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Capitolo 35 - Ed ora? Il caos.
E |
ra il quattro febbraio.
La
sfilata di Rachel era passata da quasi un mese, ormai, ma le cose non
sembravano cambiate poi molto. Tranne
fra Draco e Rachel. Sembravano una coppia di sposini novelli, il che
faceva gioire Dominick, che finalmente era tornato tranquillo. Non rischiava più
di scomparire, finalmente era tornato del tutto corporeo, segno che fra i
genitori andava tutto a meraviglia. Ma un'altra cosa
cambiava la routine quotidiana di questo giorno d'inverno. Era il compleanno
delle gemelle.
-Eccole, stanno arrivando!!!- disse Dominick tutto contento al resto del gruppo,
vedendo San e Rachel entrare in sala grande, seguite in lontananza da Allie,
che ormai le ignorava del tutto.
Le tre si sorpresero nel
notare tutto il gruppo d'amici insieme. Si domandarono
incuriosite come mai un avvenimento simile. Loro erano state così prese
dalla loro vita che non si erano nemmeno ricordate che
giorno fosse.
-
Come mai tutti qui? Mi fa paura 'sta cosa... - domandò San, con vena ironica.
Dominick non rispose, ma saltò
addosso a Rachel, abbracciandola forte e provocando spasmi d'ira a Draco.
-
AUGURI MAMMMAAAAA!!! E ANCHE A TE ZIA SAN!!!- urlò
eccitato, ignorando Allie.
Draco tirò un pochino da parte
Rachel, per non essere completamente al centro
dell'attenzione del gruppo. Le diede un bacio su di una guancia,
tirandola un po' a sé.
- Ahm... Rachel... avrei una cosina da darti... - disse vago, le guance
leggermente arrossate.
Era
evidentemente in imbarazzo, che carino!
Rachel sorrise radiosa. - Cos'è, cos'è? Sono curiosa!!! - disse saltellando
un po', come una bimba piccola.
Lui
sorrise intenerito, prese qualcosa dalla tasca e le prese la mano, infilandole
un anello stupendo all'anulare. Lei arrossì, imbarazzata. Era l'anello della
famiglia Malfoy. E voleva lo tenesse lei. Quello... era
il più bel giorno della sua vita. Lo abbracciò forte, commossa. - Grazie,
Draco... grazie, davvero... è il regalo più bello che potessi ricevere in
questo giorno... - disse con voce rotta, trattenendo le lacrime dalla felicità.
Lui le diede tanti piccoli
baci sulle gote, asciugandole una piccola lacrima
sfuggita lungo la guancia.
- Volevo farti sapere quanto sei importante per me, volevo dimostrarti che con te faccio
seriamente. Volevo che avessi qualcosa d'importante e di valore che potesse
ricordarti sempre che tu sei la mia donna, che tu sei colei che amo, che tu sei
colei a cui tengo di più al mondo.
La strinse forte a sé, dandole un leggero bacio sulle labbra.
Era tutto così perfetto. Che strano, però, quando
le aveva dato l'anello aveva avuto una strana sensazione di deja-vu.
Un'immagine le aveva attraversato la mente, come se
avesse rivisto lui e se stessa litigare per qualcosa, e sentiva nel cuore una
strana sensazione, come se già una volta lui avesse provato a darglielo e lei
l'avesse rifiutato. Che strano. Questi flash si
facevano sempre più frequenti. Che fossero
allucinazioni? Magari era pazza...
Decise di ignorare quelle immagini. In fin dei conti lei stava bene
in quel momento con lui, perché dover rovinare tutto per delle sensazioni che
nemmeno sapeva se fossero vere o meno? Sarebbe stato
stupido. Sì lasciò cullare dalle braccia del ragazzo, assaporando ogni attimo
di quel momento.
Intanto, nella fila di amici che si spingevano per dare gli auguri a San, era giunto il turno di Ares. Le si parò davanti e sorrise normalmente, come avrebbe sorriso a qualsiasi altra ragazza il giorno del suo compleanno.
