Crossover
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Autore: Etie    18/11/2010    1 recensioni
“Va tutto bene?...Mi senti?”
Un segreto. Un evento che ha segnato inevitabilmente la vita di una ragazza, ora in cerca della sua vendetta.
Yuna ha quindici anni e, nonostante tutto, si considera una ragazza come tante altre. Non le sembra strano che il personaggio di un videogioco viva con lei ormai da anni e non le crea problemi il pensiero che il suo migliore amico sia immortale. In così poco tempo ne ha viste così tante che ormai nulla riesce a sorprenderla. Ma un giorno, per un suo errore, quell’equilibrio si spezza e lei si ritrova a dover ricominciare tutto nel mondo che lei ha sempre sognato: il mondo di Final Fantasy. Strane casualità faranno intrecciare i destini di più persone, eroi chiamati ad affrontare l’ennesima missione per salvare tutto.
Entità oscure minacciano nuovamente quel mondo. La ShinRa sta tornando ad essere quella di un tempo, segreta e cospiratrice com’era sempre stata.
Qualcuno ha perso sé stesso.
Qualcuno, forse, riuscirà a riscattarsi dal suo passato.
E lei, Yuna, sarà la chiave di tutto.
…Ma cosa nasconde in realtà?
Recensite numerosi, ho bisogno di opinioni! ^^
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 6 - Una nuova minaccia

Capitolo 6
Una nuova minaccia





"...E non è ancora stata stabilita la causa dell''improvvisa comparsa di mostri al centro di Midgar."
La voce della reporter del telegiornale del mattino le arrivava alle orecchie nonostante il chiacchiericcio diffuso nel bar. Concentrata unicamente sulla tazza fumante di caffè che stringeva tra le mani, Yuna cercava di ignorarla, conoscendo già la maggior parte delle notizie che stavano trasmettendo.
"La ShinRa non si esprime al riguardo, come non si esprime sul decesso del presidente Kaim Sharley, ancora avvolto nel mistero. Alle domande dei giornalisti, gli addetti all'ufficio stampa hanno risposto solo con un semplice 'no comment', spiegando che non erano autorizzati a rilasciare informazioni di alcun genere riguardo gli avvenimenti di questa movimentata mattinata."
La ragazza affondò lo sguardo nel caffè, bevendone solo un piccolo sorso per via del calore ancora eccessivo. Certo che 'non erano autorizzati a rilasciare informazioni': era un suo ordine...
Sospirando, Yuna non notò i ragazzi che l'avevano affiancata fin quando uno non le rivolse la parola.
"Ehi!" le disse, facendole alzare lo sguardo nella sua direzione. Quattro volti conosciuti le stavano davanti, chi sorridendo, chi sventolando una mano in segno di saluto. "Che coincidenza rivederci qua...Possiamo sederci?"
Sorpresa, Yuna attese un momento prima di annuire con calma. Irvine si sedette accanto a lei senza troppi complimenti, posando subito un braccio sulla spalliera della panca imbottita su cui stava la ragazza.
"Ahia! Ahia!"
Selphie lo fece subito rialzare, tirandolo su per un orecchio, incurante degli sguardi degli altri clienti su di loro. "Smettila di fare lo scemo!" gli disse lasciandolo, mentre portava con decisione i pugni sui fianchi. Il cecchino si massaggiò l'orecchio dolorante con aria innocente, scrollando le spalle con un lieve sorriso. "Ops..."
Quistis stava ancora scuotendo la testa quando si sedette vicino al soldier, mentre Zell aveva già in mano il menu per la colazione. Gli altri due li imitarono dopo un istante, spingendo Zell nell'angolo sotto la finestra.
"Così...tu e Squall vi conoscete bene, eh?" chiese subito Irvine, incrociando le braccia sul tavolo e protendendosi verso la diretta interessata.
Yuna sorrise, scuotendo le spalle mentre sorseggiava nuovamente il caffè. "Per quanto si possa conoscere uno come lui...A proposito, sapete dov'è?"
"Con Rinoa." rispose Selphie, rubando il menu dalle mani di Zell per osservarne attentamente il contenuto. "Dovrebbero essere qui a momenti, comunque."
"O magari prima..." Irvine sventolò un braccio per farsi vedere dalla coppia appena entrata nel bar e le due ragazze che gli stavano davanti si voltarono a cercarli.
"Ciao!" esclamò Rinoa, raggiante, mentre si sedeva vicino al ragazzo coi capelli lunghi, seguita un attimo dopo da Squall.
Un coro di saluti le rispose. Approfittando del momento di distrazione, Zell riprese il menu dalle mani dell'amica, che gli lanciò un'occhiata gelida.
"Visto chi abbiamo trovato che faceva colazione qui?" domandò il ragazzo con fare indifferente, fingendo di non aver visto lo sguardo assassino che gli era stato rivolto.
Yuna scrollò le spalle, alzandosi in piedi. "
Purtroppo per poco, devo tornare a lavoro. Chiedete di me stasera per le vostre stanze. Buona giornata." Sorrise, nonostante tutti la fissassero con aria curiosa. Squall, invece, sembrava perplesso e aveva di nuovo l'espressione che le riservava quando sapeva che qualcosa non andava. Ma non importava: in due minuti scarsi sarebbe stata fuori dal locale e si sarebbe lasciata dietro tutte le domande del ragazzo. Andò alla cassa e pagò in fretta il conto, per poi uscire con passo spedito e falsamente tranquillo dal locale.

