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Autore: flowerburst    26/11/2010    0 recensioni
Un ragazzo che si trova a parlare parlare e parlare, lo leggete così, uno che parla e parla. E parla continuamente, potrebbe sembrare davvero uno che delle cose non ne sa niente.
E' un po' il mio stile, è un po' quello che scrivo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Però non t’ho ancora parlato della Centoz. Insomma, sì, lei che in ‘sto transfer faceva un casino assurdo con la Gasparella e la Cesca. Sembrava che avessero dormito per anni e che si fossero svegliate solo in quel momento. Le risate che ci siamo fatti insieme! Pauroso. Insomma, qui e là a scrivere sulle cartoline i numeri di cellulare, gli indirizzi e già a pianificare la prossima pizza insieme. La Centoz poi è una delle persone più strambe che io abbia mai conosciuto. Lei a differenza di Luca non si lamentava mai, ma proprio mai mai. Anzi, quando la vedevi un attimo giù e le chiedevi “come va?” lei ti sparava una delle prime cavolate che le veniva in mente con una voce stranissima e una faccia da cretina che tu a rimanere serio non ce la potevi fare. Oppure ti diceva che aveva freddo. E che stava male perché aveva freddo. Mah, come facesse ad averne io me lo domando ancora. No, davvero, Sgué. Aveva sempre di tutto addosso. Maglioni, sciarpe, stivali.  Magari anche questo tu l’avresti saputo, l’avresti capito, tu, questo suo modo di essere, di fare, di dire. La Centoz poi è tutta un programma, davvero, una delle persone più assurde che abbia mai visto. Sì, perché lei ha fatto un casino esagerato al ritorno, nel pullman, e poi, gli ultimi 10 minuti prima di arrivare a Vicenza, è rimasta muta. E’ rimasta seduta su uno dei primi sedili, dove di solito non si siede mai nessuno. E io sono andato là, sono andato piano da lei, camminavo lungo l’autobus con calma mentre ridevo per una battuta di Gerbo, e mi sono seduto vicino a lei. Guardava fuori dalla finestra, guardava l’estate italiana fuori dai finestrini passarle davanti senza quasi salutarla. Si mangiava le unghie. Aveva uno di quegli sguardi persi, hai presente, Sgu? Di quelli che avevi tu davanti alla finestra ogni tanto, in cucina. E allora io “ehi, Centoz, come va?” e per la prima volta lei non ha detto “ho freddo”. No. S’è girata piano, a guardarmi, con una grazia infinita, giuro, era di una calma fuori che potevi addormentarti se la guardavi troppo. E quindi mi sorride con questa tranquillità fuori dall’immaginabile e dice “tra poco vedo mio papà”.  E allora forse boh, io dico che quella ha un modo strano di avere freddo. Però giuro che quando non ne aveva era una delle persone più simpatiche del mondo. E poi era bellissima. Alta, bionda, occhi scuri, di quelli che non hanno una fine, e le labbra sottili. Bellissima. Davvero.
La Gobbo una volta mi ha detto che fino alla terza superiore la Cetoz era grassa. Era una ragazza grassa. Ma poi scusa, è anche normale avere qualche chilo in più a quest’età, no? Lei comunque per me sarebbe rimasta bella anche da grassa, una personalità come la sa ed un visto così, puoi metterci tutto il grasso che vuoi, rimangono belli sempre. Poi, te lo ripeto, Sgù, lei c’erano volte che aveva freddo, però poi le passava, e rideva ancora. Però quegli ultimi dieci minuti di pullman li ha passato solo sorridendo con calma. “Tra poco vedo mio papà”, e due secondi dopo guardava il finestrino. “Certo che fa freddo, eh”. E io ho detto “ah, non lo so, Centoz, sono ventisette gradi fuori dal pullman”. »
 
  
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