Ciao a tutti! Prima
di iniziare, vi faccio una premessa: la ff è AU, cioè si svolge in un
tempo e un luogo diversi dall’originale.
Nei dialoghi uso le
sigle:
Strawberry: S
Ryan: R
Gli altri ve li
dirò in seguito.
“Parole tra
virgolette”= Pensieri
_Parole tra
trattini bassi_= Sussurri
L’età dei
personaggi è:
Strawberry: 15
Ryan: 17
Detto questo… si
comincia!
P.S. Mi raccomando
commentate!
________________________________________________________
Capitolo 1: Introduzione –
L’arrivo al Seirin
“Perché? Perché
vivo da 15 anni in questo orfanotrofio? Perché non ho un parente che mi cerchi?
PERCHÉ NESSUNO MI AMA?” – Pensava Strawberry, una giovane ragazza abbandonata
alla nascita in un triste istituto…
Un orfanotrofio…
Una specie di
carcere brulicante di bambini lasciati soli… privo del calore di una famiglia…
gestito da scorbutiche donne e finanziato da qualche riccone giusto per rendere
più prestigioso il suo nome…
Ogni tanto, qualche
coppia che non poteva avere figli entrava in quel piccolo mondo e sceglieva uno
o due bambini che poi sarebbero entrati a far parte della loro famiglia… e in
base a che cosa? Al sesso? Al fatto di essere carini e gentili? E questi
sarebbero motivi giustificabili?
S: - “E allora
perché non mi hanno mai scelto? In fondo sono molto educata e di bell’aspetto…”
La ragazza scosse
la testa.
S: - “Mi sto
comportando come una cretina…”
In fondo non era
certo colpa sua se nessuno riusciva ad apprezzarla… se era sola al mondo…
S: - “Ma cosa ho
fatto di male? Perché capitano tutte a me? Almeno prima avevo un’amica… Iku…
lei era l’unica in grado di capirmi… ma un giorno… vennero due adulti e la
portarono con sé… lei non voleva… continuava a urlarlo… ‘Se non viene anche
Strawberry io non mi muovo da qui’… ma subito la responsabile dell’orfanotrofio
la fece tacere… ‘Comportati bene con queste persone che hanno avuto la
gentilezza di adottarti!’ diceva… altroché… era solo contenta che ci fosse una
marmocchia in meno da accudire e da sfamare… comunque, dopo di lei, nessuno
riuscì a diventare mio amico… in questo posto sono tutti così ipocriti…
ragazzini immaturi che cercano di apparire quello che non sono per essere
adottati… o di entrare nelle grazie della vicepreside, la signorina Miyazaki,
per vivere qui dentro in condizioni migliori…
L’unica mia
consolazione è che quando compirò 17 anni me ne potrò andare… ancora due anni
ed è fatta… devo resistere solo fino ad allora…”
Signora: - Ragazzi,
è pronto da mangiare!
I giovani si
diressero verso la mensa dove si dovevano servire da sé. Quel giorno c’era
della pasta scondita e del formaggio andato a male e di pessima qualità… la
solita robaccia… la ragazza rossa pensava a come doveva essere la vita dei
ricchi… ma anche solo della gente comune… che magari vivevano di stenti come
lei, mangiavano le stesse cose che mangiava lei… ma erano felici, perché
avevano una famiglia… dei genitori, dei nonni, degli zii… magari anche dei
fratelli… un marito… dei figli… insomma, qualcuno da amare…
I suoi pensieri
furono interrotti bruscamente da un urlo.
Signora: -
Momomiya! Ti vogliono in Presidenza!
La ragazza si
diresse verso l’ufficio della Preside cercando di capire il motivo della
chiamata.
S: - “Che cosa
potrei aver fatto? Non mi sembra di avere infranto nessuna regola negli ultimi
giorni… inoltre, la Preside non se la prende per le piccolezze…”
Quella donna era
una delle poche, anzi l’unica, che le andava a genio in quel posto… era la sola
persona che la capiva, che la consolava…
Fece un bel respiro
e aprì la porta.
