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Autore: IsaMarie    11/11/2010    17 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 44 Buongiorno a tutte!
Eccoci di nuovo qui con un nuovo capitolo!

Come potete vedere dal titolo iniziano i primi guai in paradiso!
Un grazie a tutte voi che continuate a seguirci e un benvenuto speciale a tutte le nuove lettrici!
BUONA LETTURA!
Un bacione e vi lovviamo tanto!



Giada is owned by Edward: e brava la nostra alunna che salta scuola perchè l'autobus si è rotto! Che fortuna! A me non è mai capitato! E poi mia madre piuttosto mi ci avrebbe portata anche in spalletta, pur di non farmi perdere nemmeno un giorno! Bene, passiamo al chappy! Ma quanto siamo felici che ti piacciano così tanto i nostri hot? Tantissimo e poi siamo contente di riuscire a non cadere nel volgare nelle nostre descrizioni! Eh sì Esme è una mamma molto attenta e non sai quanto..! Jazz ha fatto bene a rimettere in riga Eddino nostro! Bella non era molto a suo agio, anche se avere le mani di Edward addosso non può che fare piacere! Grazie di tutto e anche di aver letto entrambi i capitoli! Bacioni!

fabyp: ciao tesorooooo!!! bello il titolo, vero? E' stata un'idea di Sara ed era pienamente azzeccata! Jasper è stato veramente forte. Non poteva stare con le mani in mano a vedere Edward che palpava il sedere a sua sorella, mettendola terribilmente in imbarazzo! Non ti preoccupare per Lauren! Ci penserà Bella anche se..! Bacioni e alla prossima!

lampra: ciao tesoro! Che piacere sentire di nuovo la tua voce! Eh lo sappiamo che vi stiamo facendo penare troppo con questi due poveri giovani! Ma non è colpa nostra! E' Eddino nostro che decide dove e quando! XD! Comunque a nostra discolpa vorrei farti notare che, nonostante il numero alto di capitoli, la nostra coppietta sta insieme solo da 8 giorni! Quindi è anche normale che non siano ancora arrivati al dunque! Grazie e fatti sentire ogni tanto! A noi fa molto piacere! Un bacione!

Ginna3: ciao! Non ricordo se sei una nuova o vecchia lettrice. Scusa... Comunque in ogni caso, siamo molto felici di sentire anche la tua voce! Eh sì tutte noi vorremmo avere il risveglio di Bella! XD! Contente che il chappy ti sia piaciuto e che siamo anche riuscite a farti ridere! Bacioni e speriamo di risentirti presto! Grazie mille!

yara89: ciao carissima! Siamo felici che anche un capitolo di passaggio, possa destare così tanto apprezzamento! Su Esme hai proprio ragione! Alice è sua figlia ed inoltre, lei, è una mamma molto attenta! Diciamo che anche Edward e Bella devono stare molto attenti, altrimenti rischiano grosso! Ora goditi la nostra Bella... infuriata! Bacioni e grazie!

giova71: ciao gio! Come sempre grazie per aver letto e commentato entrambi i capitoli! Eh sì mamma Esme è molto attenta, specialmente con Alice, perchè si era accorta che con il suo ex ha sofferto tanto anche se ancora non sa niente di preciso! Per Lauren non ti preoccupare che ci penserà Bella a farle chiudere la bocca! Edward invece, ormai è da ricovero! XD! Bacioni e alla prossima!

Moni68: ciao Moni! Non c'è bisogno che ci ringrazi per la risposta, siamo qui apposta! E poi non devi assolutamente giustificarti. Umore giusto o no, hai fatto benissimo a renderci partecipi delle tue perplessità, così da poterti spiegare anche il nostro punto di vista. E' anche bello raffrontarsi e non sempre sentirsi dire che è tutto fantastico e meraviglioso. Con così tanti capitoli è normale che qualcosa non piaccia, ci mancherebbe altro! Contente di averti divertita con lo scorso chappy, anche perchè come noterai dal titolo, in questo ci sarà poco da stare allegri e col prossimo ancora meno!

Lalayashaciao Ross! Siamo felicissime che ti sia piaciuto anche il chappy di passaggio. Eh sì se non ci fosse Alice, Bella sarebbe ancora col pigiamone della nonna! Anche se a Edward, non importa nulla, è comunque un bel vedere! Anche noi siamo un po' invidiose per la sua sveglia... a me personalmente più che Edward mi svegliano le urla dei bambini! Porca miseriaccia! Che ci vuoi fare? Le ingiustizie della vita. Esme è proprio una madre coi fiocchi e hai ragione quando dici che è molto attenta. Specialmente con Alice, che ha già visto soffrire molto per il suo ex. Ora ti lascio a Lauren, che come potrai capire dal titolo, causerà un po' di maretta nel dolce menage familiare. Bacioni e grazie! Alla prossima!