- Beh, auguri... - disse tendendo una mano.
San
lo classificò come un gesto molto freddo.
Abbassò lo sguardo, guardando
di lato. Non prese nemmeno la sua mano.
-
Ah... grazie...
Ares
la guardò due secondi, poi fece spallucce e si allontanò, per fare spazio ad una Hermione in vena di festeggiamenti, che abbracciò forte
l'amica, quasi strozzandola. Ron intanto stava buttando coriandoli in aria e
usava una trombetta amplificata dai gemelli Fred e George, che faceva un casino abnorme. San non ricambiò l'abbracciò
dell'euforica Hermione, ma guardò Ares, malinconicamente. Il cuore le faceva
male, troppo. Perché lui non era più innamorato di
lei? Ah, si, la sapeva la risposta. Perché
lei era stata una maledetta stronza. E lui
aveva fatto bene a dimenticarsela. Vide improvvisamente una ragazza avvicinarsi
ad Ares, sorridendo. Si dissero qualcosa e anche Ares rise. Lei lo prese sotto
braccio e si avviarono verso l'uscita della sala grande. Ma
cosa ci faceva con quell'oca di Helen Parkinson? Si fermò a riflettere due
secondi. Lei non conosceva affatto quella ragazza,
come diamine faceva a sapere il suo nome???
Si
congedò gentilmente dagli amici e decise di seguire la neo-coppietta. Le dava
fastidio quella sensazione... troppo. Era come se l'avesse già vissuta una
volta e non le andava giù una seconda. Non poteva ridere con una strega come
quella, una di quelle biondone da far paura! Tutte
tette e corpo. Che schifo.
***
Il grande
parco che circondava il castello era illuminato da pochi raggi di sole fiacchi,
il cielo era leggermente rannuvolato, e probabilmente per la sera avrebbe
cominciato a piovere. San uscì dal castello seguendo i due
quatta, quatta, e quando loro si fermarono ai piedi di un grande salice,
lei si sentì mancare. Quel salice. Ricordava tante cose di quel salice, seppur
fosse convinta di non averle mai vissute. Ma una cosa
era certa, non voleva che quello stupido di Lestrange e la sua amichetta si
mettessero a coccolarsi e fare moine là sotto. QUELLO ERA IL SUO SALICE!
Davvero. Era quello dove aveva studiato con Draco, Ares e Rachel per il compito
speciale per Piton, all'inizio dell'anno, e dove loro avevano scoperto che lei
e la gemella fossero Naiadi. Beh, in realtà non era
sicura fosse accaduto o meno. Però ricordava così
distintamente Rachel cadere quasi nel lago, attirata dal fantasma di Allie. Ma Allie era viva!!! Che
accidenti succedeva nella sua testa? Perché aveva ricordi di cose sicuramente
mai accadute??? Forse era davvero impazzita.
I due si sedettero ai piedi
dell'albero. Ares guardava in avanti, verso il lago. Helen ancora attaccata al
suo braccio aveva appoggiato la testa sulla spalla di lui.
E non sembrava nemmeno infastidito.
- Ares... lo sai che tu mi
piaci... - prese parola Helen.
San
tentò di aguzzare le orecchie. Accidenti, dalla posizione in cui si trovava non
sentiva assolutamente niente.
Tentò di avvicinarsi un po' di
più e si accostò proprio dietro il tronco del salice accanto al quale loro
erano seduti.
-
Non sono uno stupido, Helen... credevi non me ne fossi accorto?- chiese atono, continuando a guardare la superficie del lago
incresparsi ad ogni piccolo colpo di brezza invernale.
La ragazza arrossì, portandosi
una mano davanti alle labbra.
-
No... è che... era giusto te lo dicessi... perché non è la solita cottarella di questa età che provo
per te, lo sai?
Ares rise un po', divertito.
