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Autore: xela182    25/11/2010    7 recensioni
1989. Una sedicenne strega punk vola a Helga's Valley per il concerto del secolo. Un giovane licantropo invece si trova lì per caso...
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wotcher Wolvie'
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Ok mi prostro ai vostri piedi, con il capo coperto di pece. E' vergognoso, lo so! Sono passati... no, meglio non contarli! Chiedo pietà, perdono e fiducia! (mi accontento di poco, eh?)

Bando alle ciance!

Segnalo subito che in questo capitolo ci sono ben 3 citazioni musicali, di canzoni italiane, da me tradotte (oh, God!) e che sarebbe divertente farvi indovinare! A voi!

Catching walleye* from the dock (Prendendo una sbronza sul molo)
Watching the waves roll off the rocks (guardando le onde infrangersi sulle rocce)
She'll forever hold a spot inside my soul (Lei terrà per sempre un posto nella mia anima)
We'd blister in the sun (Ci saremmo bruciati al sole)
We couldn't wait for night to come (non potevamo aspettare l'arrivo della notte)
To hit that sand and play some rock and roll (per colpire quella sabbia e fare rock and roll)

- Come caspita fai a non conoscere le P3? – urlò la giovane strega dai capelli d’ un irreale verde brillante svolazzanti liberi nell’ aria frizzantina.

La calda giornata estiva aveva liberato nell’ atmosfera migliaia di odori, profumi che stuzzicavano i sensi donando quella sensazione di meravigliosa libertà che si poteva assaporare esclusivamente a centinaia di metri da terra su una scopa, leggera e senza pensieri che illudeva i due maghi di essere come lei.

Lupin stava guidando con deliberata lentezza per godersi il volo; erano anni ormai che non usava la scopa per mero diletto, ma unicamente come mezzo di trasporto, tanto da aver quasi dimenticato il piacere che ne derivava.

Inoltre aveva intrattenuto la strega dietro di lui, con tutto il repertorio della sua rock band preferita, senza che lei battesse ciglio, anzi piuttosto soddisfatta di aver trovato un fan come lei, dato che i suoi amici ripudiavano quel genere di musica.

- Voglio dire, avrai certo sentito “True love”, no? It can burst in a second the sun, all the world it could stop or end up, but true love, but true love can’t… also meadows renounce to the flowers, ‘cause the flowers have lost their colours, but true love, but true love can’t…

La scopa si fermò di colpo, con gran stupore della passeggera.

Lupin si voltò serio e impassibile, sfilandosi gli occhiali scuri per sostenere lo sguardo della ragazza.

- Dimmi che non canteranno insieme ai Crash. Che nessun organizzatore, mai, sulla faccia della Terra, possa concepire un filo conduttore tra loro.

Tonks lesta gli rubò gli occhiali per indossarli lei.

- Mi dispiace Mister Lupin ma il rock va avanti, non siamo più negli anni Settanta, caro il mio lupetto. Ehi, mi stanno benissimo!

- Potresti evitare di chiamarmi “lupetto”? Il testo che hai appena cantato è la cosa più stupida che abbia mai sentito e ridammi i miei finti Rand Band!

- Scusa… scusa… non li tocco più… sarà meglio senz’ altro My broomstick… - sbuffò polemica.

Lupin riprese la rotta, nuovamente impassibile, mentre Tonks si riappoggiò alla sua schiena per evitare di riempirsi la faccia di insetti.

- Puoi dirlo forte. – commentò – You’ re like my newest broomstick, you’ re really like it, let’ s go out for a ride, if I were you I’ d be agree…

- Nooooo… non di nuovo! – piagnucolò Tonks.

Si staccò nuovamente dal ragazzo prendendolo bonariamente a pugni: – Lupo! Lupo! Lupooooo!

 

*****

Una nube di odori agrodolci stazionava sopra la radura dove si sarebbe svolto il concerto; i suoni delle bancherelle e il chiacchiericcio dei fans cominciavano a farsi sentire anche dall’ alto.

