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Autore: Giulia K Monroe    20/11/2010    11 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Ed eccomi di nuovo qui, ancora puntuale!
Siete contente?*__*
Ho visto che EFP ha fatto un sacco di cambiamenti, dunque devo un attimo capire come funziona il tutto: spero solo di non fare qualche casino XD
In ogni caso, non preoccupatevi, perché i nuovi capitoli li avrete sempre e comunque, anche attraverso mille difficoltà! >__<

Da questo aggiornamento non utilizzerò più la pagina del capitolo per rispondere alle singole – e amatissime – recensioni che mi lasciate, ma proverò ad utilizzare il nuovo metodo di risposta, sperando di riuscire ad inviare il commento di replica a tutte quante.
Beh, vi ringrazio come sempre per tutti i commenti che mi lasciate, sia qui su EFP, che sul forum e anche via mail: vi adoro, davvero *__*
Come promesso, ecco a voi un capitolo INTERAMENTE dedicato a Draco ed Alexis: spero sinceramente vi piaccia, ce l’ho messa tutta e a me soddisfa molta :3
Ora vi lascio alla lettura, che ho il mio gatto in braccio e scrivere con lui è un po’ un’impresa xD

Fatemi sapere che ne pensate, come sempre <3

 

 Un bacione

 Giulia.

 

 PS. Ne approfitto per rinnovare l’invito a nuove e vecchie lettrice per venire sul mio forum personale: ho rinnovato la grafica ed ora è dedicata proprio a questa fan fiction! Fateci un salto se siete curiosi o volete semplicemente lasciarmi un salutino in TAG ;)

 

 http://adawong.forumfree.it/

 




 

 

 

~Un Particolare In Più~

 

 

 

Capitolo XXIX
Draco {Malfoy} dormiens numquam titillandus






 

 

Draco Malfoy lanciò le sue carte sul pavimento per l’ennesima volta, subito seguito da Diamond Cherin e Theodore Nott. Stavolta, Blaise Zabini non protestò; un sorriso trionfante gli allargava le belle labbra da un orecchio all’altro, mentre si piegava in avanti e raccoglieva tra le braccia il mucchietto di denaro lasciato al centro del copriletto.
-Giocare con voi è stato un piacere, ragazzi miei!-
Esordì allegro, intascando quindici zellini, venti falci e cinque galeoni.
-A quando la prossima partita?-
Si informò sornione, meritandosi due occhiatacce – Draco Malfoy era di nuovo preso a fissare la porta; ancora un po’ e sarebbe caduta al suolo, incenerita.
-Ah, Zabini: io con te non ci gioco più! Ho perso sette falci e un galeone e questo equivale ad almeno tre prodotti settimanali delle Untouchable Ravens in meno!-
Si lamentò Diamond, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio. Blaise si allungò per posarle una mano sulla spalla.
-Avanti Cherin: non si puo’ sempre perdere nella vita; magari, in un futuro, anche tu vincerai.-
La prese in giro, con tono solenne, meritandosi l’ennesima occhiataccia della serata.
-Quando si gioca con te, difficilmente si vince.-
Bofonchiò Nott, il tono di voce cavernoso e stanco.
Blaise sogghignò, portandosi una mano sotto il mento e raccogliendolo tra il pollice e l’indice distesi.
-Beh, Theo, sai come si dice no: fortunati nel gioco, sfortunati in amore!-
Recitò melodrammatico.
-Ma tu sei fortunato in tutti e due!-
Sbottò esasperata Diamond, agitando le braccia. Blaise la guardò, fingendosi sorpreso di tale scoperta.
-Oh, hai ragione Cherin!-  dichiarò stupefatto, dandosi un lieve colpetto sulla fronte con il palmo –Io sono l’eccezione che conferma la regola!-
Dopo quella indegna affermazione – a parere di Diamond e Nott -, Blaise Zabini fu costretto ad abbassarsi per evitare due cuscinate in pieno viso.
La porta della camera si aprì lentamente, catturando l’attenzione del gruppetto e, specialmente, quella di Draco Malfoy, il cui sguardo si era fatto, se possibile, ancora più duro.
Alexandra Walburga Black entrò nella stanza, con un sorrisino remissivo sulle labbra di albicocca.
La prima cosa che tutti notarono era che non indossava la divisa scolastica. Era stata sostituita da un paio di jeans attillati e un maglioncino nero, che scendeva morbido a coprirle ogni forma. La seconda, era la pettinatura: i morbidi boccoli erano umidi, come se si fosse appena fatta la doccia, ma non avesse finito di asciugarsi i capelli, e raccolti in una coda di cavallo; i ciuffi che, di solito, sfuggivano all’elastico e ricadevano eleganti sulle guance, erano tenuti fermi da un cerchietto nero. L’ultima cosa, era la perfezione eterea del suo viso: levigato e lucente, appena rosato in modo delizioso sulle guance.

Alexandra Black non era mai stata così bella come in quel momento.
E Draco Malfoy se ne accorse immediatamente.
E non per il primo batticuore che aveva avuto nel vederla.
E né per il brivido che gli era salito lungo la schiena.

In lei c’era qualcosa di spaventosamente diverso.
Glielo leggeva in quegli occhi, appena troppo aperti, e dalla pupilla leggermente dilatata; dall’espressione di incertezza che gli trasmettevano; dal sorriso delicato che rivolgeva al gruppo, quasi stanco e forzato.
Le sembrava un’altra persona e la cosa non gli piaceva per niente.
Serrò la mascella con un movimento impercettibile e il guizzo di un nervo teso affiorò sulla sua guancia, mentre spostava lo sguardo indifferente su di un punto indefinito alla sua sinistra.
Alexis se ne accorse, ma si limitò a sorridere di nuovo.
-State facendo una festa e non mi avete invitata?-
Domandò con tono leggero, incrociando le braccia al petto.

