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Autore: Selenite    22/11/2010    8 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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CAPITOLO 9
Lilith


Il sentiero sterrato del boschetto non aveva mai attirato molto la sua attenzione.
Vi era scappata più volte, fissandosi solamente sulle acque cristalline del fiume, ma adesso cercava di tenere a mente e di guardare con attenzione tutto quanto.
Gli occhiali ormai non le servivano più, non ci aveva ancora fatto caso, ma vedeva benissimo anche senza lenti. La sua preoccupazione era però di mostrare pienamente quegli occhi dal colore strano, più che dell'avere improvvisamente una vista di falco. Ma quella era Mahel, dopotutto, non poteva stupirsi per nient'altro.
Al suo fianco, Lagharta non parlava, non sorrideva. Era freddo e distaccato, come se la gentilezza di poco prima fosse stata tutta un'allucinazione. Mahel ogni tanto lo guardava di sottecchi, lasciando da parte tutto l'astio e l'antipatia che provavano l'una per l'altro.
E, doveva ammetterlo, era davvero bello.
Alto due metri, forse, la pelle leggermente ambrata, probabilmente si allenava all'aperto tutti i giorni, le braccia muscolose e le mani grandi, da uomo, il petto asciutto ma prestante. La voce profonda, mai irritante, di quel timbro dolce ma severo che lei non poteva sopportare le rivolgesse parole tanto dure.
E poi quegli occhi, di quel blu così intenso da non poter esistere in natura. Tristi, velati di un rimorso profondo, di rabbia. Ma anche dolci, quando si rivolgevano alla piccola Saluss, di quel tepore fraterno che lei, essendo figlia unica, non conosceva.
Lo guardava e pensava che fosse effettivamente bello, ma non riusciva a capire perchè avrebbe dovuto innamorarsi di lui. Non poteva accadere.
Incrociando lo sguardo di Lagharta, abbassò lo sguardo intimidita e fermò i suoi pensieri.
Scosse la testa ripromettendosi di evitare certe situazioni. O Lagharta avrebbe continuato a rivolgerle quell'odio cieco che lei non sopportava.

Lagharta aveva incrociato lo sguardo della ragazza soltanto un attimo, sentendosi improvvisamente in soggezione.
Celando le parole nascoste dentro di lui, senza degnarla di ulteriori sguardo, si avviò direttamente al villaggio, visto che sarebbe stato l'unico che avrebbero incontrato prima del Tempio di Vie.

-Mahel, com'è il tuo mondo?- interruppe improvvisamente Saluss, rivolgendosi alla ragazza, che ormai era rinchiusa nei suoi stessi pensieri.
-Eh?- rispose Mahel di rimando, guardando la piccola Saluss dritta negli occhi -Il mio...mondo?-
-Si- le svolazzava attorno, piena di vitalità, come volesse alleviare il suo dolore -Raccontami qualcosa del tuo mondo, della tua gente, dei tuoi amici...-
Mahel guardò riconoscente Saluss, sorridendole amorevolmente -Vuoi sapere della mamma? E di Michael?- si rivolse alla fatina e, inconsapevolmente, anche a Lagharta.
-Chi è Michael?- chiese la fatina, notando attentamente l'occhio di Lagharta osservarle distaccato -Il tuo ragazzo?-
-No- rise di gusto la ragazza, allungando la mano verso Saluss che, per comodità, provvedette a svolazzare fino alla sua spalla -Mick è...il mio migliore amico. Anche se non so cosa succederà quando tornerò a casa...-
Saluss ridacchiò vedendo il viso di Lagharta farsi contratto, come infastidito. In cuor suo la fatina, in quel momento, ebbe un solo, unico desiderio.
Oh Vie...fai che Lagharta si innamori. Fagli conoscere il sentimento dell'amore. Non può pensare in eterno che l'unico legame che può avere è quello con Laherte...”

