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Autore: Mia Swatt    09/10/2010    2 recensioni
2O/O2/2O13 INIZIO REVISIONE STORIA.
[ PRIMA STORIA della Trilogia: L'amore in bilico. ]
Bella vive a Forks con suo padre, Charlie. È figlia unica fino a quando suo zio, fratello di suo padre, non annuncia una partenza imminente per l’Italia insieme alla moglie e chiede a loro di tenere la loro figlia, Elisabeth. Inizia il nuovo anno scolastico, l’ultimo, e l’attenzione della nuova arrivata punta subito su uno dei ragazzi più ambiti della scuola, Jason Cullen. Ma i Cullen hanno un segreto che custodiscono gelosamente. Intanto alla Forks High School arrivano due nuovi ragazzi: Edward e Alice Masen. Bella rimane quasi da subito folgorata dal ragazzo dagli occhi verdi, ma quest’ultimo sembra non ricambiare. Ma c’è qualcosa di strano nel modo in cui Edward guarda Bella. Odio o Amore? E cosa nascondono i nuovi arrivati?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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O2/O7/2O13 REVISIONE PRIMO CAPITOLO.
Come avevo annunciato nel gruppo, poco tempo fa, ho pensato di revisionare la ff con cui sono "sbarcata" su Efp. Oggi avevo tempo, voglia e nostalgia di riprendere in mano, dopo molto tempo, In Bilico, perciò eccomi qui.
Un bacio a tutti (lettori vecchi e nuovi, magari) e buona lettura!

* * *
Data originaria di pubblicazione: O9/1O/2O1O
Ciao a tutti! Ho aspettato un pò per vedere se la storia piacesse o meno... Capisco che questo è solo il secondo capitolo, però se vi piace o interessa fatemelo sapere! Non mi dilungo molto. Perciò dico un enorme GRAZIE a lilyanne89masen per le stupende recensioni che lascia! Grazie davvero!
Per quanto riguarda il capitolo precedente (Un arrivo molto atteso) vi posto il link di Polyvore con i vestiti di Lis, cosa che da ora in poi farò per ogni capitolo! http://www.polyvore.com/primo_capitolo/set?id=23859458
Adesso vi lascio davvero al nuoco chappy! BUONA LETTURA! Baci. B.

 due
~¤~

Di nuovo a scuola! 

Pov. Bella

Era passata una settimana da quando Lis era atterrata a Forks. Come avevo previsto non era riuscita a stare ferma un secondo! La Domenica sera, appena arrivata, ci aveva raccontato aneddoti divertenti su suo padre, facendo ridere Charlie per tutta la cena. Ovviamente, dopo era toccato a sua madre. Il Lunedì mi “prese in ostaggio” per aiutarla a personalizzare la sua nuova stanza e disfare i bagagli. Passammo l’intera giornata tra quelle mura, ma ne valse la pena. Le pareti gialle, verniciate da papà qualche settimana prima del suo arrivo, si intonavano perfettamente con il beige dei mobili: un armadio molto grande che ricopriva l’intera parete a sinistra della porta, una scrivania vicino alla finestra e un piccolo comodino, sul quale si appoggiavano un telefono fisso, una sveglia ed una piccola lampada. E per finire, il letto in ferro battuto color oro era perfetto con le tende di organza del medesimo colore che Lis si era portata da Phoenix.
Martedì passammo l’intera giornata fuori, per farle conoscere meglio tutte le vie utili, i negozi e i bar che si trovavano a Forks.
Mercoledì mattina, invece, avevo preso l’auto per farle conoscere Port Angeles. Tutta la vera vita era lì. A partire dai locali fino ad arrivare ai centri commerciali o ai semplici negozietti stracolmi di vestiti o, perché no, anche alle librerie. Per tutto il giorno, Lis, non aveva fatto altro che lamentarsi della mia piccola, ma graziosa, auto. Rimpiangeva la sua Maserati blu scuro, che le sarebbe arrivata nel giro di qualche settimana o mese.
Giovedì venne un grosso temporale che ci costrinse in casa. Solito di Forks. Purtroppo, Lis non era abituata. 
<< Uffa! Ma doveva piovere per forza? >>
<< Lis, è meglio che ti abitui, qui è sempre così. >> le risposi, andandomi a sedere sul divano, di fianco a lei << Sono rari i giorni di sole. >>
<< A Phoenix pioveva raramente. >>
<< Immagino, ma qui non siamo a Phoenix, Lis. >> feci per rialzarmi ma mi trattenne per un braccio. Aveva una strana luce negli occhi. << Cosa c’è? >>
<< Ma, quindi, quando diluvia così non si va a scuola, vero?! >> non credevo alle mie orecchie e ai miei occhi. Era maledettamente seria!
<< Ehm Lis… >> come facevo a dirle che questa sua speranza era vana?
<< Oh, uffa, ho capito! >> e si ributtò sul divano << Pioggia o no a scuola ci si va comunque. Che noia! >>.
Scossi la testa e andai in cucina a finire di preparare la cena. Charlie sarebbe rientrato tra qualche ora.
Venerdì sera decidemmo di andare a mangiare una pizza fuori, per poi proseguire la nostra uscita al cinema, per vedere “La dura verità”, commedia romantica, interpretata da Katherine Heigl e Gerard Butler.
Il Sabato pomeriggio lo dedicammo allo shopping, e passammo la serata all’Essence  un disco-pub molto carino e alla moda che si trovava a Port Angeles dove si rintanavano tutti i ragazzi di Forks per festeggiare, se così si può dire, l’ultimo Sabato sera prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
La Domenica passò tranquilla. Io avevo finito di sistemare i libri per il giorno seguente e Lis l’aveva trascorsa chiusa in camera a parlare con i suoi genitori e a scegliere i vestiti per l’indomani.
Già, domani. Stava per cominciare la scuola. Non che odiassi andarci, ma c’era troppa gente sicura di sé, a partire dai miei amici.
Mike Newton, il capitano della squadra di Basket, si credeva un divo del cinema. Jessica Stanley, capo cheerleader, credeva che tutti gli uomini dovessero cadere ai suoi piedi. L’unica che non si montava la testa era Angela, una ragazza bella, ma molto semplice. Eravamo sempre andate molto d’accordo.
Andai a farmi una doccia e misi il pigiama. Sprofondai nel letto, tra le coperte calde e il cuscino morbido. Avevo ancora quella strana sensazione, ma non volevo darci peso. Così, senza pensare a nulla, mi addormentai.

