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Autore: Evelyn Wright    06/10/2010    1 recensioni
Ciaoooooo!! Eccomi alle prese con una nuova storia che come al solito ho sognato durante la notte XD Mi è sempre piaciuto Eragon e ho sempre pensato che prima o poi avrei scritto qualcosa così eccomi qui! La protagonista si chiama Evelyn (ma in realtà sono io la protagonista) che viene catapultata nell'universo di Eragon con uno scopo ben preciso e cioè aiutare i Varden a sconfiggere l'impero! Ovviamente sarà anche una storia d'amore.. tra chi non si sa però ci sarà una storia d'amore.. ed Evelyn alla fine della storia dovrà prendere una decisione molto importante! Se vi ho incuriosito leggete e commentate!! Pleaseeee *_* un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GARJZLA
quando una ragazza può decidere le sorti di un mondo a lei quasi sconosciuto



 

Ciao a tutti ragazzi fan di Eragon! Mi chiamo Roberta e ho deciso di scrivere questa storia che ho sognato per dare anche io un contributo alle tante fanfiction che sono state pubblicate su questo sito e non.. volevo far vedere anche io come vorrei che fosse andata questa storia e come penso che finirà, ma aggiungendo un nuovo personaggio speciale che creerà un pò di scompiglio in Alagaesia e nei cuori di due baldi giovani della storia. Come preannunciato quindi ci sarà anche una storia d'amore.. quale trionferà? Boh! Sinceramente non lo so nemmeno io.. Sarà scrivendo questa storia che le idee incominceranno a venire! E chissà.. magari anche con i vostri commenti potrei essere influenzata più da una parte che dall'altra XD quindi commentate in molti e datemi i vostri consigli!!
Un bacione dalla vostra Roberta! ^_^


Capitolo 1:

Thud.. Thud.. Thud..
Nessun rumore mi aveva terrorizzata tanto in vita mia, ma non potevo fare niente per calmare il mio cuore impazzito che minacciava seriamente di scoppiarmi nel petto, e non potevo neanche curare quella fitta al fianco provocata dalla lunga corsa tra i vicoli stretti in cui mi ero rifugiata in cerca di protezione dalla furia implacabile di quella creatura antica e potente oltre ogni dire che però non poteva neanche considerare l’idea di intrufolarsi dentro quegli spazi così stretti, adatti solo a far passare degli umani come me.

L’unica soluzione sarebbe stata quella di fermarmi per calmare il dolore, ma era fuori discussione, a meno che non desiderassi di essere catturata! E sinceramente non avevo tutta questa voglia di marcire in una fetida prigione di Uru’baen e così continuavo a correre non sapendo esattamente dove tutto questo correre mi avrebbe portata.
E poi non avevo neanche via di scampo perché i cancelli di Uru’baen erano stati opportunamente chiusi decisamente molto prima del mio arrivo data l’ora tarda e quindi non capivo proprio perché non riuscissi a rassegnarmi al mio destino.

Non avevo scampo e questa era la verità!
Tra le altre cose non ero neanche abituata a tutto quell’esercizio fisico perché nella mia vita ero stata parecchio pigrona e ancor di più perché le mie condizioni fisiche non me lo permettevano perché mi stancavo facilmente e infatti dopo poco tempo il mio passo divenne sempre più lento fino a quasi fermarsi del tutto e anche le gambe, fuori allenamento da anni, alla fine cedettero facendomi cadere di schianto a terra ferendomi in più punti.
Riuscivo di già a sentire il sangue sgorgare dalle mie ferite e gli occhi mi si appannarono per le lacrime che cercavo di trattenere ma che alla fine bagnarono il mio viso.

Thud.. Thud.. Thud..
Di nuovo quel battito d’ali.. Questa volta però sapevo che non potevo fare nulla e nella mia mente si stava già facendo largo la prospettiva di lasciar perdere e non fare niente per impedire la mia cattura perché tanto non sarebbe servito a niente.
Così rimasi immobile con la testa appoggiata al mio braccio aspettando di essere catturata e nel frattempo cercavo di levare la terra dalle mie ferite. Ma non avevo assolutamente nessuna voglia di alzarmi da dove stavo. Se mi volevano che mi venissero a prendere!

Thud.. Thud.. Thud..
Con mia grande sorpresa sentivo quel battito d’ali sempre più distante e per un attimo sperai di essere lasciata in pace, ma dovevo immaginarlo che era per un altro motivo per cui il drago rosso come il sangue si allontanava da me. Pian piano sentivo le finestre della case circostanti aprirsi intorno a me e non ci voleva un genio per capire che tutti mi stavano osservando e naturalmente avrebbero capito che io ero diversa da qualsiasi persona di quella terra, anche se a prima vista potevo sembrare simile. Ma i miei vestiti stessi non lo erano e questo saltava subito all’occhio.
Nessuno avrebbe potuto dire con certezza chi fossi o da dove venissi, tranne me, ma era un informazione che non avrei mai divulgato a nessuno.