Mahel non si accorse neanche della lunga camminata dalla casa della Sibilla sino al villaggio, a qualche chilometro di distanza.
Non le pesavano la borsa o i suoi tormenti, in quel momento si sentiva tanto vicina a casa da non riuscire a credere di non esservi.
Parlare a Saluss della mamma, con il suo carattere severo e dolce, delle loro finte discussioni, del papà, di Michael e di Walter, del Lago, delle colline verdeggianti a pochi passi dalla cittadina in cui viveva, delle montagne, molto più a sud, oltre le quali si stagliava uno dei mari più azzurri del paese...ripensando a tutto questo, Mahel sentiva la presenza del suo mondo molto più vicina di quanto fosse mai accaduto.
Saluss le faceva mille e mille domande, a cui Mahel rispondeva ogni volta con un sorriso e con rinnovato entusiasmo, gli occhi radiosi e brillanti, finalmente liberi di quella velata tristezza che li aveva accompagnati fino a quel momento.
Lagharta le osservò in silenzio finchè non furono in prossimità del villaggio, rompendo il suo silenzio con una domanda.
-Mahel...posso farti una domanda anche io?- esordì secco, senza voltarsi verso di lei.
-Ma certo...- rispose titubante la ragazza, posando gli occhi su di lui -Dimmi-
-Nel tuo mondo...cosa succede quando due amanti divengono sposi?- una domanda inaspettata, sia per Saluss che per Mahel.
-Due...sposi?- domandò Mahel, guardandolo -Intendi dire...cosa accade durante il matrimonio...?-
-No, cioè...- Lagharta si grattò la testa, non riuscendo ad impostare bene la domanda -Nel tuo mondo, per indicare il matrimonio tra due amanti, come fate?-
-Ah...- esordì Mahel, sorridendo lieve -Gli sposi si scambiano, durante il rito nuziale, due fedi d'oro per suggellare la loro promessa d'amore...-
-Fedi...?- la guardò di rimando il ragazzo, per la prima volta senza ostilità -Cosa sono le fedi?-
-Sono...anelli. Due anelli d'oro- spiegò la ragazza, indicando l'anulare sinistro -Due fedi che gli sposi mettono rispettivamente all'anulare sinistro dell'amato, pronunciando la promessa di matrimonio...-
-Ah...- sussurrò Lagharta, guardando l'anulare sinistro della sua mano e pensando.

La Predizione era tanto vicina da spaventarlo più di qualunque altra cosa al mondo.
La Sibilla gli aveva descritto minuziosamente la cerimonia, parlando appunto di anelli d'oro che si incastravano nell'anulare della mano del cuore, suggellando la promessa eterna.
Una cerimonia così diversa da quella ritualizzata a Gaia, così intima e romantica.
Lagharta scosse la testa e assunse un'espressione corrucciata, forse più rabbiosa, pensando parole che mai avrebbe pensato in altre circostanze.

-Che assurdità!- si girò di scatto, prendendo a camminare più veloce, lasciando Mahel inebetita dietro di lui con lo sguardo perso -Donare allo sposo un misero anello d'oro! E questo sarebbe il vostro suggello d'amore? Ma non farmi ridere-
Mahel guardò verso Lagharta, assumendo un'espressione arrabbiata, cominciando a corrergli dietro col rischio di cadere ad ogni passo -Come sarebbe a dire assurdità? Ma chi ti credi di essere per giudicare le usanze del nostro mondo? La fede nuziale è ciò che di più sacro e prezioso esiste nel nostro mondo, la promessa d'amore più forte e duratura...quando tu doni all'amato una fede d'oro, insieme a questa prometti e doni il tuo amore eterno. Sai cosa significa eterno...?-
Lagharta rispondeva acido, senza neanche guardarla, con parole di odio rivolte forse più a lei che al matrimonio in sé -Niente dura per sempre, neanche l'amore. Ciò che oggi ami, domani potresti anche odiarlo. Smettila di vivere nel mondo delle fiabe, principessina!-
Mahel cercò di afferrare Lagharta per la stoffa della maglia, ma cadde a terra inciampando in un sasso, vedendo il ragazzo sparire dalla sua vita in mezzo alla polvere che turbinava davanti ai suoi occhi -Ma che gli è preso...?-
Saluss sapeva il perchè di quella reazione esagerata per una cosa così dolce. Scosse la testa e si posò sulla fronte di Mahel, non riuscendo ad alleviare il suo dolore sordo -Mi dispiace Mahel...se è Lagharta la fonte della tua sofferenza, io non posso alleviarla...-
Mahel osservò Saluss per qualche secondo prima di capire, lasciando sprofondare i suoi occhi di nuovo nella tristezza. Abbozzò un sorriso verso la fatina, avvicinandola a se senza stringerla tra le mani -Saluss...non può ferirmi più di così, stai tranquilla...-
Saluss annuì, sebbene pensasse che Mahel fosse in torto. Non potevano sapere, né lei né Mahel, quanto profondo poteva diventare un dolore crudele inflitto da Lagharta.