Preside: -
Buongiorno, signorina Momomiya! - disse con tono gioviale
S: - Buongiorno… -
disse, facendo un piccolo inchino – qual è il motivo della mia chiamata?
Pr: - Ecco… è
arrivata una lettera destinata a te…
S: - Chi è il
mittente?
Pr: - Non c’è
scritto… naturalmente non mi sono permessa di aprirla… comunque tieni…
La donna le porse
una busta bianca.
La ragazza strappò
un lembo della busta per aprirla.
Dentro c’era un
foglio scritto, stampato al computer.
La ragazza la lesse
mentalmente:
‘Cara Strawberry,
da quando sei nata
credi di essere sola al mondo ma in realtà hai un parente.
Si trova alla
scuola superiore Seirin (Sparato a caso ndAya) di Tokyo.
Con affetto’
S: - Oddio…
signorina… legga…
La preside la
lesse.
Pr: - Che… che
cosa? Com’è possibile?
S: - “E ora che
farò? Avrò il permesso per andare a studiare lì?”
La donna, quasi
leggendole nel pensiero, disse:
Pr: - Senti
Strawberry, a me piacerebbe che restassi qui, dato che ormai sei grande e puoi
aiutarci con i bambini più piccoli… ma comprendo benissimo che tu voglia andare
a cercare il tuo parente… anch’io farei la stessa cosa…
S: - Ma…
Pr: - Se è della
retta che ti preoccupi, non è un problema, posso pagartela io!
S: - No, non si
deve disturbare fino a questo punto, signorina…
Pr: - Niente
disturbo! Tu sei la mia bambina preferita, e lo sai, quindi per me non sarà un
problema. Inoltre, quello che ti darò non verrà speso qui per il cibo e il
vestiario, quindi…
S: - Sì, ma il
Seirin è uno dei più prestigiosi licei di Tokyo e la spesa sarà molto alta…
Pr: - Ora basta, ho
deciso che andrai al Seirin e così sarà! Inoltre, hai davvero una bella testa
ed è un peccato che venga sprecata nella scuola di un orfanotrofio!
S: - Bè, se proprio
me lo impone…
Pr: - Bene, allora
vai a preparare tutte le tue cose, dato che domani partirai alla volta di
Tokyo!
S: - Va bene…
La ragazza stava
per uscire dalla stanza quando si girò e sussurrò:
S: - Grazie…
Per tutta risposta,
la donna le fece un sorriso.
Strawberry si
diresse verso la sua camera.
S: - “Evviva!
Allora… allora c’è qualcuno al mondo che pensa a me! Allora… non sono così sola
come pensavo!”
La ragazza preparò
le valigie, e l’indomani prese il treno diretto a Tokyo e arrivò a destinazione
dopo poche ore.
Giunta alla
stazione, prese un taxi che la portò alla scuola superiore ‘Seirin’, una delle
più rinomate dell’intera nazione.
Strawberry si
diresse verso la segreteria.
S: - Buongiorno, io
sono Strawberry Momomiya e domani dovrei cominciare a studiare in
quest’istituto…
Segretaria: - Sì,
la signorina Momomiya, ben arrivata in questa scuola! Spero che ti troverai
bene! Dato che hai una media molto alta non credo avrai problemi di studio! Se
devi comprare l’uniforme, va’ da quella parte…
S: - “Che bello!
L’uniforme! Ah, ho sempre sognato di poterla portare… anche se credevo che quel
sogno non si sarebbe mai avverato… e invece…” Grazie mille, signora!
Segretaria: - Di
niente! ^^
La ragazza si
diresse in quel luogo, diede le sue misure e si fece confezionare un uniforme.
