Crossover
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Autore: Etie    17/11/2010    1 recensioni
“Va tutto bene?...Mi senti?”
Un segreto. Un evento che ha segnato inevitabilmente la vita di una ragazza, ora in cerca della sua vendetta.
Yuna ha quindici anni e, nonostante tutto, si considera una ragazza come tante altre. Non le sembra strano che il personaggio di un videogioco viva con lei ormai da anni e non le crea problemi il pensiero che il suo migliore amico sia immortale. In così poco tempo ne ha viste così tante che ormai nulla riesce a sorprenderla. Ma un giorno, per un suo errore, quell’equilibrio si spezza e lei si ritrova a dover ricominciare tutto nel mondo che lei ha sempre sognato: il mondo di Final Fantasy. Strane casualità faranno intrecciare i destini di più persone, eroi chiamati ad affrontare l’ennesima missione per salvare tutto.
Entità oscure minacciano nuovamente quel mondo. La ShinRa sta tornando ad essere quella di un tempo, segreta e cospiratrice com’era sempre stata.
Qualcuno ha perso sé stesso.
Qualcuno, forse, riuscirà a riscattarsi dal suo passato.
E lei, Yuna, sarà la chiave di tutto.
…Ma cosa nasconde in realtà?
Recensite numerosi, ho bisogno di opinioni! ^^
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 5 - Attacco combinato

Capitolo 5

Attacco combinato



Come previsto, Squall e compagni arrivarono nel continente di Centra alle sette del mattino e affittarono una macchina nell'insignificante porticciolo in cui si trovavano per essere a Midgar per le otto. Selphie e Irvine continuavano a cantare come stessero andando a fare una scampagnata da quando erano saliti in macchina mentre Zell, seduto sul sedile del passeggero, continuava a dire a Squall cose che lui non stava neanche a sentire riguardo una ragazza che lavorava in biblioteca. Lui era troppo impegnato a pensare a Rinoa che, stranamente silenziosa, aveva lo sguardo fisso fuori dal finestrino. A volte la sbirciava dallo specchietto retrovisore, sperando di non essere notato, ma la ragazza neppure se ne accorgeva. Quistis stava in silenzio accanto a lei, stretta tra lei ed Irvine, ma per lei quella era la norma. Rinoa, invece, era sempre così allegra e vitale che vederla tanto calma era...strano. Era così da quando era tornata e Squall aveva pensato che fosse perché se ne era andato all'improvviso, senza uno straccio di messaggio che la potesse rassicurare. Ma ora, dopo tutto quel tempo, il ragazzo non poteva credere che non ci fosse altro dietro al suo comportamento: in fondo, Rinoa era incapace di portare rancore perché scordava in fretta i torti subiti. Doveva essere successo qualcosa, non c'era dubbio. Ma cosa poteva essere?

Sospirando, Squall guardò un'ultima volta nello specchietto, prima di tornare a concentrarsi sulla strada.