Lagharta era fuori di sé, completamente impazzito.
Lo scambio delle promesse nuziali insieme ad un anello dorato era stato il suo incubo ricorrente in passato, seguito da immagini trucide sulla morte di sé stesso e della sua compagna.
Non ne vedeva il volto, ma la vedeva cadere in terra piena di sangue, mentre il suo cuore si sgretolava in mille pezzi. Le lacrime che gli annebbiavano la vista, la mente ed il cuore, portandolo ad un feroce suicidio contro Laherte, che lo trafiggeva con la spada ridendo.
Il dolore, altro sangue...e poi il buio.
Si svegliava continuamente sudato e tremante, pervaso di rabbia e di frustrazione, non ritrovando il sonno neanche a giorno inoltrato.
La Sibilla aveva impiegato settimane a trovare un rimedio erboristico efficace per gli incubi notturni del ragazzo, preparando un decotto che doveva bere ogni notte prima di coricarsi affinchè potesse dormire, non sonni tranquilli, ma riposanti.
Ancora adesso, dopo 3 anni dalla Predizione, essa era arrivata vicino a lui e lo guardava con quegli occhi così belli da perdere il fiato, dai colori sgargianti e brillanti, mentre il suo calore era vivo e reale. Lagharta non poteva fare a meno che provare odio per quella profezia e per la sua personificazione.
Per Lagharta, quella ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi verde-argentei non era la prescelta della Leggenda ma la Predizione fatta persona.
Non avrebbe mai smesso di odiarla, mai.

Vedendolo camminare rabbioso, dalla sicurezza del suo nascondiglio, una giovane si passò la lingua sulle labbra, come estasiata.
Sicuramente era un bel ragazzo, alto e muscoloso, la spada che portava con lui doveva essere di grande valore. Se l'avesse rivenduta sicuramente ci avrebbe fatto un sacco di soldi, ne era certa. E non dovevano mancare altre armi nascoste, se era un guerriero come dimostrava di essere, medicine, qualche soldo o magari un gioiello.
Era così stanca di depredare signorotti anziani, voleva buttarsi su carne più fresca.
Sistemandosi gli abiti alla bell'e meglio, fece un movimento sinuoso carezzando la corteccia di un albero lì vicino e scomparve.
Nell'aria si disperse un consistente profumo fruttato, mentre una piccola nube di polvere si riposava delicatamente in terra.

Arrivato alle porte del villaggio due profondi occhi rossi incrociarono quelli blu di Lagharta, facendolo rimanere senza fiato.
-Non pensavo ce ne fossero ancora in giro...- borbottò divertito, facendo comparire un ghigno divertito sulle labbra -Mi divertirò anche io dopo un po'...-
Si avvicinò a quei suadenti occhi carmini, senza preoccuparsi di Mahel e la piccola Saluss.
Fra i tre, tanto, quello che avrebbe dovuto maggiormente preoccuparsi era proprio lui.

