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Autore: Kobato    05/12/2010    23 recensioni
Storia ambientata ai giorni nostri: Rin, una diciassettenne vispa, dolce e solare, vive felicemente con sua sorella maggiore Kagome a casa del ragazzo di quest'ultima: Inuyasha. Tuttavia poichè Kagome ed Inuyasha devono andare a studiare all'estero, negli USA, la ragazza sarà costretta a trasferirsi (costretta dai due) per andare a vivere a casa del fratellastro di Inuyasha... Purtroppo, però, la convivenza con il glaciale ma altrettanto affascinante Sesshomaru non sarà affatto facile! (Spero possa piacervi! ^-^ Vi auguro buona lettura!)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eheheheh! Scherzetto! :P
Ebbene sì, era tutto uno scherzo XD E' vero sì che mi sto concentrando sul nuovo racconto ma come potrei mai scordare l'adorato "Love love only for you"? E per di più tornare dopo tanto tempo senza neanche un capitolo e avervi lasciate a bocca aperta dallo stupore e dalla trepidazione?
Eheh, in effetti sarei stata troppo crudele XD volevo resistere qualche giorno, in più, ma non ce l'ho fatta!
I capitoli successivi sono già pronti. E quello su san valentino completato. Purtroppo, però, essendo troppo lungo ho deciso di dividerlo ulteriormente.
Quindi vi sarà un "Trascorrendo un frastornato san valentino - parte 3".
Ringrazio Serin88 per avermi reso partecipe del suo rammarico e della sua tristezza e spero di averti riportato il buon umore con questo capitolo. Anche se di buon umore in questo scritto ce n'è poco XD
Buona lettura! ^-^
La vostra Kobato!!

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Penso che tra poco potrei già risultare patetica. Anzi, no, mi correggo: sono stata patetica sin da subito ai suoi occhi, molto probabilmente.
Agli occhi di Andou-san.
Sono ancora lì, a piangere tra le sue braccia, quasi fosse un padre, un nonno, uno zio, una qualunque persona che conosco da una vita e che possa consolarmi.
Ma non riesco a trovare consolazione. Proprio non ci riesco e la cosa peggiore è che non ne capisco la ragione.
“Rin-san…” , mi chiama con un sussurro, sorridendomi dolcemente, mi accarezza la testa con la sua mano calda e gentile, mentre con l’altra mi sorregge, per non farmi cadere con le ginocchia a terra.
“Non so cosa ti sia successo, ma… Perché non ne parliamo dentro? Se rimaniamo sulla soglia della porta, ti prenderai un malanno… di nuovo…”
Io alzo lentamente il capo incrociando il suo sguardo dolce e l’espressione gentile sul suo viso, con le lacrime agli occhi. Dopodiché annuisco con aria disorientata e faccio per rimettermi stabilmente in piedi.
Non smetto di singhiozzare neanche per un attimo, mentre il disponibile Andou-san mi prende per mano, mi fa accomodare dentro, si chiude la porta alle spalle e mi porta nel suo laboratorio, dove mi fa accomodare su uno degli sgabelli lì presenti davanti al bancone dove lui prepara i suoi dolci.
E dove avrei dovuto prepararlo anche io…
Non posso fare a meno di pensarci mentre Andou-san mi si accosta davanti inclinandosi leggermente in avanti verso di me, con sguardo serio e nel contempo anche comprensivo.
“Come ti ho già detto, non so cosa ti sia successo, Rin-san, però, immagino che per farti restare a piangere quasi un quarto d’ora sulla soglia del negozio, senza riuscire a dire neanche una parola, debba essere qualcosa di grave” , esordisce. “Ti andrebbe di parlarne?”
No… Non voglio parlarne…
Voglio solo svegliarmi, adesso! Perché… Perché questo è l’incubo peggiore che io abbia mai avuto!
 Rimango in silenzio, col capo chino, continuando a singhiozzare e a stringere la gonna della mia divisa scolastica.
