Ebbene devo chiedere umilmente scusa.
Avevo promesso di postare questa one shot due settimane fa, ma l’inizio della scuola, gli
impegni vari ed eventuali e la
mancanza del pc non me l’hanno permesso.
Spero di non deludere nessuna delle meravigliose persone
che hanno recensito
A tutte voi dico grazie di
cuore. Perché le vostre meravigliose parole mi
commuovono e mi spingono a scrivere. Siete davvero degli angeli troppo
gentili. Perdonatemi se in qualche modo troverete questa fan
deludente o se sarete costrette a rimangiarvi tutti i complimenti. Non vi
biasimerò. Se invece vi piacerà ringraziate IsaMarie (lettrice e scrittrice che mi ha suggerito
di fare una missing moment su Jasper in breaking dawn, idea che m
svolazzava in testa da un pò) e la mia beta __Wrath__
la ragazza che si sorbisce da anni la lettura dei
miei schieri xD. Sai che ti adoro?
My baby,
my treasure
« Se permetti cane,
do io da mangiare alla bambina» disse Rosalie con tutta la cattiveria
presente in lei a Jacob, che non si scompose per niente. D’altronde
era abituato agli insulti di mia sorella tanto che a volte li ignorava al fine
di irritarla.
« E se non
permettessi? »
ribatté lui per provocarla.
« Me ne frego di quello che permetti o
non permetti».
« Tra i due litiganti» intervenne
Bella togliendo Renesme dalle braccia di Jake e passandola ad Edward «Il terzo le
dà da mangiare».
Risero tutti di quella battutina: la felicità,
nonostante i piccoli screzi i Rosalie e Jacob, aleggiava in quella stanza.
Ognuno era impegnato a fare qualcosa, Bella
e Edward si dedicavano alla loro figlia, Esme ed Alice disegnavano, Carlisle guardava
la tv, Emmett faceva qualche coccola a Rose, che nel frattempo trucidava Jacob
con lo sguardo.
Avrei dovuto risentire di quel magnifico clima
emotivo, invece mi faceva stare ancora peggio. Percepivo la gioia dei miei familiari
e mi sentivo afflitto perché non la provavo anch’io.
Nella mia testa in quel momento c’era
spazio solo per frustrazione e umiliazione.
Gia…era lecito sentirsi umiliati,
quando le tutte le certezze venivano fatte vacillare da una vampira neonata che
nell’arco di pochi giorni aveva sviluppato un autocontrollo che io, dopo
50 anni di perfezionamento, non ero ancora perfettamente in grado di mantenere.
Uscii silenziosamente dal salone di casa
Cullen per non inquinare l’aria impregnata di gioia con il mio malumore
ed i miei pensieri macabri. Gli altri apparentemente non ci fecero caso, tuttavia
ero certo che Alice mi stesse seguendo con lo sguardo e che anche Edward fosse
preoccupato per me.
“Scusa” farfugliai mentalmente,
realizzando che lui avvertiva tutto il mio disagio leggendomi i pensieri. Di
certo non gli piaceva sentire che provavo una sorta di risentimento nei confronti
della sua compagna.
Non pioveva e pensai di attraversare il fiume
e dirigermi verso il bosco, ma preferii sedermi per terra ad osservare il mio volto
riflesso dall’acqua.
Avevo un’espressione afflitta e
sconsolata.
Feci un sospiro di rassegnazione sapendo
che quelle sensazioni spiacevoli sarebbero rimaste a lungo.
E pensare che fino a poco tempo prima ero contento
che Bella sarebbe diventata mia sorella. Immaginavo che con l’entrata in famiglia
di un’altra persona non avrei più avuto i riflettori puntati addosso,
che finalmente non sarei stato trattato come l’anello debole della famiglia,
che Alice avrebbe potuto smettere di essere continuamente in pensiero per me…forse
era un ragionamento da egoista, ma volevo solo sentirmi finalmente al pari degli
altri.
Invece era andata diversamente. Bella era il
vampiro prodigio di casa, mentre io ero condannato ad essere il più pericoloso.
Un altro riflesso spuntò nel fiume,
ma ero così concentrato nel mio chiacchierio interiore da non accorgermene.
