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Autore: nini superga    09/10/2010    3 recensioni
bene, il primo tentativo è andato a vuoto- anche con le istruzioni faccio fatica a capire tutte queste storie sull'HTML e così via...speriamo di farcela!!! ma questa storia non parla di questo,no no, parla di come sarebbe potauta andare se il mio personaggio preferito, Boromir, avesse trovato qualcuno sulla sua via in grado di farlo ragionare, di sviarlo dalla guerra e di curare i pensieri oscuri rivolti all'Anello...chi sarà mai questo personaggio così importante?ma io, ovviamente!!! leggete e recensite, qui c'è bisogno di consigli!!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Gioielli di Anna.'
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In primis, vorrei avvisare che i gioielli sono giunti a ben 100 visite :D per me è un traguardo importante...quindi un GRAZIE di cuore a tutti!!!


Ero distesa sul marmo, nonostante fosse freddo come ghiaccio, la testa appoggiata sul soffice mantello di Jadis ( che dormiva ) in quello stato che sta fra il dormire e lo stare sveglia. La paura di Boromir mi era completamente passata, ma quando pensavo a come mi aveva trattata un moto di stizza mi percorreva il corpo, e non potevo fare a meno di scuotere la testa per scacciare definitivamente quel pensiero irritante.

Credo mancasse poco alle 4, perchè la notte era più nera che mai e la luna tramontata. Di Gandalf, neppure l'ombra- e io in quella sala finchè c'era LUI non sarei entrata.


Pensavo che a Isengard tra meno di una settimana l'albero delle giuggiole avrebbe dato i suoi frutti, quando ecco che Jadis alzò la testa improvvisamente sveglia e mi riscosse da pensieri così frivoli. Gandalf stava uscendo nell'esatto momento in cui mi alzavo.

<< Ah, sei qui! Scusa se ci ho impiegato tanto, ma ho avuto di che parlare. >>

Feci un' alzatina di spalle << Qui fuori è piacevole, anche se il marmo è un po' freddo: effettivamente sono ghiacciata. >> Rabbrividii << E ora ? Che facciamo? >>

Gandalf mi sorrise << Andiamo a fare cena e colazione, ovviamente! >> Rise alla mia aria frastornata << Prendi la tua roba, ti conduco alla tua nuova casa. >>


Quando Gandalf mi parlò di cena e colazione, mi resi conto che era dal mezzogiorno che non toccavo cibo, e non era stato nemmeno un grande pasto: una misera galletta e un sorso d'acqua sulla groppa di Ombromanto col vento che fischiava nelle orecchie. Anche Jadis aveva l'aria affamata, e me lo segnalò stendendosi a terra e guaendo piano.

<< Jad, adesso vediamo cosa possiamo darti... >> Le dissi dolcemente << Effettivamente, non so nemmeno io cosa mangerò alla nuova casa... ma stiamo andando da Matilde? >> chiesi a Gandalf accarezzando il folto pelo di Jad.

Lui annuì << Ci sta aspettando: sa che siamo qui, e non possiamo farci vedere alla luce del giorno. Vieni, non dobbiamo andare troppo lontano! >>


Ripercorremmo la strada buia dell'andata e salutammo con un cenno la guardia- diversa da quella che ci aveva accolti- mezza addormentata nella guardiola. Ombromanto era al sicuro nelle scuderie, e non vi era motivo di disturbarlo, anche perchè gli zoccoli sul selciato avrebbe provocato un rumore assordante, mentre la città sembrava più addormentata e fiabesca che mai, con una leggera nebbia a un palmo da terra e il leggero crepitio delle fiaccole notturne.

Non c'era neanche un'anima in giro.

<< Questa città é veramente bella, ma non la trovi inquietante? >> chiesi a Gandalf sottovoce e lui fece un'alzatina di spalle << E' tutta suggestione, figliola, tutta suggestione. >>


Superammo due cancelli, e appena entrati nella quinta cerchia ci fermammo davanti a una casa bianca dal tetto spiovente, addossata alla parete della montagna e stretta ai lati rispettivamente da un'altra casa e dalle mura del cancello. Era di due piani, e aveva tre finestre: in quella al piano terra si vedeva una luce ballare sul vetro, probabilmente quella di un fuoco.

