Questa ff l’ho
realizzata con la febbre, quindi i vari errori di ortografia saranno
degli orrori, ma per favore siate clementi!
Novembre, mese in cui
tutti starebbero volentieri nel proprio dormitorio a sognare di essere già a
Natale. Questo non accade ai nostri beniamini, ossia Ron, Harry, Hermione e
anche, e soprattutto, Draco Malfoy. Come tutti sanno il nostro terzetto per
eccellenza e Draco sono in ‘concorrenza’ da ben sette lunghi anni (sì, i
miei protagonisti sono all’ultimo anno!), ma si potranno mai avvicinare?
Succederà qualcosa che li farà diventare meno nemici, almeno per i maschi?
Leggete e saprete!
Punishment
Harry Potter stava
ancora dormendo quando il suo migliore amico Ronald Weasly gli gridò nelle
orecchie un buongiorno frastornante. Harry si alzò di scatto urlando per lo
spavento, mentre Ron si rotolava nel suo letto per le risate.
“Dovresti guardarti
Harry! Sei sbiancato!” rise Dean Thomas infilandosi a fatica i pantaloni della
divisa. Harry si passò una mano tra i capelli e fece una linguaccia a Ron.
“Stavo sognando!”
ringhiò al suo indirizzo mentre prendeva la camicia. Ron sghignazzò ancora per
un paio di minuti, poi si vestì in fretta e uscì dal dormitorio insieme a
Harry, Dean, Seamus e Neville. Hermione li stava aspettando impaziente sulle
scale del dormitorio. “Alla buon’ora, ci avete messo un’eternità a vestirvi!
Andiamo, che alla prima ora abbiamo Piton!” sbottò irata la ragazza mentre
prendeva per le braccia i due amici.
“Ma Herm, non abbiamo
nemmeno fatto colazione!” protestò Ron. Harry si aggiustò la sacca in spalla e
li seguì divertito. Quei due un giorno si sarebbero sposati, se lo sentiva. Ma
per il momento non facevano altro che litigare continuamente.
“Non è colpa mia se
siete più lenti delle lumache!” li rimproverò Hermione. Arrivarono nel
sotterraneo che già i Serpeverde e gli altri Grifoni erano ammassati alla
porta. Draco Malfoy li vide immediatamente e decise che quel giorno doveva
assolutamente starsene buono se non voleva che Piton gli affibbiasse una
punizione. Gli ignorò completamente e non guardò Harry nemmeno per un momento.
Di questo il moretto si stupì non poco, ma decise che era meglio così. Quando
tutti si furono sistemati intorno ai propri calderoni Piton iniziò la sua lunga
e petulante lezione. Dopo circa un quarto d’ora sulla lavagna apparvero
magicamente le istruzioni per una pozione Svegliante.
Fuoco basso e
girare in senso orario.
Ad Harry fischiavano
le orecchie. Si prese la testa fra le mani e il fastidioso ronzio finì.
Spezzettare il
bruco e la lumaca nera in piccoli parti uguali e gettarli nel calderone.
Malfoy riuscì a fare
quanto richiesto solo dopo tre tentativi. Decisamente quella non era la sua
giornata. Si guardò intorno, in cerca di Potter, Weasly e Granger. Erano
intenti nelle loro pozioni. Harry era chinato sul tavolo da lavoro, attento a
sfogliare con cura la lattuga viola. Sfogliare a poco a poco la lattuga
viola e ridurla in polvere, poi gettarla nel calderone e continuare a
mescolare.
Harry gettò la polverina
violetta nel calderone. Dalla pozione si levò un lieve fumo color oro che gli
andò negli occhi appannandogli le lenti. Harry si tolse gli occhiali, pulendoli
nella divisa, poi continuò imperterrito il suo lavoro.
Mescolare tre
volte in senso antiorario e far cuocere per tre minuti, poi gettare nel
calderone la bile di armadillo e il concentrato di linfa blu. Mescolare in
senso orario finché la pozione prenderà un bel color verde scuro.
Harry continuò a
girare la pozione. Dopo un po’ questa prese a fumare e a cambiare colore,
dall’azzurro intenso al blu cobalto, a un lieve color mosto e infine un bel
verde scuro. Il Grifondoro sorrise compiaciuto. Prese una boccetta dalla sacca
e vi versò dentro la pozione, poi ne prese un’altra e ve ne versò ancora un
po’, poi se la mise in tasca. Con la boccetta in mano si avviò verso la
cattedra, dove svettava già quella di Hermione. Prima di arrivare però qualcuno
lo spinse da dietro le spalle, facendolo cadere in ginocchio. La boccetta che
stringeva in mano gli scivolò e cadde, frantumandosi in piccoli pezzi. La
pozione andò persa. Harry ridacchiò tra sé e sé. Si alzò spolverandosi i
vestiti, e sentì una risata dietro di lui. Goyle, uno dei due tirapiedi di
Malfoy, si era alzato da suo posto e lo aveva spinto. Malfoy era rosso di
rabbia. ‘È mai possibile che uno di quei due deve sempre combinare qualche
pasticcio?’ pensò Malfoy passandosi una mano sul viso. Harry fece un sorrisetto
nella sua direzione. “Ti è andata male Dray! Vedi, non sono più sprovveduto
come una volta!” così dicendo Harry tolse dalla tasca l’altra fiasca piena
della pozione e la mise al sicuro sopra la cattedra.