Era composta da una
camicia bianca, una gonnellina a pieghe beige con delle righe rosse e una
cravatta con la stessa texture (Ho fatto una doll di Strawberry con l’uniforme,
se vi interessa lasciatemi un commento con il vostro indirizzo e-mail e ve la
mando ndAya) .
S: - Uao! Mi sta
davvero benissimo!
La ragazza, ancora
con indosso la divisa, si diresse verso la sua camera (Alla scuola è annesso un
dormitorio).
In essa c’erano due
letti; uno era occupato da una ragazza bionda intenta a leggere un libro.
S: - Ehm… buongiorno…
La bionda la guardò
con la coda dell’occhio.
??: - Ciao… -
disse, e riprese a leggere
S: - AHM AHM (Si
sta schiarendo la voce per attirare l’attenzione ndAya)… io sono Strawberry
Momomiya, la tua nuova compagna di stanza, piacere!
Al che, l’altra ragazza
mise un segnalibro nel volume che stava leggendo e si alzò.
Disse, porgendole
la mano:
??: - Io sono Yui
Nomura, piacere mio!
Strawberry le
strinse la mano e le chiese:
S: - Che anno
frequenti?
Yui [Y]: - Il
terzo…
S: - Ah… io il
primo, ma mi sono appena trasferita e comincio domani. Sai qualcosa sui prof?
Y: - Dipende dalla
classe…
S: - Vuoi dire che
ci sono dei professori diversi in ogni classe?
Y: - Direi, con
tutte le sezioni che ci sono…
S: - Quante sono?
Y: - Mmh… le prime
sono… nove!
S: - CHE COSA?
Strawberry rimase
meravigliata dal numero elevato di classi, dato che nella scuola annessa
all’orfanotrofio c’erano due, massimo tre classi per anno, e che lei non era
mai uscita da quell’istituto, e non sapeva niente del mondo esterno…
Y: - Sì, nove, ormai
tutte le scuole più o meno ne hanno così! Tu in che scuola andavi prima?
S: - In una scuola…
dell’orfanotrofio dove vivevo…
Y: - Ah, scusa, mi
dispiace di averti fatto ricordare…
S: - No, non
importa… comunque sono nella sezione F!
Y: - Nella F? Oddio…
S: - Perché? Ci
sono dei prof severi?
Y: - Peggio, molto
peggio… nella tua classe c’è Shirogane e i suoi amici…
S: - Chi sono?
Y: - È il gruppetto
che domina la scuola… disturbano tutte le lezioni e non esitano a picchiare
anche le ragazze, se solo si fa loro anche una minima cosa, magari
involontariamente… neanche i professori riescono a dominarli… sono già stati
bocciati due volte… un anno erano in classe con me…
S: - Oh mamma…
Y: - Senti, ti do
un consiglio: se vedi cinque ragazzi senza uniforme, sono loro! Quindi non
toccarli, non provocarli e allontanati da loro il prima possibile! Soprattutto
da Ryan Shirogane, pare che sia il capo della banda…
S: - Ah… grazie…
Y: - Comunque io,
tra qualche settimana, me ne vado… mi devo trasferire…
S: - Ah, mi dispiace
che non sarai più la mia compagna di stanza…
Y: - Anche a me…
ora devo uscire… ciao, ci vediamo!
S: - Ciao!
Strawberry si
sdraiò sul suo letto… certo che era proprio duro e confortevole…
S: - “Quello
dell’orfanotrofio era vecchio e sfondato… sono così contenta di essermene
andata da lì! AH! ME NE STAVO QUASI DIMENTICANDO! Sono venuta qui per cercare
il mio parente, non per svago! Solo che… come farò a trovarlo?”
La ragazza si
addormentò.
L’indomani, la
ragazza rossa si svegliò presto. Aveva dormito poco e male, del resto come
poteva non essere così, con tutti i pensieri che aveva… le nuove persone che
avrebbe conosciuto, la ricerca del suo parente, i suoi compagni ‘problematici’…
Velocemente si
lavò, si mise l’uniforme e andò al bar della scuola, che si trovava al piano
terra.
