Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: danish    04/11/2010    4 recensioni
questa storia è un ipotetico proseguimento di Endless Osyssey. Cosa succede quando il capitano torna dalla dimensione alternativa in cui ha sconfitto il demone Noo? Quali avventure dovranno affrontare i nostri eroi e soprattutto, il demone è stato realmente battuto?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
oltre

 

“ahi ahi…la mia testa….” mormorai tra me e me mentre a poco a poco mi riprendevo.

Mi sentivo intontita dal rumore dello sparo della cosmogun che ronzava ancora nei miei orecchi.. Per il dolore non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi ma riuscivo a percepire che tutto intorno vi era uno strano silenzio. Il vento aveva smesso di soffiare e non si udiva più il fragore dei tuoni. La voce agghiacciante di Noo taceva. 

“Allora non è tutto perduto! Sono viva!!!” pensai tra me e me.

Poi un brivido pervase il mio corpo. Tentai di aprire gli occhi lentamente. 

“ma….qui è tutto buio….” Esclamai ad alta voce. 

Tentai di alzarmi, rendendomi conto solo in quel momento di essere sdraiata sopra a qualcosa di freddo e umido. Muovendomi ottenni solo il risultato di battere la testa contro qualcosa di altrettanto gelido. 

“Ma che succede….dove sono??’”  dissi in preda al panico. 

Realizzai immediatamente che dovevo trovarmi all’interno di una tomba di pietra. 

“Perché sono qui….che cos’è successo….” Mi domandai mentalmente mentre combattevo contro la paura che tentava di impossessarsi di me. 

“…devo fare qualcosa…..devo uscire di qui…” dissi, mentre il mio respiro diventava affannoso. 

Piegai le ginocchia al petto e appoggiai i piedi a quello che presumibilmente era il coperchio. Poi con tutta la forza che riuscii a raccogliere, spinsi verso l’alto.
Non fu difficile spostarlo perché, per mia fortuna, non era di pietra ma di un materiale molto più leggero. La luce mi colpì con violenza gli occhi e dovetti chiuderli ancora per qualche attimo, giusto il tempo necessario affinché si riabituassero al chiaro. Finalmente riuscii ad alzarmi e ad uscire da quel terrificante sarcofago umido. Mi guardai intorno chiedendomi dove fossero i miei amici e soprattutto dove fosse il capitano. 

“…ma…questo non è il luogo in cui abbiamo celebrato il rito…”dissi muovendo qualche passo e scrutando i dintorni. 

“…eppure ha qualcosa di famigliare….”  

Guardai il terreno ma non vidi il cerchio disegnato da Uriel con il Sacro Sigillo. Istintivamente alzai gli occhi al cielo in cerca della sagoma dell’ Arcadia. 

Niente. 

Cominciai ad avere veramente paura. Possibile che i miei amici non si fossero accorti che ero ancora viva e che mi avessero sepolta andandosene subito dopo??? In realtà io sarei dovuta morire…..così era scritto sulla tavola del professor Daiba. 

E se invece ci fossimo sbagliati tutti?? 

Beh, di certo io ero viva e vegeta e non avevo nessuna intenzione di restarmene lì! Dovevo assolutamente mettermi in contatto con l’astronave! Cominciai a guardarmi intorno per cercare una strada, un sentiero, un qualunque percorso che mi facesse uscire da quel luogo tetro.
Ad un tratto notai che tra le rocce che circondavano il mio sepolcro, vi era una fenditura. Mi avvicinai e con molta facilità riuscii a passarvi attraverso.
Mi ritrovai all’interno di un bosco  buio formato da altissimi alberi, tutti spogli. 

“…ma che posto è questo…? Sarà meglio che mi sbrighi ad uscirne…” dissi tra me e me accelerando il passo. Mentre camminavo mi sembrava che mille occhi mi osservassero di nascosto. Cominciai a correre per uscirne il prima possibile.
Non so per quanto tempo continuai, ma il sentiero sembrava non avere mai termine. Infine, spossata, mi sedetti ai piedi di un albero per riprendere fiato. 