***

La camminata veloce e rigida di Yuna tradiva la sua incertezza, anche se né lei, né tanto meno Squall sapevano a cosa questa fosse dovuta.
"Ehi!" la voce del SeeD le arrivò dalle spalle, facendola fermare per voltarsi a guardarlo mentre lui le si avvicinava con calma. "Va tutto bene?"
La ragazza chinò lo sguardo, prendendosi un po' prima di rispondere con tono freddo e distaccato, sferzando l'aria con un gesto della mano. "Senti, non voglio crearti problemi, ok? Torno alla ShinRa, oggi c'è parecchio da fare."
Senza attendere la sua reazione, lei si voltò e si allontanò in fretta, ignorando completamente il tentativo di lui di fermarla. "Yuna, aspetta!"

***

Nonostante avesse davvero parecchio lavoro da svolgere alla ShinRa quel giorno, Yuna non se la sentiva di andarci davvero. Non subito, se non altro. Si diresse perciò fuori città, verso le immense pianure incolte che circondavano Midgar, premendo il tasto verde sul tastierino del cellulare e scorrendo gli ultimi numeri chiamati. Trovato quello che cercava, lo schiacciò di nuovo e attese che la ragazza che sapeva esserci dall'altra parte della cornetta le rispondesse con professionalità. "ShinRa Corporation, sono Heather, in che cosa posso esserle utile?"
"Heather, sono Yuna. Rientro nel pomeriggio. Se vi serve chiamatemi sul cellulare."
"Certo."
"Mi raccomando, però: solo se indispensabile, altrimenti gradirei non essere disturbata."
"Riferirò, signore."
Yuna attaccò e chiuse con un gesto lo sportellino del cellulare, infilandolo poi in una tasca dei pantaloni neri di pelle che si era messa al posto della divisa da soldier, quasi completamente insozzata di sangue. Sopra, invece, indossava una semplice canotta bianca scollata e un unico guanto nero aderente a fasciare la mano destra. Perfettamente in contrasto con l'aria dura che la pelle le donava, decine di braccialetti colorati le riempivano l'avambraccio sinistro, insieme a una piccola fascia gialla che aveva stretto appena sotto la spalla. Un laccio di cuoio legato al collo senza però sorreggere nessun ciondolo le dava sempre fastidio quando si muoveva, ma lo portava dal giorno in cui aveva deciso di seguire Squall e non aveva intenzione di toglierselo: ogni volta che se lo sentiva addosso, ogni volta che provava anche solo un minimo fastidio, la ragazza ricordava perché era lì e quale fosse il suo obiettivo, il motivo per cui si era lasciata tutto alle spalle ed era diventata...beh, quello che era. Gli anfibi facevano scricchiolare la terra ed i piccoli sassolini che incontravano ad ogni suo passo, risuonando nella piana deserta e inospitale come un invito a nozze per i mostri. Il prurito che aveva alle mani le fece capire che non vedeva l'ora di trovarsene uno davanti, tanto per rilassarsi un po'. Alle volte il centro addestramento del garden le mancava proprio...
Continuò ad allontanarsi per molto, completamente delusa da quei poveri mostriciattoli che aveva incontrato e sistemato col semplice uso della magia. Cercava qualcuno con cui impegnarsi, non di certo simili schiappe! Sospirando, Yuna si guardò per un momento alle spalle, osservando la città oltre le carcasse dei mostri che aveva abbattuto: sembrava così lontana...Un improvviso  ruggito la fece tornare a voltarsi, sorridendo nel trovarsi davanti una chimera e qualche piros, anche.
"Finalmente cominciamo a ragionare!"  pensò felice, allungando le braccia al cielo per stiracchiarsi prima di cominciare a combattere sul serio. Estrasse l'elsa nera della Death's Chaos dal borsellino legato alla cintura, mentre la chimera si abbassava sulle zampe anteriori e alzava la coda a testa di serpente per lanciarle contro una magia di tuono. Yuna si mise di fianco, alzando il braccio sinistro a coprirsi il volto. "Cavolo, come si chiamavano quelle magie per parare gli elementi? Para...para...giusto, parathund!"  Stava per usare la magia, quando una specie di gabbia luminosa la avvolse per un momento, formando una sfera perfetta. "Shell? Ma chi...?"