Lui asseconda il mio silenzio per un po’, cercando di capire se stessi prendendo una semplice pausa, se mi stessi preparando a parlarne o se semplicemente non avrei accennato neanche ad una parola.
Logicamente deve aver intuito che la mia scelta era la terza opzione, perché non trattiene un sospiro e si piega a fatica su una gamba, cercando di incontrare il mio sguardo che è fisso sulle mie gambe, per non dover incontrare il suo.
“Rin-san… Non voglio costringerti a parlarmene, però… Sappi che tenersi le cose dentro non ti farà affatto bene.
Non deve essere necessariamente con me, ma… parlare con qualcuno potrebbe farti bene, potrebbe aiutarti a sfogarti e a sentirti meglio”
Sospira. Probabilmente per riprendere anche fiato. “Non voglio intromettermi nella tua vita. Non voglio rischiare che tu pensa che sia invadente… Semplicemente non posso, dopo averti visto piangere così disperatamente per tanto tempo tra le mie braccia, tralasciare questa cosa e dirmi: “Ma certo, è tutto passato. Passiamoci su. Pensiamo a fare il cioccolato, adesso”.
So che non me ne vuoi parlare, però…”
“Non è così…” , lo interrompo bruscamente io, sempre col capo chino e stringendo ancora di più la stoffa della gonna tra le mie mani. “Non è che non voglia parlargliene, Andou-san. Perché… Perché per me lei è importantissimo! E non… non potrei mai non parlarle di qualcosa…”
“E… allora qual è il problema?” , prosegue lui, sempre con tono disponibile.
“Il problema è… che ciò che mi è successo… vorrei fosse tutto un sogno. Un brutto sogno. E vorrei svegliarmi adesso per poi riderci su e pensare ad alta voce: “Ma che stupida! Certo che era tutto un sogno! Come potrebbe essere mai possibile?!”. E invece… Invece è tutto così reale che per quanto possa illudermi che sia tutto frutto della mia immaginazione… Non lo sarà. Non lo sarà mai” , singhiozzo ancora, facendomi sfuggire altre lacrime che cerco vanamente di nascondere dietro le mani che poso sul mio volto.
Andou-san rimane a fissarmi, appoggiandomi una mano sulla testa, per consolarmi.
Già… Ho davvero bisogno della consolazione di qualcuno.
Ne ho proprio bisogno…

[…]

E’ notte fonda. Sono sulla strada verso casa. Mi manca poco per arrivare. Basta girare l’angolo e sarò subito lì.
Sesshomaru-san sarà lì, a dormire, o probabilmente a leggere uno dei suoi libri.
Si sarà accorto che non sono tornata a casa? Oppure, semplicemente, se ne sarà infischiato come al solito? Avrà, per caso, temuto che mi potesse essere successo qualcosa di grave? Oppure la sua intolleranza verso di me è ad un livello tale che la preoccupazione non gli passa neanche per la testa?
Queste domande e queste ipotesi non mi aiutano per niente. O, meglio, mi aiutano solo a non pensare a quel che è successo.
Ne ho parlato tanto con Andou-san… Tanto che adesso non riuscirò neanche a dormire per tutto il pensiero che mi sta dando questa storia.
Non sono neanche riuscita a cucinare la cioccolata che volevo regalare a Sesshomaru-san, ma… stranamente non me ne importa di meno.
Mi sento talmente confusa che potrei impazzire da un momento all’altro.
Ne ho parlato con Andou-san perché pensavo che, a com’è saggio lui, potesse darmi un consiglio, e invece non mi è stato di alcun aiuto.
Semplicemente, dopo aver finito di raccontargli tutto l’evento, mi ha sorriso e mi ha carezzato dolcemente i capelli, dicendomi: “Capisco… Allora è per questo che stai così. E’ tutto chiaro adesso.
