Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Beatrix Bonnie    29/10/2010    6 recensioni
-Seguito de La setta degli Eletti-L'oscuro nome di Reg, la foto di un bambino dai capelli rossi che sembra appartenere al passato, la sua bacchetta magica, la corrispondenza con una ragazza di nome Priscilla e degli strani incidenti che avvengono a Doolin. Che cosa collega tutto questo con un'organizzazione segreta di nome Extraiures e con l'oscuro passato di un professore del Trinity? Sarà la sete di vendetta di una sorella perduta nel tempo a dare finalmente la spiegazione agli assurdi fenomeni che sconvolgeranno il terzo anno di Mairead, Edmund e Laughlin.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 10

Il fascino del mistero






Laughlin, come al solito, durante il banchetto mangiò più di quanto umanamente un ragazzino di quattordici anni potesse fare, quasi senza nemmeno sentire Dominique che gli raccontava la sua estate.

«E poi i miei fratellini hanno cominciato a tirarsi addosso le gelatine di muco di Kappa e hanno preso in pieno una vecchia maga giapponese che passava per strada. Credo che ci abbia lanciato una maledizione, ma non conosco la lingua... comunque non la biasimo, quella roba è davvero disgustosa» concluse Dominique, in tono saggio.

Laughlin annuì, anche se doveva essersi perso qualche passaggio, perché non ricordava come Dominique fosse arrivato in Giappone. «Quanti fratelli hai?» gli chiese allora, contento di non essere l'unico sfortunato ad avere in casa delle pesti mascherate da bambini.

Dominique sospirò. «Tre: i gemelli Samuel e Ismael di nove anni e la piccola Ester di sette» rispose con rassegnazione.

Laughlin pensò che i signori MacPassel dovevano essere proprio fissati con quella roba della religione, visti i nomi dei figli.

Proprio in quel momento il preside Captatio si alzò da tavola e fece un breve discorso sull'importanza dello studio, che Laughlin non si degnò troppo di ascoltare: le solite cose sul fare i bravi, applicarsi a scuola e ampliare la mente.

Quando finalmente il preside permise loro di alzarsi, Laughlin, insieme a Dominique e agli altri Nagard, si recò verso la sua sala comune.

«Ma guarda chi si vede, un traditore del suo sangue, ovviamente in compagnia di un sasanachfiul» li aggredì una voce sgradevole nel momento stesso in cui entrarono in sala comune.

«Chiudi la ciabatta, Diabliaiocht» le rispose Dominique, con un tono forse poco cristiano ma certamente appropriato a quella serpe.

La ragazza era spalleggiata dai suoi due inseparabili compagni, Leida O'Hara e Finan Best, ma questa volta sembrava che fossero in parecchi a condividere le sue accuse verso i due giovani Nagard.

Laughlin non era certo disposto a dargliela vinta, non quella volta. Le si avvicinò con un sorrisetto di sfida. «Che cos'è che ti rode di più, Diablaiocht?» le domandò, tirandosi il colletto della giacca con aria di superiorità. «Che io sono irrimediabilmente più figo di te, o che sono nobile, mentre tu non lo sei?»

A quelle parole calò il gelo nella sala comune dei Nagard. C'erano parecchi studenti che disapprovavano il comportamento inglesofilo di Maleficium, ma nessuno era pronto a mettersi contro un Nobile Purosangue.

Nessuno che non fosse Nobile a sua volta.

«Stalle alla larga, Maleficium» disse una voce controllata e flebile. Eibhean Deamundi, il più giovane dei sette figli del Conte di Con Cetchthach.

Laughlin non si fece intimorire dalla presenza pomposa del giovane nobile: suo padre gli aveva insegnato che i Deamundi erano la famiglia più importante di tutta l'Irlanda, ma che erano anche degli squallidi sanguinisti. Niente di rispettabile, almeno nell'ottica di grande onestà di Eoin Maleficium.

«Guarda, Ailionora, il tuo ragazzo è venuto a difenderti. Finalmente avrai un titolo nobiliare anche tu» ripose con un sorrisetto divertito.

La ragazza lanciò un'occhiata terrorizzata a Deamundi, come se temesse che lui avesse scoperto qualche segreto e poi scappò verso il dormitorio femminile con il volto in fiamme.

«Non hai il diritto di trattarla a quel modo» sussurrò Deamundi, in modo che solo Laughlin potesse sentirlo.

Il sorrisetto del ragazzo si tramutò in una maschera di serietà. «Ognuno raccoglie quello che semina. Se vuoi il rispetto degli altri, devi meritartelo».

E con quelle parole lasciò la sala comune, seguito da Dominique.


La prima lezione del nuovo anno era Cura delle Creature Magiche: questo significava che Laughlin e Mairead avrebbero passato l'ora insieme, mentre Edmund si recava ad Antiche Rune.