“Non posso credere che Harlock si sia lasciato trarre in inganno…..forse gli altri….ma non lui….”  Pensai sconsolata ad alta voce. 

Mi rialzai e ripresi lentamente a seguire il percorso. Il terreno era brullo, nero. Non un filo d’erba  e di fiori nemmeno a parlarne. Solo quegli alberi spettrali tutt’intorno che si stagliavano contro un cielo tinto di rosso cupo.
In lontananza vidi un chiarore a qualche centinaia di metri da me. Finalmente! Forse avrei potuto chiedere aiuto a qualcuno!
A mano a mano che mi avvicinavo a quella luce, sentivo un suono che si faceva sempre più netto, sempre più distinto.

Rabbrividii.

Quello era il suono dell’ocarina di Mayu. La medesima melodia che le avevo sentito suonare quando, tra la vita e la morte, mi ritrovai di fronte a lei.
Ora ricordavo chiaramente: ero finita nuovamente nel bosco in cui gli scienziati uccisi da Noo mi raccontarono del loro viaggio ai confini dell’universo e di come entrarono in possesso della lastra…. 

 “…..se sono di nuovo qui…..allora io sono….morta….” 

Le gambe mi tremarono e fui costretta ad inginocchiarmi per alcuni attimi. 

Il suono dell’ocarina si interruppe. 

Mi rialzai e proseguii verso le rocce chiare che cominciavano a vedersi alla fine del sentiero. Come l’altra volta , su una di quelle vi era seduta Mayu, di spalle rispetto a me. 

“Mayu!” la chiamai ad alta voce. 

La bimba si alzò dalle rocce e si voltò verso di me.
Alzò un braccio in cenno di saluto, con un balzo scese dal sasso e mi si avvicinò. 

“Sei tornata! Ma questa volta resterai a farmi compagnia, vero?” mi disse guardandomi con i suoi grandi occhi dolci. 

“…credo di si…” sussurrai. 

“Vieni, andiamo a casa!” mi disse afferrandomi per una mano. 

La seguii docilmente. Non avevo altra scelta.
Camminammo a lungo, attraversando vari luoghi fino ad arrivare ad una terra brulla percorsa da fiumi di color porpora. All’orizzonte distinsi una strana costruzione diroccata, circondata da quelli che sembravano rottami di automobili. 

“Ecco! Siamo arrivate! Mio padre sarà sicuramente al lavoro…andiamo!” mi esortò Mayu mettendosi a correre in direzione di quella baracca. La seguii accelerando il passo.Un ometto basso e tarchiato con un grosso cappello sulla testa ci stava aspettando sulla soglia di casa. 

“ Ce ne hai messo di tempo, Mayu! Dov’eri finita?” chiese alla bambina.

“E tu, non startene lì impalata! Vieni avanti, non vuoi salutare un vecchio amico?” disse rivolto a me. 

“Tochiro…..sei tu…” dissi incredula. 

Gli strinsi la mano tremando. 

“Che hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma!” mi disse. Poi scoppiò in una fragorosa risata. 

Mi fece cenno di entrare. Mayu andò a sedersi su una poltroncina mentre io rimasi in piedi .

“Avanti! Accomodati pure. Non fare complimenti, sei tra amici!” mi indicò un divanetto su cui andai a sedermi. 

“Ti domandi perché sei qui?” mi chiese senza giri di parole. 

“Più o meno. Tu di certo lo sai…” gli chiesi 

“Si. Il rito è stato celebrato perfettamente. Il discendente di Noo è stato imprigionato per sempre nel sacro sigillo di Uriel. Hai avuto molto coraggio ragazza mia.” rispose. 

Mi chiedevo se lui conoscesse qualche sistema che mi permettesse di tornare tra i vivi. Era un grande scienziato e proprio per merito suo avevamo distrutto Noo… 

“Purtroppo non posso fare niente.” Mi rispose, leggendo i miei pensieri. 

“…peccato. Ma sai dirmi esattamente dove mi trovo? Che posto è questo?” gli chiesi. 

“…beh, puoi chiamarlo come ti pare. Di qui transitano le anime che hanno lasciato qualcosa in sospeso dall’altra parte !!” 