Però, non posso dirti niente, Rin-san. Non è da me che devi sapere e, soprattutto, capire questa cosa…
Il motivo per cui sei rimasta così rammaricata della dichiarazione del tuo amico, Kohaku-san, lo devi capire da sola”.
“Ma… Andou-san io mi sento confusa! Non so proprio che fare!” , gli ho ribattuto, sempre singhiozzante.
“Lo so, ragazza mia, e mi dispiace davvero che tu stia così. Ma non trovi che sarebbe scorretto nei confronti di Kohaku-san? Lui ha lanciato un messaggio a te. E sei tu che devi coglierlo e rispondergli con la tua testa e soprattutto col tuo cuore”
“Ma… Ma se faccio qualcosa di sbagliato?! E se… la cosa degenerasse?”
“Almeno sarai cosciente del fatto che è stata una tua scelta, Rin-san. Ma dev’essere una scelta oculata e attenta. Ci sono in gioco i veri sentimenti di una persona…
Anzi, da quanto ne ho capito… Sembra proprio che si tratti dei sentimenti di tre persone qui…”
“Tre… persone…?”
Lui ha annuito e mi ha sorriso gentilmente, per poi chiedermi se avessi voluto cucinare con lui la cioccolata.
Io gli ho risposto con una scossa di testa e dicendogli che sarei andata a casa per pensarci un po’ su, per poi salutarlo e andarmene.
Già… Ci avrei pensato su… Certo…
Gli ho detto così, ma in realtà ho il cervello così in pappa che potrei farci tranquillamente un brodino…
La confusione ed io siamo un tutt’uno… E non so ancora come sbrogliare questo nodo.
Dentro di me c’è ancora una parte che spera sia un incubo, ma… La vita non è così facile...

Sospiro. Sono davanti casa. Chissà se riuscirò a dormire… Chissà se riuscirò a togliermelo dalla mente anche solo per qualche minuto.
Mi basterebbe un semplice attimo di tregua per far chiarimento dei miei sentimenti, perché ora come ora non sono neanche più sicura di quelli.
Sospiro nuovamente, infilo la chiave nella serratura, giro la chiave e apro la porta per poi, dopo essere rincasata, chiudermela alle spalle, con esagerata lentezza.
Poso le chiavi sulla console (cosa che avevo deciso di non fare più) e mi dirigo verso il salotto, attraversando il corridoio.
Eh…? Che strano… Riesco a vedere anche se le luci non sono accese…
Come mai?
Solo allora mi accorgo del fatto che c’è una fioca luce proveniente proprio dal salotto confinante all’ingresso principale della casa.
A quest’ora… Sesshomaru-san di solito dorme, no? E allora di chi si tratta? Forse di un ladro?
Un ladro? Perché un ladro dovrebbe entrare…
… in una casa di un milionario…?
Forse perché è un milionario? Tutto quadra… Potrebbe trattarsi di un ladro, senza dubbio… Ma… perché, tra tutti i giorni, proprio oggi che sono così sotto shock?
Poso la mia cartella vicino la ventiquattrore di Sesshomaru-san, quella che gli regalai io, dopo tanti sforzi.
Ripensandoci… I miei sentimenti erano molto più chiari in me, in quel periodo. Non c’erano nubi all’orizzonte e non facevo altro che pensare a lui.
Avevo sempre avuto qualche dubbio circa lo strano comportamento di Kohaku-kun, ma non avrei mai pensato che…
Scuoto la testa con veemenza.
Oh, che idiota! C’è un ladro in casa e io penso a queste cose?  Però, devo ammettere che è un professionista: non fa neanche il minimo rumore.
Se non ci fosse quella fioca luce accesa nel salotto, non avrei pensato che potesse esserci qualcuno in casa.
Rimango in silenzio e quatta quatta mentre mi avvicino al salotto…
Già me lo immagino, il ladro che con aria furtiva mette a soqquadro i divani, il comodino, il tavolo di vetro e tutto il resto dei mobili nella stanza.