Un istante dopo, una moto nera si frappose tra lei e i mostri e un ragazzo biondo con in mano una lunga spada dal grigio spento scese a terra. Yuna rimase immobile a fissarlo mettere k.o. la chimera con pochi colpi ben assestati, senza neppure rivolgerle uno sguardo mentre lo faceva. La ragazza sapeva di avere un'espressione a dir poco inebetita nell'ammirarlo, ma che ci poteva fare se con tanta gente che poteva incontrare, proprio lui era venuto a mettersi in mezzo? Wow, trovarsi Brad Pitt nella torta del compleanno doveva avere lo stesso effetto...
Il ragazzo si occupò anche di un piros, prima che Yuna si decidesse a reagire, tanto per non fare la figura della "donzella in pericolo" con un simile schianto davanti. Velocemente, richiamò una magia di ghiaccio e in un attimo anche l'altro piros fu sistemato. Solo allora lui si voltò a guardarla, squadrandola da capo a piedi con espressione vagamente sorpresa.
Yuna chinò un momento il capo, imbarazzata nel sentirsi addosso il suo sguardo. "Orlando Bloom gli fa un baffo a questo qui..."  pensò, nervosa, mentre si spostava una ciocca di capelli dietro un orecchio e con un sorriso stupendo tornava ad incrociare il suo sguardo. "Grazie dell'aiuto." disse, cercando di ritrovare la calma "Ma non ce n'era bisogno, davvero."
"L'ho notato."
"Wow, che bella voce!"  pensò Yuna, cercando di non tornare a mostrare l'espressione da pesce lesso che sapeva di aver avuto.
"Tutto ok?" le chiese il ragazzo, dopo un po' che se ne stava zitta.
Lei annuì semplicemente, intrecciando le dita dietro la schiena. Il ragazzo non poté fare a meno di notare il sorriso che lei aveva sempre dipinto sulle labbra. Chissà cos'aveva tanto da essere felice...
"Sono Cloud." si ritrovò a dire dopo un attimo, senza neppure sapere perché si sentisse tanto socievole.
"Yuna" Ci mancò poco che gli rispondesse "lo so"...Dopo un attimo di silenzio, Yuna si costrinse a chiedergli la prima cosa che le era venuta in mente, nonostante ne conoscesse già la risposta: tutto, pur di farlo parlare ancora! "Sei di Midgar?"
"Ci vivo."
"Laconico peggio di Squall: ci credo che a Kingdom Hearts facevano sempre comunella..."
Ancora silenzio: Yuna non sapeva che dire, nonostante fosse felice come una ragazzina in una gelateria. Era così difficile conversare con un tipo del genere...
"Oh, beh...io..." dato che la situazione stagnava, la ragazza indicò alle sue spalle con un pollice, non trovando altro da fare se non andarsene. Si voltò, con l'espressione degna di un personaggio dei manga tanto era buffa e sofferente. Si fece forza e mosse qualche passo verso la città, ormai stanca di cercare mostri, quando Cloud la fermò, esclamando: "Ehi!" Yuna si voltò di nuovo a guardarlo, pensando che tutto si sarebbe aspettata, anche che Sephiroth in persona la invitasse a prendere il tè, ma Cloud che le rivolgeva la parola di sua spontanea volontà...
"Vai a Midgar?" le chiese.
La ragazza alzò le sopracciglia, restando per un momento interdetta. "Sì" rispose poi "ci vivo."
Un angolo delle labbra di Cloud si alzò in un lieve sorriso, spontaneo e inaspettato come solo i suoi sapevano essere.
"Wow"  pensò Yuna nel vederlo "credevo che la mia possibilità di vedere Cloud sorridere fosse pari a quella di diventare presidente della ShinRa! Quante cose si imparano a questo mondo!"
Lui scosse lievemente la testa, socchiudendo per un attimo gli occhi mentre l'espressione sul suo viso tornava quella di sempre. Posò la mano sinistra su un fianco, mentre la destra stringeva ancora la spada, piccola solo per i suoi standard. Con un lieve cenno del capo indicò la moto alle sue spalle, lontana qualche passo, e domandò ancora, come fosse estremamente naturale per lui: "Ti va se ti do un passaggio?"
A Yuna per poco non prese un colpo nel sentirlo. Ma insomma, si può sapere che diavolo stava succedendo a quel mondo: Squall ordinava il giapponese, Cloud dispensava passaggi e sorrisetti come niente fosse...Erano tutti impazziti? Comunque, sarebbe stata una stupida se avesse sprecato l'occasione che lui le aveva offerto così annuì, cercando di non sorridere troppo, con scarsi risultati però. Cloud sorrise di nuovo e Yuna pensò che fosse in fin di vita...o che lei fosse talmente ridicola da riuscire a smuovere persino uno che un sorriso non lo aveva quasi mai fatto in vita sua.