“…forse ti sembrerà una domanda stupida….ma per quanto tempo si rimane qui?” chiesi nuovamente 

“non te lo so dire….presumibilmente fino a quando non chiudi i conti che hai lasciato aperti!! Ma quante domande!!! Ora rilassati e trovati qualcosa da fare altrimenti rischi di annoiarti!” concluse Tochiro ridacchiando. “Io vado a lavorare. Ci vediamo dopo!” disse, uscendo dalla casa. 

“Vuoi vedere la mia cameretta?” mi chiese Mayu con allegria. 

“Certo.” Mi alzai e la seguii lungo un corridoio rivestito in legno. Dopo qualche metro entrammo in una stanzetta molto piccola al cui interno vi era un letto semplicissimo. I muri erano spogli e sugli scaffali vuoti vi era moltissima polvere.

“Ti piace? Io di solito gioco qui!” mi chiese. 

“E’ molto carina. Senti Mayu, ti andrebbe di aiutarmi a renderla ancora più bella?” le chiesi sorridendole. 

“Sii!!” mi rispose saltellando.

Avevo trovato il modo di impegnare il tempo. Quella casa aveva bisogno di una bella pulita e di una sistemata. Cominciammo col togliere la polvere dalle mensole, a  spazzare e lavare il pavimento. Poi uscimmo in cortile, sul retro della casetta.
A terra vi erano un sacco di scatoloni con all’interno di tutto.

“Papà dice che lì ci sono le cose di cui la gente si è dimenticata!” mi disse Mayu. 

“Forse possiamo trovare qualcosa di utile! Coraggio diamoci da fare!” le risposi strizzandole l’ occhio con aria complice. 

Passammo parecchio tempo a spostare gli scatoloni dal giardinetto, rovistando in ognuno di essi per cercare qualcosa che potesse servire al nostro scopo. La piccola di divertiva e anch’io cominciavo a sentire meno opprimente la morsa che mi stringeva il cuore dal momento in cui avevo realizzato che non sarei mai più tornata dall’altra parte.

Dopo un tempo che non saprei definire, ritornammo in casa cariche degli  oggetti più disparati. 

“Appendiamo questi quadretti alle pareti della tua camera! Sono molto carini, tu che ne dici?” chiesi a Mayu. 

“Si, sono belli! Sono immagini di fiori! Qui non ci sono fiori….” Disse Mayu con un velo di tristezza nella voce. 

Le accarezzai i capelli. “vedrai che nasceranno anche qui. Forse Tochiro ha dei semi da qualche parte e non ha mai avuto tempo di piantarli nel giardino!” risposi. 

Ecco fatto. Avevo già preso impegni per un sacco di tempo. Come potevo annoiarmi?  Dopo aver sistemato la camera di Mayu, mentre lei riposava beata nel suo lettino, passai a sistemare il resto della casa. 
Ero talmente presa dal mio compito che non mi accorsi del rientro di Tochiro. 

“Ehi! Ma cos’è successo qui dentro?? Non sembra nemmeno la casa di prima!” mi disse entusiasta. “Ci voleva il tocco di una donna! Complimenti!” 

“Grazie. Mi fa piacere che apprezzi il mio lavoro. Preparo la cena? Sarà quasi ora….credo….”  mentre pronunciavo quelle parole mi resi conto dell’assurdità che avevo appena detto e mi portai una mano alle labbra, guardando Tochiro. 

“E’ una buona idea. Da questa parte si vive come dall’altra. Ripetiamo i gesti che eravamo abituati a compiere mentre eravamo in vita….” Rispose intuendo il mio disorientamento. 

“Meno male….sarà meno difficile abituarmi all’idea…” conclusi recandomi in cucina. 

Terminata la cena, dopo aver sistemato tutto e aver accompagnato Mayu a letto, uscii nel giardinetto sul retro, dove avevamo lasciato gli scatoloni con gli oggetti dimenticati. Mi avvicinai ad uno di essi e cominciai a vagliarne il contenuto. 

