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Autore: Cioccorana    18/11/2005    2 recensioni
Sìììììììì!!!Ce l'ho fatta, sono riuscita a capire come scrivere con quel cavolo di HTML!!Perciò rieccomi qua con un altro dei miei misfatti!Vedremo se stavolta riuscirò a pubblicare per intero una FF a più capitoli-non so perchè ma ho un rapsus ogni volta che posto un nuovo capitolo: o cancello la storia(come per Anime Gemelle) o smetto di postare capitoli (come per Stupro).Ma adesso ce la farò!....spero...-_-° P.S.:forse questa FF può sembrare una di quelle appartenenti al genere Mary-Sue...ma secondo me non lo è...Ok, basta, sto zitta.Ciao!^__^
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo le lezioni sarebbero riprese, ma tornare alla normalità era impossibile

La mattina dopo le lezioni sarebbero riprese, ma tornare alla normalità era impossibile. A colazione,

i gufi recapitarono ai loro padroni giornali sui quali, in prima pagina, troneggiava la foto del cadavere di Seamus circondato da una numerosa quantità di Auror intenti a scacciare i giornalisti e a coprire il corpo del giovane. Gli articoli non riportavano notizie sull’assassino; dicevano solo che il ragazzo era stato ucciso con numerose ferite provocate da un’arma contundente e che gli Auror si erano già messi in moto per scovare l’omicida.

“E’ il minimo che possano fare! Quel bastardo dovrà fare una visitina ai Dissennatori non appena l’acciuffano!! Ventiquattro volte l’ha colpito, quello stronzo!! Ventiquattro!!!”esclamò Dean, lanciando il giornale sul tavolo in malo modo; lui era tra quelli che stavano soffrendo di più.

“Vedrai, sono certo che lo prenderanno.”gli disse Harry dandogli una pacca sulle spalle, comprensivo.

Le lezioni trascorsero tranquillamente, quasi in modo soporifero. Durante la cena Hermione volle riesumare ancora una volta la storia di Seamus.

“Secondo voi chi è stato?”chiese sottovoce, in modo da  farsi sentire solo da Angel, Harry e Ron.

“Non ne ho la più pallida idea, Hermione. Potrebbe essere stato chiunque! Non è difficile accedere ai giardini di Hogwarts! Tu che dici Ron?…. Ron?” Harry dette una gomitata leggera all’amico.

"E'? Come?"

"Che cos'hai? Sei pallido... Non stai bene?"

"No, no, sto bene, sto bene."

"Sicuro?"chiese Angel scrutandolo scettica.

"Sì, sto bene, mi ero solo... ehm... distratto. Che cosa dicevate?"

"Lascia perdere. Piuttosto andiamo, abbiamo un sacco di lezioni per domani."concluse Hermione alzandosi.

 

Una ragazza si muove silenziosamente per i corridoi bui del castello di Hogwarts. E’ notte fonda. Sembra quasi che i suoi piedi non tocchino neppure terra, tanto la sua camminata è felpata. La ragazza  giunge davanti ad una classe dalla quale proviene una fioca luce. Spinge la maniglia ed entra, richiudendo la porta accuratamente, senza far rumore.

“Oh, sei arrivata! Ma perché ci siamo dovuti incontrare proprio qui? Non era più comodo se ci vedev……”la vocetta squillante di un piccolo ragazzino dai capelli color sabbia è interrotta dalla voce appartenente alla ragazza che sussurra: “Silencio!