Conoscevo quel volto da ogni angolazione perché ogni qual volta mi
mettevo a fissarlo, mi perdevo nella sua perfezione.
Nessuna creatura la eguagliava in bellezza
e grazia ma soprattutto non esisteva qualcuno con quello sguardo magnetico,
dolce e circospetto allo stesso tempo.
Quegli occhi che tanto tempo prima che
avevano fatto nascere in me la speranza.
« Ehi» mormorò Alice dolcemente,
mentre mi sedeva accanto. Mi sforzai di sorriderle, ma sapevo che non sarebbe
servito a niente. Alice non si
faceva ingannare.
Scossi la testa « Non dovresti stare
qui».
« Non mi vuoi? » chiese confusa.
« Non sono esattamente la migliore
tra le compagnie da scegliere».
« Questo devo deciderlo io» ribatté
imbronciandosi.
« Lo dicevo per te» mi giustificai
«Come puoi notare non si respira una bella atmosfera qui».
« Ho altro per la testa» disse lanciandomi
un occhiata carica di preoccupazione.
In quel momento sembrava così fragile
che non volevo nemmeno toccarla. Sollevai la mano destra verso il suo viso sfiorandolo
delicatamente con la punta delle dita. Era molto triste.
“No” dissi tra me e me, non sopportavo
di vederla così pensierosa e corrucciata a causa mia.
« Scusa» mugugnai abbassando lo
sguardo.
Alice mi riprese la mano e sorrise «Non devi scusarti.
Conoscendoti mi sarei aspettata una reazione diversa…sono
fiera di te».
« Cosa?
» domandai
seriamente convinto che mi stesse prendendo in giro.
« Nonostante la tua tristezza e il tuo
pessimo umore la tua principale paura era quella di
rendere anche gli altri partecipi i quel che provi».
Mi sembrava logico. In una famiglia come la
nostra se qualcuno aveva un problema, tutti erano a disagio e quindi avevo
cercato di non rendere l’atmosfera in vivibile a causa mi restandomene in
disparte.
« Però
non è sfuggito a nessuno che c’è qualcosa che non va».
« Lo trovi strano? Tutti comprendono
come ti senti perché ti adorano. Se non si sono
avvicinati è stato per lasciarti il tuo spazio o, in alcuni
casi, perchè la
sottoscritta glielo ha impedito».
« Spiegati meglio» la incitai curioso.
« Carlisle voleva parlarti per fare i solito discorsi, ovvero che non devi avercela con te
stesso eccetera… ma io non ho voluto, immaginando che ciò non ti
avrebbe aiutato».
« Esattamente» confermai.
« Perciò mi sono ripromessa di
aspettare il momento adatto anche io per non farti sentire obbligato a confidarti…solo
che non ho resistito quando ti ho visto dirigerti fuori.
Non voglio essere invadente… perciò se non ti va di parlare me ne
torno dentro».
Dal tono di voce con cui pronunciò
l’ultima frase mi fece intuire che se davvero le avessi fatto quella richiesta
mi avrebbe accontentato, ma con uno sforzo enorme.
Succedeva sempre la stessa cosa quando avevo
un problema. M’isolavo dagli altri, Alice mi guardava da lontano ed intanto
aspettava il momento in cui mi sarei deciso a confidarmi.
Ma cosa avrei dovuto dirgli in quel momento?
Che aveva sposato una creatura talmente egoista ed insensibile da non essere completamente
contento per suo fratello e da sentirsi invidioso delle capacità di Bella?
« E’ tutto così strano ultimamente»
cercavo con cura parole che non mi facessero esagerare col vittimismo « La reazione di Bella
a tutti i cambiamenti che ci sono stati nella sua vita…non è stata
quella che mi aspettavo. E’ vero, ognuno reagisce a suo modo dopo la
trasformazione, ma quando Edward mi ha raccontato che durante la caccia
è scappata via per evitare di attaccare due escursionisti… so che
è una cosa orribile da dire, ma non mi ha fatto piacere. La sua
capacità non farsi sopraffare dall’istinto mi ha innervosito. Sai
cosa provo ogni qual volta sono a contatto con gli umani ed il loro odore mi
tenta? Mi sento un vero mostro. Tuttavia ho sempre
pensato che per uno col mio passato fosse normale sentirsi cosi a disagio tra gli
umani, e mi sono ripromesso di continuare a chiedere sempre di più a me
stesso per migliorare l’autocontrollo».
