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Autore: San e Rachel    07/11/2005    8 recensioni
"... La spuma del mare, resa dorata dagli ultimi raggi splendenti del sole, lambiva i suoi piedi ogni qual volta si avvicinava un po’ di più alla riva, le onde ormai calme dopo un lungo giorno di impeto giocavano con lei arrivando quasi a toccarla e poi ritraendosi come ad invitarla a provare a raggiungerle..."
Cinque anni sono passati dalla morte di Allie e dalla cattura dell'oscuro signore. Dopo un periodo di assenza lungo due anni, Rachel e suo figlio Dominick, un dolce bimbo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, tornano a casa loro, nel piccolo paesino vicino Tolone, da San, rimasta sola tutto questo tempo. Rachel parla a San di ciò che é venuta a sapere nel periodo trascorso a Londra per lavoro, riguardo ai loro amici Harry, Ron, Hermione, Ginny, Fleur e Bill, con cui hanno perso i contatti da ormai tre anni. E intanto Lord Voldemort medita vendetta...
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Genere: Azione, Malinconico, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 35 - Ed ora? Il caos.

 

E

ra il quattro febbraio.

La sfilata di Rachel era passata da quasi un mese, ormai, ma le cose non sembravano cambiate poi molto. Tranne fra Draco e Rachel. Sembravano una coppia di sposini novelli, il che faceva gioire Dominick, che finalmente era tornato tranquillo. Non rischiava più di scomparire, finalmente era tornato del tutto corporeo, segno che fra i genitori andava tutto a meraviglia. Ma un'altra cosa cambiava la routine quotidiana di questo giorno d'inverno. Era il compleanno delle gemelle.

-Eccole, stanno arrivando!!!- disse Dominick tutto contento al resto del gruppo, vedendo San e Rachel entrare in sala grande, seguite in lontananza da Allie, che ormai le ignorava del tutto.

Le tre si sorpresero nel notare tutto il gruppo d'amici insieme. Si domandarono incuriosite come mai un avvenimento simile. Loro erano state così prese dalla loro vita che non si erano nemmeno ricordate che giorno fosse.

- Come mai tutti qui? Mi fa paura 'sta cosa... - domandò San, con vena ironica.

Dominick non rispose, ma saltò addosso a Rachel, abbracciandola forte e provocando spasmi d'ira a Draco.

- AUGURI MAMMMAAAAA!!! E ANCHE A TE ZIA SAN!!!- urlò eccitato, ignorando Allie.

Draco tirò un pochino da parte Rachel, per non essere completamente al centro dell'attenzione del gruppo. Le diede un bacio su di una guancia, tirandola un po' a sé.

- Ahm... Rachel... avrei una cosina da darti... - disse vago, le guance leggermente arrossate.

Era evidentemente in imbarazzo, che carino!

Rachel sorrise radiosa. - Cos'è, cos'è? Sono curiosa!!! - disse saltellando un po', come una bimba piccola.

Lui sorrise intenerito, prese qualcosa dalla tasca e le prese la mano, infilandole un anello stupendo all'anulare. Lei arrossì, imbarazzata. Era l'anello della famiglia Malfoy. E voleva lo tenesse lei. Quello... era il più bel giorno della sua vita. Lo abbracciò forte, commossa. - Grazie, Draco... grazie, davvero... è il regalo più bello che potessi ricevere in questo giorno... - disse con voce rotta, trattenendo le lacrime dalla felicità.

Lui le diede tanti piccoli baci sulle gote, asciugandole una piccola lacrima sfuggita lungo la guancia.

- Volevo farti sapere quanto sei importante per me, volevo dimostrarti che con te faccio seriamente. Volevo che avessi qualcosa d'importante e di valore che potesse ricordarti sempre che tu sei la mia donna, che tu sei colei che amo, che tu sei colei a cui tengo di più al mondo.

La strinse forte a sé, dandole un leggero bacio sulle labbra.

