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Autore: _Aya_    04/11/2005    12 recensioni
Strawberry è un'orfana. Ryan è un cattivo ragazzo... ma un'amore sincero riuscirà a cambiarlo. Leggete e commentate!^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti

Ciao a tutti! Prima di iniziare, vi faccio una premessa: la ff è AU, cioè si svolge in un tempo e un luogo diversi dall’originale.

 

Nei dialoghi uso le sigle:

Strawberry: S

Ryan: R

Gli altri ve li dirò in seguito.

 

“Parole tra virgolette”= Pensieri

_Parole tra trattini bassi_= Sussurri

 

L’età dei personaggi è:

Strawberry: 15

Ryan: 17

 

Detto questo… si comincia!

P.S. Mi raccomando commentate!

________________________________________________________

 

Capitolo 1: Introduzione – L’arrivo al Seirin

 

“Perché? Perché vivo da 15 anni in questo orfanotrofio? Perché non ho un parente che mi cerchi? PERCHÉ NESSUNO MI AMA?” – Pensava Strawberry, una giovane ragazza abbandonata alla nascita in un triste istituto…

Un orfanotrofio…

Una specie di carcere brulicante di bambini lasciati soli… privo del calore di una famiglia… gestito da scorbutiche donne e finanziato da qualche riccone giusto per rendere più prestigioso il suo nome…

Ogni tanto, qualche coppia che non poteva avere figli entrava in quel piccolo mondo e sceglieva uno o due bambini che poi sarebbero entrati a far parte della loro famiglia… e in base a che cosa? Al sesso? Al fatto di essere carini e gentili? E questi sarebbero motivi giustificabili?

S: - “E allora perché non mi hanno mai scelto? In fondo sono molto educata e di bell’aspetto…”

La ragazza scosse la testa.

S: - “Mi sto comportando come una cretina…”

In fondo non era certo colpa sua se nessuno riusciva ad apprezzarla… se era sola al mondo…

S: - “Ma cosa ho fatto di male? Perché capitano tutte a me? Almeno prima avevo un’amica… Iku… lei era l’unica in grado di capirmi… ma un giorno… vennero due adulti e la portarono con sé… lei non voleva… continuava a urlarlo… ‘Se non viene anche Strawberry io non mi muovo da qui’… ma subito la responsabile dell’orfanotrofio la fece tacere… ‘Comportati bene con queste persone che hanno avuto la gentilezza di adottarti!’ diceva… altroché… era solo contenta che ci fosse una marmocchia in meno da accudire e da sfamare… comunque, dopo di lei, nessuno riuscì a diventare mio amico… in questo posto sono tutti così ipocriti… ragazzini immaturi che cercano di apparire quello che non sono per essere adottati… o di entrare nelle grazie della vicepreside, la signorina Miyazaki, per vivere qui dentro in condizioni migliori…

L’unica mia consolazione è che quando compirò 17 anni me ne potrò andare… ancora due anni ed è fatta… devo resistere solo fino ad allora…”

Signora: - Ragazzi, è pronto da mangiare!

I giovani si diressero verso la mensa dove si dovevano servire da sé. Quel giorno c’era della pasta scondita e del formaggio andato a male e di pessima qualità… la solita robaccia… la ragazza rossa pensava a come doveva essere la vita dei ricchi… ma anche solo della gente comune… che magari vivevano di stenti come lei, mangiavano le stesse cose che mangiava lei… ma erano felici, perché avevano una famiglia… dei genitori, dei nonni, degli zii… magari anche dei fratelli… un marito… dei figli… insomma, qualcuno da amare…

I suoi pensieri furono interrotti bruscamente da un urlo.

Signora: - Momomiya! Ti vogliono in Presidenza!

La ragazza si diresse verso l’ufficio della Preside cercando di capire il motivo della chiamata.

S: - “Che cosa potrei aver fatto? Non mi sembra di avere infranto nessuna regola negli ultimi giorni… inoltre, la Preside non se la prende per le piccolezze…”

Quella donna era una delle poche, anzi l’unica, che le andava a genio in quel posto… era la sola persona che la capiva, che la consolava…

Fece un bel respiro e aprì la porta.

Preside: - Buongiorno, signorina Momomiya! - disse con tono gioviale

S: - Buongiorno… - disse, facendo un piccolo inchino – qual è il motivo della mia chiamata?