Ed4e: ciao tesoro! Non preoccuparti, tu recensisci quando puoi. Edward effettivamente ha un po' esagerato con Bella in cucina, l'ha messo proprio a disagio, ma per fortuna il gemellino è arrivato in suo soccorso! Esme, invece, ricordati che è una mamma molto attenta, specialmente con Alice! Ora goditi il chappy e grazie mille! Bacioni alla prossima settimana!

Nerak: ciao bellezza! Non ti preoccupare non sei l'unica ad aver avuto problemi con Internet! Non disperare vedrai che arriverà anche per te il tuo Edward Cullen! Non sappiamo i tuoi anni, ma non avere fretta! Contente che i chappy siano stati di tuo gradimento e per quanto riguarda le acque prima che si calmino, si smuoveranno ancora un po! Bacioni e grazie!

ashar: non è che posso entrare in bagno con Edward? Ci penso io poi a farlo uscire... più tardi però, molto più tardi! Voi intanto usatene un altro! E soprattutto tenete occupata Bella! Hihihi! Ciao tesora e grazie mille per farci ridere così tanto! Bacioni!


maria50ciao Maria e benvenuta! Siamo felici di avere una nuova lettrice! Abbiamo visto che ti sei rimessa quasi in pari con i capitoli! Bravissima! Grazie per tutti i complimenti e contente di riuscire a interessarti e divertirti. Questa fiction è scritta a 4 mani: io e Sara. Postiamo sempre il lunedì e il giovedì! Bacioni e a presto!

Incondizionatamente: ciao Lina! Non ti devi preoccupare se non riesci a commentare... come hai detto tu prima il dovere! E (da mamma io e da professoressa Sara) siamo molto felici che tu metta davanti a tutto la scuola! Bravissima! Grazie mille per i complimenti e a presto! Bacioni!  

