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Autore: LaU_U    14/10/2010    2 recensioni
Misteriose sparizioni in una piscina di Londra. Il Dottore cerca di scoprire se ci sia un alieno dietro ai crimini. In suo aiuto giunge una giovane, perfetta Mary Sue.
Genere: Commedia, Parodia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 9
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Dottore fissò la ragazza che stava facendo il suo ingresso in quel momento, calamitando l’interesse di tutti. Aveva dei lunghi capelli mossi e biondi, sui quali le luci al neon della piscina proiettavano dei riflessi azzurri e violacei che richiamavano alla mente dei rapiti osservatori l’immagine di una meravigliosa sirena, regina delle profondità marine. La chioma era la prima cosa che attirava l’attenzione su di lei, ma di certo non quella su cui essa finiva per focalizzarsi. La capigliatura ondeggiava morbidamente ad ogni passo, sottolineando l’andatura aggraziata e seducente allo stesso tempo di quella giovane donna. Il viso era splendido e completamente proporzionato. Due luccicanti occhi verdi erano circondati da lunghe ciglia scure che rendevano lo sguardo ancora più affascinante. Le labbra rosee sembravano pronte per chiedere cento baci ed altri mille ancora e non era difficile credere che fossero stati in molti ad agognare di dar loro ciò che desideravano.
Era molto alta, sicuramente più della gran parte delle giovani della sua età, anche se non era chiaro quale essa fosse. Aveva un fisico sviluppato da donna, ma nel suo passo era visibile l’innocenza di un’adolescente ai tempi delle prime cotte. Il corpo sembrava perfetto; il Dottore ebbe come l’impressione che l’unico modo per descrivere quello che vedeva sarebbe stato dire che aveva le curve al punto giusto. Rimase dubbioso circa quel suo pensiero: non era facile trovare delle persone con le curve al punto sbagliato. Bene o male, nonostante fossero più o meno seducenti, le curve erano sempre negli stessi posti. Anche ripensando ai numerosi alieni che aveva incontrato, un Sontaran o un Klepton ad esempio, per quanto le curve fossero diverse erano sempre là dove era richiesto loro di stare. Le gambe lunghissime ed abbronzate sembravano muoversi a rallentatore e quella camminata fu come se durasse una vita; era come se le persone che l’osservavano sentissero il bisogno di non perdere un istante di quel momento e di succhiare il midollo della bellezza tramite il semplice guardare cotale dea dall’aspetto esotico ed etereo. Indossava un bikini giallo acceso. Il pezzo sopra allacciato dietro il collo e gli slip con dei laccetti che sfoggiavano delle perline viola cangianti.
 
Arrivò in mezzo al gruppo che la stava fissando e attendendo con bramosia. Sfoggiò uno spensierato sorriso e parlò.
«Qualcuno ha bisogno di una cuffietta?»
La voce acuta risvegliò il Dottore dall’incantamento, ma ciò parve non accadere con gli altri presenti. Che si mostrarono piuttosto abbattuti per il fatto di avere tutti la cuffia già in testa o fra le mani.
«Oh, vedo che tu sei senza. Tieni, eccola qui.» E così dicendo la infilò in testa al Dottore con forza. Il Signore del tempo sentì i corti capelli tirati dalla membrana di plastica e strizzò gli occhi per il dolore.
«Perfetto. Sei carinissimo!»
Non aveva alcuna intenzione di essere carino e dubitava profondamente che un oggetto del genere, che sicuramente gli faceva risaltare le orecchie a sventola e il naso non proprio alla francese, potessero renderlo tale. Il Dottore notò degli sguardi di sfida da parte degli altri uomini presenti. E anche di qualche donna, a dire il vero.
«Oh, ma che sciocca, non mi sono ancora presentata. Io sono Mariah Sandy Sparkle Shine Gold, ma chiamatemi Mariah. Da oggi sono la vostra istruttrice di nuoto. E non preoccupatevi: anche se sono giovane sono molto brava nel mio lavoro. Ho sempre avuto una grande predisposizione per tutte le attività che concernono l’acqua.»
Quali erano le numerose attività che concernevano l’acqua oltre al nuoto? Lavare la vasca dei pesci e far bollire la pasta?
«Allora. Adesso buttiamoci tutti in acqua!» esclamò euforica.
Il gruppo cominciò ad avviarsi verso la scaletta, facendo a gara per entrare il prima possibile. Il Dottore si tenne in disparte nella speranza di essere lasciato in pace e all’asciutto.
«Ehi, carino, che fai lì? Vieni con noi!»
Lei gli prese un braccio e lo condusse dolcemente verso la scaletta, poi entrò ancheggiando. Un ragazzo biondo, di bell’aspetto, attorno ai vent’anni, era in piedi accanto a lui e lo guardò minacciosamente coi suoi occhi di ghiaccio.
«Ho capito cosa vuoi fare» gli sussurrò faccia a faccia. «Reciti la parte del coccolone per impietosirla. Beh, non attaccherà: lei sarà mia. Ti tengo d’occhio!»
Quella situazione stava diventando assurda. Fissò incredulo il biondo, credendo stesse scherzando, ma apparve molto serio. Ti tengo d’occhio? Ma dove era finito? In un film per liceali americani?
Entrò nella vasca e si piazzò in fondo, il più lontano possibile dal giovane platinato e da tutti gli altri. Seguì la lezione con disinteresse, muovendosi il meno possibile, mentre tutti gli altri sembravano intenzionati a spiccare dei balzi fuori dall’acqua come i delfini per impressionare la bella istruttrice.

