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Autore: Lord_Envy    03/12/2010    2 recensioni
Non è facile sentirsi diversi, figuriamoci sentirselo confermare.
Non è facile accettare che esista la magia, figuriamoci accettare che la si può controllare.
Non è facile sapere che si ha grandi potenzialità, figuriamoci sapere che si è una divinità.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imparare...

Led si trovava in palestra. Raccolse i suoi biondi capelli in una coda alta e si diresse verso la sala pesi. Era bella e lo sapeva, era antipatica e ne andava fiera.
Quel giorno era di turno Korban il quale aveva una cotta per Led, e lei lo sapeva.
Si avvicinò per darle il buongiorno ma la bionda rispose alzando un sopracciglio e allungando la punta destra delle labbra lasciando Korban a bocca asciutta.
Iniziò a prendere un bastone per fare qualche esercizio per la schiena e subito si ricordò di mettere i guanti, non voleva rompere nulla quel giorno.
Dopo un'ora abbondante di esercizi Led, come suo solito, andò vicino ad uno specchio tutto pieno di goccioline a causa della diversa temperatura fra la superficie fredda del vetro e l'aria calda della palestra. Si tolse un guanto poggiò la mano sullo specchio. Subito un rumore sinistro si diffuse per la sala e il vetro fu ricoperto da uno strato di ghiaccio che si andava via via fortificando fino a creare una crepa che divideva a metà la figura riflessa di Led.

* * * * * *

Ash ormai indossava i guanti 24 ore su 24. Li metteva prima di mangiare, prima di dormire, prima di lavarsi, prima di andare a scuola o prima di studiare.
Da quando aveva scoperto che le sue mani erano letali la sua vita era cambiata. Non osava accarezzare né sfiorare né afferrare nulla a meno che non avesse degli involucri sulle mani.
A casa sua (dove era rimasto solo perché i genitori erano in viaggio) l'aspirapolvere era piena di cenere e aveva dovuto attingere ai suoi risparmi per sostituire oggetti che aveva 'polverizzato'.
Era sempre terrorizzato a morte e non riusciva a dormire bene da almeno 2 settimane, ma ora stava imparando a condividere con la sua anomalia.
Anzi, un giorno, era persino riuscito a sfruttare il suo 'potere'.
Era rimasto bloccato nella porta del bagno di un ristorante e la serratura non si decideva a cedere. Alla fine, si tolse un guanto e toccando lievemente la levetta arrugginita la carbonizzò sicchè lui potè uscire vittorioso da quella gabbia di plexiglass.

* * * * * * *

Quando Silva decise di utilizzare il suo potere, lo fece esclusivamente per scopo personale.
Alcune persone si prefiggono l'obiettivo di usare le proprie capacità per aiutare gli altri, e Silva si prefisse la stessa cosa. Peccato che non la mantenne.
Un pò per pigrizia, un pò per mancanza di idee, Silva non sapeva come poter aiutare le persone facendo sbocciare fiori o guarendo qualche pianta.
Allora decise di usare le proprie capacità solo raramente, ma le occasioni si presentavano numerose e tentatrici: a tutti può venire voglia di un buon frutto estivo durante l'inverno e viceversa.
Questi velleitari propositi si dissolsero quando il professore di biologia assegnò alla sua classe il compito di coltivare delle piante in uno spazio ridotto, compito che Silva si dimenticò di fare. Il giorno stesso della 'resa dei conti', Silva prese in prestito un boccaccio dalla cucina della madre, lo riempì di terra e poggiando l'indice della mano sinistra affrettò di poche ore lo sviluppo di una rigogliosa foresta di dimenrsioni ridotte. Il voto finale fu 9.

* * * * * *

Torm aveva ormai imparato a convivere con la sua stranezza, e sapeva che, per l'incolumità altrui, doveva imparare a controllarsi.
Dire che stava diventando metereopatico era un eufemismo. Quando era nervoso c'erano i tuoni, quando era triste pioveva, quando era allegro il sole splendeva, quando era preoccupato e in dubbio il cielo era adornato di nubi.
Ogni sentimento sembrava derivare dalle variazioni metereologiche che la città subiva in troppo poco tempo, ma presto capì che era lui a condizionare il tempo in un area limitata.
In quanto svogliato e demotivato, Torm usò i suoi poteri solo per creare tempeste che gli impedissero di andare a scuola, almeno così si esercitava a controllarsi.
Poteva controllare tutti i fattori del meteo: pioggia, neve, tuoni, fulmini.. tranne una cosa. Non riusciva a controllare il vento.
  
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