Pr: - Ecco… è arrivata una lettera destinata a te…

S: - Chi è il mittente?

Pr: - Non c’è scritto… naturalmente non mi sono permessa di aprirla… comunque tieni…

La donna le porse una busta bianca.

La ragazza strappò un lembo della busta per aprirla.

Dentro c’era un foglio scritto, stampato al computer.

La ragazza la lesse mentalmente:

‘Cara Strawberry,

da quando sei nata credi di essere sola al mondo ma in realtà hai un parente.

Si trova alla scuola superiore Seirin (Sparato a caso ndAya) di Tokyo.

Con affetto’

S: - Oddio… signorina… legga…

La preside la lesse.

Pr: - Che… che cosa? Com’è possibile?

S: - “E ora che farò? Avrò il permesso per andare a studiare lì?”

La donna, quasi leggendole nel pensiero, disse:

Pr: - Senti Strawberry, a me piacerebbe che restassi qui, dato che ormai sei grande e puoi aiutarci con i bambini più piccoli… ma comprendo benissimo che tu voglia andare a cercare il tuo parente… anch’io farei la stessa cosa…

S: - Ma…

Pr: - Se è della retta che ti preoccupi, non è un problema, posso pagartela io!

S: - No, non si deve disturbare fino a questo punto, signorina…

Pr: - Niente disturbo! Tu sei la mia bambina preferita, e lo sai, quindi per me non sarà un problema. Inoltre, quello che ti darò non verrà speso qui per il cibo e il vestiario, quindi…

S: - Sì, ma il Seirin è uno dei più prestigiosi licei di Tokyo e la spesa sarà molto alta…

Pr: - Ora basta, ho deciso che andrai al Seirin e così sarà! Inoltre, hai davvero una bella testa ed è un peccato che venga sprecata nella scuola di un orfanotrofio!

S: - Bè, se proprio me lo impone…

Pr: - Bene, allora vai a preparare tutte le tue cose, dato che domani partirai alla volta di Tokyo!

S: - Va bene…

La ragazza stava per uscire dalla stanza quando si girò e sussurrò:

S: - Grazie…

Per tutta risposta, la donna le fece un sorriso.

Strawberry si diresse verso la sua camera.

S: - “Evviva! Allora… allora c’è qualcuno al mondo che pensa a me! Allora… non sono così sola come pensavo!”

La ragazza preparò le valigie, e l’indomani prese il treno diretto a Tokyo e arrivò a destinazione dopo poche ore.

Giunta alla stazione, prese un taxi che la portò alla scuola superiore ‘Seirin’, una delle più rinomate dell’intera nazione.

Strawberry si diresse verso la segreteria.

S: - Buongiorno, io sono Strawberry Momomiya e domani dovrei cominciare a studiare in quest’istituto…

Segretaria: - Sì, la signorina Momomiya, ben arrivata in questa scuola! Spero che ti troverai bene! Dato che hai una media molto alta non credo avrai problemi di studio! Se devi comprare l’uniforme, va’ da quella parte…

S: - “Che bello! L’uniforme! Ah, ho sempre sognato di poterla portare… anche se credevo che quel sogno non si sarebbe mai avverato… e invece…” Grazie mille, signora!

Segretaria: - Di niente! ^^

La ragazza si diresse in quel luogo, diede le sue misure e si fece confezionare un uniforme.

Era composta da una camicia bianca, una gonnellina a pieghe beige con delle righe rosse e una cravatta con la stessa texture (Ho fatto una doll di Strawberry con l’uniforme, se vi interessa lasciatemi un commento con il vostro indirizzo e-mail e ve la mando ndAya) .

S: - Uao! Mi sta davvero benissimo!

La ragazza, ancora con indosso la divisa, si diresse verso la sua camera (Alla scuola è annesso un dormitorio).

In essa c’erano due letti; uno era occupato da una ragazza bionda intenta a leggere un libro.

S: - Ehm… buongiorno…

La bionda la guardò con la coda dell’occhio.

??: - Ciao… - disse, e riprese a leggere

S: - AHM AHM (Si sta schiarendo la voce per attirare l’attenzione ndAya)… io sono Strawberry Momomiya, la tua nuova compagna di stanza, piacere!

Al che, l’altra ragazza mise un segnalibro nel volume che stava leggendo e si alzò.

