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Autore: fanny80    23/11/2010    10 recensioni
L'eroe Del Mondo Magico decide di trasferirsi in Scozia dove intraprenderà speciali studi per poi entrare nell'Accademia Auror e si ritrova inaspettatamente a condividere il viaggio con Draco Malfoy...
(Dedicata a Narcissa63!)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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Note di Fanny_80:     Il conto alla rovescia è finito *__* BUON COMPLEANNO TESORO MIO!!! Ti auguro di trascorrere una giornata meravigliosa, piena di sorprese e momenti di gioia, sai quanto bene ti voglia, più di quanto riesca ad esprimere e dirti a parole, Auguri, Auguri e ancora Auguri alla mia Narcissa63!

 

Harry ti presento... Draco.

 

Capitolo 3°

 

(Ottobre 2010...)

 

Draco uscì dal suo ufficio a sera ormai inoltrata, per un po’ aveva trascurato il lavoro, forse a causa della sua relazione con Mark: bello, disinibito e... decisamente troppo giovane. Non che gli dispiacesse, il sesso era, beh grandioso! Il problema si presentava dopo, quando una normale persona vuole fare conversazione, magari davanti ad un bel caffè. Niente di niente...

Del resto cosa dire ad un ragazzo che ha poco più della metà dei tuoi anni? Alla fine si era deciso a mollarlo, ammettendo con se tesso che quella relazione fosse nata solo in conseguenza alla storia che Harry aveva intrapreso poco tempo prima. Ne sentiva la mancanza, era questa l’unica verità, anche se, sì insomma, qualche occasione per vederlo, mentre entrambi aiutavano Blaise e Hermione con i preparativi per il matrimonio che si sarebbe celebrato di lì ad un paio di settimane, ce l’aveva anche avuta.

Immerso nei suoi pensieri, gettò uno sguardo fugace oltre la vetrina di un bar sulla strada di ritorno a casa. Fece qualche passo ancora, poi si fermò, stupendosi non poco di che scherzi assurdi potesse fare l’immaginazione, tuttavia, per esserne certo tornò indietro e scrutò ancora all’interno del locale.

Altro che fantasia! Un Harry Potter in carne ed ossa era  seduto, con aria decisamente afflitta, su di uno sgabello, i gomiti poggiati sul bancone. Senza nemmeno pensarci su un attimo, entrò e gli si avvicinò, occupando il panchetto accanto al suo.

“Bel tipo che sei, uscire a bere senza avvisare...” buttò lì facendo cenno al barista di servirgli una Burrobirra.

Il giovane Auror gli concesse un’occhiata fugace, prima di tornare a fissare il proprio bicchiere vuoto “Lascia perdere, non sono in vena” replicò burbero.

“Vuoi dirmi che cosa hai fatto? Pensavo fossimo amici, e di solito questo implica che in certi momenti ci si rivolga l’uno all’altro” lo pungolò il biondo con sarcasmo “Quel Carl, o come diavolo si chiama, ti ha mollato?”

“Si chiama Charles, e non centra assolutamente niente con questa faccenda” lo rimbeccò l’altro senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

“Allora state ancora insieme” constatò Malfoy senza entusiasmo.

“No, ci siamo lasciati un paio di giorni fa, ma sto benissimo, non...”

“Oh, Merlino, non ricomincerai come con Baston! Sto benissimo, va tutto bene, l’ho superata alla grande...” scimmiottò il Serpeverde alzando gli occhi al cielo.

“Oliver... già, ho sempre detto così, non è vero?”

La voce del Golden Boy suonò bassa e addolorata, attirando l’immediata attenzione dell’amico su di sé “D’accordo, non faccio altro che sparar cazzate, volevo solo sdrammatizzare, ora però vuoi dirmi cosa diavolo è successo?”

“Mi ha telefonato, sai?” raccontò il Grifondoro, scrollando le spalle.

“Charles?”

“No, Oliver...”

A quel punto Malfoy scattò in piedi, mollò sul banco una manciata di galeoni, gli gettò il mantello mentre si alzava dicendo “Andiamo a casa mia, faremo prima visto che è qui dietro l’angolo.”