-
Si, Helen, lo so... e se devo essere sincero, la cosa mi fa piacere, non so
perché... credo sia perché tu sei davvero una ragazza
bellissima, e poi sono appena uscito da una brutta fase, in cui amavo senza
essere ricambiato, anzi ero sempre bistrattato, quindi non può che essere
piacevole il sentimento che tu provi per me.
Helen
sorrise, attaccandosi di più a lui e avvicinando di più il suo viso a quello
del ragazzo.
-
Quindi, se io ci provassi con te... tu ci staresti,
vero? Non finiresti per abbandonarmi e tornare da quell'idiota di una
Dickinson?
Lui scosse un po' il braccio,
strattonandolo e facendola allontanare.
- Ho detto
che mi fa piacere, non che mi piaci, Helen... chiama San come diavolo vuoi tu,
ma lasciami in pace.
Si alzò e si voltò, facendo
per andarsene, trovandosi San di fronte. Un'altra persona sarebbe sbiancata di
botto, ma lui non fece caso all'espressione furiosa di
San.
Come
aveva potuto dire "Chiama San come diavolo vuoi tu, ma lasciami in
pace"??? Era davvero uno sporco bastardo. Dov'era finito tutto l'amore che predicava di aver provato?
Sparito così, all'improvviso? Ma l'amore non può
sparire se è vero. Lui era solo un bugiardo.
- Sei furbo tu... proprio furbo...
Tremava,
tremava di rabbia, di stupore... di
disgusto.
- Tu... tu mi fai capire che
mi disprezzi per come mi vesto e finisci per sceglierne una ancora peggio. Che pensa solamente ai soldi, al trucco e al suo aspetto. Che fa ciò perché è proprio così, un essere orrendo che fa le cose
solo per interesse. - deglutì furiosamente, scandendo per bene le parole
e trattenendosi dal non scoppiare a piangere - Tu mi hai sempre detto tante
cose... tante parole... mi hai fatto capire che ero
tutto il tuo mondo, che per te ero troppo importante e ora... e ora dici così? Ma lo sai che sei proprio viscido? Forse la verità è che tu
sei veramente troppo bravo solo a parole sai? Non è che
forse ti faceva solamente comodo la mia presenza e non mi amavi veramente, ma
te ne sei solo convinto per non schifarti da solo di stare con me?
Helen raggiunse i due, un
sorriso soddisfatto. Rise, malefica. Si vedeva proprio che era una Parkinson,
la brutta copia di un'ancora più orrenda Pansy.
-
Ahah, ma dai Dickinson... non avrai mica pensato
veramente che lui fosse innamorato di te? Ma
andiamo... Sai la verità? Noi ci stiamo frequentando da tanto tempo... una
volta pure ci siamo baciati, quando lui ancora diceva di amare
te, lo sai? Siamo anche stati promessi sposi... i nostri genitori ci vogliono
insieme, è destino. Che stupida che sei... una stupida
illusa! Non sai nemmeno soddisfare le voglie di colui che
ami? Guarda me, ho un corpo da favola, che tutti i ragazzi vorrebbero anche
solamente sfiorare... pensi veramente che lui preferirebbe te a me?! Ama Dickinson, ama e soffri,
perché questo è il tuo destino! Il destino di una sporca mezzosangue! - guardò
Ares e rise ancora - Vi ho sentiti mesi fa, nel
corridoio... tu gli hai rivelato di essere per metà una Naiade... sei veramente
disgustosa! Non meriti di essere serpeverde!
Ares avrebbe voluto mantenere
la maschera fredda e rigida che si era costruito, ma non ci riuscì.
Si voltò verso Helen e le diede uno schiaffo così forte da farla cadere
rovinosamente al suolo. La ragazza si portò una mano alla guancia, gli occhi
pieni di lacrime. Perché?
-
Se qui c'è una persona che fa schifo, quella sei tu.
Credi davvero di piacere ai ragazzi per quello che sei?
