamente, sentendovi provenire un forte calore. Si spaventò, ma si rattristì allo stesso tempo.

Al guardiano era stato rubato il cuore.

Presa dallo sconforto, Stellina cadde seduta in terra.
Stava per mettersi a piangere, dall'enorme tristezza che sentiva, quando qualcosa di rotondo, piccolo e perfetto le premette contro la gamba. Curiosa, si spostò di lato.
Era una sfera trasparente, sembrava dello stesso materiale di cui era fatta quella statua triste seduta su quel trono, ma brillava ed era calda. All'interno vi era qualcosa, che Stellina non riusciva a vedere bene per via del buio, ma Eta la aiutò cercando di splendere al massimo della loro forza condivisa.
Stellina non ci poté credere: era una Runa. Il simbolo stesso del Sagittario, lo stesso che era inciso maestosamente nel massiccio portone del Casolare. Sorrise, per poi riprendere un'espressione seria. Poi si alzò in piedi e guardò il corpo inanimato del Guardiano.
Se avesse funzionato, forse non era del tutto perduto.

Le sue mani tremavano. Non sapeva bene cosa dovesse fare, ma ci voleva provare.
Avvicinò la Runa al foro nel petto del Guardiano, e vide che la forma e la dimensione erano quasi uguali. Sperò in quella sua idea balzana...ci credette con tutta se stessa.
E, con una lieve pressione, incastrò la Runa in quel foro. Calzava perfettamente.
Ma, come si aspettava, non successe nulla.
In verità rimase un po' delusa, però sapeva che non sarebbe potuto succedere nulla. Provo, per curiosità, a togliere la Runa dal foro, ma questa non accennava ad uscire. Anzi...le sbeccature del foro erano sparite e adesso la Runa non sembrava che un'incisione nel corpo della statua.
Una nuova speranza si accese nel suo cuore, non voleva abbandonare anche quella.

Altrimenti avrebbe dovuto ammettere che, oltre a lei ed Eta, in quello strato del cielo non vi era nessun altro. E non voleva accettarlo.

Posò le sue mani sulla Runa, infuse la sua Luce in quel corpo spento. E chiese ad Eta di fare lo stesso. La luce che filtrò in quel corpo lo fece risplendere, brillare, quasi illuminare a dismisura tutta la stanza, tutto il Casolare.
Stellina smise di immettere Luce, ma quella che aveva immesso brillava e brillava ancora, così in poco tempo tutto fu immerso nella luce più profonda.

Poi...in quella luce infinita, una voce...

-Chi sei tu...?-
-Chi sono...io...? Io sono...Stellina...sono un'esaminanda...-
-Un'esaminanda...? L'esame non era stato rimandato?-
-Ri...rimandato...? Ma io sono qua...-
-Beh...questo è un problema. Non sei autorizzata a stare qua. Però tu...-
-Però, io...?-
-Mi hai salvato la vita...-

La luce, pian piano, si affievolì. La stanza tornò immersa nella penombra, e Stellina poté finalmente aprire gli occhi.
Davanti a lei, la statua si era trasformata in un uomo. Un uomo dalla bellezza ultraterrena, Stellina era convinta di non avere mai visto una persona tanto bella in tutta la sua vita. Anche se poi non si poteva parlare di “uomo” o di “persona” dal momento che, anche lui, era una stella.
-Ti ringrazio per avermi aiutato, esaminanda- disse l'uomo improvvisamente, interrompendo i pensieri di Stellina -Ma, come ti ho già detto, non sei autorizzata a stare qua...-
-Beh, ecco, io...- balbettò Stellina, accorgendosi di avere ancora le mani sul petto di quell'uomo bellissimo, per poi allontanarsi -Io me ne andrei, potessi, però io...-
-Vattene- disse secco l'uomo, alzandosi dal trono -Non ti voglio più vedere qua, hai capito?-
Stellina rimase di sasso, vedendolo passare accanto a lei senza degnarla di uno sguardo, senza degnarla di ulteriori parole. Lo guardò girovagare per la stanza, recuperando le punte delle frecce e i pezzi del suo arco (o almeno, così sembrava) sparsi ovunque, sbuffando ad ogni pezzo ormai inutilizzabile che trovava. Dopo pochi minuti, si volse verso di lei, guardandola con aria truce -Cosa ci fai ancora qua? Ti ho detto di andartene-
Stellina sentiva dentro di se tristezza, frustrazione e umiliazione. Eta le carezzava le guance con la sua poca luce calda e questo un po' la tranquillizzava, ma non poteva far finta di nulla. Lei non sapeva tornare a casa. Perciò non poteva andarsene di lì -Non posso-
-Come sarebbe a dire che non puoi?- disse l'uomo, sbuffando -Esci da quella porta, chiama la tua insegnante con il Richiamo e fatti venire a riprendere-
-Io non...- Stellina arrossì. Il Richiamo era uno degli incantesimi base che ogni stella doveva imparare. Serviva durante l'esame, se una stella avesse incontrato difficoltà non previste. Ma lei non riusciva ad utilizzarlo...e non poteva quindi chiamare nessuno -Io non conosco l'incantesimo del Richiamo-
L'uomo la guardò per qualche secondo, così che Stellina poté osservarlo bene.

