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Autore: Mile    26/09/2010    1 recensioni
Marco era il suo migliore amico, e anche il più sexy e donnaiolo della città. Si conoscevano l'un l'altro come due libri aperti.
Giorcelli era il suo storico fidanzato. Tre anni consecutivi di rapporto di coppia. Il più geloso in circolazione.
Rik era una parentesi che Amelia non sapeva proprio come era stata aperta.
Sono piccole one shot. Possono essere lette singolarmente ma in realtà sono un'unica storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Un Giorno Normale

La Pavia Universitaria, la Fiat in Ritardo, la Sveglia Muta

 

 

Le prime note di una canzone la risvegliarono bruscamente dal sonno.

Nel giro di un frammento di secondo ebbe tutto il tempo e la lucidità per stupirsi che fossero proprio quelle note ad averla svegliata.

E con altrettanta lucidità e rapidità afferrò il cellulare per controllare.

La Bionda le aveva fatto il solito squillo mattutino. Alle 7.04. Tutto normale quindi.

Solo che…

Sette e zero quattro?

«Porcapputtana! Porcapputtana! Porcaputtana

Dannata, maledettissima, inutile sveglia!

«Sei in ritardo tesoro?»La voce di sua mamma arrivò chiara dal piano di sotto.

«Devo vedere Marco!» Strillò mentre rovistava nei vestiti alla ricerca di qualcosa di decente da mettere. Qualcosa che non la facesse sembrare una mongolfiera, e che la rendesse vagamente carina. Aveva puntato la sveglia un’ora prima per aver il tempo di scegliere qualcosa che la snellisse, per stirarci i capelli, mangiare con calma e truccarsi. Fottuta sveglia.

«A che ora?»

«Cinque minuti fa»

Afferrò un paio di pantaloni grigio perla e si chiuse in bagno.

 

*

 

Faceva un freddo impressionante, e rimpianse di non aver preso la sua giacca di pelle. Con la sua felpina leggera e una borsa a tracolla di pelle bianca salì sulla vecchia Fiat di Marco, che era arrivato provvidenzialmente in ritardo.

Aveva battuto ogni record. Lavata e stirata in dieci minuti aveva corso trionfante lungo il vialetto di casa, e avrebbe anche avuto il coraggio di rinfacciare a Marco il ritardo… se solo non fosse stato Marco.

Sorrise radiosa , nascondendo anche all’occhio più esperto di essersi alzata da soli dieci minuti.

«Ciao Amy, tutto bene?»

«Sono distrutta, mi sono svegliata dieci minuti fa e ho dovuto fare tutto di corsa, menomale che eri in ritardo»Sorrise allacciandosi la cintura, e prendendo coscienza che non avrebbe smesso di farlo molto presto. Anzi, come ogni volta sarebbe tornata a casa con le guance e gli addominali doloranti per il troppo ridere.

«A che ora sei andata a letto ieri?» Domandò lui.

E solo allora Amelia si concesse di osservarlo con attenzione.

L’immancabile felpa di Abercrombie, una sciarpa a quadri di diverse tonalità di blu, la stessa con cui aveva avuto il coraggio di presentarsi a metà luglio all’esame di Stato, e una cuffia calata sulla fronte da cui spuntavano i suoi capelli mossi che era solito portare scompigliati, ma con stile.

Gli occhi color cioccolato erano puntati sulla strada, incorniciati da folte ciglia. Il naso perfettamente diritto era una linea precisa che conduceva lo sguardo direttamente alle labbra morbide e carnose. A cuore, le definiva lei.

«Alle due…» rispose la ragazza.

«Complimenti» sorrise lui.

«Perché tu a che ora sei andato a letto?» domandò lei, sogghignando in anticipo per la sua battuta.

«Alle undici...»

«e a che ora hai finito con Kate?»

Marco scosse la testa lentamente, a metà tra il divertito ed il lusingato.

«Ma che Kate…»

Amelia tirò giù lo specchietto, dalla parte del passeggero. Ignorò le inutili e false scuse del suo amico. «Tesoro, potresti anche pulirlo ogni tanto sto specchietto» Cambiò discorso alitandoci sopra e lucidandolo, per poi ricontrollare il trucco fatto velocemente.