CAPITOLO 44

Primi screzi

Pov Bella

Era appena suonata la campanella e finalmente si era fatta l’ora di andare a mangiare. La mia smania non derivava tanto dal fatto che avessi fame, ma solo dalla consapevolezza che tra pochi minuti avrei rivisto Edward in mensa. Era diventata una vera e propria sofferenza stare lontana da lui anche solo per qualche ora… mmm, quel ragazzo era davvero deleterio: creava dipendenza! E che dipendenza! Io dovevo assolutamente reimmergere i miei occhi assetati di lui nelle sue gemme smeraldine, nel suo viso bello e sexy, nel suo corpo muscoloso e perfetto… o sarei esplosa in una vulcanica frustrazione!
Mentre producevo tutte queste elucubrazioni mentali, afferrai rapidamente i miei libri ma, per l’eccessiva fretta (unita in verità alla mia congenita sbadataggine), inciampai la punta delle mie scarpe in un’antipatica mattonella sporgente… riuscii in un miracoloso e incompreso gioco d’equilibrio a contenere i danni sulla mia persona: almeno non ero finita distesa sul pavimento come i libri!
Per fortuna ero rimasta sola e sbuffando un po’, mi piegai sul pavimento e cominciai a raccogliere tutti i miei testi, maledicendo per l’ennesima volta il mio poco sviluppato senso eretto, che mi impediva di procedere innocuamente lungo una via totalmente dritta e pianeggiante. Certo che però se congiuravano contro di me, povera e indifesa fanciulla, anche delle infide piastrelle… Uscii dalla porta ancora contrariata per il ritardo e per la mia precaria stabilità ma mi bloccai all’istante, rimanendo folgorata: lui, il dio Edward, bello come il sole, se ne stava appoggiato al muro di fronte, con i capelli spettinati in modo adorabile, con un sorriso sghembo stampato in faccia, le mani in tasca, una gamba piegata con il piede appoggiato al muro; e quella magnifica creatura mi fissava, come se io fossi stata la cosa più fantastica e sublime del mondo. A quella visione straordinaria, il mio povero muscolo cardiaco partì per la sua solita corsa pazza, e il mio cervello si trasferì in  mondi lontani: non c’era niente da fare, non mi sarei mai abituata a tanta bellezza e perfezione...
E dato che, a dirla tutta, con ogni probabilità ero ancora di un acceso color pomodoro per l’affanno di cotanta visione, lui ovviamente si accorse della mia espressione sognante… infatti, continuando a sorridermi malizioso, si avvicinò e mi afferrò per la vita, facendo scontrare i nostri corpi e rimanendo volutamente a distanza di qualche centimetro dalle mie labbra, senza darmi la soddisfazione di sentire il suo sensuale calore sulle mie.
Sospirai, non riuscivo a pronunciare nemmeno una sillaba, come se il mio intero cervello fosse andato in vacanza.
-Ciao piccola mia…- soffiò sulle mie labbra, mandandomi ancora più in tilt; -tutto bene?- domandò premuroso. Ehm… sì! Scusa, caro, ora asciugo il litro di bava che la tua visione produce ogni santa volta alle mie povere ghiandole salivari…
-C-ciao…- miagolai a malapena. Perfetto, ora balbettavo di nuovo come i primi tempi! Che sensazioni mi stava scatenando quell’angelo? Ormai lo conoscevo bene, e inoltre (mi serviva una rispolverata alla mia autostima) non dimentichiamolo… era il mio ragazzo!
-Tutta intera anche stavolta?- scherzò con una luce divertita nello sguardo, contemporaneamente attento e giocoso. Come?! Oops! Vuoi vedere che si è accorto del mio volo? Sospirai affranta. Abbassai gli occhi per la vergogna, ma lui con una tenerezza infinita appoggiò due dita sul mio mento e lo sollevò. Oddio, com’era intenso e profondo il suo sguardo!
-Mmm, mi sei mancata tantissimo, tesoro! Ti scongiuro, non privarmi della visione del tuo bellissimo volto…- mi pregò. Arrossii ancora di più perché il significato delle sue parole, il tono della sua voce melodiosa, l’intensità del suo sguardo magnetico… tutto di lui mi aveva incantato…
-Dammi i tuoi libri, te li porto io fino al tuo armadietto- mi propose cavallerescamente allungando le sue mani verso i testi in questione.
-G-grazie…- balbettai passandogli i libri.
-E appoggiati al mio braccio… almeno così ce la farai ad arrivare in mensa sana e salva, senza capitomboli!- scherzò. Bene. Perfetto. Ottimo. Che disdetta! Mi aveva visto inciampare, dunque…
