Come avevo annunciato nel gruppo, poco tempo fa, ho pensato di revisionare la ff con cui sono "sbarcata" su Efp. Oggi avevo tempo, voglia e nostalgia di riprendere in mano, dopo molto tempo, In Bilico, perciò eccomi qui.
Un bacio a tutti (lettori vecchi e nuovi, magari) e buona lettura!
Ciao a tutti! Ho aspettato un pò per vedere se la storia piacesse o meno... Capisco che questo è solo il secondo capitolo, però se vi piace o interessa fatemelo sapere! Non mi dilungo molto. Perciò dico un enorme GRAZIE a lilyanne89masen per le stupende recensioni che lascia! Grazie davvero!
Per quanto riguarda il capitolo precedente (Un arrivo molto atteso) vi posto il link di Polyvore con i vestiti di Lis, cosa che da ora in poi farò per ogni capitolo! http://www.polyvore.com/primo_capitolo/set?id=23859458
Adesso vi lascio davvero al nuoco chappy! BUONA LETTURA! Baci. B.
due
~¤~
Pov.
Bella
Era
passata una settimana da quando Lis era atterrata a Forks. Come avevo
previsto
non era riuscita a stare ferma un secondo!
Martedì passammo l’intera giornata fuori, per
farle conoscere meglio tutte le
vie utili, i negozi e i bar che si trovavano a Forks.
Mercoledì mattina, invece, avevo preso l’auto per
farle conoscere Port Angeles.
Tutta la vera vita era lì. A partire dai locali fino ad
arrivare ai centri
commerciali o ai semplici negozietti stracolmi di vestiti o,
perché no, anche
alle librerie. Per tutto il giorno, Lis, non aveva fatto altro che
lamentarsi
della mia piccola, ma graziosa, auto. Rimpiangeva la sua Maserati blu
scuro,
che le sarebbe arrivata nel giro di qualche settimana o mese.
Giovedì venne un grosso temporale che ci costrinse in casa.
Solito di Forks.
Purtroppo, Lis non era abituata.
<< Uffa! Ma doveva piovere per forza? >>
<< Lis, è meglio che ti abitui, qui
è sempre così. >> le risposi,
andandomi a sedere sul divano, di fianco a lei << Sono
rari i giorni di
sole. >>
<< A Phoenix pioveva raramente. >>
<< Immagino, ma qui non siamo a Phoenix, Lis.
>> feci per rialzarmi
ma mi trattenne per un braccio. Aveva una strana luce negli occhi.
<<
Cosa c’è? >>
<< Ma, quindi, quando diluvia così non si va a
scuola, vero?! >>
non credevo alle mie orecchie e ai miei occhi. Era maledettamente seria!
<< Ehm Lis… >> come facevo a
dirle che questa sua speranza era
vana?
<< Oh, uffa, ho capito! >> e si
ributtò sul divano << Pioggia
o no a scuola ci si va comunque. Che noia! >>.
Scossi la testa e andai in cucina a finire di preparare la cena.
Charlie
sarebbe rientrato tra qualche ora.
Venerdì sera decidemmo di andare a mangiare una pizza fuori,
per poi proseguire
la nostra uscita al cinema, per vedere “La dura
verità”, commedia romantica,
interpretata da Katherine Heigl e Gerard Butler.
Il Sabato pomeriggio lo dedicammo allo shopping, e passammo la serata
all’Essence –
un disco-pub molto carino
e alla moda che si trovava a Port Angeles – dove
si rintanavano tutti i ragazzi di Forks per festeggiare, se
così si può dire,
l’ultimo Sabato sera prima dell’inizio del nuovo
anno scolastico.
La Domenica passò tranquilla. Io avevo finito di sistemare i
libri per il
giorno seguente e Lis l’aveva trascorsa chiusa in camera a
parlare con i suoi
genitori e a scegliere i vestiti per l’indomani.
Già, domani. Stava per cominciare la scuola. Non che odiassi
andarci, ma c’era
troppa gente sicura di sé, a partire dai miei amici.