Disse, porgendole la mano:

??: - Io sono Yui Nomura, piacere mio!

Strawberry le strinse la mano e le chiese:

S: - Che anno frequenti?

Yui [Y]: - Il terzo…

S: - Ah… io il primo, ma mi sono appena trasferita e comincio domani. Sai qualcosa sui prof?

Y: - Dipende dalla classe…

S: - Vuoi dire che ci sono dei professori diversi in ogni classe?

Y: - Direi, con tutte le sezioni che ci sono…

S: - Quante sono?

Y: - Mmh… le prime sono… nove!

S: - CHE COSA?

Strawberry rimase meravigliata dal numero elevato di classi, dato che nella scuola annessa all’orfanotrofio c’erano due, massimo tre classi per anno, e che lei non era mai uscita da quell’istituto, e non sapeva niente del mondo esterno…

Y: - Sì, nove, ormai tutte le scuole più o meno ne hanno così! Tu in che scuola andavi prima?

S: - In una scuola… dell’orfanotrofio dove vivevo…

Y: - Ah, scusa, mi dispiace di averti fatto ricordare…

S: - No, non importa… comunque sono nella sezione F!

Y: - Nella F? Oddio…

S: - Perché? Ci sono dei prof severi?

Y: - Peggio, molto peggio… nella tua classe c’è Shirogane e i suoi amici…

S: - Chi sono?

Y: - È il gruppetto che domina la scuola… disturbano tutte le lezioni e non esitano a picchiare anche le ragazze, se solo si fa loro anche una minima cosa, magari involontariamente… neanche i professori riescono a dominarli… sono già stati bocciati due volte… un anno erano in classe con me…

S: - Oh mamma…

Y: - Senti, ti do un consiglio: se vedi cinque ragazzi senza uniforme, sono loro! Quindi non toccarli, non provocarli e allontanati da loro il prima possibile! Soprattutto da Ryan Shirogane, pare che sia il capo della banda…

S: - Ah… grazie…

Y: - Comunque io, tra qualche settimana, me ne vado… mi devo trasferire…

S: - Ah, mi dispiace che non sarai più la mia compagna di stanza…

Y: - Anche a me… ora devo uscire… ciao, ci vediamo!

S: - Ciao!

Strawberry si sdraiò sul suo letto… certo che era proprio duro e confortevole…

S: - “Quello dell’orfanotrofio era vecchio e sfondato… sono così contenta di essermene andata da lì! AH! ME NE STAVO QUASI DIMENTICANDO! Sono venuta qui per cercare il mio parente, non per svago! Solo che… come farò a trovarlo?”

La ragazza si addormentò.

 

L’indomani, la ragazza rossa si svegliò presto. Aveva dormito poco e male, del resto come poteva non essere così, con tutti i pensieri che aveva… le nuove persone che avrebbe conosciuto, la ricerca del suo parente, i suoi compagni ‘problematici’…

Velocemente si lavò, si mise l’uniforme e andò al bar della scuola, che si trovava al piano terra.

Dietro al bancone, lavorava un ragazzo sulla ventina, con occhi e capelli castani.

Barista: - Che cosa desidera, signorina?

S: - Un bicchiere di latte e una brioche alla marmellata di fragole

Barista: - Eccoti la brioche, il latte lo preparo subito!

Dopo qualche secondo, il castano le porse la bevanda.

Barista: - Sei nuova? Non ti ho mai visto…

S: - Sì, oggi è il mio primo giorno qui! Mi chiamo Strawberry Momomiya, piacere!

Barista: - Io sono Junpei Kawahita, il piacere è tutto mio! Da dove vieni, Strawberry?

S: - Da Osaka… comunque, quanto ti devo?

Junpei [J]: - Niente, offro io!

S: - Ma… vabbè, grazie… senti, sai dove si trova la I F?

J: - F? Sei nella F? Vuol dire che sei in classe con…

S: - Sì, ne sono già stata messa al corrente…

J: - Comunque è su al primo piano

S: - Ah bene! Ora vado!

J: - Senti, l’ultima cosa… tu sei una che di solito segue le lezioni?

S: - Sì, sono molto studiosa, perché?

J: - “È capitata proprio nella classe giusta…” no, niente… ciao!

S: - Ciao, e grazie ancora!

