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Autore: Ale    15/11/2010    5 recensioni
“Okay. Respira, Rachel. Respira. Ecco, brava: inspira, espira. Ti fischiano le orecchie: meglio se provi a sederti. Credi che sia un brutto sogno? Prova con un pizzicotto… No, visto? Il test è ancora tra le tue mani ed è ancora positivo. Benvenuta nel Fantastico Mondo delle Teenager Incinte.”
Prendete la classica brava ragazza e il classico cattivo ragazzo, una festa di fine estate e qualche bicchiere di troppo. Shakerate per bene e… voilà: ecco a voi una perfetta Gravidanza Indesiderata! Aggiungete al mix due migliori amiche pronte a tutto, il quarterback (per il quale Lei ha una cotta) e la sua ragazza, la Capo-Cheerleader (per la quale Lui ha un’attrazione fatale): cosa ottenete? A Bun In The Oven. Rating Giallo per i temi trattati e la boccaccia di Elijah.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ E così si vuotò il sacco ~

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era stata una mattinata proficua, considerò Dick. Tre sfigati lanciati nel cassonetto dell’immondizia, un gavettone di acqua e farina sulla testa di una secchiona e un primino chiuso a chiave in un cubicolo dei bagni degli uomini.

 

(Certo, non avevano cancellato il bruciore del commento di Amanda, ma gli avevano calmato un po’ i nervi.)

 

Si sentiva piuttosto soddisfatto e valutò l’idea di degnare della sua presenza la lezione di Storia. (La materia era una noooooia totale, ma la Professoressa aveva due gambe che non finivano più. E pure due belle tette.)

 

Con un sogghigno si mise a camminare verso l’aula, quando notò che accanto alla bacheca si era radunato un folto gruppo di persone, che parlottavano tra loro indicando qualcosa.

 

Senza pensarci due volte, Dick puntò in quella direzione. (Chissà? Magari qualcuno aveva attaccato un’altra fotografia in costume da bagno di quella tipa da sbavo del terzo anno.) Sbirciò oltre le teste degli studenti e notò che, sì, c’era una foto. Solo che non era certo quella che si aspettava.

 

Rise. (No, sul serio: chi era il genio che aveva appeso un’ecografia alla bacheca scolastica?! Doveva trovarlo e fargli i suoi più sinceri complimenti.)

 

“Ehi, Dick” lo salutò Brad, mettendogli una mano sulla spalla. Assieme a lui c’erano Amanda e il loro solito gruppo di amici. “Che succede?”

 

Si strinse nelle spalle, sogghignando. “Qualcuna si è fatta fregare e hanno appiccicato la foto del suo peccatuccio in bacheca.” Larry e Jake risero, così come le due Cheerleader. Brad fece un sorrisino indeciso e Amanda roteò gli occhi con una smorfia. Dick si imbronciò.

 

(Dannata smorfiosa con la puzza sotto il naso. Quando lo aveva usato per arrivare a Brad, però, non aveva fatto tanto la schizzinosa…)

 

“E chi è la poverina a cui hanno fatto uno scherzo così crudele?” domandò Amanda con uno strano tono impensierito, alzandosi sulle punte per guardare oltre due stangoni della squadra di basket.

 

Uno di loro si voltò, stringendosi nelle spalle. “Una certa Rachel Reyes.”

 

“Chi?!” esclamò sconvolto Brad, ma Dick quasi non lo sentì con il frastuono del suo cuore nelle orecchie. Guardò di nuovo l’ecografia con la bocca secca e uno strano groppo in gola.

 

(Non era possibile, non era possibile, non era possibile! Cioè, non era possibile, giusto? Insomma sì, aveva fatto sesso con la Reyes e come uno stupido novellino si era dimenticato delle precauzioni, ma non era possibile che quel… quel… cosino fosse suo. Giusto?)

 

Brad nel frattempo si era fatto largo tra la folla e aveva staccato l’ecografia dalla bacheca per controllare il nome. “Non… Non è possibile” mormorò, echeggiando inconsapevolmente i pensieri di Dick. Guardò in direzione dei suoi amici con sguardo sperduto. “Non Rachel… Non Rachel! È impossibile!”

