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Autore: MaTiSsE    23/11/2010    5 recensioni
Bella Swan era una giovane, felice e normalissima adolescente. Edward Masen il suo dolcissimo, splendido ragazzo.
Fin quando qualcosa di oscuro non viene a separarli, distruggendo il loro sogno d'amore.
Edward scompare il giorno del diciassettesimo compleanno di Bella da Forks, piccola cittadina in provincia di Washington.
Dov'è finito Edward?
Come vivrà Bella la sua esistenza senza di lui?
Riusciranno mai a ritrovarsi?
E se questo accadesse, come andranno le cose tra i due?
Leggete per scoprirlo! :)
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più libri/film, Contesto generale/vago
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prologo where are you? Ciao a tutte/i!
La mia vena creativa ultimamente sta attraversando un periodo splendido....Meno male!
Rieccomi con una nuova fanfic, spero sia di vostro gradimento!

MaTiSsE!



PROLOGO
(POV EDWARD)




Ho sete.
Ho sete, maledizione!
La gola brucia come se fosse appena scoppiato un incendio al suo interno.

Continuo a battere il pugno sul muro spoglio ed umido che mi trovo davanti, scheggiandone un mattone.

Che pensi, imbecille?
Anche se farai a pezzi il mondo avrai comunque  questa cazzo di sete assurda.
E' inutile che sprechi le forze, idiota.

Sono completamente pazzo.
Parlo a me stesso come se avessi a che fare con un estraneo.
Mi guardo la mano. Bianca.
Come quella di un morto.
Ho impresso tanta forza in quel colpo che una crepa mi attraversa ora il palmo.
Neanche il tempo di rendermene conto che già si è rimarginata.

Annaspando mi guardo intorno confuso.
Sono nascosto in un vicolo. Uno stretto, lugubre vicolo cieco.

Merda.

Che schifo di vita è questa?
Io....io non vivevo così, prima.
La ricordo così vagamente la mia esistenza precedente, è vero. Ma posso giurarci, era splendida.
Non come adesso.
Avevo dei genitori. Erano affettuosi.
Ma non so più bene, ora, che sapore abbia l'amore di una mamma.
Avevo degli amici, certo.
Ma non so più ora cosa significhi ridere insieme a loro.
Coloro che mi hanno creato non sono stati degli "amici". Hanno rubato la mia anima ed i miei giorni felici.
Dopo mi hanno lasciato da solo, in questo vicolo buio.
E poi...
Poi avevo lei.
Il suo viso nebuloso si fa strada nei miei ricordi.
Doveva essere bellissima. E dolce. E mi amava.
Come io amavo lei.
Se la vedessi adesso, cosa le accadrebbe? Cosa potrei farle?
E se lei vedesse me, ora, cosa penserebbe?

Sento un topo squittire poco distante da me.
La mia mano si fionda ad afferrarlo prima ancora che la mente abbia formulato il pensiero di catturarlo.
Lo addento al collo.
Non con desiderio, ma con rabbia.
E mi fa schifo quel sapore dolciastro da animale di fogna.
Si porta dietro una puzza tremenda.
Mi servono pochi secondi, per un essere tanto minuscolo.
Lancio la sua carcassa svuotata lontano da me, con tutto lo sdegno che mi è possibile.
Poi pulisco gli angoli della bocca.
Lecco la macchia di sangue che resta appiccicata sul dorso. Rosso smorto.
Bel colore per essere il sangue di un topo.
La mia sete è solo vagamente attenuata. La sento ancora bruciare in un angolo del palato.

Fai schifo, idiota.

Sete. Sete. Sete.
Mi servirebbero altri mille di quei topi ripugnanti prima di trovare davvero un po' di sollievo.
Ma probabilmente, prima di arrivare a finirli, vomiterei tutto quel sangue disgustoso.
So cosa potrebbe aiutarmi realmente.

Sangue umano.