Lupin diede una fugace occhiata a tutta la zona circostante prima di scegliere un posto tranquillo per l’ atterraggio.

Nonostante avesse fatto una perfetta planata in tutta calma, riuscì ad alzare un polverone che fece tossire la sua compagna di viaggio.

Tonks scese con mala grazia, tanto da inciampare nell’ unico ciuffo d’ erba nel raggio di venti metri, finendo distesa nella sabbia.

Premuroso come al solito, Lupin in un attimo le fu accanto: - Ti sei fatta male?

Tonks afferrò saldamente la mano che il ragazzo le aveva teso, tirandosi d’ un balzo in piedi: - No, no, tranquillo, è abbastanza normale per me.

- Com’ è possibile che tu sia ancora intera, dato che cadi con una frequenza di… quanto?! Dieci minuti? – rise Lupin incamminandosi verso il festival con la scopa sulla spalla.

Tonks si bloccò di colpo, accigliata, con le braccia incrociate sul petto e il piede destro che batteva frenetico.

- Non è carino prendermi in giro così. Diciamo che sono nata con questo problemino…

- Un incantesimo cascante? – suggerì beffardo lui.

- No! – un pugno, apparentemente forte, mancò di netto lo sterno di Lupin facendo perdere l’ equilibrio a Tonks che lo stava scagliando.

Il ragazzo lasciò cadere la scopa, sostituendola con la fanciulla.

- Certo che hai una rapidità impressionante a salvarmi. – commentò lei una volta tornata sulle sue gambe.

Lupin si limitò a sorridere, raccattò nuovamente la scopa e insieme si incamminarono verso gli stand.

- Allora, com’è che il tuo Josh al momento non è con te? – le domandò curioso di sapere cosa avesse potuto trattenere un sedicenne in piena crisi ormonale lontano da una ragazza come Ninfadora.

- Non è il tipo… sai è probabile che in questo momento sia a cercare piante strane. – rispose lei meditabonda.

- Ma stavi scherzando quando hai detto che non ti ha ancora baciata… vero? – chiese divertito all’idea che questo Josh fosse quantomeno un idiota.

Tonks si fermò e trasse un sospiro.

- Baci me ne ha dati, sì. E non sulla guancia. Ma sai quel tipo di bacio che quando ti fermi per riprendere fiato non sai più dove ti trovi?

- Sì, ho ben presente.

- Ecco, io no.

Erano arrivati nella zona delle bancherelle e Tonks pareva una bambina la mattina di Natale, il suo capo scattava da una parte all’ altra mentre i suoi occhi registravano quante più immagini potessero.

Vederla con il volto così estasiato rendeva Lupin stranamente di buon umore.

- Mele caramellate! Mele caramellate! – Tonks corse verso il banco di una vecchia strega dai capelli grigi, con più bitorzoli che le lune di Giove, che evidentemente annoiata, girava il mestolo in un’ enorme calderone.

- Stai scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando… - supplicò Lupin più a se stesso che alla ragazza che ormai era lontana una decina di metri.

Lupin le fu vicino in un attimo e mentre Tonks ordinava, si guardò attorno per accertarsi della sicurezza di ciò che l’ amica stava per mangiare.

- Non è un po’ presto per ingurgitare schifezze? – le sussurrò quando gli fu possibile.

- No, paparino, non è mai troppo presto per le mele caramellate! – sogghignò lei, porgendo due falci alla strega, che alle sue parole strabuzzò gli occhi.

Lupin scoccò uno sguardo di disapprovazione verso la ragazza.

- Non sono realmente suo padre. – spiegò alla donna.

- Ha ragione, scusi, - intervenne Tonks – È il mio ragazzo!

- Neanche! – s’ affrettò a correggere lui, col volto paonazzo – C’ è gente che è finita ad Azkaban per molto meno. – le bisbigliò all’ orecchio, trascinandola via.