“La mia uniforme!!” esclamai ad alta voce con sorpresa. La estrassi dal cartone. Era proprio la mia adorata uniforme…..ma cosa ci faceva lì dentro?

Mi accorsi solo in quel momento che indossavo ancora la tunica bianca che Uriel mi aveva dato per compiere il rito di liberazione. Me ne liberai immediatamente ed infilai la mia divisa. Ora ero tornata veramente ad essere me stessa.
Andai a sedermi sui gradini della soglia e guardai verso il cielo domandandomi che cosa stessero facendo i miei amici dall’altra parte. Sentivo già la loro nostalgia? Certo. 

‘ a quest’ora Harlock avrà sicuramente letto il biglietto che gli ho lasciato….’ pensai. ‘ Ma se così fosse….io non dovrei più essere qui….se lui ha letto quella lettera, a questo punto io non avrei altri conti in sospeso col mondo dei vivi….’ 

Tornai in casa e andai nella mia camera. Mi sdraiai sul letto in attesa che il sonno venisse ad avvolgermi. 

Il pomeriggio seguente andai con Mayu alle rocce. Voleva farmi vedere il suo posto preferito, dove amava recarsi per suonare l’ocarina. Era davvero una bella giornata, il cielo era limpido e terso, di un azzurro intenso. Mayu cominciò a suonare. 

“sai, ieri dopo cena ho chiesto a tuo padre se avesse dei semi di fiori da qualche parte. Mi ha dato una scatoletta di latta che custodiva tra i suoi arnesi. Sono uscita in giardino e li ho piantati subito! Tra qualche tempo vedremo se fioriranno! Sei contenta?”  le chiesi quando ebbe terminato la sua melodia. 

“Che bello!! Non vedo l’ora che nascano!” rispose sorridente.“Credo che sia ora di tornare a casa! Possiamo passare dal giardino per vedere se è spuntato qualcosa?” mi domandò eccitata.

“beh…credo che sia un po’ presto…ma se vuoi….” La presi per mano e ci incamminammo verso casa. 

Come promesso entrammo passando dal giardino sul retro. Con mio enorme stupore vidi cespugli fioriti, spuntati in ogni punto in cui la sera prima avevo deposto un seme. 

“Hai visto?? Guarda quanti!! E come sono belli!” gridò Mayu al colmo della felicità, correndo come impazzita all’interno del giardinetto. 

Ero completamente affascinata dall’immagine che si presentava ai miei occhi.
Ma la mia attenzione fu attratta da un roseto, fiorito di stupende rose, rosse come il fuoco. Mi avvicinai lentamente mentre Mayu raccoglieva qualche fiore e si dirigeva allegramente verso la porta di casa. Frugai nel fodero vuoto della pistola per cercare il piccolo coltellino che vi tenevo nascosto all’interno per i casi di emergenza. Recisi una magnifica rosa che avrei messo in un vaso al centro della tavola, per ravvivare un po’ l’atmosfera della cena.     

Mayu nel frattempo era entrata in casa. Sentendola gridare, mi precipitai di corsa verso la porta e la aprii velocemente. 

“Kei!! Guarda!!” gridò Mayu. 

Mi sentii svenire.
Lascia cadere la rosa che avevo in mano e mi aggrappai alla maniglia della porta, restando immobile sulla soglia. Non potevo credere ai miei occhi…..
Qualcuno si avvicinò lentamente e si chinò a raccogliere la rosa caduta ai miei piedi, porgendomela subito dopo. 

“…..Harlock….” mormorai in pieno stato confusionale. 

“Kei!” mi rispose in segno di saluto, continuando a porgermi la rosa. 

Allungai le mani per prenderla ma ebbi un ripensamento, ritraendole subito. 

“…perché sei qui…?” gli chiesi a bruciapelo. 

“….per il tuo stesso motivo. I miei giorni dall’altra parte sono terminati e….” 

“Ma non è possibile!! E’ troppo presto!!” lo interruppi. Mi rivolsi poi a Tochiro che nel frattempo era rimasto in silenzio a guardare la scena. “Diglielo tu che è troppo presto!! Saranno passati si e no due giorni da quando sono arrivata io…” 

“Kei, ricordati che qui il tempo è relativo. Un giorno dei nostri non corrisponde ad un giorno terreno. Harlock ti ha detto la verità!” mi rispose. 