Aveva cercato di coprire le occhiaia con un po’ di fondotinta e cerchiato gli occhi verdi con la matita nera e con un mascara da quattro soldi, un leggero strato di ombretto argentato.

Il ciuffo castano le ricadeva sul lato sinistro del volto ed i capelli lunghi erano un po’ troppo mossi per i suoi gusti, ma profumati di Ralph Lauren, il suo profumo da donna preferito.

«Quindi cosa dobbiamo fare?» Gli domandò.

«Andiamo a chiedere informazioni su Giurisprudenza»

Era tutta l’estate che Marco cambiava idea sulla facoltà a cui iscriversi. Era un andirivieni da casa loro all’università di Pavia, Che non era proprio dietro l’angolo, ma era la meta più ambita da tutti i maturandi della loro zona.
Città universitaria, non troppo grande, non troppo incasinata, eppure piena, strapiena, di ragazzi, feste e divertimenti. Che poi  fosse anche un’eccellente centro universitario era solo un dettaglio.

Per questo Amelia cercava a tutti i costi di convincere il suo migliore amico ad iscriversi lì con lei.

E giurisprudenza era l’ultima possibilità dopo un’intera estate che oscillava tra scelte improbabili che variavano dalle professioni sanitarie di vario genere, all’ingegneria, e da giurisprudenza a economia. Il tutto condito da un profondo desiderio di diventare un attore di fama internazionale, o perlomeno un modello di Abercrombie. Marco non sapeva volare basso.

Le loro gite a Pavia iniziavano di mattina presto, alle sette o alle otto, in modo da poter arrivare in tempo per l’apertura degli uffici dell’università, fare una domanda idiota, la cui risposta era sempre “Andate sul sito e leggete” e perdere l’intera mattinata tra parcheggi o stazioni.

Però non dispiaceva a nessuno dei due, e avevano così occasione di farsi lunghe chiacchierate.

«Quindi ti iscrivi a Giurisprudenza?» Domandò lei fingendosi disinteressata.

Lui aggrotò la fronte e serrò le labbra per una attimo prima di iniziare a parlare. Mister Indecisione. «Diciamo che se mi colpisce, particolarmente potrei iscrivermi»

«Se no economia, in quel buco dietro casa»

«Esatto, così mio padre è contento di non spendere soldi per l’alloggio»

«Niente ragazze, niente feste, niente locali, solite facce…» Amelia lo fissava con quell’espressione che esprimeva tutto il suo disprezzo per quella scelta.

«Giurisprudenza non mi piace» Si interruppe un attimo, sistemandosi un ricciolo sulla fronte «Vorrei fare Economia a Pavia, ma sono arrivato tardi alle iscrizioni»

Amelia gettò lo sguardo oltre le risaie su un orizzonte perennemente sfocato e nebbioso. Lì aveva passato tutta la sua vita. In mezzo alle zanzare, all’afa estiva e al freddo polare d’inverno.
In mezzo a quella nebbia pesante che la faceva sentire immersa in acqua stagnante.

«Pavia è Pavia. Io per arrivare in tempo ho fatto i salti mortali»

«Io invece prima odiavo stare da noi. Ora invece mi piace»
La ragazza ridacchiò «Certo… Ora ci pensa Kate a tirarti su!»

«Smettila di dire cazzate e trovami un parcheggio»

 

*

 

Continua…

 

 

Note di Mile:

 

Torna Amelia e il suo migliore amico.

Voglio raccontare una giornata assolutamente normale e tranquilla.

Niente drammi, niente angoscia, niente dolore.

 

Amelia sta crescendo e in questo giorno raccontato a puntate ( che spero di riuscire a scrivere tutte :P) esprime la sua voglia di cambiare.

 

Questa volta la dedico a una persona speciale.

Una persona che forse non si è neanche accorta di quanto mi abbia sostenuto, eppure io le sono totalmente riconoscente.

Non so neanche usare parole adatte per ringraziarla.

So solo che l’ultimo commento che mi ha lasciato mi ha fatto commuovere (sì lo so che sono patetica). È una presenza silenziosa che mi ha regalato momenti di conforto.

In sostanza…
Questa è per Miss Dark…

 


Grazie a chi sarà così gentile da recesirmi (anche negativamente dato che io sono la prima a farlo :P)

Un bacio

 

Mile






 

 

  
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