Era tutto così perfetto. Che strano, però, quando le aveva dato l'anello aveva avuto una strana sensazione di deja-vu. Un'immagine le aveva attraversato la mente, come se avesse rivisto lui e se stessa litigare per qualcosa, e sentiva nel cuore una strana sensazione, come se già una volta lui avesse provato a darglielo e lei l'avesse rifiutato. Che strano. Questi flash si facevano sempre più frequenti. Che fossero allucinazioni? Magari era pazza...

Decise di ignorare quelle immagini. In fin dei conti lei stava bene in quel momento con lui, perché dover rovinare tutto per delle sensazioni che nemmeno sapeva se fossero vere o meno? Sarebbe stato stupido. Sì lasciò cullare dalle braccia del ragazzo, assaporando ogni attimo di quel momento.

Intanto, nella fila di amici che si spingevano per dare gli auguri a San, era giunto il turno di Ares. Le si parò davanti e sorrise normalmente, come avrebbe sorriso a qualsiasi altra ragazza il giorno del suo compleanno.

- Beh, auguri... - disse tendendo una mano.

San lo classificò come un gesto molto freddo.

Abbassò lo sguardo, guardando di lato. Non prese nemmeno la sua mano.

- Ah... grazie...

Ares la guardò due secondi, poi fece spallucce e si allontanò, per fare spazio ad una Hermione in vena di festeggiamenti, che abbracciò forte l'amica, quasi strozzandola. Ron intanto stava buttando coriandoli in aria e usava una trombetta amplificata dai gemelli Fred e George, che faceva un casino abnorme. San non ricambiò l'abbracciò dell'euforica Hermione, ma guardò Ares, malinconicamente. Il cuore le faceva male, troppo. Perché lui non era più innamorato di lei? Ah, si, la sapeva la risposta. Perché lei era stata una maledetta stronza. E lui aveva fatto bene a dimenticarsela. Vide improvvisamente una ragazza avvicinarsi ad Ares, sorridendo. Si dissero qualcosa e anche Ares rise. Lei lo prese sotto braccio e si avviarono verso l'uscita della sala grande. Ma cosa ci faceva con quell'oca di Helen Parkinson? Si fermò a riflettere due secondi. Lei non conosceva affatto quella ragazza, come diamine faceva a sapere il suo nome???

Si congedò gentilmente dagli amici e decise di seguire la neo-coppietta. Le dava fastidio quella sensazione... troppo. Era come se l'avesse già vissuta una volta e non le andava giù una seconda. Non poteva ridere con una strega come quella, una di quelle biondone da far paura! Tutte tette e corpo. Che schifo.

 

***

 

Il grande parco che circondava il castello era illuminato da pochi raggi di sole fiacchi, il cielo era leggermente rannuvolato, e probabilmente per la sera avrebbe cominciato a piovere. San uscì dal castello seguendo i due quatta, quatta, e quando loro si fermarono ai piedi di un grande salice, lei si sentì mancare. Quel salice. Ricordava tante cose di quel salice, seppur fosse convinta di non averle mai vissute. Ma una cosa era certa, non voleva che quello stupido di Lestrange e la sua amichetta si mettessero a coccolarsi e fare moine là sotto. QUELLO ERA IL SUO SALICE! Davvero. Era quello dove aveva studiato con Draco, Ares e Rachel per il compito speciale per Piton, all'inizio dell'anno, e dove loro avevano scoperto che lei e la gemella fossero Naiadi. Beh, in realtà non era sicura fosse accaduto o meno. Però ricordava così distintamente Rachel cadere quasi nel lago, attirata dal fantasma di Allie. Ma Allie era viva!!! Che accidenti succedeva nella sua testa? Perché aveva ricordi di cose sicuramente mai accadute??? Forse era davvero impazzita.

I due si sedettero ai piedi dell'albero. Ares guardava in avanti, verso il lago. Helen ancora attaccata al suo braccio aveva appoggiato la testa sulla spalla di lui. E non sembrava nemmeno infastidito.

- Ares... lo sai che tu mi piaci... - prese parola Helen.

San tentò di aguzzare le orecchie. Accidenti, dalla posizione in cui si trovava non sentiva assolutamente niente.

Tentò di avvicinarsi un po' di più e si accostò proprio dietro il tronco del salice accanto al quale loro erano seduti.