Potter lo fissò confuso, ma decise di assecondarlo senza chiedere spiegazioni. Per tutto il tragitto Draco non disse neppure una parola, ed una volta nel suo appartamento, insonorizzò le pareti, per poi voltarsi verso il suo ospite.

“Adesso possiamo parlare” esordì.

“Perché hai isolato la casa?” chiese l’altro scuotendo il capo.

“Così potrai alzare la voce quanto ti pare” replicò il biondo come se fosse ovvio “Ti sei tenuto dentro tutto, per più di un anno.”

Harry rise aspramente “Guarda che non c’è proprio niente da dire!” gli assicurò sedendosi sul sofà.

“Neanche dieci minuti fa hai dichiarato di aver ricevuto una telefonata da Baston, e se questo ha il potere di farti cadere in uno  stato di  tale depressione, lasciatelo dire Potter, non l’hai superata affatto” lo stuzzicò Malfoy per spingerlo a parlare.

Il Grifondoro scosse il capo “No, non è neanche questo, io credo di averlo dimenticato, di non amarlo più, ma ci sono cose che mi hanno fatto riflettere.”

“Allora spiegami!” sbottò il biondo al limite della pazienza “Cosa ti ha detto di così illuminante?”

“D’accordo, visto che proprio ci tieni...” mormorò il Prescelto gettandogli una fugace occhiata, poi poggiò i gomiti sulle ginocchia, spingendosi in avanti con aria assorta “Mi ha chiamato dopo il mio turno al Dipartimento Auror, mi ha chiesto come stavo e poi abbiamo parlato del lavoro, del Quidditch e di tutte le sue trasferte, e mentre lui mi raccontava di sé, io pensavo che fosse proprio finita, non provavo niente, non ero neppure interessato alla sua stupidissima conversazione sullo sport e quelle menate lì!” senza accorgersene il moro aveva alzato la voce “Poi, così, d’un tratto, butta lì di avere una novità... ho pensato che dirtelo sarebbe stato meglio, visto il nostro passato” a quel punto si tirò su dal divano, avvicinandosi al camino e poggiando nervosamente le mani sulla mensola di marmo scuro “Ha una relazione con un certo Thomas, o qualcosa del genere, da due mesi e, indovina un po’? Si sposano!”

Draco lo affiancò, scrutandolo confuso “Si sposano?” domandò incerto.

“Eh, già!” confermò Potter “Sai che per ottenere un bimbo in adozione bisogna essere sposati, no?!” l’espressione stupita del biondo fu una replica più che sufficiente “Ora finalmente ti è chiaro? C’è qualcosa che non va! Fino ad oggi pensavo che non dipendesse da me, semplicemente non condividevamo i nostri piani per il futuro, ma la verità è che lui non voleva che fossi io il suo compagno di vita, siamo stati insieme cinque, maledettissimi anni, eppure si sente più legato ad un tizio che conosce da appena due mesi!” ora il giovane Auror era fuori di sé, inspirò a fondò e si voltò verso il padrone di casa, guardandolo quasi con ansia, con paura “Perché? C’è... c’è davvero qualcosa che non va in me? Draco, per amor di Merlino, dimmi cosa rende così difficile amarmi?!”

A quel punto il biondo l’abbracciò stringendolo forte, sentiva il suo respiro sul collo, affannato come se avesse corso su per venti piani di scale, e quelle braccia forti aggrapparsi a lui come se potesse salvarlo “Non dire sciocchezze adesso, non c’è niente che non vada in te...” mormorò accarezzandogli i capelli corvini “Baston è solo un idiota, e stanne pur certo, quel matrimonio non durerà, su che basi potrebbe dopo due mesi di conoscenza?”

“Questo non mi rincuora affatto...” mormorò il Salvatore del Mondo Magico, concedendosi però un mezzo sorriso per il bizzarro modo in cui Malfoy stava cercando di consolarlo. E poi, stretto così contro il suo petto, sembrava che il macigno che aveva sentito schiacciargli il cuore fino ad un attimo prima, fosse improvvisamente diventato meno pesante.