Lentamente, il ragazzo si voltò verso Fenrir, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lei finché poté, per poi incamminarsi verso la moto nera. Quando lui si fu seduto, Yuna gli si avvicinò con passo incerto, chiedendosi se non stesse sognando. Lo vide riporre la spada nel vano a destra della moto e accendere il motore, per poi voltarsi a guardarla con aria quasi impaziente. Le fece un cenno col capo a indicare alle sue spalle, convincendola a sedersi dietro di lui. Quasi timida nello stringersi a lui, Yuna appoggiò appena le mani sui suoi fianchi e Cloud alzò gli occhi al cielo, partendo all'improvviso per coglierla di sorpresa e sperando che avesse i riflessi pronti e non cadesse. Quando lo fece, la ragazza mise da parte tutte le sue riserve e si aggrappò forte al suo petto, con gli occhi chiusi e la testa affondata nella schiena di lui. Incredibile: era andata in moto per anni, eppure ogni volta aveva sempre quello strano timore che le impediva di tenere gli occhi aperti o semplicemente di strillare e godersi il vento tra i capelli come faceva sempre lui...
"Diamine, perché finisco sempre col pensare a lui?"
Yuna sospirò, senza riuscire a tenere a bada i ricordi che riaffiorarono ad un tratto.

***

"Se continui a stringermi così, finirò col morire soffocato!" Nonostante probabilmente dicesse sul serio, la voce di Lee suonava limpida e serena e, anche se Yuna era alle sue spalle, sapeva perfettamente che il sorriso gli illuminava il volto.
"Moriremo se non lasci quel cavolo di acceleratore, pazzo squinternato!" La ragazza si chiedeva come diamine riuscisse ad essere sempre così bello, sicuro e tranquillo in qualunque situazione. In quel momento, per esempio, lei era spaventata a morte e le gambe non volevano saperne di star ferme, nonostante odiasse l'idea che Lee avvertisse la sua fragilità. La ragazza sapeva che quello era uno dei motivi per cui lui sorrideva tanto beatamente. L'altro, naturalmente, è che stava guidando la sua moto.
"Non vedo dove sia il problema..."
"...Disse quello che non può morire..."
Lee scosse il capo e si voltò a guardare indietro, i capelli liberi dal casco che gli svolazzavano davanti agli occhi chiari. "Sai, proprio non capisco di cosa hai paura..." sussurrò lui, l'aria allegra e spensierata stampata in volto nonostante lo sguardo di terrorizzato rimprovero che gli arrivò in risposta. Yuna gli girò il capo a forza, facendolo tornare a guardare avanti.
"Ci manca solo che non guardi più la strada, per finire in bellezza la giornata..."
Il silenzio calò tra i due per qualche minuto, lasciando che la mente di ognuno vagasse tra i propri pensieri. Nonostante le braccia le facessero male e il ragazzo le avesse già detto e ripetuto di allentare la presa, Yuna continuava a stringersi a lui con quanta più forza aveva in corpo, con la testa posata a cercare riparo sulla sua schiena e le gambe strette all'inverosimile contro la moto scura che sfrecciava nel buio della notte. Era piena estate e l'aria fresca che la velocità faceva battere contro di loro era un vero toccasana contro quel caldo afoso che finiva sempre col privarli delle forze.
Solo qualche ora prima, Yuna era stata svegliata da uno strano rumore, come di qualcosa che batteva contro un vetro. Si era alzata dal letto, guardinga, e si era avvicinata alla finestra, scostando di poco le tende per guardare fuori. Per poco non aveva urlato nel trovarsi di fronte Lee, accucciato sul ramo della quercia più vicino alla finestra della sua stanza, sorridente nel vedere la ragazza. Le aveva fatto cenno di aprire i vetri e lei aveva obbedito, docile e sorpresa, convinta com'era che fosse solo un sogno. Con un balzo leggero, Lee era atterrato sulla morbida moquette della stanza, senza fare il minimo rumore.
"Ciao." le aveva detto, scoccandole un bacio sulla guancia mentre si rimetteva in piedi e le regalava un sorriso angelico.
"Che ci fai qui?" gli aveva invece chiesto lei, seguendolo con lo sguardo mentre lui andava a sdraiarsi sul suo letto, supino e con le mani dietro la testa.
