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Autore: Gobra1095    01/12/2010    5 recensioni
Asteria lo odiava. Ma come si può odiare qualcuno che si conosce appena? Lei non lo conosceva, non poteva di certo capire. Nessuno può capire se non sa.
Asteria odia Draco, e l'odio non fa che intensificarsi quando lui le chiede la mano. Una convivenza difficile, tra litigi e scoperte, e sentimenti e canzoni. Una piccola pazzia che dovete concedermi.
[Draco/Asteria]
Genere: Romantico, Comico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella costellazione dello Scorpione Cap 7°

Nella costellazione dello Scorpione

Rieccomi, dopo mesi e mesi, ce l'ho fatta a scrivere questo capitolo, sono riuscita a trovare ispiarzione per scriverlo -su carta ovviamente v.v- e per riscriverlo -al computer- compreso di immagine del capitolo e canzoncina allegata =D

Cosa? Niente applauso? In effetti dopo tre mesi non è un gran record... lo so, faccio un mea culpa, ma prima di tutto la scuola.... no, non parliamo della scuola perché uscirei fuori tema è_é
Parlando della storia, dovrebbero essere previsti 13 capitoli più l'epilogo, i titoli sarebbero pronti, però, come è successo con questo capitolo, man a mano che lo scrivo cambia mi vengono nuove idee e così cambia anche il titolo (questo per esempio doveva chiamarsi "Sogni" ma poi un idea che non doveva avere tanto rilievo è diventata la protagonista del capitolo). Il prossimo dovrebbe chiamarsi "Tra luce e ombra"... comunque come al solito ci sono brutte notizie... poche idee in circolazione e dopo questa settimana il tempo si diminuirà ç_ç vi chiedo già da adesso perdono.
Non ho tanto tempo per rileggerlo, ma non posso non ringraziare ognuno di voi:
Carpisia88: Grazie, spero di non deluderti oggi, comunque se Draco alla fine è un po' strano c'è un motivo... spero di continuare sulla giusta strada e che questa storia non ti lasci scontenta
confettina: Finalmente, mi sei mancata, ti ringrazio per la recensione :) Ehm... vedrai, Asteria è molto difficile da descrivere, non voglio cadere nella banalità, poi mi dici come è questo capitolo.
 terryborry: ho bisogno di sapere come ti sembra questo capitolo, sono indecisissima, purtroppo non ho l'opportunità di rileggerlo, perché senno non so quando potrei aggiornare.
 Lily Malfoy: spero che ti piaccia questo capitolo pieno di momenti Asteria/Draco ;)

Capitolo 7° Ragione e Sentimento

c7

Mentre i sogni si dissolvono
e gli inverni si accavallano
quanti spilli sulla pelle
dentro il petto sulle spalle,
ma amo il sole dei tuoi occhi neri
più del nero opaco dei miei pensieri
Che rumore fa la felicità dei Negrita

Il vento leggero mi scompiglia i capelli e qualcosa di ruvido e sottile mi accarezza leggermente le sopracciglia, il naso e le guance. Il tocco è talmente lieve da arrivarmi come solletico. All’inizio arriccio il naso infastidita, quando poi le carezze sono più veloci la mia voce –contro la mia volontà- inizia a ridere.

«Buongiorno, Stella» Io conosco questa voce.

No, non è stato un incubo: sono davvero a villa Malfoy.

Cerco di aprire gli occhi pesanti come macigni e trovo due diamanti che mi guardano con aria sorniona. Odio quell’espressione.

Chiudo gli occhi per cancellare quell’espressione.

Non sono nella Malfoy Manor, sono nel letto della mia stanza e davanti a me non c’è Draco… ma a chi voglio prendere in giro?

Spalanco gli occhi rendendomi conto che non solo sono dove non vorrei essere e con chi non vorrei essere ma quel qualcuno è seduto sul letto dove sono sdraiata a pochi passi da me e io indosso una camicia da notte molto leggera che ricordo di avere riputato piuttosto sconveniente, ma non avevo trovato nient’altro.

Logicamente inizio a urlare.

«Suppongo che questo sia il tuo buongiorno. E dire che io avrei preferito un bacio… forse potrei dartelo per farti smettere»

Smetto immediatamente.