***

Seduto sulla sua moto nera, un ragazzo dai tratti delicati aveva appena finito di ascoltare i messaggi nella segreteria del suo cellulare e con uno scatto deciso aveva chiuso lo sportellino, per poi infilarselo in una tasca dei pantaloni neri, coprendosi gli occhi cerulei con gli occhiali scuri. Si guardò intorno solo un attimo per accertarsi che non ci fossero mostri nei paraggi, prima di accendere il motore con un gesto deciso e di partire immediatamente, sfrecciando attraverso la vallata rossastra che circondava Midgar. Aveva avuto delle consegne da fare, ora che lavorava come corriere, ma adesso stava tornando in città per andare a prendere Marlene e stare un po' insieme, come promesso. Quella bambina riusciva sempre a strappargliene una, quando davvero voleva...
Parcheggiò dietro il locale di Tifa e Marlene gli andò subito incontro quando lo vide, stringendo le braccia attorno alla sua vita e abbandonando la testa sul suo maglioncino morbido.
"Sei venuto, Cloud!" esclamò, felice, mentre la ragazza dietro al bancone sorrideva al nuovo arrivato. "Mi hai fatto aspettare parecchio, sai?" continuò la bambina, alzando gli occhi ad incontrare lo sguardo del silenzioso ragazzo.
"Marlene..." Tifa scosse la testa, sussurrando il nome della bambina con un tono di vago rimprovero, mentre riprendeva a pulire il bancone con più attenzione, distogliendo lo sguardo dai due.
"Allora, andiamo?" chiese la piccola con enfasi, ignorando completamente la ragazza mentre alzava speranzosa le sopracciglia, in attesa di una risposta.
Cloud attese di incrociare lo sguardo di Tifa e le sorrise debolmente, prendendo per mano la bambina che gli si affiancava felice mentre lui annuiva nella sua direzione. Uscirono insieme dal locale, incamminandosi per le strade affollate e caotiche di Midgar. Passeggiavano tranquillamente, mano nella mano, nonostante la maggior parte delle persone guardasse lui con timore e la piccola con aria preoccupata, visto che si accompagnava a un tipo che girava con una spada enorme sulla schiena. Marlene non notava nulla di tutto ciò e Cloud...beh, lui non ci aveva mai fatto caso, a dire la verità: era più che normale, per lui, avere almeno un'arma con sé quando usciva di casa, perciò non si era mai posto il dubbio del perché di quelle occhiate.
"C'è un posto in particolare dove vuoi andare?" domandò a un tratto il ragazzo, agitando lievemente i capelli biondi e ben pettinati nel voltare lo sguardo verso il basso.
La bambina sembrò rifletterci parecchio, dondolando la mano nella sua, prima di rispondere con un sorriso: "No, passeggiamo. Voglio stare un po' con te."
Cloud si sorprese come sempre della franchezza e dell'ingenuità di lei, restando per un momento immobile a fissarla, per poi distogliere lo sguardo e annuire una sola volta. Distratto dalla conversazione che stava avendo con lei, Cloud non notò di essere sulla strada di qualcuno e finì con l'urtare un ragazzo sulla ventina, che si scusò con lui come se la colpa fosse sua, superandolo poi come niente fosse. Senza smettere di camminare, Cloud si voltò indietro a cercarlo tra la folla, attirato da qualcosa che aveva colto in lui: gli era parsa una faccia conosciuta e non gli capitava molto spesso di avere una sensazione del genere. Lo vide allontanarsi con passo deciso, coi capelli chiari che ondeggiavano al vento e la pelle abbronzata che splendeva alla luce del sole. Decisamente, c'era qualcosa di familiare in quella figura...
Lanciò uno sguardo a Marlene, che continuava a fissarlo sorridendo, e tornò a fissare la strada davanti a lui, osservando con totale disinteresse gli imponenti edifici che si ergevano oltre la strada.