Colin Canon sgrana gli occhi, mentre le parole gli muoiono in gola. Ride, convinto che tutto ciò sia uno strano scherzo. Ma la sua muta risata s’interrompe bruscamente quando vede la ragazza estrarre un lungo pugnale dalla casacca. Colin indietreggia, portando le mani avanti e tentando di parlare, ma dalla sua bocca non esce un suono.  La ragazza col pugnale intanto si avvicina a lui, senza una parola; basta il suo sguardo per capire le intenzioni che ha. Colin scatta immediatamente in avanti, nel tentativo di raggiungere la porta, ma la ragazza lo afferra per un braccio e lo sbatte violentemente  contro il muro. Adesso Colin piange. Piange, ma sa già che per lui c’è ben poco da fare. Tenta con un’ultima muta preghiera e in cambio ottiene solo una presa ancora più salda e dolorosa sul braccio. La ragazza alza il pugnale, tenendolo alto, sopra la testa di Colin Canon. Un ultimo sguardo e poi la mano assassina cala pesantemente sul povero Colin, infierendogli una profonda ferita ad una spalla. Colin crolla a terra, spalancando la bocca dalla quale, se non fosse per l’incantesimo, uscirebbe un urlo spaventoso. La ragazza sorride appena prima di calare nuovamente il pugnale che stavolta ferisce la povera vittima ad una gamba. Non c’è pietà e la ragazza affonda nuovamente la lama, una, due, cinque, dieci, volte, fino ad arrivare alla ventesima pugnalata, quella che lacera il cuore dell’ormai straziato Colin Canon. La ragazza si ferma, mentre il cadavere che giace ai suoi piedi si contorce in ultimi spasmi involontari. Abbassa il pugnale e riprende fiato, soddisfatta; il muro è coperto da schizzi di sangue, mentre sul pavimento si allarga una pozza scura della medesima sostanza. Sfodera la bacchetta e pronunciando delle semplice parole, i suoi vestiti, le sue mani e il suo volto si ripuliscono dal proprio sudore e dal sangue della vittima; esegue lo stesso incantesimo sul pugnale e se ne va silenziosamente com’era arrivata, chiudendosi la porta alle spalle

 

“Rooon!!! Siamo in ritardo!! Sbrigati!”

“Eccomi, Harry, calmati. Andiamo.”

I due ragazzi scesero le scale del dormitorio e raggiunsero Hermione e Angel che li aspettavano accanto al buco del ritratto.

“Buongiorno ragazzi.”li salutò Angel con un sorriso.

“Ma si può sapere come mai riuscite sempre a fare tardi?!”esclamò Hermione non appena li vide.

“Buongiorno anche a te Hermione!”sorrise sarcastico Harry, aprendo il buco del ritratto e avviandosi fuori insieme ai tre amici.

“Nessuno ti ha chiesto di aspettarci!”sbottò Ron.

“D’accordo vorrà dire che la prossima volta col cavolo che stiamo lì ad aspettarvi!! Vi arrangiate!!”ribattè Hermione.

“E chi si lamenta? Tanto tutte le mattine è sempre la solita solfa!”

“Eddai Ron, piantala! Sei tu che ci metti un sacco di tempo per alzarti dal letto! Sei un dormiglione e….”Harry non fece in tempo a finire la frase che un urlo acuto squarciò l’aria.

I quattro ragazzi si dettero una rapida occhiata e corsero subito in direzione da dove proveniva l’urlo, subito dietro l’angolo dove si era già formata una calca  di studenti incuriositi. Una ragazza, probabilmente colei che aveva urlato, stava in ginocchioni sul pavimento, con una mano sulla bocca e l’altra indicante l’interno di una classe. Harry, Angel, Ron e Hermione si fecero largo a gomitate tra gli studenti ,sul cui volto era pietrificata un’espressione d’orrore, e ciò che videro li paralizzò. Colin Canon giaceva senza vita in un angolo della stanza, gli occhi sbarrati e coperti in parte da schizzi di sangue: il corpo devastato da numerose ferite dalle quali era sgorgato una grande quantità di sangue che aveva macchiato il muro e il pavimento dell’aula. Fortunatamente qualcuno aveva avuto il buon senso di andare a chiamare i professori, i quali giunsero in massa, accompagnati dal preside Silente. Gli studenti si scansarono al loro arrivo offrendogli l’orribile visuale del cadavere del giovane Grifondoro. Un silenzio innaturale aleggiava nel corridoio. I professori entrarono dentro l’aula cautamente, alcuni sfoderarono le bacchette, quasi avessero paura di essere attaccati da un momento all’altro.

Il primo a prendere la parola fu Silente, che ordinò a Gazza di far allontanare gli studenti che eseguirono l’ordine nel più profondo dei silenzi. La zona fu subito magicamente sigillata, in modo che nessun studente potesse accedervi.