-Dove si è cacciato Lagharta?- chiese Mahel alla piccola Saluss, a cui aveva ripreso a raccontare del suo mondo -Non lo vedo più-
-Sarà già arrivato al villaggio- rispose Saluss, afferrando due ciocche di capelli di Mahel e lasciandogliele subito arrossendo -Mi...mi dispiace Mahel!-
-Uh?- rispose la ragazza, guardando stranita la fatina -Di cosa ti scusi?-
-I capelli...- borbottò la piccolina, stringendosi al collo di Mahel -La Sibilla e Lagharta mi hanno ripetuto più volte di non toccarti i capelli, ma è un vizio che ho con Lagharta. Scusami...-
Mahel rise, divertita -E sentiamo, com'è che non puoi toccare i miei capelli se io non ci vedo niente di male?-
-Perché i tuoi capelli sono simboli di una divinità che si sta impossessando di te, che tu sia la Mahel della Leggenda o meno- rispose Saluss, abbassando lo sguardo -Sono la fonte di un potere magico profondo e incontrollabile, se io toccandoli li strappassi o altro, chissà che cosa potrebbe accadere...- borbottò spaventata Saluss, portando le mani al viso.
-Penso proprio niente- rispose Mahel afferrando un capello con le dita e strappandoselo -Hai visto?-
-Mahel! Ma che fai!- disse Saluss guardando il capello che Mahel teneva tra le dita, lungo e resistente, di quel colore castano-dorato che Saluss, anche se non diceva, adorava -Ma...ma perchè!-
-Tu, piccola scemotta- ridacchiò Mahel porgendole il capello -Puoi afferrare i miei capelli e tirarli quanto vuoi- le disse dolce, lasciando cadere quel filo morbido tra le mani della fatina -Se non lo vuoi lo possiamo buttare-
-No- strillò la fatina, afferrandolo e tenendolo stretto al petto -Contiene un enorme potere magico, te l'ho detto. È molto prezioso...- arrossì, abbassando lo sguardo -Posso assorbirlo?-
Mahel rise di nuovo, annuendo, trovandosi ad assistere, inconsapevolmente, ad uno spettacolo più unico che raro: il vero “pranzo” di una fata.

Saluss stese bene il capello di Mahel, iniziando a svolazzare in aria davanti ai suoi occhi, sorridendole. Recitò una strana formula magica, mentre il capello cominciava a risplendere di una strana luce tiepida, mentre la voce della fatina diventava sempre più udibile.
Mahel non capiva le parole della formula, ma seguivano un ritmo del tempo ben preciso, e non ebbe cuore di interromperla.
Quando la fatina finì la formula magica, Saluss arrotolò il capello attorno al polso, finchè non diventò una specie di polsino di capelli. Recitò una nuova formula magica, dai toni più lenti e melodiosi, mentre il capello si caricava di una luce più forte e più calda.
Quando la luce sparì completamente dal capello, esso si srotolò da solo e cadde in terra, mostrando ad entrambe una lunghezza di almeno la metà rispetto a come era inizialmente -Ma...che è successo?- chiese Mahel guardando il capello, adesso di un colore bianco spento e sfibrato -Che cosa hai fatto?-
-Ho assorbito il potere di Vie contenuto nei tuoi capelli, adesso che stai diventando una personificazione divina, restituendo così al capello la sua forma originale...solo che devo aver esagerato, perchè non poteva essere bianco all'inizio, giusto?-
Mahel scoppiò a ridere, senza capire il perchè, portandosi la fatina vicino alle labbra e baciandola -Prendi da me il mio “potere” tutte le volte che vuoi. Hai il mio permesso-
Saluss arrossì e rise a sua volta, restituendo il bacio a Mahel sulla punta del naso.
-Andiamo da Lagharta- pronunciò alla fine, trovando Mahel d'accordo con un cenno della testa -Speriamo non si sia incamminato ancora più avanti...-
Ripresero il sentiero verso il villaggio, che ormai era a pochi passi da loro, senza sapere la sorpresa che le aspettava una volta arrivati.

