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~ E così si vuotò il sacco ~
Era stata una mattinata proficua, considerò Dick. Tre
sfigati lanciati nel cassonetto dell’immondizia, un gavettone di acqua e farina
sulla testa di una secchiona e un primino chiuso a chiave
in un cubicolo dei bagni degli uomini.
(Certo, non avevano cancellato il bruciore del commento di
Amanda, ma gli avevano calmato un po’ i nervi.)
Si sentiva piuttosto soddisfatto e valutò l’idea di
degnare della sua presenza la lezione di Storia. (La materia era una noooooia totale, ma
Con un sogghigno si mise a camminare verso l’aula, quando
notò che accanto alla bacheca si era radunato un folto gruppo di persone, che
parlottavano tra loro indicando qualcosa.
Senza pensarci due volte, Dick puntò in quella direzione.
(Chissà? Magari qualcuno aveva attaccato un’altra fotografia in costume da
bagno di quella tipa da sbavo del terzo anno.) Sbirciò
oltre le teste degli studenti e notò che, sì, c’era una foto. Solo che non era
certo quella che si aspettava.
Rise. (No, sul serio: chi era il genio che aveva appeso un’ecografia alla bacheca scolastica?! Doveva trovarlo e fargli i suoi più sinceri complimenti.)
“Ehi, Dick” lo salutò Brad, mettendogli una mano sulla
spalla. Assieme a lui c’erano Amanda e il loro solito gruppo di amici. “Che
succede?”
Si strinse nelle spalle, sogghignando. “Qualcuna si è
fatta fregare e hanno appiccicato la foto del suo peccatuccio in bacheca.”
Larry e Jake risero, così come le due Cheerleader.
Brad fece un sorrisino indeciso e Amanda roteò gli occhi con una smorfia. Dick
si imbronciò.
(Dannata smorfiosa con la puzza sotto il naso. Quando lo
aveva usato per arrivare a Brad, però, non aveva fatto tanto la schizzinosa…)
“E chi è la poverina a cui hanno fatto uno scherzo così
crudele?” domandò Amanda con uno strano tono impensierito, alzandosi sulle
punte per guardare oltre due stangoni della squadra di basket.
Uno di loro si voltò, stringendosi nelle spalle. “Una
certa Rachel Reyes.”
“Chi?!” esclamò sconvolto Brad,
ma Dick quasi non lo sentì con il frastuono del suo cuore nelle orecchie.
Guardò di nuovo l’ecografia con la bocca secca e uno strano groppo in gola.
(Non era possibile, non era possibile, non era possibile!
Cioè, non era possibile, giusto? Insomma sì, aveva fatto sesso con
Brad nel frattempo si era fatto largo tra la folla e aveva
staccato l’ecografia dalla bacheca per controllare il nome. “Non… Non è
possibile” mormorò, echeggiando inconsapevolmente i pensieri di Dick. Guardò in
direzione dei suoi amici con sguardo sperduto. “Non Rachel… Non Rachel! È impossibile!”
“Cosa è impossibile?” domandò incuriosita la diretta
interessata, giunta alle loro spalle assieme alle sue due amiche.
Dick la guardò quasi spaventato, ma lei aveva gli occhi
puntati su Brad.
Amanda si schiarì la voce e le mise una mano sulla spalla,
guadagnandosi un’occhiata stupita da parte della Reyes.
“Tesoro, mi dispiace: qualche idiota privo di tatto ha svelato il tuo piccolo
segreto” le spiegò con voce esageratamente contrita.
“Scusa?” sussurrò l’altra, sbiancando.
“Oh, cara: sappiamo tutti che sei
incinta. Se hai bisogno di qualsiasi cos…” cominciò Amanda, ma si fermò di
colpo quando Lucinda Holland
la prese per il bavero della sua divisa da Cheerleader.
“Sei stata tu! Tu, brutta…!”
la accusò con rabbia, mentre Cornelia Parks tentava
di dividerle.
“No, Lula! Che fai? Ferma!”
“Quindi è vero?!” intervenne
Brad, gli occhi scioccati che affondavano in quelli della Reyes.
“Rachel, dimmelo: sei… sei…?”
Lei era pallidissima e sembrava sul punto di svenire. O
vomitare. Dick si accorse che stava tremando. Poi la ragazza prese un gran
respiro e spinse in fuori il mento. “Incinta? Così si
dice. Ora ridammi l’ecografia,
Brad” disse con voce calma, stendendo la mano.
“Rachel…”
“L’ecografia, Brad” ripeté, più
secca. Gli occhi erano lucidi di lacrime che non lasciava cadere. Il labbro
inferiore le tremava. Eppure emanava una dignità stupefacente. Dick strappò di
mano l’ecografia all’amico e gliela porse.
“Ma che dici?! Se
mi sono anche offerta di aiutarla!” si lamentò
Ma Brad era perso tra i suoi pensieri, lo sguardo ancora
rivolto nella direzione in cui era sparita
Manco a dirlo, saltò la lezione di Storia. Nessuno fece
domande. Andò a rifugiarsi in infermeria, dove rimase disteso sul lettino per
un’ora, per una volta senza doversi inventare qualche balla da raccontare
all’infermiera.