- Non sono uno stupido, Helen... credevi non me ne fossi accorto?- chiese atono, continuando a guardare la superficie del lago incresparsi ad ogni piccolo colpo di brezza invernale.

La ragazza arrossì, portandosi una mano davanti alle labbra.

- No... è che... era giusto te lo dicessi... perché non è la solita cottarella di questa età che provo per te, lo sai?

Ares rise un po', divertito.

- Si, Helen, lo so... e se devo essere sincero, la cosa mi fa piacere, non so perché... credo sia perché tu sei davvero una ragazza bellissima, e poi sono appena uscito da una brutta fase, in cui amavo senza essere ricambiato, anzi ero sempre bistrattato, quindi non può che essere piacevole il sentimento che tu provi per me.

Helen sorrise, attaccandosi di più a lui e avvicinando di più il suo viso a quello del ragazzo.

- Quindi, se io ci provassi con te... tu ci staresti, vero? Non finiresti per abbandonarmi e tornare da quell'idiota di una Dickinson?

Lui scosse un po' il braccio, strattonandolo e facendola allontanare.

- Ho detto che mi fa piacere, non che mi piaci, Helen... chiama San come diavolo vuoi tu, ma lasciami in pace.

Si alzò e si voltò, facendo per andarsene, trovandosi San di fronte. Un'altra persona sarebbe sbiancata di botto, ma lui non fece caso all'espressione furiosa di San.

Come aveva potuto dire "Chiama San come diavolo vuoi tu, ma lasciami in pace"??? Era davvero uno sporco bastardo. Dov'era finito tutto l'amore che predicava di aver provato? Sparito così, all'improvviso? Ma l'amore non può sparire se è vero. Lui era solo un bugiardo.

- Sei furbo tu... proprio furbo...

Tremava, tremava di rabbia, di stupore... di disgusto.

- Tu... tu mi fai capire che mi disprezzi per come mi vesto e finisci per sceglierne una ancora peggio. Che pensa solamente ai soldi, al trucco e al suo aspetto. Che fa ciò perché è proprio così, un essere orrendo che fa le cose solo per interesse. - deglutì furiosamente, scandendo per bene le parole e trattenendosi dal non scoppiare a piangere - Tu mi hai sempre detto tante cose... tante parole... mi hai fatto capire che ero tutto il tuo mondo, che per te ero troppo importante e ora... e ora dici così? Ma lo sai che sei proprio viscido? Forse la verità è che tu sei veramente troppo bravo solo a parole sai? Non è che forse ti faceva solamente comodo la mia presenza e non mi amavi veramente, ma te ne sei solo convinto per non schifarti da solo di stare con me?

Helen raggiunse i due, un sorriso soddisfatto. Rise, malefica. Si vedeva proprio che era una Parkinson, la brutta copia di un'ancora più orrenda Pansy.

- Ahah, ma dai Dickinson... non avrai mica pensato veramente che lui fosse innamorato di te? Ma andiamo... Sai la verità? Noi ci stiamo frequentando da tanto tempo... una volta pure ci siamo baciati, quando lui ancora diceva di amare te, lo sai? Siamo anche stati promessi sposi... i nostri genitori ci vogliono insieme, è destino. Che stupida che sei... una stupida illusa! Non sai nemmeno soddisfare le voglie di colui che ami? Guarda me, ho un corpo da favola, che tutti i ragazzi vorrebbero anche solamente sfiorare... pensi veramente che lui preferirebbe te a me?! Ama Dickinson, ama e soffri, perché questo è il tuo destino! Il destino di una sporca mezzosangue! - guardò Ares e rise ancora - Vi ho sentiti mesi fa, nel corridoio... tu gli hai rivelato di essere per metà una Naiade... sei veramente disgustosa! Non meriti di essere serpeverde!

Ares avrebbe voluto mantenere la maschera fredda e rigida che si era costruito, ma non ci riuscì. Si voltò verso Helen e le diede uno schiaffo così forte da farla cadere rovinosamente al suolo. La ragazza si portò una mano alla guancia, gli occhi pieni di lacrime. Perché?