Sei così contenta di aver un bel fisico? Beh, sappi però che sarai anche
carina, ma il tuo cervello è anche più piccolo di quello di tua sorella. Va' al
diavolo Helen, e cerca di non tornare mai più, perché se mi passi
di nuovo davanti uno schiaffo non basterà a placare la mia ira. - serrò la
mascella in un'espressione sofferente. E ora come
risolveva con San? Lui non aveva mia baciato Helen, ma
la brunetta sicuramente non gli avrebbe mai creduto.
Helen si dileguò, non
piangeva, semplicemente era visibilmente furiosa.
- Va al diavolo Lestrange, che
tu sia maledetto a vita!!!
Ares
si voltò nuovamente verso San. La ragazza aveva il viso arrossato, segno della
forte rabbia che provava, e tremava, terribilmente. Gli occhi erano lucidi e
rossi.
-
San... San... ehm... guarda che io ed Helen non ci
siamo mai baciati... e... prima... non ti ho difesa dalle sue parole non perché
non volevo, ma perché non potevo... perché se l'avessi fatto, tutti gli sforzi
per dimenticarti che ho fatto negli ultimi mesi sarebbero andati in fumo.
Cazzo... - si irritò con se stesso, mollando un pugno
al tronco del salice. La sua mano cominciò a sanguinare, ma lui non ci fece caso. Ora la questione a cui dare la priorità era
"Farsi perdonare da San".
Lei
non parlava, era lì, zitta ed immobile. Lo sguardo
perso nel vuoto. Non solo le cose con Ares erano diventate uno schifo per colpa
sua... ora per lei e le sue sorelle sarebbe diventato
un incubo. Avrebbero saputo tutti che erano per metà naiadi. Sarebbe successo
il caos. Sarebbe finita come a Beauxbatons.
Ares non fece molta fatica a
cogliere i suoi pensieri.
- Non...
permetterò che Helen... spifferi a tutti la questione delle naiadi... io... lo
sapevo che ci aveva sentiti... è per questo che stavo uscendo con lei... volevo
convincerla a non dire nulla... accidenti, oggi ho rovinato tutto... ma San, ti
giuro che sistemerò tutto, credimi... - il suo sguardo era più serio che mai.
Le appoggiò le mani sulle spalle e la scosse un po', come per chiederle una
risposta.
Lei alzò lo sguardo. Lo
guardava, ma non lo vedeva. Boccheggiò un poco, come per dire qualcosa, ma non
uscì neanche un suono dalle sue labbra. Scosse la testa più volte, mentre alcune
lacrime cominciavano a rigarle le guance. Era evidentemente scossa. Non solo
per la faccenda di Helen, ma soprattutto per lui. Allora non era
veramente diventato così... faceva, faceva solo finta.
Lui la scosse ancora un po'.
- Ehi, San... dai non piangere... non fare così... ti giuro che sistemerò tutto
con quella scema... e non pensare a quello che ha detto... io non ci trovo
nulla di male ad essere di sangue misto... anzi tu sei
davvero figa quando ti trasformi... - disse tutto
allegro, tentando di farla ridere.
Lei però non rise, al contrario. Si
buttò fra le sue braccia iniziando a piangere, disperatamente.
- Perché non me l'hai detto prima che non eri
veramente così?! Mi hai fatto paura, terribilmente paura.
Pensavo... io pensavo... pensavo di averti perso per
sempre, ed era tutta colpa mia! Sono stata una stupida, solo una stupida! Mi Dispiace io... io non
volevo farti soffrire... non volevo!
Ares era rimasto di sasso, come impietrito. Ma da
quando San esternava così i suoi sentimenti? Le aveva fatto
davvero così tanta paura? Lui credeva che non gliene importasse nulla di come
si comportava, così non si era dato pena a spiegarle la situazione. L'aveva
fatta soffrire. Che idiota era stato. L'abbracciò,
stringendo forte il suo corpo minuto. E pensare che aveva
sempre creduto che tra le sue sorelle, lei era la più forte. Dio, quanto si era sbagliato. San era proprio la più
fragile.
- Shh... dai piccolina,
calmati... mi dispiace, ti chiedo scusa... non volevo... non sapevo... sono
stato proprio un'idiota... San... San, mi permetti di continuare ad amarti? Non
voglio nulla in cambio, ma posso continuare a starti vicino? Ti prego...