 

“Cosa è impossibile?” domandò incuriosita la diretta interessata, giunta alle loro spalle assieme alle sue due amiche.

 

Dick la guardò quasi spaventato, ma lei aveva gli occhi puntati su Brad.

 

Amanda si schiarì la voce e le mise una mano sulla spalla, guadagnandosi un’occhiata stupita da parte della Reyes. “Tesoro, mi dispiace: qualche idiota privo di tatto ha svelato il tuo piccolo segreto” le spiegò con voce esageratamente contrita.

 

“Scusa?” sussurrò l’altra, sbiancando.

 

“Oh, cara: sappiamo tutti che sei incinta. Se hai bisogno di qualsiasi cos…” cominciò Amanda, ma si fermò di colpo quando Lucinda Holland la prese per il bavero della sua divisa da Cheerleader.

 

“Sei stata tu! Tu, brutta…!” la accusò con rabbia, mentre Cornelia Parks tentava di dividerle.

 

“No, Lula! Che fai? Ferma!”

 

“Quindi è vero?!” intervenne Brad, gli occhi scioccati che affondavano in quelli della Reyes. “Rachel, dimmelo: sei… sei…?”

 

Lei era pallidissima e sembrava sul punto di svenire. O vomitare. Dick si accorse che stava tremando. Poi la ragazza prese un gran respiro e spinse in fuori il mento. “Incinta? Così si dice. Ora ridammi l’ecografia, Brad” disse con voce calma, stendendo la mano.

 

“Rachel…”

 

“L’ecografia, Brad” ripeté, più secca. Gli occhi erano lucidi di lacrime che non lasciava cadere. Il labbro inferiore le tremava. Eppure emanava una dignità stupefacente. Dick strappò di mano l’ecografia all’amico e gliela porse. La Reyes lo guardò per la prima volta da giorni. (Da due mesi, in realtà. Non che avesse tenuto il conto.) Gli sembrava di essere improvvisamente in uno di quegli stupidi film per femminucce, dove i due protagonisti incrociano gli sguardi e tutto il mondo va a farsi friggere. Negli occhi grandi e scuri della Reyes gli parve di scorgere un sacco di cose, prima fra tutti l’identità del padre del cosino. Poi lei distolse lo sguardo. “Grazie” mormorò, prima di girarsi sui tacchi e proseguire verso l’aula di Filosofia.

 

La Parks le corse dietro. La Holland minacciò ancora Amanda col dito. “Lo so che sei stata tu!”

 

“Ma che dici?! Se mi sono anche offerta di aiutarla!” si lamentò la Capo-Cheerleader. “Diglielo anche tu, Brad!”

 

Ma Brad era perso tra i suoi pensieri, lo sguardo ancora rivolto nella direzione in cui era sparita la Reyes. E anche Dick non ascoltava più nessuno, se non il suo cuore che gli batteva come un tamburo nel petto.

 

Manco a dirlo, saltò la lezione di Storia. Nessuno fece domande. Andò a rifugiarsi in infermeria, dove rimase disteso sul lettino per un’ora, per una volta senza doversi inventare qualche balla da raccontare all’infermiera.

 

(Un bambino! Cristo, che aveva combinato? Questo era quello che succedeva a dar retta ai testicoli, invece che al cervello… Era una divina punizione, questa. Perché si era approfittato della Reyes. Sì, perché lei poteva anche aver cominciato, ma poi era stato lui a condurre. E non c’era nemmeno da chiedersi se se lui fosse davvero il padre o lei volesse abortire. Insomma: era Rachel Se-Fossi-Tanto-Così-Più-Irreprensibile-Mi-Farebbero-Santa Reyes! Merda! Era completamente fottuto… Oh, mai come allora prendere il suo vecchio pick-up e fare rotta verso Los Angeles gli era sembrata un’idea tanto meravigliosa…!)

 

Smise di colpo di massaggiarsi gli occhi e si mise a sedere di scatto.

 

(Ma che stava dicendo? Voleva scappare? Andarsene lontano per non dover pensare alle responsabilità che si era lasciato alle spalle? Beh, allora era proprio figlio di suo padre… No, cazzo! Non poteva comportarsi come quel perdente. Anzi, non doveva. Perché lui non era un perdente. No. Si sarebbe preso le sue responsabilità.)