***

Sulla via del ritorno, mentre erano vicini al locale, i due udirono delle urla che provenivano da poco più avanti e la gente che correva in ogni direzione. Alcuni secondi dopo, Cloud poté notare che il panico era causato da alcuni grendel che scorrazzavano tranquillamente per le strade della città, attaccando chiunque capitasse loro a tiro. Il ragazzo lasciò la mano alla bambina al suo fianco, guardandola per un istante mentre afferrava la spada da dietro la schiena.
"Marlene, torna al bar."
La bambina annuì alle sue parole, pronta già a scattare verso casa, quando lui la fermò. "Sta' attenta." le disse, restando a fissarla per un po' mentre si allontanava per essere certo che nessun mostro tentasse di attaccarla, per poi concentrarsi solo sulle bestie che aveva davanti. Non erano avversari degni di nota per uno come lui e bastò un colpo per uno per abbatterli, ma fu difficile scovarli tutti perché quelli continuavano a scappare e il mare di folla che fuggiva gridando spaventata non lo aiutava certo a capirci qualcosa.
"Serve una mano?" la voce di Tifa lo fece voltare a cercarla, notando che si stava infilando i guanti di pelle nera mentre gli sorrideva con aria amichevole. Insieme, ripresero a dare la caccia ai mostri, notando che erano molti di più di quanti ne potessero essere giunti per caso attraverso i cancelli della città.
"Ma quanti sono?" domandò la ragazza, guardandosi intorno con sorpresa quando, una decina di minuti dopo, si accorse che non accennavano a diminuire. "Non finiscono mai!"
"Sta succedendo qualcosa..."  Cloud strinse i denti, affondando la spada nello stomaco dell'ennesimo mostro, cercando una risposta alla domanda di Tifa. In un momento di riposo, il ragazzo si guardò intorno, cercando di capire da dove provenissero, quando un pensiero lo folgorò di colpo. "La ShinRa!"  Alzò lo sguardo verso l'imponente costruzione, fissando con ira il colosso che era sempre stato la fonte dei suoi guai, e si mise a correre in quella direzione, gridando a Tifa di seguirlo.