Dopo colazione, i due amici salirono un paio di rampe di scale per recarsi all'aula di dove si sarebbe tenuta la lezione. Il professore si chiamava Lynch ed era un tizio piuttosto grosso, con la mascella squadrata e una leggera barba incolta di un paio di giorni: sembrava proprio il tipico insegnante da non far arrabbiare.

Gli studenti si accomodarono tra i banchi e incominciarono ad estrarre libri e pergamene, ma il professor Lynch sbraitò: «Che pensate, di essere qui a studiare Trasfigurazione? Via quei libri, adesso andiamo nel parco!»

I ragazzi si scambiarono degli sguardi eccitati: la prima lezione prevedeva già qualcosa di pratico. Chissà se avrebbero visto i draghi!

Il professore li condusse fuori dal castello, attraverso il ponte che collegava l'isola lacustre alla terraferma; oltrepassarono lo stadio di Quidditch e si fermarono al limitare della foresta che si trovava sul confine del territorio della scuola, tra il lago e il villaggio di Doolin. Lì c'era un recinto e una piccola costruzione in legno che sembrava un capanno degli attrezzi.

«Ragazzi, tutti intorno al recinto, per favore» ordinò il professore. Gli studenti si accalcarono addosso alla palizzata per cercare di ottenere il posto migliore.

Sgomitando per bene, Mairead e Laughlin si piazzarono in prima fila, a fianco di un gruppetto di Llapac. Il professore saltò il recinto con un balzo atletico, giusto per impressionare gli studenti, dopodiché si recò dietro il capanno.

Tutti i ragazzi tesero il collo per vedere cosa fosse andato a recuperare, ma non dovettero attendere troppo: l'insegnante tornò poco dopo tirando le redini di un magnifico esemplare di unicorno. Dagli studenti si sollevò un coro ammirato di “oooh”.

«È magnifico!» esclamò estasiata una ragazza dei Llapac, che aveva gli occhiali spessi e l'apparecchio ai denti.

«Sì, Moira, è magnifico!» rispose la sua amica, con gli occhi che le brillavano.

Il professore tuonò qualcosa per zittire la platea dei suoi studenti. «Le ragazze si possono avvicinare per accarezzarlo» disse quando finalmente gli alunni si furono calmati.

Mentre le femmine si avvicinavano, il professor Lynch cominciò ad elencare le caratteristiche e le proprietà dell'animale.

«Tu non vai ad accarezzarlo?» domandò Laughlin alla sua amica.

Mairead scosse le spalle. «Nah, ne ho già visto uno da vicino, in Francia, quando papà partecipava agli scavi nella necropoli di Louison. Quando mi avvicinai, quello stupido mi diede un morso!» rispose la ragazza contrariata, al ricordo dell'episodio.

«Voi due, là in fondo, non siede dispensati dall'ascoltare» li rimproverò il professor Lynch. I ragazzi allora tirarono fuori penne e pergamene e cominciarono a prendere appunti in silenzio.

Mentre i suoi amici seguivano Cura delle Creature Magiche, Edmund andò a lezione di Antiche Rune, dopodiché i tre ragazzi frequentarono insieme Incantesimi con la O'Connel.

Al pomeriggio andarono a Pozioni, ma la lezione più interessante per Edmund fu l'ultima della giornata, Artimanzia. La professoressa che la insegnava si chiamava Sidera O'Elan ed era una strega abbastanza giovane, sempre vestita con cura, i capelli scuri raccolti dietro la testa e decorati da un fiore.

Entrò in classe con passo deciso e fece un appello sbrigativo, dopodiché cominciò con un discorso introduttivo. «Artimanzia è la materia più difficile e al contempo più affascinante che studierete al Trinity. Si tratta di scoprire la sofisticata logica dietro il disegno cosmico per leggere tra le righe i messaggi che vi sono scritti. Per amare questa materia dovete amare le sfide, essere pronti a rischiare, scommettere sulla vostra intelligenza. Il mistero! Artimanzia significa scoprire la chiave del mistero dell'universo».

La professoressa cominciò a girovagare tra i banchi, mentre gli occhi brillanti di brama di Edmund la pedinavano per tutta la stanza. «La domanda ora è perché i maghi abbiamo cominciato a studiare Artimanzia... il mistero ha un fascino particolare che ha da sempre intrigato l'uomo. Se non avvertite il fascino del mistero non potrete mai studiare Artimanzia».

Il fascino del mistero. Eccome se Edmund lo avvertiva!

Le parole della professoressa gli riportarono alla mente la faccenda di Reg: anche quello era un dilemma che non aspettava altro che essere risolto.