I capelli di quell'uomo erano nerissimi. Un nero lucente, brillante, che ipnotizzava. I suoi occhi erano azzurri, profondi e severi, ma anche dolci. Stellina lo riusciva a capire bene, non sapeva perché, ma lo sentiva. E poi...la sua luce stellare. Era talmente brillante che illuminava la stanza in ogni angolo, anche il più lontano. Era davvero bello...e anche la sua voce era bella. Qualsiasi stella della Costellazione del Sagittario fosse, era una delle più belle che avesse mai visto...

-Non conosci...cosa?!-
-Io non sono brava negli incantesimi-
-E allora perché ti hanno mandata qua?- l'uomo le si avvicinò, guardandola dall'alto della sua statura in modo severo, quasi arrabbiato -Hanno per caso intenzione di farti suicidare?-
-Non sono stata mandata- specificò lei, abbassando lo sguardo spaventata -È che io, ecco...ci sono venuta di mia spontanea volontà-
-Tu...cosa?-
-Non volevano darmi il permesso di affrontare l'esame anche se sono stata promossa alla prova scritta, e così...-
L'uomo sbuffò, mettendosi una mano tra i filamenti neri dei suoi capelli -Fammi capire bene...non ti avevano dato il permesso di venire fin qua...e tu ci sei venuta lo stesso?-
-Beh...si...-
L'uomo avrebbe voluto sgridarla, in qualche modo farle capire l'errore imperdonabile commesso. Ma vedeva i suoi occhi abbastanza spaventati, come se già da sola avesse capito che qualcosa non andava, che sospirò rassegnato e la guardò -Qual'è il tuo nome, esaminanda?-
-Il mio nome...? Il mio nome è Stellina- rispose lei, imbarazzata -Perché?-
L'uomo non le rispose e le posò il dito indice sulla fronte, sulla stella che pendeva dal diadema. Questo si illuminò, splendendo fievole, e una voce risuonò in entrambe le loro teste.
-Sono Astri, insegnante n.345 della Costellazione Natia...Stellina, sei tu?-

