Titolo: Il
fiore del male Note: Non
so da dove venga il titolo. E' messo piuttosto a caso, ma mi piaceva e
quindi...! BAH! Grazie
ad entrambe le mie commentatrici per i commenti nella scorsa shot!
<3 Ed eccovi qui la one-shot BatoBea! Ah,
ho deciso come strutturare questa raccolta: una one-shot AmaAnge
ambientata in ep4, una BatoBea ambientata in ep4, una AmaAnge in ep6 e
una BatoBea in ep6 - o anche post ep6 questa, devo ancora decidere... Disclaimer: Umineko
non è mio, ma del signor Ryukishi-troll-07.
Personaggi: Battler,
Beatrice.
Pairing: Battler/Beatrice.
Rating: Verde.
Genere: Introspettivo,
drammatico.
Avvertimenti:
One-shot.
Il
fiore del male
La
pioggia cadeva copiosa nel giardino di
rose, bagnando i due avversari.
Sentivano
entrambi l'acqua che appesantiva
i loro abiti, che si insidiava dentro di loro, fino al midollo osseo.
Eppure,
non le davano molto peso. Facevano
finta di nulla, troppo impegnati a ferirsi l'un l'altra per prestare
troppa
attenzione ad una cosa così ridicola.
“Allora,
Battleeer~?”
Beato
lo incalzava a rispondere ogni volta
che lui smetteva di parlare, un ghigno sempre ben stampato in volto
– anche se
serviva solo a mascherare la tristezza che provava dentro... cosa che
Battler
non avrebbe mai potuto notare in quel momento, accecato com'era dalla
rabbia.
Rosso
e blu che fluttuavano nell'aria e
colpivano duramente l'avversario, smorzandogli il respiro.
E
nonostante tutto proseguiva imperterrito
il loro duello, elegante e spietato, avvolto da
petali rossi che
volteggiavano e gocce di sangue che tingevano il terreno. Un colpo
dietro
l'altro, quasi incuranti del dolore che esso avrebbe procurato e
insofferenti –
solo all'apparenza – nel riceverlo. Toni pacati, espressioni
dure ed allegre
nel vedere l'altro soffrire.
Due
masochisti, che si provocavano dolore a
vicenda.
Due
avversari, che danzavano insieme
schivando i colpi dell'altro con ragionamenti contorti e trucchi.
Anche
se Battler – e non lo avrebbe mai
ammesso – ogni volta che vedeva Beatrice contrarre il volto
in una smorfia di
dolore e premere con la mancina sulle ferite, si sentiva in colpa.
Più volte
aveva pensato di fermarsi, di porre fine a quello scontro (inutile)...
ma poi
alla mente riaffioravano le ultime parole che Ange gli aveva detto,
mentre
digrignava i denti per non urlare di dolore. E no, non poteva
permettersi di
lasciar sfuggire la strega dorata.
Beatrice
per lui era stata come fumo fra le
dita sin dall'inizio: la sentiva, la vedeva, ma non riusciva ad
afferrarla, a
stringerla per strangolarla. Ma ora non poteva permettere che quel fumo
si
diradasse, spazzato via dalla sua ingenuità e
bontà d'animo: doveva
sconfiggerla una volta per tutte; era per il bene della sua famiglia.
E
quando Beatrice barcollò, quei cunei blu
che la trapassavano da parte a parte ma non la uccidevano, Battler
sentì un
senso di vittoria dentro di se che subito si dissolse e venne
sostituito da un
nodo alla gola alla vista del volto pieno di dolore della donna che
aveva
davanti.
“Fa
male...?”, le chiese con tono pacato,
fissandola mentre afferrava con entrambe le mani uno dei cunei che la
trafiggeva e singhiozzava.
“Maaaaaale?”,
le lacrime agli occhi e il
sorriso in volto, “... No, no, questo fa solo il
solletico” e la strega rise,
ricordandogli come era scomparsa Ange e rinnovando la sua rabbia.
E
mentre veniva colpita da lui, dalle sue
parole e dal suo sguardo impassibile e freddo – gli occhi che
esprimevano solo
odio nei suoi confronti –, Beato per un attimo
sentì il terreno mancarle sotto
i piedi e le tremarono le gambe, minacciando di cedere e di lasciarla
cadere.
Iniziava
a sentire freddo, anche se le
ferite che le aveva inflitto Battler – e che continuava ad
infliggerle –
pulsavano e bruciavano tremendamente. Nonostante tutto, continuava a
reggersi
in piedi, incalzando l'avversario a continuare e fingendo di combattere
per
ottenere una vittoria che aveva sempre saputo non
avrebbe ottenuto. Una
vittoria vuota, se lui non avesse capito la verità che
Beatrice celava dietro
al loro gioco.
Farlo
arrendere per sentirlo dire che le
streghe esistevano... non era mai stato il suo vero obiettivo.
Voleva
solo che capisse, che
ricordasse.
…
Ma Beato sapeva che non avrebbe mai
ricordato, non in tempo. Battler non poteva reggere la
verità.
(Sarebbe
arrivato in ritardo per lei... si
sarebbe accorto di averla persa solo quando ormai lei se n'era andata)
E
così si lasciò colpire, lasciando che i
suoi ragionamenti la trafiggessero e che le sue parole le scivolassero
addosso
come la pioggia e che si infrangessero al suolo sporcando la terra di
sangue.
Infondo,
la sua era stata una battaglia
persa sin dall'inizio...
(…
e lui per lei sarebbe arrivato troppo
tardi).