***

Squall parcheggiò a un isolato di distanza dall'azienda, mentre Zell inveiva contro i soldati che avevano sbarrato il passaggio nel battersi contro dei mostri che aveva visto solo poche volte, ma che ricordava bene come tutti gli altri incontrati in vita sua.
"Tante storie per dei miseri cani!" gridò, scendendo dalla macchina e stringendo il pugno destro davanti al viso con determinazione. Squall girò intorno alla macchina, andando a recuperare le loro armi dal portabagagli e distribuendole ai loro legittimi proprietari, prima di prendere la Lionheart e di richiudere lo sportello con una spinta distratta, mentre già si allontanava per sparare con più facilità ad un mostro che minacciava una bambina, staccatasi dalla mano della madre per andare a recuperare il peluche che aveva perduto nella corsa. Il ragazzo scosse la testa, mentre Rinoa si avvicinava alla bimba per rassicurarla. D'altra parte, l'espressione che Squall aveva sul viso in quel momento spaventava anche lei, certe volte...
"Andiamo." disse lui dopo un attimo, freddo, mentre staccava gli occhi dall'imponente palazzo che stava fissando per vedere i suoi amici annuirgli con convinzione. Correndo, si aprirono la strada fino alla ShinRa, sorpresi nel non venire fermati da qualcuno prima di entrare. Nell'ampio ingresso, tutto sembrava normale, non fosse stato per il frenetismo con cui i soldier si riversavano in strada a dar man forte a quelli che già stavano combattendo. Una ragazza alla reception si stava sistemando i capelli biondi, controllando il suo riflesso nello specchio che sicuramente teneva sotto al bancone. Quando li vide avvicinarsi, la ragazza alzò lo sguardo sui SeeD, sorridendo cordialmente mentre chiedeva: "Posso esservi utile?"
Squall avanzò fin davanti al bancone, mentre gli altri restavano indietro per scrutare il palazzo o semplicemente per lasciare spazio al capo.
"Sono Squall Leonhart, comandante del garden di Balamb e questa" indicò alle sue spalle con un gesto della mano, notando che la ragazza guardava gli altri con aria interrogativa "è la mia squadra."
La centralinista annuì, battendo qualcosa sulla tastiera mentre Squall continuava a parlare, probabilmente a vuoto.
"Siamo qui per incontrare chi si occuperà con noi della fusione."
"Sì" disse lei, lanciando al SeeD una rapida occhiata "temo ci sarà da attendere, però: al momento il nostro incaricato si sta occupando dei mostri, fuori, insieme ai suoi uomini."
Squall annuì un istante, prima di domandarle se sapesse qualcosa riguardo ai mostri in città.
"Mi dispiace" rispose la ragazza, facendo svolazzare a destra e a sinistra i capelli chiari nello scuotere la testa "ne sappiamo quanto voi, purtroppo. Pare che i mostri siano apparsi all'improvviso all'interno della città e che non siano perciò entrati da fuori. Come sia successo, però, al momento è un mistero anche per noi..." sorrise e Squall capì che non aveva più nulla da dirgli. Si chiese se non avesse solo eseguito un ordine impartitole per non divulgare informazioni preziose o se davvero anche la ShinRa fosse all'oscuro di tutto, anche se la cosa gli sembrava abbastanza improbabile.
"Potete attendere al cinquantasettesimo piano, se volete..." suggerì la sorridente impiegata, sorpresa poi dallo squillo del telefono accanto a lei. Attese qualche secondo prima di alzare la cornetta. "...Mi scusi...." disse al ragazzo davanti a lei, coprendo il microfono con una mano, per poi rivolgersi a chi aveva chiamato. "ShinRa Corporation, sono Heather, in che cosa posso esserle utile?"
