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Autore: Dolcemaia    23/12/2003    26 recensioni
Tornare a casa, a Londra, e scoprire che per qualcuno non si è Orlando Bloom l'attore, ma qualcosa di diverso, tra amore, lacrime, bugie e fraintendimenti...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno, per caso…di Dolcemaia

Disclaimer: Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone è puramente casuale, fatta eccezione per Orlando Bloom, da cui ho preso in prestito solo il personaggio

Capitolo I : Svolte

Mancava poco, ancora qualche metro e sarebbe arrivata in un posto sicuro, in cui deprimersi a dovere, e dove avrebbe trovato qualcuno che le voleva davvero bene e l’avrebbe consolata. Avrebbe risentito ancora una volta l’odore strano, eppure che le parlava di famiglia, di quell’appartamento, poi la solita voce squillante che tante volte l’aveva consolata avrebbe suggerito di < spararsi la solita cioccolata calda via endovenosa > e tutto sarebbe passato in fretta. Non che si trattasse di qualcosa di estremamente grave o che, purtroppo, evadeva al solita quotidianità, eppure stavolta aveva davvero il morale sotto i piedi e l’unica cosa che desiderava era arrivare a quella dannata porta…

Finalmente……

TOCK TOCK

….Busso, ma giusto perché il minimo di lucidità che ancora ho, mi impone di rispettare l’educazione che i miei mi hanno impartito, altrimenti non mi sarei fata troppi problemi a buttarla giù a calci…

Dopo qualche minuto la porta si aprì, lasciando entrare la ragazza, la quale con molta indifferenza si diresse decisa e poi si lasciò cadere sul divano facendo trasparire il suo totale abbattimento.

"Cos’è quella faccia, Michelle?" Le chiese colei che le aveva aperto, non particolarmente sorpresa di quella visita e di quella espressione impressa sul volto dell’amica. Era Meg, quella che molti avrebbero definito una sorta di migliore amica, eppure non era quella l’accezione che meritava, perché più che altro si era dimostrata una sorella da quando la conosceva e non era tantissimo. Esattamente da quando avevano cominciato l’università, due anni prima… Avevano subito legato, forse inizialmente era stato più per necessità che per altro, perché erano sole in un posto nuovo, per di più Meg era stata costretta a trasferirsi nella capitale per poter studiare, quindi "strappata" dalla sua famiglia, viveva praticamente sola, non considerando le varie coinquiline che andavano e venivano come il vento, in quel grande appartamento, che logicamente era diventato il luogo più frequentato da Michelle oltre l’università. Poi con il passare del tempo un’amicizia di necessità, era diventata un rapporto molto molto saldo, che in un certo senso migliorava entrambe… Niente gelosie, niente competizioni solo amicizia e conforto, cosa davvero troppo rara, in un mondo in continuo movimento e eccessivamente competitivo, in cui tutti devono essere i migliori, inarrivabili.

Insomma era proprio un pilastro, inutile dire che, assieme a Jen, era la persona di cui più si fidava, e l’unica in assoluto capace di farla ragionare, quando davvero perdeva la bussola… proprio come in quel momento.

"Che faccia??" Le disse di rimando, fingendo indifferenza, nonostante sapesse quello fosse solo il preludio ad una delle tante conversazioni senza fine che avrebbero avuto sul suo stato d’animo e soprattutto la causa dello stesso.

"Appunto!"

"Chi è?" Disse una terza ragazza entrando nel non troppo ampio salone, asciugandosi con un canovaccio, le mani…. Jen…. Probabilmente a giudicare dall’odore stava cucinando, e questo poteva significare solo una cosa…. Era una giornata nera non solo per lei….. In genere quando si riunivano sotto il tetto di Meg, il che accadeva piuttosto spesso, significava che la depressione era in agguato e non solo quella…

"Ah…" esclamò vedendo Michelle sul divano con un muso che le arrivava fin sotto i piedi, "Che è successo stavolta??? Ti è morto il gatto?"