Teneva la bacchetta in una mano, cosa che costrinse Draco a prestarle di nuovo attenzione.
-Sai che grande festa…- borbottò Diamond che, a differenza di Malfoy, non aveva notato nulla di strano in lei, a parte l’esagerata bellezza; ma, in fondo, si era detta che avesse deciso di rendersi più carina proprio per accontentare il suo Lui: quale ragazza non avrebbe fatto la stessa cosa? -Zabini ci ha ripulito le tasche con uno stupido gioco di carte! Sei fortunata ad essere arrivata solo ora!-
Blaise lanciò un’occhiata divertita a Diamond, stringendosi nelle spalle.
-Non ti era sembrato tanto stupido all’inizio, quando stavi vincendo. Avresti dovuto saperlo che perdere è un rischio del gioco.-
La rimbeccò con aria solenne, annuendo convinto.

Questa volta il cuscino lo colpì in pieno viso.
Alexis ridacchiò divertita, scuotendo il capo.
Trovare quell’aria di normalità era stato come una piacevole brezza primaverile sulla pelle e l’aveva fatta sentire immediatamente più leggera.
-Che gioco è? Mi piacerebbe vederlo!-
Esclamò divertita e Blaise le lanciò uno sguardo accondiscendente.
-Ma certo, mia cara, è semplice! Vieni a seder…-
-Perché stringi la bacchetta?-
La voce di Draco, che aveva interrotto il discorso di Blaise, risuonò distante e terribilmente vuota.

Come i suoi occhi: terribili specchi ciechi.
Tutti si voltarono a fissare il ragazzo, che puntava la Black come se cercasse di trapassarle la testa e vedere cosa ci fosse dentro. O forse, in quel momento, voleva trapassarla e basta. Poi tornarono a guardare Alexandra e la bacchetta che teneva in mano, come se ci avessero fatto caso solo in quel momento.
Lei corrugò la fronte, piegando appena il viso su di un lato.

Perché si stava comportando così, ora?
Quell’occhiata la gelò sul posto, portandola in un’inferno di ghiaccio tagliente.

Rimase in silenzio qualche secondo, poi si girò verso la porta ancora aperta.
Silenziosa e frettolosa, la mano di Draco si mosse sotto il cuscino e afferrò la bacchetta.
Alexis si voltò ad osservarlo e sorrise, questa volta con più sincerità.
-Oh. Ti ho solo portato la cena!-
Spiegò e, con un elegante movimento di polso, introdusse due vassoi nella camera che, sotto l’effetto del Wingardium Leviosa, volteggiavano a mezz’aria.

Draco Malfoy spalancò gli occhi, interdetto, e le sue narici si allargarono appena.
Alexis lo notò e lo fissò confusa, stringendosi appena in una spalla.
-Sai, ho pensato che avessi fame.-
Aggiunse con un sorriso, posando entrambi i vassoi sulla scrivania, prima di riporre la bacchetta nella tasca dei jeans.
Malfoy la studiò per qualche secondo, assottigliando lo sguardo, e si riprese solo quando Blaise gli diede una leggera pacca sulla spalla.
-Hai visto, amico? Ti preoccupavi tanto e lei, invece, ha ritardato solo per te! Ah, se non è amore questo!-
Sospirò, portandosi una mano sul cuore.
Alexis ridacchiò, leggermente imbarazzata, e Diamond annuì, completamente d’accordo.
-Taci.-
Borbottò invece Draco, lanciandogli un’occhiataccia contrariata, che fece scoppiare in risate tutto il gruppo.

Lo sguardo argenteo andò a posarsi sul viso etereo della sua Black, mentre una strana sensazione che gli pesava sul petto, gli faceva salire fastidiosi brividi alla base della nuca.
Rilassò le dita intorno alla bacchetta e la posò, senza tuttavia allontanare la mano.

-Come mai non indossi la tua divisa, Alex?-
Si informò Diamond, con un sorriso malandrino che le andava da un orecchio all’altro. Lei le prestò attenzione e il suo dispiegarsi di labbra aveva qualcosa di esasperato.

Solo Lui aveva notato la nota incrinata che aveva colorato il suo sguardo di smeraldo.
-Oh. Ho avuto un piacevole incontro con quel simpaticone di Pix, che mi ha semplicemente riempita di Puzzalinfa dalla testa ai piedi.- mentì, gesticolando per indicarsi le parti del corpo. –Così mi sono andata a fare una doccia, ma gli elfi domestici rimettono le divise pulite al loro posto solo la mattina, così mi sono dovuta arrangiare.-
Si strinse nelle spalle, sospirando in un misto di amarezza e divertimento.

C’era anche liberazione da qualcosa che Lui non riusciva a carpire completamente.
Alexis alzò lo sguardo verso il biondo e notò che non la stava guardando.
Gli occhi di diamante erano rigidi e impassibili, puntati su un particolare sicuramente trascurabilissimo.
La linea dura delle labbra fine continuava con il guizzo di nervo che affiorava sulla pelle bianca della guancia.
Una fitta al cuore. L’angoscia che calava a premere sul petto e faceva tremare appena il sorriso artificioso delle sue labbra.