-Tranquilla, amore, nessuno ti ha visto… nemmeno io… l’ho intuito! Ah ah ah!- mi rivelò ridendo di cuore. Ah. C’era una novità, per caso? Da quando era in grado di leggere nel pensiero?!
Sollevai un sopracciglio mentre lui continuava a fissarmi con un’espressione a metà tra lo strafottente e l’affettuoso.
-Certo che me ne sono accorto, Bella! Sei emersa dall’aula che ancora quasi zoppicavi! Per non parlare poi della catasta dei tuoi poveri libri: erano tutti sottosopra!- affermò, svelandomi così le sue capacità deduttive. Era davvero bravo ad osservare le persone e a leggere scavando nei volti e nelle anime della gente… e in quel momento compresi in modo assolutamente certo che lui era destinato a diventare un grande e ottimo medico…
Sorrisi al pensiero, grata che mi avesse confidato quel suo sogno stupendo.
-E visto che la mia lezione è finita cinque minuti prima ho pensato di venire a prenderti… primo, per salvare la mia principessa bisognosa del mio aiuto… secondo, perché stavo morendo dalla voglia di rivederti e stringerti a me!- continuò con una voce sensuale. Deglutii a fatica e… niente! Ancora non mi usciva neanche un suono! Gesù! Ma era mai possibile che dovessi fare ancora la figura della sciocca in questo modo? In fondo ormai ero riuscita ad acquisire tanta confidenza con lui… e ora che mi succedeva? Come mai ero così imbambolata? Solo perché non mi aspettavo di vederlo lì fuori?
Bella ma sei diventata cretina tutto a un tratto?! Dì qualcosa di sensato, per la miseria! Decerebrata che non sei altro!,mi rimproverai a insulti, mentre lui aveva già finito di sistemare i libri nel mio armadietto.
Il suo sorriso si allargò e con le mani finalmente libere, mi circondò in un caldo abbraccio, spingendomi con una leggera irruenza e facendomi sbattere la schiena sul freddo metallo degli armadietti scolastici. Abbassò il suo volto sul mio collo e mi inebriai del profumo del suo dopobarba, così speziato, così maschile, così sensuale… percepii la sua bocca ansimare sulla pelle tra collo e spalle, mentre sentivo i nostri cuori battere furiosi e i nostri respiri sempre più corti.
-Mmm, Bella… sei fantastica…- sussurrò mordicchiandomi un lobo dell’orecchio, mentre il mio corpo veniva travolto da migliaia di brividi e le mie mani si arpionarono alla folta e morbidissima chioma bronzea del mio angelo. Ad un tratto afferrò il mio viso tra le sue mani larghe e calde e poi si impossessò della mia bocca: finalmente le nostre labbra si unirono, e le nostre lingue si accarezzarono, ma non facemmo in tempo ad approfondire il nostro anelato ritrovarsi, perché una voce burbera e profonda ci interruppe.
-Ehm, ehm! Signori, un po’ di contegno, per cortesia! D’accordo che siete giovani ed innamorati, ma vi ricordo che siamo pur sempre in un edificio pubblico a carattere educativo!- ci rimproverò il professor Banner, passandoci vicino. Di colpo mi staccai da quel paradiso arrossendo vistosamente e tenendo gli occhi a terra, vergognosa e imbarazzata. Gesù, che vergogna! Beccati da un prof!
Edward invece non sembrò toccato dalla ramanzina e con fare decisamente spudorato, mi mise il braccio intorno alla vita e mi riavvicinò a sé, incurante dell’occhiataccia del nostro insegnante.
-Ci scusi professore Banner…- gli rispose con un sorrisetto divertito; -…ma sa com’è… abbiamo gli ormoni impazziti…- e il suo sorriso divenne aperto e quasi strafottente.
Io lo fissai meravigliata e incredula ripensando alla faccia tosta con cui aveva rivolto quelle parole al prof... “Ma sa com’è” cosa? Gli ormoni impazziti? Che sbruffone! Stava parlando con un professore mica con un suo amico, accidenti! Era impazzito insieme agli ormoni?!
Ma rimasi ancora più incredula quando sentii la sonora risata del professore. Lo guardai con gli occhi sgranati.
-Sì, sì ricordo! Purtroppo solo quelli mi sono rimasti… i ricordi! Beati voi ragazzi! E comunque sono proprio contento, signor Cullen, che abbia messo la testa a posto! Aveva una pessima reputazione persino tra noi professori, sa? Mi raccomando però: la signorina Swan è una ragazza d’oro e merita il meglio, veda di trattarla come si deve… e complimenti a entrambi perché siete una bellissima coppia!- e, senza darci il tempo di rispondere niente, ancora sghignazzando, ci lasciò lì come due ebeti.