E con grande sorpresa noto che…
“Ses…Seshomaru-sama?!” , esclamo, alzando non poco la voce, con aria quasi sconvolta, notando che tutto è perfettamente in ordine e che Sesshomaru-san sta leggendo un libro sotto la fioca luce dell’abatjour, comodamente seduto sul divano, con le gambe accavallate.
Allora… Non era un ladro? Mentre me ne faccio una ragione e tiro un sospiro di sollievo, lui non alza neanche il capo per incontrare la mia figura, ma mi guarda con la coda nell’occhio.
“Non gridare così forte. Sei fastidiosa” , si limita a dire, con tono atono ma nel contempo irritato.
“Oh… Mi… Mi spiace…” , sibilo io, con la testa china, per fargli notare che sono profondamente dispiaciuta per averlo scambiato per un ladro.
Rimango ferma, in piedi, a fissarlo, silenziosamente, mentre lui continua a non degnarmi di uno sguardo, concentrandosi unicamente sul libro che sta leggendo.
Indossa la sua camicia e il suo pantalone… Questo significa che non è andato a dormire… Anche se faccio fatica ad immaginarlo con un pigiama…
Mi verrebbe da sorridere, ma decido di evitarlo, almeno per ora, prima che mi affetti per benino.
Eppure… che strano: di solito Sesshomaru-san si ritira nella sua stanza tornato da lavoro. Raramente resta alzato per leggere un libro. Quella è l’usanza del pomeriggio, se e quando è a casa. Quindi… come mai sarà rimasto in piedi?
Ci penso per un po’ quando mi viene in mente che…
No… Non può essere giusto? Non può essere che sia rimasto in piedi per me, vero? Forse… che fosse preoccupato?
Ci ragiono su, per poi scuotere con veemenza il capo.
No, no, no, no, no!!! Che vado a pensare? Lui, preoccupato per me al punto di restare alzato la notte e non riuscire a dormire? Che stupidaggine… Per quanto possiamo esserci avvicinati… Una cosa del genere… Sarebbe a dir poco impossibile!
E il suo silenzio lo dimostra…
E, a proposito di questo, il silenzio che c’è tra noi è a dir poco imbarazzante, per non parlare del fatto che…mi ha fatto tornare in mente Kohaku-kun.
Tutta quell’adrenalina di prima me lo aveva fatto scordare anche se per poco… E adesso mi ritrovo punto e da capo.
Sospiro, per poi dirigermi verso il divano e, molto lentamente, andarmi a sedere vicino Sesshomaru-san. Beh, non proprio vicino, ma al suo fianco, ad una distanza di sicurezza che non mi permetta di sfiorarlo.
Rimaniamo ancora in silenzio. Io a guardare in direzione della televisione spenta, mentre Sesshomaru-san a leggere quel suo benedetto libro.

Che silenzio…
C’è stato lo stesso silenzio quando Kohaku-kun mi si è dichiarato. Ero talmente shockata che temevo di aver smesso anche di respirare.
Ma soprattutto… perché mi sono comportata in quel modo? Perché sono rimasta tanto sconvolta dalla sua dichiarazione? Infondo me lo aspettavo. Avevo percepito qualcosa dai suoi atteggiamenti, però… Però, pensando che stesse con Shiori-chan, io…
Io mi sono bendata gli occhi senza capire niente. O, meglio, mettendocela tutta per non capire niente.
Ai loro occhi sarà sembrato che cercassi di evitare appositamente di intendere quello che Kohaku-kun provava a rivelarmi.
Sono stata… troppo superficiale? Mi sono comportata male? Sia con Shiori-chan che… con Kohaku-kun? Soprattutto con Kohaku-kun?
“Cos’hai?” , mi sento chiedere con tono atono e, tutto sommato, abbastanza disinteressato, nonostante la domanda che mi è stata posta.