Lei si asciugò le lacrime con la manica della maglia, per poi alzare lo
sguardo. Lo guardò dritto negli occhi, ma non disse niente. Che
stupido che era... perché ora le chiedeva scusa? Era lei la colpevole della
situazione. Se lui aveva reagito in quel modo era per
colpa sua, solamente. Sospirò, alzandosi un poco in punta di piedi e
circondandogli il collo con le braccia.
- Ares... - fece una piccola pausa che innervosì ancor di più il biondo - Ti
amo...
Disse queste ultime parole unendo le sue labbra a quelle del ragazzo.
Dopo quell'attimo, che sembrò lungo un eternità, Ares rimase frastornato per il resto della
settimana.
***
Fu la mattina di San Valentino che San riuscì finalmente a trovare quell'idiota di Ryan e a
mollarlo definitivamente, sotto gli occhi divertiti della sorella che si teneva
per mano con Draco, pronta a partire alla volta di Hogsmeade. Ginny ed Harry erano
già usciti e sembravano tornati i piccioncini di un
tempo, inseparabili. Sembrava quasi che
- C'è qualcosa che ti preoccupa? -, domandò Draco, notando la sua espressione
assorta.
- Niente di importante... solo che...
ultimamente sento che Dominick si sta allontanando da noi, vero?- mugolò
afflitta. Non voleva che Draco pensasse male su ciò che provava per Dominick,
ma non riusciva a non parlarne con lui. Lei credeva davvero che Dominick fosse
suo figlio, non riusciva a spiegarsi questa cosa, ma le dava uno strano senso
di malinconia vederlo uscire con una ragazza. Improvvisamente prese un
fazzolettino rosa ricamato dalla tasca interna del mantello e si soffiò il
naso, asciugandosi le lacrime. - Il mio bimbo... è cresciuto... ormai è un
ometto... - disse con voce nasale e gli occhi rossi di commozione.
Draco la guardo scandalizzato,
allontanandosi un poco da lei.
- Tu sei tutta matta! - esclamò, scoppiando poi in una risata cristallina - Non
potevi di certo pretendere che Nicky rimanesse per tutta la vita a casa, al
nostro fianco, a farci da balia, no? Fortuna che non è uno sfigato, ma è un
ometto di successo! Eh... ha preso tutto da me!
Rachel sorrise, poi sbiancò. I due si
guardarono. Ma che diavolo stavano dicendo?
- Ok... ok... è la
conferma... siamo impazziti!
Draco scosse la testa, sorridendo.
- Io non credo che siamo pazzi... semplicemente che ci sia qualcosa di più. Ho
parlato con la so-tutto- io e anche lei crede che non sia pazzia... non mi ha
detto in dettaglio cosa ha scoperto, semplicemente che le cose strane che
succedono non sono frutto della nostra immaginazione, ma realtà camuffata.
Rachel si diede una grattatina alla
testa.
- Ah... beh... allora sono tranquilla... beeenneee
allora significa che posso coccolare Dominick? Evvivaaa!!!-
disse saltellando.
Draco le lanciò un'occhiataccia. Era
irrecuperabile!
- Non ho detto questo! Aspettiamo che
Lei lo guardò come fosse un alieno. Gli
mollò uno schiaffo che lasciò il segno delle cinque dita e si allontanò da lui
sbuffando e borbottando qualcosa che suonava molto come "Maniaco!".
***
Frattanto ad Hogsmeade fra Ron,
Hermione ed Allie regnava il silenzio più assoluto. I primi due si tenevano per
mano e guardavano dritti negli occhi la ragazza. Stavano seduti da Madama
Piediburro. Hermione prese coraggio e iniziò a parlare.
- Senti Allie... noi ti dovremmo parlare.
La terza gemella la fulminò con uno sguardo che sapeva tanto di "Ma va?
Non me n'ero accorta!".