- Se qui c'è una persona che fa schifo, quella sei tu. Credi davvero di piacere ai ragazzi per quello che sei? Sei così contenta di aver un bel fisico? Beh, sappi però che sarai anche carina, ma il tuo cervello è anche più piccolo di quello di tua sorella. Va' al diavolo Helen, e cerca di non tornare mai più, perché se mi passi di nuovo davanti uno schiaffo non basterà a placare la mia ira. - serrò la mascella in un'espressione sofferente. E ora come risolveva con San? Lui non aveva mia baciato Helen, ma la brunetta sicuramente non gli avrebbe mai creduto.

Helen si dileguò, non piangeva, semplicemente era visibilmente furiosa.

- Va al diavolo Lestrange, che tu sia maledetto a vita!!!

Ares si voltò nuovamente verso San. La ragazza aveva il viso arrossato, segno della forte rabbia che provava, e tremava, terribilmente. Gli occhi erano lucidi e rossi.

- San... San... ehm... guarda che io ed Helen non ci siamo mai baciati... e... prima... non ti ho difesa dalle sue parole non perché non volevo, ma perché non potevo... perché se l'avessi fatto, tutti gli sforzi per dimenticarti che ho fatto negli ultimi mesi sarebbero andati in fumo. Cazzo... - si irritò con se stesso, mollando un pugno al tronco del salice. La sua mano cominciò a sanguinare, ma lui non ci fece caso. Ora la questione a cui dare la priorità era "Farsi perdonare da San".

Lei non parlava, era lì, zitta ed immobile. Lo sguardo perso nel vuoto. Non solo le cose con Ares erano diventate uno schifo per colpa sua... ora per lei e le sue sorelle sarebbe diventato un incubo. Avrebbero saputo tutti che erano per metà naiadi. Sarebbe successo il caos. Sarebbe finita come a Beauxbatons.

Ares non fece molta fatica a cogliere i suoi pensieri.

- Non... permetterò che Helen... spifferi a tutti la questione delle naiadi... io... lo sapevo che ci aveva sentiti... è per questo che stavo uscendo con lei... volevo convincerla a non dire nulla... accidenti, oggi ho rovinato tutto... ma San, ti giuro che sistemerò tutto, credimi... - il suo sguardo era più serio che mai. Le appoggiò le mani sulle spalle e la scosse un po', come per chiederle una risposta.

Lei alzò lo sguardo. Lo guardava, ma non lo vedeva. Boccheggiò un poco, come per dire qualcosa, ma non uscì neanche un suono dalle sue labbra. Scosse la testa più volte, mentre alcune lacrime cominciavano a rigarle le guance. Era evidentemente scossa. Non solo per la faccenda di Helen, ma soprattutto per lui. Allora non era veramente diventato così... faceva, faceva solo finta.

Lui la scosse ancora un po'.
- Ehi, San... dai non piangere... non fare così... ti giuro che sistemerò tutto con quella scema... e non pensare a quello che ha detto... io non ci trovo nulla di male ad essere di sangue misto... anzi tu sei davvero figa quando ti trasformi... - disse tutto allegro, tentando di farla ridere.

Lei però non rise, al contrario. Si buttò fra le sue braccia iniziando a piangere, disperatamente.
- Perché non me l'hai detto prima che non eri veramente così?! Mi hai fatto paura, terribilmente paura. Pensavo... io pensavo... pensavo di averti perso per sempre, ed era tutta colpa mia! Sono stata una stupida, solo una stupida! Mi Dispiace io... io non volevo farti soffrire... non volevo!
Ares era rimasto di sasso, come impietrito. Ma da quando San esternava così i suoi sentimenti? Le aveva fatto davvero così tanta paura? Lui credeva che non gliene importasse nulla di come si comportava, così non si era dato pena a spiegarle la situazione. L'aveva fatta soffrire. Che idiota era stato. L'abbracciò, stringendo forte il suo corpo minuto. E pensare che aveva sempre creduto che tra le sue sorelle, lei era la più forte. Dio, quanto si era sbagliato. San era proprio la più fragile.
- Shh... dai piccolina, calmati... mi dispiace, ti chiedo scusa... non volevo... non sapevo... sono stato proprio un'idiota... San... San, mi permetti di continuare ad amarti? Non voglio nulla in cambio, ma posso continuare a starti vicino? Ti prego...
Lei si asciugò
le lacrime con la manica della maglia, per poi alzare lo sguardo. Lo guardò dritto negli occhi, ma non disse niente. Che stupido che era... perché ora le chiedeva scusa? Era lei la colpevole della situazione. Se lui aveva reagito in quel modo era per colpa sua, solamente. Sospirò, alzandosi un poco in punta di piedi e circondandogli il collo con le braccia.
- Ares... - fece una piccola pausa che innervosì ancor di più il biondo - Ti amo...
Disse queste ultime parole unendo le sue labbra a quelle del ragazzo.

