Avete compreso tutto?

Avete compreso tutto ciò che vi ho detto? Beh, siete ad un passo per capirmi.

Jennifer, questo nome me l’ha dato il mio padre adottivo. Chissà quale nome mi avrebbe voluto dare Sirius…

“Ciao Jennifer” esclamò l’uomo avvicinandosi alla ragazza seduta sulla riva di un torrente. Lo stesso torrente del giorno prima.

“Ciao…” disse Jennifer laconica.

“Depressa?”

“Come sempre.”

Già, come sempre. A quei tempi non avevo ragioni per esserlo, ma adesso…

Ero riuscita ad allacciare un rapporto con lui, quando Lei me l’ha tolto.

Avevo l’amore del mio vero padre, quando Lei me l’ha tolto.

Potevo vivere una vita tranquilla, quando Lei me l’ha tolto.
Lei.

Bellatrix Black.

Dire che la odio è molto riduttivo. Perché lei mi ha privato di tutto.

Lei l’ha ucciso.

Mi ha privato di un esistenza serena accanto a mio padre.

Lei l’ha ucciso.

“Sai che sei una ragazza strana?”

“Ah sì? Perché?”

“Perché non mi hai ancora chiesto il nome di tua madre!”

Eh già, non glielo avevo chiesto… in verità, non mi era neanche venuto in mente.

Ormai avevo lui, cosa potevo desiderare di più?

Avevo il suo amore, cosa potevo desiderare di più?

“Ti va di saperlo?”

“No!”

“Perché?”

Non risposi. Non lo sapevo neanche io il perché.

Adesso lo so. Avevo paura di sapere chi fosse, di rimanere delusa…

“Beh, allora non te lo dico!” l’uomo, dopo averle dato un bacio sulla guancia, si trasformò e corse via.

“Piccola!” esclamò Sirius andando incontro alla ragazza.

“Ehy!” oggi era euforica

“Ti devo parlare di cose molto importanti!”

L’euforia svanì

“Che cosa c’è?”

“Non posso più restare…”

“Perché?”

“Devo tornare a Grimmauld Place… Tra qualche giorno manderò una persona a prenderti…”

Quella persona non arrivò. Da quello che appresi in una sua lettera, la seconda guerra magica era alle porte.

Era giugno.

La persona che mi doveva portare via arrivò a luglio… dell’anno dopo.

“Jennifer… sono spiacente, ma Sirius è morto!”

Mi sentii spezzata. Qualcosa dentro di me si era rotto irreparabilmente.

Non volevo crederci. Ero inorridita, ma non piansi.

“Q-quando?” chiese Jennifer

“A giugno”

La ragazza guardò fuori dalla finestra della cucina. Non molto lontano da lì c’era il loro posto.

Il nostro posto? Come farà ad essere ancora nostro, se lui non c’è più?

Non piansi, non ancora.

“P-perché è morto?”

“E’ stato ucciso.”

“Da chi?”

“Da sua cugina Bellatrix Black”

“Jennifer, mi farebbe davvero piacere se tu decidessi di frequentare Hogwarts…”

Attimi di silenzio. Troppi. Ero indecisa.

Per una volta non sapevo che cosa fare.

“Io… non lo so!”

Avevo un dubbio. E adesso, ce l’ho ancora.

“Vieni a Hogwarts” il tono gentile di Silente nascondeva quello che doveva essere un ordine.

Un ordine che non volevo trasgredire.

“Domani verrà una Auror del ministero a prenderti.” L’uomo se ne andò.

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Se ne andò, così. Lasciandomi sola con i miei tristi pensieri.

Tristi, perché lei me l’ha tolto.

“Se io fossi in te mi vendicherei.” esclamò Gabriel, un fratellastro di Jennifer.

“Fatti i fatti tuoi!” disse Jennifer

Vendetta.

Un bellissimo suono.

Ma perché dovrei vendicarmi? E di chi poi? Di un padre che ho conosciuto solo due anni fa?

Sì.

Avevo la possibilità di costruirmi un futuro accanto a lui.

Ce l’avevo, quando lei me l’ha tolto!

Voglio vendicarmi con tutta me stessa.

La stessa sera mi arrivò una lettera tramite gufo. Un’altra notizia inaspettata.

Mittente: Michael Murphy

Ufficio eredità, testamenti magici

Londra, Ministero della Magia

Gentile signorina Parker ,

volevo informarla che potrà riscuotere l’eredità del defunto Sirius Black come scritto nel testamento del compianto.

E’ attesa in questo ufficio il giorno 31.8 alle 14.00.