- Ehm... perché sei diventata così scontrosa con le tue sorelle? Avete
litigato? - provò ad attaccar discorso in un modo più amichevole.
Allie sbuffò, senza dare risposta. Ron
cominciava ad irritarsi.
- Senti cocca, non so perché sei sempre di mal'umore,
né mi interessa... ma tu sai sicuramente qualcosa di questi flashback che
continuano ad apparire nelle teste di tutti noi, so benissimo che non siamo
pazzi, quindi dimmi immediatamente cosa sta succedendo!!! Sei l'unica a cui i
flashback non sono mai apparsi, quindi significa che sei l'unica che ha memoria
di tutto ciò.
- Oh Ronald... sei così sicuro di
quello che dici? Sei sicuro che a me non siano apparsi frammenti di immagini a
me sconosciute? - si spinse più in avanti, guardandolo diritto negli occhi. -
Sai quale è stato il più bello? Quello di quando mi sono buttata giù dal
castello di Beauxbatons, maledicendo le mie sorelle. Ma... il più bello in
assoluto... sarà quello dove vi ammazzerò tutti con le mie mani!
Sorrise malefica, tornando poi ad un espressione dolce.
- Scherzavo...
Hermione e Ron cominciavano a sudare
freddo. Era pazza. Una folle. Completamente andata di matto.
Hermione era sbiancata, così fu Ron a continuare.
- Tu hai qualche rotella fuori posto... dicci immediatamente che diavolo
succede, Dickinson, o non risponderò delle mie azioni!
Lei si arricciò un ciuffo di capelli su
di un dito, quel giorno lasciati liberi sulle spalle.
- Perché sta succedendo qualcosa? A me non risulta... tranne che tutti siete
antipatici con me e fate di tutto pur di evitarmi.
- Siamo antipatici con te, perché non
ci fidiamo... dai Allie, ormai ti abbiamo scoperta, sputa il rospo, non ho
voglia di stare qui fino a stanotte... - borbottò Ron, agitato.
Lei sbuffò con l'aria annoiata.
- E cos'avresti scoperto di grazia?
Hermione si diede una grattatina alla testa.
Ma era scema o lo faceva apposta? Propendeva per la prima possibilità.
-Che ci stai ingannando tutti...
Questa volta guardò dritta negli occhi
a brunetta.
- Ingannando per cosa? Ti rendi conto di cosa stai insinuando?! Mi stai dando
della bugiarda!
- Forse perché lo sei?- disse Ron senza
troppi preamboli, sospirando. Cominciava a scocciarsi.
Allie si alzò di scatto, fulminandolo
con lo sguardo. Ma come diavolo osava quel rosso da strapazzo darle della
bugiarda? Non lo era. Semplicemente celava la sua vera identità, non era ancora
momento che sapessero, altrimenti il suo piano sarebbe fallito. Avrebbero avuto
il tempo d'organizzarsi e contrastarla, non andava bene.
- Sentite, se mi avete trascinata qui solamente per insultarmi io me ne vado!
Mi sono rotta!
- NOI SAPPIAMO UN SACCO DI
COSE SUL TUO CONTO, SMETTILA DI NASCONDERTI. Ginny non è se stessa solo quando
sta con te. Sappiamo inoltre che non stiamo vivendo la realtà, è solo un mondo
fittizio e assurdo, e tu lo sai... è colpa tua. Ammettilo! - Ron era paonazzo
di rabbia e sbatteva ripetutamente la mano sul tavolo. Era giunto al limite.
L'espressione di Allie si
contorse. Accidenti... non li faceva così svegli.
- Dannazione... - borbottò fra
sé e sé, tornando poi a guardarli con aria di sfida. - Ok,
lo ammetto... siete stati furbi... ma non abbastanza! Giuro che questa me la
pagherete cara!
Estrasse
fulminea dal mantello la bacchetta, ridendo a più non posso.