“Io….io…non….non posso crederci….”Hermione tremava da capo a piedi e dovette appoggiarsi al muro prima che le ginocchia le cedessero.

“Colin….Un altro…”anche Harry si appoggiò con le spalle al muro, una mano sulla bocca., “Un altro assassinio…”

Ron rimase immobile davanti ai tre amici, lo sguardo vitreo fisso sul pavimento, il volto pallidissimo in netto contrasto con le lentiggini che spiccavano sul viso.

“….Ron? “chiese Angel, deglutendo.

Il ragazzo non rispose, continuò a tenere lo sguardo fisso sul pavimento.

“E’ sconvolgente, proprio qui a scuola… Non capisco come…. Ehi Ron!"Harry afferrò l’amico esattamente un attimo prima che cadesse a terra.

"E' svenuto!!"esclamò sorpresa Hermione, chinandosi immediatamente accanto all'amico.

"Dovremmo portarlo in infermeria!"suggerì Angel.

"Sì, ma Madama Chips sarà sicuramente occupata! Che facciamo?!"nella voce di Hermione c'era una leggere punta d'isterismo; vedere il corpo di un loro compagno ridotto in quello stato era stato un grandissimo shock e adesso veder Ron  svenuto a terra non era proprio d’aiuto.

"Portiamolo lo stesso, staremo noi lì con lui."concluse Harry.

Hermione e Angel eseguirono un incantesimo di levitazione e fecero fluttuare il corpo di Ron, anche se con una certa difficoltà, poiché Hermione tremava ancora.

In infermeria adagiarono Ron su un letto ed tutti e tre si buttarono a loro volta su una branda, assopendosi, vinti dalle grandi emozioni degli ultimi minuti.

 

Quando Harry riaprì gli occhi, ci mise un po’ per capire dov’era e cos’era successo. Si sentiva la testa indolenzita; si mise seduto e inforcò gli occhiali, che qualcuno, probabilmente Madama Chips, gli aveva tolto. Era già buio fuori.

“Ciao.”disse Angel, sedendosi accanto a lui e porgendogli una tazza di cioccolato caldo.

“Grazie, Ci siamo addormentati di brutto, eh?”disse Harry prendendo la tazza e bevendo un sorso.

“Mh-mh.”

“Ron e Hermione?”

“Dormono ancora. Deve essere stato un bello shock per loro, eh?”sospirò Angel.

“E per chi non lo è stato? Ma ci pensi? Colin! Colin, mio Dio! Ieri era lì che discuteva sulla morte di Seamus e oggi…oggi…Non riesco a crederci. Ma che diavolo sta succedendo?!”

“Non lo so.”rispose Angel sprofondando il capo nel petto di Harry, che le cinse le spalle con un braccio.

Un mugolio indefinito provenne dal letto di Ron.

"Ron?"Angel e Harry lo raggiunsero.

"Mmmmh..."

"Come ti senti?"chiese Angel.

Ron si mise seduto. "Bene... Ma... che ore sono?"

"Non lo so. Sei svenuto, ti abbiamo portato qui e ci siamo addormentati pure noi!"

"Dio mio... non posso crederci...tutto quel sangue..."

"E' stato terribile."mormorò Hermione, mettendosi a sedere.

“Ciao Herm.”la salutò Angel con un sorriso.

"I suoi occhi! Li avete visti i suoi occhi?! Dio... erano così...così….vuoti..."mormorò Ron fissandosi le mani.

"Già... E tutte quelle ferite?! Dannazione, ma chi avrà fatto una cosa così orrenda?!"esclamò Harry, arrabbiato e costernato allo stesso tempo.

Gli altri tre ragazzi rimasero in silenzio, non potendo rispondere al quesito che tutti si ponevano e cui gli Auror cercavano di porre una soluzione.