 Erano le otto meno dieci quando entrai in macchina. Stavo scaldando il motore in attesa dell’arrivo di Lis; le lezioni sarebbero cominciate alle otto e dieci, come sempre.
La scuola non distava molto da casa mia; dieci minuti in auto, dato che a Forks non c’era mai troppo traffico. Sbuffai. Non volevo arrivare in ritardo – almeno non il primo giorno.
<< Lis, ti muovi? >> urlai chiamandola.
<< Sì, sì, eccomi! >> un uragano uscì dalla porta di casa, sbattendola invece di chiuderla, e si precipitò in auto.
<< Lis, hai chiuso la porta a chiave? >> dissi alzando un sopracciglio.
<< Ops! >> rispose stendendo le labbra in un risolino.
Sospirai. << Ok, faccio io! >> scesi dall’auto e andai a chiuderla in tutta fretta, tornai in auto e partimmo.
Erano le otto e cinque quando posteggiai nel parcheggio della Forks High School, mentre Lis, seduta sul sedile del passeggero, si dimenava, anzi ballava, sotto le note di una canzone rock passata alla radio.
<< Dai, pazza, siamo arrivate >> dissi spegnendo il motore e scendendo dall’auto.
<< Ma questa scuola è piccolissima! >> si lamentò mia cugina guardandosi attorno. 
Eh, già, per lei, messa a confronto con quella che frequentava in Arizona, questa scuola doveva risultare davvero microscopica.
Mi scappò da ridere. Chiusi l’auto e misi le chiavi nello zaino.
<< Oddio! Oddio, oddio, oddio! Ah! >>
<< Lis, che hai? Cos’è successo? >> non aveva mai fatto niente del genere da quando la conoscevo.
<< Guarda quello! Guarda quelli! Cioè, mio Dio! >> disse tutta agitata.
Puntai gli occhi nella sua direzione e capii. 
Da una Bmw M3 rossa brillante, tirata a lucido, scendevano quattro ragazzi, sempre molto eleganti e posati, ma da una bellezza unica.
<< Quelli sono i Cullen. >> dissi con voce calma.
Si voltò verso di me. << Li conosci?! >>
<< No, purtroppo no. A dire il vero nessuno li conosce davvero. >> dissi mentre procedevo verso l’edificio scolastico.
<< Che vuoi dire? >> mi chiese Lis, curiosa.
<< Semplicemente quello che ho detto. Stanno quasi sempre per i fatti loro, specialmente la ragazza, Rosalie, e Jasper, il ragazzo con i capelli biondi. >>
<< E gli altri due? >>
<< Emmett e Jason sono più mmm aperti, diciamo così. >>
<< Ma sono gemelli?! >>
<< Già. >> non mi piaceva granché spettegolare, quello lo faceva Jessica, ma mia cugina era nuova. Stavo solo rispondendo alle sue domande << Emmett è quello che sembra più un grande orso, quello con i capelli più corti che ora porta un maglioncino marrone. È il fidanzato di Rosalie. >> sgranò gli occhi, così mi affrettai a spiegarle meglio << Non sono realmente fratelli. Il dottor Cullen e la moglie li hanno adottati tutti poiché che la moglie non può avere figli. Comunque, stanno sempre per i fatti loro, nella maggior parte dei casi. Jason ed Emmett sono realmente fratelli, questo lo noti benissimo anche tu. Fanno parte della squadra di basket della scuola. >>
<< Però! E gli altri due? Ma Jason è fidanzato? >>
<< Che io sappia no, nonostante molte ragazze gli facciano il filo. Lui è sempre molto cordiale con tutte, ma non l’ho mai visto uscire con nessuna. Rosalie è la prima del corso di pittura, mentre Jasper adora la storia contemporanea. >>
La vidi annuire. << Quindi Jason è single! >>
<< Cugina, non perderci troppo tempo, non credo ne valga la pena. >> non volevo che ci rimanesse male. I Cullen, se pur gentili con tutti, non erano inclini a socializzare molto.
<< Ma io voglio perderci tempo! Inoltre, nei libri la nuova arrivata conquista sempre il più bello della scuola. >> e affrettò il passo.
<< Sì, Lis, ma nei libri! >>
<< Oh, dai, Bella! Non smontarmi così! Lasciami sognare un po’. >> mi fece sorridere. Era sempre così allegra e spensierata.
<< Bella! >> una voce femminile mi fece voltare.