"Non ce l’ho il gatto!" Rispose stizzita.

"Allora è il criceto?" Chiese ancora sedendosi accanto alla ragazza sul divano.

-_- << --------- SENZA PAROLE

"Senti, Jen, il teatro comico è alla fine dell’isolato!!!"

"Siamo particolarmente acidelle?"Disse Meg poggiandosi sul bracciolo del divano, in modo che Michelle fosse praticamente circondata e costretta a vuotare il sacco. Era assolutamente incomprensibile, era andata lì per confidarsi, era fin troppo evidente e poi alla fine le sue amiche erano sempre costrette a tirarle fuori le parole di bocca con una pinza. Eppure non era perché volesse rendere le sue confessioni più desiderabili o misteriose, riteneva solo sufficiente non essere da sola e sapere che qualcuno era lì per lei, sempre, soprattutto quando le situazioni diventavano un po’ troppo complesse.

"Scommettiamo che il motivo, o meglio, la causa di questo tuo umore nero è Kyle?"

"Mamma mia quanto siete ficcanaso... Ma non vi si può fare una visita che subito partite con il terzo grado....."

>>>>>>>>>>>>>>>>Occhiataccia omicida <<<<<<<<<<<<<<<<<<

"Va bene, va bene, avete ragione......." Disse la ragazza, nascondendo il viso quasi completamente con il cuscino, che si era messa sul grembo come era solita fare.

"Ossia ha di nuovo litigato con quel burbero di Kyle!" Sottolineò Meg, rialzandosi dal bracciolo parlando con Jen,come se l’amica non fosse presente, con aria un po’ saccente.

"Non mi sembra il caso di farne un affare di stato, né tanto meno di condannarlo alla gogna pubblica.."

…Eccole all’attacco, ora ricominceranno con la tiritera che sono troppo giovane per potermi far carico di una storia importante tutta da sola, che lui è un menefreghista, che si ricorda di me solo quando vuole e per il resto sono solo un’amica, che a loro non piace e che è un grosso cafone, perché si diverte a trattarmi da stupida, soprattutto davanti ad altri.. Non che poi abbiano tutti i torti, però….. Non so, se riuscissi a spiegare con più chiarezza ciò che sento tutto sarebbe estremamente più facile… Magari riuscirei anche a farmi capire da loro…

"Questo dipende dai punti di vista, tesoro! Se si trattasse di episodi sporadici, potrei anche darti ragione, ma hai quella brutta espressione stampata in faccia da troppo tempo, e i tuoi occhi ultimamente sono sempre rossi e lucidi…. Sappiamo bene cosa significa, quindi non vedo proprio perché continuare ad insistere su un qualcosa che non va!"

…Jen… la solita estremista, le vie di mezzo per lei non esistono. O è tutto bianco o tutto nero, però vivere nel grigio, non è nemmeno uno spasso, certo la vita non è fatta solo di grandi passioni e grandi delusioni, però nemmeno accontentarsi sempre di poco, mi ha reso granché, infatti eccomi qui di nuovo a piangere per qualcosa che in effetti non funziona, eppure non riesco a farmene una ragione, non potrò subire ancora per molto ed ciò credo che sia evidente a tutti e non solo alle mie amiche, però è difficile, troppo difficile, come si fa a prendere una decisione definitiva…

"Calma non siamo precipitosi, in fondo capisco che per lei non sia uno scherzo buttare nel wc una storia di due anni e mezzo," Disse Meg, rivolgendosi a Jen, per poi immediatamente voltarsi verso Michelle e inginocchiandosi davanti a lei accarezzarle i lunghi capelli biondi, mettendoglieli dietro alle orecchie, "però, capisci vero che per noi non è bello vederti sempre così? Guardati stai diventando apatica, ormai studi e litighi con lui, litighi con lui e studi!! Per quanto tu possa cercare mille ragioni per riprovare ancora, per tentare di far decollare di nuovo la vostra storia, non saranno mai sufficienti a mutare la realtà!! Siete cambiati molto in questi anni e non riuscite più a completarvi! Non è colpa vostra, anche se io e Jen ci divertiamo a massacrare lui di frecciatine… Capita…."