 

Dopo l’omicidio di Colin, la scuola fu messa sotto controllo; di notte Gazza, Mr Purr, i Prefetti e i professori s’impegnavano a sostenere turni di sorveglianza, per evitare che gli alunni uscissero dalle rispettive case e vagassero per i corridoi. La prima pagina di tutti i giornali era ormai interamente dedicata a questi omicidi; furono fatte ipotesi di tutti i tipi, dalle più assurde a quelle che potevano essere la realtà. Colin era stato ucciso con molte coltellate, esattamente come Seamus. Nonostante gli Auror stessero lavorando duramente, dell’assassino non si aveva il minimo indizio tranne che fosse qualcuno che aveva facile accesso ad Hogwarts.

“Non posso credere che qui, seduto insieme a noi possa esserci un assassino!”mormorò Hermione giocando col cibo che aveva nel piatto.

“Deve essere qualcuno di Serpeverde! Chi altri potrebbe essere altrimenti?!”bisbigliò Ron.

“Per quanto ne sappiamo potrebbe essere anche un professore:”disse calma Angel.

“Piton!”ipotizzò Harry inforcando un cetriolo con troppo entusiasmo.

“Potrebbe essere chiunque…”si arrese con un sospiro Hermione.

 

Don, don, don. Sono le tre di notte. Una porta scricchiola appena e una figura si unisce al buio della notte. La ragazza cammina piano, lentamente, respirando a malapena, tanto è concentrata. I corridoi sembrano deserti. Strano. La vigilanza dov’è andata a finire? La ragazza continua a muoversi lentamente per il castello di Hogwarts, protetta dall’oscurità, fin quando non vede un luccichio in lontananza; sembra si stia avvicinando verso di lei. Ottimo. Si appiattisce contro il muro, cercando quasi di diventarne parte. Il bagliore si avvicina e la ragazza capisce immediatamente che colui che lo produce è solo. Poco meno di dieci passi separano l’ignara vittima dal carnefice. La ragazza sente l’adrenalina salire, ma non eccessivamente. Tre passi, due, uno. La ragazza sbuca dal suo nascondiglio alle spalle della vittima e le si avvicina.

Alza il pugnale che stringe nella mano, ma si blocca poco prima che la lama affondi nel cranio della vittima; ha avvertito dei passi avvicinarsi. Meglio scappare anziché buttare tutto all’aria. Sarà per un’altra volta.

 

Ron si svegliò di scatto, madido di sudore. Non ricordava cosa aveva sognato, solo che era un sogno orribile, tremendo, impregnato di sangue. Tremante si risdraiò, richiuse gli occhi, ma non si riaddormentò.

 

 

 

“Buongiorno Ron. Che ci fai già in piedi?”salutò Angel, sedendosi di fronte al ragazzo al tavolo della Sala Grande.

Ron alzò lo sguardo dal suo piatto; la ragazza indossava la divisa e aveva raccolto i capelli in una coda di cavallo.

“Buongiorno. Non ho dormito molto bene.”

“Lo vedo dalla tua faccia.”Davanti ad Angel comparve del succo d’arancia e due fette di toast con della marmellata. Ron non fiatò, si limitò a giocherellare con la forchetta.

“C’è qualcosa che non va?”

Ron posò la forchetta sospirando.

“Scusa, se non ne vuoi parlare non c’è problema.”Angel addentò una fetta di toast.

“Ultimamente mi sento un po’…strano. La notte non riesco a dormire molto bene e mi sento sempre stanco e debole. Faccio sogni strani, non ricordo di preciso quali, solo che in tutti…. In tutti c’è del sangue.”

“Forse questi omicidi ti hanno scioccato più di quanto tu non creda.”

Ron annuì lentamente, alzando gli occhi su di lei.

“Può darsi.”

Stettero qualche minuto in silenzio, mangiando la propria colazione, finchè Angel non scoppiò in una risata sommessa.

“Che c’è?”le chiese Ron.

“No… niente…. E’ solo che pensavo… bè, che tu avessi un problema con qualche ragazza.”

Ron arrossì, maledicendosi per questo. Ma che diavolo gli prendeva?! Quando c’era Angel arrossiva per ogni più piccola stupidaggine!
”No, no…”balbettò imbarazzato.

“Quindi non hai problemi con le ragazze?”chiese Angel lanciandogli un’occhiata penetrante.