Squall tornò ad avvicinarsi ai suoi amici, notando che Selphie era particolarmente perplessa.
"Ehi Sel, che hai?" chiese Rinoa, notando come lui l'espressione accigliata dell'amica.
"Niente" disse lei, rilassandosi mentre scuoteva il capo "è che credevo che nelle grandi società le centraliniste avessero la cuffia, non il telefono....Sai quelle cuffiette carine con il microfono e l'auricolare su un solo orecchio?" Selphie esibì ampi gesti nello spiegare il motivo del suo turbamento, lasciando tutti a bocca aperta, prima di ricordarsi che per lei era normale avere certi pensieri.
La receptionist riprese a parlare e Squall tese un orecchio per captare eventuali informazioni utili. Niente, solo la solita telefonata del solito tipo preoccupato per i mostri...
Dopo aver riattaccato l'apparecchio con un sospiro, la centralinista tornò a guardare i SeeD, scusandosi con loro dell'attesa e tornando a rivolgersi a Squall. Stava per dire qualcosa, quando l'ingresso di un consistente gruppo di soldier la interruppe, per farle dire invece, rivolta a chissà chi in mezzo a tutte quelle divise: "Ah, comandante, ci sono i SeeD da Balamb per lei."
Una figura esile rimase a fissare la ragazza, dando le spalle al gruppo di amici che la fissava con aria perplessa, specialmente Squall.
"Oh, Heather, ti prego: mi hai dato del tu fino all'altro ieri! Non cambiamo le cose, ok?"
"Certo, signore."
Il soldier portò una mano alla testa, scuotendo il capo in un gesto familiare.
"Allora, dove hai detto che sono questi SeeD?"
Heather alzò la testa, indicando i sei ragazzi con un gesto "Dietro di te."
La ragazza si voltò lentamente, con l'espressione confusa che mutava immediatamente in sorpresa mista a pura gioia.
"Squall!" gridò, correndo ad abbracciare l'amico. Come al solito, l'entusiasmo e lo slancio di lei lo costrinsero a portare indietro una gamba per non perdere l'equilibrio e finire a terra entrambi. Squall sapeva che i suoi amici lo stavano fissando con espressione confusa e sorpresa e poteva anche vedere quella interessata della centralinista, che non staccava loro gli occhi di dosso neppure al suo sguardo truce.
"Ehi" fece Squall dopo un po', capendo che lei non si sarebbe staccata tanto presto "cos'è questa storia del comandante?"
Delusa per non essere stata ricambiata nella stretta, Yuna lo lasciò andare, mostrandogli i suoi occhi chiari e un piccolo broncio da bambina, prima di rispondergli con un repentino cambio d'umore "Ho fatto carriera in fretta, non te l'ho detto?" con la punta dell'indice, la ragazza gli sfiorò il naso, per poi intrecciare le dita dietro la schiena, sorridendo con aria felice mentre lui scuoteva la testa "Oh, beh: me ne sarò dimenticata..."
Squall sospirò, mentre un colpo di tosse da parte di Irvine gli ricordò la presenza dei suoi amici, che aveva momentaneamente scordato. Si voltò verso di loro con l'intenzione di presentargliela, ma si rese conto che era molto più difficile di quanto pensasse.
"Ciao, sono Yuna." disse lei semplicemente, risparmiando l'arduo compito a uno Squall sulle spine come poche altre volte. Quanto avrebbe voluto fare una foto alla sua faccia, in quel momento! "Mi occupo io dell'acquisizione del garden. Quindi, Kramer ha mandato voi a mediare: i suoi migliori uomini...deve tenere molto a questa storia..." la ragazza si divertì a fare la finta tonta e Squall ringraziò che ci riuscisse così bene, perché gli altri non sembravano averlo notato. Rinoa, però, la guardava in modo strano...