Dopo quell'attimo, che sembrò lungo un eternità, Ares rimase frastornato per il resto della settimana.

 

***

 

Fu la mattina di San Valentino che San riuscì finalmente a trovare quell'idiota di Ryan e a mollarlo definitivamente, sotto gli occhi divertiti della sorella che si teneva per mano con Draco, pronta a partire alla volta di Hogsmeade. Ginny ed Harry erano già usciti e sembravano tornati i piccioncini di un tempo, inseparabili. Sembrava quasi che la Ginny lugubre e strana fosse sparita nel nulla e la cosa aveva rassicurato tutti, anche se non sapevano quanto fosse veramente affidabile la ragazza. Ron ed Hermione, invece, si stavano trascinando dietro proprio in quel momento la terza gemella, assai contrariata. Dominick, invece, era sparito da quella mattina assieme a Catelyn.
- C'è qualcosa che ti preoccupa? -, domandò Draco, notando la sua espressione assorta.

- Niente di importante... solo che... ultimamente sento che Dominick si sta allontanando da noi, vero?- mugolò afflitta. Non voleva che Draco pensasse male su ciò che provava per Dominick, ma non riusciva a non parlarne con lui. Lei credeva davvero che Dominick fosse suo figlio, non riusciva a spiegarsi questa cosa, ma le dava uno strano senso di malinconia vederlo uscire con una ragazza. Improvvisamente prese un fazzolettino rosa ricamato dalla tasca interna del mantello e si soffiò il naso, asciugandosi le lacrime. - Il mio bimbo... è cresciuto... ormai è un ometto... - disse con voce nasale e gli occhi rossi di commozione.

Draco la guardo scandalizzato, allontanandosi un poco da lei.
- Tu sei tutta matta! - esclamò, scoppiando poi in una risata cristallina - Non potevi di certo pretendere che Nicky rimanesse per tutta la vita a casa, al nostro fianco, a farci da balia, no? Fortuna che non è uno sfigato, ma è un ometto di successo! Eh... ha preso tutto da me!

Rachel sorrise, poi sbiancò. I due si guardarono. Ma che diavolo stavano dicendo?
- Ok... ok... è la conferma... siamo impazziti!

Draco scosse la testa, sorridendo.
- Io non credo che siamo pazzi... semplicemente che ci sia qualcosa di più. Ho parlato con la so-tutto- io e anche lei crede che non sia pazzia... non mi ha detto in dettaglio cosa ha scoperto, semplicemente che le cose strane che succedono non sono frutto della nostra immaginazione, ma realtà camuffata.

Rachel si diede una grattatina alla testa.
- Ah... beh... allora sono tranquilla... beeenneee allora significa che posso coccolare Dominick? Evvivaaa!!!- disse saltellando.

Draco le lanciò un'occhiataccia. Era irrecuperabile!

- Non ho detto questo! Aspettiamo che la Granger assieme a lenticchia si decidano a far sputare il rospo a tua sorella... poi sarà il momento della verità... intanto... - fece un espressione triste - Perchè non coccoli me che sono tanto in carenza d'affetto?

Lei lo guardò come fosse un alieno. Gli mollò uno schiaffo che lasciò il segno delle cinque dita e si allontanò da lui sbuffando e borbottando qualcosa che suonava molto come "Maniaco!".