« Hai fatto del tuo meglio e ci sei riuscito»
m’interruppe lei ed io scrollai le spalle.
« Non ne sono così sicuro. Se
davvero c’è l’avessi messa tutta, anch’io sarei stato in
grado di controllarmi come fa Bella. Pensa quante situazioni spiacevoli non si sarebbero venute
a creare».
Mi venne in mente il compleanno di Bella, ma
era solo un esempio come tanti.
Alice non disse più nulla. Lasciò
la mia mano e poggiò al testa sulle ginocchia osservando l’ambiente
circostante, incrociando il mio sguardo di tanto in tanto.
Pensai si fosse giustamente arrabbiata: infondo
Bella era la sua migliore amica ed io stavo rovinando quel momento felice. Quasi
mi pentii di aver parlato.
« Scusami se ti ho turbato» mormorai
mortificato «
Anche io tutto sommato sono felice che Bella sia diventata
una di noi. Ho solo bisogno del tempo per accettare che rimarrò sempre io
quello pieno di difficoltà».
« Vedi Jazz» disse
mentre riprendendo a fissarmi « Temo che tu ti stia sbagliando».
« Conosco i miei limiti Alice»
ammisi a malincuore. Non mi faceva piacere mostrare le mie debolezze, nemmeno con
lei che mi conosceva alla perfezione.
« Lasciami finire» ordinò
ed io non proferii più parola mentre continuava
« Perché invece
di fare un controllo tra Bella e il vecchio Jasper, dovresti esaminare il tuo comportamento
attuale. E’ vero che hai avuto tante difficoltà ad adattarti al nostro
stile di vita e che sono avvenuti sgradevoli incidenti a volte. Ma la tua forza
di volontà e la tua testardaggine ti hanno portato ad avere un ottimo autocontrollo,
né più né meno rispetto a quello di Bella. Se ti fossi concentrato
di meno su quello che di sbagliato hai fatto nella tua esistenza te ne saresti
reso conto anche prima di me».
Non aveva tutti i torti. Continuavo a ripetermi
“Perché io non sono stato in grado di resistere?” e non
“Perché non sono in grado di resistere?”. Mi perdevo troppo spesso tra i ricordi del passato, talmente tanto da
non riflette sul fatto che nel presente me la stessi cavando.
« Forse hai ragione tu. Però quando Renesme mostra
a Bella di avere sete e le non è turbata da quei ricordi…non riesco
a capire come faccia».
« Non c’è una spiegazione
razionale. Sono madre e figlia, ed il loro legame è talmente forte da
scavalcare l’istinto della sete».
Quelle che c’era tra Renesme e Bella era realmente qualcosa di incredibile. Provavano
più che amore…era un adorazione reciproca ed indiscutibile. Mai avevo percepito in sentimento così potente, batteva
persino il legame tra me e Alice.
« E’ una competizione inutile,
vero? »
domandai retorico.
« Credo proprio di si.
Non hai niente da invidiare a nessuno. Anzi…tu vivi circondato dalle
sensazioni che provano gli altri, e spesso sei costretto a percepire la nostra
sete. Eppure, per essere uno che vive tutto in modo amplificato, sei estremamente
in gamba. Sai controllarti come nessuno al
tuo posto sarebbe in grado di fare. Renditi conto Maggiore Withlock»
ridacchiò «
Che sei il più abile della congrega».
Rimuginai sulle parole di Alice qualche
istante.
Soffrire a causa del contatto con gli umani
era normale. Quel che dovevo essere in grado di fare era tenere a freno gli
istinti e tutto sommato ci stavo riuscendo. Mi sentii uno sciocco a non averci
pensato prima. Quanta sofferenza mi sarei risparmiato.
E se non ci fosse stata lei a farmi aprire
gli occhi io sarei rimasto chissà quando tempo ancora a fissare il mio
riflesso nel fiume ed a considerarmi il peggiore dei mostri.
Ancora una volta, fortunatamente, aveva risolto
tutto.
« Sarebbe più facile la via senza
di me» riflettei.
« Che stai
farneticando? ».