Ero lì per uno scopo troppo importante per lasciar trapelare certe informazioni, e già mi preparavo psicologicamente a quello che avrebbero potuto fare di me per estorcermele.
Se solo non mi avessero condotta direttamente in quel posto! A quest’ora sarei stata salva.. ma evidentemente il mio destino era quello di incontrare un’ altra persona prima, e quando sentii rumore di passi davanti a me capii che era arrivato.
Pian piano alzai lo sguardo e nel buio che regnava in giro riuscii solo a vedere una macchia scura avvicinarsi sempre più a me con una spada in mano.

Mi alzai anche io e con fare disinvolto presi a scotolare i vestiti dalla terra e una volta soddisfatta del risultato alzai nuovamente lo sguardo e lo posai sul ragazzo che mi stava di fronte.
Ora che i miei occhi si erano abituati all’oscurità potevo distinguere i tratti del suo volto e con mia grande sorpresa notai che non era poi così diverso dalla persona che avevano scelto per interpretare il suo ruolo nella mia terra. Aveva gli stessi capelli scuri lunghi fino alle spalle e la stessa muscolatura possente di uomo allenato e bravo combattente. Non riuscivo a vedere gli occhi, ma ero sicurissima che non fossero come quelli della persona che lo interpretava, perché i suoi erano sul verde, mentre quelli della persona che mi stavano davanti dovevano essere marroni.

Anche lui mi scrutava con evidente curiosità, ma io non abbassai mai lo sguardo, pronto a sfidarlo in qualunque momento anche se la mia sconfitta sarebbe stata naturale.
Quando vidi alzare Za’roc sopra la sua testa temetti per un attimo che mi avrebbe uccisa immediatamente piuttosto che catturarmi, e così chiusi gli occhi stringendo i pugni pronta all’inevitabile, ma non successe nulla.
Aspettai ancora un po’ tenendo gli occhi chiusi, ma ancora niente e così decisi di vedere perché tardava tanto a darmi il colpo di grazia, e capii che aveva messo la spada nel fodero.
Non voleva uccidermi, ma ora non potevo fare a meno di pensare che forse non sarebbe stata poi una cosa così brutta.. Ma che stavo dicendo? Neanche un secondo in Alagaesia e già sentivo il peso della responsabilità che portavo e volevo andare via?

Beh in effetti non avevo neanche torto dato che la magia che mi aveva portata lì aveva fatto anche in modo che il primo posto in cui andavo a finire era proprio Uru’baen.
Scossi la testa per scacciare questi pensieri e continuai a scrutarlo aspettando che facesse qualcosa, cavolo, qualunque cosa! Ma lui rimaneva immobile come se stesse decidendo sul da farsi.
Non ero una persona molto paziente quando si trattava di decidere del mio destino e non adoravo perdere tempo e non potei fare a meno di sbottare << Insomma, vuoi restare lì tutto il giorno? Io sono qui e tu sei lì.. Sappiamo perfettamente che tu sei molto più potente di me.. Che intenzioni hai? Sai com’è non mi piace molto aspettare.. >> e lo guardai in cagnesco per un attimo.

Un sorriso comparve sul volto di Murtagh ma faticavo a credere di averlo davvero visto perché così come era comparso, scomparve velocemente e tornò la sua solita espressione seria che lo contraddistingueva.
Sapevo del suo passato, e mi sentivo forse un po’ in colpa per come gli avevo risposto.. Murtagh era un personaggio che mi piaceva moltissimo e probabilmente avevo esagerato.
<< Scusami.. Sono solo un po’ nervosa.. Posto nuovo.. Sono ferita! Non è un buon momento per essere gentile con te.. >> e una volta detto questo pensai decisamente di essere pazza. Avevo davanti un uomo che poteva uccidermi all’istante e gli chiedevo pure scusa? Non avevo colpa io se la sua vita era stata sfortunata e piuttosto della sua dovevo curarmi un po’ della mia, ma a quanto pare non era possibile.
Metti poi che stavo in una situazione assurda e in presenza di uno dei miei personaggi preferiti, beh.. era logico che alla fine non ero lucida!