Tonks era estasiata da tutte le bancherelle e non perdeva occasione per fermarsi ogni dieci metri ad ammirare nuovi tipi di giradischi portatili o magliette sgargianti con in nomi delle band che si sarebbero esibite, incantate a dovere per mostrare i gruppi a seconda delle canzoni cantate.

- I Babbani sono molto più avanti in queste cose. – commentò Lupin, mentre Tonks, che lo ascoltava appena, aveva afferrato una grossa scatola rosso fuoco, grande quanto una ventiquattrore, che serviva per ascoltare i dischi in movimento.

- Hanno inventato un congegno per sentire la musica grande quanto un palmo. – sentenziò. Prese poi a studiare i diversi modelli che aveva di fronte, tutti molto ingombranti, mentre la testa di Tonks spuntava fuori da un grosso cumulo di vecchi giradischi.

- Davvero? E perché noi non ce l’ abbiamo? – chiese delusa al venditore, il quale le lanciò un’ occhiata gelida.

Preoccupato, Lupin la prese per un braccio portandola il più lontano possibile.

- Che ne pensi di andare a prendere i posti… ormai dovrebbe iniziare.

- Va bene, va bene faccio la brava… papino!

Lupin strinse gli occhi fissandola per un momento.

- Finiscila! Non sono così vecchio da essere tuo padre! – sbottò, incapace di dirle qualcosa di più cattivo.

Tonks rise divertita e lo prese sotto braccio. - Scusami amoruccio, mi puoi perdonare?

Lupin si liberò in malo modo dalla stretta della ragazza che seguitava a ridere.

- Ti ripeto che finire in prigione non è tra le mie priorità!

- Ma io diventerò un’ Auror! Ti salvo io dalla galera! – annunciò, saltandogli nuovamente addosso.

Stavolta fu Lupin a ridere. – Tu un’ Auror? Questa è bella…

Tonks fece una smorfia. – Non ti conviene trattare così una futura Auror, potrei esserti utile in futuro!

Si dipinse un’ espressione strana sul volto di Lupin che si passò una mano nei capelli nervosamente. - In effetti per un lupo mannaro non dev’ essere male avere amici altolocati. – disse poi sforzandosi di sorridere.

Tonks alzò gli occhi al cielo. – Ah, ma allora la tua è una fissa! È tanto disdicevole essere un lupo mannaro?

Lupin la guardò come se la vedesse per la prima volta, alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.

- Nooo, perché mai? Solo perché ad ogni luna piena divento un mostro assetato di sangue e per questo denigrato e schifato dalla stragrande maggioranza delle persone, non direi che è così male. In effetti è una referenza importate per trovare lavoro e poi i vantaggi fisici sono enormi… coma totale due giorni prima e tre giorni dopo, senza contare la mia personale collezione di cicatrici, che bella vita! – Lupin si ficcò le mani, tremanti di rabbia, in tasca e riprese a camminare.

- Posso contraddirti?

- No. Tu non hai idea di cosa significhi la mia vita, ok? Tu sei giovane, forte e carina e hai un avvenire davanti a te. Adesso andiamo! – la esortò afferrandole con poca grazia il polso.

- Peccato la stragrande maggioranza delle persone non la pensi così. – sbottò Tonks fermandosi di colpo, con i capelli rosso pomodoro, battagliera come non mai. – I professori non hanno la minima fiducia in me, mi hanno consigliato più volte di studiare Babbanologia perché solo tra i Babbani avrei possibilità di lavoro. I miei compagni mi prendono in giro perché non ho un aspetto fisso, per anni mi hanno chiamato “la ragazza senza volto”, anche se adesso ho fatto progressi perché sono diventata “la cosa”. Questi poteri poi sono un sballo per quanto riguarda il look, è vero, ma sono anche la causa del mio equilibrio precario e del fatto che le mie emozioni influiscono sensibilmente nell’ uso della magia. E anche su altre cose da donne che non ti sto a dire.

Col volto accalorato e un cipiglio feroce, Tonks sorpassò Lupin, che aveva ancora lo sguardo basito dal suo discorso.