…Ecco, perché non è solo un’amica…. Quelle che ho sempre avuto non hanno mai fatto così, al massimo si preoccupavano di piacere sufficientemente al mio ragazzo, tanto da avere la certezza di potermelo portare via in ogni momento, mai nessuno che si sia mai sforzato di capire e di entrare nella mia testa come ha fatto Meg, e come sta facendo Jen… Hanno ragione, hanno perfettamente ragione, eppure questi due anni e mezzo non sono facili da dimenticare, non riesco a guardare solo questi ultimi infernali mesi con distacco, senza pensare a quello che è già stato…

"Sembra tutto facile detto così, però non posso mica alzare il telefono e dire < Ciao Kyle, senti ormai non va più quindi finiamola così ed amici come prima!> e riattaccare!!"

"Bè sarebbe pur sempre un inizio!"

"Jen!! Ma che dici!! Sei incredibile quando dici queste cose!!"

"Sai che forse non ha tutti i torti? Certo dirlo per telefono non è il massimo, ma per lo meno potresti chiamarlo per dirgli che dovete parlare, perché così non va ed è arrivato il momento di chiarire per entrambi!"

"A parole siamo tutti bravi, ma poi alla fine so già che quando lo vedrò mi scioglierò, la mia buona volontà di mettere la parola fine a tutto ciò andrà a farsi benedire e tutto tornerà come prima!!"

"Esattamente e domani sarai di nuovo su questo divano a disperarti come una stupida perché non va!"

"Ho lezione domani…".. Sarcasmo… Stupido, inutile ed insensato sarcasmo…. Come mi piacerebbe essere in uno di quei film in cui tutto e così facile e i ragazzi si prendono e lasciano come se niente fosse…. Tutti qui si dimenticano che a parte le ragioni dell’orgoglio, nonché quelle della testa, vi è un piccolo muscoletto, che soffre ed anche tanto, perché Kyle è il mio ragazzo da ormai non so nemmeno più quanto tempo… Siamo cresciuti insieme, siamo maturati insieme, siamo cambiati insieme ed io non so come potrò stare senza di lui, anche se l’amore non è lo stesso di prima…..

Mi mancherebbe troppo, non potrei più guardarmi attorno senza che tutto mi ricordi lui, disabituarmi all’abitudine che ho di lui e la sua onnipresenza…

"E se poi restassi sola?" Si lasciò scappare quando ormai gli occhi lucidi rendevano palesi i suoi sentimenti.

"Ma che dici, piccoletta?? Ci siamo noi qui con te!" La rincuorò Meg, abbracciandola.

"Adesso, ma non ci sarete per sempre… Io non voglio ritrovarmi tra 60 anni completamente sola, con un misero gatto pulcioso a farmi compagnia, in un orribile appartamento polveroso con le tendine color zafferano a rimpiangere di non essermi tenuta stretta l’unico straccio di ragazzo che avevo!" Ed era seguita una lunga e rumorosa tirata di naso, mentre le lacrime scendevano copiose.

… Sei proprio una cucciola…Vuoi fare la superdonna, quella emancipata, ma poi vedi cosa mi combini?? Ho sempre avuto nei tuoi confronti un atteggiamento materno, eppure la differenza d’età tra noi è di solo qualche mese… Sei una piccola grande bambina, eppure credimi cosa non darei per essere come te, pura, piccola e dolce, hai 21 anni ma è come se ne avessi quattro, basta vederti in questo momento… E se solo tu potessi farlo, forse ti renderesti conto che con tutti i tuoi stupidi difetti sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto e che forse è ancora attaccata a quei valori di cui ormai più nessuno s’interessa, che ha ancora in sé una purezza tutta speciale…

"Ma come puoi pensare una cosa simile?? Dimmi ti ci sforzi la notte?? A parte che odio il color zafferano, quindi se solo ti vedessi qualcosa di simile in mano, non esiterei un attimo a stracciartela, ma poi tu a 60 anni probabilmente sarai una nonna, con frotte di nipotini e poi Meg è allergica ai gatti, come potrà mai venirti trovare se ne prendi uno con te?!"