"Dici che il mastino di là mi avrà sentito?" aveva sussurrato Lee, dopo aver risposto con un'alzata di spalle alla domanda di lei.
"M...mastino?" imbarazzata e sulle spine (oltre che mezza addormentata, vista l'ora), Yuna non era riuscita a capire di chi stesse parlando e ripeté quella parola, tentando inutilmente di ragionare. Lee si era messo seduto, notando immediatamente il lieve rossore sulle guance dell'amica.
"Squall, chi altro? I tuoi non si sveglierebbero neanche se arrivassero gli alieni..."
"Ah, già: Squall..." Di nuovo, a Lee non era sfuggito il modo quasi ossessivo con cui Yuna teneva le braccia strette al corpo, lo sguardo basso che solo raramente guizzava ad incontrare il suo. Sorridendo malignamente le si era avvicinato, mentre lei indietreggiava d'istinto, fino ad arrivare con la schiena contro la parete chiara e il ragazzo che, a pochi centimetri da lei, le impediva di fuggire.
"Non dirmi che ti vergogni!" l'aveva canzonata, sfiorandole la punta del naso con l'indice della mano destra.
"Eh?"
Senza smettere di sorridere, Lee aveva lottato con la forza della ragazza e le aveva allontanato le braccia del corpo, valutando con sguardo critico ed attento il tenero baby-doll bianco decorato di ibisco lilla che lei indossava...
"Però, non credevo dormissi così...Se l'avessi saputo, sarei passato prima a farti visita!"
Yuna gli aveva tirato un calcio e lui finalmente, tra una risata sommessa e un'impertinente tentativo di osservare oltre la scollatura della ragazza, si era deciso a dirle cos'era venuto a fare lì nel cuore della notte.
"C'è una cosa che vorrei farti vedere, ma ti devi sbrigare. Dai, cambiati che ho la moto qui sotto!"
Così, Yuna si era cambiata, dopo aver pazientemente lottato con Lee perché non la guardasse mentre lo faceva, se non voleva che il suo bel faccino venisse segnato a vita. Lo aveva seguito fuori dalla finestra, curiosa e meno assonnata e si era subito stretta a lui, quando di malavoglia era salita sulla moto del ragazzo.
Fu solo venti minuti più tardi che Lee, finalmente, si decise a rallentare e Yuna aprì gli occhi, guardandosi attorno con interesse: Lee l'aveva portata in spiaggia, col mare scuro piatto come una tavola per l'assenza di vento e la luna quasi piena che stava lì lì per sparire e lasciare il posto all'alba. Lee parcheggiò e subito prese lei per mano, correndo sulla spiaggia candida con l'entusiasmo di un bambino.
"Coraggio, togliti le scarpe!" gridò e la spiaggia deserta sembrò ancora più vasta quando la sua voce si perse in lontananza, unendosi al fruscio delle onde. Velocemente, entrambi si tolsero le scarpe: lui gli intramontabili anfibi scuri, lei le irrinunciabili All Star candide. A piedi nudi e con la mano nella mano, corsero sulla sabbia fredda, sul bagnasciuga umido, fino ad arrivare a bagnarsi i piedi nell'acqua tiepida, ridendo di gioia mentre saltavano e si schizzavano come bambini, finendo subito col bagnarsi del tutto. Mezz'ora più tardi, dopo che il tempo era volato come fossero passati solo pochi minuti, il freddo pungente del mattino sorprese i due amici, che si ritrovarono a tremare nonostante fosse la fine di luglio. Stremati, si sedettero in terra, osservando il cielo che cominciava a schiarirsi e a tingersi dei colori dell'alba. Yuna si strofinava le braccia nel tentativo di scaldarsi, con le gambe strette al petto e il mento posato sulle ginocchia, quando Lee le posò un caldo asciugamano sulle spalle. Yuna si voltò a guardarlo sorridere, posandosi contro una sua spalla e lasciandosi abbracciare per dividere con lui il telo morbido.
"Dove lo hai preso?" gli chiese lei, capendo immediatamente quando il ragazzo schioccò le dita, mimando con le labbra un ironico "Puff!"
"Sai, è la prima volta che vedo l'alba..." sussurrò lei dopo un po', estasiata dai colori pastello che dipingevano il cielo di mille sfumature diverse.
"Lo so." rispose Lee con lo stesso tono di voce, basso e dolce da far svenire.
Yuna distolse lo sguardo dal panorama di fronte a sé, incrociando quello fisso e sereno del ragazzo accanto a lei, mentre un identico sorriso si disegnava sulle labbra di entrambi.

