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Autore: PsicoSoul    24/09/2010    1 recensioni
Ragazzi, questo racconto non è ASSOLUTAMENTE sugli artisti musicali. e' un racconto e bom xD. solo che racchiude delle canzoni, da qui deriva il titolo. sempre Marth, sempre Io.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Vita E’ Solo Una Canzone.

 

Non E’ Tempo Per Noi- Ligabue

 

Classe. Ore 10:00. Penne sui banchi. Verifiche bianche, pronte per essere riconsegnate alla professoressa che, stizzita, osserva quegli alunni con un grande potenziale, ma senza voglia di fare niente. “I piani bassi delle medie, un nome che dice tutto, eppure ci sono grandi cervelli qui, destinati a cos ancor più grandi” pensa quella professoressa di Italiano tanto odiata. In fondo lei che fa di male? Vuole solo insegnare a quei ragazzi che non devono comportarsi secondo il nome che gli hanno affibbiato, e sarebbe ancora più contenta se imparassero quell’analisi logica che mai riusciranno a fare. Continua a guardarli. Osserva i loro visi che scherzano e parlano. Vede Marth che come al solito, pensando di non essere vista, passa il suo compito a Mathias, che lo copia velocemente. “Quella ragazza ha cervello, ma non capisco perché  si limita a una media sul sei e mezzo sette” Continua a pensare la professoressa. La campanella suona, i compiti vengono ritirati quasi immacolati. Solo il nome e il cognome tiranneggiano all’inizio del foglio, qualcuno non si è degnati neanche di scrivere la data.

Tutti fuori dall’aula. All’intervallo nei “bassifondi” è il caos. Marth e Angie passeggiano per l’atrio osservando i nuovi ragazzi di prima, e vedendo non poco compiaciute che c’è qualcuno più basso di loro. Marth si affaccia alle scale guardano verso l’altro e sperando che Aldo ci sia, ma non è così. “Sarà da qualche parte imboscato a fumare con Micael” pensa Marth. Angie tira una gomitata a Marth nelle costole, la poveretta si piega in due ansimando “ma sei fuori? Che cosa ti è preso cavolo?!” “C’è Luke…” Luke. Sì Luke. Il suo non più ragazzo. Forse solo una cottarella da seconda media. Che è terminata a metà novembre, ma è durata tutta estate. Forse non vi sembrerà ganchè, ma .. Povera Piccola Marth. Ha iniziato ad assaggiare l’amarezza dell’amore. Un amore ricoperto d’azzurro. Un amore che però non capiva. Non capiva l’insofferenza di una povera ragazza nei confronti del mondo, del sistema che non accettava , e non accetta , le persone che la pensano in modo diverso. Un amore finito, ma non per tutti. Quello che più fa star male Marth è che Luke per vendetta si è messo con Ele, sì proprio la alta Ele.

L’intervallo finisce e le due amiche non hanno concluso come al solito niente. Le tre ore successive si trascinano lente e noiose.

Alla fine quel suono metallico riempie di nuovo i corridoi e i ragzzi escono fuori, nel freddo autunnale.

Il pomeriggio Marth è sdraiata sul letto, e prende in mano il cellulare. Due messaggi invia. Due messaggi.

Ciau Math, volevo scriverti. Tutto qui. Ti voglio bene Argentino Mio”

“Ciao Aldo, oggi ho bisogno di pensare un po’, se vuoi mi trovi in un posto solo, e sai quale. Un bacio”

Scritti i messaggi abbandona il cellulare sul letto ed esce di casa.

Arranca sulla faticosa salita e arriva ì. Una scalinata di pietre ricoperta d’erba. Un muretto con un piccolo spiazzo dietro e sotto il vuoto. Un salto di cinque metri. Il paese della piccola Emo si affaccia sotto di lei. Marth si siede sul muretto, apre la sua mente. Come lame affilate i coltelli lacerano la sua mente. Ha l’Ipod nelle orecchie. La canzone precedente finisce. Inizia un ritornello fin troppo conosciuto.


“Non è tempo per noi
che non vestiamo come voi
non ridiamo, non piangiamo,

 non amiamo come voi
forse ingenui o testardi
poco furbi, casomai
non è tempo per noi
e forse non lo sarà mai.

Non è tempo per noi
che non ci svegliamo mai
abbiam sogni però
troppo grandi e belli, sai
belli o brutti abbiam facce
che però non cambian mai
non è tempo per noi
e forse non lo sarà mai.”

“Ecco” Pensa Marth “ pure sta canzone mi tocca sentire”. Sente pizzicare gli occhi. E uno strano calore le riga la faccia. Si ranicchia sul muretto freddo e piange. Dopo pochi istanti arriva un Aldo trafelato. La sua pelle scura fa contrasto con il pallido sole autunnale. E la felpa gialla lo fa sembrare un bambino forse troppo cresciuto.

Vede la ragazza piangere e non pensa più. Corre da lei e l’abbraccia forte. Le sue piccole lacrime bagnano quella felpa gialla, ma lui non se ne accorge. Pensa solo a quel fragile corpicino che stringe tra le braccia e sembra dipendere da lui.

“Ehi tappetta, si sistema tutto” “No, niente va bene, Luke sembra che neanche mi veda. Non capisce. No.” “Luke è sempre stato così. Un po’ testardo.” “Aldo” “Piccola dai, ti accompagno a casa occhei?” “D’accordo, però fino al cancello” “Promesso”. Sembra abbracciandola l’aiuta ad alzarsi e l’accompagna a casa, stando attento che nessuna delle sue preziose lacrime bagni quel suolo calpestato da ogni essere comune.

“Tappa, mi sa che non è tempo neanche per me e per te, non capisce neanche tu vero? Quanto mi piaci, quanto ti voglio bene” “Aldo, lo so. Scusa ma.. non ora. Non è .. tempo”. “io ci sono” “Grazie.”

Sulle note di quella malinconica canzone i due amici se ne vanno da quel posto così Magico.

 

“Salve a tutti! Vorrei essere più chiara, questo sarebbe il passo prima di One Way. È tutto quello che è successo prima, mentre One Way è ORA. Bhe volevo essere più chiara per evitare malintesi. Spereo che recensiate in molti e mi dite che ne pensate. Grazie mille a tutti. Bhe oggi direi che ho lavorato molto!

Un Bacio.

*Lei Di Periferia”

 

  
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