"Aldilà di tutto ciò, Michelle, rifletti un attimo…. La decisione è senza dubbio tua, però non ti pare un po’ egoistico ed anche stupido restare con una persona per paura di restare sola?? Ti ripeto che la scelta è tua e ti consiglierei anche di pensarci e fare una bella lista dei pro e dei contro, se non fosse un qualcosa che dovrebbe nascere spontanea dal tuo cuore, senza implicazioni mentali…. E poi, tesoro, guardati…. Perché dovresti restare sola?? Solo i tuoi occhioni verdi farebbero perdere la testa a qualsiasi ragazzo…. Anzi ad essere sinceri lo fanno già, solo che tu sei sempre stata troppo presa dal tuo Kyle!"

"Basta lacrime" disse sfregandosi gli occhi, " avete ragione voi, tra me e Kyle non c’è praticamente più nulla, tolto un profondo affetto… Certo gli voglio davvero bene, abbiamo condiviso molto in questi anni, però non ho mai sentito le farfalle nello stomaco, non sono mai stata troppo eccitata e felice di vederlo, il nostro amore non ha mai superato i limiti della razionalità e se siamo rimasti insieme è buona parte merito mio, che ho sempre fatto di tutto perché funzionasse, però ora basta! E’ora di dare una svolta…. Passatemi il telefono…" Disse perentoria alle amiche , che sgranarono gli occhi all’istante sentendo il discorso.

Ogni volta che parlavano dell’argomento si diceva risoluta ed irremovibile, ma poi alla fine non aveva mai il coraggio di prendere quell’accidenti di telefono e informare Kyle che avevano un grosso qualcosa di cui parlare, invece stavolta sembrava decisa, convinta e ferma, magari era davvero la volta buona che dava un taglio a quella fastidiosa appendice che continuava a definire il < suo ragazzo >.

Il telefono è qui, nella mia mano… Il numero è sempre lo stesso… Ho cominciato a comporlo ancora prima di pensare che mai un giorno saremo stati un < noi > e adesso, non ci sarà più questo < noi >, però credo che nel bene o nel male, è una scelta da fare, per me e per lui….. Spero solo che serva a qualcosa, che mi aiuti a capire…

"Giusto per curiosità dove sarebbero tutti questi ragazzi a cui ho fatto perdere la testa??" Disse sorridendo, mentre componeva il numero, facendo letteralmente scoppiare dal ridere le due ragazze davanti a lei, in evidente trepidazione.

"Pronto, Kyle?? Sì, sono io…… Hai programmi per questo pomeriggio?? Dobbiamo parlare di una cosa importante……"

 

Un’altra porta, un’altra storia…..

Solito ritorno a casa… Chiavi poggiate sul tavolino il legno, con quel grosso e anche appariscente porta cioccolatini, che tutto conteneva tranne che quelli, la porta che si chiude e poi il nulla.. O meglio il consueto silenzio tombale….

Ormai vi era più che avvezzo, eppure ogni volta vedere quelle enormi finestre che davano sulla grande metropoli in continuo movimento, illuminata da infinite luci, dietro ognuna della quale si nascondeva una storia, una famiglia o un’altra anima solitaria come lui, gli metteva una gran tristezza addosso…

La dispensa era tanto per cambiare vuota, qualche cibo precotto… due minuti di microonde e la cena sarebbe stata pronta, una birra ghiacciata in mano e in attesa del famoso campanello, che avrebbe perlomeno spezzato la fame che lo attanagliava, sentire i messaggi nella segreteria l’avrebbe tenuto occupato….