Eravamo completamente allibiti tutti e due. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito. Sapevo che il professor Banner aveva una predilezione per me come allieva, ma mai avrei pensato che redarguisse Edward sul suo comportamento privato nei miei confronti…
Scrollai la testa, incredula e divertita.
Dopo un attimo, però, mi ripresi e mi ricordai delle parole di Edward. Quel ragazzo era la sfacciataggine fatta persona! Per punizione gli diedi un pugno forte sul braccio.
-Ma sei impazzito?! Gli ormoni? E se avesse fatto un richiamo ufficiale al preside, per la tua splendida battuta? Cosa diavolo ti passava per quella tua testaccia vuota?- lo rimproverai,  arrabbiata.
-Innanzitutto: ahia! Ma quanta forza ha uno scricciolo come te? E poi per rispondere alla tua domanda: per la testa mi passi solo tu! Sempre e solo tu! Non riesco a pensare ad altro, che ci posso fare? E siccome non mi è mai successo con nessuna, la colpa è tutta tua!- affermò sorridendo sornione e, abbracciandomi, mi riavvicinò al suo possente e largo petto.
Uscimmo dall’edificio centrale e ci incamminammo verso la mensa, restando sempre avvinghiati l’uno all’altra. Ero gongolante per le parole che  aveva appena pronunciato e sapevo anche bene cosa intendesse perché erano le stesse identiche sensazioni che passavano per la mia testa.
Mi avvicinai e gli baciai il collo soffiandogli all’orecchio con la voce più sensuale che riuscissi a tirare  fuori:
-Ti ho fatto tanto male, cucciolotto? Se vuoi ti curo io…-. Si fermò di colpo e fissò i suoi occhi, che si erano fatti scuri per l’eccitazione, su di me. Si allontanò poi di qualche passo e mi additò sconvolto.
-Tu! Tu sei la donna più pericolosa che abbia mai conosciuto! Ora mi dai solamente la mano e te ne stai buona buona a distanza di sicurezza finché non arriviamo in mensa… dove ci saranno molti testimoni, che mi impediranno di spingermi oltre il lecito. E non osare più  sussurrarmi nell’orecchio con quella voce da mozzare il respiro, finché non saremo in privato! Perché ti avverto che la prossima volta, edificio pubblico, professori o qualsiasi altra scusa, non ti salveranno da me e dalla mia pazza voglia di fare l’amore con te in ogni luogo e modo possibile. Sono stato chiaro?! La prossima volta ti salto addosso, ti spoglio tutta e ti faccio mia!!- mi spiegò con enfasi, lasciandomi sorpresa e deliziata dalle sue parole. Mentre mi afferrava la mano e mi trascinava in mensa, mille immagini di noi due avvinghiati in ogni posizione possibile e in ogni luogo di questa scuola mi si pararono davanti agli occhi, facendomi sentire un languore nel basso ventre e scaldare le guance. Per fortuna che, per arrivare in mensa, il tragitto all’aria aperta mi permise di riprendere un po’ di lucidità, grazie al freddo che sentivo e che spense tutti i miei bollenti spiriti… altrochè se mi sentivo pronta!!
Arrivati a destinazione, prendemmo due vassoi ricolmi di cibo e ci avviammo alla cassa: Edward decise di pagare per entrambi.
-Ma possibile che non possa mai pagare io? I soldi non mi mancano di certo e mi sembrerebbe carino se facessimo almeno una volta per uno, no?- mi lamentai.
-Non ci pensare proprio! Non sia mai che lasci pagare la mia dama… non sarei un gentile cavaliere, dopo aver salvato la mia principessa…- affermò sorridendomi. Una voce sgradevole si intromise nella nostra conversazione privata.
-Oh! Non mi sembravi un così gentile cavaliere quella volta in aula di arte! Ti ricordi, Cullen? Dopo che avevo finito di farti un bel servizietto te ne sei andato senza farti tanti problemi con la sottoscritta! Oppure tutte le volte che mi trascinavi in bagno per soddisfare qualsiasi tua voglia… che gran cavaliere, eh?- disse Lauren. A quelle squallide parole e al pensiero di quello che Edward aveva condiviso con lei, mi sentii morire e i miei occhi si fecero immediatamente lucidi e pungenti; ma non potevo darla vinta a quella maledetta strega!
-Mallory!- sibilò furioso Edward. -Se non ti levi subito dai c…- ma non lo lasciai continuare posandogli una mano sul braccio. Al mio tocco si calmò lievemente e si voltò verso di me.
