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Autore: Stellalontana    21/11/2005    4 recensioni
Che cosa succederebbe se all'improvviso il mondo vi crollasse addosso? Che cosa fareste se sapeste che un amico ha tradito? Fanficton che ho scritto con un grande nodo alla gola... recensite vi prego!!!
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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1.

Dolore, rabbia, frustrazione, abbandono. Questo dilaga nella tua mente. Ti senti perduto?

Sì.

Che cosa provi? Rabbia?

Disperazione. Odio. Provo odio. Lo odio.

Oh, so cosa senti… Lo so. Ti capisco.

Come puoi? Mi hanno abbandonato. Erano tutto per me. La mia famiglia… loro dove sono? Anche loro non mi cercano?

Oh, puoi starne certo, ragazzo. Non ti cercano. Sono convinti che tu sia morto!

NO! Come può essere? Li odio… li odio!

Sì! Sì! Tu li odi! Tu, che li hai sempre amati con tutto te stesso. Tu che sei sempre stato un punto di riferimento per loro… tu li odi…!

Sì.

Allora vieni da me!

No.

No?

Come posso?

Come? Lo sai. Alzati e incamminati verso il tuo destino. Ti istruirò io. L’arte va tramandata da padre a figlio. Lascia che io sia tuo padre e che tu sia il figlio che loro mi hanno tolto.

Sì.

Alzati!

Va bene.

 

L’uomo si alza a fatica. Il respiro affannoso, la fronte imperlata di sudore, le spalle scosse da tremiti di dolore e di freddo. Un freddo che lo prende dall’interno, la consapevolezza di essere vivo, di essere lì. Si tocca la faccia. Come può essere ancora vivo? L’incantesimo lo ha colpito in pieno. Non era alla sua forza più distruttiva, pensa. Sì. Un accenno di un lieve sorriso compare sulle sue labbra. Lo ha studiato a scuola, quasi due mesi prima.

Le gambe quasi gli cedono, gli fanno male. Quella voce, quella voce subdola dentro di lui lo ha risvegliato dal torpore che lo aveva preso, in quella posizione disteso, così vicina alla morte. Ed ora lo aveva invitato a camminare. Muove un passo, poi un altro. La testa comincia a girargli, lo prende una nausea improvvisa, si preme una mano sullo stomaco, piegandosi su se stesso, sentendo il sapore amaro della bile sulla lingua. Ancora scosso da violenti conati continua a camminare in quella landa desolata. Si ferma un’ultima volta, per riprendere fiato, appoggiando le mani sulle ginocchia. Alza la testa, socchiudendo le palpebre nel grigiore piovigginoso che preceda l’alba. Nella nebbia la figura incappucciata di una specie di monaco guarda verso di lui. “Chi sei?” chiese l’uomo guardandolo. Una strana risata scuote la figura immobile davanti a lui. “Sono la tua paura, il tuo rancore… il tuo odio! Sono te!”. L’uomo drizza la schiena incurante degli spasmi di dolore che lo scuotono. “Tu sarai mio padre?” chiede. Il monaco annuisce.

“Sì figlio mio. Io sarò tuo padre. Vieni con me, lascia che ti istruisca, che ti faccia diventare un vero re!”

“Ti seguo… Voglio la mia vendetta!” grida l’uomo nella nebbia che li avvolge. “Mi aiuterai?”

“Certo, figlio mio. Gli faremo vedere che non è l’unico essere eccezionale!”

 

   
 
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