“No, cioè sì, cioè… Non lo so!”il volto del ragazzo divenne ancora più paonazzo; sarebbe voluto fuggire da quel tavolo.

Angel sorrise. “Tutti hanno problemi col sesso opposto. Soprattutto noi adolescenti.”

“Tu no! Hai un sacco di ragazzi che ti vengono dietro! Le altre ragazze ti odiano per questo!”esclamò Ron, sorridendo scherzosamente.

“Sai, a volte non è come sembra… Magari alcuni di quei ragazzi mi vengono dietro, ma non mi conoscono neppure… Lo fanno così per scherzare. Sono attratti da una persona che non esiste.” Angel s’incupì per un solo istante, ma Ron lo notò immediatamente.

“Qualcuno ti ha fatto soffrire?”chiese piano Ron.

“Nessuno d’importante.”tagliò corto la ragazza.

“Bè, in ogni caso rimane il fatto che tu hai molto successo con i ragazzi:”

“Perché, tu non hai successo con le ragazze?”.

“Oh, sì! L’hanno scorso mi hanno eletto Mister Hogwarts!”disse ironicamente Ron e Angel scoppiò a ridere.

“No, sul serio, le ragazze fuggono davanti a me come io fuggo davanti ai ragni.”

“Bè…. Allora le studentesse di questa scuola sono matte.”

Ron la fissò stupito, ma non ebbe il tempo di rispondere niente, perché la voce squillante di Hermione li interruppe.

“Ron! Angel! Ben alzati! Mattiniero stamattina, eh Ron?”

 

Quella sera stessa Ron rimase alzato fino a tardi; temeva di fare di nuovo quei sogni inquietanti che da qualche tempo lo tormentavano e inoltre voleva riflettere e non c’era modo migliore di farlo che quello di starsene da solo davanti al caminetto scoppiettante.

Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse dei passi attutiti dietro di lui.

“Come mai ancora sveglio?”

Ron alzò lo sguardo e fu stupito di trovarsi davanti Angel, in camicia da notte per giunta.

“Potrei farti la stessa domanda.”

Angel lo guardò sorpresa per un secondo prima di rispondere.

“Io non riuscivo a dormire.”rispose racchiudendosi nelle spalle, mentre si andava a sedere accanto a Ron.

“Non hai freddo?”

“No.”

“Come è possibile?! Quella camicia da notte non…ehm… copre molto…. E per giunta sei pure scalza! Siamo in pieno inverno!”

Angel indossava una camicia da notte di seta color panna che, effettivamente era molto corta.

“In Germania d’inverno fa molto più freddo.”disse Angel, circondandosi le gambe nude con le braccia.”Perché sei ancora qui?”gli richiese.

Ron sospirò e attese un attimo prima di parlare.

“Ho paura.”sussurrò.

“Di cosa?”disse piano Angel, guardandolo seria.

“Di fare di nuovo quei sogni.”

Angel lo fissò a lungo, mentre lui aveva lo sguardo perso nelle fiamme del fuoco.

“Ron…”

Il ragazzo distolse lo sguardo dal camino e guardò Angel; la stanza era buia e il fuoco si rifletteva sulla pelle scura della ragazza, illuminandole a tratti il viso.

“E’ da poco che ti conosco, è vero, ma… bè…mi sembri un ragazzo fantastico. Non posso far sparire i tuoi incubi, ma posso solo dirti che io ci sono sempre per te. Perciò se hai bisogno di parlare, sfogarti….io sono qui. Sempre. Pensa a questo prima di dormire. Pensa a Hermione a Harry, a tutti i tuoi amici. Vedrai che ti sentirai meglio.”Angel gli sorrise e si accoccolò sul suo petto; Ron s’irrigidì, arrossendo furiosamente.

“Sto così bene insieme a te, Ron…”mormorò Angel, con la voce assonnata.

“Anch’io Angel….Devo ammettere che sei la ragazza più incredibile che io abbia mai conosciuto…Non so come dirtelo, ma…tu… mi piaci molto….”Il ragazzo serrò gli occhi, aspettandosi che la ragazza si tirasse su di scatto da lui o che si mettesse a ridere,o che gli tirasse uno schiaffo,ma invece non accadde niente.