Come al solito una metà erano del suo manager, continuamente indaffarato a riempirgli la vita di impegni, certo era pagato per quello, ma sembrava programmato apposta per rovinargli ogni momento dedicato a se stesso, la restante metà se la dividevano alla grande quei tre deficienti di Dominc, Elijah e Billy che si divertivano troppo a riempirgli il nastro di idiozie assolute, e poi uno di sua madre…. Uno solo, in cui ripeteva le solite cose che una madre può dire ad un figlio, le solite stupide raccomandazioni adatte ad un sedicenne e non un ventiseienne in carriera, eppure in un certo qual modo non gli dispiacevano affatto, anzi, facevano sorgere sul suo viso un leggero sorriso, uno vero, non di quelli finti da mostrare a fotografi e giornalisti, giusto per confermare che andava tutto bene, ma uno di quelli che ti nascono spontanei, dovuti a ricordi passati, a voci materne che ti ripetono cose che sai già…

Il tutto però a peggiorare la profonda malinconia che in quel periodo stava raggiungendo picchi inaspettati, per uno come lui….

Il microonde lo destò giusto in tempo da quelle intense meditazioni, che a suo parere avrebbero richiesto uno spreco di neuroni che, anche volendo, non sarebbe riuscito a soddisfare per quanto era esausto…. Fatto stava che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con tutto ciò che aveva lasciato dall’altra parte del mondo e forse questo poi non era nemmeno troppo lontano..

Nessuno avrebbe mai creduto che proprio lui, un ormai strafamoso attore del cinema, assediato da migliaia di fan, si sentiva solo. Era strano dirlo, ma la grande mela, mai avrebbe potuto competere con la sua piovigginosa, umida e per certi versi più tranquilla Londra……

Gli mancava la sua famiglia, sua sorella, sua madre, il suo cagnolino e soprattutto una vita normale…. Fare la spesa, andare a giocare a pallone, andare a cinema o magari a mangiare una pizza…. E non si trattava di un capriccio da superstar, era diventato quasi un desiderio impellente…

…Una soluzione a tutto ciò ci sarebbe…. Ma immagino già John in preda ad una crisi isterica che mi dà del ragazzino irresponsabile, viziato e superficiale… Comunque alla fine la vita è mia e sinceramente se riesco a garantirgli la mia presenza per tutti quegli stupidi impegni che mi trova, non capisco che differenza possa fare per lui, se abito da una parte o l’altra del mondo… Ma sì, in fondo tentare non nuoce….

Schiena dritta, petto in fuori, aria altezzosa e sicura di sé, e in faccia stampato un ghigno di sfida e superiorità… Ecco l’esemplare di sesso maschile che senza troppi complimenti, e soprattutto senza farsi annunciare, era entrato in quel moderno ufficio, ammobiliato per la maggior parte probabilmente dalle sue finanze, in cui il suo manager se ne stava sprofondato in una comoda sedia di pelle intento a scartabellare, chissà cosa…

"Orlando…. Non ti aspettavo così presto…" Disse l’uomo accennando ad alzarsi, ma cambiando immediatamente idea osservandolo.

Il ragazzo, infatti, come se nulla fosse, entrò e si sedette sulla poltrona di pelle nera, incurante dell’aria non troppo bonaria dell’uomo che già sospettava che ci fosse qualcosa di non troppo vantaggioso dietro quella visita inaspettata…

"Diciamo pure che non mi aspettavi proprio! Per un attimo ho temuto di trovarti indaffarato con la tua nuova segretaria!"

"Il sarcasmo non ti manca mai, vero? Comunque, credevo che dopo le riprese ti saresti preso la tua solita settimana catartica dopo le riprese, ossia sette giorni e sette notti a ronfare della grossa…"

"Diciamo che il proposito è stato solo rimandato….."

Ancora quel ghigno, sul suo volto…..

"Allora a che devo la tua visita?"

"Parto, torno in Inghilterra!"

