Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |       
Autore: Diana924    02/10/2010    1 recensioni
Jeanne d'Albret, ultima regina di Navarra, ormai prossima alla mrote ripercorre il suo passato, e nel mentre pensa al futuro, a suo figlio Enrico di Navara, e alla sua futura sposa, margherita di Valois....
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Regine ed amanti-Francia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sto per morire, ma non posso morire, non ora. Eppure è così, io, Jeanne d’Albret, regina di Navarra, sto per morire. Non ora, non ora che devo impedire il matrimonio di mio figlio, non ora. Ho dato il mio assenso, ma mi hanno costretto, e se fossi una semplice dama me lo rimangerei.

Sono nata a Saint Germain, il 7 gennaio 1528, un anno dopo che i soldati di Carlo V depredarono la corrotta Roma e il giorno dopo l’Epifania.

Mia madre era Margherita di Valois, nel mio destino le Margherite sembrano ripetersi, sorella del re di Francia, mio zio Francesco I.

Mio padre era Enrico d’Albret, re di Navarra, morto diciassette anni fa.  Mio padre viveva presso il re di Francia, e con lui era stato fatto prigioniero dopo la battaglia di Pavia. Diversamente da mio zio che era  stato portato a Madrid lui era rimasto a Pavia

Ma mio padre, con un’evasione rimasta celebre, tornò in Francia.

Quando il re riottenne la libertà decise di premiarlo, con un matrimonio. Scelse come sua sposa sua sorella, mia madre Margherita, già vedova del duca d’Alençon.

Sperava che non nascessero figli, perché mia madre era avanti con gli anni, così si sarebbe preso la Navarra, o quella parte che Ferdinando d’Aragona non si era ancora annesso.

Ma invece nacqui io, nel 1527, e mio fratello tre anni dopo. Io mi chiamavo come mio nonno Jean III d’Albret. La successione appariva scura.

Ma il giorno di Natale del 1530, mio fratello morì, lasciandomi unica erede del regno di Navarra. Questo non era un problema, avrei ereditato e regnato sulla Navarra, mi serviva solo un marito.

E la corte di Francia, dove vivevo con mia madre, era piena di duchi e principi.

Mia madre simpatizzava per le idee nuove, le idee di Lutero. E le insegnò a me. Ma lei era un’intellettuale, e le viveva come un’attitudine, mentre per me erano uno stile di vita e una missione da compiere.

Quando avevo sei anni mia madre aveva realizzato un’illustrazione di una messa papista. Io, giustamente sdegnata rifeci il disegno, solo che feci i vescovi e i preti con delle teste di volpi.

Ma la corte dei Valois non mi piaceva, e cercavo di stare il più possibile in Navarra, a Pau, la nostra capitale.

Poi, quando ebbi dodici anni venni promessa e sposai Antonio di Borbone, primo principe del sangue, che aveva dieci anni più di me.

Io avanzavo, nel mio abito coperto di gemme e altri preziosi, stupendo ma pesantissimo. Facevo fatica, e non lo nascondevo.

Mio zio, che se n’era reso conto, e fece una cosa che ci lasciò tutti a bocca aperta.

Chiamò Anne de Montmorency, il suo connestabile, il compare di mio cugino il Delfino Enrico, e gli ordinò di reggermi lo strascico.

A un conestabile di Francia, eroe delle battaglie italiane, l’unico che lo aveva assistito durante la prigionia a Madrid, fu dato il compito di un domestico, di un valletto.

Il connestabile obbedì, non avrebbe potuto fare altrimenti, ma poi disse: <>, e lasciò la corte. Sarebbe tornato solo otto anni dopo, alla morte di mio zio, che con quel gesto gli aveva manifestato il suo sfavore.

Fu allora, nel 1548, che sposai Antonio, e lui divenne re consorte di Navarra.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Diana924