(Un bambino! Cristo, che aveva combinato? Questo era
quello che succedeva a dar retta ai testicoli, invece che al cervello… Era una
divina punizione, questa. Perché si era approfittato della Reyes.
Sì, perché lei poteva anche aver cominciato, ma poi era stato lui a condurre. E
non c’era nemmeno da chiedersi se se lui fosse davvero
il padre o lei volesse abortire. Insomma: era Rachel Se-Fossi-Tanto-Così-Più-Irreprensibile-Mi-Farebbero-Santa
Reyes! Merda! Era completamente fottuto… Oh, mai come
allora prendere il suo vecchio pick-up e fare rotta verso Los Angeles gli era
sembrata un’idea tanto meravigliosa…!)
Smise di colpo di massaggiarsi gli occhi e si mise a
sedere di scatto.
(Ma che stava dicendo? Voleva scappare? Andarsene lontano
per non dover pensare alle responsabilità che si era lasciato alle spalle? Beh,
allora era proprio figlio di suo padre… No, cazzo! Non poteva comportarsi come
quel perdente. Anzi, non doveva.
Perché lui non era un perdente. No.
Si sarebbe preso le sue responsabilità.)
Saltò giù dal letto proprio quando la campanella si mise a
suonare, segnando la fine della giornata scolastica, e si infilò nei corridoi
inondati di studenti. Guadagnò l’uscita a gomitate, continuando a guardare a
destra e sinistra nella speranza di scorgere la testa scura della Reyes. Era ormai sul piazzale quando la vide. Assieme a
Brad.
Lei teneva gli occhi bassi, mentre lui le parlava. La luce
del sole gli colpì i riccioli biondi, illuminandogli tutta la testa. Se fosse
stato una ragazza, avrebbe pensato che assomigliava a un angelo. Si irritò,
senza un vero motivo.
(Non c’entrava col fatto che Brad parlasse con
Strinse i pugni e fece per andare a interrompere
l’idilliaco quadretto, ma una spilungona bionda e una rossa rotondetta gli
bloccarono la strada.
“Dove pensi di andare?” chiese
“Voglio parlare con
“Non provarci nemmeno, Dickson. Le hai già procurato abbastanza problemi.”
Si corrucciò. “Posso darle una mano. Quest’estate
ho lavorato e posso…”
“Ah! Non farmi ridere. Pensi di poterle
dare una mano rastrellando giardini e consegnando giornali?” domandò, irrisoria.
“Rachel non ha bisogno di uno come te. L’unica cosa che puoi fare è startene al
posto tuo e fare quello che hai sempre fatto.” Lo spinse via, con disprezzo.
“Dimenticati di questa storia, Dickson. Dimenticati
di Rachel e lei se la caverà benissimo.”
Dick contrasse la mascella. “Perché? Perché sono un
fallito e lei si merita di meglio?”
Lo sguardo della Holland era freddo e sprezzante. “Esattamente. Andiamocene, Cora.”
Dick le osservò salutare Brad e incamminarsi assieme a lui
verso la macchina. Strinse le labbra e calciò un pezzo di asfalto.
(Gliel’avrebbe fatto vedere lui chi era il fallito…)
Commenti:
E così eccoci al terzo capitolo, dal punto
di vista di Elijah. Chiedo scusa per le parole scurrili presenti nel testo, ma quando
scrivo avendo in testa come ragiona il personaggio non riesco a eliminarle:
dopotutto è un ragazzo adolescente e devo ancora conoscerne uno che non abbia
bisogno di lavarsi la bocca con il sapone… Spero che non vi abbiano dato troppo
fastidio.
Un grazie in particolare a Lucille_Arcobaleno (sono contenta che ti piacciano il mio
stile e i nomi dei personaggi!! Per quanto riguarda il
soprannome Fagiolino: no, non l’ho preso dal film Juno,
che peraltro ho visto e ho trovato molto bello. L’ho letto in una fan fiction di
tanto tempo fa nel fandom di Harry Potter. Mi pare si
chiamasse “Sono tutte favole” o qualcosa del genere. Se hai un attimo di tempo,
leggila: è veramente molto divertente!) e a Gea_Kristh (meno male che ti piace Rachel! Anch’io spesso smetto di leggere
una storia perché mi sta antipatica la protagonista. So che i personaggi sono
stereotipati: in realtà quello che volevo fare era prendere la solita storia e
i soliti personaggi e tentare di dar loro un’impronta un po’ diversa, un po’ di
profondità in più. Solo il tempo e voi lettori mi saprete dire se ci sono
riuscita!!^^).
Spero mi farete sapere cosa ne pensate della
storia o dei personaggi, se vi piace come sta
proseguendo o se devo correggere il tiro. Mi raccomando: le vostre impressioni
sono importanti!!
Un grazie sentito a tutti coloro che mi
lasceranno un commento e a tutti coloro che si limiteranno a leggere.
Un abbraccio
virtuali a tutti/e voi!
Ale