Mi volto verso Sesshomaru-san che, come al solito, anche se mi parla, non mi degna di uno sguardo.
“C…Come?”
“Sei troppo silenziosa. C’è qualcosa che non va” , si limita a spiegare.
Oh, Santa Luminosa… cos’è questo? Istinto canino? Ma è… a dir poco spettacolare…
Come ha fatto a capirlo così in fretta? E senza che, per giunta, gli dicessi niente?
“Ehm… N-n-niente, Sesshomaru-sama. Dev’essere una vostra impressione, perché… io sto benissimo!”
Lui non mi risponde. Si limita a staccare per un attimo gli occhi dalle pagine, per posarli su di me.
Il suo sguardo ambrato che incrocia il mio, nocciola, mi fa sussultare e arrossire contemporaneamente: ha uno sguardo così penetrante che potrei restare a guardarlo per sempre.
Però, nonostante abbia avuto l’onore di ricevere una sua attenzione, non mi degna di una parola.
“Sto… Sto benissimo! Davvero! Sono la solita Rin di sempre!” , esclamo, tingendomi sulle labbra un sorriso che non mi appartiene. “Visto?!”
Lui, di rimando, continua a fissarmi imperterrito, finché, distaccatamente, non torna a posare lo sguardo sul suo libro, senza rispondere alla mia affermazione, né aggiungere altro in aggiunta alla sua tesi.
Il finto sorriso che vi era prima sul mio volto, scompare subito e torno silenziosamente a guardare la televisione spenta.
Non importa quante volte possa cercare di ingannarlo. Lui lo sa, lo capisce che gli sto mentendo. Non so se per qualche sua caratteristica o super potere demoniaco, ma… lo sa. Sa tutto.
Sa come mi sento, anche se non gliene parlo. Riesce a scrutare ogni mio stato d’animo, anche solo giudicandomi dal modo di fare.
Rimango in silenzio per un po’.
Un silenzio che… mi terrorizza. Stranamente… mi terrorizza.
Stringo la stoffa della mia gonna tra le mani, pensando ancora che… il volto di Kohaku-kun non lascia la mia mente.
“Sesshomaru-sama… Voi… siete mai stato innamorato?” , domando all’improvviso, senza neanche rendermene conto. Ho il capo chino e sono totalmente rigida.
Con la coda nell’occhio noto che nonostante la domanda abbastanza importante, lui non accenna a spostare la sua attenzione da quel libro.
“No” , risponde seccamente.
Beh, non che mi aspettassi un’altra risposta, ma… Fa un effetto totalmente diverso quando te lo si dice in faccia, direttamente.
“E… qualcuno si è mai innamorato di voi?”
“Sì”
Alzo istintivamente il mio sguardo su di lui che continua a leggere il suo odiosissimo libro che un giorno o l’altro brucerò.
Come diamine fa a dirlo con tanta leggerezza? Come se fosse una cosa da niente?
Un attimo, un attimo… questo vuol dire che qualcuno gli si è dichiarato? O lo ha semplicemente capito col suo istinto canino?
“Dite davvero? E… vi… vi si sono dichiarate?”
“Sì”
Non ci credo… Quindi avevo ragione?!? Ha vissuto una situazione simile alla mia! Magari potrebbe darmi qualche consiglio!
“E voi…che avete fatto?”
“Le ho rifiutate”
Eh?
“Rifiutate?”
“Esattamente”
“Tutte?”
“Indistintamente”
“Ma… le avete almeno conosciute…?”
“Non mi era di nessun’utilità conoscerle. Per quel che mi riguarda, non le ho neanche guardate in faccia”
Cosa…? No… Non è possibile…
“Neanche… guardate in faccia…?”
“Non era cosa che mi interessasse. La mia attenzione si concentra solo su ciò che può eventualmente interessarmi”
Impossibile… Tutte quelle ragazze… Non le ha neanche guardate in faccia, mentre le rifiutava. Probabilmente non sapeva nemmeno com’erano fatte o come si chiamavano.