Mike Newton, il capitano della squadra di Basket, si credeva un divo
del
cinema. Jessica Stanley, capo cheerleader, credeva che tutti gli uomini
dovessero cadere ai suoi piedi. L’unica che non si montava la
testa era Angela,
una ragazza bella, ma molto semplice. Eravamo sempre andate molto
d’accordo.
Andai a farmi una doccia e misi il pigiama. Sprofondai nel letto, tra
le
coperte calde e il cuscino morbido. Avevo ancora quella strana
sensazione, ma
non volevo darci peso. Così, senza pensare a nulla, mi
addormentai.
La scuola non distava molto da casa mia; dieci minuti in auto, dato che
a Forks
non c’era mai troppo traffico. Sbuffai. Non volevo arrivare
in ritardo – almeno
non il primo giorno.
<< Lis, ti muovi? >> urlai chiamandola.
<< Sì, sì, eccomi! >>
un uragano uscì dalla porta di casa,
sbattendola invece di chiuderla, e si precipitò in auto.
<< Lis, hai chiuso la porta a chiave? >>
dissi alzando un
sopracciglio.
<< Ops! >> rispose stendendo le labbra in
un risolino.
Sospirai. << Ok, faccio io! >> scesi
dall’auto e andai a chiuderla
in tutta fretta, tornai in auto e partimmo.
Erano le otto e cinque quando posteggiai nel parcheggio della Forks
High
School, mentre Lis, seduta sul sedile del passeggero, si dimenava, anzi
ballava, sotto le note di una canzone rock passata alla radio.
<< Dai, pazza, siamo arrivate >> dissi
spegnendo il motore e
scendendo dall’auto.
<< Ma questa scuola è piccolissima!
>> si lamentò mia cugina
guardandosi attorno.
Eh, già, per lei, messa a confronto con quella che
frequentava in Arizona,
questa scuola doveva risultare davvero microscopica.
Mi scappò da ridere. Chiusi l’auto e misi le
chiavi nello zaino.
<< Oddio! Oddio, oddio, oddio! Ah! >>
<< Lis, che hai? Cos’è successo?
>> non aveva mai fatto niente del
genere da quando la conoscevo.
<< Guarda quello! Guarda quelli! Cioè, mio
Dio! >> disse tutta agitata.
Puntai gli occhi nella sua direzione e capii.
Da una Bmw M3 rossa brillante, tirata a lucido, scendevano quattro
ragazzi,
sempre molto eleganti e posati, ma da una bellezza unica.
<< Quelli sono i Cullen. >> dissi con voce
calma.
Si voltò verso di me. << Li conosci?!
>>
<< No, purtroppo no. A dire il vero nessuno li conosce
davvero. >>
dissi mentre procedevo verso l’edificio scolastico.
<< Che vuoi dire? >> mi chiese Lis, curiosa.
<< Semplicemente quello che ho detto. Stanno quasi sempre
per i fatti
loro, specialmente la ragazza, Rosalie, e Jasper, il ragazzo con i
capelli
biondi. >>
<< E gli altri due? >>
<< Emmett e Jason sono più mmm aperti, diciamo
così. >>
<< Ma sono gemelli?! >>
<< Già. >> non mi piaceva
granché spettegolare, quello lo faceva Jessica,
ma mia cugina era nuova. Stavo solo rispondendo alle sue domande
<<
Emmett è quello che sembra più un grande orso,
quello con i capelli più corti
che ora porta un maglioncino marrone. È il fidanzato di
Rosalie. >>
sgranò gli occhi, così mi affrettai a spiegarle
meglio << Non sono
realmente fratelli. Il dottor Cullen e la moglie li hanno adottati
tutti poiché
che la moglie non può avere figli. Comunque, stanno sempre
per i fatti loro,
nella maggior parte dei casi. Jason ed Emmett sono realmente fratelli,
questo
lo noti benissimo anche tu. Fanno parte della squadra di basket della
scuola.
>>
<< Però! E gli altri due? Ma Jason
è fidanzato? >>
<< Che io sappia no, nonostante molte ragazze gli
facciano il filo. Lui è
sempre molto cordiale con tutte, ma non l’ho mai visto uscire
con nessuna.