-Lagharta!- urlò la fatina appena passate le porte del villaggio, restituendo il saluto ad un contadino con un cenno del capo -Jin, hai visto Lagharta?-
Un contadino abbastanza anziano, dai rasi capelli bianchi e la barba incolta, gli occhi neri e brillanti, il sorriso amichevole e le rughe profonde scosse la testa, assumendo un'espressione preoccupata -Ah...quel marmocchio si caccia sempre nei guai. Ogni volta che viene al villaggio trova modo di attirare l'attenzione su di sé...- si interruppe un attimo per guardare meglio Mahel, che al momento non aveva notato -Buonasera, divina Mahel...-
Mahel rimase qualche secondo fissa a guardare l'uomo, arrossendo fino alla punta dei capelli, per poi inchinarsi leggermente con il capo e rispondere un -Buonasera signore- con umiltà ed educazione.
-La Sibilla mi aveva detto che la divina era bella...ma non credevo così bella- disse l'uomo, abbozzando un sorriso -Mi spiace che lei debba sopportare quel monello di Lagharta...-
-Ormai, Jin, Lagharta non è più un “monello”- sbottò la fatina, poggiandosi le mani sui fianchi -È un vero e proprio “teppista”-
Jin rise, di una risata argentea e cordiale -Tu adori sempre Lagharta a tuo modo, non è così Saluss?-
Saluss rise di gusto, guardandosi attorno con aria preoccupata -Dicevi che è riuscito ad attirare l'attenzione per l'ennesima volta...-
-Si- riprese serio Jin, indicando a Saluss una casa a qualche metro di distanza -È andato alla taverna con una ragazza. Una ragazza molto carina. Peccato che Lagharta abbia occhio solo per i disastri...-
Saluss era già sobbalzata alla parola “carina” ma quando Jin aveva aggiunto “disastri” era diventata improvvisamente seria -Che entità di disastro...?-
-Un disastro davvero pericoloso- annuì con il capo, come a voler dare impatto alla cosa -La ragazza che lo accompagnava era una Lilith-
Saluss spalancò gli occhi così tanto che Mahel temette sarebbe scoppiata.
Le guance le si colorarono di rosso fuoco, le mani si chiusero in pugni e le sue ali iniziarono a vibrare così forte da ferirle le orecchie -Saluss...che diamine...Saluss!-
-Brutto imbecille. Io lo ammazzo!- Saluss si trasformò in luce rosata, scomparendo alla vista di Mahel che rimase sul posto con sguardo perso nel vuoto -Mi...mi devo esser persa qualcosa, non è così...?-
Jin le si avvicinò, ridendo. Ogni volta che Lagharta era in pericolo, Saluss reagiva pressappoco allo stesso modo -Lagharta non è mai stato bravo come fratello maggiore. Rimarrà sempre un adorabile fratellino minore...- abbassò lo sguardò, incupendosi.
Mahel vide quegli occhi fino a pochi secondi prima così gioiosi velarsi di una nota di malinconia e cercò di farla scomparire, donandogli un sorriso -Lagharta tornerà ad essere uno sciocco bambino felice. La mia presenza qua non sarà vana, Jin...-
Il contadino le rivolse un sorriso gentile, facendo sparire quel velo cupo che gli copriva gli occhi -La Sibilla non mi aveva detto che la divina era anche così buona...-
-Oh, prima di tutto io non sono divina- asserì Mahel, annuendo con la testa -Secondo, non sono buona. Sono egoista, tremendamente egoista. Se non riesco a dare una motivazione alla mia presenza qua finirò per impazzire...-
Jin ridacchiò soddisfatto, prendendole le mani e baciandogliele -Posso avere quindi l'onore di chiamarla...Mahel?-
-L'onore? L'onore di essere trattata in questo modo è tutto mio, Jin. Se posso avere l'onore di darti del tu e di chiamarti Jin, vorrei che tu facessi altrettanto con me...-
I due si scambiarono un sorriso d'intesa, mentre Jin sentiva nel suo cuore nascere per quella giovane dall'apparenza divina un profondo senso di gratitudine -Grazie di proteggere Lagharta...è un monello, ma è un bravo ragazzo...-
Mahel soffiò i capelli dagli occhi, assumendo un'epressione un po' provata -Oh...mi sono accorta del suo temperamento focoso, non c'è che dire. Piuttosto, se posso permettermi...-
-Prego, dimmi tutto, Mahel- Jin sottolineò maggiormente l'ultima parola, facendo nascere un sorriso imbarazzato alla ragazza davanti a lei.
-Ecco, dicevo...Saluss se n'è andata via così in fretta, ma...cosa sarebbe esattamente una Lilith...?-