Mi guardò per un attimo perplesso e io timida gli sorrisi e lui ancora più stranito dalla mia reazione si allontanò di un passo per poi riprendere il suo controllo e subito dopo incominciò a parlarmi << Per rispondere alla tua domanda non so ancora cosa farò di te.. Sei una persona molto strana e penso che Galbatorix abbia voglia di esaminarti.. Per quanto ne possiamo sapere tu potresti essere un alleata dei Varden, e potrebbero averti mandata per spiare qualsiasi nostra mossa.. E poi sarebbe interessante scoprire il metodo che hai utilizzato per entrare in quel modo ad Uru’baen.. Hai attirato parecchio l’attenzione.. Se poi avessi evitato anche di scagliare pietre contro i soldati sarebbe stato molto meglio.. Ma devo catturarti.. Che ne sarà di te lo deciderà poi Galbatorix.. Io non voglio prendermi alcuna responsabilità in merito.. >> e con aria stanca allungò una mano e mi prese per un braccio con delicatezza probabilmente per non gravare ancora sulle numerose ferite.

Per uno strano caso del destino era la prima persona che mi aveva vista in Alagaesia, e per un altro strano caso del destino non mi aveva uccisa, anche se forse mi stava condannando ad una fine peggiore della morte.
Lo seguii arrancando con difficoltà dovuta alla stanchezza di tutti i miei arti e lui cercò di adeguarsi al mio passo lento e affaticato ed è per questo che gli mormorai un timido “Grazie”.
Pian piano le finestre delle case o forse caserme si chiudevano rapidamente al nostro passaggio e non riuscendo a vedere molto mi affidavo completamente a Murtagh.
Mi guidò verso uno spiazzo ampio e incominciò a scrutare il cielo e quando compresi che stava aspettando il suo drago Castigo, non so se potevo definirmi più impaurita che terrorizzata perché questo voleva dire solo una cosa, che mi avrebbe portato al castello di Galbatorix in volo!
L’idea mi faceva venire i brividi in tutto il corpo e lo guardavo per fargli capire che l’idea non mi piaceva neanche un po’.

<< A meno che non vuoi farti tutta questa strada a piedi Castigo è l’unico mezzo disponibile.. >> disse lui contrariato dalla mia reticenza più che naturale e poi mentre tentavo di protestare Murtagh mi zittì e continuò a guardare in alto.
Thud.. Thud.. Thud..
Nel cielo era finalmente comparso l’enorme drago rosso e Murtagh l’accolse con un sorriso compiaciuto e la creatura incominciò a volteggiare in aria probabilmente contento della vittoria.
Non si doveva dimenticare il fatto che Castigo nonostante le apparenza probabilmente era ancora piccolo.. E a proposito di questo io non avevo neanche idea di che periodo della storia mi trovassi.
Nella mia mente regnava solo confusione e non avevo idea di cosa dovevo fare adesso.
Castigo atterrò con un tonfo sulla terra e ruggì facendo tremare il terreno sotto i nostri piedi.
Non potevo fare a meno di essere terrorizzata e quando Murtagh cominciò a trascinarmi verso il drago rosso non potei fare a meno di opporre un po’ di resistenza.

Scocciato Murtagh mi strattonò in maniera più violenta e in un attimo volai praticamente accanto al drago e cercai di guardare altrove tranne che il drago che mi stava accanto.
Lui girò la testa verso di me e sbuffò facendo uscire del fumo dalle sue narici e in maniera del tutto imprevista prese ad odorare i miei vestiti con maggiore interesse fino a che tentò di morderne un pezzo e io stizzita dissi << No no! Se me lo mordi poi io che indosso? Non ho altri vestiti con me! >> e compresi la gravità di quello che avevo detto. Avevo appena rimproverato un drago!
Probabilmente mi credevo ancora nel mondo dei sogni se avevo fatto una cosa del genere.
Il drago allora si allontanò bruscamente e incominciò a produrre fumo a intervalli regolari, probabilmente anche lui seccato dalla mia reazione.

Murtagh mi guardò sbalordito perché probabilmente nessuno aveva mai tentato di tener testa ad un drago, tranne Galbatorix in persona, e per un attimo fissò Castigo.
<< Sta pesando se schiacciarti sotto le zampe o darti un colpo di coda per quello che hai detto.. Ma non farà nessuna delle due cose perché percepisce che sei importante.. Ritieniti fortunata.. E ora andiamo che ho voglia di finirla con questa storia! >> e con nessuna grazia mi prese in braccio e con forza mi aiutò a salire su Castigo e tra le mie proteste perché non sapevo neanche dove agganciare le mani per salire e tra le proteste di Castigo a cui non stavo poi così simpatica, riuscimmo finalmente a posizionarci.
Non appena il drago spalancò le ali mi attaccai a Murtagh e poggiai la testa sulla sua schiena per non guardarmi attorno. Non volevo scoprire proprio su un drago in volo se soffrivo di vertigini oppure no quindi meglio evitare di guardare giù o di lato o da qualunque altra parte che non fosse la schiena di Murtagh.