 

***

 

Frattanto ad Hogsmeade fra Ron, Hermione ed Allie regnava il silenzio più assoluto. I primi due si tenevano per mano e guardavano dritti negli occhi la ragazza. Stavano seduti da Madama Piediburro. Hermione prese coraggio e iniziò a parlare.
- Senti Allie... noi ti dovremmo parlare.
La terza gemella la fulminò con uno sguardo che sapeva tanto di "Ma va? Non me n'ero accorta!".
- Ehm... perché sei diventata così scontrosa con le tue sorelle? Avete litigato? - provò ad attaccar discorso in un modo più amichevole.

Allie sbuffò, senza dare risposta. Ron cominciava ad irritarsi.
- Senti cocca, non so perché sei sempre di mal'umore, né mi interessa... ma tu sai sicuramente qualcosa di questi flashback che continuano ad apparire nelle teste di tutti noi, so benissimo che non siamo pazzi, quindi dimmi immediatamente cosa sta succedendo!!! Sei l'unica a cui i flashback non sono mai apparsi, quindi significa che sei l'unica che ha memoria di tutto ciò.

- Oh Ronald... sei così sicuro di quello che dici? Sei sicuro che a me non siano apparsi frammenti di immagini a me sconosciute? - si spinse più in avanti, guardandolo diritto negli occhi. - Sai quale è stato il più bello? Quello di quando mi sono buttata giù dal castello di Beauxbatons, maledicendo le mie sorelle. Ma... il più bello in assoluto... sarà quello dove vi ammazzerò tutti con le mie mani!
Sorrise malefica, tornando poi ad un espressione dolce.
- Scherzavo...

Hermione e Ron cominciavano a sudare freddo. Era pazza. Una folle. Completamente andata di matto.
Hermione era sbiancata, così fu Ron a continuare.
- Tu hai qualche rotella fuori posto... dicci immediatamente che diavolo succede, Dickinson, o non risponderò delle mie azioni!

Lei si arricciò un ciuffo di capelli su di un dito, quel giorno lasciati liberi sulle spalle.
- Perché sta succedendo qualcosa? A me non risulta... tranne che tutti siete antipatici con me e fate di tutto pur di evitarmi.

- Siamo antipatici con te, perché non ci fidiamo... dai Allie, ormai ti abbiamo scoperta, sputa il rospo, non ho voglia di stare qui fino a stanotte... - borbottò Ron, agitato.

Lei sbuffò con l'aria annoiata.
- E cos'avresti scoperto di grazia?

Hermione si diede una grattatina alla testa. Ma era scema o lo faceva apposta? Propendeva per la prima possibilità.
-Che ci stai ingannando tutti...

Questa volta guardò dritta negli occhi a brunetta.
- Ingannando per cosa? Ti rendi conto di cosa stai insinuando?! Mi stai dando della bugiarda!

- Forse perché lo sei?- disse Ron senza troppi preamboli, sospirando. Cominciava a scocciarsi.

Allie si alzò di scatto, fulminandolo con lo sguardo. Ma come diavolo osava quel rosso da strapazzo darle della bugiarda? Non lo era. Semplicemente celava la sua vera identità, non era ancora momento che sapessero, altrimenti il suo piano sarebbe fallito. Avrebbero avuto il tempo d'organizzarsi e contrastarla, non andava bene.
- Sentite, se mi avete trascinata qui solamente per insultarmi io me ne vado! Mi sono rotta!

- NOI SAPPIAMO UN SACCO DI COSE SUL TUO CONTO, SMETTILA DI NASCONDERTI. Ginny non è se stessa solo quando sta con te. Sappiamo inoltre che non stiamo vivendo la realtà, è solo un mondo fittizio e assurdo, e tu lo sai... è colpa tua. Ammettilo! - Ron era paonazzo di rabbia e sbatteva ripetutamente la mano sul tavolo. Era giunto al limite.

L'espressione di Allie si contorse. Accidenti... non li faceva così svegli.

