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Autore: Stellalontana    10/11/2005    2 recensioni
Siate clementi con me, è la rpima ff che scrivo!!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I won’t do that

I won’t do that!

 

Che cosa?” l’urlo di Malfoy si propagò per la stanza. Dentro l’ufficio di Vitious non c’era più niente, solo un grande tappeto. Davanti ai tre ragazzi stava un giovane mago, alto e dalla figura longilinea che sorrideva loro con indulgenza. Aveva tratti mediterranei, i capelli neri e lucidi di brillantina tirati all’indietro e legati in una coda, penetranti occhi neri ed era conosciuto come Dorian, lo spogliarellista per eccellenza. Harry e Ron erano rimasti a bocca aperta, fulminati dalla notizia appena appresa dal giovane Dorian. Il mago ridacchiò.

“Spiacente per voi, ragazzi, ma per tre settimane dovrete affrontare le lezioni di ballo. Il quindici di dicembre ci sarà lo, ehm, spettacolo. Nella stanza accanto alla sala Grande. Vi esibirete insieme davanti alle vostre compagne. Tutte riunite. Avanti, dobbiamo lavorare” li spronò con un sorriso seducente. Harry scosse forte la testa. “Io non ci sto, spiacente  Dorian” disse il moretto risoluto. Ron si strinse nelle spalle. “Vale anche per me”

“Per una volta ci troviamo tutti e tre d’accordo” concluse Draco. Dorian sorrise, condiscendente. “Davvero, ragazzi, sono desolato, ma non credo sia meglio per voi farvi espellere” li minacciò con voce suadente. I tre ragazzi sbiancarono.

“Allora, quando cominciamo?” chiese ansioso Harry. Ron lo guardò vagamente sorpreso. “Meglio l’espulsione che… che… uno spettacolo davanti a… alle ragazze” balbettò ottusamente, piccato, incrociando le braccia. Draco scosse la testa, affranto. Il poco colore che di solito si trovava sul suo volto se ne era andato al discorso di Dorian. Quando sollevò lo sguardo verso Harry gli occhi color argento erano furibondi. “Se tu mi avessi creduto a quest’ora saremmo nelle nostre sale comuni!” lo rimproverò. Harry gli lanciò un’occhiata sprezzante. “Se il tuo amichetto Goyle fosse rimasto seduto al suo posto io non avrei rovesciato la boccetta e non me la sarei presa con te, Malfoy!” sbottò contrariato. Dorian batté le mani per richiamare l’attenzione dei tre ragazzi. “Basta!” intimò risoluto arcuando le sopracciglia. “Siete qui per scontare una punizione, ed è quello che farete. Forza!” così dicendo li invitò a togliere le scarpe e a salire sul tappeto.

 

Alle dieci e mezzo in punto i tre ragazzi sedettero sfiniti sul tappeto. Dorian li guardava compiaciuto. “Bravi, vedo che avete capito lo spirito. Bene, ci vediamo di nuovo tra due giorni. Potete andare” li congedò con un gesto della mano. “Non tu Harry, devo parlarti” lo trattenne con uno sguardo penetrante. Il moretto, che si era alzato e velocissimo si era rimesso le scarpe si bloccò di colpo, emettendo una specie di grugnito. “Ti aspetto fuori Harry” gli disse Ron uscendo a grandi passi dallo studio. Il bel Grifondoro si voltò verso Dorian che gli stava di fronte. “Che c’è?” chiese esasperato. Il giovane mago sorrise. “Sei bravo, Harry. Avevo sentito della, ehm, fama di attirare guai e del tuo coraggio, ma credo che nessuno sapesse che sei anche bravo a ballare…” commentò spostando il peso da un piede all’altro. Harry lo guardò meravigliato. “Dici sul serio? A me sembra di essere un manico di scopa” replicò poco convinto delle parole del mago. Dorian ridacchiò. “Per fare il mio lavoro ci vuole una certa verve, lo ammetto, ma diciamo che sei sulla buona strada. Mai pensato di diventare ballerino?” chiese guardandolo divertito. Harry fece una smorfia.

Ma nemmeno per sogno! Altrimenti non avrei bisogno di quel pazzo di Piton che mi insegna Pozioni!”

“Bada a come parli Harry, lo sai che potrei andarglielo a riferire”

“Tanto. Lo sa cosa penso di lui. Ce lo siamo detti parecchie volte” si schernì Harry; il suo sguardo però era molto meno sicuro e convinto. Dorian notò l’imbarazzo del ragazzo.

“Sai Harry, il mio è un lavoro come un altro” disse il mago allargando le braccia.

“Ah, sì? Beh, forse perché tu non ti vergogni, Dorian, ma sappi che un conto è farlo quando sei un mago, tra virgolette, qualunque, e un altro conto è farlo quando sei ‘il bambino sopravvisuto’” sbottò Harry irato.

“Ti comprendo Harry, ma vedi, questa è una punizione per farvi capire che… “

Che cosa? Per farci vergognare davanti a tutta la scuola? O comunque davanti alla metà della scuola? Io già mi vergogno con la mia ragazza!” ringhiò il Grifondoro diventando di un bel vermiglio. Dorian sorrise. “Servirà la prossima volta a farti prendere la decisione giusta, Harry. Ora è meglio che tu vada. Buonanotte!” lo congedò con un gesto svogliato.