Dietro al bancone,
lavorava un ragazzo sulla ventina, con occhi e capelli castani.
Barista: - Che cosa
desidera, signorina?
S: - Un bicchiere
di latte e una brioche alla marmellata di fragole
Barista: - Eccoti
la brioche, il latte lo preparo subito!
Dopo qualche
secondo, il castano le porse la bevanda.
Barista: - Sei
nuova? Non ti ho mai visto…
S: - Sì, oggi è il
mio primo giorno qui! Mi chiamo Strawberry Momomiya, piacere!
Barista: - Io sono
Junpei Kawahita, il piacere è tutto mio! Da dove vieni, Strawberry?
S: - Da Osaka…
comunque, quanto ti devo?
Junpei [J]: -
Niente, offro io!
S: - Ma… vabbè,
grazie… senti, sai dove si trova la I F?
J: - F? Sei nella
F? Vuol dire che sei in classe con…
S: - Sì, ne sono
già stata messa al corrente…
J: - Comunque è su
al primo piano
S: - Ah bene! Ora vado!
J: - Senti,
l’ultima cosa… tu sei una che di solito segue le lezioni?
S: - Sì, sono molto
studiosa, perché?
J: - “È capitata
proprio nella classe giusta…” no, niente… ciao!
S: - Ciao, e grazie
ancora!
Strawberry salì le
scale e attraversò il corridoio in cerca della sua aula…
S: - I D… I
E… Ecco la prima F!
La ragazza aprì la
porta ed entrò, lasciandola aperta.
Dentro l’aula
c’erano gruppetti di ragazze e ragazzi che spettegolavano e discutevano.
Quando sentirono i
passi della rossa, tutti si girarono, qualcuna le accennò un sorriso e poi si
rivoltarono, facendo qualche commento sulla nuova venuta.
Strawberry diede
un’occhiata in giro: i banchi erano sistemati a due a due ma qualcuno era
singolo, alle pareti c’erano cartelloni e cartine geografiche e alla cattedra
già sedeva la professoressa: una donna abbastanza giovane, dai capelli rossi e
gli occhi azzurri.
Lo sguardo di
Strawberry si incontrò con il suo, e si sorrisero.
Dopo, la ragazza si
voltò e guardò il corridoio. Vedeva ragazze e ragazzi in uniforme che
passavano; la divisa maschile era semplice, dei pantaloni e una giacca blu.
Tutta quella
omogeneità venne però interrotta da un ragazzo biondo seguito da quattro amici.
Infatti non era in
‘tenuta’: era vestito con una canottiera da giocatore di basket (spero abbiate
capito il genere ndAya) e dei jeans a vita bassa con il cavallo che arrivava
quasi alle ginocchia. I quattro che lo seguivano indossavano jeans strappati e
felpe di marca.
S: - “Ah, questi
devono essere i famosi cinque ragazzi che dominano… certo che però sono davvero
belli, soprattutto il primo…”
Il ragazzo,
infatti, era alto, biondo e dagli occhi azzurri.
I cinque entrarono
in aula.
Lo sguardo del
biondo si incrociò per un secondo con quello della rossa, che però si girò.
DRIIIN!
Le lezioni erano
iniziate.
La professoressa le
fece segno con la mano di venire alla cattedra, e la ragazza si incamminò verso
di lei.
Prof: - Da oggi
avete una nuova compagna, si chiama Strawberry Momomiya e viene da Osaka.
S: - Piacere di
conoscervi, spero di fare amicizia con voi! – disse, facendo un piccolo inchino
in segno di saluto - Vi dovrei dire una cosa… io sono venuta in questa scuola
per cercare un parente, quindi se qualcuno di voi sa qualcosa, non esiti a
dirmelo… grazie.