Si avvicinò alla porta e, posizionandosi alle mie spalle, mi diede improvvisamente una spinta in avanti, facendomi leggermente sbilanciare. 

“Coraggio, non farti pregare! Prendi quella rosa!!” esclamò ridacchiando. 

Presi la rosa dalle mani del capitano, tenendo lo sguardo basso. Ma che mi stava succedendo? Ero contemporaneamente felicissima di vederlo ma altrettanto triste di sapere che era già arrivato il momento per lui di raggiungerci nel regno delle anime. Restammo in silenzio a guardarci per qualche istante. 

“Vieni Mayu, andiamo a piantare ancora qualche seme!” disse Tochiro alla figlia, facendole cenno di seguirlo all’esterno. “Voi fate con calma. Ci vediamo dopo!” disse rivolgendosi a noi. 

“Harlock, prima che tu dica qualunque qualcosa…volevo chiederti scusa per non averti messo al corrente di come sarebbe finito il rito di liberazione….” Cominciai a spiegare con trepidazione. 

“Lo hai già fatto nella lettera. E’ tutto a posto….” Mi rispose avvicinandosi e allungando una mano per accarezzarmi i capelli.  

“Mimeh te l’ha consegnata dunque? Sapevo che potevo fidarmi di lei….” Dissi con sollievo. “un momento…..se sei qui… vuol dire che anche tu hai lasciato qualcosa in sospeso dall’altro lato!!” chiesi improvvisamente. 

“..o da questo.” Rispose enigmatico. Estrasse poi da una tasca un biglietto ripiegato che mi porse.  “E’ per te. Avrei voluto dartelo al termine del rito….ma come ben sai, non mi è stato possibile. ” 

Presi il biglietto con le mani tremanti e dopo averlo aperto, cominciai a leggerlo.
Divorai parola dopo parola fino ad arrivare all’ultima frase :
 

“Ora so, che se mai avessi guardato un’altra donna con amore,quella donna saresti stata tu. So che anche tu hai dei sentimenti per me….spero che sia ancora così e che non sia troppo tardi per noi…..”
 

Alzai gli occhi dal biglietto e guardai incredula Harlock. Sembrava ansioso di conoscere i miei pensieri in merito a quel biglietto. La sua espressione era tutt’altro che impenetrabile anzi, era proprio chiarissima: mi amava!!! Mi amava davvero!!!
Anche la mia risposta fu altrettanto chiara. Gli gettai le braccia al collo e lo baciai. Lui fece altrettanto, stringendomi forte a sé. 

Poco dopo entrò Tochiro. Si schiarì la voce per richiamare la nostra attenzione. 

“Ragazzi, credo che sia ora. Venite fuori in giardino.” ci disse. 

Tendendoci per mano lo seguimmo all’esterno. Proprio dal centro del giardino sembrava partire uno strano fascio di luce abbagliante che girava su se stesso come un vortice. 

“Andate. I vostri conti sono chiusi. Potete passare alla fase successiva!” ci disse, esortandoci ad entrare all’interno del fascio di luce.

Salutammo Tochiro e Mayu, certo che un giorno li avremmo ritrovati.

Era dunque giunto per Harlock e per me il momento di lasciare quel luogo per procedere verso un nuovo inizio insieme……e mettere la parola FINE a questa lunga storia…………

 

 

                                                                                                                                     0 0 0 0 0

 

Questo racconto è stata scritta senza alcun scopo di lucro I personaggi descritti appartengono al legittimo autore.

 

                                                                                                                         0 0 0 0 0

 

Ed eccoci giunti alla fine della storia. Spero di non aver deluso nessuno con questo lieto fine “alternativo”.

Ringrazio di cuore, in rigoroso ordine alfabetico : Fiordistella, Floflo, January e Monsterella che hanno lasciato le loro recensioni e le loro opinioni su questo racconto.

Grazie come sempre anche a tutti quelli che hanno solo letto senza commentare.

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: danish