“Sai cosa credo?” bisbigliò il biondo strofinando la guancia contro la sua “C’è una persona giusta per ognuno di noi, alcuni hanno la fortuna di incontrarla, ma poi sono così stupidi da lasciarla scappare via, altri non l’hanno ancora trovata, e probabilmente qualcuno avrà la sfortuna di non incrociarla mai sulla propria strada. Forse non è esattamente confortante, è vero, ma poi penso che io ho te e che non mi importa niente di incontrare o meno l’anima gemella finché posso telefonarti, vederti e passare un po’ di tempo insieme.”

Harry sentì un tuffo al cuore, scostò appena un po’ il viso, incrociando gli occhi di ghiaccio del biondo che gli sorrise, chinandosi a sfiorargli amichevolmente le labbra. Eppure quel semplice gesto innescò qualcosa, alla quale entrambi non poterono più sottrarsi. Il moro si sospinse verso di lui, azzardando un bacio incerto, ma, quando Draco rispose, il contatto divenne impaziente, quasi frenetico.

Potter sentì per la prima volta il sapore di quella bocca, il tocco leggerò eppure così deciso dell’altro, e pensò che per tutto quel tempo era stato al suo fianco senza  conoscerlo davvero. Infilò le mani sotto il pullover, accarezzando quella pelle liscia, assaporando quei sospiri, il suo alito caldo sfiorargli l’orecchio, e senza alcuna razionalità gli levò quell’inutile indumento, lanciandolo lontano.

In quell’istante il biondo incrociò il suo sguardo e seppe che non sarebbe riuscito a fermarsi, chiedendosi, inconsciamente, da quanto tempo stava davvero aspettando di poterlo avere. Si impossessò nuovamente di quelle labbra tumide e rosse, e iniziò a sospingere il moro verso la porta della sua camera. Si ritrovò a schiacciarlo contro il battente chiuso, incapace di mettere fine a quel bacio famelico, mentre con una mano cercava la maniglia. Quando finalmente la trovò, si assicurò di stringere il compagno a sé, in modo da sostenerlo, prima di abbassarla.

Bastò l’ingresso in quella stanza per cancellare completamente ogni pensiero lucido e razionale. Finirono sull’enorme letto posto al centro, intenti a sfamarsi l’uno dell’altro, a scoprirsi e godere di ogni singola sensazione. La passione dirompente, il possesso, l’incapacità di separarsi...

E quando Harry gli si abbandonò, quando Draco prese pieno possesso di quel corpo, marchiandolo come suo, comprese che mai avrebbe potuto dimenticare quella notte.

*°*°*

Malfoy aprì gli occhi molto più presto del solito ed una sottile, infima e strisciante sensazione di panico serpeggiò nelle sue vene, costringendolo a fissare il soffitto, quasi lì si trovassero le risposte, mentre Potter si stringeva a lui mugolando nel sonno.

Cazzo, cazzo, cazzo!

Era successo davvero, un disastro, una catastrofe naturale!

Inspirò a fondo e cercò di mettere in ordine le proprie idee... d’accordo, era stato a letto con Harry, ed ora? Quel momento di follia aveva probabilmente rovinato per sempre la loro amicizia, non poteva crederci, fra loro non avrebbe mai funzionato, erano troppo diversi per poter... oh, ma che diavolo andava pensando? Entrambi alla fine avrebbero concordato che quello non fosse stato altro che un momento di debolezza, avrebbero dimenticato e tutto sarebbe tornato esattamente come prima.

Sì certo... ma chi voleva prendere in giro?

Sgattaiolò fuori dal letto e recuperò i propri abiti sparsi sul pavimento, dannazione, che doveva fare, mollarlo lì, per giunta in casa sua, e scappare via? Aveva bisogno di riflettere, di parlare con Blaise, ed anche subito!

Iniziò a vestirsi, quando la voce del moro lo fece sussultare “Dove... dove stai andando?” biascicò sorpreso, nonostante fosse ancora assonnato.

“Avevo dimenticato di avere un appuntamento, ho un’intervista alle otto, durante la colazione...” mentì spudoratamente “una cosa di lavoro.”

Nessuno meglio del Grifondoro era in grado di capire quando l’altro stesse raccontando balle, questo bastò a farlo svegliare completamente “Allora mi vesto e torno a casa” buttò lì, mettendosi seduto.