Hermione
però fu più veloce di lei e gridò Expelliarmus. La bacchetta di Allie volò via,
ma lei non vi diede peso. Era una maga sicuramente più esperta di loro,
ricordando perfettamente ciò che Lord Voldemort in persona le aveva insegnato.
Così semplicemente disse l'incantesimo in mente, e questo funzionò, senza
bisogno della bacchetta.
***
Un grido allarmante riecheggiò
per tutta Hogsmeade, attirando l'attenzione di tutti. Flussi di studenti e
maghi correvano al di fuori del locale di Madama Piediburro, avevano l'aria
terrorizzata.
Rachel e Draco, che avevano appena
incontrato San ed Ares a Mielandia, corsero nel luogo da cui proveniva l'urlo.
Cosa stava accadendo?
- Ma cos'è tutta questa confusione?- chiese Rachel facendo slalom tra le
persone terrorizzate che correvano nella loro direzione. Ares si illuminò
vedendo poco lontano Ron ed Hermione, entrambi sdraiati a terra, come privi di
sensi. Quando si avvicinarono, fortunatamente videro che stavano bene, erano
solo sporchi di terra ed avevano qualche graffio. Ron, più forte, si rialzò
subito, mentre San e Rachel si avvicinarono ad Hermione, aiutandola.
- Cosa è successo?- chiese Ares al rosso.
- Allie... Ahi... - si portò una mano
dietro la nuca dolorante - Si è finalmente rivelata per la vipera che è.
Draco lo guardò sconvolto.
- Come sarebbe a dire che si è rivelata? Cosa intendi?
Hermione si spolverò la gonna dalla
polvere e poi con sguardo serio cominciò a parlare, il tono grave.
-Non sappiamo spiegarvi bene... ma, sapete, credo che non ce ne sarà bisogno...
presto torneremo nella nostra realtà originale... Allie per ora ci è sfuggita,
ma credo che appena ci riuniremo tutti, ci sveglieremo da questo sogno.
I quattro non avevano capito del tutto, ma tutto sommato decisero di fidarsi
delle parole di Hermione. Non era una che parlava a vanvera. E poi loro avevano
sempre avuto l'impressione di non appartenere a quel posto.
- Sei sicura che torneremo alla nostra
realtà Hermione? - domandò San che stringeva la mano di Ares, visibilmente in
ansia.
Lei annuì decisa. Non fece però a tempo a dire nessuna parola, perchè fu
preceduta da Dominick, arrivato in quel momento a mano con Catelyn.
- Sì, è solo questione di tempo. Al prossimo attacco della zia Allie tornerà
tutto come prima... - gli vennerò le lacrimucce agli
occhi - Così finalmente mamma e papà non mi prenderanno più per un pazzo
maniaco!
Catelyn fu l'unica a ridere. Nessun'altro capì la battuta del ragazzo.
Rachel sbattè le palpebre un paio di volte.
- Aspetta, aspetta... Catelyn... anche tu ricordi le cose che ricorda Dominick?
Catelyn annuì.
- Non nel dettaglio... nella realtà io ho un paio d'anni... non ricordo quasi
nulla... però ricordo le vostre facce... e quelle dei miei genitori... - spiegò
velocemente.
- I tuoi genitori?- chiese Bill appena unitusi al
gruppo con Fleur, Harry e Ginny, e a cui Hermione aveva spiegato subito tutto.
- Si... tu e Fleur.... siete i genitori miei e di Arthur... - la ragazza si
illuminò. - Oh, ecco che arriva Arthur... lui ricorda i particolari meglio di
me, ha solo un anno meno di Dominick.
Il brunetto,
che guardò subito torvo Dominick che ancora era appiccicato alla sorella, si
unì al gruppo. Catelyn gli spiegò vagamente la situazione e lui confermò la
versione della ragazza.
- Anche io non conosco i dettagli, papà e mamma hanno preferito non dirceli...
solo Dominick è il fortunato a cui è stato rivelato il tutto! Tsk!
- Beh, ovvio... è il diretto interessato! - fu la voce di Ginny.
In fin dei conti chi meglio di lei, oltre ad Allie, conosceva la situazione
attuale di tutti.