Con garbo, Gandalf bussò alla porta e proprio mentre io iniziavo a avere de dubbi sul nostro orario di visita, ecco che la porta si aprì con un rumore di catenaccio e apparve lei, Matilde.


Era esattamente come me l'aspettavo: alta e magra, dall'età indefinibile a causa del fisico asciutto e dal viso ne vecchio ne giovane, ne brutto ne bello, con una lunga treccia di capelli grigi in bella mostra sulla spalla sinistra e un'espressione calma e fredda negli indecifrabili occhi grigi. La bocca era un dettaglio affascinante, perchè non aveva praticamente labbra, quasi fosse tagliata sul viso,e faceva uno starno effetto su di me: sembrava incapace di sorridere. Il naso era dritto e sottile.

Era sulla porta a fissarci con una candela in mano, e indossava un lungo vestito nero stretto sotto il seno. Se fosse contenta di vederci, non lo diede a vedere.

<< Matilde!!! >> Esclamò finalmente Gandalf, abbracciandola << Come sono felice di vederti!! >>

Lei non reagì ne all'abbraccio, ne sorrise alla gioia di Gandalf. Disse solo << E' tutta notte che vi aspetto. Spero che la zuppa di farro e le uova cotte vi piacciano. Entrate tutti e tre. >>

Una volta dentro, un dolce profumo di cibo caldo ci investì, il classico profumo di una casa. Mi guardai attorno : la stanza era spoglia, con un tavolo apparecchiato per due vicino alla finestra, due sedie in legno ( più una a dondolo davanti al fuoco e diversi sgabelli vicino alle pareti ) e una lanterna cieca al centro. Ma non c'era bisogno di ulteriore luce: il caminetto incastrato nella parete nord custodiva un fuoco molto vivace e luminoso, che irradiava la stanza di un colorito rossastro. Sul fuoco, una pentola cuoceva la zuppa di farro, mentre Matilde cuoceva in una padella quattro uova. Jadis annusava l'aria scodinzolando e sbavando, inebriata dai dolci profumi, mentre io mi accorgevo che c'era una stanza sul retro e delle scale che conducevano al piano superiore.

<< Che bella casa! >> osservai, tanto per dire qualcosa, ma Matilde non mi rispose. Lanciai un'occhiata interrogativa a Gandalf, che con un cenno mi fece intendere di lasciar perdere.


Matilde ci servì prima le uova, poi la zuppa con del pane abbrustolito nello stesso burro delle uova. Lei non toccò cibo, ma bevve come tutti e tre birra chiara. Intanto, anche Jadis godeva un meritatissimo pasto ( una serie di avanzi che avrebbero soddisfatto anche i palati più raffinati ) e ora dormiva sonni tranquilli davanti al fuoco, russando un poco.

Finito di mangiare, Matilde sparecchiò e portò la sedia a dondolo vicino al tavolo, evitando di pestare la coda a Jadis , e con mia grande sorpresa estrasse una pipa e sorrise per la prima volta a Gandalf chiedendo di passarle l'erba pipa. Quando sorrise una finissima ragnatela di rughe si formò attorno agli occhi, dandole un'aria antica come il mondo.

Tutti e due si misero a fumare e a parlare di vecchie avventure, amici dimenticati e elfi magici mentre io mi stavo lentamente lasciando andare, complice la birra e il caldo della stanza, addormentandomi praticamente sul tavolo.

<< Vai a dormire, Anna. Ci vedremo ancora prima della fine della tua avventura, e forse oltre. >> Sentii dire in lontananza da una voce maschile, mentre qualcuno mi portava in braccio al piano superiore e mi metteva in una stanza dal tetto basso, su un letto soffice e caldo.

L'ultima cosa che ricordo di quella lunghissima notte fu che dalla finestra vidi filtrare i primi raggi del sole.

Era l'alba.




L'angolino!!!! ho cambiato nick name: ora sono nini superga, non più aidos :D

un grazie a Ellessary e un Bravissima a Ragazzapsicolabile91: disegni veramente bene!!! io frequento il secondo anno di pittura ma a Brescia, all'Accademia Santa Giulia: un grande in bocca al lupo per la tua arte!!! per quanto riguardo lo stronzeggiare...ti giuro, B. lo vedo davvero così: un dannatissimo arrogante che vuole sempre aver ragione!!ma A. gli farà abbassare le orecchie, e non solo!!!


baci e continuate a leggere!!!

  
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