“No, no... tranquillo, fai una doccia e resta quanto vuoi!” si raccomandò Malfoy, avvicinandoglisi “Io devo andare, però ecco, a pranzo... sì! Se sei libero, ti invito a pranzo fuori, che ne pensi?”

Potter non aveva mai visto il Serpeverde tanto in imbarazzo, si limitò ad annuire, accettando che l’altro lo baciasse sulla fronte, prima di uscire dalla stanza, mentre lui rimaneva lì impalato, a chiedersi cosa diamine fosse accaduto.

Non appena fuori casa, Draco prese il cellulare e chiamò Blaise “Dobbiamo vederci, adesso, esci di casa, ti offro la colazione...”

Il Golden Boy, ancora stordito dagli avvenimenti della sera prima e dal brusco risveglio, scostò le coperte e si alzò per poi rivestirsi subito, pensando che se il biondo fosse tornato indietro... no, nemmeno ci voleva pensare! E poi Draco era scappato, gli aveva mentito e se l’era letteralmente data a gambe.

Non riusciva a crederci, ma prima di poterci rimuginare sopra, prima di qualsiasi cosa aveva bisogno di tornare a casa e bere un buon caffè, così usò la Metropolvere che Malfoy aveva lasciato aperta nella fretta di uscire, e si ritrovò nel proprio appartamento.

Si concesse una lunga doccia, cercando di riflettere sul da fare, ma sembrava proprio che i pensieri non volessero saperne di rimettersi in ordine. Com’era potuto accadere? Cosa gli aveva detto quella testa malata che si ritrovava sul collo, andare a letto con Malfoy... per Morgana!

Uscì dalla cabina, infilandosi degli abiti puliti, e si avviò fuori dal bagno deciso a prepararsi un caffè forte, molto forte, quando il campanello di casa prese a suonare insistentemente, così andò ad aprire, trovandosi davanti la faccia sorridente di Hermione.

“Ti ho portato la colazione!” trillò la ragazza con uno strano entusiasmo.

“Buongiorno anche a te...” borbottò il moro seguendola in cucina, stupito per quell’improvvisata “Che ci fai qui? Dov’è Blaise?” mormorò mettendo su la caffettiera.

“Diciamo che stamattina, ad un orario davvero indecente, ha ricevuto un invito a colazione da un certo biondo di nostra conoscenza...” ironizzò l’amica sedendosi intorno al tavolo e tirando fuori dal sacchetto qualche croissant e un paio di brioche ancora calde.

“Porco Merlino e tutti i maghi della terra!” imprecò Potter, in modo colorito, tirando fuori due tazze dalla credenza.

“E’ successo qualcosa, non è vero? Avanti raccontami!” lo spronò la Granger, saltellando sulla sedia.

“Draco ed io... beh, si insomma...” biascicò imbarazzato versando il caffè per entrambi.

“Ah, lo sapevo!” esclamò l’amica “Oh, Harry non sai quanto sono felice per voi, siete perfetti insieme, Blaise ed io ne parliamo da mesi, insomma, non vedete che...”

“Frena, Herm, stamattina è letteralmente scappato, e pensa che eravamo a casa sua!” la interruppe il moro sedendole accanto “E’ stato una pazzia, non so cosa diavolo immaginassimo di fare, ed ora non so... io...”

“Mi stai dicendo che Malfoy non ti piace neanche un po’? Che davvero vedi in lui solo un amico?” chiese la Grifondoro, guardandolo scettica.

“Credo che questo abbia poca importanza, vista la sua reazione di stamattina” replicò il moro scuotendo il capo “Senti, Herm, se lui ritiene sia stato un errore, ok, cercherò di accettare la cosa senza farne un dramma.”

Ed infatti quelle erano le sue intenzioni, quando all’ora di pranzo raggiunse il biondo alla tavola calda, vicino la Gringott. Vederlo però gli fece provare una strana sensazione e quando si accorse dell’imbarazzo e dello strano atteggiamento dell’altro, non riuscì a fare a meno di sentirsi ferito.