Draco inizia a ridere.

«Non era una gran minaccia»

«Che ci fai nella mia stanza? Non dovresti essere pieno di lavoro?»

Si passa la mano nei capelli con una nonchalance che uno di quegli attori pieni di fascino che fanno sospirare tante fanciulle avrebbe invidiato. Come solo lui potrebbe mai fare.

«Anch’io non riesco a stare un secondo senza di te»

Roteo gli occhi senza riuscire a trattenere gli zigomi che si alzano all’ombra di un sorriso.

«Comunque me ne sto andando in studio, tra non molto dovrebbe arrivare il mio collega e mi sembrava giusto fartelo sapere… dato che dubito che tu voglia riceverlo così»

A tradimento mi bacia velocemente la fronte che appena sfiora giro dall’altra parte fissando il muro con le braccia incrociate in grembo.

Mi accorgo che se ne è andato quando sento la porta sbattersi.

Chi si crede di essere? Un dio che “grazia” chiunque con la sua presenza e per questo gli diventa debitore? Magari pensa che gli debba essere grata di avermi chiesta in moglie!

«Dubito che tu voglia riceverlo così» ripeto quello che ha detto modulando la voce lentamente come lui.

Chissà che direbbe il suo collega vedendomi così. Non sarebbe abbastanza imbarazzante per Draco, ci vuole qualcosa di più umiliante.

Una lampadina si accende e sorrido compiaciuta di me stessa.

 

Indosso un vestito che un tempo era stato azzurro e lungo, ed ora ho fatto diventare rosso e tanto corto da farmi arrossire. Ma in amore e in guerra tutto è lecito.

In mano tengo un bicchiere pieno di vino elfico e nell’altra la bottiglia. Decido di aprire la porta con un movimento di bacino, peccato che non si apra e mi faccia cadere rovinosamente per terra facendo rompere la bottiglia e il bicchiere.

Inizio a ridere sguaiatamente affinché mi sentano.

In pochi secondi sono da me. L’altro uomo accanto a Draco è poco più basso di lui e sono completamente diversi sia per colori e che per fisionomia.

«Volevo bussare» rompo il silenzio con un voce infantile.

L’uomo sorride alle spalle di Draco, il quale respira lentamente, come se stesse contando fino a dieci per non uccidermi, si avvicina e mi offre la sua mano per alzarmi. Mano che io puntualmente rifiuto.

Lui fa un altro respiro profondo con la mascella contratta.

Okay, se oggi sopravvivo posso ritenermi molto fortunata.

Sorrido nel frattempo all’altro con aria civettuola senza prestare attenzione a Draco che pulisce per terra con un movimento –sono scioccata, mi aspettavo che chiamasse qualcuno, da quando in qua Draco Lucius Malfoy si sporca le mani? Forse preferisce tenersi occupato per dimenticarsi di volermi fare tanto male-.

«Sei carino» dico la prima cosa che mi viene in mente.

Draco chiude i pugni tanto stretti che le nocche gli diventano bianche e una voce nella testa urla: PERICOLO – PERICOLO –PERICOLO SUPERAMENTO DEL LIMITE PERMESSO, SE CI TIENI ALLA VITA STAI ZITTA! ATTENZIONE!

Ma non ho tempo per darle retta.

«Tu devi essere Asteria» mi chiede divertito trattenendo a stento un sorriso.

Mi alzo da terra traballante e finisco per sostenermi sulla camicia dell’ospite di Draco.

Continuo a ridere senza motivo e con le mani ancora attaccate su… chissà come si chiama.

Draco decide di porre fine a questo umiliante spettacolo.

«Lei è Asteria, tu sei George e io sono Draco. Lei è stanca e noi dobbiamo andare a lavorare. E se lei andasse a dormire e noi continuassimo? Ma che bella idea!»

«Ma c’è il sole, non si dorme quando c’è il sole» ribatto io

«Se chiudi gli occhi il sole non c’è»mi risponde stizzito Draco prendendomi per un braccio e trascinandomi via.

«Il sole…» continuo ad alta voce per farmi sentire sempre dando l’impressione di non essere in me.

Entra in una stanza tirandomi sempre per il braccio e chiude la porta.

«Si può sapere che cosa stai facendo?» mi rimprovera.