"Se volete seguirmi, ci occupiamo di questa storia." Yuna si incamminò verso gli ascensori, portandosi dietro i SeeD e Rinoa, mentre teneva Squall teneramente a braccetto, schiacciando il tasto per chiamare l'ascensore.
"Sono nella sala grande al cinquantasette, se hai novità." disse mentre le porte si aprivano, rivolta alla centralinista che annuì in risposta. Trascinò dentro il ragazzo e attese che gli altri la seguissero prima di schiacciare il suddetto numero nella lunga lista di tasti. L'ascensore iniziò a salire e per un momento tutti rimasero in silenzio, senza sapere cosa dire. Tutti rimasero assolutamente scioccati nel vederla poggiare il capo contro il braccio di Squall, senza accennare minimamente a lasciarlo andare. Poi, dopo un po' che salivano, Quistis tentò di presentare i compagni, ma lei la interruppe dicendo che sapeva già chi erano. All'occhiata torva di Squall, però, si costrinse ad aggiungere: "La vostra fama vi precede, è difficile non ricordare i vostri volti ultimamente..."
"Ehi" Yuna concentrò tutta la sua attenzione su Squall, fissandolo dal basso nei suoi occhi di ghiaccio "tu sai qualcosa dei mostri?"
Lei scosse la testa, chinando lo sguardo per un attimo. Mollò la presa sulla sua giacca, grattandosi la testa con imbarazzo "Sono apparsi dal nulla e nel nulla sono spariti, dopo un po' che li combattevamo. Sembrava quasi che qualcuno li avesse...evocati. Farò rapporto appena possibile, ma adesso mi devo occupare di voi. Maledetta burocrazia, è sempre così seccante..."
Squall sorrise, lasciando letteralmente di sasso i suoi amici.
"Sai, non mi aspettavo venissi di persona..."
"Beh, io non mi aspettavo che fossi tu il mediatore."
Sorridendo, Yuna varcò le porte dell'ascensore, che intanto era appena arrivato al piano, e disse a tutti di seguirla, conducendoli in una grande stanza con una parete completamente vetrata che affacciava sulla strada e un lungo tavolo rettangolare, circondato da comode sedie girevoli, dove evidentemente si tenevano le trattative. Un telefono era appoggiato sul tavolo, vicino a dove si era seduta la ragazza, che aveva fatto capire con un gesto agli altri di sedersi.
Un attimo dopo, la ragazza schiacciò il numero sei sull'apparecchio e rimase un momento in silenzio, prima di dire un'unica frase: "Joe, ho bisogno di te al cinquantasette, nella sala conferenze." Riattaccò la cornetta senza attendere risposta e un attimo dopo la porta si aprì, lasciando entrare un ragazzo vestito in modo elegante, che avanzava con passo deciso verso di lei.
"Mi chiamo Joe Gordon, sono il responsabile dell'ufficio che si occupa dei rapporti con l'esterno." il ragazzo porse la mano a tutti, prima di sedersi accanto alla collega.
Prendendo in mano i fogli che l'altro aveva appena portato, Yuna aprì la bocca per parlare ma si bloccò immediatamente quando il telefono al suo fianco prese a squillare.
"Yuna" disse, rispondendo dopo un attimo. Rimase in silenzio per qualche momento, prima di strillare con aria agitata: "Che cosa? Ok, io vado, ma mandami su una squadra di supporto: non sappiamo con chi abbiamo a che fare..." attaccò dopo un momento, sbattendo la cornetta sul telefono nella fretta di scattare in piedi a denti stretti. "Scusate, abbiamo problemi ai piani alti..."
Squall annuì, alzandosi in piedi anche lui "Serve aiuto?"
Lei ci pensò su un attimo, annuendo poi con decisione. "Grazie"
Squall fece un cenno agli altri SeeD, facendo loro capire di seguirlo mentre usciva di corsa con la ragazza.