Senza proferire parola la raggiunse. Aveva ancora le mani in tasca e la mascella serrata.

- Anche tu sei carino. – Tonks si avvicinò, intenzionata a fare pace.

- Come, scusa?

- Prima hai detto che sono carina…

- Non è vero!

- Sì, l’ hai detto!

- Non l’ ho detto!

Un boato attorno a loro li interruppe; sul palco erano appena saliti cinque ragazzi dai capelli colorati e ingellati con i loro strumenti pronti a iniziare lo spettacolo.

In un secondo l’ orda di fans si gettò a capofitto verso i beniamini e Lupin con uno scatto riuscì a trarre in salvo Tonks, tenendo entrambi ad una distanza di sicurezza.

- Between you and me, I’m just a bandit, not a king… I’m the one who sells dreams to the people and who makes promises that he never keep…

I Minister, guidati dal loro indiscusso leader, si erano già scaldati e facevano scintille, rendendo isterico il pubblico.

Lupin tratteneva ancora Tonks per il braccio. - Vuoi farti travolgere?

Tonks però non proferiva parola; sembrava imbambolata, ma non verso il palco, dove Rick Jupiter e gli altri facevano vibrare gli strumenti, ma ad una decina di metri da loro.

- Che succede? – le chiese preoccupato Lupin, mettendo da parte le ostilità.

- C’è Josh. – fu tutto quello che Tonks riuscì a dire, prima di correre via.

 

*****

 

Quando Lupin la raggiunse era arrivata all’inizio delle bancarelle, dove non c’era la ressa per il concerto, solo un forte odore di cibo.

- Ehi, Ninfadora! – Lupin le mise una mano sulla spalla per farla voltare – È tanto disdicevole che ci sia anche il tuo ragazzo?

- Sì, se mette la lingua dentro la bocca di un’altra! – strillò lei furente.

I suoi capelli erano di un rosso spento, mentre sul suo volto non c’era più traccia di gioia.

- Vuoi dire che con tutta quella gente sei riuscita a vedere che…

- Erano davanti a me prima che mi trascinassi via. – lo interruppe – Ho visto bene. Mister-con-Tonks-sono-di-ghiaccio, con la biondina era molto espansivo. Non mi ha mai baciata così! Solo schifosi bacetti di circostanza!

Lupin si dovette mordere l’interno della guancia per non ridere; Ninfadora era così tenera, infantile per certi versi e ingenua da divenire buffa.

Tossicchiò per mascherare la risata che gli era salita alla gola, poi la prese tra le braccia in un caldo abbraccio. Le picchiettò sulla schiena diverse volte, prima di parlarle.

- Potrei recitarti a memoria tutta la lista di frasi fatte a cominciare “Meglio adesso che dopo”, o “Si vede che non era destino”…

Tonks, ancora saldamente appoggiata a Lupin, soffocò contro il suo petto una risata.

- Però la verità è che si è comportato da perfetto stronzo. Quindi non merita neanche una minima lacrima da parte tua.

- Troppo tardi… - mormorò Tonks, staccandosi e asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.

Lupin tirò fuori dalla tasca un fazzoletto pulito e le pulì il viso.

- Vedi, non è tanto il fatto che non sia funzionata tra noi, ma è l’ennesimo caso in cui vengo usata… o dagli amici, o dai ragazzi è sempre la medesima storia, pensano che io sia una bambola… che le cattiverie mi rimbalzino addosso!

- Hai trovato solo gente molto stupida che si ferma all’ apparenza delle cose. Non devi buttarti giù per questo. – le disse accarezzandole i capelli.

- E perché tu sì? Non è la stessa cosa Remus?

 

* walleye: letteralmente sarebbe "strabismo" che non ha senso nella canzone (anche se molte traduzioni in internet lo mettono) nello slang americano significa appunto "sbronza" e mi è sembrato più appropriato. (per amor della precisione!)

Bon, frittata fatta... che ne dite, continuo?

P.S.: meglio approfittare dei pochi vantaggi della disoccupazione... il tempo!

  
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