***

"Siamo arrivati." la voce cupa e profonda di Cloud la riscosse all'improvviso dai suoi pensieri, riportandola alla realtà. La moto era ferma sotto casa sua e il ragazzo teneva un piede a terra per sorreggerla. Yuna ci mise un po' per ricordare cosa ci faceva lì e che dovesse fare. Scosse la testa e scese di sella, tentando di dimenticare le dolorose immagini che continuavano ad affollarle la mente, la voce dolce e leggera di Lee che la riempiva di parole.
"Grazie" si costrinse a dire, quando si rese conto di avere lo sguardo del ragazzo biondo addosso. "Grazie del passaggio."
Cloud annuì una volta soltanto, prima di ripartire senza una parola o il minimo cenno di un sorriso, lasciandosi lei alle spalle.

***

Quella sera, sommersa dal lavoro e dalle scartoffie che continuavano ad ammucchiarsi sulla sua nuova scrivania, Yuna decise di rimanere più a lungo a lavoro e di aspettare anche l'arrivo dei SeeD per sistemarli di persona negli alloggi liberi dell'azienda. China sul suo pasto, in mensa, stava rileggendo per la quarta volta un documento di cui ancora non aveva afferrato il contenuto, distratta com'era da mille altri pensieri: Squall che era in città, l'incontro con Cloud, Lee...
"Lee..."
Fu solo mentre si dirigeva verso il suo ufficio che la sua mente iniziò a sgombrarsi e i crampi della fame a farsi sentire, visto che aveva avuto lo stomaco chiuso e in mensa non era riuscita a mandare giù nulla. Oh, beh: tanto in ufficio teneva sempre qualche snack...
Stava giusto per premere la maniglia della porta, quando un rumore dall'interno la frenò, facendole istintivamente portare la mano libera ad afferrare una delle due pistole.