***

Quando i sette ragazzi arrivarono nell'ufficio del presidente, Yuna bussò con enfasi, chiamando a gran voce l'uomo all'interno. Non ricevendo risposta tentò di aprire la porta, ma la maniglia era bloccata.
"Maledizione!" gridò, allontanandosi di qualche passo mentre con la mano destra prendeva la pistola che teneva infilata nei pantaloni, dietro la schiena. "Fate attenzione." disse ai SeeD, che si scansarono immediatamente quando la videro puntare l'arma davanti a lei e sparare tre colpi consecutivi all'altezza della maniglia. Si riavvicinò di corsa, sfondando con un calcio la già martoriata porta, che si aprì di scatto sull'ufficio del presidente. Yuna teneva la pistola con entrambe le mani, osservando con attenzione la stanza davanti a lei. Entrò con passo lento, stringendo più forte l'arma tra le sue mani, mentre sentiva Squall alle sue spalle sguainare la Lionheart. Tutto sembrava in ordine, ma nella stanza non c'era nessuno. Guardando in terra, la ragazza si accorse che una scia di sangue sporcava il pavimento dietro la scrivania. La poltrona in pelle nera girevole su cui il presidente sedeva sempre era voltata verso la vetrata, dando le spalle ai nuovi arrivati. Yuna abbassò l'arma, già scattando verso la scrivania, quando la poltrona fu voltata verso di lei, rivelando una figura nerovestita seduta comodamente sopra di essa, stringendo i braccioli sotto le mani guantate di un nero usurato. L'uomo, col volto coperto da un cappuccio calato fin sopra gli occhi, mise le gambe sulla scrivania ordinata, accavallandole una sull'altra. Squall si affiancò all'amica, alzando il gunblade verso lo sconosciuto, mentre lei si limitava a fissarlo con sguardo vuoto. Quello si spinse via dal banco, per poi alzarsi in piedi nella sua alta statura. Probabilmente avrebbe potuto guardare Squall negli occhi, se fossero stati faccia a faccia.
"Così, ci si rivede finalmente..." disse la figura in nero, incrociando le braccia e posando la sua attenzione su Yuna, fino a quel momento immobile coi pugni stretti a fissare il sangue sul pavimento. Rialzando lo sguardo su di lui con espressione confusa, la ragazza lo vide sparire, senza riuscire a ricordare di aver mai sentito quella voce. Impiegò un momento per riprendersi dallo stupore iniziale, prima di correre dietro la scrivania, bloccandosi con lo sguardo fisso in terra quando si rese conto di ciò che era successo. I rinforzi arrivarono in quel momento, trovando la ragazza inginocchiata in terra, che con voce tremante dava loro l'ordine di dare l'allarme. "Chiamate un medico, presto!" gridò, mentre vedeva i soldier correre via uno ad uno dopo le sue parole. Yuna tornò a fissare l'uomo a cui teneva sollevata la testa con gli occhi che bruciavano per la rabbia. Quistis le si avvicinò e rimase ad osservare per un momento la pozza di sangue in cui giaceva immobile Kaim Sharley, l'ultimo presidente della ShinRa, a capo dell'azienda da soli due mesi.
"Non si può più fare nulla." disse rivolta ai suoi amici, mentre scuoteva la testa con rassegnazione. "È morto."
Yuna si rialzò, continuando a tenere il capo chino. I pugni stretti, il volto teso: Squall sapeva che la ragazza non voleva mostrare gli occhi lucidi che sicuramente aveva. Lei non era abituata a simili spettacoli...
Dopo essersi ripresa, la ragazza continuò ad impartire ordini ai suoi uomini come se non avesse mai fatto altro in tutta una vita, perfettamente padrona della procedura da seguire in certi casi. Passò un'ora così, un'ora in cui i SeeD rimasero seduti fuori dall'ufficio del presidente a fissare il continuo via vai degli impiegati della ShinRa e di Yuna in particolare, che continuava a sparire nell'ufficio e ad uscire dopo qualche minuto, spiegando a tutti cosa fare e dove andare. Squall si sorprese per la fermezza e il sangue freddo con cui lei gestiva la situazione, ritrovandosi a pensare quanto fosse cresciuta da quando si erano conosciuti, quanto fosse diventata forte...
"Vi dispiace se rimandiamo a domani questa faccenda della fusione? Ora non mi sembra proprio il caso e tutti sono impegnati in qualcosa..."
Squall rialzò d'improvviso lo sguardo su Yuna, quando la sentì parlare a pochi passi da lui.
"Naturalmente avrete a disposizione delle stanze per stanotte, qui nel dormitorio."
I ragazzi rivolsero lo sguardo al comandante, aspettando di conoscere il suo responso. Squall annuì, alzandosi in piedi. "Bisognerà avvisare il preside, però. C'è un posto tranquillo dove poter telefonare?"
"Vieni, ti faccio vedere." Yuna fece un gesto con la mano, facendo capire all'altro di seguirla e insieme si allontanarono da tutto quel trambusto, sparendo poi nell'ascensore.
"Ehi, Rin" rimasti soli, Zell ne approfittò immediatamente per chiamare con una leggera gomitata l'amica al suo fianco, avvicinandosi a lei come per dirle un segreto "ma questa Yuna che lavora alla ShinRa...non ti sembrava quella ragazza?"