Ron riaprì gli occhi e vide che si era addormentata; tirò un sospiro di sollievo, poi strinse la ragazza forte a sé, inalando il suo profumo inebriante.

 

Quando Ron si svegliò era mattino ed era solo nella Sala Comune. Angel non c’era; si chiese se non fosse stato tutto solo un sogno, un sogno molto bello. Salì in camera, si lavò, indossò abiti puliti e scese nella Sala Grande per fare colazione.

Quando scesero Hermione e Harry, Angel non era con loro. Hermione disse che quando si era svegliata non l’aveva trovata. Molto perplessi, visto che ormai la ragazza era diventata parte integrante del loro gruppo, Harry e Ron si avviarono a lezione di Divinazione, mentre Hermione raggiunse l’aula di Aritmazia. Quando alla terza d’ora s’incontrarono di nuovo nell’aula di Storia della Magia, Angel non si era ancora fatta viva. Ron era preoccupato e, incoraggiato dagli altri due amici, uscì di nascosto dalla lezione del professor Ruf  per cercare la ragazza. La cercò per tutto il castello fin quando, soffermatosi a guardare la neve che cadeva fuori dalla finestra, scorse una piccola figura in riva al lago.

Corse a perdifiato nei giardini, senza curarsi d’indossare niente; la riconobbe subito. Angel sedeva su un grande masso proprio sulla riva del lago, la punta di una scarpa che sfiorava appena il pelo dell’acqua e il cappuccio del mantello tirato sulla testa.

Ron le si avvicinò in silenzio, quasi temesse di essere di troppo.   

“Angel….?”la chiamò piano.

La ragazza volse il viso verso di lui; aveva le guance arrossate dal freddo.

Ron si arrampicò sul masso, intirizzito per il freddo, mentre la neve si posava sui suoi capelli rossi.

“Che è successo?”

“Niente.”rispose tranquilla la ragazza, abbassandosi il cappuccio.

“E allora perché sei sparita senza dire niente a nessuno, hai saltato tre ore di lezione e sei qui al freddo?”disse Ron, strofinandosi le braccia per riscaldarsi.

“Avevo bisogno di riflettere.”

“Riflettere? Perché?”chiese Ron, stupito.

La ragazza tornò a guardare l’acqua del lago per una manciata di secondi, poi guardò Ron con i suoi occhi magnetici.

“Per fare questo.”

Angel si avvicinò a Ron e lo baciò delicatamente sulle labbra. Fu un bacio che durò pochi istanti, ma a Ron parve un’eternità. La ragazza si allontanò dalle labbra di Ron, lo guardò un istante negli occhi, si alzò e si avviò verso il castello. Ron rimase qualche minuto fermo sul masso, un dito posato appena sulle labbra, incerto se quello che era accaduto era frutto della sua mente o no. Si riscosse e con una folle corse raggiunse Angel poco prima che aprisse il portone del castello, l’afferrò per un polso costringendola a voltarsi verso di lui e la baciò, stringendola in un abbraccio.

 

“Ma dove saranno finiti?”esclamò Hermione esasperata, mentre usciva assieme ad Harry dall’aula di Storia della Magia.

“E che ne so! Ron doveva cercarla e invece adesso dobbiamo cercare noi lui!”disse Harry un po’ scocciato.

“Senti, andiamo a mangiare, si faranno….”

“Guarda!!”Harry interruppe bruscamente Hermione e le indicò un punto poco più avanti, un angolo del corridoio che restava un po’ nascosto. Lì, incuranti del fatto che frotte di studenti stavano passando lanciandoli occhiate curiose, c’erano Angel e Ron, avvinghiati l’uno all’altra, troppo presi a baciarsi per accorgersi di Hermione e Harry.

“Santo Cielo!!”ridacchiò Hermione assumendo un’espressione tra il divertito e lo stupito, portandosi una mano al petto.

“Hermione, a volte mi sembri la copia spudorata della McGranitt.”la rimproverò Harry, poi, con un mezzo sorrisetto si avvicinò alla coppia.

 “Ecco dove eravate finiti, eh?!”esclamò facendo sobbalzare Ron.