« Se tu guardassi le cose da un punto
di vista razionale…» iniziai a dire, ma lei mi interruppe
arrabbiata «Se
non ti avessi trovato avrei vissuto un esistenza
solitaria e inutile, ecco il mio punto di vista razionale».
« Solitaria non proprio»
commentai accennando alla nostra famiglia.
« E’ vero che li amo da morire,
ma senza di te non sarebbe stata la stessa cosa. Dici
sempre che sono essenziale per te…ma sappi che la cosa è
reciproca. Non potrei sopravvivere un minuto senza la certezza di averti al mio
fianco. Non cancellerei un solo istante della nostra vita trascorsa insieme,
momenti spiacevoli compresi, perché hanno solidificato il nostro
rapporto. So per certo che niente potrà separarci, men che meno la tua
zucca vuota convinta che vivrei meglio senza di te. Un giorno mi spiegherai da
dove ti vengono queste idee. Anzi, preferisco non saperlo,
o mi arrabbierò sul serio».
La guardai nuovamente. Il viso
magrissimo, le labbra minute, gli occhioni da cerbiatto, l’espressione
imbronciata…aveva un aspetto da bambina. La mia bambina, il mio tesoro…quanto di più bello e più
importante avessi nella vita. Le mie labbra dopo tanto tempo si curvarono a
formare un sorriso.
« Mi chiedo ancora quale miracolo ti abbia messo nella mia strada» dissi mentre le scompigliavo
i capelli.
« Forse lo stesso
che mi ha permesso di incontrare il mio soldato dal cuore buono, dall’animo
nobile e sensibile, tanto che preferiresti crogiolarti nei tuoi problemi che turbarmi».
Era una descrizione alquanto bizzarra di me,
ma non osai ribattere. Per quanto fosse assurdo, quello era il suo modo di
vedermi e di certo non avrebbe voluto discutere.
« Adesso che hai la mente più lucida pensa a tutti i vantaggi che trarrai
dall’entrata in famiglia della nostra Bella. Quante ore di shopping in meno ti sorbirai adesso che ho una nuova compagna»
ironizzò.
« Ehm Alice, non vorrei deludere le tue
aspettative, ma temo che non basterà fare gli occhi
dolci a Bella per convincerla. Mi
sa che è capace di controllarsi anche da quel punto di vista».
« Dici? » chiese intristita
da quella consapevolezza, mentre poggiava la testa sulla mia spalla e mi stringeva la
mano « Troverò altri
metodi persuasivi. Ricorda che sono una nana irritante fino allo
sfinimento».
Ridacchiai pensando al nomignolo che davamo
ad Alice quando faceva la petulante, “mostriciattolo”.
« Preferisco definirti una creaturina
irritante per il suo essere così esageratamente dolce bella ed unica»
dissi facendole l’occhiolino.
« Nessuno aveva mai trovato un modo così
tenero di definirmi insopportabile».
« Sono l’eccezione anche per quanto
riguarda alcune cose positive».
« Ma io lo so
che tu sei eccezionale» cantilenò dandomi un bacio sul collo. Fremetti
per la gioia che quel piccolo gesto mi aveva fatto provare.
Eccezionale…altro aggettivo che solo
Alice poteva affibbiarmi.
« Vedrai adesso che felicità sarà in grado di trasmetterti la presenza di Bella e
Nessie».
Annuii contento che finalmente avrei potuto
risentire anch’io dell’influsso benefico trasmesso dai due nuovi, e
più importanti membri della famiglia.
A coronare quel momento perfetto
c’erano le labbra di Alice, piccole, profumate ed invitanti vicinissime
alle mie.
« Ti ho mai detto quanto ti amo?
» sussurrai mentre mi avvicinavo.
« Forse me l’hai accennato»
ridacchiò.
Annullai gli ultimi millimetri di distanza
e le unii la sua bocca alla mia, impaziente di dare quel bacio e trasmettere
tutto l’amore, la passione, la fedeltà, la devozione e la
gratitudine che avevo nei suoi confronti.
Grazie a tutti per aver letto. Ripeto: spero di non
avervi deluso.
Kiss! MaRtA
HaLe (la
pazza, schizzata, maniaca di Jasper e Alice <3)