Le porgo le mie più sentite condoglianze per la sua perdita

Distinti saluti,

Michael Murphy

Quella lettera fu un colpo duro da sopportare. Fino a quel momento non avevo pianto.

Quella lettera mi fece piangere per la prima volta dopo tanti anni.

L’ultima volta in cui piansi fu quando, Benjamin, un altro mio fratello (anche lui come me e gli altri fu adottato), morì.

Fu un colpo , avevo cinque anni, lui tre.

Avevo cinque anni ed ero già consapevole del principio della vita e della morte.

Piansi. Quella fu l’ultima vota in cui lo feci, fino al giorno in cui mi arrivò la lettera.

La consapevolezza di averlo perso mi investì come un torrente in piena (NdFP: che paragone demente…)

“Quando sarai più grande, ti andrebbe di venire ad abitare con me a Grimmauld Place?”

Ormai la riva del torrente era diventata il loro “posto”.

“Mi piacerebbe!” Jennifer accennò un sorriso.

“Ma se Grimmauld Place è a Londra, tu come fai a venire qui tutti i giorni?”

“Vengo a piedi.”

“Raccontalo ad un'altra!”

“Al momento sono “residente” qui vicino. A Hogsmeade!”

“Non ho mai sentito il nome di questo villaggio!”

“E’ un villaggio di maghi, vicino a quel castello in rovina!”

“Non è in rovina. In inverno si riempie di ragazzi. Quando ho chiesto a mamma se fosse una scuola privata, lei mi ha riso in faccia dicendo che soffro di allucinazioni.”

“Tu sai che non è vero che soffri di allucinazioni?”

“Certo!” Jennifer sembrava offesa

Il giorno dopo aver parlato con Silente, una donna, o meglio, un’auror, mi venne a prendere per fare i miei acquisti.

Poverina, sembrava sconvolta…

“Ninfadora Tonks” disse con voce atona porgendo la mano alla ragazza.

“Piacere mio, Ninfadora… Io sono Jennifer Parker, o se preferisci, Jennifer Black!”

Quanto mai avevo detto quel cognome maledetto! La donna scoppiò a piangere a dirotto.

Io non mi sono mai trovata nella situazione di dover consolare qualcuno. E poi, ero io, che dovevo essere consolata.

Sono egoista, lo so.

Jennifer commossa, batté un paio di volte la mano sulla spalla di Ninfadora. La donna sembrò apprezzare quell’ impacciato gesto da parte della ragazza.

“Grazie!” disse tirando su con il naso.

“Di cosa?” chiese Jennifer sorpresa.

“Anche per il solo fatto che esisti…”

“Come?”

“Vedere te, mi fa pensare di averlo ancora accanto!”

“Davvero? Scusa, ma adesso devo andare un attimo in bagno!”

Mi ricordo benissimo tutto ciò che successe, perché mi capita ancora adesso.

Entrai in bagno chiudendomi la porta alle spalle. ero sconvolta. Andai al lavandino, e mi lavai la faccia con l’acqua fredda.

Alzai lo sguardo verso la mia immagine riflessa. In un attimo capii tutto ciò che intendeva Ninfadora.

Ero il ritratto vivente del mio vero padre.

Stessi lunghi capelli neri, stessi occhi grigi, stessi lineamenti, stessa carnagione. Ero lui al femminile.

Impressionante…

Io e Ninfadora passammo il pomeriggio insieme… ridendo e scherzando.

O meglio, facendo finta di ridere e di scherzare.

Aspetto altri commenti!!!

Un enorme grazie a:

UnicaRaptor: sono felice che ti piaccia come scrivo! Tantissimo!!! Questo capitolo è all’altezza delle tue aspettative? Spero di sì! Baci

StenafI: ciao Stefy! Quando ti muovi ad aggiornare??? Voglio il nuovo capitolo del Manuale! Non tutte le assaggiamorte possono aspettare i comodi del Lord. *Faith si è accorta che ha appena detto una eresia e scappa a fustigarsi*. Aspetterò con tanta ansia! Baci

Manny: Sono felice che ti piaccia questa pseudofanfiction!! Baci

Saka: grazie per avere trovato il tempo di recensire! Grazie! So benissimo della tua connessione! Anche a me mi avevano tolto l’adsl per un po’ di tempo… ero morta! Comunque, non è una oneshot, ma non è neanche una longfic! Sarà lunga al massimo 5 capitoli! Baci

Ciccio e Maman: sono contenta che mi abbiate recensito! Vi ho già ringraziato in privato! VVUKDBXS.