Strawberry salì le scale e attraversò il corridoio in cerca della sua aula…

S: - I D… I E… Ecco la prima F!

La ragazza aprì la porta ed entrò, lasciandola aperta.

Dentro l’aula c’erano gruppetti di ragazze e ragazzi che spettegolavano e discutevano.

Quando sentirono i passi della rossa, tutti si girarono, qualcuna le accennò un sorriso e poi si rivoltarono, facendo qualche commento sulla nuova venuta.

Strawberry diede un’occhiata in giro: i banchi erano sistemati a due a due ma qualcuno era singolo, alle pareti c’erano cartelloni e cartine geografiche e alla cattedra già sedeva la professoressa: una donna abbastanza giovane, dai capelli rossi e gli occhi azzurri.

Lo sguardo di Strawberry si incontrò con il suo, e si sorrisero.

Dopo, la ragazza si voltò e guardò il corridoio. Vedeva ragazze e ragazzi in uniforme che passavano; la divisa maschile era semplice, dei pantaloni e una giacca blu.

Tutta quella omogeneità venne però interrotta da un ragazzo biondo seguito da quattro amici.

Infatti non era in ‘tenuta’: era vestito con una canottiera da giocatore di basket (spero abbiate capito il genere ndAya) e dei jeans a vita bassa con il cavallo che arrivava quasi alle ginocchia. I quattro che lo seguivano indossavano jeans strappati e felpe di marca.

S: - “Ah, questi devono essere i famosi cinque ragazzi che dominano… certo che però sono davvero belli, soprattutto il primo…”

Il ragazzo, infatti, era alto, biondo e dagli occhi azzurri.

I cinque entrarono in aula.

Lo sguardo del biondo si incrociò per un secondo con quello della rossa, che però si girò.

 

DRIIIN!

Le lezioni erano iniziate.

La professoressa le fece segno con la mano di venire alla cattedra, e la ragazza si incamminò verso di lei.

Prof: - Da oggi avete una nuova compagna, si chiama Strawberry Momomiya e viene da Osaka.

S: - Piacere di conoscervi, spero di fare amicizia con voi! – disse, facendo un piccolo inchino in segno di saluto - Vi dovrei dire una cosa… io sono venuta in questa scuola per cercare un parente, quindi se qualcuno di voi sa qualcosa, non esiti a dirmelo… grazie.

Prof: - Signorina Momomiya, io mi chiamo Sakura Abe e insegno scienze matematiche. Ho saputo dai tuoi vecchi professori che sei molto brava, ma se c’è qualcosa che non capisci chiedi pure! Detto ciò, vai a sederti nel banco in fondo, quello singolo – disse indicandolo.

S: - Va bene, professoressa Abe…

Prof [Abe]: - Bene, oggi parliamo di…

Stranamente, Strawberry non riusciva a seguire la lezione. Pensava e ripensava…

Come avrebbe fatto a trovare il suo parente? Anche se aveva informato i suoi compagni di classe della sua ricerca, non credeva avrebbe servito a molto… sapeva già che in tutto il Giappone non esisteva nessun Momomiya, uno era morto dieci anni prima, molto probabilmente era suo padre, ma sapeva che sicuramente in quella scuola c’era qualcun altro, anche se non sapeva chi fosse il mittente della lettera se ne fidava ciecamente… il suo istinto le diceva così, le diceva di seguire l’unica pista che aveva… anche se solitamente era riflessiva e razionale, quella volta aveva deciso di rischiare, di provarci…

E, d’altronde, aveva anche l’occasione di andarsene dall’orfanotrofio…

S: - “Mmh… non vedo più il biondo e i suoi amici…”

Strawberry si guardò un po’ in giro

S: - “Ah, eccoli!”

Anche loro erano sull’ultima fila di banchi, ma dall’altra parte dell’aula. Ryan Shirogane girava una matita fra le dita, apparentemente seguiva la lezione, ma Strawberry non poteva sapere che stava pensando a come ‘divertirsi’ in quella lezione così noiosa…

Il ragazzo fece cadere la matita sul banco.

Si avvicinò con la sedia ad uno dei suoi amici e cominciò a dialogare ad alta voce.

Abe: - Shirogane, Aoi, smettetela!

I due non la considerarono minimamente e, dopo un po’, anche altri alunni seguirono il loro esempio, alzandosi e chiacchierando con i loro amici.