Diamond alzò le braccia al cielo, nella perfetta simulazione di uno sbadiglio.
-Vabbeh: a questo punto direi che è ora di andare, tesoro.-
Lanciò un’occhiata d’intesa a Theodore, che ancora imbronciato per la perdita, annuì cupo. Si alzarono dal letto.
-Buona notte cari!-
Li apostrofò Diamond, lasciando un bacio sulla guancia dell’amica.
Doveva averle sussurrato qualcosa di strano e concupiscente, perché lei era arrossita e le aveva tirato un pizzicotto sul braccio, prima di lasciarla uscire.

Blaise Zabini stese le gambe sul letto, poggiando la testa sulle mani intrecciate dietro la nuca e osservò la mora con un sorrisino, del tutto indifferente al fatto che forse lei e Draco volevano avere un po’ di privacy. Alexis si limitò a sorridergli di nuovo, ancora leggermente rossa in viso per quell’affermazione di cui solo lei e la Cherin erano a conoscenza.
Draco Malfoy continuava a tenere il viso fermo, leggermente girato alla sua sinistra.
Blaise Zabini si domandò mentalmente se non gli sarebbe venuto un brutto torcicollo. Decise che non gli importava abbastanza per prendersi qualche brutto gestaccio od occhiate molto eloquenti. Guardando invece Alexandra, le sembrava leggermente a disagio. Si era portata una mano a spostare una ciocca di capelli dalle spalle, accorgendosi solo dopo che erano tutti raccolti dietro il cerchietto. Si era morsa quindi il labbro e aveva preso un profondo respiro, quasi cercasse di trovare il coraggio che aveva improvvisamente perso.
Di sottecchi, Draco la studiava, chiedendosi che cosa c’era che non andasse in lei e perché, ora, avvertiva uno strano sentore d’allarme, che ogni suo piccolo gesto sembrava lanciare.
Alexis si voltò verso la scrivania e rimase qualche secondo ad osservare il cibo sui due vassoi. Poi si schiarì la voce, tesa.
Perché?
-Ho portato un po’ di cose…Sai, mi sono resa conto di non conoscere ancora bene i tuoi gusti in ambito gastronomico!-
Sembrò volersi giustificare di qualche colpa commessa, che al biondo però sfuggiva.

Che fosse ancora per la ferita?
Ridacchiò nervosa, senza voltarsi e senza sapere cosa dire, perché il silenzio che aveva seguito le sue parole le aveva bloccato lo stomaco.
-Io prenderei volentieri uno di quei dolcetti viola.-

Che qualcuno faccia Santo Blaise Zabini, subito.
La ragazza si voltò ad osservarlo, con un sorriso grato sulle labbra. Annuì e prese il piattino, portandoglielo. Blaise ne scelse uno con meticolosa attenzione.
-Dovresti provarli, Black: sono un delizioso strato di zucchero, con un morbido cuore di miele amaro. Sai, è una confettura molto rara: la producono solo i Bilywig!-
Le spiegò, con un tono di voce molto pubblicitario. Alexis sorrise e ne scelse uno, mordendolo.

La dolcezza dello zucchero e il sottofondo amarognolo del miele le scesero lungo la gola, riuscendo a farle inghiottire quel groppo che le bloccava quasi il respiro.
E, con una strana luce negli occhi, si ritrovò inevitabilmente a pensare che quel dolcetto era proprio come Loro: il dolce e l’amaro che, insieme, si sposavano terribilmente e inaspettatamente bene.

-Perché non ne provi uno anche tu, Draco? Magari riesce ad addolcire quella pillola acida che hai stasera al posto delle corde vocali!-
Lo schernì Blaise, con aria indifferente, mentre prendeva il vassoio dalle mani di Alexis e glielo metteva sotto il naso. Malfoy si voltò a guardarlo, lanciandogli quell’occhiataccia che avrebbe gelato anche l’inferno, ma che sul moro non aveva mai sortito alcun effetto. Poi, il suo sguardo scivolò sulla figura sorridente di Alexandra Black.

Gli smeraldi, tinti di uno strano disagio, vacillarono appena e Lui, ancora una volta, si chiese il dannato perché.
Si voltò di nuovo verso Blaise, con aria improvvisamente impassibile.
-Perché tu e tuoi biscotti non andate a farvi un giro fuori da qui?-
Il sibillo delle ultime parole le procurò un brivido lungo tutta la colonna vertebrale.

Avrebbe giurato di sentire una gocciolina di sudore freddo solcarle lo spazio tra le scapole.
Una domanda che si fecero entrambi: perché tutta quella tensione, all’improvviso?

Blaise Zabini sorrise sornione, prendendo un altro dolcetto dal vassoio e stringendosi nelle spalle. Con un gesto estremamente elegante, si alzò dal letto, fluido come un nastrino di pregiato raso.
-D’accordo, me ne vado, brutto antipatico!- lo redarguì, alzando il mento fiero –Però questi li porto via con me, così impari ad essere tanto scorbutico!-
Prese il vassoio alzandosi dal letto, entrambe le sopracciglia accuratamente sollevate. Prese un dolcetto e lo depose nella mano della ragazza.
-Ti servirà per addolcirti la serata: non credo potrai aspettarti tanto zucchero, visto l’andazzo.-
Comunicò, indicando il biondo con la testa, che sbuffò rumorosamente, infastidito.
-Comunque – continuò, ignorandolo – è Fondotinta-nascondi-imperfezioni delle Untouchable Ravens, quello che hai in viso?-
Si informò curioso, passandole l’indice su di una guancia.