Mentre guardava a pochi passi la porta della taverna, pensava.
Da ciò che le aveva detto Jin, le Lilith erano una tribù quasi totalmente composta da donne, che avevano la straordinaria peculiarità di uno sguardo rosso fuoco.
In pratica, avevano gli occhi rossi.
A lei non sembrava tanto strano, almeno non in quel mondo in cui le divinità andavano passeggiando per il mondo senza turbare le persone e in cui le fate potevano svolazzare libere senza portare domande. Gli occhi rossi erano per lei la minore delle stramberie.
Eppure, le aveva spiegato Jin, le Lilith in principio non erano una “razza” a parte, bensì semplici donne umane con una piccola eccezione genetica. Ma a causa della Guerra Antica una donna, dagli occhi rossi e dalla crudeltà disumana, che si serviva di oscure arti magiche e del suo corpo stesso come arma, portò in molti villaggi morte e distuzione, sotto il nome di Lilith. Anche dopo la Guerra le donne con gli occhi rossi vennero temute e additate come le discendenti del demonio dagli occhi rossi, vennero chiamate “razza di Lilith” ed esiliate.
Si diceva che le Lilith rimaste si erano raggruppate ed avevano fondato un villaggio ai confini estremi del regno, molto oltre il Lago del Cielo, ancora più lontano del Tempio di Vie e della Catena di Roccia Nera. Un piccolo villaggio in mezzo ad un bosco profondo, al riparo dalle ostilità della gente. Con il passare degli anni le Lilith si erano specializzate della produzione di veleni, di armi corte e di pozioni dagli effetti più debilitanti. Inoltre avevano sviluppato grandi doti di spionaggio e di assassinio, diventando una razza temuta sia per i loro occhi sia che per le loro abilità.
Mahel non riusciva a credere che la persecuzione ed il razzismo, in qualsiasi forma, esistessero anche nel libro di sua madre.
Prendendo coraggio aprì la porta della locanda, sperando di poter giudicare con i suoi occhi la pericolosità della ragazza davanti a lei.

Appena entrata una decina di paia di occhi si puntarono su di lei, ma cercò di non prestarci attenzione. Persino il padrone della locanda la guardava, quasi meravigliato, senza però proferire parola.
Un borbottio sommesso accompagnò i suoi occhi nella ricerca di Lagharta, che vide seduto ad un tavolo nascosto a prima vista, nell'angolo meno illuminato della locanda, che parlava amichevolmente con una bella ragazza.
Aveva corti capelli castani, un ciuffo liscio e curato che le cadeva sull'occhio sinistro, le mani sottili e aggraziate, adornate da molti anelli d'oro e d'argento, incrociata sotto il mento, mentre le sue labbra rosee si muovevano impercettibilmente in quel profondo borbottare.
Quando Lagharta notò che fosse entrata, Mahel vide anche Saluss aggrappata forte ai suoi capelli, anche la misteriosa ragazza si voltò verso di lei.
Un viso splendido e affascinante, incorniciato da capelli pettinati impeccabilmente. E poi, li vide. Due profondi, penetranti occhi rossi.
Di un rosso che, non sapeva spiegare come, sembrava le guardasse dentro, la studiasse in ogni suo minimo dettaglio, ogni intimità.
La ragazza le sorrise e si alzò, avvicinandolesi con movenze aggraziate e suadenti.
-Ciao. Tu devi essere...Mahel, non è così?- la ragazza le porse la mano, aprendo le labbra in un sorriso -Non ti preoccupare, non ti mangio-
Anche la sua voce era bella. Mahel cercò di allontanare le parole di Jin dalla testa e afferrò la mano della ragazza, ancora intimidita -Piacere. Tu sei...?-
La ragazza le regalò un ennesimo sorriso, stringendo a sua volta la mano -Il mio nome è Alvexia, molto lieta di conoscerla, “principessina”-
Mahel abbozzò a sua volta un sorriso, sentendo uno strano brivido percorrerle la schiena.
Per quanto bella, per quanto dolce potesse essere, quella ragazza la spaventava dal più profondo del suo cuore.