Abe: - Adesso basta, tornate ai vostri posti…

Le voci si facevano sempre di più, ormai gli unici seduti ordinatamente al proprio posto erano Strawberry e altri quattro ragazzi.

La professoressa, trattenendo a stento le lacrime, disse:

Abe: - Ora basta, ragazzi…

Intanto gli alunni se la spassavano: qualcuno aveva portato una radio e ora i ragazzi ballavano al ritmo di musica commerciale e hardcore.

Un alunno dall’aspetto ordinario, con degli occhiali spessi, il classico secchione insomma, si era alzato dal banco dove sedeva e aveva urlato:

?: - Ora basta! Io voglio seguire la lezione, smettetela di fare confusione e tornate ai vostri posti!

Uno degli amici di Ryan Shirogane, un ragazzo castano dagli occhi verdi, si avvicinò a lui e gli disse:

?: - Che cazzo vuoi, secchione?

Dopodiché lo spinse e gli diede un calcio, al che il ragazzo cadde a terra sofferente.

La rossa si alzò per soccorrerlo e disse al castano:

S: - Perché lo hai picchiato? Che cosa ti ha fatto questo ragazzo? Lui voleva solo tornare a seguire la lezione, inoltre la violenza non va mai usata!

?: - Ehi rossa, le vuoi prendere anche tu?

Prima che il ragazzo le potesse fare qualcosa, però, intervenne Ryan Shirogane, che mise una mano sul petto dell’amico e lo ‘sorpassò’ (Spero che abbiate capito il significato del gesto ndAya).

R: - Aspetta Kyo, in fondo questa ragazzina è arrivata oggi…

Poi, rivolgendosi alla ragazza, disse:

R: - Per te, invece, devi sapere che in questa scuola c’è una legge e la legge sono io, io e i miei quattro amici. Per oggi l’hai passata liscia, ma non devi riprovare a mancarci di rispetto, altrimenti…

Concluse la frase facendo il gesto di ‘tagliare la testa’.

Strawberry lo guardò impaurita.

DRIIIIN!

Era suonata la campanella che segnava la fine dell’ora.

La professoressa Abe se ne andò dall’aula, dicendo le pagine da rileggere solo ai quei quattro alunni che non si erano fatti trascinare.

Dopo entrò un ometto basso e abbastanza anziano quasi calvo, che disse:

?: - Vi informo che oggi c’è sciopero dei professori, quindi, dato che i vostri aderiscono tutti, potete andare.

Gli alunni misero i libri nelle cartelle e uscirono dall’aula.

Strawberry scese le scale e andò al bar.

S: - Junpei, fammi un caffè, va…

J: - Come mai già qui? Hai bigiato?

S: - No, c’è sciopero… comunque, ora ho capito perché mi avevi chiesto se sono studiosa…

J: - Da queste parole presumo che la tua prima lezione non sia andata molto bene…

S: - Infatti… sembrava cominciasse bene, ma poi Ryan Shirogane si è avvicinato con la sedia ad uno dei suoi amici per parlare e… bè, comunque, dopo un po’, non sembrava neanche più una classe… radio a tutto volume, gente che ballava… dopo un po’, un ragazzo si è alzato per protestare, e l’hanno picchiato… stavano per picchiare anche me…

J: - Vuol dire che ti sei messa in mezzo? Non farlo mai più se non vuoi rimetterci la pelle!

S: - Bè, ma quel ragazzo… poveretto, l’avevano picchiato senza motivo… inoltre, io sono contro la violenza…

J: - Bè, alla fine come l’hai scampata?

S: - È arrivato il biondo… e mi ha fatto capire di non immischiarmi di nuovo…

J: - Tsk… quel cretino… si crede di essere chissà chi, ma è solo un ragazzino viziato

S: - Secondo te, perché lo fa? Voglio dire, se fa quelle cose un motivo ci sarà…

J: - Mah, per me lo fa solo per divertirsi… quale sia il suo concetto di divertimento non l’ho capito, comunque… ma parliamo d’altro…

I due chiacchieravano allegramente quando un bel ragazzo si avvicinò al bancone.

R: - Dammi una piña-colada, Kawahita.

J: - Mi dispiace, ma sei minorenne e non ti posso dare bibite alcoliche…

R: - Ne sei sicuro?

J: - Credi di spaventarmi, Shirogane?