Stellina rimase immobile e sentì il sudore freddo impregnarle la schiena. Anche Eta, che era una stella gassosa, sentì la voce dell'insegnante di Stellina e si spaventò.
Emulazione verso la propria padroncina, si potrebbe dire...
-Stellina...sei tu?- la voce di Astri risuonò ancora nella testa di Stellina, ma questa non rispose -Stellina, come hai fatto ad usare l'incantesimo? Non ne eri forse incapace, ancora?-
-Signorina Astri? Sono il Guardiano del primo Casolare della Prova-
-Un...guardiano? Ma non...- la voce si stoppò di colpo, Stellina sentì un sussurrò e poi di nuovo la voce della signorina Astri -Cosa è successo?-
-La vostra alunna ha sconfinato senza permesso nella prova. Sono costretto a farla tornare indietro. Come sapete, abbiamo molto da fare...-
-Lo capisco benissimo. Mi ero preoccupata non vedendo la bambina a casa, ma non credevo che fosse andata addirittura al Giardino di Luce...-
-Deve effettuare l'incantesimo di Recupero...ed in fretta-
-Mi dispiace, Guardiano...- un sospiro, Stellina non trovava la forza di parlare ma sentiva che qualcosa non andava -Ma gli incantesimi dal Primo al Secondo Strato di cielo sono stati vietati dal Consiglio dei Mille-
-Questa è un emergenza. Dovete recuperare questa esaminanda, o altrimenti...- l'uomo si fermò dal parlare, perché Stellina interruppe la conversazione improvvisamente.
-Fatemi restare qua!-
-Come?- l'uomo urlò così forte che Stellina, e di sicuro anche Astri, si coprirono le orecchie -Non se ne parla nemmeno-
-Ma io voglio restare, non è un capriccio! So che sta succedendo qualcosa di strano quaggiù, è troppo buio e freddo, e non ci sono stelle. Ma io voglio rimanere qua, scoprire perché e aiutare a rimettere tutto a posto. Ho aiutato il Guardiano, posso farcela!-
-Ma Stellina...è pericoloso...-
-Non mi interessa. Nessuno ha mai avuto fiducia in me. Perché non so gli incantesimi, perché sento le voci delle stelle gassose, perché provo dei sentimenti...però io posso farcela a diventare una stella adulta. E se devo faticare di più, se devo affrontare prove più dure, allora sia. Fatemi provare...ve ne prego!-
-Non è un gioco, bambina- rispose furioso l'uomo.
-Lo so- ribadì a sua volta Stellina -Lo so-
Astri, dal luogo in cui era, sorrise. Stellina voleva combattere, non aveva mai voluto farlo prima. Ma adesso voleva. Cosa era cambiato? Erano forse i suoi sentimenti? Ricordandosi di quando era piccola, di quanto fosse simile a lei...sospirò e effettuò un Richiamo veloce al Consiglio dei Mille -Mi dispiace, Guardiano, il Consiglio non ha autorizzato la richiesta-
-Evviva!- esultò Stellina, interrompendo il contatto dell'uomo -Rimarrò qua!-
-Maledizione...e adesso cosa dovrei fare?-
-Il Consiglio ha proposto che tu la protegga e la scorti fino al Tempietto. Da lì in poi effettueremo il Recupero dell'esaminanda...-
-Dovremmo attraversare tutti i Casolari...potrebbe essere in pericolo...-
-Stellina sa che è pericoloso, e credo che sia proprio per questo che ha insistito per restare. Lo so che può sembrare una cosa infantile. Ma Stellina è molto matura per la sua età...-
-Lei lo sa che è pericoloso stare qua, vero?-
-Beh, si. Ma appena saprà chi è realmente il Guardiano, anche lei si sentirà un po' più tranquilla...-
L'uomo guardò verso Stellina che saltellava con intorno Eta -Non è abbastanza tranquilla, ora?-
-Sta morendo di paura- non la poteva vedere, ma l'uomo giurò che la donna ridesse -La contatterò al più presto, vedrò se riesco a convincere il Consiglio-
-Non voglio una ragazzina tra i piedi-
-Ma senza quella ragazzina sarebbe stato nei guai-
-Dettagli-
Il Richiamò svanì e l'uomo rimase da solo con Stellina e un'idea malvagia in mente. Non che fosse cattivo...ma prendere ordini non era mai stato il suo forte.

-Bambina...vieni qua-
Stellina guardò verso l'uomo, verso i suoi occhi azzurri. E ne ebbe un po' paura.
-Si?-
-Avvicinati-
Stellina, sentendo la stretta di Eta ai suoi capelli, si avvicinò all'uomo davanti a lei. A pochi passi da lui si fermò, lo guardò -Cosa...cosa c'è?-
-Se vorrai restare qua, dovrai superare una prova. Dal momento che ci sei, vedremo di farti sostenere una specie di esame...quindi cerca di impegnarti, capito?-
Stellina rimase in silenzio qualche secondo, poi sorrise -Lo sapevo che eri buono-

L'uomo arrossì.
Maledizione, ricordarsi in quei momenti che era anche lui una delle poche stelle a provare sentimenti non era una cosa positiva. Non era considerata “normale” avere sentimenti, per una stella, però lui...non riusciva proprio a dimenticarsene.
E poi quel sorriso era terribilmente carino...avrebbe dovuto mantenere la sua parvenza di uomo malvagio ancora per un po'. Ma sapeva che non ci sarebbe riuscito.
Perciò evitò di provarci, per fare brutte figure...

-Ora che ci penso. Una prova? Che tipo di prova?-
-Sarà la più facile che posso darti, considerando che questo è il primo Casolare e che mi hai salvato la vita, ma è comunque una prova. Non posso darti simboli...ma ho la Runa per il prossimo casolare...-
-Vuol dire che...anche il prossimo Guardiano...- Stellina abbassò lo sguardo, intristita.
-Esatto. È ridotto proprio come me...- l'uomo le toccò la spalla, cercando di rincuorarla -Fai del tuo meglio...-
-Perché adesso sei così gentile?- chiese la bambina, con sguardo curioso -Non sei più arrabbiato?-
-Conosci la parola “rassegnato”?- chiese l'uomo -Si- rispose la bambina, confusa -Ecco, io sono “rassegnato”...-

Un sorriso, l'ultimo sorriso prima della prova.