***

Premetto che questo capitolo mi è costato moltissima fatica. Avendo ricevuto una critica (e RINGRAZIO ENORMEMENTE la persona che me l'ha fatto, aveva pienamente ragione U-U) ho scritto cercando di prestare la massima attenzione alla grammatica, alle parole usate, alla battitura delle parole. Ho dovuto anche rileggere, cosa che non faccio mai, rischiando di cancellare interamente il capitolo e riscriverlo. Ho trattenuto i miei istinti suicidi e ho solamente corretto ciò che riuscivo a trovare. Ma alzandosi alle 6 di mattina, passare un'intera giornata a lavoro con la gente che mi urla nelle orecchie continuamente, tornare a casa e mettersi sotto a scrivere in quanto poteva passarmi di mente ciò che volevo scrivere...beh è stato prostrante. Adesso mi concederò una bella doccia ed un riposino U-U per quanto riguarda la storia qua si introduce il primo personaggio chiave del racconto, la bella Alvexia. Un tipino un pò...ehm...particolare. Io personalmente la odio, o almeno, la odierò fino a metà storia. Poi l'adorerò e poi la odierò di nuovo. Ma forse lei farà di tutto per farsi amare...mmh...penso. Ma non dileguiamoci in chiacchiere. Passiamo ai RINGRAZIAMENTI!!!
fruttina89: fra i due, io sono quella che ha più paura che la profezia si avveri. Non so perchè, ma adoro entrambi di un amore così profondo che non sopporterei di vederli morire. Ora come ora Lagharta fa il pazzo, alterna momenti di odio ad altri di dolcezza, probabilmente anche lui è provato dal sonno, come me. E vorrei vedere, povero caro ç__ç vedremo se tutto finirà per il meglio. Non posso fare a meno di ringraziarti per la tua dolcezza e le tue parole sempre così splendide, oggi sono un pò depressa. Questo capitolo è la mia prova, chissà se la persona che mi ha fatto notare alcune mie pecche dirà di apprezzare questo mio sforzo...? Staremo a vedere. Tutto il mondo è una prova U-U intanto ti mando un bacio, un abbraccio e ti aspetto al prossimo capitolo =*
Milou_: eh si...la Predizione, più o meno, dice che se Lagharta si innamora della Mahel della Leggenda, essi diverrano sposi, ma andranno incontro alla morte. Quindi Lagharta non vuole innamorarsi di Mahel e, per evitare che questo accada, a prescindere, la odia. Povera cara...lei che è sempre stata circondata da persone che le volevano bene, ora si ritrova con questo stupidino che la odia per chissà quali assurde motivazioni. Lei sa di non potersi innamorare a comando, così come Lagharta non può farlo. Però non credo si possa odiare anche a comando, quindi penso che non durerà molto questo stato di odio. Come ho già detto io scrivo, ma sono i personaggi che si muovono da soli nel loro scenario. Non voglio metter bocca nelle loro decisioni, quindi accetto cosa ha scelto il giovincello. Speriamo che vada tutto bene! Come vedi per adesso incontrano Alvexia la Lilith, un tipino particolare, che conoscerai un poco nel prossimo capitolo. Spero che questo nuovo pezzettino ti sia piaciuto, nel frattempo ti mando un bacio, un abbrraccio anche a te (e soprattutto in bocca al lupo per la scuola, ormai manca poco alle vacanze invernali ^-^) e ti aspetto nel prossimo capitolo =*
