Damon la portò al centro della sala e iniziò a
ballare.
Lei si muoveva leggera, bastava sfiorarla per condurla. Ed era
bellissima. Il vestito era bianco, e larghissimo, una vera principessa.
I capelli raccolti, ma con dei ciuffi che le ricadevano sulle
spalle scoperte, erano di un rosso fiammante, e poi quegli occhi
azzuri... profondi, nonostante l'inespressività.
-Avete
finito di fissarmi? Se continuate così arrossirò-
-Come ti chiami?-
-Angel-
Il
solito sorriso ironico troneggiò sul volto di lui. -Mi stai
forse prendendo in giro?- la voce un po' alterata. -Perchè
dovrei?- chiese candidamente la ragazza. Lui la fissava: non sapeva se
ridere, arrabbiarsi o mollarla lì in mezzo e andarsene. -Sai
il
mio nome?- Lei scosse il capo, e lui vide le ciocche rosse sfregarle
sul collo. -Damon.- Anche lei parve stupita.
-Allora
siamo
una bella coppia, non le pare?- lei sorrise: era un sorriso ingenuo,
sincero. Lui la scrutò ancora qualche istante, poi si
convinse
che lei, probabilmente non stava mentendo. Era diffidente per natura,
ma il suo sesto senso difficilmente sbagliava.
-Perchè
ci sta fissando?- -Chi?- e si mise a voltare lo sguardo da una parte
all'altra. -Deve essere la ragazza che lei ha guardato prima.-
Damon
si
irrigidì un istante, poi la vide tra la gente. Era vero:
Elena
lo stava guardando. Gli occhi scuri della ragazza lo fissarono un
istante, ma una volta sorpresi si voltarono velocemente verso Stefan.
-E
adesso perchè sorridete?- -Perchè sei davvero una
streghetta malefica!- le sussurrò all'orecchio.
Continuarono
a
ballare finchè la ragazza non chiese una sosta. Damon si
stava
divertendo davvero. Quella ragazza lo aveva affascinato, era rimasto
colpito dalla personalità di lei, che nonostante la
ciecità dimostrava un' innata perspicacia.
La accompagnò in giardino e si sedettero su una panchina di
pietra. -E' la ragazza che vi ha stregato il cuore?- -Peggio, l'ha
frantumato.-
-Lei vi ama.- -Lei sta con mio fratello.-
-Voi l'amate?- -Non sono così stupido.-
-Però l'amate.- -Ho fatto di tutto per farmi odiare da lei.
E per un po' ci ero riuscito.-
-Però vi ama.- -Sai, quando mi odiava tutto era
più facile.-
-Credo che non vi abbia mai odiato seriamente.- -Ti assicuro che le ho
dato un'ottima motivazione.-
-Ma
il suo cuore è vostro.- -Il suo cuore è sempre
stato di Stefan.-
Ormai
la leggerezza che lo aveva accompagnato fino a quel momento della
serata lo stava abbandonando. Iniziavano a scorrere nella mente tutte
le immagini di Elena che cercava di dimenticare da tempo.
Elena
che le sorrideva, che si fidava di lui, che le offriva la sua amicizia.
Poi come sempre le immagini presero la piega che odiava di
più.
Vedeva tutte le scene romantiche e strappalacrime che lei e suo
fratello avevano vissuto davanti ai suoi occhi.
Tornavano
alla mente le volte che erano corsi a salvarla e come, alla fine, lei
si lasciasse andare tra le braccia di Stefan. E lui lì di
fianco
a loro. Tutte le volte una pugnalata. tutte le volte un nodo alla gola.
Faceva male. Troppo.
Si
voltò di nuovo verso Angel, cercando uno dei suoi sorrisi di
repertorio. In quello era diventato molto bravo. Riusciva sempre a
tirare fuori un sorriso malizioso. Finto.
-Non
si sforzi troppo. Non deve farlo per forza.... tanto non la vedo- disse
lei prendendolo un po' in giro.
Damon
si cancellò il finto sorriso dalle labbra e tornò
alla sua tristezza.
Angel
appoggiò una delle sue manine sulla gamba di Damon, lui
apprzzò quel gesto di silenzioso conforto e la fece sparire
sotto la sua.
Rimasero
in silenzio, seduti uno a fianco dell'altra per un po'. Damon non
sapeva quanto tempo potesse essere passato, era stato completamente
assorbito dai suoi pensieri, e dalle parole di quella strana ragazza,
ma scoprì che aveva sete. Ma non di sangue, o meglio non in
quel
momento. Aveva bisogno di qualcosa di alcolico. -Vado a prendere da
bere, vuoi qualcosa?-
Lei
scollò la testa. -Aspetto qui se non le spiace.-
E
mentre si allontanava Damon percepiva lo sguardo di lei che lo seguiva,
e la cosa gli parve assurda.