Fondotinta cosa..? Perché Alexandra usava quella roba, ora?
Draco le lanciò un’occhiataccia e lei annuì.
-Sì, ne ho preso un po’ da Diamond: lo decantava tanto, volevo provarlo!-
Asserì con un sorriso.

Per provarlo. Non di certo per nascondere livide occhiaie e un pallore improponibile.
E, certamente, non aveva usato neanche il Collirio-Occhi-Limpidi per far passare il rossore.
Assolutamente.

-Carino, dovrei provarlo anch’io.- Affermò Zabini accondiscendente –Non che il mio viso abbia bisogno di questi trucchi per essere perfetto.-
Aggiunse, con un sorriso smagliante che rivolse a se stesso dallo specchio dell’armadio.
Draco Malfoy grugnì disgustato, scuotendo il capo.

Come faceva a considerarlo il suo migliore amico era un mistero anche per lui a volte.
Vicino alla porta, Blaise depose altri due dolcetti sulla scrivania.
-Temo che te ne servirà più di uno, piccola Black. Buona…-
L’ennesimo cuscino che mirava al suo viso fu scartato abilmente e ricadde sul pavimento.
-…Fortuna!-
Concluse, defilandosi prima che Malfoy decidesse di lanciargli contro qualche anatema, anzi che un semplice guanciale.

La sua risata, leggera e cristallina, si librò delicata nell’aria, come tanti battiti d’ala di farfalle colorate, che gli solleticarono lo stomaco e gli indurirono lo sguardo.
Si alzò in piedi con l’eleganza di una fata. O forse, era solo lui a vederla come tale.

Alexis si chinò a prendere il cuscino.
-Che tipo Blaise: o lo ami o lo odi; non puoi concepire sentimenti diversi per quel ragazzo!- Esclamò divertita, mentre stropicciava appena il guanciale, prima di porlo a Draco –Ecco qui.-
Di nuovo, il ragazzo non la guardava.

Puntura al cuore. No, una vera e propria fitta.
Occhi di granito dall’emozione insistentemente svuotata.

Alexis lo osservò, poi sospirò.
Mille parole non dette che sfuggivano via con un semplice respiro.
Si schiarì la voce, tesa, e si voltò verso la scrivania, che raggiunse.
-Allora, cosa vuoi per cena? – cercò di intavolare un discorso – Ti ho portato delle braciole di maiale, coscie di pollo, patate al forno, zuppa di piselli, pasticcio di carne…forse ho esagerato davvero – considerò, mentre enumerava i piatti sulla punta delle dita. -…pane bruscato, torta di melassa e i dolcetti viola. Ma Blaise ce ne ha lasciati solo tre!-
Ridacchiò, a disagio, voltandosi a guardare il ragazzo.
Fisso, continuava a non rivolgerle neanche un’occhiata, come fosse improvvisamente distante anni luce.

Un dolore improvviso alla bocca dello stomaco.
La voglia di voltarsi e rigettare ancora l’anima.
E se Lui…sapesse?
Se Lucius Malfoy lo avesse, a dispetto di ogni previsione, messo al corrente del contenuto della lettera che lei, tanto saggiamente, aveva deciso di far evanescere?
Il mondo che andava in frantumi; scheggie di vetro che, come in quel sogno ormai lontano, la colpivano maligne all’altezza del petto.
Sul cuore.

Raccolse tutto il coraggio che possedeva in corpo – stupita ce ne fosse ancora – e avanzò di un passo. Gli occhi indecisi puntati sul suo viso contratto in una smorfia indifferente.
-Draco…?-
-Dove sei stata?-
La sua voce, improvvisa e inaspettata, frecciò nell’aria come una scheggia di ghiaccio e la ferì con la potenza di un pugno in pieno stomaco.

Un brivido le catturò le spalle, maligno.
Smeraldi sinceri e sfumati incontrarono finalmente monete d’argento gelato, cielo uggioso di stralci di nuvole cariche di pioggia.

Ancora, Alexis imitò il gesto di portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ricordandosi solo dopo che li aveva costretti in una coda. Arrossì, sentendosi una stupida.
-Te l’ho detto: Pix mi ha fatto uno scherzo e sono dovuta andare a farmi una doccia; poi son passata nelle cucine per portarti qualcosa da mangiare.-
Disse, e si complimentò con se stessa per essere riuscita ad usare un tono tranquillo e colloquiale.
Draco la fissò, impassibile.
-E prima?-
Ancora, il guizzo di un nervo teso affiorò sulla guancia bianca.

La voglia irrefrenabile di allungare un dito e sfiorarlo, esattamente lì, su quel lieve rigonfiamento.
Alexis Potter lo guardò, non capendo dove volesse andare a parare.
Quanto sapeva?
Cosa sapeva?
O più semplicemente, sapeva?

Sperando di sbagliarsi, incrociò le braccia al petto.
-Perché questo terzo grado, Malfoy?-
Protestò, piegando il viso su di un lato.
-Non hai risposto alla mia domanda.-
Si limitò a ripetere lui, irremovibile.

Cosa doveva dirgli?
Inventarsi un’altra scusa? Dire la verità? Raccontare della lettera di un parente? Di Harry?