Si salutarono appena, sedendosi uno di fronte all’altro, e dopo diversi minuti di pesante silenzio, in cui Draco si stava letteralmente torturando le mani, il Golden Boy si decise a parlare: “Senti, io penso sia stato uno sbaglio, insomma, non avremmo dovuto...” vide l’amico sospirare di sollievo e quella ferita sembrò allargarsi ancor di più.

“Sono d’accordo, Harry, è stato... davvero bello, ma noi... non avremmo dovuto” asserì scuotendo il capo “Insomma...”

“La nostra amicizia è più importante” lo aiutò il moro, vedendolo annuire subito dopo, ma nonostante le parole scambiatesi, il disagio e il distacco non sembrarono svanire per il resto del pranzo, lasciando entrambi nel più totale silenzio.

 

(Due settimane più tardi...)

 

“Sai se Draco porterà qualcuno al matrimonio?” domandò Harry con aria distratta.

Hermione scosse il capo rimirando allo specchio la sua bella figura in abito bianco, “Che io sappia no” mormorò con un sospiro “Che ne pensi?” chiese poi continuando a guardare il proprio riflesso.

“Sei splendida, davvero” assicurò il moro con un sorriso “Blaise è davvero fortunato.”

La Granger si nascose dietro il parapetto, levò il vestito da sposa, ritirato proprio quella mattina in sartoria, appendendolo con cura, per poi rivestirsi e raggiungere l’amico che stava comodamente seduto sul suo letto matrimoniale.

“Credo stiate commettendo un grosso errore...” azzardò, vedendo l’espressione indignata del suo ex compagno di scuola.

“Io non sto facendo proprio un bel niente!” sbottò questi in sua difesa “Ho provato a chiamarlo e sai quante volte si è degnato di rispondermi? DUE soltanto, pronto a trovare una scusa plausibile per scaricarmi in fretta.”

“E’ che si sente ancora in imbarazzo, ma gli manchi molto, me l’ha detto Blay” le sussurrò la ragazza scrollando le spalle “Ha paura che dopo quello che è accaduto fra di voi, qualcosa si sia spezzato, che entrambi non siate in grado di trovare un argomento di conversazione. Dai, tu stesso mi hai detto che quel giorno a pranzo avete fatto scena muta!”

“Questo non è un buon motivo per mandare al diavolo la nostra amicizia”precisò il giovane Auror “Per Merlino, Herm, se davvero gli fosse importato qualcosa, avrebbe fatto un tentativo, invece che respingere ogni mio approccio ad una riconciliazione.”

La Granger sospirò affranta “Non so che dire, solo... se dovesse riavvicinarsi, cerca di non essere troppo testardo, almeno per questa volta. E poi ricorda, siete entrambi i nostri testimoni di nozze, almeno per quel giorno...”

“Mi comporterò in modo impeccabile” promise baciandole la fronte, e a dire il vero fu così o per lo meno ce la mise tutta...

Certo, trovarselo davanti durante la cerimonia, mentre i loro migliori amici si scambiavano una promessa eterna, non aveva aiutato granché, vedere il suo viso, le sue occhiate fugaci... dannazione, Harry era furioso e non poteva negarlo a se stesso.

Rimproverava al biondo il modo in cui era fuggito quella mattina, il suo sollievo nel sentirgli dire che era stato un errore ed ancor di più il suo continuo nascondersi in quelle ultime due settimane. Ma come poteva comportarsi così? Se non gli importava di ciò che avevano condiviso quella notte, doveva almeno importargli qualcosa della loro amicizia, o no?

Potter continuò a pensarci anche durante il ricevimento, ascoltando solo distrattamente i discorsi di Ron su quanto sembrassero felici i novelli sposi e, quando l’amico si alzò, invitando a ballare la propria moglie, quasi sospirò di sollievo. Un sollievo che svanì immediatamente, nel vedere Malfoy dirigersi verso di lui.

“Ciao” lo salutò questi, affiancandolo.

“Ciao...” replicò il moro senza neanche voltarsi a guardarlo.

Draco cercò di non maledirsi, almeno ad alta voce e gettò uno sguardo verso Blaise e Hermione che ballavano stretti l’uno all’altra al centro della pista “Sono una bella coppia e la cerimonia non è stata affatto male...” buttò lì, tentando di sembrare tranquillo.