"Non è il momento ideale visto l’imminente montaggio della nuova pellicola, però credo che una piccola vacanza te la sia proprio meritata!" Con molta indifferenza, l’uomo riprese a sfogliare le carte che aveva sulla scrivania, mostrandosi piuttosto attento a quello che leggeva, in realtà stava solo sperando ardentemente che il ragazzo non ne stesse combinando un’altra, visto che generalmente quando tornava in Inghilterra, non si prendeva mai la briga di avvisare. Prendeva e partiva..

"Non si tratta proprio di una piccola vacanza…"

"Vorresti dire con questo?" La vena sulla fronte aveva cominciato a pulsare, mentre i piccoli occhietti sollevatisi finalmente da quegli incartamenti lo fissavano, con una tale intensità, che Orlando non si sarebbe affatto stupito se da un momento all’altro ne fossero venuti fuori dei raggi polverizzanti alla Superman style.

"Che ho deciso di stabilirmi lì almeno per un po’!"

"Ah.. ah ah…. Credimi per un attimo ci sono cascato con tutte le scarpe! Le tue capacità di attore sono migliorate notevolmente se riesci a prendermi in giro in questo modo!"

"John," Disse poggiando le mani sulla scrivania dell’uomo, alzandosi sulla sedia, e guardandolo fisso negli occhi, "non sto affatto scherzando, sto dicendo sul serio!!"

"Orlando tu devi essere completamente pazzo!! Abbiamo perso tanto di quel tempo a parlare di quanto questa tua grossa notorietà sia un grosso fuoco di paglia e che se non riuscirai a cogliere le giuste occasioni ora, tornerai ad essere nessuno e te en esci con questa cazzata??"

"Non è una cazzata, come la definisci tu!!"

"No, davvero?? Credi di essere insostituibile Orlando Bloom?? Bè ti sbagli di grosso, il ferro va battuto finché è caldo e se non lo fai hai perso il treno verso i tuoi sogni… Una volta dicevi che fare l’attore era il tuo sogno e adesso stai mandando tutto al diavolo, per cosa?? Nostalgia di casa!!"

.. Prevedibile… Ora tira in ballo la storia dei sogni, delle aspirazioni… Peccato che tra i due l’attore sia io e non mi faccia affatto impressionare da queste paternali trite e ritrite, stavolta l’avrò vinta io… Tanto per cambiare…

"A parte che non ho mai avuto la pretesa di essere insostituibile, e che nonostante la nostra amicizia e la stima che provo per te, non ti permetto di parlarmi così, la mia decisione non è definitiva! Ho solo intenzione di trasferirmi a Londra per un po’ il che non mi pare un gran reato!!"

"E cosa pensi di fare lì? Il nullafacente? Oppure andrai in giro a combinarne qualcuna delle tue?? Magari con quei tre perditempo dei tuoi amici?"

… John perdi colpi.. Era logico che avresti persino messo in mezzo loro, come se poi le nostre scorribande non ti abbiano fruttato comunque un bel mucchio di soldi…

"Loro non c’entrano niente, non sanno nemmeno nulla dei miei propositi, quindi preferirei non li tirassi in ballo! Si tratta di una cosa mia, e non ti preoccupare il fatto sia fuori la tua giurisdizione non vuol dire che mi darò completamente alla vita mondana!"

"Come se la mia presenza te l’abbia mai impedito qui…"

"Credo di avere ben diritto di fare quello che voglio a 26 ani, tu che ne pensi?"

"Penso che ti vanti tanto dei tuoi 26 anni, ma alla fine ti stai comportando come un bambino! Vuoi tornare a casa?? Bene fallo, stacci un giorno, un week-end, una settimana, un mese se proprio devi, ma non dire che hai intenzione di ristabilirti lì! E poi a fare cosa non l’ho ancora capito!!"