Tra tutte le verità, scelse il male minore.
E che Merlino me la mandi buona.
Sospirò, abbassando lo sguardo.
-Sono tornata in infermeria, ma tu eri già stato dimesso. Così, mi sono intrattenuta per un po’ con…- esitò, studiando la sua espressione; e sperò che le sue parole, bastassero -…Harry.-
Confessò, stringendosi nelle spalle.
Vide la mascella serrarglisi e il nervo farsi più teso. La mano che teneva sotto il cuscino, ancora, si strinse in un pugno, che gli procurò ondate di dolore per tutto il braccio. Eppure, lo sguardo fermo non vacillò neanche per un secondo.
-Potter.-
Disse semplicemente, sputando quella parola con l’acidità del vetriolo.
Alexis sospirò.

Sollievo ed esasperazione, in un connubio doloroso.
Si avvicinò al letto e si piegò sulle ginocchia, guardandolo dal basso.
Smeraldo ora sincero, colmo di irridente diniego.
La mano piccola andò a posarsi su quella grande e terribilmente fredda, e la coprì con un tocco gentile.
-Avanti Draco, non essere arrabbiato con me. Non sono venuta qui per litigare, ma per stare con te.-
Mormorò con dolcezza, sorridendogli sincera.

Era di nuovo lei, nonostante la perfezione troppo eterea del suo viso, che poco gli piaceva.
La preferiva quando era semplicemente Lei, con le sue guance arrossate dal freddo, le sue labbra umide e gli occhi vispi.

Draco la fissò, senza dire una parola.
La durezza del suo sguardo ancora ne congelava l’espressione, ma adesso il mare burrascoso era stato quasi sostituito da un grigio cielo terso.
-Mi perdoni?-
Sussurrò, piegando il viso su di un lato, muovendo le dita gentili in un’altra carezza sul dorso pallido.
Ancora, Draco non rispose.

Piccoli denti bianchi che mordevano le labbra morbide.
Un pizzo di eleganti ciglia che si chiudevano a raccogliere gli smeraldi malinconici.

Alexis si rialzò in piedi e sospirò.
-D’accordo, se non vuoi perdonarmi, allora me ne vado!-
La buttò sullo scherzo, con un tono teatrale che ricordava molto quello di Blaise Zabini.
Incrociò le braccia al petto e gli diede le spalle, sollevando il mento con aria di stizza.

Un sospiro morbido e spazientito, segnalatore di una piccola vittoria, aleggiò nell’aria, e a Lei sembrò di sentirlo accarezzarle la schiena.
Alexis Lily Potter si voltò appena, per studiare l’avversario di sottecchi. Draco la guardò impassibile, prima di chiudere gli occhi e passarsi una mano sulla fronte.
-Tu mi farai impazzire.-
Mormorò, più a se stesso. Poi, lanciandole una nuova occhiata, aprì un braccio a modi invito.
-Vieni qui.-
Disse semplicemente.

E quella mera affermazione venne accolta da un sorriso luminoso, che accendeva i suoi occhi di un bagliore unico, quasi accecante.
Alexis salì sul letto e si accoccolò al suo fianco, poggiandogli il viso su di una spalla. Il braccio del ragazzo corse a circondarle la vita e la strinse a sé.
E rimasero così, ad assorbire ognuno il calore dell’altra.

Piccole carezze e complici scambi di sguardi. Sorrisi che racchiudevano parole non dette, soffici come come una pioggia di delicati petali di ciliegio.
Accorgersi di quella particolare piega della labbra, che gli conferiva sempre un’aria di elegante superiorità.
Notare la singolare forma appena allungata dei suoi occhi, che le regalavano un’espressione innocente e docile, in ogni occasione.
Rendersi conto di quanto il suo sguardo, di un grigio capace di sfumare dalla freddezza della neve all’intensità dell’argento liquido, somigliasse ad un terso cielo autunnale, quando i raggi del sole scaldavano l’ambiente, ogni qual volta la sua mente fosse lontana.

-A cosa pensi?-
La voce tranquilla della ragazza si perse nel silenzio piacevole, senza disturbarlo, ma riempiendolo con infinita dolcezza.
Draco, che le aveva tolto l’elastico dai capelli, lasciando i boccoli ora asciutti liberi di ricaderle alle spalle mentre lui li accarezzava con delicata meticolosità, chinò il viso per poterla guardare.
-A tante cose.-
Rispose semplicemente, riponendole un ricciolo ribelle dietro l’orecchio, approfittandone poi per lasciarle una carezza sulla guancia.
-Ti va di dirmene una?-
Draco sorrise appena e la morbida piega di quelle labbra sensuali le procurò un lieve batticuore.

La mano che lei teneva poggiata sul petto caldo e duro, venne coperta da quella grande di lui, che intrecciò le loro dita.
-Mi sto chiedendo com’è possibile…- fece una pausa, quasi cercasse le parole giuste per esternare il suo pensiero -…che io abbia perso la testa per te in questo modo.-
Alexis sorrise. Un sorriso tanto ampio che gli occhi le si strinsero appena, andando a creare due deliziose fossette sulle guance, che Draco lisciò con la punta dell’indice. Lo guardò e poi poggiò meglio la testa sulla sua spalla, in quello spazio tra le ossa della clavicola che sembrava essere stato creato apposta per lei. Socchiuse gli occhi.
-Me lo chiedo anch’io…Ma poi mi dico che inutile pensarci, per certe domande non c’è riposta. E’ così e basta.-
Quando riaprì gli occhi, Draco la stava di nuovo guardando con quel sorriso disarmante che sembrava essere in grado di rivolgere solo a lei.

Così gentile e sincero, che persino quelle monete d’argento, solitamente freddi dischi di granito, si illuminavano di una luce nuova e limpida.
Restarono a guardarsi, ancora.
Il silenzio che li avvolse era piacevole come una cascata di raggi di sole sulla pelle.