“Si, è vero” confermò Potter “Sarà perché si rispettano e si stimano, oltre ad amarsi molto...” replicò in una sottile accusa.

Il Serpeverde gli sorrise, senza alcun successo, visto che l’altro si ostinava a non guardarlo “Tu come stai?” chiese poi.

“Bene, benissimo, grazie” fu la fredda risposta che ricevette dal Golden boy.

“Ti vedi con qualcuno?” si informò ancora, parlando quasi senza riflettere e a quel punto Harry si voltò a fulminarlo con espressione furente.

“Non credo sia il caso di parlare di questo, tu che dici?!” sbottò acido.

Draco sospirò abbassando le palpebre per un istante “Non vorrai andare avanti così? Io non ne posso più, noi due...”

“Non esiste nessun noi due!” gli fece notare il moro “Senti, tu...” poi sbuffò sonoramente e gli fece cenno di seguirlo, trascinandolo letteralmente in veranda, dove nessuno potesse sentirli “Sono due settimane che cerco di chiamarti, ma tu sei troppo impegnato per degnarti di rispondermi!”

“D’accordo, ho sbagliato” si affrettò a dire il biondo.

“Oh, puoi giurarci!” sibilò l’altro “Ora ti comporti come se fra di noi non fosse successo niente e pretendi che io faccia lo stesso?!”

“Se non ricordo male, avevamo deciso insieme di dimenticare!” asserì Malfoy con espressione convinta.

“Certo, peccato che dopo aver passato giorni a tentare di ricostruire la nostra amicizia, fallendo miseramente per causa tua, io non riesca più a fingere di averlo immaginato” gli precisò l’Auror “E diciamoci la verità, neppure tu riesci a far finta che tutto sia come prima, visto che quella mattina ti sei alzato dal letto, scappando letteralmente a gambe levate e lasciandomi da solo in casa TUA!”

“Avevo una colazione di lavoro!” protestò il Reporter.

“Oh, certo, con Blaise Zabini, e dimmi ti ha concesso un’intervista?!” ironizzò l’altro sul puto di perdere la pazienza.

Il Giornalista si passò nervosamente una mano dietro la nuca “Senti, mi... mi sentivo soffocare, non lo capisci? Non ti avevo portato a casa mia con l’intenzione di saltarti addosso, ma poi avevi quell’espressione sul viso e...”

“E pensavi che scoparmi fosse un buon modo per consolarmi?” sibilò il Prescelto, incredulo.

“Non è stato solo una mia idea, tu mi hai baciato, eri lì fra le mie braccia, farneticando su cosa ci fosse di sbagliato in te e mi guardavi con quegli occhi! Cosa avrei dovuto fare?” blaterò l’altro in sua difesa, riuscendo solo a peggiorare le cose.

Il Grifondoro infatti non riusciva a credere alle proprie orecchie “Sei un... Merlino, non riesco a credere a quanto tu sia meschino! Sai cosa ti dico Malfoy?! VA AL DIAVOLO!!” ringhiò il moro, spintonandolo malamente, prima di passargli accanto e sparire oltre le vetrate, all’interno della sala, senza rivolgergli più la parola per il resto della serata.

 

(Dicembre 2010...)

 

Nelle settimane a venire Draco Malfoy si spinse fino al ridicolo, pur di ricucire il rapporto con Harry. Ogni santo giorno componeva il suo numero di telefono, senza per altro ricevere alcuna risposta, lasciando quindi deliranti messaggi sulla segreteria telefonica.

Dicembre era ormai a metà e la neve continuava a cadere ricordandogli i momenti trascorsi con il moro l’anno prima, quando avevano trascinato insieme l’albero per le vie della Londra babbana, finendo poi entrambi a casa di Potter, a decorarlo con luci e palline colorate. E poi si erano promessi di trascorrere l’ultimo dell’anno insieme, quel testardo di un Grifone non poteva continuare a tenergli il broncio, doveva perdonarlo, accidenti!

Accovacciato sul proprio divano il biondo si rigirò fra le meni il cellulare, continuando a darsi il tormento sul da farsi, alla fine inviò nuovamente la chiamata ed attese...

Uno squillo, due, tre...

