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Autore: Liy    17/10/2010    1 recensioni
[1. "Nessun problema"] Ange era sempre stata riluttante a fidarsi delle persone.
[2. "Il fiore del male"] Voleva solo che capisse, che ricordasse.
[3. "Tela"] Il sorriso sulle labbra dell'uomo s'allargò ed Ange sentì qualcosa crollare dentro di sé.
[Spoiler ep4][BatoBea][AmaAnge]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ange Ushiromiya, Battler Ushiromiya, Beatrice Ushiromiya
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il fiore del male
Personaggi: Battler, Beatrice.
Pairing: Battler/Beatrice.
Rating: Verde.
Genere: Introspettivo, drammatico.
Avvertimenti: One-shot.

Note: Non so da dove venga il titolo. E' messo piuttosto a caso, ma mi piaceva e quindi...! BAH!

Grazie ad entrambe le mie commentatrici per i commenti nella scorsa shot! <3 Ed eccovi qui la one-shot BatoBea!

Ah, ho deciso come strutturare questa raccolta: una one-shot AmaAnge ambientata in ep4, una BatoBea ambientata in ep4, una AmaAnge in ep6 e una BatoBea in ep6 - o anche post ep6 questa, devo ancora decidere...

Disclaimer: Umineko non è mio, ma del signor Ryukishi-troll-07.

Il fiore del male

 

La pioggia cadeva copiosa nel giardino di rose, bagnando i due avversari.

Sentivano entrambi l'acqua che appesantiva i loro abiti, che si insidiava dentro di loro, fino al midollo osseo.

Eppure, non le davano molto peso. Facevano finta di nulla, troppo impegnati a ferirsi l'un l'altra per prestare troppa attenzione ad una cosa così ridicola.

“Allora, Battleeer~?”

Beato lo incalzava a rispondere ogni volta che lui smetteva di parlare, un ghigno sempre ben stampato in volto – anche se serviva solo a mascherare la tristezza che provava dentro... cosa che Battler non avrebbe mai potuto notare in quel momento, accecato com'era dalla rabbia.

Rosso e blu che fluttuavano nell'aria e colpivano duramente l'avversario, smorzandogli il respiro.

E nonostante tutto proseguiva imperterrito il loro duello, elegante e spietato, avvolto da petali rossi che volteggiavano e gocce di sangue che tingevano il terreno. Un colpo dietro l'altro, quasi incuranti del dolore che esso avrebbe procurato e insofferenti – solo all'apparenza – nel riceverlo. Toni pacati, espressioni dure ed allegre nel vedere l'altro soffrire.

Due masochisti, che si provocavano dolore a vicenda.

Due avversari, che danzavano insieme schivando i colpi dell'altro con ragionamenti contorti e trucchi.

Anche se Battler – e non lo avrebbe mai ammesso – ogni volta che vedeva Beatrice contrarre il volto in una smorfia di dolore e premere con la mancina sulle ferite, si sentiva in colpa. Più volte aveva pensato di fermarsi, di porre fine a quello scontro (inutile)... ma poi alla mente riaffioravano le ultime parole che Ange gli aveva detto, mentre digrignava i denti per non urlare di dolore. E no, non poteva permettersi di lasciar sfuggire la strega dorata.

Beatrice per lui era stata come fumo fra le dita sin dall'inizio: la sentiva, la vedeva, ma non riusciva ad afferrarla, a stringerla per strangolarla. Ma ora non poteva permettere che quel fumo si diradasse, spazzato via dalla sua ingenuità e bontà d'animo: doveva sconfiggerla una volta per tutte; era per il bene della sua famiglia.

E quando Beatrice barcollò, quei cunei blu che la trapassavano da parte a parte ma non la uccidevano, Battler sentì un senso di vittoria dentro di se che subito si dissolse e venne sostituito da un nodo alla gola alla vista del volto pieno di dolore della donna che aveva davanti.

“Fa male...?”, le chiese con tono pacato, fissandola mentre afferrava con entrambe le mani uno dei cunei che la trafiggeva e singhiozzava.

“Maaaaaale?”, le lacrime agli occhi e il sorriso in volto, “... No, no, questo fa solo il solletico” e la strega rise, ricordandogli come era scomparsa Ange e rinnovando la sua rabbia.

E mentre veniva colpita da lui, dalle sue parole e dal suo sguardo impassibile e freddo – gli occhi che esprimevano solo odio nei suoi confronti –, Beato per un attimo sentì il terreno mancarle sotto i piedi e le tremarono le gambe, minacciando di cedere e di lasciarla cadere.

Iniziava a sentire freddo, anche se le ferite che le aveva inflitto Battler – e che continuava ad infliggerle – pulsavano e bruciavano tremendamente. Nonostante tutto, continuava a reggersi in piedi, incalzando l'avversario a continuare e fingendo di combattere per ottenere una vittoria che aveva sempre saputo non avrebbe ottenuto. Una vittoria vuota, se lui non avesse capito la verità che Beatrice celava dietro al loro gioco.

Farlo arrendere per sentirlo dire che le streghe esistevano... non era mai stato il suo vero obiettivo.

Voleva solo che capisse, che ricordasse.

… Ma Beato sapeva che non avrebbe mai ricordato, non in tempo. Battler non poteva reggere la verità.

(Sarebbe arrivato in ritardo per lei... si sarebbe accorto di averla persa solo quando ormai lei se n'era andata)

E così si lasciò colpire, lasciando che i suoi ragionamenti la trafiggessero e che le sue parole le scivolassero addosso come la pioggia e che si infrangessero al suolo sporcando la terra di sangue.

Infondo, la sua era stata una battaglia persa sin dall'inizio...

(… e lui per lei sarebbe arrivato troppo tardi).

   
 
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