Sarebbero rimasti così per sempre.
Semplicemente loro.

Draco le si avvicinò e le posò un bacio sulla fronte, delicato come fiumi di parole non dette.
Carinerie che lui non riusciva ad esternare.
Gentilezze che dalle sue labbra scaturivano solo sotto forma di bacio e raramente di affermazioni.
Una bocca che sapeva essere il veleno più dolce di sempre.

Alexis si strinse di più a lui, quasi annuendo a quel grazie che forse, non era mai stato neanche pronunciato.

 

-Allora, non hai fame?-
Gli chiese lei dopo qualche silenzioso minuto. Draco abbassò lo sguardo su quello della ragazza e un sorriso malandrino gli dispiegò le belle labbra.
-Solo di te.-
Mormorò, chinando appena il capo e lasciando che i fili dorati dei suoi capelli scendessero, morbidi, a solleticarle la fronte.

Mille battiti d’ali nel petto.
Draco le sfiorò il naso con il proprio, scendendo verso le sua labbra, che cominciò a sfiorare dolcemente, in piccoli baci delicati. Alexis gli sorrise sulla bocca, prima di voltare il viso. Le labbra del biondo le lambirono la guancia, lente e sensuali. Lei ridacchiò e neanche il Fondotinta-nascondi-imperfezioni riuscì a celare il rossore delle sue gote.
Piccole chiazze bollenti sfiorate da labbra morbide e gentili.
-Scemo.-
Mormorò imbarazzata, dandogli un leggero colpetto su di una spalla. Il sorriso di Draco si trasformò in una smorfia divertita che assunse un’aria contrariata quando lei sciolse l’abbraccio e scese dal letto. Non disse nulla, ma si limitò a fissarla impassibile mentre si avvicinava alla scrivania e prendeva due dei dolcetti che le aveva lasciato Blaise, prima di tornare a rannicchiarsi tra le sue braccia che, pronte, la accolsero di nuovo.
-Assaggia almeno uno di questi!-
Gli propose con un sorriso, porgendoglielo.

Come resistere alla dolcezza soffusa di quella bocca morbidamente piegata?
Draco prese il dolcetto viola tra le mani e lo studiò, prima di morderlo. Doveva riconoscere che Blaise, almeno in fatto di dolci, avesse degli ottimi gusti.
Alexis osservò il suo pasticcino e lo aprì a metà, studiandolo.
-Non trovi che ci somigli?-
Mormorò poi, pensierosa, mentre prendeva un pezzo e lo mangiava. Draco la guardò confuso, un sopracciglio biondo alzato; doveva prenderla come un’offesa o cosa?
-In che senso, scusa?-
Alexis ridacchiò di nuovo, raccogliendo un po’ di miele sull’indice.
-Il dolce e l’amaro in un connubio perfetto.-
Si limitò a rispondere, ammirando la goccia ambrata che colorava il suo polpastrello; poi alzò lo sguardo su Draco e lui, ancora una volta, le sorrise, semplicemente.

L’espressione serena faceva somigliare i suoi occhi ad un grande cielo limpido, trasparente, bellissimo.
Le circondò il polso con le dita e, silenzioso, senza mai staccare il suo sguardo da quello di lei, la costrinse, delicatamente, a portarsi il dito alla bocca e a spalmarsi il miele sulle labbra, come una sorta di rossetto improvvisato. Poi, lentamente, piegò il viso  e annullò la poca distanza che li separava; le sfiorò le labbra nel più dolce dei modi e poi, avidò, le leccò il miele e andò alla ricerca della sua lingua, per completare quel connubio dolce-amaro che era semplicemente perfetto.
E altri baci; e altre coccole.
Il silenzio che scese, di nuovo, ad accogliere i loro respiri e i battiti irregolari dei loro cuori innamorati.

Draco la strinse di più contro di sé, mentre le accarezzava il viso con la punta delle dita e le poggiava una guancia sui capelli. Le azioni erano quasi automatiche ormai, come se le sue mani, le sue braccia, tutto il suo corpo fossero nati per compiere quei piccoli gesti importanti. Lo sguardo lontano fissava un orizzonte imprecisato, che andava sicuramente al di là del ricamo del letto baldacchino, immerso in chissà quali intricati pensieri.
Un labirinto di memorie e congetture dalle quali difficilmente anche lui stesso sarebbe riuscito ad uscire.
-Allora…- se ne uscì dopo un po’, la voce fredda e incolore, così diversa dal tocco delicato delle sue mani – che dice lo Sfregiato? Si vanta del suo enorme di dietro per il fatto di aver vinto la partita?-
Si informò con tono di acido disprezzo. Alexis arricciò il naso in una smorfia contrariata e fece per allontanarlo appena, ma lui non lo permise, premendola contro di sé.
-Veramente è più concentrato a non pensare al dolore del suo braccio…-
Rispose, sollevando entrambe le sopracciglia e posandogli le mani aperte sul petto. Fu il turno di Draco di storcere il naso e un sorrisino sghembo, non davvero divertito, quanto più infastidito, gli colorò le labbra.
-Oh, povero Potty!- esclamò con tono di scherno –Come se fosse l’unico ferito ad un braccio!-
Le scoccò un’occhiata eloquente e lei alzò gli occhi al cielo, sospirando.

La sua mano gentile si era spostata ad accarezzarle i capelli.
-Sicuramente è l’unico che è caduto nelle mani del Professor Allock e che quindi, ora, si ritrova senza un osso.-
Replicò, cercando, per quanto le fosse possibile, di incrociare le braccia contro il petto. Draco sghignazzò, questa volta davvero divertito.