Rosalie è la prima del corso di pittura, mentre Jasper adora
la storia
contemporanea. >>
La vidi annuire. << Quindi Jason è single!
>>
<< Cugina, non perderci troppo tempo, non credo ne valga
la pena.
>> non volevo che ci rimanesse male. I Cullen, se pur
gentili con tutti,
non erano inclini a socializzare molto.
<< Ma io voglio perderci tempo!
Inoltre, nei libri la nuova
arrivata conquista sempre il più bello della scuola.
>> e affrettò il
passo.
<< Sì, Lis, ma nei libri! >>
<< Oh, dai, Bella! Non smontarmi così!
Lasciami sognare un po’. >>
mi fece sorridere. Era sempre così allegra e spensierata.
<< Bella! >> una voce femminile mi fece
voltare.
Una ragazza dai capelli castano chiaro, con qualche ciocca bionda, si
avvicinava
a grandi passi verso di me.
<< Ciao, Jessica! >> dissi con finto
entusiasmo.
<< Bella, quanto tempo! Come stai? Come hai passato le
vacanze? >>
sapevo che non voleva realmente sentire ciò che avessi fatto
io, così risposi
di conseguenza.
<< Tutto bene, Jess, nulla di particolare. Tu, invece?
>> i suoi
occhi si illuminarono.
<< Oh, Bella, cosa non sai! Io e Mike ci siamo finalmente
messi insieme!
Non è grandioso? Siamo perfetti! Una sera siamo usciti,
siamo andati
all’Essence, sai dov’è, vero? Ah,
giusto, qualche volta sei venuta con noi!
Comunque, dicevo… >> scollegai il cervello.
Odiavo starla a sentire, e
quella sua vocina era terribilmente irritante.
<< Ma è sempre così logorroica o
è il mio giorno fortunato? >> mi
sussurrò mia cugina all’orecchio <<
E quando dico “fortunato”, intendo
nel senso lato del termine. >> scoppiai a ridere e
Jessica si zittì.
<< Scusa, Jess, non ridevo per te! >> mi
affrettai a dire.
<< No, tranquilla. >> disse con fare
irritato << E lei chi
sarebbe? >>
Squadrò Lis da capo a piede.
Mia cugina era molto bella. Cappelli lunghi, con morbide onde castano
scuro,
due occhi da cerbiatta color nocciola. Bel fisico; magra al punto
giusto con
forme decise. Oggi, poi, indossava dei jeans chiari attillati, infilati
dentro
a degli stivaletti con tacco basso marroni, come la maglietta che aveva
indosso.
<< Lei è mia cugina Elisabeth. Viene
dall’Arizona. >>
<< Piacere, Jessica! >> intervenne Lis
<< Resterò qui per
l’intero anno scolastico! Mi sembri simpatica, magari
potremmo fare amicizia. >>
mi passò un braccio in torno al collo e proseguì
<< Inoltre, starò molto
spesso con Bella, quindi credo che ci vedremo parecchio.
>> e le fece un
sorriso porgendole la mano. Jessica l’afferrò e
sorrise, non molto sicura.
<< Beh, allora piacere mio, Elisabeth. >>
disse lei <<
Benvenuta alla Forks High. >>
<< Chiamami pure Lis, lo preferisco. >>
<< Certo, Lis. >> disse il suo nome con un
tono di voce strano
<< Ah, Bella! Sai che oltre a tua cugina ci sono altri
due studenti
nuovi? >>
Strabuzzai gli occhi << Davvero? >>
<< Bello! Non sono già più la nuova
arrivata! >> intervenne Lis al
mio fianco.
<< Chi sono? >> chiesi
interessata.
Non seppi il perché, ma questa volta ero davvero curiosa di
saperne qualcosa di
più, su questi due ragazzi nuovi.
<< Non so di preciso. Me lo ha detto Mike qualche giorno
fa. Sembra che
si tratti di due fratelli, ragazzo e ragazza. Lui ha la nostra
età e
frequenterà l’ultimo anno, mentre lei è
un anno più piccola. >>
Non feci in tempo a chiedere altro, che la campanella suonò
e ognuno di noi si
diresse nella propria aula.
