Sono tornata!!!
Finalmente si scopre chi è la misteriosa persona che ha
bussato alla porta. Spero vi possa incuriosire!!!
E ora:
x ChiuEs: Ciao!!! Mi fa piacere che trovi interessante la premessa!
Scusa davvero per l’errore di battitura, ma
qualche volta mi scappa anche se ricontrollo ^.^… Ad aver bussato alla
porta è una persona che non si sospetterebbe mai. Chissà chi???
Grazie
mille del commento. Baci Baci
Capitolo 1
A cup of tea.
Fino a
pochi attimi fa c’era il silenzio assoluto nel tuo piccolo appartamento.
Ora, a
distanza di millesimi di secondo, il caos che vi regna ti
estranea quasi da lì.
E ci sono
tre bambini – due maschietti e una femminuccia – che gridano il tuo
nome, si aggrappano ai tuoi pantaloni e ti abbracciano le gambe perché
più in alto non arrivano.
E
c’è una donna ancora ferma sulla soglia. Ha una valigia in mano,
la posizione leggermente inarcata a causa del pancione che le deve pesare non
poco. Ha i capelli neri e ricci che le inframmezzano la pelle diafana del viso
e le nascondono in parte gli occhi d’antracite.
E sorride.
Un sorriso carico d’affetto che però nasconde anche
dell’altro.
Lo vedi. Lo
riconosci quel sentimento. E riconosci anche lei.
Alice
Mustang.
L’hai
invitata ad entrare con un gesto della mano. I bambini
ancora attaccati saldamente alle tue gambe. Ti sei abbassata alla loro altezza
e li hai abbracciati tutti in una volta sola. E loro hanno ricambiato
quell’abbraccio.
Non
è da te essere così espansiva: solitamente tieni tutti a distanza
di sicurezza! Ma quei bambini li conosci. Quei bambini
li hai visti nascere. E l’affetto che scatenano
in te è qualcosa che assomiglia molto all’amore di una madre. O
almeno così credi; hai così pochi ricordi di tua madre.
“ Improvvisata alle undici di sera. È proprio da te.”
Dici divertita mentre i tuoi occhi controllano ora i bambini, ora le
espressioni che si delineano sul volto della donna che
ti sta davanti.
Sono lievi
cambiamenti ora degli occhi ora delle labbra, ma tu riesci a notarli senza
troppe difficoltà. In fondo non è quello che fai ogni giorno in
ufficio con il Colonnello?
“ Mi
dispiace.” Dice lei sorridendo sorniona. “ In realtà
l’improvvisata doveva beccarsela mio fratello, solo che casa sua sembra
vuota.”
“
Forse perché è vuota?!”
L’occhiata
di Alice dice tutto. Chiede spiegazioni.
Abbassi gli
occhi a controllare l’acqua che ha iniziato a bollire. La versi per
metà nella teiera di ceramica che usi di rado, e per metà in tre
tazze più piccole del normale. Poi prendi delle bustine di colore
diverso e torni nel piccolo salotto appoggiando il tutto sul tavolino.
Apri tre di
quelle bustine e le immergi nelle tra tazze.
L’acqua cambia immediatamente colore e il profumo muta con lei. Ti piace
osservare questo mutamento. Hai sempre amato vedere i cambiamenti che si
possono portare a ciò che ci circonda.
Alzi le
bustine, le sgoccioli e poi chiami i bambini porgendo
loro le tazze. Gli raccomandi di fare attenzione e speri che per una volta
ascoltino. Poi torni ad osservare Alice.
Ha
già preso la teiera e si è versata l’acqua bollente. La
bustina di tè già immersa. L’acqua già colorata, il
profumo già mutato. Vi aggiunge anche un
cucchiaino di miele. Il profumo dolciastro colpisce anche le tue narici.
Tè
al limone con il miele. Un sapore acre e dolce al contempo. Proprio come lei.
Ti siedi
davanti e ripeti l’operazione compiuta da lei solo pochi istanti prima.