«Secondo te? Mi ribello»

«Non crederai di farmi paura?»

«Sono certa che quel tizio ha un sacco di conoscenza e in questo momento tutti sapranno come è la tua promessa sposa»

«Questo pettegolezzo non riguarderebbe solo me, te ne rendi conto, Asteria?»

«E allora?»

«E allora sai che ti stai compromettendo anche tu»

«E cosa potrebbe succedermi? Oh, potrei non sposarmi con uno come te? Perché non me l’hai detto prima? Sai come non vedo l’ora di convolare a nozze con uno come te»

Chiude gli occhi a fessure offeso nell’orgoglio.

La voce nella mia testa urla con più forza.

«Non solo io: nessuno. Nemmeno il tuo caro Ted»

Arrossisco istintivamente.

«Che c’entra Nott?»

«Credi che non abbia notato come vi guardavate alla festa di mia madre? E a quanto pare lui è l’unico che ha l’onore di poter parlare con te» mentre parla si avvicina a me facendomi indietreggiare.

«Sei ridicolo!»

Fa un altro passo verso di me e intuisco che il muro e pochi metri da me.

«Ma guardatela come si imbarazza e arrossisce, come un adolescente» mentre lo dice mi accarezza con la punta delle dite la guancia rossa.

Il mio stomaco si blocca e il sangue circola più velocemente. È talmente vicino che il suo respiro è sul mio collo. È pericolosamente vicino, rischia di mettere all’aria tutti i miei buoni propositi?

E solo colpa del suo fascino, sì, è per questo che mi sento attratta… ma per che cosa stavamo discutendo?

Ah, lui fa insinuazioni stupide, ecco.

«Il bambino sei tu» mi aveva detto adolescente veramente… vabbè il senso è quello «se non ottiene tutto quello che vuole il bambino piange» imito la stessa voce infantile di prima

«Oh, come hai ragione, dovrei essere come il tuo Teddy, vero? Dolce e tenero, magari ti immaginavi come sposo un principe azzurro»

«Io non voglio nessuno, tantomeno te» ora sì che sono con le spalle al muro, la voce tra non molto si prenderà gioco di me per non averle prestato attenzione. In effetti non ha tutti i torti.

«Mi appartieni, te lo già detto, che tu lo voglia o no» mi alita in faccia.

Sono pronta, so che mi bacerà come il giorno prima senza che io possa farci niente.

Chiudo gli occhi in attesa, tremante e con il respiro affannoso.

Ma le sue labbra non arrivano.

Sento la porta sbattere e allora apro gli occhi.

Se ne è andato.

Certo che non lo capisco, anche se veramente non capisco nemmeno il mio corpo che sembra essere contro di me.

 

«STELLA!»

Una voce insistente mi sveglia.

Guardo l’orologio accanto a me: sono le due di notte.

Non ho dubbi su chi sia, l’unica cosa che mi preoccupa è il suo tono. È palese che non stia bene… o meglio che sia completamente ubriaco, ma c’è qualcos’altro, come affaticato.

Volo giù dal letto e vado verso la sua voce che continua a chiamarmi.

«Sei arrivata finalmente» mi accoglie un Draco che non avevo mai visto.

Ha la bocca insanguinata e le vesti sono piene di strappi come se qualcuno gliele avesse tirate.

Metto una mano sulla bocca.

 «Oh, per le mutande di Merlino, ma che ti è successo? Chi ti ha strappato i vestiti»

Lui sorride malizioso

«Sei gelosa?»

Lo guardo con diffidenza «Noto che non perdi il tuo scarso e triste senso dell’umorismo»

«No quello mai» dice mentre cerca di venire verso di me, ma cade perdendo l’equilibrio. Lo raggiungo velocemente mettendomi sotto la sua ascella e lo faccio sedere sul divano

«Forse però l’equilibrio sì»

Chiude gli occhi e respira piano esausto.

«Cosa è successo?» mi esce una voce intenerita senza che me ne accorga.

Riapre gli occhi grigi e mi fissa curioso come se fosse la prima volta che mi vede e vuole decifrare come io sia con un occhiata.

Le mie guance si incendiano e mi sento come alla festa di compleanno della signora Malfoy.

