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Autore: Elyse Brunt    25/11/2010    3 recensioni
Una scrittrice che scopre di aver creato un mondo: Sothano. Troppo ingenua per capire che ora è come una Dea, a suo piacimento decide le sorti dei personaggi. Ma quando, dopo la morte dell'amata Seran, Okaydothan si ribella, ella è costretta ad entrare a Sothano per impedire la morte delle sue creature favorite...
Rinchiusa nella torre di Babèl sarà costretta a rivivere il dolore di Seran, che lei stessa ha destinato all'estremo sacrificio.
Infine, la decisione: Cessare di scrivere su Sothano e le sue creature per sempre o rischiare nuovamente di provocare la sofferenza dei suoi personaggi?
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thesecretdoor

Due

La creatrice innaturale di un universo

 

 

 

 

 

 

 

 

Elyse era immersa nel mondo dei sogni, cullata dalla cetra di Orfeo. Correva in un prato verde, una città all’orizzonte e la luna splendente ad illuminarle la via. I capelli scuri turbinavano nell’aria ed un enorme e spontaneo sorriso era dipinto sul suo viso rivolto al cielo. Teneva le braccia spalancate come per abbracciare la vita e continuava a sentire una grande gioia solo per il motivo di esistere.

E poi vide qualcuno. Era una persona conosciuta, anzi, di più. Era una sua creatura.

Jessan Wind si avvicinava a passo veloce alla sua progenitrice, i lineamenti resi indefiniti dall’atmosfera del sogno.

Elyse smise di correre e l’euforia si attenuò, sostituita dalla sorpresa e l’allegria di vedere la sua amata creatura lì, vicino a lei.
«Jessan! Cosa fai qui?» chiese felice.
Jessan sembrava in punto di piangere, ed Elyse notò che, proprio come aveva sempre immaginato, teneva i pugni stretti e la testa bassa, coi ricci biondi a coprirgli il viso. Si sentì in colpa per non poter evitare di pensare a quanto fosse bello avere vicino la propria creatura nemmeno vedendolo soffrire.

«Tu stai male. Cos’è successo?»
«Si tratta di Okaydothan, il nuovo capitano dell’esercito degli alchimisti.»

Elyse si irrigidì. «Cos’ha Othan?»
«Vuole te. Dice che tu hai ucciso Seran, e ha rapito Phoebe, per ricattarti. Ti prego… vieni…»

Jessan stava piangendo. «Se non vieni la ucciderà. Ha trovato il modo per fartela dimenticare… Non so come…»
Elyse gli posò le mani sulle spalle.

«Non preoccuparti, ci penso io.»
Jessan sollevò la testa e la piccola scrittrice si tirò indietro. Il suo sguardo era tutt’altro che amichevole.

«Tu. E’ tutta colpa tua. Posso essere felice quanto vuoi perché mi hai portato l’amore, ma non fai altro che procurarci nuovi dolori. Che bisogno c’era di far morire Seran? ME LO SPIEGHI?»

Gli ultimi residui di gioia scomparvero dal viso della ragazza, che scoppiò in lacrime. «Io… Volevo solo che la storia… scorresse… con colpi di scena… E poi, senza dolore… Non c’è gioia…»
Jessan l’afferrò per le spalle. «Tu credi che sia più importante la storia della nostra vita?!? Hai ucciso la sorella di Phoebe, hai idea di quanto ci sia stata male? Anzi, sì che ne hai idea! Anche la sua sofferenza è colpa tua! Sei solo una ragazzina ingenua e stupida che crede alle favole! Quale lieto fine ci sarà per Okaydothan senza la sua Seran?!? Pensi di farlo innamorare di nuovo???»

Elyse piangeva sommessamente e il viso era rosso e gonfio.

Jessan allentò la presa. «Sei solo una bambina. Io ti voglio bene, Elyse, ma devi capire che non puoi decidere di troncare una vita solo perché ti va, capiscimi. Io non posso essere tranquillo pensando che i nostri dolori servono solo a rendere più avvincenti la tua storia. Dai, vieni…»

Elyse annuì e seguì Jessan Wind nel sogno successivo: il pianeta Sothano, dimensione parallela da lei stessa creata attraverso le numerose storie lì ambientate.
Elyse attraversò, come faceva solo in occasioni particolari, il varco per Sothano, ed entrò nella Valle delle Porte in versione corporea.

Poco lontano da dove si trovavano vide, sotto il Pesco del Tempo – leggendaria pianta che nutre Sothano – la sua creatura favorita. I capelli castani erano scompigliati, e gli occhi nero carbone socchiusi. Un rivolo di sangue rosso rubino scorreva sulla pelle color biscotto. Phoebe Phoenix, con una familiare lama nera puntata contro il collo stretta dal pugno di un personaggio di origini diverse dagli altri. Pelle chiara, occhi dorati e lunghi capelli color nube al vento, giaccone nero e appesa alla schiena la grande Route, il cerchio alchemico d'acciaio e affilato come una spada.

Okaydothan, la Perla D’Oriente sorrise malvagiamente mentre strappava le pagine di una vecchia storia. La sua vecchia storia...

 

 

 

 

 

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Ringrazio Lulabi per i gentili commenti e Alaire94 per gli utili consigli, purtroppo non ho molto tempo per scrivere con la scuola e tutto il resto. Comunque cercherò di essere costante. Baci,

 

Elyse

 

   
 
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