***

"Allora, passiamo in mensa più tardi? Voglio proprio vedere se anche qui i panini sono buoni come quelli del garden!"
Squall stava lottando con sé stesso per non appendere la metà dei suoi compagni al primo muro libero, lottando col solito mal di testa che gli disturbava i pensieri. "Prima pensiamo a trovare Yuna, poi andiamo in mensa." rispose lui, secco come sempre mentre tentava di capire perché il loro ultimo incontro si fosse interrotto tanto bruscamente e la ragazza se ne fosse andata così, lasciandolo solo con quella frase che non riusciva ad afferrare. Creargli problemi? Di che stava parlando? Gli unici problemi che aveva al momento, oltre a quell'orribile emicrania, erano Rinoa e la sua missione. Che c'entrava lei con il "creare problemi"?
I sei ragazzi svoltarono l'ennesimo corridoio, seguendo una carta dell'edificio che la centralinista che aveva sostituito quella incontrata la mattina aveva dato loro, segnando con un pennarello verde la strada fino all'ufficio di Yuna. Ormai non doveva mancare molto: il piano era quello e, se il suo senso dell'orientamento non lo ingannava, dovevano mancare solo poche svolte.
"Che bello, ci siamo quasi!" strillò Selphie in un suo orecchio, sbirciando oltre la spalla di Squall il percorso segnato sulla mappa e saltando di gioia quando vide a che punto erano. Il mal di testa di Squall, intanto, non accennava a diminuire...

***

"Ci si rivede, finalmente..."
Quando il ragazzo incappucciato parlò di nuovo, Yuna si accorse con orrore di essere in trappola, spinta dallo sconosciuto fin contro la scrivania e stretta tra lui e il mobile. Nonostante la minima lontananza, quello continuava ad avvicinarsi al suo viso, spingendo lei istintivamente sempre più indietro, spostando le mani sul tavolo e mandando indietro il busto fin quasi a farsi male.
"Quasi non ci speravo più..." sussurrò lui, posando le mani guantate di nero di fianco a quelle della ragazza, che tentava di trattenere il respiro per non mostrare l'affanno e la tensione che in realtà aveva. Erano bastate due mosse di quello sconosciuto per sfilarle di mano la pistola e altrettante erano servite per sbarazzarsi della gemella e della Death's Chaos, che la ragazza non era neppure riuscita ad evocare. Per finire, un novox le aveva impedito l'uso delle magie ed ora Yuna si sentiva totalmente inerme contro di lui. Comunque, s'impose di mostrarsi forte e sicura di sé. "Chi sei? Cosa vuoi? Hai ucciso tu Kaim Sharley?" domandò con voce dura, mentre una lieve risata dell'altro le faceva aggrottare le sopracciglia, mentre stringeva i denti d'istinto.
"Chi sei?" ripeté lui, mentre la sua risata si faceva più libera e la sua voce sempre più alta "Chi sei? Davvero non immagini chi possa essere?"
Yuna rimase per un momento in silenzio, tentando di ricordare tutti quelli che aveva conosciuto da quando era arrivata nel futuro. Poi, d'un tratto, capì che forse doveva guardare ancora più indietro per trovare chi aveva davanti...
"...Chris?" domandò, incerta, provocando l'ennesima risata di lui.
"Se così si può dire..."
Un lampo di speranza attraversò la mente di lei. "Bingo!"  Ne aveva trovato uno!
Il ragazzo le accarezzò lentamente una guancia, avvicinandosi fin quasi a baciarla, quando Yuna riuscì finalmente ad allontanarsi, eseguendo una specie di capriola all'indietro mal riuscita sulla scrivania alle sue spalle.
"Mostrami il tuo volto, Chris, cosicché possa ritrovarti e combatterti, un domani!"
Lui inclinò il capo e sotto l'ombra del cappuccio nero la ragazza riuscì a scorgere un perfido sorriso.
"No, non ti piacerebbe sapere chi c'è qui sotto." disse lui, convinto, mentre scuoteva la testa con le braccia incrociate sul petto.
"Perché, non hai trovato nessuno che avesse il faccino abbastanza carino da soddisfare i tuoi standard?"
"No" ripeté lui "io lo dico per te..."
"Allora togliti quel dannato cappuccio e lascia che sia io a giudicare!" gridò Yuna, falciando l'aria con un gesto secco della mano, irritata come sempre quando era con lui.
Chris rise ancora, lasciando cadere le braccia lungo la linea del suo corpo, prima di sussurrare: "Se proprio ci tieni così tanto...ti accontento subito, tesoro!"

Se avesse potuto osservare il suo volto sconvolto, probabilmente Yuna avrebbe capito il perché delle risate ancora più sguaiate di lui.
"Non è possibile!"