Harry guardò Ginny confuso.
- Ah... tu sai tutto... certo che potevi spiegare anche a me!!!
La rossa fece spallucce. - E che bisogno c'era? Tanto lo saprai fra...
esattamente... due secondi...
Tutti si guardarono allarmati, e, come previsto da Ginny, nel giro di due
secondi un'abbagliante luce verde scoppiò dal punto in cui si trovava Allie,
poco lontano da loro. Tutto fu inghiottito da quel bagliore accecante, e in
pochi attimi il buio totale li circondò.
Quando ripresero i sensi, si trovarono tutti gli uni di fronte agli altri, in
strane capsule piene di liquido giallognolo disposte in cerchio, e
impossibilitati a muoversi. Però ricordavano tutto.
Fine Capitolo 35
Tic- Tac, Tic-
Tac. Sentite il ticchettio dell’orologio che porta la fine di questa lunga
saga? :D
Gea_Kristh: Eri perplessa riguardo San ed Ares… e
ora? Contenta? :D Come vedi i nostri due eterni
bambinoni alla fine si amano davvero e non desiderano altro che stare insieme.
Semplicemente… sono due tonti, ecco! Sicuramente noi due ci iscriveremo
al tuo fan club! Al rogo allie! >O<
NaughtyDia: Solo tre
giorni per leggere tutta questa spatafiata?
Accidenti! Complimenti! :D Davvero trovi si cambi lo
stile? *O* Che figo, allora
significa che siamo migliorate e siamo riuscite a stabilirci su di una forma
più professionale (eh adesso! Non esageriamo! ndTe)(Sigh! ç_ç ndNoi).Comunque non ti sei dilungata troppo, ci fa piacere sentire
i tuoi pareri sulla storia! ^o^
Castalia: Ma quanto
tempo, siamo felicissime di riaverti fra noi! Ohhh,
fa nulla se non sei riuscita a commentarli, l’importante è che continui a
seguirci e, magari, ci dai una tua impressione su come
finirà il tutto! Tranquilla che aggiorniamo… una volta a settimana, ce lo siamo prefissate! Così riusciamo a tirare avanti sia
questa fic (e a concluderla)
sia Truly Madly Deeply!
Ninphadora: Eh sì, ormai la nostra Rachel non cambierà mai! Mito è e mito rimane!
Forse è proprio per questo che è riuscita a conquistare e a tenersi stretta
Draco! Come vedi Ares cercava solamente di portare una maschera per evitare di
soffrire, ma il fatto che sia riuscito a celare per tanto tempo i suoi
sentimenti fa capire che, malgrado sia sempre il solito tontolone,
sia comunque maturato. Ed era
ora! Eh sì, San è riuscita sicuramente nel suo intento anche grazie alla
sorella, che buona com’è vuole solo la sua felicità! Come vedi il coraggio di
San era dettato anche da qualcos’altro, forse anche
lei ha cominciato a maturare un po’ e ha capito che l’amore è insostituibile e,
se capita l’occasione di trovare quello vero, non bisogna farselo sfuggire!
Vedi le gemelle come degli esempi da seguire? Ci fa molto piacere! ^^ Vuole dire che allora come personaggi non ci sono usciti male! Per
l’aspetto… ti rimandiamo alla nuova sezione aperta in http://fanficdickinson.altervista.org
che potrai anche trovare nella collective. Fra poco
faremo in modo da poter lasciare dei commenti e dei consigli, così potremo
avere il parere dei lettori: se preferiscono un/un’ altro/a
attore/attrice… se trovano sia adatto/a quello da noi scelto/a… insomma, quello
che volete, ecco! Ormai Allie si sa, la odiano tutti!
Stronza com’è chi potrebbe amarla? Tranquilla che non sei troppo cattiva! E non hai parlato troppo, ci ha fatto piacere sapere le tue
impressioni! ^^ Grazie ancora per i complimenti!
Al prossimo chappo gente!
San&Rachel Dickinson
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