-Lasciala perdere Edward! Non vedi che ormai si può attaccare solo a questi schifosi ricordi? E poi Lauren…- intanto mi premurai di alzare un po’ il tono di voce di modo che, chi era vicino, sentisse bene quello che avevo da dire, come aveva fatto lei; -…fossi in te, non mi vanterei tanto davanti a tutti del fatto che gli uomini ti usano solo per godere e non ti danno nemmeno un po’ di soddisfazione. Non è certo colpa loro se tu ti fai trattare come una sgualdrina né più né meno! D’altronde servi solo a quello, no?- lei sgranò gli occhi e un lampo di rabbia le passò sul viso. Bene, ero soddisfatta di come ero riuscita a gestire da sola quella sgradevole situazione, ma decisi di rincasare la dose, perché, una volta per tutte, doveva mettersi in quella testa vuota che i suoi “bei tempi” con il mio Edward erano morti e sepolti!  Per sempre!
Mi avvicinai al suo viso e abbassai di nuovo il tono.
-Sai… quando Edward fa l’amore con me… e hai capito bene ‘l’amore’ e non semplice sesso… lui pensa sempre prima al mio di piacere, quindi con me è sempre stato un cavaliere innamorato!- la schernii e trascinandomi dietro Edward, che la guardava ancora con disprezzo e rabbia, ci dirigemmo al nostro tavolo, dove Emmett e Rosalie ci guardavano curiosi di sapere cosa ci fossimo detti, visto che poi Lauren era corsa via, infuriata, dalla mensa.
Mentre mi stavo sedendo, l’occhio mi cadde su mio fratello che era al tavolo centrale con i suoi vecchi compagni, vicino a dov’era avvenuta la nostra discussione, e lo vidi sorridermi e alzare il pollice, segno che anche lui aveva seguito tutta la conversazione. Gli risposi con un gran sorriso e mi accomodai.
Intanto che Ed spiegava a Emm e Rose cos’era successo, il mio cervello iniziò a elaborare le parole di quella strega odiosa e, senza volerlo, mi rabbuiai. Un conto era sapere che lui aveva fatto determinate cose, un’altra sentire raccontare i particolari da un’oca come Lauren. Le lacrime che prontamente avevo ricacciato indietro per non dare soddisfazione a quella vipera ora spingevano di nuovo per uscire prepotenti.
Una mano calda e gentile, che ormai conoscevo bene, mi accarezzò una guancia, mentre io ero ben concentrata sul mio piatto, anche se non avevo ancora toccato niente: in quel momento il mio stomaco era chiuso dalla rabbia e dalla frustrazione, e non sarei riuscita ad ingoiare nemmeno una briciola di pane.
-Mi dispiace tanto…- si scusò Edward con voce affranta. Sapevo benissimo che non dovevo prendermela con lui, ma allo stesso tempo, non riuscivo a non pensare a lui e a Lauren insieme. Già, perché nonostante quello che avessi detto a lei, io e lui non avevamo ancora avuto un rapporto sessuale completo.
Avevo bisogno di immergermi nei miei pensieri per ritrovare me stessa, di isolarmi un po’ per vincere le mie stupide paure e non farmi sopraffare da queste sensazioni negative.
-Ehi, piccola!- aggiunse; e con due dita mi alzò il mento perché potessi guardarlo negli occhi. Ma non ce la facevo in quel momento! Era più forte di me, le fitte di gelosia erano troppo intense e non riuscivo a reprimerle in nessuna maniera: soprattutto avevo paura di dire cose che non pensavo veramente, solo guidata dalla mia insicurezza e dalla mia testardaggine, come già era successo la sera della festa. Dovevo e volevo evitarlo, a tutti i costi!
-Scusa Edward… ma non ce la faccio; adesso ho solo bisogno di stare un po’ per conto mio…- mormorai;  mi  alzai  velocemente uscendo dalla mensa senza voltarmi indietro, sperando che nessuno mi avesse seguita. Arrivata a metà corridoio, però, sentii due forti braccia afferrarmi. Edward purtroppo non aveva ascoltato la mia preghiera, mi aveva raggiunto e, facendomi voltare verso di lui, mi stava perforando con il suo sguardo intenso, non mollando la presa vigorosa sulle mie braccia, per paura che scappassi di nuovo.
-Non farmi questo Bella! Sai benissimo che io non sono più così! E anche che mi dispiace da morire per come mi sono comportato in passato... Ma non posso cambiare quello che ho fatto… il passato resta tale, immutabile! Devi iniziare a fidarti di me! E sono stanco di ripeterlo, Bella: non ti puoi arrabbiare per una cosa passata e senza alcun valore! Non puoi!!- si infervorò e un lampo di rabbia gli passò negli occhi, indurendogli lo sguardo.
Le sue odiose parole rimbombavano nel mio cervello… ‘non puoi… non puoi’! Ah, davvero?! Io non potevo?! Io?! Eccome se potevo! Mai, e ripeto mai, dire a Isabella Marie Swan quello che deve o non deve fare!