Solo il gusto cambia.
“
Menta…” Sussurra Alice sorridendo appena.
Già,
menta come sempre.
Ti è
sempre piaciuto il gusto della menta. Quel calore intenso che sembra quasi
bruciare subito interrotto dal freddo – quasi gelido – della menta.
Un gusto forte e deciso.
Mescoli con
calma la bevanda fumante, e nel fare questo gesto mille e più ricordi ti
assalgono. Ricordi di serate simili a quella. E al contempo così
diverse.
“ Un
altro taglio…” La senti sospirare. T’irrigidisci di colpo.
Come hai potuto dimenticartene? Come hai potuto pensare che lei non se ne
accorgesse?
E quello
è il preludio. Sai che Alice vuole sapere.
Pretende di sapere. Perché anche lei, al pari
tuo e suo, è stata vittima e
carnefice contemporaneamente. E ora vuole sapere l’origine.
E allora tu
le racconti. Tutto. Non tralasci nulla: non puoi farle
questo! Lei merita la verità! Anche se questo non cambiasse nulla, anche
se peggiorasse soltanto la situazione. Perché siete entrambe consce che
non potete scaricare la colpa su terzi, anche se sono loro ad aver dato il via
a quella giostra di morte e sangue. Perché voi siete state artefici del
vostro futuro. Mettere la divisa è stata una scelta vostra, ben sapendo
a cosa andavate incontro. E le colpe di cui vi siete macchiate non possono
essere cancellate.
Continui a
parlare. Sai che Alice ti crede: lo ha sempre fatto e
sempre sarà così! E sai anche che, benché faccia male,
sapere come sono andate veramente le cose le da un po’ di sollievo.
Perché Alice, al pari di suo fratello, è un’Alchimista. E
gli Alchimisti non sono forse coloro che ricercano la
verità?
“ Mi
dispiace.” Esordisce lei quando tu taci. “ Avrei voluto
esserci.”
E sai che
non lo dice tanto per dire qualcosa. Lei avrebbe
voluto esserci per davvero.
Non le
rispondi. I tuoi occhi vagano un attimo per la casa fino ad
incontrare le figure di quei tre bambini, ora seduti sul tuo divano sfondato e
addormentati l’uno accanto agli altri. Deve essere molto tardi.
“ Per
essere con noi in quel momento avresti dovuto abbandonare loro. O forse,
addirittura, fare una scelta completamente diversa quel giorno. Ma hai scelto loro.” E calchi forte su quelle parole.
“ So che per te sono la cosa più importante.”
Si,
è così. E lo sai bene.
Non puoi
dimenticare i suoi occhi che brillavano come stelle alla nascita di ciascun
bambino. Lei non rinuncerebbe mai a loro. Sai che non tornerebbe indietro, che
non cambierebbe il passato se potesse farlo. Nemmeno quello che vorrebbe
dimenticare.
Guardi
l’orologio appeso al muro: le tre! Si,
effettivamente è davvero tardi.
Nel
frattempo la donna che ti siede davanti ti osserva. Osserva i cambiamenti che
il tempo ha portato al tuo fisico e al tuo cuore.
E nota che,
nonostante ci sia del sollievo per la fine di tutta quella storia, una linea di
dolore e nostalgia più netta segna i tuoi occhi. Fino a pochi anni fa
non era così evidente. Oggi si. Lei lo vede, ma
tace. Ti conosce bene.
Sospira piano, Alice. Oggi ha visto i tuoi occhi. Domani
vedrà quelli di suo fratello. Ma forse non ne
ha nemmeno bisogno; lei sa già cosa vi troverà dentro. Quei
sentimenti così difficili da contenere che ha visto rispecchiarsi nei tuoi durante tutto il racconto. Ed è cosciente
anche che, persino i suoi, di occhi, sono simili ai vostri.
Ma per il
momento non vuole pensarci. Il tempo ci sarà poi.
Grazie mille a chi ha commentato.
Grazie mille a chi ha letto.