Dust_and_Diesel: mi spiace che tu sia stressata per l'esame, potevi lasciarmi un commento molto più in là, anche in un futuro capitolo, o dirmelo anche solo per msn...mi spiace averti "costretto" a lasciarmi un tuo segno. Comunque è andato bene, alla fine, ed è questo l'importante. Ora come ora io sono un pò in fase depressiva, sia perchè allo scorso capitolo ho ricevuto una critica (per l'amor di dio, costruttiva, adulta e meritata, ma brucia che ci vuoi fare xD) e poi perchè il lavoro non sta andando molto bene -.- io odio il mio capo! Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno, di aver fatto un lavoro "decente" e di aver mantenuto un livello tale da meritare di stare tra le scelte. Questo è il mio pallino, anche se è stancante scrivere in un modo che non ci è consono. A te vanno mille e mille bacetti, un abbraccione grandissimo e fortissimo e la speranza di vedere, chissà, un giorno, il tuo splendido sorriso ^-^ grazie di essere sempre così dolce con me =*
Lete: a me fa piacere che hai trovato il tempo di una recensione, ma ti prego, non farlo come un "dovere" fallo solo se è un "piacere" ^-^ a me rende felicissima vedere il numero di recensioni aumentare, ma vorrei che fosse un piacere da parte di chi legge farlo. Se non hai il tempo di commentare, ma solo di leggere, io apprezzerò che tu fino ad ora abbia speso del tempo per me ^-^ penso che sia un diritto di tutti fare ciò che sente il proprio cuore di fare ^-^ perciò non ti preoccupare di quella vocina che può dirti "hai preso un impegno!" perchè io sono onorata di essere entrata nelle tue storie seguite e sono ancora più onorata del fatto che ti sia preoccupata anche stavolta di lasciarmi un tuo segno ^-^ sai io penso che sia bellissimo anche il numero delle letture della storia (e credimi, è la prima cosa che mi ha fatto piangere quando ho aperto il "seguito delle tue storie" xD). Sei una persona molto molto molto dolce, spero che continuerai a leggermi e che potrai vivere insieme ai miei dolci scemotti la storia fino alla fine. Per adesso ti mando un abbraccione ed un bacione, spero che continuerari a fare ciò che il cuore sente di fare =*
Lirin Lawliet: penso di aver già detto tutto nella mia mail (o qualsiasi cosa ti sia arrivata) e devo ammetterlo, mi hai messo in crisi xD avevo paura di te e di cosa potessi pensare, ho fatto uno sforzo enorme e ho dato il capitolo in mano ad un amico che manco aveva voglia per cercare gli errori più grossolani. Mi spiace di non aver saputo fare di meglio, ma oggi con il mio livello di stanchezza è il massimo che sono riuscita a tirar fuori. Apprezzo moltissimo le tue precisazioni, ho cercato di tener fede a tutti i punti che mi hai detto, anche se non so quanto sono stata capace di attenermi. Forse me lo dirai, forse no, io aspetterò con impazienza. Intanto devo dire che il nome della sorellina di Kougaiji è davvero molto dolce ^-^ adoravo il suo personaggio, peccato che in Reload non si veda ç_ç e in Gaiden manco a parlarne, ovviamente (il manga della Minekura è il mio preferito, sai? Io amo la Minekura!) beh, che dire...ho esaurito le parole. Mando un abbraccio grande grande anche a te e, ovviamente, un bel bacione =*
Grazie al mio amico Gennino, che ha corretto gli errori grossolani di questo capitolo, che mi ha fatto le linguacce mentre scrivevo per tirarmi un pò su e che mi sta sempre accanto come solo un nii-nii può fare <3 e grazie al mio splendido ragazzo, che anche se stanco mi coccola via webcam e che mi ama nonostante io scleri in continuazione. Siete le mie due colonne, vi adoro dal più profondo del mio cuore <3
Grazie a coloro che hanno inserito la storia fra le preferite, a chi l'ha messa nelle seguite, a chi ha commentato e chi ha solo letto. Siete tutte persone molto carine, auguro a tutti grande fortuna e tante coccole >.< un bacione a tutti quanti!!!
  
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