-Ah! Io non posso Edward? E chi me lo ordina, eh? Me lo vieti tu? Proprio tu, che sei geloso marcio se anche solo qualcuno si sofferma un po’ di più con lo sguardo su di me?- sibilai furiosa, ormai la rabbia pervadeva ogni mia singola cellula. Possibile che non capisse quanto mi faceva male il pensiero delle sue mani e delle sue labbra  sul corpo di altre ragazze?
Ma in qualche modo dovevo fargli comprendere come mi sentivo, così scelsi la strada che senz’altro gli avrebbe permesso di capire; anche se  ero consapevole di percorrere una strada che gli avrebbe inferto molto sofferenza, perché in quel momento volevo fargli del male, volevo che soffrisse anche lui! Desideravo che sentisse sul suo corpo tutta la rabbia e la gelosia che avevo provato io!
-E sentiamo, dai! Come ti sentiresti se la situazione fosse ribaltata? Se prima di metterci insieme io mi fossi fatta fare dei servizietti nei bagni e nelle aule da non so… vediamo… da Mike? O da Eric? O da entrambi, perché no? O da chiunque altro? Prova un po’ a immaginarti le loro mani vagare sul mio seno nudo, le loro bocche cercarmi fameliche e i loro corpi sudati portarmi all’orgasmo!- esclamai; lo vidi stringere gli occhi e la sua presa sulle mie braccia si fece ancora più ferrea e stringente. Mi stava facendo male e sapevo che anch’io stavo esagerando, ma non riuscivo a smettere: il dolore e la rabbia erano troppo grandi, così continuai imperterrita.
-O se semplicemente ogni santa mattina, prima di entrare in classe, io avessi pomiciato con mezza scuola? Quanti maschi vogliosi di assaggiare le mie labbra ci sono nel nostro liceo? E se me li fossi ripassati tutti? Ah, non dimenticare poi…  questo squallido teatrino naturalmente sarebbe successo tutti i santi giorni! Quindi, Edward, fatti un bell’esamino di coscienza e prova un po’ a pensare cosa proveresti tu, se ti  sentissi sbattere in faccia tutto questo schifo da una come Lauren!- terminai, abbassando il tono. La mia voce non era più ferma come prima, ormai le lacrime ricadevano sul mio viso copiose e incrinavano anche il tono delle mie parole.
Le mani di Edward nel frattempo continuavano a stringermi in maniera piuttosto dolorosa e sul suo viso emozioni di rabbia e di sofferenza si alternavano in ugual misura, mentre i suoi occhi erano raggelati da un odio furioso. Mi impressionò il suo sguardo: freddo, duro, quasi senz’anima.
Mi spaventai e mi scrollai le sue mani di dosso, massaggiandomi le braccia; e quando si accorse dei segni rossi che aveva lasciato sulla mia pallida pelle, la sua bocca si aprì in una smorfia di disgusto e ribrezzo per se stesso, per quello che si era reso conto di aver provocato. Ma, in quel preciso istante, ero troppo fragile, non avevo la forza necessaria per rassicurarlo che non era accaduto niente, che doveva stare tranquillo; avevo solo voglia di restare sola, ma per lui  feci un ultimo sforzo.
-Lo so bene che non posso cambiare il passato… e che tu non sei più così! Ma non devi pretendere che io non possa dispiacermi della cosa, perché ogni volta che ci ripenso è come se mi conficcassero dei coltelli nel cuore! E so anche perfettamente che da quando stiamo insieme, verso di me non hai mai mancato in niente; ma mi meraviglio come tu non  abbia capito che avevo solo bisogno di stare un po’ da sola per smaltire la sofferenza e la rabbia, proprio per evitare ciò che è appena avvenuto tra noi! Non puoi cambiare il passato, d’accordo… ma per un futuro insieme più sereno, impara a rispettare i miei spazi, Edward! E soprattutto non ti azzardare mai più a dirmi cosa devo o non devo fare, chiaro?! Non l’ho mai accettato né da Charlie, né da Jasper, né da nessun altro! E non inizierò di certo con te!- e così dicendo me ne andai, lasciandolo solo, addolorato ma anche, e lo avevo visto bene, arrabbiato.
Perfetto, una giornata iniziata così bene e finita schifosamente! Ora sì che il mio umore era come il maltempo che imperversava fuori: lampi, tuoni, fulmini e diluvio universale!
Mi diressi in segreteria e feci chiamare Esme per farmi venire a prendere; trovai la scusa, con la signorina Cope, che avevo un forte mal di testa e che forse avevo anche un po’ di febbre. Avrebbe avvertito lei sia Jasper che Rosalie che ero andata già a casa. Non avevo proprio voglia di passare altre due ore seduta accanto a Edward, come se niente fosse.