Prof: - Signorina
Momomiya, io mi chiamo Sakura Abe e insegno scienze matematiche. Ho saputo dai
tuoi vecchi professori che sei molto brava, ma se c’è qualcosa che non capisci
chiedi pure! Detto ciò, vai a sederti nel banco in fondo, quello singolo –
disse indicandolo.
S: - Va bene,
professoressa Abe…
Prof [Abe]: - Bene,
oggi parliamo di…
Stranamente,
Strawberry non riusciva a seguire la lezione. Pensava e ripensava…
Come avrebbe fatto
a trovare il suo parente? Anche se aveva informato i suoi compagni di classe
della sua ricerca, non credeva avrebbe servito a molto… sapeva già che in tutto
il Giappone non esisteva nessun Momomiya, uno era morto dieci anni prima, molto
probabilmente era suo padre, ma sapeva che sicuramente in quella scuola c’era
qualcun altro, anche se non sapeva chi fosse il mittente della lettera se ne
fidava ciecamente… il suo istinto le diceva così, le diceva di seguire l’unica
pista che aveva… anche se solitamente era riflessiva e razionale, quella volta
aveva deciso di rischiare, di provarci…
E, d’altronde,
aveva anche l’occasione di andarsene dall’orfanotrofio…
S: - “Mmh… non vedo
più il biondo e i suoi amici…”
Strawberry si
guardò un po’ in giro
S: - “Ah, eccoli!”
Anche loro erano
sull’ultima fila di banchi, ma dall’altra parte dell’aula. Ryan Shirogane
girava una matita fra le dita, apparentemente seguiva la lezione, ma Strawberry
non poteva sapere che stava pensando a come ‘divertirsi’ in quella lezione così
noiosa…
Il ragazzo fece
cadere la matita sul banco.
Si avvicinò con la
sedia ad uno dei suoi amici e cominciò a dialogare ad alta voce.
Abe: - Shirogane,
Aoi, smettetela!
I due non la
considerarono minimamente e, dopo un po’, anche altri alunni seguirono il loro
esempio, alzandosi e chiacchierando con i loro amici.
Abe: - Adesso
basta, tornate ai vostri posti…
Le voci si facevano
sempre di più, ormai gli unici seduti ordinatamente al proprio posto erano
Strawberry e altri quattro ragazzi.
La professoressa,
trattenendo a stento le lacrime, disse:
Abe: - Ora basta,
ragazzi…
Intanto gli alunni
se la spassavano: qualcuno aveva portato una radio e ora i ragazzi ballavano al
ritmo di musica commerciale e hardcore.
Un alunno
dall’aspetto ordinario, con degli occhiali spessi, il classico secchione
insomma, si era alzato dal banco dove sedeva e aveva urlato:
?: - Ora basta! Io
voglio seguire la lezione, smettetela di fare confusione e tornate ai vostri
posti!
Uno degli amici di
Ryan Shirogane, un ragazzo castano dagli occhi verdi, si avvicinò a lui e gli
disse:
?: - Che cazzo
vuoi, secchione?
Dopodiché lo spinse
e gli diede un calcio, al che il ragazzo cadde a terra sofferente.
La rossa si alzò
per soccorrerlo e disse al castano:
S: - Perché lo hai
picchiato? Che cosa ti ha fatto questo ragazzo? Lui voleva solo tornare a
seguire la lezione, inoltre la violenza non va mai usata!
?: - Ehi rossa, le
vuoi prendere anche tu?
Prima che il
ragazzo le potesse fare qualcosa, però, intervenne Ryan Shirogane, che mise una
mano sul petto dell’amico e lo ‘sorpassò’ (Spero che abbiate capito il
significato del gesto ndAya).