Io, Guardiano del Casolare del Sagittario,
titolare della Runa dello Zodiaco e mentore di ogni stella minore,
Kaus Australis, prima stella della Costellazione,
autorizzo la prima prova per l'esaminanda Stellina: TIRO CON L'ARCO”

Quindi era quello il suo nome...un nome che fece trasalire Stellina.
Kaus Australis, stella più luminosa della Costellazione del Sagittario. In poche parole...essenza stessa della Costellazione.
Quell'uomo era il Sagittario in persona.



***

Dire che a questa storia ci sono affezionata è dir poco. Credo sia una delle poche cose a cui tengo oltre me stessa...e quindi vedere che è poco letta mi fa pensare che non sia poi così bella. Purtroppo tendo ad essere fatta così. Oggi, poi, tende a non essere la migliore delle giornate... Beh, comunque anche questa è una sfida *me depressa, intanto, fa cerchietti per terra* insomma! Su con la vita, ho due recensitori PUCCIOSISSIMI *-* quindi passiamo ai RINGRAZIAMENTI e, in via del tutto eccezionale, ai BACI E ABBRACCI!!!
Kuroshi_Tsukishiro: sai che ti adoro. Sento verso di te una forte empatia e una grande tenerezza *in vena di coccole* perciò ti ringrazio per essere sempre così adorabile con me. Passando alla storia... l'idea di personificare le stelle è nata quando ero piccolina piccolina, ed ho continuato a rimanerne convinta. Non so perchè, ma l'idea che le stelle che mi guardano siano persone mi tranquillizza. Stellina è comunque un personaggio in via di evoluzione, questa storia serve precisamente a questo. Lei già adesso ha deciso di compiere il primo passo per cambiare: un passo che molte persone, invece, decidono di NON fare. Diciamo che è un monito, a non arrendersi e migliorare se stessi. Non so quanto possa essere chiaro, anche io ho ancora molte cose da scoprire sulla mia figlioccia xD però penso che sia un bene che esca dal guscio protettivo di sua madre e inizi ad essere semplicemente se stessa. Per la madre di Grenade dovrai aspettare circa metà storia, lo so che è tanto, ma prima bisognerà spiegare cosa è successo al Cielo. Ed il vecchio...beh, forse lo capirai da solo, o forse no, ma alla fine sarà lui stesso a spiegare il suo ruolo. Ne rimarrai deluso? Affascinato? Vedremo xD intanto ti ringrazio per il "supporto" (le recensioni sono per me un supporto), ti auguro buona fortuna con la casa nuova e con l'università e, ovviamente, ti mando un bacione ^x^
Dust_and_Diesel: grazie dei complimenti *abbraccia Dust* ma credimi, sei moooolto ma molto più brava di me xD come infatti dimostrano le tue storie. Io sono tornata ad essere una principiante che ci prova in tutti i modi, quindi ho ancora tanto da fare. Da una parte mi rattrista, il fatto di vedere poche letture o anche pochi commenti (a me vanno bene anche le critiche, da quando lavoro ogni santo giorno mi si schiantano contro le peggiori offese che ormai xD), dall'altra mi impunto che devo migliorarmi: solo così potrò vedere almeno 3-4 persone (tantissime per un'originale, secondo il mio parere) che si soffermano a dare un loro parere sulla mia storia. Ed io non abbandono più il campo di battaglia, caspita, non mi piace arrendermi xD vada come vada, se alla fine il risultato di questo (sia quel che sia: racconto o fiaba) sarà soddisfacente, allora prenderò il coraggio a due mani e lo pubblicherò. Magari non avrà successo, magari sarà stroncato dalla critica (ma la critica si soffermerà a giudicare un lavoro di una ragazza di poco più di 20 anni?) ma è la mia prova xD vediamo quanto ci vorrà. Ti mando un abbraccio grande grande *strizz*, ti rinnovo anche qui i complimenti per la TUA storia (che io, sottolineo anche qua, ADORO) e ti mando un bacione perchè, come penso di aver già scritto, io mi affeziono ai recensitori xD quindi, ovviamente, un bacio =*
A tutti coloro che leggono, che la seguono o che la spulciano...GRAZIE MILLE ^^ non è la stessa cosa che ricevere un commento, ma vi ringrazio dal più profondo del cuore ^x^
  
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