- Dannazione... - borbottò fra sé e sé, tornando poi a guardarli con aria di sfida. - Ok, lo ammetto... siete stati furbi... ma non abbastanza! Giuro che questa me la pagherete cara!

Estrasse fulminea dal mantello la bacchetta, ridendo a più non posso.

Hermione però fu più veloce di lei e gridò Expelliarmus. La bacchetta di Allie volò via, ma lei non vi diede peso. Era una maga sicuramente più esperta di loro, ricordando perfettamente ciò che Lord Voldemort in persona le aveva insegnato. Così semplicemente disse l'incantesimo in mente, e questo funzionò, senza bisogno della bacchetta.

 

***

 

Un grido allarmante riecheggiò per tutta Hogsmeade, attirando l'attenzione di tutti. Flussi di studenti e maghi correvano al di fuori del locale di Madama Piediburro, avevano l'aria terrorizzata.

Rachel e Draco, che avevano appena incontrato San ed Ares a Mielandia, corsero nel luogo da cui proveniva l'urlo. Cosa stava accadendo?
- Ma cos'è tutta questa confusione?- chiese Rachel facendo slalom tra le persone terrorizzate che correvano nella loro direzione. Ares si illuminò vedendo poco lontano Ron ed Hermione, entrambi sdraiati a terra, come privi di sensi. Quando si avvicinarono, fortunatamente videro che stavano bene, erano solo sporchi di terra ed avevano qualche graffio. Ron, più forte, si rialzò subito, mentre San e Rachel si avvicinarono ad Hermione, aiutandola.
- Cosa è successo?- chiese Ares al rosso.

- Allie... Ahi... - si portò una mano dietro la nuca dolorante - Si è finalmente rivelata per la vipera che è.
Draco lo guardò sconvolto.
- Come sarebbe a dire che si è rivelata? Cosa intendi?

Hermione si spolverò la gonna dalla polvere e poi con sguardo serio cominciò a parlare, il tono grave.
-Non sappiamo spiegarvi bene... ma, sapete, credo che non ce ne sarà bisogno... presto torneremo nella nostra realtà originale... Allie per ora ci è sfuggita, ma credo che appena ci riuniremo tutti, ci sveglieremo da questo sogno.
I quattro non avevano capito del tutto, ma tutto sommato decisero di fidarsi delle parole di Hermione. Non era una che parlava a vanvera. E poi loro avevano sempre avuto l'impressione di non appartenere a quel posto.

- Sei sicura che torneremo alla nostra realtà Hermione? - domandò San che stringeva la mano di Ares, visibilmente in ansia.
Lei annuì decisa. Non fece però a tempo a dire nessuna parola, perchè fu preceduta da Dominick, arrivato in quel momento a mano con Catelyn.
- Sì, è solo questione di tempo. Al prossimo attacco della zia Allie tornerà tutto come prima... - gli vennerò le lacrimucce agli occhi - Così finalmente mamma e papà non mi prenderanno più per un pazzo maniaco!

Catelyn fu l'unica a ridere. Nessun'altro capì la battuta del ragazzo.
Rachel sbattè le palpebre un paio di volte.
- Aspetta, aspetta... Catelyn... anche tu ricordi le cose che ricorda Dominick?
Catelyn annuì.
- Non nel dettaglio... nella realtà io ho un paio d'anni... non ricordo quasi nulla... però ricordo le vostre facce... e quelle dei miei genitori... - spiegò velocemente.
- I tuoi genitori?- chiese Bill appena unitusi al gruppo con Fleur, Harry e Ginny, e a cui Hermione aveva spiegato subito tutto.
- Si... tu e Fleur.... siete i genitori miei e di Arthur... - la ragazza si illuminò. - Oh, ecco che arriva Arthur... lui ricorda i particolari meglio di me, ha solo un anno meno di Dominick.

Il brunetto, che guardò subito torvo Dominick che ancora era appiccicato alla sorella, si unì al gruppo. Catelyn gli spiegò vagamente la situazione e lui confermò la versione della ragazza.
- Anche io non conosco i dettagli, papà e mamma hanno preferito non dirceli... solo Dominick è il fortunato a cui è stato rivelato il tutto! Tsk!
- Beh, ovvio... è il diretto interessato! - fu la voce di Ginny.
In fin dei conti chi meglio di lei, oltre ad Allie, conosceva la situazione attuale di tutti.