“Questa è la segreteria di Harry Potter, lasciate un messaggio e sarete richiamati!”

Il Reporter sospirò pesantemente “Ebbene si, sono di nuovo io, sei felice? Avanti, Natale è alle porte, ricordi cosa significa? Perdono e compassione... non ti faccio pena neppure un po’? Sto letteralmente supplicando! Fatti vivo, io aspetto...” mise giù e si maledisse mentalmente, del tutto ignaro che il moro stava facendo lo stesso nel proprio appartamento.

Ok, forse la stava tirando troppo per le lunghe, ma come poteva dimenticare le parole del Serpeverde, durante il ricevimento di nozze di Herm e Blaise? Si era spinto davvero troppo oltre e lui non riusciva proprio a perdonarglielo!

Però era anche vero che...

Harry spinse un tasto del telefono, per riascoltare tutti i messaggi che l’altro gli aveva lasciato in quell’ultimo mese, uno degli ultimi lo aveva imparato a memoria...

“Ciao, sono ancora io... avanti Harry, rispondimi! Mi manchi, ok? E mi dispiace di essermi comportato come un idiota... richiamami...”

 E quel genere di messaggi divennero sempre più frequenti con l’avvicinarsi delle feste Natalizie. Qualche giorno dopo infatti, Potter era impegnato a prepararsi per andare a lavoro, quando il cellulare prese a squillare, poi di nuovo la voce di Malfoy...

“La conosci la legenda magica, secondo la quale chi rifiuta il proprio perdono a Natale diventa un orrido verme solitario? Lo sapevo che i Grifondoro erano testardi, ma tu li batti tutti! Ed io, da bravo Serpeverde, me ne starò qui ad aspettare che mi richiami, lo farai..? Non farmi invecchiare con il telefono in mano!”

Harry aveva pensato di ignorarlo come al solito, ma poi, prima che l’altro mettesse giù, si era deciso a rispondere.

“Draco, sei ancora lì?”

Il biondo scattò a sedere, del tutto sorpreso “Ciao, ciao Harry! Pensavo non potessi rispondermi e...”

“Sto uscendo per andare al Ministero” replicò freddamente “Cosa vuoi?”

Malfoy mandò giù il boccone amaro, cercando di non spazientirsi, perché quando accadeva, di solito, finiva per dire un mucchio di stupidaggini “Volevo solo... scusarmi, ancora...” asserì con un mormorio incerto.

“Ok...” assentì il Golden Boy, restando in silenzio per un po’, non sapeva cosa dirgli, i giorni in cui erano in perfetta sintonia sembravano svaniti per sempre e questo lo faceva stare ancora più male “Senti, ora devo... devo andare o farò tardi.”

“No, no aspetta solo un minuto, per favore!” lo fermò il Purosangue “Ricordi l’anno scorso? Avevamo detto che l’ultimo dell’anno lo avremmo passato insieme se fossimo stati liberi, io... io ancora non ho deciso cosa fare e mi chiedevo se tu...”

“Non credo sia il caso” lo zittì Harry, passandosi una mano fra i capelli in un gesto carico di nervosismo “E’ inutile, non avrebbe alcun senso, sono cambiate troppe cose e credo sia ora di accettarlo ed andare avanti” gli ricordò provando però una fitta al cuore “Ora devo andare sul serio, ciao...” e mise giù senza aspettare risposta, sicuro che se il biondo avesse insistito si sarebbe ritrovato a dirgli di sì, per poi passare la peggiore serata della sua vita...

Senza sapere che il realtà, quel capodanno, sarebbe comunque stato il peggiore della sua vita!

Si era lasciato convincere da Herm e Ron ad andare con loro ad una festa organizzata da amici e... era un vero incubo! Gabrielle aveva tentato di appioppargli quel Dan che voleva presentargli da ormai due anni, e Harry non era riuscito a liberarsi di lui per tutta la sera, sembrava spuntare fuori da ogni angolo! Ma come diavolo faceva a ritrovarlo sempre con tutta quella gente?