Una ragazza dai capelli castano chiaro, con qualche ciocca bionda, si avvicinava a grandi passi verso di me.
<< Ciao, Jessica! >> dissi con finto entusiasmo.
<< Bella, quanto tempo! Come stai? Come hai passato le vacanze? >> sapevo che non voleva realmente sentire ciò che avessi fatto io, così risposi di conseguenza.
<< Tutto bene, Jess, nulla di particolare. Tu, invece? >> i suoi occhi si illuminarono.
<< Oh, Bella, cosa non sai! Io e Mike ci siamo finalmente messi insieme! Non è grandioso? Siamo perfetti! Una sera siamo usciti, siamo andati all’Essence, sai dov’è, vero? Ah, giusto, qualche volta sei venuta con noi! Comunque, dicevo… >> scollegai il cervello. Odiavo starla a sentire, e quella sua vocina era terribilmente irritante.
<< Ma è sempre così logorroica o è il mio giorno fortunato? >> mi sussurrò mia cugina all’orecchio << E quando dico “fortunato”, intendo nel senso lato del termine. >> scoppiai a ridere e Jessica si zittì.
<< Scusa, Jess, non ridevo per te! >> mi affrettai a dire.
<< No, tranquilla. >> disse con fare irritato << E lei chi sarebbe? >>
Squadrò Lis da capo a piede.
Mia cugina era molto bella. Cappelli lunghi, con morbide onde castano scuro, due occhi da cerbiatta color nocciola. Bel fisico; magra al punto giusto con forme decise. Oggi, poi, indossava dei jeans chiari attillati, infilati dentro a degli stivaletti con tacco basso marroni, come la maglietta che aveva indosso.
<< Lei è mia cugina Elisabeth. Viene dall’Arizona. >>
<< Piacere, Jessica! >> intervenne Lis << Resterò qui per l’intero anno scolastico! Mi sembri simpatica, magari potremmo fare amicizia. >> mi passò un braccio in torno al collo e proseguì << Inoltre, starò molto spesso con Bella, quindi credo che ci vedremo parecchio. >> e le fece un sorriso porgendole la mano. Jessica l’afferrò e sorrise, non molto sicura.
<< Beh, allora piacere mio, Elisabeth. >> disse lei << Benvenuta alla Forks High. >>
<< Chiamami pure Lis, lo preferisco. >>
<< Certo, Lis. >> disse il suo nome con un tono di voce strano << Ah, Bella! Sai che oltre a tua cugina ci sono altri due studenti nuovi? >>
Strabuzzai gli occhi << Davvero? >>
<< Bello! Non sono già più la nuova arrivata! >> intervenne Lis al mio fianco.
<< Chi sono? >> chiesi interessata. 
Non seppi il perché, ma questa volta ero davvero curiosa di saperne qualcosa di più, su questi due ragazzi nuovi.
<< Non so di preciso. Me lo ha detto Mike qualche giorno fa. Sembra che si tratti di due fratelli, ragazzo e ragazza. Lui ha la nostra età e frequenterà l’ultimo anno, mentre lei è un anno più piccola. >>
Non feci in tempo a chiedere altro, che la campanella suonò e ognuno di noi si diresse nella propria aula.
Alla prima ora avrei avuto Spagnolo.
Io e Lis avevamo quasi tutte le ore in comune; Charlie aveva richiesto l’orario per farla ambientare senza che si sentisse troppo sola. Giusto qualche materia non coincideva: Francese, Biologia, Educazione fisica e qualcun’altra.
Entrate in classe mi si accese un enorme sorriso. Vicino alla finestra, a tenere due posti liberi, c’era Angela. Lei era l’unica a conoscenza dell’arrivo della mia matta cugina.
<< Angela! >> salutai allegra, tirando Lis dalla manica della maglia.
<< Ehi, Bella, calmati! Cugina, piano! >>
<< Bella! Come stai? >> mi chiese la mia amica, alzandosi per abbracciarmi << Tu devi essere Lis! Io sono Angela, piacere di conoscerti. >>
<< Piacere mio, Angela. >> le rispose Lis, sorridendo; sorridendo eealmente, questa volta.
<< Vi ho tenuto il posto. Non sapevo se aveste avuto Spagnolo alla prima ora, ma l’ho fatto per precauzione. >>
<< Grazie, Angela, sei sempre la migliore. >> ed era vero.
Angela era un’amica fantastica. Ti ascoltava se avevi problemi, ti consigliava. Rideva con te se volevi ridere e piangeva con te se dovevi sfogarti. Era l’unica vera amica che avessi a Forks.