Alla prima ora avrei avuto Spagnolo.
Io e Lis avevamo quasi tutte le ore in comune; Charlie aveva richiesto
l’orario
per farla ambientare senza che si sentisse troppo sola. Giusto qualche
materia
non coincideva: Francese, Biologia, Educazione fisica e
qualcun’altra.
Entrate in classe mi si accese un enorme sorriso. Vicino alla finestra,
a
tenere due posti liberi, c’era Angela. Lei era
l’unica a conoscenza dell’arrivo
della mia matta cugina.
<< Angela! >> salutai allegra, tirando Lis
dalla manica della
maglia.
<< Ehi, Bella, calmati! Cugina, piano! >>
<< Bella! Come stai? >> mi chiese la mia
amica, alzandosi per
abbracciarmi << Tu devi essere Lis! Io sono Angela,
piacere di
conoscerti. >>
<< Piacere mio, Angela. >> le rispose Lis,
sorridendo; sorridendo
eealmente, questa volta.
<< Vi ho tenuto il posto. Non sapevo se aveste avuto
Spagnolo alla prima
ora, ma l’ho fatto per precauzione. >>
<< Grazie, Angela, sei sempre la migliore.
>> ed era vero.
Angela era un’amica fantastica. Ti ascoltava se avevi
problemi, ti consigliava.
Rideva con te se volevi ridere e piangeva con te se dovevi sfogarti.
Era
l’unica vera amica che avessi a Forks.
Le ore seguenti passarono veloci, e la pausa pranzo arrivò
in men che non si
dica. Io e Lis ci andammo a sedere al tavolo con gli altri, colsi
così
l'occasione di presentarla a tutti: Mike, Erick, Ben, Lauren e Tayler.
<< Ma dimmi una cosa… >> mi
disse Lis mentre gli altri parlavano.
<< Dimmi tutto, cuginetta. >> le risposi
mentre mangiavo la mia
mela.
<< Ma se l’orso sta insieme alla bionda e ha un
gemello… Cioè, quella non
si confonde? >> la guardai per un secondo e scoppiai a
ridere.
<< Ma sei seria?! >> non riuscivo a
calmarmi, non solo il mio
tavolo, ma tutta la mensa mi guardava allibita. Dio, che figura!
<< Ovvio che sono seria! >>
<< Lis, guarda che si capisce! >>
<< Bella, ti dico di no! >>
<< Oh, dai, ma cosa te ne frega? >>
<< Come cosa me ne frega? Ma li hai visti? Sono stupendi!
Uno è impegnato
e ok, ma l’altro è libero. Ed io lo voglio!
>>
<< Oddio! >> non riuscivo a crederci. Mia
cugina era totalmente pazza!
Quasi come se ci avessero sentite, Jason ed Emmett risero.
Era una cosa impossibile, lo sapevo. Eravamo distanti da loro e, a
parte la mia
risata, il nostro discorso non poteva essere stato udito fin
làggiù.
Jason si alzò salutando i suoi fratelli, ma prima di uscire
dalla mensa si girò
dalla nostra parte e fece un occhiolino a Lis, la quale tirò
un mezzo urlo
stritolandomi il braccio. << Oddio, Bella! Hai visto?!
>>
<< Sì, Lis, sì! Ma mi fai male!
>>
Senza saperne il motivo mi bloccai all’istante, diventando un
blocco di
ghiaccio. Lo stomaco mi si accartocciò e un brivido non
identificato mi
percorse la schiena.
<< Bella, stai bene? >> sentivo nella voce
di Lis preoccupazione,
ma non risposi.
Mi alzai guardandomi intorno. Qualcuno mi stava osservando, lo sentivo.
Eppure,
in quella stanza, non c’era nessuno che guardava me.
VESTITI
DI LIS: http://www.polyvore.com/secondo_capitolo/set?id=23860921
Allora
cosa ne dite? Fatemi sapere! Ah scusate se ci sono alcuni errori, ma
non ho una beta!