E tutto… perché non gli interessa l’amore? Come… può essere tanto crudele?
“E loro… hanno pianto… per questo vostro atteggiamento?”
“Probabilmente” , risponde freddamente, voltando la pagina del libro, quasi come se non stesse parlando di qualcosa che aveva compiuto lui.

Certo che… sono davvero una sciocca… Come potevo pensare di trarre consiglio da lui? Lui che reputa l’amore la cosa più insulsa di questo universo? Lui che reputa i sentimenti qualcosa di superfluo e non necessario ai fini vitali?
Lui che… sembra quasi una macchina a volte, eppure a cui mi sono affezionata tanto da innamorarmene.
Tratterebbe così anche me? Non mi guarderebbe neanche in faccia se gli dichiarassi i miei sentimenti? Ed io soffrire, giusto?
Era questo… che mi volevi dire, vero, Kohaku-kun? Era da questo che volevi proteggermi?
Ed… è questo dolore che proveresti se ti rifiutassi? E che in parte hai provato quando mi sono comportata così male con te, quest’oggi?
“Sarebbe tutto più semplice se fossi come voi, Sesshomaru-sama” , sillabo, con un filo di voce, sempre col capo chino. “Non proverei questo dolore, se non me ne importasse degli altri, di vederli soffrire e se non ci stessi male se li ferissi”
Sesshomaru-san, per conto suo, continua a tenere lo sguardo fisso sulle pagine del libro che sfoglia velocemente, quasi come se se lo stesse divorando con gli occhi, rimanendo elegantemente seduto sul divano, con quelle gambe accavallate che sono in quella posizione da quando son rientrata a casa.
Forse… non dovrei parlargliene, eppure…
Eppure non so perché…
“Questo pomeriggio…”
io… sento il bisogno…
“… il mio caro amico… Kohaku-kun…”
… di dirglielo…
“… mi si è dichiarato…”
…ad ogni costo…
SPAM!!!
Chiudo gli occhi subito, istintivamente, a quel rumore brusco e violento, che mi è tanto vicino. Non so di cosa si tratti, né da cosa sia stato generato. Solo, poco dopo, apro un occhio, lentamente, per notare che Sesshomaru-san ha chiuso bruscamente il libro che stava leggendo e che mi stava fulminando con lo sguardo. Con quello sguardo d’ambra.
“Ses…Sesshomaru-sama…?”
“E’ per questo che hai fatto tardi?” , mi chiede con tono freddo e austero.
Un… Un momento! E’ arrabbiato? Ma… perché? Non mi sembra di aver fatto qualcosa di male, no? Sì, okay, sono arrivata tardi, ma a lui che importa?
“Beh… Diciamo di sì, però…”
“Quindi per tutto questo tempo sei stata con quel verme di ningen?”
“Sesshomaru-sama, non… non è così! E poi per favore non rivolgetevi a lui a quel modo!”
Lui, però, acciglia lo sguardo e mi guarda ancora peggio.
“Io… Io non sono stata con lui. Semplicemente non ho potuto. Se n’è andato… Se n’è andato perché io… Io ero a dir poco shockata dalla rivelazione che mi ha fatto…”
Il suo sguardo di ghiaccio non cessa di fissarmi costantemente, senza accennare a diminuire d’intensità e per questo motivo distolgo lo sguardo da lui, concentrandolo sulla gonna della mia divisa scolastica e le mie ginocchia. “Ed anche se fosse rimasto, non sarebbe cambiato nulla, anzi, sarebbe andata anche peggio, perché io… Io non l’ho trattato per niente bene. Prima di entrare in quella specie di stato di shock, gli ho detto cose orribili e lui… lui sicuramente ne è rimasto ferito. E la cosa peggiore è che non so perché ne sono rimasta talmente scossa”
Lui continua a scrutarmi, ma il suo sguardo è cambiato: è meno severo di prima e meno irato, ma sempre rigido e freddo, più del solito…
“Il problema è che… mi sento confusa. Fino ad ora mi è piaciuta un’altra persona, senza alcun dubbio. I miei sentimenti erano chiari e non presentavano incertezze. Ma adesso… Non so che fare”
“Quindi hai qualcuno che ti piace…” , si limita a constatare, non distogliendo lo sguardo da me neanche per un secondo.