Rinoa chiuse le mani a pugno sulle gambe, chinando lo sguardo senza dire una parola.
"Quale ragazza?" s'intromise Selphie lì vicino, sporgendosi un po' in avanti per vedere meglio Zell.
"Quella che hanno beccato con Squall quando sono tornati al garden, Sel!" le spiegò Irvine, scuotendo la testa con rassegnazione mentre teneva una mano sulla fronte.
"Ah, quella ragazza..."
"Non lo so, non l'ho notato." Quando Rinoa rispose, tutti si accorsero del suo disagio. Dopo un po' che se ne stavano in silenzio, tutti attenti a non incontrare gli sguardi degli altri, Zell batté un pugno sul palmo dell'altra mano, attirando all'improvviso l'attenzione dei suoi amici.
"Ho trovato!" esclamò, sorridendo. "Mi è venuta un'idea!"
"Perfetto, siamo rovinati!" il commento di Irvine fu subito stroncato dalle occhiate torve di Selphie e di Quistis, che lo costrinsero ad affondare più in basso sulla panchina su cui stavano stretti i cinque ragazzi, calcandosi il cappello sulla testa in un istintivo tentativo di nascondersi ai loro sguardi inceneritori.
"Parla, Zell." gli disse Quistis, quando capì che Irvine non avrebbe più aperto bocca e dato fiato.
Annuendo, il ragazzo spalancò le braccia, costringendo tutti ad abbassarsi o appiattirsi contro lo schienale per evitare di essere colpiti. "Tutto ciò che dobbiamo fare è tenerli d'occhio, così potremo capire che rapporto c'è tra quei due!"
"Secondo me avete frainteso tutto..." sussurrò la bionda ragazza, sistemandosi meglio gli occhiali fini davanti agli occhi. "Squall non è così scemo da correre dietro alla prima che passa." Le occhiate di tutti si spostarono istintivamente su Irvine, a quelle parole "Non farebbe mai nulla per ferirti, Rin."
"Giusto, sicuramente abbiamo capito male. In fondo, si stavano solo abbracciando, no?" aggiunse Selphie col suo solito entusiasmo, quando finalmente riuscì a staccare lo sguardo dal cowboy al suo fianco.
"Beh, trattandosi di Squall, anche un abbraccio è incriminante..."
"Cos'è, tutto d'un tratto sei diventato l'uccello del malaugurio, tu?" sbottò l'allegra ragazzina, incrociando le braccia sul petto con fare stizzito.
Irvine alzò le mani in sua difesa quando per l'ennesima volta i suoi amici lo fulminarono con lo sguardo.
L'ascensore si aprì di nuovo e Yuna rispuntò nella stanza, sorridendo per un momento ai cinque ragazzi che la stavano fissando. Loro ricambiarono con imbarazzo, come colti con le mani nel sacco. Attesero che sparisse di nuovo nell'ufficio del presidente, prima di riprendere a parlare, stavolta con tono più basso.
"Quindi, voi dite che non mi devo preoccupare?" domandò Rinoa, incerta, tornando ad allentare le mani ancora strette a pugno.
"Sicuro!" fu l'unanime risposta delle due ragazze.
"Ma l'avete vista? Avete visto come si è stretta a lui, con quanta naturalezza l'ha fatto nonostante la nostra presenza?"
"Proprio per questo non può esserci nulla tra di loro." il tono di Irvine sembrava quello di chi spiega ad un bambino qualcosa di elementare. Sorpreso e rassegnato ai loro sguardi interrogativi, il ragazzo chinò la testa, battendosi una mano sulla fronte. "Ma devo proprio spiegarvi tutto?"
Nessuno rispose, attendendo la spiegazione del cecchino.
"Se davvero ci fosse qualcosa tra di loro, in pubblico sarebbero impacciati e non si sfiorerebbero nemmeno per paura di destare sospetti. Invece, proprio perché sono così naturali insieme, non c'è alcun motivo di preoccuparsi. Chiaro il concetto?"
"Beh, su questo ha ragione..." sussurrò Zell, indicando con il pollice l'amico alle sue spalle.
"E se proprio vuoi esserne certa, allora ci penseremo noi ad indagare!" l'entusiasmo di Selphie e il sostegno di tutti i suoi amici riuscì a rianimare Rinoa, che sorrise di cuore a tutte le loro premure.
"Grazie ragazzi!" un abbraccio generale strinse i cinque ragazzi, tutti sorridenti nonostante il momento non fosse dei migliori. "Siete gli amici migliori che si possano desiderare!"

***

Quando arrivarono ai piedi del colosso ShinRa, Cloud e Tifa furono immediatamente fermati da dei soldier all'ingresso. La ragazza provò a domandare cosa fosse successo, ma la risposta fu solo che non potevano rilasciare nessuna informazione. Cloud notò l'agitazione nelle loro voci, nei loro movimenti e disse a Tifa di lasciar stare, avviandosi subito verso il bar.
"Che c'è?" le chiese lei, affiancandolo dopo un attimo.
Cloud scosse la testa, restando in silenzio. "Non sono solo i mostri il problema. Ci deve essere dell'altro, di sicuro...ma cosa?"
Senza riuscire a rispondersi, l'ex membro dell'Avalanche continuò a camminare senza dire una parola e senza mai incrociare lo sguardo di nessuno lungo la strada.

   
 
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