R: - Ah, ma guarda un po’, c’è anche la rossa di stamani! È una tua amica?

J: - Lasciala stare, Shirogane!

R: - E da quando in qua qualcuno si permette di darmi ordini?

J: - Ora ti aggiusto un po’ io il carattere…

Junpei scavalcò il bancone e diede a Ryan un cazzotto in pieno volto.

Il biondo rispose con un calcio.

S: - Basta, smettetela, per favore…

J: - Lasciami fare Strawberry, a questo moccioso viziato serve una bella lezione…

S: - No, finiscila Junpei! È sbagliato rispondere alla violenza con altra violenza, così nessuno concluderà mai niente! Bisogna dialogare per risolvere i problemi! E…

In quel momento arrivò un professore che separò i due.

Prof: - CHE DIAVOLO STATE FACENDO? Kawahita, sei sospeso dal tuo lavoro per una settimana, che è il tempo per decidere se licenziarti o meno! E tu, Shirogane, dato che pare che non abbia iniziato tu, hai solo una nota sul registro! Ma non pensare di cavartela con così poco, la prossima volta!

Ryan non veniva mai punito pesantemente; infatti, suo padre era uno che contava nella società, inoltre, delle volte finanziava alcuni progetti scolastici…

Il biondo fece un sorrisetto al castano.

J: - _Schifoso raccomandato… ma se pensi di passarla liscia anche la prossima volta, ti sbagli di grosso, caro il mio Shirogane…_

Junpei stava per andarsene, quando Strawberry lo fermò

S: - Mi dispiace, è stata tutta colpa mia…

J: - Ma va, figurati, l’ho picchiato solo perché non mi va a genio, e non per causa tua…

S: - Comunque non farlo mai più! Non bisogna mai usare la violenza verso gli altri!

J: - “Che ragazzina innocente… però… è interessante… spero di non essere licenziato, così…” Bè, io ora devo andare, ci vediamo, o almeno lo spero…

S: - Ciao Junpei…

La ragazza torno in camera sua, e accese il computer allo scopo di stampare dei volantini riguardo la ricerca del suo parente.

Voleva andarsene, rispetto a questa scuola preferiva mille volte stare in orfanotrofio, e se il mondo esterno era dappertutto così… bè, forse era meglio non conoscerlo affatto…

S: - Ecco fatto, così dovrebbe andare bene… ‘Cerco un parente, chiedo informazioni. Se sapete qualcosa, contattatemi. Strawberry Momomiya classe I F’

La ragazza andò ad attaccare i fogli nei vari piani. Poi scese al piano terra e si diresse nell’ala posteriore, dove c’erano i vari campi da gioco.

S: - “Mi piacerebbe iscrivermi a qualche club…”

Vide un foglio attaccato al muro e lesse:

S: - ‘I club sportivi di questa scuola sono:

club di calcio, club di nuoto, club di kung-fu, club di ginnastica ritmica, club di tiro con l’arco, club di pattinaggio, club di pallavolo, club di pallamano…’ uhm… credo che andrò a iscrivermi a quello di ginnastica ritmica…

Strawberry andò in segreteria per iscriversi e incontrò…

R: - Guarda un po’ chi si rivede! La rossina amica del barista!

La ragazza non gli disse niente

R: - Ehi, parlo con te, eh? Guarda che quasi tutte le nostre compagne di classe farebbero la fila solo per rivolgermi la parola, sai…

S: - Hai detto bene, quasi tutte, tra quelle non sono inclusa, sai…

R: - Comunque alla fine mi hai rivolto la parola, eh?

S: - Senti, Ryan,…

R: - Tu… tu, ragazzina… come hai osato chiamarmi per nome? Chi te l’ha mai permesso?

Strawberry, quando viveva all’orfanotrofio, era abituata a chiamare i ragazzi più o meno della sua età per nome, e non poteva certo sapere che in tutto il resto del Giappone le usanze erano differenti!

S: - Perché?

R: - Mi stai prendendo in giro, ragazzina? Prendi in giro me, Ryan Shirogane, il dominatore incontrastato del Seirin? Ti rendi conto di quale pazzia tu stia facendo? E per di più, dopo aver ricevuto un avvertimento!

S: - Ma che cosa ho fatto?

R: - Allora le vuoi prendere…

Improvvisamente arrivò una segretaria.