«Niente di che, non devi preoccuparti»

Io non mi preoccupo per lui, non è degno di nessun mio pensiero. Glielo dico.

«Va bene, calmati, ora va’ a chiamare qualcuno che mi aiuti»

«A quest’ora tutti staranno dormendo, e poi si può sapere perché mi hai chiamata se ora non ti posso aiutare?» Sia ben chiaro: io sono arrabbiata perché mi ha fatto alzare alle due di notte inutilmente.

Cerca di imitare un broncio «Speravo che ti saresti commossa e mi avresti giurato amore eterno»

«Mi dispiace distruggere i tuoi piani, ma l’unica cosa che posso fare è curarti»

«Allora farò finta che oltre a curarmi le ferite carnali tu risani le ferite del mio povero cuore»

Rido insieme a lui, per la prima volta nella mia vita.

«Bere ti fa veramente male»

«No, a farmi male ci pensi tu»

Non devo dare troppo conto a quello che dice, non è in sé. No, no e no, mettitelo in testa.

È dolce e simpatico solo perché è ubriaco.

Disinfetto le ferite con cura.

«Come mai hai fatto a botte?»

Inizia a ridere tanto forte che dopo poco inizia a piangere dalle risate.

«Non lo ricordo, credo che sia stato perché lui voleva prendersi la mia sedia»

«Capisco: questioni serie allora»

«Le sedie sono oggetto di discussioni molto serie, fossi in te non ci scherzerei troppo. Pensa se non esistessero, sarebbe un inferno»

«Di certo quella era l’unica sedia»

«L’unica vicino al banco e al mio bicchiere»

«Oh, non vorrai dirmi che voleva persino espropriarti dal tuo tavolo!»

«Temo proprio di sì… Ahi» geme mentre gli pulisco la ferita «Non è che tu ti diverta a fare finta di curarmi e invece mi stai uccidendo segretamente»

«Non è una cattiva idea, ma se vuoi smetto subito non mi sto di certo divertendo»

Lui sorride in modo stralunato.

«Non è vero, tu non puoi vivere senza di me»

«Cosa è? Autocoinvincimento?»

Ridiamo un po’ e poi tra noi cade il silenzio mentre io continuo il mio lavoro.

C’è una strana atmosfera, come di familiarità. Mi sento felicemente turbata e non so come identificare ciò che sento.

Sento il suo fiato sul collo, è caldo e mi solletica i capelli.

«Comunque non è vero»

Mi fermo immediatamente.

«Che cosa?» gli chiedo fissandolo negli occhi. Sono lucidi e sembrerebbero quelli di un bambino, ma io so che lui è un uomo, il peggiore di tutti. La mia voce nella testa mi elenca tutti i difetti, mentre un’altra voce, che potrei chiamare Sentimento, mi chiede se io abbia mai visto degli occhi così, insomma un uomo così crudele come la prima voce, che io potrei chiamare Ragione, mi ricorda che è, come può avere degli occhi così dolci? La mia testa è un campo da battaglia per Ragione e Sentimento.

«Non è vero che tu non ti diverta, non per me, so che a te piace medicare.»

«Come fai a saperlo? Non sai nulla di me» Ragione urla che Draco mi spia e mi ha rapita, con il consenso di mia madre, ma pur sempre di rapimento si tratta.

«Non puoi nascondermi nulla»

Intuisco che si riferisca al Legilimens. Avvampo istantaneamente. Non sopporto essere così “violata” da lui. La mia mente è una cosa Top Secret, soprattutto per lui.

Sospiro prima di contestarlo.

«Potresti smetterla, non sopporto proprio non poter pensare nulla senza che tu lo sappia, è stressante»

«Ma chi mi dice che tu non complotta contro di me e il nostro matrimonio?»

«Io non complotterò contro il nostro matrimonio, perché dovrei boicottare una cerimonia che non si svolgerà mai?»

Alza le sopracciglia come se volesse dirmi “Hai visto?”

«Oh, andiamo, io non ce la faccio più a vivere sotto esame, ti chiedo solo di farmi respirare un po’»

Abbassa gli occhi per poi incontrare i miei.

Ti prego. Ti prego. Ti prego. Ti chiedo solo questo.

«D’accordo»

Sentimento 1 Ragione 0.

   
 
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