Non fucilatemi,
vi prego! *si inginocchia con le manine unite*.
Ho avuto un po’
di problemi in questo periodo tra la scuola e la paura di rendere la storia
banale. Ispirazione per continuare la fan fiction ce l’ho, ma la paura di
renderla una storiella banale mi assale. Questo capitolo non mi convince più di
tanto, devo essere sincera, ma spero che piaccia a voi.
Vi chiedo
un’unica cosa, una sola, della quale ne sento davvero bisogno. Ho bisogno di
ricevere un vostro personale commento in base a questo capitolo. Ho bisogno di
sapere se pensate che sta diventando una storia banale. Ne ho davvero bisogno.
Vi chiedo soltanto una minuscola recensione. Sono in crisi ed ho bisogno di una
vostra opinione.
Vi ringrazio
perché continuate a seguirmi.
Ora non ho
tempo di ringraziarvi tutti uno ad uno perché devo scappare, ma penso che
troverò il tempo per elencarvi uno ad uno nei prossimi capitoli.
Confido in una
vostra opinione e vi lascio al capitolo.
Meli
Happy Birthday, Lils - 1st part
Mi sarei dovuta
aspettare una megafesta alla Tana, organizzata da tutti i miei miliardi di
parenti, per il mio diciottesimo compleanno, nonostante il fatto che stia
portando in grembo un’altra vita e che il padre sia il suddetto Ted Remus
Lupin. E mi sarei dovuta aspettare una casa dei nonni tutta addobbata e
strapiena di persone, di regali e palloncini, la sera del venti ottobre. Ma la
verità è che la mia vita è talmente incasinata che non mi sono neanche accorta
che fosse arrivato il giorno del mio compleanno. Considerando tutti i problemi
che ho avuto nell’ultimo periodo, ricordarsi del proprio compleanno mi sembra
una delle ultime cose importanti. Hugo non approverebbe di certo il mio
pensiero, considerando la sua mania per compleanni, Natali e qualsiasi altro
tipo di cosa si possa definire festa. Sì, questa è la mania di mio
cugino, purtroppo. Oh, beh, da quando Al ha iniziato ad invitare Scorpius a
qualsiasi festa della famiglia, anche Rose è diventata una maniaca di feste, festine e festicciole. Certo che l’amore fa davvero male a
certe persone.
“Non sono già
abbastanza conciata a festa con un pallone da calcio al posto della pancia?”
sbuffo a Rose, mentre mi acconcia i capelli in una specie di chignon non molto
riuscito, “ti ci metti pure tu con le tue acconciature da neoparrucchiera?”.
La sento
sbuffare a sua volta, mentre continua ad aggeggiare i
miei capelli rossi, marchio Weasley. E’ diventata una tradizione che sia Rosie
a pettinarmi e truccarmi come una bambola per tutti i miei compleanni. E, sinceramente,
non so se esserne felice o triste. Odio truccarmi, pettinarmi e tutte le cose
che riguardano il mettersi in tiro, ma, come dice mia cugina, una volta ogni
tanto non guasta.
Sono sicura che
sarà lei quella che penserà a vestirmi, pettinarmi e truccarmi per il
matrimonio di Ted e Vic, mentre si lamenta che non riesce a mettermi la matita
agli occhi, a causa delle troppe lacrime. Si, se dovesse davvero succedere,
voglio piangere.
“Perché non
pensi a truccarti e pettinarti per te, visto che ci sarà anche Scorp, e non
lasci la tua cara cuginetta libera dalle torture che le stai infliggendo?”
continuo a sbuffare, mentre mia cugina inizia a truccarmi, senza praticamente
ascoltarmi, “Rosie?”.
“Mmm...?”.
D’accordo, come
non detto.