Abbandonò la schiena contro una colonna, sperando che fosse un buon nascondiglio e sospirò, chiudendo gli occhi e lasciando vagare il pensiero a Malfoy, senza neanche accorgersene, senza volerlo. Hermione gli aveva detto che sarebbe rimasto a casa per tutta la sera, da solo. Dannazione, provava un’irrefrenabile istinto di raggiungerlo e forse sarebbe stata la scelta più saggia, mettere da parte l’orgoglio e...

“Eccoti finalmente!”

Il giovane Auror spalancò gli occhi, riconoscendo immediatamente quella voce e ritrovandosi la bionda serpe davanti.

Dra... Draco! Che fai qui?” domandò drizzando la schiena.

“Avevo intenzione di restarmene tranquillo. Non volevo rovinarti la festa ed ero deciso a rispettare il fatto che tu non volessi vedermi, ma mi sono ritrovato da solo, a passeggiare per strada e non facevo altro che pensare te” buttò fuori tutto d’un fiato, vide il moro sul punto di protestare e gli fece cenno di tacere, poggiandogli le mani sulle spalle “Te lo ricordi il viaggio da qui a Thurso? Avevo ragione, ero certo di avere ragione, noi ci abbiamo provato ad essere amici, ma non poteva funzionare...”

“Bene, e tu sei venuto fin qui per vantarti con me della tua saggia previsione di allora?” sibilò Potter cercando di divincolarsi, ma l’altro gli impedì di muoversi.

“Ma non lo capisci? Uno dei due avrebbe comunque finito per innamorarsi e così è stato!” gli assicurò “Perché io... io ti amo, l’ho capito solo adesso, come un perfetto idiota, ma ti amo!”

Harry lo scrutò con sconcerto, scuotendo il capo “Cosa... ed ora cosa ti aspetti da me?” domandò con rabbia.

“Che ammetti di amarmi anche tu, perché è così, lo sappiamo entrambi!” gli fece notare Malfoy, scostandogli una ciocca corvina dal viso.

“Oh, certo, e questo dovrebbe servire a rimettere le cose a posto?” domandò il Prescelto ancora stordito “I... io non credo, non...”

“Ma non lo capisci? Stasera, non riuscivo a pensare ad altro e mi sono accorto che amo tutto di te, la tua folle fissazione per il Natale, con te che ti trascini un albero per tutta Londra e pretendi il mio aiuto, e ti amo quando fingi di essere forte e quando invece diventi fragile, amo quella tua stupida cicatrice, quegli orridi occhiali che ti ostini a portare e adoro parlare con te prima di addormentarmi o al mattino per darti il buongiorno!” dichiarò con veemenza “E non è perché mi sento solo, io ho bisogno di te e se sono venuto qui in questo momento è solo per questo, per dirtelo, perché quando ti accorgi di voler passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita, cominci il più presto possibile!*”

Harry boccheggiò sconcertato “Io non riesco a crederci, tu fai sempre così!” asserì incapace di distogliere lo sguardo da quel viso “E poi pretendi che io... dannazione, io...” senza pensare lo afferrò per il colletto della camicia e lo attirò a sé baciandolo con impeto e godendo a pieno del calore di quell’abbraccio, di quel corpo che si scioglieva contro il suo “Detesto darti ragione...” bisbigliò quando furono di nuovo occhi negli occhi.

“Ma in questo caso non puoi proprio esimerti” ghignò Malfoy “Tu mi ami Potter...”

“Credo si possa dire così...” ammise questi con un sorrisino impertinente “Ti amo...”

“Ed ora che succede?” bisbigliò Draco, mentre nella sala iniziava il conto alla rovescia.

Tre, due, uno...

Harry gli si strinse contro, baciandolo con passione, lasciando scivolare le dita fra quei capelli biondi, morbidi come seta, poi lentamente mise fine a quel contatto, fissandolo serio “Possiamo cercare di non rovinare tutto e augurarci che questo inizio ci porti un po’ di fortuna... e poi chissà, magari ci ritroveremo fra trent’anni ancora felici di trascorrere la sera di capodanno insieme e scambiarci il bacio della mezzanotte” mormorò sorridendogli con dolcezza.

“Io lo spero” bisbigliò l’altro baciandogli il viso.

“Anch’io...” annuì il moro.

“Allora, buon anno nuovo, Harry...”

“Buon anno nuovo, Draco...”

*°*°*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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