L'ho fatto in passato. Ho ucciso degli esseri umani.
Niente di più dolce del loro sangue ha attraversato la mia lingua Il mio palato. La mia gola.
Ma non lo farò più.
Ho giurato su quanto avevo di più caro nella mia vita precedente che mai, mai più ucciderò degli innocenti.
Sento ancora i loro pensieri nella mia testa.
Le invocazioni d'aiuto che hanno mentalmente pronunciato prima che la loro succulenta carne finisse sotto i mie canini aguzzi.

"Pietà! Abbi pietà, ti prego! Ho tutta la vita davanti..."

Nessuno di loro è mai riuscito a concludere una frase.
Li ho fatti tutti fuori prima.
Ma quelle parole risuonano ancora a testimonianza della mia infamia.
Di una colpa atroce di cui mi sono macchiato. Una colpa che penderà sempre in bilico sul mio capo.

Anche io avevo tutta una vita davanti.
Avevo solo diciassette anni quando....mi hanno trasformato in un mostro.
Ed ora cosa ne farò di questa esistenza infernale?
Cosa ne farò dell'essere ignobile che sono diventato?

Ho ancora sete. Porca puttana, ho sete!
Ho sete!
Sto impazzendo. La testa mi scoppia.
La gola brucia.

Trovati un modo per morire, idiota!

Trovalo, Edward!


"L'ho trovato Carlisle! Fa' presto, è qui!"

In procinto di lanciarmi con la testa nel muro, nella speranza di ricavarne un sollievo o nell'illusione di procurarmi la morte come un comune essere umano, una voce melodiosa ha catturato la mia attenzione.
Non si tratta di comuni mortali.
Quell'odore.
Sento il loro odore nell'aria.
Un basso ringhio sale dal petto, fuoriesce incontrollato dalle labbra.

"Sei certa sia lui, Alice?"
"Sì Carlisle. E' proprio lui, il vampiro della mia visione."

Alzo gli occhi e me la trovo davanti.
Una piccola, buffa ragazza. Se la sete mi consentisse maggiore lucidità potrei dire che sia splendida.

Fa qualche passo verso di me, cautamente.
Indietreggio e continuo a ringhiare.

"Alice, attenta!" - L'avverte l'uomo che le sta accanto. Bello come un dio anche lui, composto ed elegante.
"Tranquillo Carlisle. Andrà tutto bene, l'ho visto."

Che significa "L'ho visto" ?
 Continuo a ringhiare, più sommessamente ora.

Si avvicina ancora un po', sentò il picchiettare dei suoi tacchi rossi sulla strada.
Comincia a piovere.
Rivoli di acqua scendono dalle grondaie, scorrono tra i miei capelli ramati, lavano il mio viso.
Vorrei poter bene quell'acqua e sentire lo stesso piacere di un tempo.
La piccoletta, Alice mi pare si chiami, si ferma a pochi centimetri da me.
La guardo spaventato, sconcertato e rabbioso allo stesso tempo.
Le mostro i denti.

"Shh, tranquillo. Sta tranquillo. Vogliamo solo aiutarti...."
"Chi siete voi? Chi cazzo siete?!" - Urlo.
"Stai calmo, non ti agitare. Noi siamo diversi, non siamo come loro..."
"Che ne sapete di loro?"
"Sappiamo più di quanto tu possa immaginare" - Risponde l'altro, quello più maturo, mi pare. Carlisle.
"Tranquillo. Siamo qui per aiutarti, davvero."

La guardo negli occhi.
Assurdo.
Mi pare stia dicendo la verità. Mi sembra sincera. Com'è possibile?

Che cavolo te ne importa, Edward?
Cos'altro hai da perdere?
Niente. Mal che vada ti ammazzeranno, non è quel che volevi?

Decido di fidarmi e smetto di ringhiare.

La piccoletta mi sorride.

"Così va bene, bravo. Ciao Edward. Io sono Alice. E lui è Carlisle, mio padre."

La guardo sconcertato e titubante, ancora una volta. Suo padre?

"Ti andrebbe....di parlare un po' con noi?"




   
 
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