Cooter accompagnò Jennifer all’officina,
dove Bo era solito conservare la tenuta da corsa. Il meccanico attese
pazientemente che la ragazza si cambiasse, cercando di resistere alla
tentazione di sbirciare. Nel frattempo, il biondo cugino Duke aveva portato il
Generale nei pressi della linea di partenza, attento a non farsi scoprire né da
Boss, né da uno dei suoi scagnozzi in divisa, e stava teneramente separandosi
dalla cara automobile.
“Ci sono, Bo” annunciò Jenny
avvicinandosi, con i lunghi capelli scuri raccolti dalla bandana e il casco
sotto un braccio.
“Wow” sospirò il ragazzo. “Sembri
davvero una pilota professionista.”
Jennifer sorrise, poi guardò Cooter.
Bo sembrò capire. “Oh, le chiavi sono
nel quadro. Io vado alla partenza con gli altri. Ti aspettiamo, Cooter.”
Rimasto solo con la ragazza, il
meccanico sembrò ripiombare nella timidezza delle prime volte. “Jenny, io… ehm,
io… tu… spero… in bocca al lupo.”
“Crepi, Cooter” rispose lei,
preparandosi a salire in macchina.
“Oh, Jenny?”
“Sì?”
“Io… tu… vorresti…”
“Cooter, la corsa parte tra due minuti”
lo esortò lei.”
“Ehm…
losocheforseètroppoprestoeforseèsbagliatomachenedirestisetueiocisposassimo?”
bofonchiò.
“Come, scusa?”
“Io…”
“Ne riparliamo dopo, Cooter” lo
interruppe lei, con un bacio leggero sulla guancia. “A dopo.”
Boss stava per prepararsi a dare l’avvio
all’annuale rally di Hazzard, quando la folla improvvisamente si animò. “C’è
Bo, gente!”
“Duke, figlio di un cane, pensavi di
non presentarti, eh?”
“Ecco il campione, viva!”
“Viva il Generale!”
Il grasso ometto in bianco sbuffò.
Rosco doveva aver combinato un altro dei suoi pasticci. Eppure aveva fatto
avvertire i Duke che erano esclusi dalla gara. “Rosco, imbecille! Fai qualcosa!”
Lo sceriffo si avvicinò all’automobile
arancione. “Duke, sbaglio o ti avevo riferito di non farti vedere oggi?”
“Non sono Bo Duke” rispose prontamente Jenny,
mostrandogli la licenza.
Rosco lesse il foglio. “Boss! Non è
quel Duke!”
“Ma che dici, scemo? Non è Duke? E chi
è?” brontolò avvicinandosi al Generale, schierato nell’ultima fila.
Il pubblico iniziava a rumoreggiare,
protestando per il ritardo nella partenza. Rosco porse a Boss il permesso di
guida sportiva, e l’uomo guardò bene il pilota. “Una… donna?” esclamò,
sconcertato.
Spazientita, Jennifer scese dall’auto e
si tolse il casco. “Sì, una donna. Mi chiamo Jennifer Anne Brown, ho una
licenza di pilota regolare e ho versato la quota di iscrizione. Vogliamo far
partire questa maledetta corsa?”
Il pubblico fischiò e applaudì, mentre
Boss e Rosco si rassegnavano. L’ingegno dei Duke, unito al coraggio e alla
forza di volontà della piccola Jenny Brown, erano un’arma invincibile. Il buffo
ometto vestito di bianco sparò un colpo in aria, dando il via alla
competizione. Jennifer ricordava alla perfezione ogni trucco della sua passata
vita da pilota. Sorrise, pensando che fosse il momento più opportuno per
mettere tutto in pratica.