Pov Edward

Ero ancora in mezzo al corridoio, impalato come un ebete rincoglionito, a fissare il punto in cui si trovava Bella fino a pochi momenti prima. Le sue dure parole risuonavano ancora nelle mie orecchie e si propagavano in onde e fitte di dolore e rabbia, in tutto il corpo. Ero arrabbiato, sì, ma con me stesso! La sofferenza che sapevo benissimo di infliggerle, si rifletteva addosso a me, con maggiore intensità.
Ero certo che lei avesse letto nel mio volto l’ira che mi faceva tremare; ma ero sicuro che lei avesse pensato che io fossi arrabbiato perché voleva stare sola… ma non era rabbia la mia… era una tremenda e totalizzante paura! Il folle terrore che rimanendo sola con il suo dolore, iniziasse pian piano a chiedersi cosa ci facesse un angelo come lei con uno stronzo come me! E se poi avesse deciso che il mio passato era troppo ingestibile per lei? Se nonostante tutto l’amore che provava per me, non riuscisse a superare il dolore per il mio precedente comportamento?
 Solo animato da quelle mie stupide paure, le avevo detto in modo forse troppo perentorio che non poteva fare quello che voleva… non potevo permettere che rimuginasse da sola quello che le aveva detto quella gallina della Mallory, senza che io potessi continuare a ripeterle che l’amavo sopra ad ogni cosa e che non mi importava niente di nessun’altra!
Ma ero stato uno stupido! Un cieco egoista! Aveva ragione lei! Dovevo concederle il suo spazio, ma soprattutto non dovevo permettermi di negarle i suoi sentimenti… lei aveva tutto il sacrosanto diritto di arrabbiarsi per le cose passate, se ciò era quello che provava…
Cavoli, se era riuscita ad affondare il coltello nella piaga, dicendomi determinate cose! E con millimetrica precisione, poi!
Nel momento in cui, con tono provocatorio aveva prospettato scenari lascivi di lei insieme ad altri maschi allupati (e cazzo se ce n’erano, in giro!), la mia mente si era riempita di quelle immagini odiose, che con forza violenta si erano intromesse nei miei pensieri provocando quella mia reazione esagerata. Solamente il visionare nella mia mente quelle scene mi aveva provocato uno strazio doloroso unito a una potente furia; figuriamoci come poteva sentirsi lei, che sapeva che io le avevo vissute veramente!
Quando, spostando lo sguardo verso di lei, mi ero accorto di quei maledetti segni rossi, che le mie mani avevano lasciato sulla sua pelle candida, non potevo credere ai miei occhi… e non ero più stato capace di aggiungere neanche una parola per il ribrezzo che provavo verso me stesso.
Io ero stato capace di fare del male fisico (per quanto tempo mi avrebbero perseguitato quei maledetti segni rossi?) alla donna che sostenevo di amare più di me stesso. Bel modo di dimostrare il mio immenso amore! Cazzo, no! Non potevo crederci e man mano che passavano i minuti una forte rabbia si espandeva nel mio corpo. Cosa avrei dovuto fare adesso?
Con la testa china mi diressi di nuovo in mensa e raggiunsi il nostro tavolo. Rosalie ed Emmett mi guardavano dispiaciuti e anche preoccupati, probabilmente spaventati dalla mia espressione stravolta di furia e dolore.
-Edward, non ti preoccupare, le passerà presto. La conosco, ha solo bisogno di un po’ di tempo… quando si isola lo fa per evitare di dire cose che non pensa assolutamente, guidata soltanto dalla rabbia e dal dolore. Ho provato a chiamarti per avvertirti di lasciarla andare ma non mi hai sentita- cercò di rassicurarmi Rosalie, ma riuscendo a inserire nella sua frase anche un mezzo rimprovero.
Averlo saputo prima di tutto ‘sto casino… l’avevo sentita eccome, Rose! Ma, gran testardo, non mi ero fermato, non l’avevo ascoltata di proposito, pensando di fare la cosa giusta. Che superbo! Rose la conosceva da anni, erano cugine, erano unite da un legame intenso e profondo… ma io…
Eh… io sono Edward Anthony Cullen! Lei è la mia ragazza! So io come fare! Cazzate!!
Invece il mio dannato orgoglio mi aveva impedito di ascoltare il saggio e utile consiglio di una persona come Rose…
Basta, non ne potevo più dei loro sguardi pietosi, anche se sapevo benissimo che erano solo dispiaciuti per noi, ma in quel momento, avevo bisogno anche io di allontanarmi da tutti, per evitare che la mia velenosa rabbia si riversasse su tutti gli altri.
-Scusate, inizio ad andare in classe… ho bisogno di stare un po’ da solo…- mormorai affranto e prima di andarmene mi voltai per salutare anche Jasper, ma fui distratto dalla sua espressione furiosa.
Seguii la direzione del suo sguardo carico di puro odio e un’onda di immensa ira, neanche paragonabile a quella effimera di poco prima, si impossessò di me. Accecato, ormai da quello che avevo sotto gli occhi, mi diressi all’entrata della mensa, piantandomi davanti all’assurda coppietta.



ANTEPRIMA CAPITOLO 45

-Non voglio più ripetertelo, perciò consideralo il mio ultimo avvertimento… stai lontano dalla mia famiglia!- gli ordinai con voce bassa e feroce. Con una sensazione di compiacimento, notai un brivido di sgomento attraversargli il volto, anche se si riprese subito.
-Ehi Edward, calmati! Ma che ti prende?- mi chiese teso e preoccupato mio fratello, mentre si avvicinava a noi.
-Niente ora è tutto a posto- gli risposi abbastanza sollevato; ma, giusto per rimarcare il concetto, decisi di rivolgermi ancora all’animale, aggiungendo: -Ringrazia che non voglio casini a scuola, ma prima o poi te la farò pagare, stanne certo!- lo minacciai con un tono di voce che lo raggelò.
Mi voltai per andarmene, ritenendo da parte mia definitivamente chiusa la questione, ma non calcolai la sua perfida e subdola reazione: o mi trovavo di fronte all’essere più stupido del pianeta o lo fece apposta per provocarmi… io da stupido, però, ci cascai in pieno.
Fatto sta che, prevedendo che nei casini ci sarei finito io per aver iniziato la rissa, pronunciò l’unica frase che non avrebbe nemmeno dovuto passargli per l’anticamera del cervello… figuriamoci poi arrivare ad uscire da quella boccaccia oscena!



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