Io, allora, alla sua affermazione, mi volto verso di lui. “Sesshomaru-sama…?”
“Ti basta così poco per vacillare? Solo perché quel ragazzino sfacciato ti si è dichiarato? Sei più volubile di quel che pensassi”
Volubile, io? Perché afferma questo? Non è così! Non è che i miei sentimenti siano cambiati! Io… Io continuo a provare sentimenti per voi, Sesshomaru-san! Ma… è che sono confusa…
“Non… Non è così” , rispondo, spavalda, senza però guardarlo negli occhi. “E’ che semplicemente non voglio ferirlo ancora più di quanto non abbia già fatto. Ma non ferirlo, sarebbe praticamente impossibile, se lo rifiutassi…”
“Oh… Quindi ti metterai con lui per non farlo soffrire? Accetterai i suoi sentimenti non ricambiati solo per non farlo star ulteriormente male? Lo accontenterai come si accontenta un bambino, dandogli una caramella?”
“La… La cosa è totalmente diversa, Sesshomaru-sama! Non prendetela alla leggera! Io non posso mettermi controvoglia con lui. Non farei altro che prenderlo in giro! E questo… Kohaku-kun proprio non se lo merita” , affermo con una punta di malinconia nella voce.
Onestamente non so cosa stia facendo Sesshomaru-san, perché ho il capo così chino da poter diventare un tutt’uno col pavimento, ma sento ancora il gelo attraversarmi la schiena. E’ la stessa sensazione che provo quando mi guarda con aria fredda e austera. E’ tornato ad essere arrabbiato e non apre bocca.
Brutto segno.
Quindi decido che a parlare sarò io: “Insomma, sì… Voglio dire… Anche se voglio molto bene a Kohaku-kun, non posso ignorare i miei sentimenti” , sussurro con un filo di voce, arrossendo leggermente. “Anche se sto bene con Kohaku-kun, non riesco ad immaginarmi tanto felice quando invece sono accanto alla persona che mi piace, quando parlo con lui e quando anche solo s’incontrano i nostri sguardi. Mi sento felicissima anche solo standogli vicina, quindi…”
Non faccio in tempo a finire la mia spiegazione, che lo sento immediatamente alzarsi dal divano, con il libro in mano, e dirigersi lentamente verso le scale.
Ma… Ma come?!? Io gli stavo parlando dei miei sentimenti per lui e che fa?! Se ne va?! Cioè… Non sa che sono rivolta a lui, però…
“Sesshomaru-sama?” , lo chiamo, con un tono di voce un po’ deluso.
“Fa un po’ come ti pare. La tua vita sentimentale non mi riguarda” . La sua voce atona mi rimbomba nelle orecchie e mi lascia totalmente di stucco.
Eccome se ti riguarda!! Sto parlando proprio di te, baka!!! Okay che non lo sai, ma… cerca di essere un po’ più sensibile, no?
“Ma… Sesshomaru-sama… Aspettate un second…”
“E, ad ogni modo, non m’importa di cosa si tratti, né di chi tu sia in compagnia. Che tu stia con quel Kohaku, o con quello che ti piace… Non osare fare tardi nuovamente come stanotte. Se fossi tornata anche solo una mezz’ora più tardi, avresti trovato le tue insulse valigie fuori dalla porta” , si limita a rispondere secco e freddamente, con tono quasi adirato, mentre si ferma sulle scale
“Eh?!” .