Dopo una
mezz’oretta buona di torture, penso di essere pronta per guardarmi, una volta
per tutte, allo specchio di camera mia. Il vestito nero attillato - l’unico che
si adattasse al colore dei miei capelli - che mi ha costretto ad
indossare mette in mostra la pancia e le mie gambe chiare, in quanto è corto
appena sotto il ginocchio. Le maniche larghe mi arrivano fino a sotto il gomito
e lo scollo, fortunatamente, non è eccessivo. La mia cara cugina - che tra
l’altro devo ricordarmi di fare fuori - mi ha costretto - e costretto è dire
poco - ad indossare dei trampoli al posto di semplici scarpe con il tacco e non
c’è stato verso dirle di no. Quindi mi ritrovo venti centimetri più alta, una
pancia particolarmente visibile - nonostante il nero assecchisca
-, con un pocchio abnorme al posto di un semplice
chignon e invece di un semplice trucco leggero, mi manca il naso rosso per
sembrare un clawn. D’accordo, forse sto esagerando.
“E dovrei farmi
vedere da tutti vestita in questo modo?” spalanco gli occhi, ricevendo solo in
questo momento la batosta che tutti mi dovranno vedere conciata così. Prometto
solennemente che dalla prossima volta non mi fiderò più di mia cugina.
“Come sei
drammatica” lancio un’occhiataccia a mia cugina, la quale mi guarda sorridente
e soddisfatta di come mi ha vestita, “possiamo andare, oppure devi continuare a
lamentarti?”.
Mi limito a
sospirare, guardando mia cugina ed uscendo da camera mia, dopo aver preso il
mio mantello nero. Tanto ho tutto il viaggio per assillarla. E beh, Lilian Luna
Potter è conosciuta per il suo essere una rottura di scatole, quando vuole.
Usciamo dalla porta di casa mia e ci dirigiamo alla sua auto. Mi chiedo perché,
potendo approfittare del meraviglioso potere della magia, mia cugina mi voglia
portare alla Tana in una di quelle scatole babbane,
chiamate macchine. La materializzazione non sarebbe una cosa migliore, più
veloce e, soprattutto, più da maghi?
“Perché non
usiamo la materializzazione, la polvere volante oppure una scopa per andare
alla Tana, invece che usare la macchina?” le chiedo, salendo su quel trabiccolo
e aspettando che lei lo metta in moto.
“Perché nonno
Arthur mi ha convinto ad approfondire il modo in cui vivono i babbani” mi
risponde semplicemente, mettendo in moto la macchina ed iniziando a guidare.
Beh, nonno Arthur è attratto dai babbani. Macchine, telefoni, paperelle di
gomma... sono cose che lui ama capire come funzionano. Probabilmente è riuscito
a convertire Rosie, ma non riuscirà mai a convertire la sottoscritta: la
smaterializzazione è troppo più comoda di una scatola di metallo.
“Fantastico”
commento sarcastica, guardando mia cugina. Mi ricordo di un paio di mesi fa,
quando, in quella stessa macchina, le avevo rivelato di aver fatto sesso con
Ted e di essere rimasta incinta.
“Scorp mi ha
detto tutto” ammette, spostando per un attimo il suo sguardo su di me. Inarco
un sopracciglio, pensando a cosa gli avrebbe potuto dire. Forse della
chiacchierata che abbiamo avuto riguardo all’adozione? Oppure del fatto che mi
ha abbracciata?
“Tutto cosa?”.
“Se il bambino
è maschio o femmina” esordisce entusiasta, mentre io mi porto una mano alla
pancia. Non so neanche se voglio saperlo. Ecco che torna la mia parte
malinconica e triste, che non ha ancora deciso se dare il bambino in adozione
oppure no, nonostante tutti stiano cercando di dissuaderla.
“Non voglio
saperlo” dico, anche se so che niente o nessuno riuscirà a fermare Rose dal
dirmi una cosa che lei sa, ma io no, soprattutto se riguarda la mia gravidanza.
Possibile che Scorpius non riesca a tenere la bocca chiusa?