R: - Aspetta Kyo,
in fondo questa ragazzina è arrivata oggi…
Poi, rivolgendosi
alla ragazza, disse:
R: - Per te,
invece, devi sapere che in questa scuola c’è una legge e la legge sono io, io e
i miei quattro amici. Per oggi l’hai passata liscia, ma non devi riprovare a
mancarci di rispetto, altrimenti…
Concluse la frase
facendo il gesto di ‘tagliare la testa’.
Strawberry lo
guardò impaurita.
DRIIIIN!
Era suonata la
campanella che segnava la fine dell’ora.
La professoressa
Abe se ne andò dall’aula, dicendo le pagine da rileggere solo ai quei quattro
alunni che non si erano fatti trascinare.
Dopo entrò un
ometto basso e abbastanza anziano quasi calvo, che disse:
?: - Vi informo che
oggi c’è sciopero dei professori, quindi, dato che i vostri aderiscono tutti,
potete andare.
Gli alunni misero i
libri nelle cartelle e uscirono dall’aula.
Strawberry scese le
scale e andò al bar.
S: - Junpei, fammi
un caffè, va…
J: - Come mai già
qui? Hai bigiato?
S: - No, c’è
sciopero… comunque, ora ho capito perché mi avevi chiesto se sono studiosa…
J: - Da queste
parole presumo che la tua prima lezione non sia andata molto bene…
S: - Infatti…
sembrava cominciasse bene, ma poi Ryan Shirogane si è avvicinato con la sedia
ad uno dei suoi amici per parlare e… bè, comunque, dopo un po’, non sembrava
neanche più una classe… radio a tutto volume, gente che ballava… dopo un po’,
un ragazzo si è alzato per protestare, e l’hanno picchiato… stavano per
picchiare anche me…
J: - Vuol dire che
ti sei messa in mezzo? Non farlo mai più se non vuoi rimetterci la pelle!
S: - Bè, ma quel
ragazzo… poveretto, l’avevano picchiato senza motivo… inoltre, io sono contro
la violenza…
J: - Bè, alla fine
come l’hai scampata?
S: - È arrivato il
biondo… e mi ha fatto capire di non immischiarmi di nuovo…
J: - Tsk… quel
cretino… si crede di essere chissà chi, ma è solo un ragazzino viziato
S: - Secondo te,
perché lo fa? Voglio dire, se fa quelle cose un motivo ci sarà…
J: - Mah, per me lo
fa solo per divertirsi… quale sia il suo concetto di divertimento non l’ho
capito, comunque… ma parliamo d’altro…
I due
chiacchieravano allegramente quando un bel ragazzo si avvicinò al bancone.
R: - Dammi una
piña-colada, Kawahita.
J: - Mi dispiace,
ma sei minorenne e non ti posso dare bibite alcoliche…
R: - Ne sei sicuro?
J: - Credi di
spaventarmi, Shirogane?
R: - Ah, ma guarda
un po’, c’è anche la rossa di stamani! È una tua amica?
J: - Lasciala
stare, Shirogane!
R: - E da quando in
qua qualcuno si permette di darmi ordini?
J: - Ora ti
aggiusto un po’ io il carattere…
Junpei scavalcò il
bancone e diede a Ryan un cazzotto in pieno volto.
Il biondo rispose
con un calcio.
S: - Basta,
smettetela, per favore…
J: - Lasciami fare
Strawberry, a questo moccioso viziato serve una bella lezione…
S: - No, finiscila
Junpei! È sbagliato rispondere alla violenza con altra violenza, così nessuno
concluderà mai niente! Bisogna dialogare per risolvere i problemi! E…
In quel momento
arrivò un professore che separò i due.
Prof: - CHE DIAVOLO
STATE FACENDO? Kawahita, sei sospeso dal tuo lavoro per una settimana, che è il
tempo per decidere se licenziarti o meno! E tu, Shirogane, dato che pare che
non abbia iniziato tu, hai solo una nota sul registro! Ma non pensare di
cavartela con così poco, la prossima volta!