Gli stava proprio bene a quell’idiota di San Potter.
Alexis gli diede un pizzicotto sulla guancia.
-Non c’è nulla da ridere!-
Lo rimproverò, imbronciando le labbra.
-Oh sì, invece. Così impara ad avere una storia d’amore con un bolide!-
Sogghignò, mentre ricambiava il pizzico con una carezza sulla guancia, sfiorandola solo con la punta delle dita.
-Ma che cosa dici!-
-Osi difenderlo, Black?-
La voce improvvisamente minacciosa aveva cancellato completamente il tono ilare e le sue labbra avevano assunto una piega severa.

Gli occhi d’argento ancora rilucevano di quel sorriso incontrollabile che nasceva direttamente dal cuore.
Le braccia scesero a circondarle entrambe la vita, con una presa ferrea, ma che non le fece male. Alexis non rispose, limitandosi ad aggrottare le sopracciglia e a gonfiare le guance. Lui le scoccò un’occhiataccia eloquente, mentre scendeva a posare la fronte su quella della ragazza, strofinandole appena l’una contro l’altra.
-Chi tace acconsente.- mormorò, avvicinandosi alle sue labbra, ma sfiorandole solo con il respiro –Dunque, stanno così le cose?-
Socchiuse gli occhi e le accarezzò il naso con la punta del suo. Alexis si ritrasse appena, per quanto le fosse possibile muoversi in quella stretta che la premeva contro il suo petto ampio e accogliente. Gli posò le mani sulle spalle, spingendolo appena e costringendolo a riaprire gli occhi, l’espressione sempre più contrariata.
-No, Malfoy: chi tace, sta semplicemente in silenzio.-
Rimbeccò, alzando un sopracciglio e sollevando il mento, con aria di superiorità. Draco la fissò impassibile per qualche secondo, il grigio torbido dei suoi occhi privo d’espressione.

Il sogghigno improvviso delle sue labbra che non prometteva nulla di buono.
-Questa la paghi, ragazzina.- minacciò con un soffio, sfiorandole appena le labbra – Te la faccio passare io la voglia di essere tanto irriverente.-
La scintilla che gli attraversò lo sguardo, come un lampo generato da nuvole cariche di pioggia, le colpì il cuore, facendola fremere.
Fulmineo, Draco scattò in avanti, sciogliendo la presa attorno alla sua vita. Le sue dita eleganti scesero a circondarle i polsi, mentre la spingeva contro il materasso, facendola sdraiare. Le si mise cavalcioni, imprigionandole i fianchi tra le gambe e bloccandole le braccia sopra la testa. I capelli biondissimi scesero a coprire appena lo sguardo che la osservava annebbiato.
La tempesta che si placava dolcemente in quel mare verde, ora decisamente agitato.
Le labbra, dolce velluto, che scendevano a sfiorarle le guance calde, prima di rapirle la bocca in un bacio.
Quel bacio delicato presto dimenticato tra le spire violente di quella passione con la quale si era introdotto tra le sue labbra e le aveva cercato la lingua, in un intreccio impetuoso, che le aveva tolto il fiato.

Quando aveva fatto leva sulle braccia – ignorando il dolore della ferita – per non pesarle addosso, senza tuttavia lasciar andare i suoi polsi, lei aveva il respiro corto, le guance accesse e gli occhi limpidi che cercavano, insistentemente, i suoi.
Come se non ne fosse mai sazia davvero.
Draco si piegò di nuovo in avanti e Alexis, istintivamente, socchiuse di nuovo gli occhi e alzò il viso, per raggiungere nuovamente le sue labbra; ma lui non la baciò, rimase fermo a fissarla e quando lei aprì di nuovo gli occhi, la nota disorientata e delusa che li colorava, gli fece sorridere il cuore, anche se le sue labbra rimasero perfettamente immobili.
La guardò per qualche altro secondo, in silenzio.
-Io sono un Malfoy: devi portarmi rispetto.-
Esordì con un caldo sussurro, che sembrava provenire direttamente dal suo petto. Alexis lo osservò, cercando di riprendere coscienza di sé.

Lo sguardo torbido di desiderio non colmato ci mise qualche secondo di troppo a tornare ardente di orgoglio. Decisamente Grifondoro.
Prese un grande respiro e alzò un sopracciglio, fiera.
-E io sono una Black: come la mettiamo?-
Ribattè con alterigia, ostentando un coraggio che era tutta apparenza.

E Lui lo aveva capito benissimo, perché la nota affettuosa del suo sguardo era eloquente più di mille parole non dette.
La sua piccola Black…

Draco sorrise e questa volta non c’era alcuna traccia minacciosa sulle sue labbra. Si chinò su di lei ma, ancora una volta, non la baciò. Si limitò a guardarla dritta negli occhi, sfiorandole il naso.
-L’ultima volta che una Black ha sfidato un Malfoy, sono nato io.-
La avvisò risoluto, facendole spalancare appena gli occhi, sorpresa.
Approfittò di quel momento per rapirle di nuovo le labbra, infilandole la lingua in bocca, che andò immediatamente a danzare con quella di lei.

Una piccola battaglia amorosa anche tra loro; un prevalere di una sull’altra, con chiaro monito del vincitore.
E mentre la sua mente veniva di nuovo intorbidita e ubriacata da lui, dal suo profumo, dal suo calore, dalla sua passione, una parte remota del suo cervello si trovava a formulare un pensiero scomodo, che venne immediatamente dimenticato.
L’ultima volta che un Potter ha sfidato un Malfoy, i due si sono giurati odio eterno.
Quando si allontanarono di nuovo, fu lei a parlare.
-Scemo.-
Lo rimproverò con un sussurro, riprendendo fiato.