 
Durante l’ora di Spagnolo, Angela e Lis fecero amicizia. Ne ero contenta. Erano le due persone a cui tenevo di più al mondo e non volevo che si creassero problemi tra loro.
Le ore seguenti passarono veloci, e la pausa pranzo arrivò in men che non si dica. Io e Lis ci andammo a sedere al tavolo con gli altri, colsi così l'occasione di presentarla a tutti: Mike, Erick, Ben, Lauren e Tayler.
<< Ma dimmi una cosa… >> mi disse Lis mentre gli altri parlavano.
<< Dimmi tutto, cuginetta. >> le risposi mentre mangiavo la mia mela.
<< Ma se l’orso sta insieme alla bionda e ha un gemello… Cioè, quella non si confonde? >> la guardai per un secondo e scoppiai a ridere.
<< Ma sei seria?! >> non riuscivo a calmarmi, non solo il mio tavolo, ma tutta la mensa mi guardava allibita. Dio, che figura!
<< Ovvio che sono seria! >>
<< Lis, guarda che si capisce! >>
<< Bella, ti dico di no! >>
<< Oh, dai, ma cosa te ne frega? >>
<< Come cosa me ne frega? Ma li hai visti? Sono stupendi! Uno è impegnato e ok, ma l’altro è libero. Ed io lo voglio! >>
<< Oddio! >> non riuscivo a crederci. Mia cugina era totalmente pazza!
Quasi come se ci avessero sentite, Jason ed Emmett risero.
Era una cosa impossibile, lo sapevo. Eravamo distanti da loro e, a parte la mia risata, il nostro discorso non poteva essere stato udito fin làggiù.
Jason si alzò salutando i suoi fratelli, ma prima di uscire dalla mensa si girò dalla nostra parte e fece un occhiolino a Lis, la quale tirò un mezzo urlo stritolandomi il braccio. << Oddio, Bella! Hai visto?! >>
<< Sì, Lis, sì! Ma mi fai male! >>
Senza saperne il motivo mi bloccai all’istante, diventando un blocco di ghiaccio. Lo stomaco mi si accartocciò e un brivido non identificato mi percorse la schiena.
<< Bella, stai bene? >> sentivo nella voce di Lis preoccupazione, ma non risposi.
Mi alzai guardandomi intorno. Qualcuno mi stava osservando, lo sentivo. Eppure, in quella stanza, non c’era nessuno che guardava me.


VESTITI DI LIS:
http://www.polyvore.com/secondo_capitolo/set?id=23860921
Allora cosa ne dite? Fatemi sapere! Ah scusate se ci sono alcuni errori, ma non ho una beta!

  
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