Quando l’ora finì partì un caldo applauso nei confronti di Mariah, che reagì arrossendo e sorridendo imbarazzata. Pian piano tutti uscirono dalla piscina e si avviarono verso le docce. Il Dottore fece lo stesso: salì la scaletta, rimise le ciabattine a fiori e si incamminò. Accanto a lui vedeva il fondo della vasca allontanarsi e l’acqua diventare sempre più profonda. Forse sarebbe stato meglio fare qualche passo più in là per evitare di finirci dentro. Fu nell’istante in cui gli passarono quei pensieri per la testa che sentì la voce sgradevole del biondo e ricevette da lui una forte spallata da dietro.
«Oh, attento a dove cammini.»
Fu colto alla sprovvista e scivolò dritto in acqua, senza poter fare nulla per evitarlo. La piscina era troppo profonda e i piedi non toccavano. Cominciò ad annaspare, a muovere velocemente e in maniera scombinata le braccia sperando di stare a galla e avvicinarsi al bordo, ma senza successo. Si sentì affondare, impotente.
Poi sentì un rumore accanto a lui e le braccia calde di una persona che lo afferravano e lo riportavano in superficie e poi verso il bordo. Si aggrappò e si tirò fuori il più rapidamente possibile, tossendo per sputare l’acqua che aveva ingoiato. Ansimando guardò per capire chi l’avesse salvato: era stata Mariah. Scorse il sorriso del ragazzo che l’aveva spinto tramutarsi in un grugno di nervosismo. Poi il giovane se ne andò.
«Tutto bene? Come stai?»
Si alzò in piedi, ancora confuso e rispose alla ragazza: «Sì, sì. Sto bene. Grazie.» Un ringraziamento era dovuto.
«Dovevi dirmi che non sai nuotare. Ti avrei tenuto d’occhio meglio.»
Era una mania quella di tenerlo d’occhio?
«Non importa. È tutto a posto.» Fece un cenno di saluto e qualche passo verso le docce.
«Sembravi un grosso gattone annaspante, sai?»
«Cosa?» Si voltò di scatto. Aveva sicuramente capito male.
«Prima, nell’acqua, quando ti agitavi. Sembravi un gattone spaventato. Eri molto carino.»
In pratica lei gli stava dicendo che nell’istante prima, quando stava per morire in una stupida piscina in maniera goffa e imbarazzante, lei si era concentrata sul fatto che era carino. E aveva pensato che quello fosse il momento più adatto per riferirglielo; all’apice della sua vergogna. Si limitò ad annuire e ad andarsene a passo svelto.
Doveva risolvere il mistero della piscina al più presto se voleva stare il meno possibile in quella gabbia di matti.


 

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Mi ci è voluto un po' a scrivere questo capitolo, per vari motivi. Innanzitutto inserire una Sue è stato pittosto impegnativo: non è il genere di personaggio di cui parlo di solito, anche perchè generalmente parto dai difetti coi miei OC. E anche con Nine, insomma. Farlo arrabbiare non mostra certo la sua perfezione.
Non è stato facile neanche descrivere fisicamente la Sue. Non descrivo spesso e non leggo moltissimo, quindi non sono esperta. inoltre le descrizioni classiche delle Sue sono molto stringate e non volevo che lo fosse anche la mia. Ho deciso di fare una descrizione apparentemente seria e relativamente approfondita.
E poi volevo una frase ad effetto. Volevo che le prime parole della Sue dicessero quanto fosse frivola. Purtroppo non ho trovato nulla che funzionasse, quindi mi sono limitata a "Qualcuno ha bisogno di una cuffietta?".
Ho inserito qualche cosa classica delle storie con le Sue, spero siano apprezzate. Se avete consigli per migliorarmi  e rendere la Sue più Suesca ditemi pure...

Detto questo: ringrazio moltissimo le ragazze che hanno commentato i primi due capitoli, mi hanno fatto molto piacere. :)

   
 
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