***

Quando svoltarono l'ultimo angolo, i sei ragazzi del garden giunsero nei pressi dell'ufficio di Yuna giusto in tempo per sentirla gridare. Qualcosa schizzò velocemente contro il muro del corridoio, disintegrando la parete che comunicava con l'ufficio della ragazza e alzando tanta polvere da non permettere di vedere a un palmo di distanza da sé.
"Ma che è stato?" fece Zell a nome di tutti, tossendo la polvere che aveva respirato.
Poco più avanti, una figura camminava con passo lento verso la parete verso cui era scoppiato il muro distrutto, con una calma straziante e a dir poco inquietante. Lentamente, l'ombra si chinò a terra, restando immobile per qualche istante, mentre qualcosa di fronte a lui si muoveva debolmente. Non importava quanta polvere offuscasse la vista, non importava quanto tutto sembrasse sconnesso e privo di significato, Squall poteva giurare che la figura a terra fosse proprio Yuna.
"Povera piccola...avresti dovuto ascoltarmi, una buona volta..." disse la voce di un uomo. Squall riconobbe di averla già sentita, quella mattina. Quando l'uomo allungò una mano per accarezzare la guancia di Yuna, Squall sentì di non poter più trattenersi dall'intervenire.
"Ehi!" gridò, sguainando la sua fedele Lionheart e puntandola contro di lui. La figura si voltò di scatto e, nel momento stesso in cui Squall sparò un colpo di avvertimento verso l'alto, quello sparì, mentre anche la nuvola di polvere cominciava a calare. "Yuna!" Il SeeD abbandonò il gunblade in terra e corse immediatamente verso la ragazza (ora del tutto visibile, mentre la visuale si faceva più nitida), arrivando da lei con una scivolata e inginocchiandosi al suo fianco, preoccupato e col cuore a mille. "Yuna!" ripeté lui, sollevando il corpo della ragazza dalle macerie e posandolo un passo lontano, steso tra le sue braccia. Squall trattenne istintivamente il fiato, quando la sentì gemere di dolore.
"M...ma...le...det...to!" biascicò lei, stringendo debolmente i pugni per trattenere le lacrime che gridavano di uscire.
"Zitta, non sforzarti di parlare!" sussurrò il ragazzo, spaventato, cercando con lo sguardo tutte le ferite che lei aveva.
Yuna incrociò il suo sguardo, sorridendo coraggiosamente a tanta premura. "Cos'è...sto...sto per morire?"
"Certo che non stai per morire!" abbaiò Squall, tentando di convincersi che doveva ritrovare il sangue freddo. Diamine, dov'erano finiti tutti quegli anni di gelo, ora che gli serviva un po' di lucidità? Non si era mai comportato così, dov'era il suo buon senso, la sua razionalità?
"Allora...smettila...di pensarlo!"
Il SeeD sorrise, rincuorato dalla forza d'animo dell'amica, annuendo con convinzione. "Scusa" disse, prendendola delicatamente tra le braccia e alzandosi lentamente in piedi.
"Selphie!" la ragazza scattò istintivamente sull'attenti al sentirsi chiamare. "Trova l'infermeria su quella dannata carta!"
La SeeD annuì con vigore, cercando l'infermeria come le era stato detto, aiutata anche da Quistis e Rinoa.
"Zell, Irvine: date un'occhiata lì dentro e controllate cosa manca." Squall indicò l'ufficio con un cenno del capo e i due ragazzi scattarono immediatamente verso la stanza, saltando agilmente le macerie per non perdere tempo nell'aggirarle.
"Quistis" la professoressa alzò gli occhi dalla carta che stava consultando, fissando il suo ex pupillo in attesa di ordini "informa chi di dovere dell'accaduto. Selphie, questa carta?" Il tono del ragazzo era spazientito, ma la risposta arrivò prontamente "Ce l'ho!" esclamò lei, raggiante "Seguimi!"
Mentre vedeva la ragazza scattare, Squall si prese un momento per fissare Yuna, immobile tra le sue braccia: aveva perso i sensi e probabilmente avrebbe perso molto di più, se non si fosse dato una mossa. Incrociò un momento lo sguardo di Rinoa, che gli annuì in risposta, prima di seguire Selphie di corsa, pregando perché non succedesse nulla di brutto.
   
 
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