Ryan non veniva mai
punito pesantemente; infatti, suo padre era uno che contava nella società,
inoltre, delle volte finanziava alcuni progetti scolastici…
Il biondo fece un
sorrisetto al castano.
J: - _Schifoso
raccomandato… ma se pensi di passarla liscia anche la prossima volta, ti sbagli
di grosso, caro il mio Shirogane…_
Junpei stava per
andarsene, quando Strawberry lo fermò
S: - Mi dispiace, è
stata tutta colpa mia…
J: - Ma va,
figurati, l’ho picchiato solo perché non mi va a genio, e non per causa tua…
S: - Comunque non
farlo mai più! Non bisogna mai usare la violenza verso gli altri!
J: - “Che ragazzina
innocente… però… è interessante… spero di non essere licenziato, così…” Bè, io
ora devo andare, ci vediamo, o almeno lo spero…
S: - Ciao Junpei…
La ragazza torno in
camera sua, e accese il computer allo scopo di stampare dei volantini riguardo
la ricerca del suo parente.
Voleva andarsene,
rispetto a questa scuola preferiva mille volte stare in orfanotrofio, e se il
mondo esterno era dappertutto così… bè, forse era meglio non conoscerlo
affatto…
S: - Ecco fatto,
così dovrebbe andare bene… ‘Cerco un parente, chiedo informazioni. Se sapete
qualcosa, contattatemi. Strawberry Momomiya classe I F’
La ragazza andò ad
attaccare i fogli nei vari piani. Poi scese al piano terra e si diresse
nell’ala posteriore, dove c’erano i vari campi da gioco.
S: - “Mi piacerebbe
iscrivermi a qualche club…”
Vide un foglio
attaccato al muro e lesse:
S: - ‘I club
sportivi di questa scuola sono:
club di calcio,
club di nuoto, club di kung-fu, club di ginnastica ritmica, club di tiro con
l’arco, club di pattinaggio, club di pallavolo, club di pallamano…’ uhm… credo
che andrò a iscrivermi a quello di ginnastica ritmica…
Strawberry andò in
segreteria per iscriversi e incontrò…
R: - Guarda un po’
chi si rivede! La rossina amica del barista!
La ragazza non gli
disse niente
R: - Ehi, parlo con
te, eh? Guarda che quasi tutte le nostre compagne di classe farebbero la fila
solo per rivolgermi la parola, sai…
S: - Hai detto
bene, quasi tutte, tra quelle non sono inclusa, sai…
R: - Comunque alla
fine mi hai rivolto la parola, eh?
S: - Senti, Ryan,…
R: - Tu… tu,
ragazzina… come hai osato chiamarmi per nome? Chi te l’ha mai permesso?
Strawberry, quando
viveva all’orfanotrofio, era abituata a chiamare i ragazzi più o meno della sua
età per nome, e non poteva certo sapere che in tutto il resto del Giappone le
usanze erano differenti!
S: - Perché?
R: - Mi stai
prendendo in giro, ragazzina? Prendi in giro me, Ryan Shirogane, il dominatore
incontrastato del Seirin? Ti rendi conto di quale pazzia tu stia facendo? E per
di più, dopo aver ricevuto un avvertimento!
S: - Ma che cosa ho
fatto?
R: - Allora le vuoi
prendere…
Improvvisamente
arrivò una segretaria.
?: - Che cosa
volete, ragazzi?
S: - Volevo iscrivermi…
al club di ginnastica ritmica…
?: - Ah, bene,
aspetta che vado a prendere il foglio con le iscrizioni…
La donna andò a
cercare il documento; intanto Ryan avvicinò le sue labbra all’orecchio di
Strawberry e sussurrò:
R: - _Non è finita
qui…_
La ragazza
sussultò.
?: - Eccomi qua! Tu
sei…
S: - Momomiya Strawberry…
?: - Dov’è finito
Ryan Shirogane?