Harry mugugnò un buonanotte e uscì a passo di marcia dall’ufficio. Fuori trovò Ron appoggiato al muro ad aspettarlo. I due amici si scambiarono un’occhiata d’intesa e andarono dritti filati nella sala comune dei Grifoni. Decisero strada facendo che non avrebbero detto niente a Hermione a Ginny o a chiunque altro. La Signora Grassa stava già dormendo e Harry dovette ripetere più volte la parola d’ordine (Merlino) per farsi aprire. Borbottando scontenti i due ragazzi entrarono nella sala quasi deserta. Ginny ed Hermione sonnecchiavano sprofondate nelle poltrone accanto al caminetto. Harry sorrise e si chinò su Ginny, baciandola sulla fronte. Questa emise un lungo sospiro e aprì lentamente le palpebre. I grandi occhi acquamarina si fissarono in quelli smeraldo di Harry. Sorrise, sfiorandogli il naso con un dito. “Allora, com’è andata la punizione?” chiese mettendosi a sedere sulla poltrona. Harry si sedette sul bracciolo. “Malissimo!” borbottò amareggiato sbagliando. Ginny ridacchiò. Il ragazzo le fece una linguaccia e si lasciò scivolare accanto a lei, mettendole un braccio intorno al corpo. Ginny gli appoggiò la testa sul petto, salendo sulle sue gambe. “Cosa dovete fare?” chiese grattando leggermente la felpa del ragazzo. Harry arrossì violentemente. Guardò Ron che era impegnato in una battaglia di sguardi con Hermione, intenta a convincerlo a dirle tutto. Harry scosse forte la testa. “Niente di che, Gin, solo un… solo… niente di che” mormorò balbettando. Ginny si voltò verso di lui, negli occhi un’espressione contrariata. “Harry, dimmelo!” gli ordinò molleggiandosi sulle braccia e portando il volto ad un centimetro da quello di Harry. Il Grifondoro deglutì rumorosamente, prima di posare un leggero bacio sulle labbra della ragazza. “Sei sleale, Harry!” lo rimproverò Ginny battendogli un pugno sul petto. Harry accusò il colpo con una smorfia, poi la baciò di nuovo. Questa volta il bacio fu decisamente più appassionato.

“Dai, Harry, dimmelo” mormorò Ginny sulle labbra del Grifondoro. Harry scosse la testa, strofinando il naso sulla fronte della ragazza. “Credo che lo scoprirai abbastanza presto” disse avvilito lui. “Vorrei venirlo a sapere da te. Altrimenti, scordati i miei baci!” lo minacciò Ginny con aria grave. “Non puoi farmi questo!” protestò Harry corrucciato. Ginny fece un sorrisetto maligno. “Certo che posso. Allora?”. Harry sbuffò, poi si passò una mano tra i capelli, infine evitando lo sguardo della bella Grifondoro disse: ”Si tratta di lezioni di ballo”. Ginny rimase per un attimo stupita, poi si sciolse in una risata. Harry aspettò che smettesse di ridere. “Non mi dire, tu, Ron e Malfoy che ballate? Ohi, ohi, ohi, che mal i pancia, che ridere!” Ginny affondò la fronte nella felpa di Harry. “E chi vi fa lezioni?” chiese ancora curiosa.

“Dorian” rispose solamente Harry con un filo di voce.

“Lo spogliarellista?”

“Proprio lui… e tra tre settimane dovremo…”

“Spogliarvi davanti a noi? Ma è fantastico! Finalmente vedrò il mio ragazzo in boxer!” Ginny rise saltando giù dalla poltrona. Harry la guardava stupito. “Ma stai bene, Ginny?”

“Mai stata meglio, Harry!” rispose la ragazzina sfoderando un sorriso raggiante. Il Grifondoro continuava a non capire. “Mi dici perché sei così euforica, Ginny? Io non ci trovo niente di fantastico… ma ti rendi conto che vergogna?” chiese contrariato. Ginny smise di saltare sul tappeto e lo guardò negli occhi.

“Forse per voi sarà, ehm, vergognoso, ma per gli occhi di noi ragazze no di certo! Tu e Malfoy, ricordalo, siete stati bollati come i più belli della scuola!”

“Wow, ne sono fiero!” annuì sarcastico Harry. Ginny ridacchiò.

“Avanti, cucciolo, togliti quel muso adorabile e andiamo a letto!” lo invitò la ragazza prendendolo per un braccio. Harry la guardò malizioso. “Se vieni con me…” replicò attirandola in un abbraccio. Ginny arrossì violentemente. “Sei più bella con le guance così rosse” commentò Harry avvicinando il volto a quello della ragazza. Ginny scosse la testa. “Andiamo Harry, dobbiamo alzarci presto domani. Smettila di fare il buffone e lasciami!” gli ordinò perentoria. Questa volta fu Harry a ridacchiare. “D’accordo, d’accordo. Finita la scuola rifaremo un bel discorsetto noi due, eh?!” le fece l’occhiolino, prima di darle il bacio della buonanotte. Ginny strinse le labbra. “Ti amo Harry” gli disse mentre lui la lasciava. Il bel Grifondoro fissò gli occhi nei suoi e sorrise, complice. “Lo so, Ginny. Anche io ti amo” le strinse forte la mano e poi si incamminò verso il dormitorio. Ginny sorrise. Finalmente aveva trovato il coraggio di dirgli quelle semplicissime parole.

 

Carino vero? Ho voluto dare alla fine un tono un po’ romantico, ma cosa ne dite della punizione? Ganza eh? Il prossimo capitolo sarà intitolato Il giorno prima. Beh, che devo dirvi, ReCeNsItE!

 

 

 

   
 
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