 

Saltò giù dal letto proprio quando la campanella si mise a suonare, segnando la fine della giornata scolastica, e si infilò nei corridoi inondati di studenti. Guadagnò l’uscita a gomitate, continuando a guardare a destra e sinistra nella speranza di scorgere la testa scura della Reyes. Era ormai sul piazzale quando la vide. Assieme a Brad.

 

Lei teneva gli occhi bassi, mentre lui le parlava. La luce del sole gli colpì i riccioli biondi, illuminandogli tutta la testa. Se fosse stato una ragazza, avrebbe pensato che assomigliava a un angelo. Si irritò, senza un vero motivo.

 

(Non c’entrava col fatto che Brad parlasse con la Reyes. Assolutamente.)

 

Strinse i pugni e fece per andare a interrompere l’idilliaco quadretto, ma una spilungona bionda e una rossa rotondetta gli bloccarono la strada.

 

“Dove pensi di andare?” chiese la Holland, guardandolo in cagnesco.

 

“Voglio parlare con la Re… con Rachel” si corresse all’ultimo, facendo per sorpassarle. Ma la bionda gli piantò una mano sul petto.

 

“Non provarci nemmeno, Dickson. Le hai già procurato abbastanza problemi.

 

Si corrucciò. “Posso darle una mano. Quest’estate ho lavorato e posso…”

 

“Ah! Non farmi ridere. Pensi di poterle dare una mano rastrellando giardini e consegnando giornali?” domandò, irrisoria. “Rachel non ha bisogno di uno come te. L’unica cosa che puoi fare è startene al posto tuo e fare quello che hai sempre fatto.” Lo spinse via, con disprezzo. “Dimenticati di questa storia, Dickson. Dimenticati di Rachel e lei se la caverà benissimo.

 

Dick contrasse la mascella. “Perché? Perché sono un fallito e lei si merita di meglio?

 

Lo sguardo della Holland era freddo e sprezzante. “Esattamente. Andiamocene, Cora.”

 

La Parks rimase un attimo a guardarlo (era pena quella che aveva negli occhi?), prima di raggiungere l’amica e dirigersi verso la Reyes.

 

Dick le osservò salutare Brad e incamminarsi assieme a lui verso la macchina. Strinse le labbra e calciò un pezzo di asfalto.

 

(Gliel’avrebbe fatto vedere lui chi era il fallito…)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

E così eccoci al terzo capitolo, dal punto di vista di Elijah. Chiedo scusa per le parole scurrili presenti nel testo, ma quando scrivo avendo in testa come ragiona il personaggio non riesco a eliminarle: dopotutto è un ragazzo adolescente e devo ancora conoscerne uno che non abbia bisogno di lavarsi la bocca con il sapone… Spero che non vi abbiano dato troppo fastidio.

 

Un grazie in particolare a Lucille_Arcobaleno (sono contenta che ti piacciano il mio stile e i nomi dei personaggi!! Per quanto riguarda il soprannome Fagiolino: no, non l’ho preso dal film Juno, che peraltro ho visto e ho trovato molto bello. L’ho letto in una fan fiction di tanto tempo fa nel fandom di Harry Potter. Mi pare si chiamasse “Sono tutte favole” o qualcosa del genere. Se hai un attimo di tempo, leggila: è veramente molto divertente!) e a Gea_Kristh (meno male che ti piace Rachel! Anch’io spesso smetto di leggere una storia perché mi sta antipatica la protagonista. So che i personaggi sono stereotipati: in realtà quello che volevo fare era prendere la solita storia e i soliti personaggi e tentare di dar loro un’impronta un po’ diversa, un po’ di profondità in più. Solo il tempo e voi lettori mi saprete dire se ci sono riuscita!!^^).

 

Spero mi farete sapere cosa ne pensate della storia o dei personaggi, se vi piace come sta proseguendo o se devo correggere il tiro. Mi raccomando: le vostre impressioni sono importanti!!

 

Un grazie sentito a tutti coloro che mi lasceranno un commento e a tutti coloro che si limiteranno a leggere.

 

Un abbraccio virtuali a tutti/e voi!

 

Ale

   
 
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