Non appena la lezione di Artimanzia finì, Edmund si catapultò in biblioteca, alla ricerca dei registri degli studenti che avevano frequentato il Trinity: forse avrebbe trovato un ragazzo di nome Reg che era stato a scuola anni fa. Dopotutto nello scatolone avevano trovato la sua bacchetta, quindi doveva aver frequentato almeno il primo anno del Trinity, anche se Mairead era convinto che fosse morto da ragazzo. Eppure non trovò nulla, nessuno studente con quel nome o con qualcosa di simile, di cui Reg potesse essere il diminutivo. Doveva avvertire Mairead.

Il ragazzo trovò l'amica circondata dai suoi compagni della squadra di Quidditch. Non ricordava nemmeno i loro nomi, ma era abbastanza certo che l'altra ragazza si chiamasse Beatrix e che il ricciolino che si dava tante arie fosse suo fratello Leonard.

Quando Mairead vide Edmund che si sedeva al suo fianco con la borsa carica di libri, gli lanciò un'occhiataccia. «Dopo un solo giorno di scuola sei già passato in biblioteca?» lo rimproverò, scuotendo la testa.

Edmund non sembrava minimamente preoccupato del fatto che la sua tracolla fosse sul punto di scoppiare. «Questi? Oh, dovevo passare a controllare una cosa e ne ho approfittato per prenderli in prestito» rispose tranquillamente, versandosi un bicchiere di succo e prendendo un panino dal vassoio sul tavolo. «Indovina cosa ho scoperto?»

«Che in biblioteca esistono miracolosamente dei libri che non hai ancora letto?» gli rispose ironica Mairead.

Edmund non colse il sarcasmo, troppo concentrato com'era sulla sua scoperta, o forse, semplicemente, preferì lasciar perdere. «Ho cercato nei vecchi registri scolastici. Indovina? Nessun ragazzo con il nome di Reg ha frequentato il Trinity da almeno cinquant'anni» sentenziò con aria soddisfatta.

Mairead lo fissò come se un terzo braccio fosse cominciato a crescergli sulla fronte. «Non ci credo!» fu l'unica cosa che riuscì a dire, ma Edmund mal interpretò la sua sorpresa.

«Giuro. Lo so che è strano, ma è così» sospirò rassegnato. «La cosa più assurda è che nello scatolone abbiamo trovato la sua bacchetta, ma lui a scuola non c'è mai stato. Forse è morto dopo averla comprata a Dublino, prima di cominciare il Trinity, ma sarebbe una coincidenza davvero improbabile. No, ci deve essere qualcosa sotto».

«No, Ed, non hai capito!» lo interruppe Mairead con foga, gesticolando davanti al naso dell'amico. «L'unica cosa assurda in tutta questa faccenda è che tu abbia saltato la cena per startene chiuso in biblioteca a sfogliare pagina per pagina i registri della scuola!»

«Ma...» provò a dire il ragazzo.

«Edmund, smettila. Vuoi farne un'altra setta?» lo rimproverò Mairead, alludendo alla sua ossessione per voler scoprire il mistero della setta degli Eletti, l'anno precedente.

Edmund scosse il capo, ma non si rassegnò. «Andiamo, Mairead! C'è uno scatolone di ricordi di questo Reg nella tua soffitta: non voi nemmeno scoprire chi sia?»

«No, sinceramente ho ben altri problemi per la testa adesso» rispose la ragazza con ostinazione.

E non aveva affatto torto.



Ecco qui il decimo capitolo, il giro di boa, in realtà solo numericamente, perché con la soluzione del mistero siamo ancora in alto mare! Spero che vi sia piaciuta la lezione di Artimanzia. Inoltre, non so se gli unicorni mordano, ma un cavallo una volta, in montagna, ha morso il braccio di mia mamma! ^^

Qui c'è l'immagine del capitolo: Laughlin che fronteggia Eibhear Deamundi (il cui nome si pronuncia Ayven).

Alla prossima!

@ Julia Weasley: la mia fedele lettrice! Laughlin non ammetterebbe mai difronte a terzi che vuole bene al suo fratellino, anche perché è davvero pestifero, ma credo che fosse naturale preoccuparsi per lui! Anche io penso, comunque, che il meglio per gli elfi domestici sia di essere trattati bene dalla famiglia che servono, perché loro sono felicissimi di farlo! Quanto a Eoin, lui è l'incarnazione dell'onestà, il che è abbastanza strano per il suo essere nobile Purosangue. Però mi diverto a fare di lui un atipico difensore di virtù dimenticate! Anche perché, bene o male, un po' tutti i Maleficium sono piuttosto aperti rispetto alle altre famiglie nobili. Mia cara lettrice-suppositrice... chi sarà il misterioso inseguitore? E se ci avessi azzeccato di nuovo? Eh, lo saprai solo al capitolo 18! XD

A presto!




EDIT: procede anche per questa storia l'opera di sistemazione dei dialoghi! Ah, le immagini dei vari capitoli sono già nelle note dell'autrice vecchie... guardatele da lì! ^^

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Beatrix Bonnie