Harry guardò Ginny confuso.
- Ah... tu sai tutto... certo che potevi spiegare anche a me!!!
La rossa fece spallucce. - E che bisogno c'era? Tanto lo saprai fra... esattamente... due secondi...
Tutti si guardarono allarmati, e, come previsto da Ginny, nel giro di due secondi un'abbagliante luce verde scoppiò dal punto in cui si trovava Allie, poco lontano da loro. Tutto fu inghiottito da quel bagliore accecante, e in pochi attimi il buio totale li circondò.
Quando ripresero i sensi, si trovarono tutti gli uni di fronte agli altri, in strane capsule piene di liquido giallognolo disposte in cerchio, e impossibilitati a muoversi. Però ricordavano tutto.

 

Fine Capitolo 35

 

 

Tic- Tac, Tic- Tac. Sentite il ticchettio dell’orologio che porta la fine di questa lunga saga? :D

Gea_Kristh: Eri perplessa riguardo San ed Ares… e ora? Contenta? :D Come vedi i nostri due eterni bambinoni alla fine si amano davvero e non desiderano altro che stare insieme. Semplicemente… sono due tonti, ecco! Sicuramente noi due ci iscriveremo al tuo fan club! Al rogo allie! >O<

 

NaughtyDia: Solo tre giorni per leggere tutta questa spatafiata? Accidenti! Complimenti! :D Davvero trovi si cambi lo stile? *O* Che figo, allora significa che siamo migliorate e siamo riuscite a stabilirci su di una forma più professionale (eh adesso! Non esageriamo! ndTe)(Sigh! ç_ç ndNoi).Comunque non ti sei dilungata troppo, ci fa piacere sentire i tuoi pareri sulla storia! ^o^

 

Castalia: Ma quanto tempo, siamo felicissime di riaverti fra noi! Ohhh, fa nulla se non sei riuscita a commentarli, l’importante è che continui a seguirci e, magari, ci dai una tua impressione su come finirà il tutto! Tranquilla che aggiorniamo… una volta a settimana, ce lo siamo prefissate! Così riusciamo a tirare avanti sia questa fic (e a concluderla) sia Truly Madly Deeply!

 

Ninphadora: Eh sì, ormai la nostra Rachel non cambierà mai! Mito è e mito rimane! Forse è proprio per questo che è riuscita a conquistare e a tenersi stretta Draco! Come vedi Ares cercava solamente di portare una maschera per evitare di soffrire, ma il fatto che sia riuscito a celare per tanto tempo i suoi sentimenti fa capire che, malgrado sia sempre il solito tontolone, sia comunque maturato. Ed era ora! Eh sì, San è riuscita sicuramente nel suo intento anche grazie alla sorella, che buona com’è vuole solo la sua felicità! Come vedi il coraggio di San era dettato anche da qualcos’altro, forse anche lei ha cominciato a maturare un po’ e ha capito che l’amore è insostituibile e, se capita l’occasione di trovare quello vero, non bisogna farselo sfuggire! Vedi le gemelle come degli esempi da seguire? Ci fa molto piacere! ^^ Vuole dire che allora come personaggi non ci sono usciti male! Per l’aspetto… ti rimandiamo alla nuova sezione aperta in http://fanficdickinson.altervista.org che potrai anche trovare nella collective. Fra poco faremo in modo da poter lasciare dei commenti e dei consigli, così potremo avere il parere dei lettori: se preferiscono un/un’ altro/a attore/attrice… se trovano sia adatto/a quello da noi scelto/a… insomma, quello che volete, ecco! Ormai Allie si sa, la odiano tutti! Stronza com’è chi potrebbe amarla? Tranquilla che non sei troppo cattiva! E non hai parlato troppo, ci ha fatto piacere sapere le tue impressioni! ^^ Grazie ancora per i complimenti!

 

Al prossimo chappo gente!

San&Rachel Dickinson

 

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