“Dai, Lily...”
mia cugina è davvero incredibile. Non vedo l’ora di arrivare alla Tana, è
l’unica cosa che davvero desidero. A parte il fatto che Ted, Vic e la loro
prole, non ci siano. Questo è quello che davvero vorrei: non doverli vedere.
“Se volevo
saperlo, lo avrei chiesto al tuo fidanzatino” sottolineo le ultime due
parole con un po’ di sarcasmo. Tanto so che nessuno riuscirà a fermarla dal
dirmi tutto e da svuotare il sacco. Conosco mia cugina, “non voglio saperlo”.
“Almeno avrai
il tempo per scegliere il nome”.
“Non so neanche
se voglio darlo in adozione, quindi non è un mio problema quello del nome”
sospiro, sperando con tutta me stessa che non mi riveli niente. E’ come quando
stai leggendo un libro e sei più o meno a metà, e arriva una persona che lo ha
letto e che inizia a raccontarti la fine. Questo è l’aspetto che ho sempre
detestato di mia cugina.
“Avanti, Lily...”.
“No”.
“Ti prego”.
“No”.
“Posso
dirtelo?”.
“No”.
“Per favore”.
“No”.
“Dai...”.
“No”.
“Lily...”.
“D’accordo” sbuffo
annoiata, arrendendomi. Tanto so che avremmo continuato così all’infinito,
quindi è meglio arrendersi, no? Soprattutto se la tua interlocutrice è una
ragazza di nome Rose Jane Weasley.
“E’ una
femmina” sorride, guardandomi, “ti è piaciuto il mio regalo di compleanno?”.
Sinceramente
non so se essere felice di saperlo oppure no. In questo momento non mi cambia
niente, perché l’adozione è la prima delle mie ipotesi, ma non so. Forse potrei
tenerlo. No, aspetta. Dovrò dire tenerlA. Appoggio la
guancia al vetro gelido della macchina e per un secondo sorrido.
E’ femmina.
Buon compleanno, Lilian.
Oh, beh, ma da
ora in poi costringerò Scorpius a tenere le labbra sigillate, se no si
accorgerà cosa vuol dire far arrabbiare una Potter.
“Siamo
arrivate” annuncia mia cugina, parcheggiando davanti alla Tana. Scendiamo
entrambe di macchina e Rose mi si avvicina, “auguri, Lily”.
La abbraccio,
per quanto la pancia me lo permette, “grazie... anche per il regalo”.
Beh, devo dire
che Al aveva ragione. E’ una femmina e, quando ne verrà a conoscenza, sono
sicura che non farà altro che assillarmi per chiamarla Amelia. Mentre James
inizierà a sfotterlo con la storia che è innamorato di Rose e che pensava
volesse chiamarla come lei. A volte mi chiedo come quei due riescano ad abitare
sotto lo stesso tetto senza menarsi a vicenda. E’ un mistero.
Io e mia cugina
entriamo nella Tana e ci dirigiamo verso la sala da pranzo, dove, sicuramente,
si saranno nascosti per farmi una sorpresa. Dovrebbe esserci tutta la famiglia
al completo, compreso zio Charlie, il quale dovrebbe essere tornato da quella
città dal nome impronunciabile soltanto per fare gli auguri a una sua nipote
che ha visto, più o meno, cinque volte in tutta la sua vita. Non mi stupirei se
avesse portato con sé un drago e se lo avesse spacciato per sua moglie. Sono
sicura che avrebbe il coraggio di sposarsi un drago.
Tanto so che il
regalo di compleanno che vorrei non verrà esaudito: Ted e Vic saranno
sicuramente presenti, anzi, forse saranno addirittura i primi a farmi gli
auguri. Almeno posso sperare che non si sbaciucchino durante la mia festa di
compleanno.
Entriamo nella
sala da pranzo e sento un auguri esplodere nell’intera stanza, mentre le
luci si accendono, rivelando tutti i miei parenti in piedi davanti a me. Beh,
posso dire che hanno conciato questo posto peggio che a Natale. Il solito
tavolo è stato fatto sparire e al suo posto hanno messo dei tavolini per tutta
la stanza, ci sono dei palloncini che volteggiano a mezz’aria e il centro della
stanza è vuoto, cosa che vuol dire: pista da ballo.