“Smettetela di
giocare voi, e pulite i calderoni!” ordinò mellifluo Piton. Harry tornò al suo
posto, sempre con quel sorrisetto compiaciuto sulla faccia. Ron gli fece un
gran sorriso, portando la sua fiaschetta alla cattedra. La sua pozione aveva
preso un buffo color ramarro. “Beh, come colore ci siamo, è la sfumatura che
non va” annuì scherzosamente, mentre puliva il suo calderone. Malfoy sogghignò
tra sé e sé, nel vedere la pozione ramarro di Ron. Si avvicinò lentamente ad
Harry, ancora chino sul pentolone.
“Non sono stato io
Potter” dichiarò tutto d’un fiato. Harry si scosse e batté la testa nel bordo
del calderone. Massaggiandosi la nuca guardò negli occhi Malfoy. “E pensi che
io possa crederti, Malfoy?” chiese gettando lo straccio in fondo al calderone.
Malfoy alzò le spalle. “Non ti chiedo di credermi, ma sappi che non c’entro
niente stavolta. Avevo deciso di starmene buono, almeno per ora!” rispose
maligno arcuando le sopracciglia. Harry si svolse le maniche arrotolate della
camicia e si rimise il pastrano nero. “Credo che dalle menzogne non si possa
mai sfuggire Malfoy” affermò rimettendo una pergamena e la penna dentro la
sacca. Il Serpeverde rosso in viso disse fremente: “Che ne sai tu, Potter?”
“Oh, Malfoy, tu sei
nato nella menzogna. Guarda la tua famiglia, tuo padre, tua madre. Tutto di voi
è affogato nelle frottole, penso che tu ne sap…” ma un pugno nello stomaco lo
fece smettere di parlare. “Bada a come parli, Potter!” urlò Malfoy da sopra di
lui. Harry si rialzò boccheggiante. Malfoy lo guardò con disprezzo. Un pugno da
sinistra gli fece andare in mille pezzi il sorrisetto sardonico. “Così impari,
serpe!” urlò a sua volta Ron. “Smettetela” strillò Hermione prendendo Ron per
un braccio.
“Non ho ancora finito
con te, serpente!” sibilò Harry. Un pugno arrivò nello stomaco di Draco che
stava massaggiandosi la guancia. Questa volta fu lui a doversi accasciare sul
pavimento.
“Basta! Finitela!” un
urlo disumano proveniente da Piton fermò tutti come in una fotografia. “Vi
sembra questo il modo di comportarvi nella mia aula?” la voce sorprendentemente
forte di Piton valse a farli tornar tranquilli. Malfoy si rialzò con l’aiuto di
Tiger e Goyle. Piton si avvicinò ai tre contendenti. “Tutti gli altri possono
uscire, voi tre invece verrete con me!” ordinò perentorio. Harry, Ron e Draco
lo seguirono nel suo ufficio.
“Avete diciotto anni.
Siete stati ammessi per pura fortuna al mio corso per i M.A.G.O, siete stati
graziati da Silente, che cosa volete di più? Sosterrete una punizione
esemplare!” Piton scrisse un biglietto che poi diede a Malfoy da consegnare
alla McGranitt. I tre ragazzi, senza parlare né guardarsi in faccia raggiunsero
l’ufficio della vicepreside. Quando entrarono trovarono la McGranitt furibonda.
Malfoy consegnò il foglio alla professoressa che lo prese senza una parola.
“Credevo di essere
stata abbastanza chiara con voi, ragazzi” disse togliendosi gli occhiali e poi
rimettendoseli sospirando. “Un’altra rissa e avreste pagato una punizione
alquanto esemplare. Ecco, di solito non mi trovo d’accordo con il prof. Piton,
ma devo ammettere che un po’ di vergogna non vi farà altro che bene. Da oggi
stesso, alle nove in punto vi ritroverete nell’ufficio del Professor Vitious,
con un insegnante che vi illustrerà la vostra punizione. È tutto” e li scacciò
dall’ufficio con impazienza.
Lungo? Noooo.
Allora, vi è piaciuto il primo capitolo di questa ff? il prossimo sarà
intitolato Non lo faro! Leggete e RECENSITE, vi prego!!!