“Harry!! Ma che modi!”squittì Hermione scoccandogli un’occhiata poco lusinghiera; Angel scoppiò a ridere, mentre Ron era paonazzo.

“Vi abbiamo colti in flagrante!”

“Noi…ehm…”Ron era più rosso che mai.

“Non balbettare scuse, amico. E’ troppo tardi!”

 

“Allora? Raccontami tutto, nei minimi dettagli!!”esclamò Hermione sdraiandosi supina sul suo letto, mentre Angel s’infilava la camicia da notte.

“Raccontarti cosa?”chiese Angel con un sorrisetto, conoscendo già ovviamente la risposta.

“Come cosa?! Ti ho incontrato avvinghiata alle labbra di Ron e tu mi chiedi cosa?!”strillò Hermione entusiasta, proprio nello stesso istante in cui Calì e Lavanda aprivano la porta del dormitorio.

“Ops….”sussurrò Hermione.

Lavanda e Calì rimasero un attimo impalate sulla soglia della porta, con un’ espressione meravigliata sul volto che esprimeva chiaramente il loro pensiero; questo si che era un buon pettegolezzo da raccontare!

“Bè? Venite dentro e chiudete la porta o avete intenzione di starvene lì ancora per molto?”disse Angel.

Calì chiuse immediatamente la porta e Angel sbuffò.

“La vostra fama da ochette spettegolatrici vi precede, care signore, ma non tenterò di nascondere ciò che sto per dire alla mia migliore amica poiché scommetto che trovereste un modo per origliare la conversazione; vi avverto solo che se vi azzardate a diffondere voci su quello che sentirete qui potrei sparpagliare il cassetto della vostra adorata biancheria intima in giro per tutto il castello.”affermò calma Angel, lisciando le lenzuola del suo letto e sdraiandosi in modo da poter vedere Hermione in faccia, che in quel momento stava soffocando un attacco di risatine, sprofondando la testa nel cuscino.

“Ochetta spettegolatrice sarai tu, smorfiosa!”ribattè altezzosa Lavanda.

“Come ti pare, non m’interessa.”Angel dette le spalle alle due ragazze.

“Insomma, mi dici com’è andata?”ripetè Hermione.

“Ok, ok. Non è stato nulla di speciale. Hai visto che stamattina ero sparita, no? Bè, ero in riva al lago, a riflettere.”

“Immagino su cosa, o meglio su chi!”

Angel le lanciò un cuscino e Hermione scoppiò a ridere divertita.

 

“Silenzio!La storia la racconto io. Insomma ero seduta in riva al lago, tutta incappucciata, quando chi arriva? Ron.”Hermione emise uno strilletto. “Lui mi chiama e mi chiede se è successo qualcosa, si siede accanto a me.”

Lavanda e Calì si stavano infilando lentamente il pigiama nel silenzio più assoluto, con le orecchie ben tese.

“E poi?”chiese avida Hermione.

“Io gli rispondo che non è successo niente. Così lui mi ha chiesto perché stavo seduta lì e io gli ho risposto che stavo riflettendo. E poi….”Angel sorrise appena. “…Ron mi ha chiesto perché stavo riflettendo e io…gli ho detto: per fare questo. E l’ho baciato.”

Hermione si issò sulle ginocchia con un balzo. “L’hai baciato?!”strillò.

“Sì. Non un bacio approfondito, naturalmente, solo un piccolo bacio sulle labbra.”disse Angel con un sorriso che illuminava tutto.

“E poi? E poi? Che è successo, vai avanti!!”

“Me ne sono andata.”

“COSA?!”
”Sì, me ne sono andata e l’ho lasciato lì da solo. Ma prima che entrassi nel castello, Ron mi afferra per un braccio e….”Angel rise. “Mi ha baciata. E quello sì che è stato un bacio….”

Hermione saltò addosso alla ragazza, ridendo e abbracciandola.

“Che romanticoni! Che romanticoni!!! Uaaaa!!! Che bello, sono commossa!! Siete una coppia stupenda!!!”

“Grazie, Herm. Ron mi piace sul serio…. Penso che sia giusto per me.”