E lui, inaspettatamente, scoppiò a ridere.
Alexis rimase ad osservarlo affascinata, trovandosi a riflettere sul fatto che, forse, non lo aveva mai visto così sereno come in quel momento.
La morbida piega delle labbra sensuali, che lasciavano scoprire la dentatura bianca e regolare; gli occhi socchiusi che scintillavano di un’espressione pura, che non ricordava di avergli mai scorto in viso; il petto che singhiozzava appena; la musicalità soffice della sua risata, che la cullava come brezza primaverile.
La voglia improvvisa di baciarlo e di sentirlo Suo.

Lenta, lasciò scivolare i polsi dalla sua presa ormai inesistente; si alzò appena, per colmare la distanza che li separava con un bacio che non poteva più aspettare; gli allacciò le braccia al collo in un impeto che non si riconosceva, ma che non riusciva più a domare.
Sorpreso, Draco si lasciò guidare da quella passione che lo aveva decisamente colto alla sprovvista. Poi, corse a circondarle le spalle con un braccio, mentre le prendeva la nuca con una mano, infilandole le mani tra i capelli e piegandola appena verso il basso, per avere la possibilità di approfondire ancora di più il contatto sfrenato delle loro lingue.
La spinse di nuovo contro il materasso e le sue labbra si spostarono ad accarezzarle il viso, il mento e poi, ancora, le rapirono la bocca. Alexis alzò le mani per intrecciarne una ai suoi capelli; l’altra andò ad artigliargli una spalla, mentre lui scendeva a morderle appena il collo, scostandole il collo alto del maglione.

Labbra fredde ed esperte che lambivano una pelle giovane e morbidissima.
Un sospiro che colmava il silenzio.
Qualcosa che si spezzava nel petto di Lui.
Qualcosa che cresceva nel petto di Lei.
Ansia.
Aspettativa.
Trepidazione.
Paura.
Mille baci ancora.
Le mani di Lei che scendevano a sfiorare i musoli delineati sotto la maglia del pigiama.
Le dita di Lui che correvano a sollevarle appena il maglione, per poter sfiorare la pancia calda.
Lei che tremava sotto il suo tocco.

Draco si allontanò appena. Alexis aveva smesso di sfiorarlo e ora lo tratteneva semplicemente per le spalle, il corpo scosso da continui brividi delicati. La guardò in viso, dove le guance arrossate spiccavano, rendendola bellissima; i capelli neri si sparpagliavano sul letto, disordinati; ma i suoi occhi, ciò che a Draco piaceva di più, erano chiusi; terribilmente stretti, tremavano appena.
Draco sospirò appena, intenerito, e sorrise. Le sue dita corsero ad accarezzarle una guancia.
-Alexandra, guardami.-
Ordinò con dolcezza. Lei aprì lo sguardo, disorientata. Il ragazzo si limitò a sorriderle ancora, prima di scendere a baciarle di nuovo le labbra gonfie, piano questa volta.
-Ti amo.-
Mormorò sulla sua bocca e il respiro tremante d’emozione che le uscì dalle labbra fu la risposta più eloquente che potesse aspettarsi. Poi, di nuovo, Alexis lo baciò.

E rimasero semplicemente così, a coccolarsi e a crogiolarsi del loro amore. E, ancora una volta, Draco fu soddisfatto di se stesso.
Amore 2 – Brama 0.

 

Erano entrambi sdraiati sotto il piumone. Alexis si era accoccolata accanto a lui, poggiandogli il viso sul petto caldo, vicino alla mano che Draco teneva lievemente stretta tra le sue dita. Il suo braccio le circondava la vita, in una posizione che conservava, sempre, qualcosa di estremamente protettivo; era come se, comunque, cercasse di difenderla da tutti i pericoli del mondo. Ed era così che si sentiva lei, tra le sue braccia.
La calma e il silenzio li avvolgevano piacevoli, cullandoli dolcemente tra le spire benevole della notte, che avrebbero, inevitabilmente, passato insieme.
-Alexandra?-
La ragazza, che con gli occhi chiusi si stava godendo il tepore del suo petto e che si accingeva ad entrare nel mondo dei sogni, si limitò a mugolare come risposta.
-Tu non mi stai nascondendo nulla, vero?-
Le domandò, il tono di voce lontano e incolore, che conservava una nota remota di incertezza.

Alexis non era sicura fosse solo per il fatto che lei era in procinto di addormentarsi.
L’ansia la colse comunque, stringendole il cuore con una morsa che le scaldò il petto, dolorosa.

Non aprì gli occhi, nonostante ora si sentisse completamente sveglia.
-Io ti amo, Draco.-
Si limitò a mormorare, sperando che gli bastasse come risposta.

E gli bastò.
Le accarezzò il braccio con la punta delle dita, prima di sfiorarle la fronte con un bacio delicato, che la accompagnò nel sonno.
-Buonanotte, amore mio.-
Le sembrò che le avesse detto, ma forse era stata solo l’illusione dei suoi sogni.

Solo a notte fonda Draco Malfoy si sarebbe svegliato, scosso da un incubo e, per un solo istante prima di riaddormentarsi, gli sarebbe baluginato in mente che Lei non aveva risposto alla domanda.

 

   
 
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