Devo ammettere
che ci sono tutti : mamma, papà, Jay, Al, zio Ron, zia Hermione, Hugo, zio
George, zia Angelina, Fred, Roxy... d’accordo, se mi
metto a fare l’appello di tutti i presenti, sono sicura che non finirei più di
dire nomi. Devo ammetterlo: la famiglia Weasley è troppo grande. E lo diventerà
sempre di più. Potrei scommettere che con l’avvento della nuova generazione,
non riusciremo più a stare tutti intorno ad un unico tavolo alla Tana durante
il pranzo di Natale, come tutti gli anni. E la cosa bella è che siamo tutti
rossi e il gene dei capelli rossi nel DNA è duro a morire, soprattutto se
proviene da una famiglia come quella degli Weasley.
Vedo papà
avvicinarsi a me e prendermi in braccio, cosa che non faceva da quando avevo
cinque anni e che, ne sono sicura, non è molto benefica per il bambino.
D’accordo, per lA bambinA,
“auguri, Lily”.
Gli do un bacio
sulla guancia, prima che mi rimetta a terra e mi costringa a subirmi tutti gli
auguri, da parte di tutti i parenti. Prevedo sarà una cosa lunga, come tutti
gli anni. Anche mamma mi si avvicina e mi fa gli auguri a sua volta,
abbracciandomi. Non è una cosa di tutti i giorni compiere diciotto anni e
diventare maggiorenne anche nel mondo dei babbani. Non ricordo una festa così
enorme anno scorso, per aver raggiunto la maggiore età nel mondo dei maghi.
Probabilmente nonno Arthur sarà riuscito ad influenzare tutti con la sua
ossessione verso i babbani. Potrei quasi scommettere dieci galeoni con zio
George ed essere sicura di non perderli. D’accordo, di solito quando scommetto
con zio George perdo sempre, ma questa volta sarei sicura di vincerli dieci
galeoni.
Dopo aver
ricevuto tanti - troppi - auguri - da parte di zio Bill, zia Fleur, zio Charlie, zio Percy,
Lucy, Molly... d’accordo, se continuo così non finisco più -, vedo un ragazzo
biondo avvicinarsi a me a fianco di Al. Ora Scorp mi sente.
“Auguri,
Lilian” mi sorride, prima che mia cugina gli salti letteralmente addosso,
facendogli quasi perdere l’equilibrio.
“Grazie,
Scorpius” lo ringrazio, arrossendo leggermente e guardandolo negli occhi, “ho
soltanto una cosa da dirti: se la prossima volta provi a spifferare qualcosa a
mia cugina riguardo la gravidanza, giuro che ti crucio”.
Alla sua risata
non posso far altro che sorridere e arrossire ancora di più, prima di vedere
Ted Remus Lupin in persona avvicinarsi a me. Sento il sorriso, che prima mi
tirava le labbra, sparire, quando me lo ritrovo davanti. Sento il cuore
iniziare a battere velocemente e le guance avvampare.
“Grazie, Ted
per gli auguri e anche per il bellissimo regalo, ora puoi anche tornartene da
Vic” sbotto, incrociando le braccia al petto e considerando il bacio che si
sono scambiati come regalo di compleanno.
Ted Pov.
D’accordo, non
posso pretendere che Lily mi perdoni di punto in bianco, dopo tutto quello che
è successo. Conosco la mia Lils e so che per farmi perdonare ce ne vorrà di
tempo. Vedo i suoi occhi scuri pieni di delusione puntati nei miei.
“Lils, vorrei
parlarti un attimo” so che è la trecentesima volta che le chiedo di parlare, ma
ho bisogno di chiarirmi per tutto quello che è successo con Vic e per dirle
quello che le è accaduto. Beh, penso che le interesserà sapere il perché Vic
non è presente alla sua festa di compleanno.