“Ne sono convinta anch’io.”

Le due ragazze s’infilarono sotto le coperte del grande letto a baldacchino e si addormentarono strette l’una all’altra, con un sorriso sulle labbra che faceva fremere d’invidia le altre due occupanti della camera.

 

La mattina dopo Angel si svegliò un po’ in ritardo e quando scese nella Sala Grande fu accolta da molti sguardi e risatine da parte delle ragazze. Quando poi si sedette accanto a Ron un piccolo coro di risatine scoppiò nella zona dove stavano sedute Calì e Lavanda. Angel guardò Hermione.

“Pare che quelle due non abbiano capito quello che gli hai detto ieri sera.”disse  Hermione, scuotendo la testa.

“Buongiorno Harry. Buongiorno Ron.”Angel salutò Harry e poi dette un bacio sulla guancia a Ron, che gongolò per un attimo.

“Tra quanto comincia la lezione?”

“Tra meno di dieci minuti. Conviene sbrigarci.”rispose Hermione, addentando voracemente la sua fetta di toast.

Angel si  ficcò un pezzo di brioche in bocca, ghignando in direzione di Calì e Lavanda, mentre Harry la guardava perplesso mentre si domandava che cosa le passasse per la testa.

 

La sera il consueto brusio che regnava sovrano durante la cena, non riuscì a coprire due strilli che riecheggiarono per buona parte del castello.

Angel, che aspettava quel momento, ridacchiò divertita.

“Ma che diamine succede?”chiese allarmata Hermione.

Improvvisamente Calì e Lavanda entrarono come due furie nella Sala Grande, strillando e stringendo in mano molte paia di quelle che sembravano mutandine di pizzo. Subito scoppiarono risatine a tutti i tavoli.

“Daily!!!!!”strillò Lavanda, rossa in faccia.

“Maledetta oca!!! Come ti sei permessa?!”le strillò in faccia Calì.

“Ragazze, calma. Sapete che se vi arrabbiate vi verranno le rughe?”sorrise tranquilla Angel.

Calì la fulminò con uno sguardo. “Se vuoi la guerra, te la darò molto volentieri! Chi ti credi di essere sciacquetta?!”

Ron fece per alzarsi, ma Angel lo precedette.

“ Scommetto che non ti è dispiaciuto poi più di tanto mostrare le tue mutande a giro.” sibilò Angel, in modo che solo coloro che erano vicino alle due ragazze sentirono.

Calì la guardò con odio, poi non sapendo più cosa dire, girò i tacchi e se ne andò.

“Ehi, Lavanda!”urlò un ragazzo dal tavolo di Corvonero. “Quello è tuo?”urlò indicando un perizoma celeste per terra.

Lavanda divenne paonazza, raccolse in fretta il suo indumento e scappò via. Angel si rimise a sedere soddisfatta.

“Ma che…? Hai sparso la loro biancheria intima per tutta la Sala Grande?!”le chiese Ron con un sorrisetto.

“Non per tutta la Sala Grande…. Per tutto il castello.”Harry scoppiò a ridere, ma Angel guardò Ron. “Ma se ti azzardi anche solo a posarci un occhio sopra, potrei spargere le pagine delle tue adorate riviste di Quidditch per tutto il castello.”poi gli si avvicinò ad un orecchio e gli sussurrò maliziosamente: “Se vuoi vedere della biancheria intima devi solo chiedermelo….”

Ron arrossì fino la punta delle orecchie e Angel si lasciò scappare un sorrisetto.

 

Oddio…sono mezza rinco…ho la febbre, perciò perdonate eventuali errori… La pazienza è la virtù dei forti!!

Maxime: Grazie!! ^____^

Faith Princi & Elentari: Chiedo scusa se ho ucciso il vostro Seamus…

P.S.: CHE BELLOOOOOOOOOO!!!! Tra poco esce il quarto film, con quel figone di Rupert Grint!!!!!!

Lipp Lipp a tutti! Spero tantissimo che la FF continui a piacervi! Grazie davvero per le recensioni, mi fanno molto piacere, siete davvero gentili! Ciao ciao!

  
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