S: - Non so… era
qui fino ad un momento fa…
?: - Vabbè…
tornando a noi, gli allenamenti sono il mercoledì, quindi domani, e il venerdì,
dalle 16 alle 18.
S: - Va bene…
grazie e arrivederci…
La ragazza salì in
camera e dopo qualche minuto, entrò anche la sua compagna di stanza Yui.
S: - Ah Yui, giusto
te cercavo!
Y: - Com’è andato
il primo giorno?
S: - Non molto
bene, direi… comunque, mi devi aiutare.
Y: - Che ti è
successo?
S: - Ecco, stavo
parlando con Ryan Shirogane e improvvisamente lui si è arrabbiato… e non
capisco il perché…
Y: - Uhm… che cosa
gli hai detto precisamente?
S: - Mah… gli ho
detto qualcosa tipo: ‘ascolta, Ryan…’
Y: - Ryan? Gli hai
detto Ryan?
S: - Sì, che cosa
c’è di male?
Y: - Che lo hai
chiamato per nome, ecco cosa!
S: - E allora?
Y: - Come ‘e
allora’?
S: - Perché, non ci
si chiama per nome tra ragazzi?
Y: - Ma su che
pianeta sei vissuta finora? Forse dove vivevi non era così, ma normalmente qui
si chiamano per nome solo i parenti e gli amici intimi, come nel resto del
Giappone!
S: - Davvero? Io…
io ho sempre chiamato per cognome solo gli adulti…
Y: - Scusa se mi
sono rivolta male… comunque, ti conviene andarti a scusare, domani…
S: - Ma scusa, io
che ne potevo sapere? Non è mica colpa mia!
Y: - Ma tu non li
puoi affrontare da sola!
S: - Bè, non mi
sembra che debba affrontare un dio, in fondo sono solo dei ragazzi…
Y: - Lo sono, ma…
comunque, fai come meglio credi…
Strawberry andò a
sdraiarsi sul suo letto per riflettere.
S: - Anche se non è
giusto… in fondo Yui ha ragione… mi basterà scusarmi… non ho niente da perdere…
sì, penso proprio che farò così…
La ragazza si
addormentò.
L’indomani si
svegliò tardi, giusto in tempo per prepararsi velocemente e andare in classe.
Quel giorno Ryan e
i suoi amici erano assenti, quindi le lezioni passarono tranquillamente.
Al termine delle
lezioni Strawberry andò a sedersi ad uno dei tavolini del bar.
S: - “Oggi dovevo
chiedere scusa a Ryan Shirogane ma non c’è… bè, andrò in camera a studiare…”
La ragazza si stava
per alzare quando lo vide: era vestito con una maglietta nera aderente e dei
pantaloni larghi bianchi.
S: - “Ah! Eccolo
lì! Certo che è figo però… *//////* ma no, che sto dicendo? Lui… bè, meglio raggiungerlo
subito!”
Strawberry corse
verso di lui, che stava per andare al bancone del bar
S: - RY…SHIROGANE! TI DEVO PARLARE!
R: - Ah, la rossa…
cosa vuoi?
S: - Ecco, io… ti
volevo chiedere scusa per ieri… non so cosa mi sia preso…
R: - Ti perdono…
S: - Graz…
R: - …ma ad una
condizione…
S: - Quale?
R: - Devi diventare
la mia schiava!
To be continued…
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Salve a tutti, ed
eccomi con una nuova ff! beh, cioè, in realtà nuova non è, l’avevo postata in
un altro sito qualche mese fa… in tutto è formata da otto capitoli, che vi
posterò un po’ alla volta per farvi
sopportare l’attesa dei nuovi capitoli di Il Cast di Tokyo Mew Mew in “Beautiful”
e Amore Combinato (come se ce ne fregasse qualcosa UU ndTutti)…
Spero che vi piaccia! Mi raccomando, recensite!