La forza dell’aria mi investì in pieno e per un attimo non riuscii neanche a respirare poi sentii Murtagh dire << Dovresti guardare invece >> ma ero intenzionata a non ascoltare il suo consiglio, anzi nascosi ancora di più il viso.
<< Come vuoi.. >> disse lui e cercò di rilassarsi, anche se ovviamente non era facile data la situazione nuova anche per lui. Un estranea che usa la tua schiena come appoggio e per di più è una tua prigioniera ti rende decisamente per un attimo perplesso e poco rilassato ma sinceramente a me non importava assolutamente nulla.
In un attimo arrivammo al castello e Castigo atterrò sopra una torre abbastanza grande per permettergli appunto di atterrare. Con un balzo Murtagh scese da Castigo e io cercai di fare altrettanto, ma come prima non sapevo esattamente cosa fare e così mi aggrappai ad una punta di Castigo e cercai di lasciarmi andare per scendere ma Murtagh non mi diede il tempo e mi prese direttamente lui di nuovo in braccio.

Era gentile e come prima mormorai un altro “Grazie” sinceramente riconoscente mentre mi sistemavo i vestiti con le guance in fiamme. Non ero mai stata presa in braccio da nessuno, tranne che da mio padre quando ero piccola.
<< Seguimi.. >> disse lui e senza neanche aspettarmi proseguii verso l’unica porta della torre e incerta lo seguii anche perché non potevo fare nient’altro.
Con un altro battito d’ali Castigo si rimise in volo e mi guardò per un attimo prima di sbuffare di nuovo e volare via il più velocemente possibile.
<< Non gli sto proprio simpatica.. >> dissi mentre entravo all’interno della torre seguendo Murtagh e lui con un sorriso rispose << Diciamo che tenergli testa non è stata una bella mossa.. >> e continuò a camminare a passo spedito mentre io mi guardavo intorno.

Non c’era alcun tipo di arredamento e la torre era fatta in pietra come quelle dei castelli medievali nella mia terra e toccare qualcosa che poteva essere familiare alla mia casa mi fece piacere.
Mi guardai le braccia e le gambe pieni di lividi e ferite e sospirai mentre le ferite mi prudevano e mi dolevano quasi da impazzire.
<< Manderò un guaritore a sistemarti.. >> disse lui senza guardarmi. Mi sorprendeva sempre di più Murtagh e non potevo fare a meno di constatare che avevo ragione a dire che lui alla fine era buono come credevo. Se solo Eragon avesse trovato un modo per salvarlo! Ma forse mi avevano mandata qui appunto per questo.. Magari ero io quella che doveva salvarlo da Galbatorix!

Entusiasta di avere finalmente uno scopo lo seguii con maggior partecipazione e mi misi esattamente a poca distanza da lui cercando qualcosa di cui parlare.
<< Dove andava Castigo? >> chiesi sperando che mi rispondesse e come previsto lo fece.
<< In camera mia.. Io devo accompagnarti in cella per il momento.. >> disse lui senza lasciar trasparire alcuna emozione. Non ero decisamente contenta di andare in cella ma non potevo aspettarmi nient’altro.
<< E dove si trova la mia cella? >> chiesi io cercando di sembrare normale.
<< Manca poco.. Arrivati al corridoio che porta alle scale della torre c’è un’altra scala che scende e dopo le celle.. Diciamo che sei fortunata che io ti stia portando in quelle.. Le vere prigioni si trovano sotto terra. >> e detto questo mi guardò per un attimo e dopo affrettò il passo.

Non pronunciai più alcuna parola per tutto il tempo. Arrivammo al corridoio sempre senza alcun tipo di arredamento e poi imboccammo per un altro corridoio che portava alla scala di cui aveva parlato ed infine giungemmo a luogo dove sarei rimasta prigioniera.
Un soldato stava lì di guardia e appena vide passare Murtagh si inchinò rispettosamente e cedette a lui il mazzo di chiavi e Murtagh mi portò nella mia cella.
Non era come me l’aspettavo, perché c’era un letto e delle coperte e anche un tavolinetto in legno posto sotto la finestrella con le sbarre.

<< Questa è la tua stanza.. Starai qui fino a nuovo ordine.. >> disse e mi fece cenno di entrare e io in fretta obbedii per non creare altri problemi.
Il soldato entrò con un bicchiere di acqua in mano e lo porse a Murtagh che disse << Tieni.. Bevilo tutto.. Probabilmente starai morendo di sete! >> e mi porse il bicchiere e io come una stupida bevvi avidamente fino all’ultima goccia.
Poi dopo un po’ incominciai a sentirmi frastornata e la testa mi girava tutta e Murtagh si affrettò a mettermi nel letto.
<< Mi dispiace ma era necessario fintanto che non sappiamo di cosa tu sia capace. Dormi. >> e dopo questo i suoni incominciarono a giungermi in maniera ovattata.
<< Un ultima cosa.. Come ti chiami? >> chiese lui guardandomi intensamente negli occhi.
<< Evelyn.. mi chiamo Evelyn.. >>

   
 
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