“Possibile Ted,
che l’unica cosa che vuoi fare sia quella di parlare, parlare e parlare?”
sbuffa, guardandomi con sguardo duro, “non ne posso più di parlare”.
“Ho una cosa
importante da dirti e credo che ti interessi” cerco di convincerla più con lo
sguardo che con le parole. La vedo sospirare e sbuffare di nuovo, prima di
seguirmi fuori dalla sala da pranzo.
“Di cosa si
tratta?” mi chiede, appoggiando la schiena al muro del corridoio, le braccia
conserte e il sopracciglio inarcato. La vedo avvicinarsi a me e guardarmi
ancora con sguardo interrogativo.
“Puoi smetterla
di stare così sulla difensiva?” le chiedo, appoggiando le mani sulle sue
spalle, senza che lei protesti.
“Perché dovrei
smetterla?” mi chiede, sbuffando.
“Perché mi fa
male vederti così, Lily, sul serio” vedo i suoi occhi spalancarsi per lo
stupore.
“E a me,
secondo te, non fa male vedere Victoire incinta del padre della mia bambina?”
sospira il suo orgoglio Grifondoro.
“Senti,
Victoire ha... aspetta un attimo, hai detto bambina?” le chiedo, cambiando
discorso e sorridendo.
“Sì, è una
bambina, Ted” vedo un piccolo sorriso apparire sulle sue labbra rosee.
“Non darla in
adozione, Lils, ti prego” la supplico, guardandola in quelle iridi, marroni
come quelle di Ginny e leggermente verdastre come
quelle di Harry.
“Ancora? Non
hai altro da dire?” sbuffa, liberandosi dalle mie mani sulle sue spalle.
“Vic ha avuto...”.
“Lily?” sposto
lo sguardo su ragazzo che mi ha interrotto. L’ho già visto a qualche pranzo di
Natale e a qualche Capodanno e, se non ricordo male, dovrebbe essere il ragazzo
di Rose, “c’è tuo zio George che vuole farti gli auguri... vi ho interrotti?”.
“No” dice Lily,
puntando i suoi occhi dentro i miei, “ne riparliamo dopo, Ted”.
La seguo con lo
sguardo, mentre rientra in sala pranzo, seguita da quello che dovrebbe essere
Malfoy. Devo dirgli tutti, a partire dal bacio fino ad arrivare a quello che è
successo a Vic. Mi avvicino alla porta e mi appoggio allo stipite.
Lily Pov
“Dov’è zio
George?” chiedo a Scorp, rientrando al suo fianco nella sala da pranzo.
Prometto solennemente che dopo andrò da Ted e gli chiederò cosa mi voleva dire,
ma prima penso sia meglio finire di farmi fare gli auguri da tutti.
“Chi?” mi
chiede, voltandosi a guardarmi con i suoi occhi chiari. Trovo strano che non si
sia messo la sua cara cravatta Serpeverde anche per
il mio compleanno. Forse è stata Rose a persuaderlo.
“Zio George. Sei
venuto a chiamarmi perché doveva farmi gli auguri, dov’è?” gli chiedo con
ovvietà, fermandomi.
“Non era vero
niente, volevo soltanto salvarti da una discussione sgradita”.
“D’accordo, lui
è il padre” ammetto, “beh, forse posso anche ringraziarti per avermi portata
via da una discussione sgradita, come la definisci tu”.
“Dovere di
amico” mi sorride beffardo, guardandomi divertito.
“E quand’è che
fai il tuo dovere di fidanzato?” gli chiedo, guardandomi intorno, cercando di
individuare mia cugina, “dov’è Rosie?”.
“E’ là da Al”
risponde, indicandomi mia cugina con la testa.
“E perché tu
non sei da lei?”.
Non ottengo
nessuna risposta, a parte la sorpresa delle sue labbra sulle mie.