"Ti stai agitando troppo, e non fa affatto bene alla tua età!" Si era riseduto sulla sedia e stava giocando con i piccoli braccioli. Era evidente che niente e nessuno l’avrebbe smosso dai suoi propositi, ma proprio non riusciva a capire che quella decisione avrebbero potuto trasformare la sua ascesa, in una irrimediabile discesa verso l’anonimato.

"Piantala, Orlando stiamo parlando di una cosa seria!"

"Infatti non vedo il motivo di agitarsi tanto! Io ho già deciso, e non potrai fare proprio nulla per farmi cambiare idea… Se tu mi facessi spiegare prima di aggredirmi, forse non saresti tanto contrariato!"

"Io non sono contrariato, sono proprio incazzato nero se non l’hai capito!! E ad un passo dall’infarto, ed è tutta colpa tua!! Comunque sentiamo in cosa consiste questa tua idea geniale!"

"Tanto per iniziare non ho intenzione di stabilirmi in pianta stabile a Londra, ma solo di comprarmi una casa, come punto di appoggio e fare per lo più la spola con New York e Los Angeles! Ho parlato con un mio vecchio professore alla Guildhall e mi ha informato di alcuni corsi post lauream di specializzazione davvero molto validi che non mi farebbero affatto male, anzi avrebbero ancora più peso sull’opinione pubblica e su chi in futuro mi scritturerà, in quanto credo di dare l’opinione di un ragazzo con la testa sulle spalle e che ha voglia di imparare…."

"Magari un pò eccentrico…"

"Quello non ha niente a che fare con la mia decisione di trasferirmi, io sono così lo sono sempre stato e se non sbaglio non dispiace a nessuno, soprattutto a quelli che ci mangiano sulla mia eccentricità, come te…"

"Comunque sai che non è proprio male questa tua idea di tornare a studiare??"

.. Ti ho stupito, vero?? E’ evidente che in questi anni non hai ancora conosciuto il vero Orlando Bloom… Con questa storia della specializzazione ti ho incartato per benino, e non potrai impedirmi proprio nulla… Ha proprio ragione, mia madre… Quando voglio una cosa non c’è verso che m’impedisca di averla…Ora la stoccata finale…

"Certo che lo so, e non avevo alcun dubbio che l’avresti approvata e poi, comunque tu resteresti qui a curare i miei affari durante la mia assenza! Mi fido di te, se il migliore manager a New York e non ho alcun problema a delegarti ogni decisione!"

"Vedo che hai pianificato tutto!"

….COLPITO E AFFONDATO….

"Non proprio ma quasi! Per ora, fino all’uscita del film non ho nulla da fare, quindi a che pro restare qui?? Per riempire le pagine di gossip?? Preferisco tornare a casa, stare con la mia famiglia e studiare…"

"Studiare…. Detto da uno scapestrato come te, fa proprio ridere…"

"Devo ricordarti che sono laureato??"

"Lo so, lo so, non preoccuparti che lo so! Come pensi di fare per le interviste e tutti quegli incontri di rito e logicamente quel genere di cose che richiede espressamente la tua presenza?"

"Te l’ho già detto tornerò qui il più spesso possibile!"

"Sei consapevole che sarà uno sbattimento??"

"Lo è stato anche vivere in Nuova Zelanda per tanto tempo!"

"Non c’è proprio nulla che possa fare, per farti desistere?"

"No, direi decisamente di no!"

"Uhm…. E quando hai intenzione di partire?"

"Domani!"

"Di già?"

"Sì, i corsi iniziano la prossima settimana e avrò alcune faccende burocratiche da risolvere oltre il trasloco!"

Era fatta.. In effetti si era dimostrato leggermente meno dura di quanto aveva previsto, ma probabilmente la malleabilità del buon vecchio John non poteva che significare, che molto molto spesso avrebbe dovuto fare avanti e indietro, per partecipare agli eventi più noiosi… Pazienza, l’importante era aver raggiunto il proprio obbiettivo, e poi c’erano molte cose da organizzare per la partenza…

Continua…

  
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