?: - Che cosa volete, ragazzi?

S: - Volevo iscrivermi… al club di ginnastica ritmica…

?: - Ah, bene, aspetta che vado a prendere il foglio con le iscrizioni…

La donna andò a cercare il documento; intanto Ryan avvicinò le sue labbra all’orecchio di Strawberry e sussurrò:

R: - _Non è finita qui…_

La ragazza sussultò.

?: - Eccomi qua! Tu sei…

S: - Momomiya Strawberry…

?: - Dov’è finito Ryan Shirogane?

S: - Non so… era qui fino ad un momento fa…

?: - Vabbè… tornando a noi, gli allenamenti sono il mercoledì, quindi domani, e il venerdì, dalle 16 alle 18.

S: - Va bene… grazie e arrivederci…

La ragazza salì in camera e dopo qualche minuto, entrò anche la sua compagna di stanza Yui.

S: - Ah Yui, giusto te cercavo!

Y: - Com’è andato il primo giorno?

S: - Non molto bene, direi… comunque, mi devi aiutare.

Y: - Che ti è successo?

S: - Ecco, stavo parlando con Ryan Shirogane e improvvisamente lui si è arrabbiato… e non capisco il perché…

Y: - Uhm… che cosa gli hai detto precisamente?

S: - Mah… gli ho detto qualcosa tipo: ‘ascolta, Ryan…’

Y: - Ryan? Gli hai detto Ryan?

S: - Sì, che cosa c’è di male?

Y: - Che lo hai chiamato per nome, ecco cosa!

S: - E allora?

Y: - Come ‘e allora’?

S: - Perché, non ci si chiama per nome tra ragazzi?

Y: - Ma su che pianeta sei vissuta finora? Forse dove vivevi non era così, ma normalmente qui si chiamano per nome solo i parenti e gli amici intimi, come nel resto del Giappone!

S: - Davvero? Io… io ho sempre chiamato per cognome solo gli adulti…

Y: - Scusa se mi sono rivolta male… comunque, ti conviene andarti a scusare, domani…

S: - Ma scusa, io che ne potevo sapere? Non è mica colpa mia!

Y: - Ma tu non li puoi affrontare da sola!

S: - Bè, non mi sembra che debba affrontare un dio, in fondo sono solo dei ragazzi…

Y: - Lo sono, ma… comunque, fai come meglio credi…

Strawberry andò a sdraiarsi sul suo letto per riflettere.

S: - Anche se non è giusto… in fondo Yui ha ragione… mi basterà scusarmi… non ho niente da perdere… sì, penso proprio che farò così…

La ragazza si addormentò.

 

L’indomani si svegliò tardi, giusto in tempo per prepararsi velocemente e andare in classe.

Quel giorno Ryan e i suoi amici erano assenti, quindi le lezioni passarono tranquillamente.

Al termine delle lezioni Strawberry andò a sedersi ad uno dei tavolini del bar.

S: - “Oggi dovevo chiedere scusa a Ryan Shirogane ma non c’è… bè, andrò in camera a studiare…”

La ragazza si stava per alzare quando lo vide: era vestito con una maglietta nera aderente e dei pantaloni larghi bianchi.

S: - “Ah! Eccolo lì! Certo che è figo però… *//////* ma no, che sto dicendo? Lui… bè, meglio raggiungerlo subito!”

Strawberry corse verso di lui, che stava per andare al bancone del bar

S: - RY…SHIROGANE! TI DEVO PARLARE!

R: - Ah, la rossa… cosa vuoi?

S: - Ecco, io… ti volevo chiedere scusa per ieri… non so cosa mi sia preso…

R: - Ti perdono…

S: - Graz…

R: - …ma ad una condizione…

S: - Quale?

R: - Devi diventare la mia schiava!

 

To be continued…

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°**°*

Salve a tutti, ed eccomi con una nuova ff! beh, cioè, in realtà nuova non è, l’avevo postata in un altro sito qualche mese fa… in tutto è formata da otto capitoli, che vi posterò un po’  alla volta per farvi sopportare l’attesa dei nuovi capitoli di Il Cast di Tokyo Mew Mew in “Beautiful” e Amore Combinato (come se ce ne fregasse qualcosa UU ndTutti)…

Spero che vi piaccia! Mi raccomando, recensite!

  
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