“Azzardati a tardare così tanto un’altra volta e ti assicuro che ti sbatterò fuori di casa” , ripete, per poi riprendere a salire le scale.
Cooooosa?! Fuori di casa? Non crede di star esagerando? E poi… perché diamine è così arrabbiato? Non è lui che non se ne frega niente di nessuno? Perché adesso si mette a fare il padre geloso tutto di colpo che vuole la figlia a casa entro mezzanotte?!

Eh? Il padre geloso? Possibile che… Sesshomaru-san fosse realmente preoccupato per me?!
Non posso crederci… sembra talmente impossibile! Eppure,a  pensarci bene, per quale altro motivo avrebbe potuto avere per aspettarmi alzato e farmi quella paternale minacciosa?
“Rin” , mi sento chiamare e, lasciando le mie fantasie, mi ritrovo nuovamente Sesshomaru-san di fronte che, guardandomi costantemente, tende la mano verso di me.
Io lo guardo con aria confusa, mentre lui, sempre non distogliendo lo sguardo dal mio, prosegue: “Avanti, dammi le chiavi”
Eh?!
“No, Sesshomaru-sama, aspettate! Vi giuro che non succederà più! Sarò a casa sempre alle otto di sera, a parte il sabato! E anche il sabato rincaserò massimo per le undici! Ve lo giuro, ve lo giuro! Quindi… non mi cacciate di casa!”
“Per me puoi rimanere fuori casa anche per mesi. L’importante è che le chiavi siano tutte in mio possesso” , m’interrompe con tono indifferente e palesemente disinteressato. “Se fosse successo qualcosa alle chiavi, avrei dovuto far cambiare le serrature delle porte di tutta la casa. Non posso permettermi una scocciatura del genere solo perché non sai gestire le tue relazioni inter-personali”.
… …
Coooooooooooooooosa?!? No, aspetta un minuto… Vuol dire che non era preoccupato per me, ma… per le chiavi?!?
E’… E’ assurdo! La sua insensibilità sta toccando davvero il fondo! Anzi, lo ha sfondato e sta cadendo verso l’oblio!
Non è possibile! Beh, Santa Luminosa, è anche vero che stiamo parlando di Sesshomaru-san, ma… pensavo che dopo la mia malattia ci fossimo avvicinati un po’ di più.
Dal canto mio, mi alzo in piedi e scuoto la testa con vigore. “No, Sesshomaru-sama. Vi prometto che d’ora in poi starò attenta e non tarderò. Ho bisogno del doppione del mazzo di chiavi, non potete togliermelo”
“Se continui a gestirti così male, non mi lasci altra scelta”
“Vi sto dicendo che non succederà più! Per favore, datemi una seconda possibilità! Questa volta… è successo perché ero confusa e perché non sapevo che fare, ma… d’ora in poi vedrò di fare più attenzione”
Lui continua a fissarmi con la mano tesa verso di me per un po’, finché poco dopo non la ritira, mi da le spalle e comincia a dirigersi nuovamente verso le scale. “Non avrai una seconda opportunità. Tienilo bene a mente”
Sospiro.
Capisco che la sicurezza della casa per lui sia più importante di me, ma non crede di star esagerando? Ne ha fatto un problema di Stato!
‘Non avrai seconde opportunità’… Tsk! Neanche stesse parlando di lavoro! Forse prende sul serio un po’ troppo le cose quotidiane…
Mi trovo a pensare queste cose mentre lo seguo, per le scale, per raggiungere anch’io la mia stanza. Resto dietro di lui, per fargli capire che sono mortificata e che il rimprovero ha avuto l’effetto che desiderava: intimorirmi e farmi sentire ancora peggio di come sto già di mio.
Anche se questo mi ha dato modo di non pensare a Kohaku-kun per un po’, di certo non mi ha fatto un buon effetto!
E, a proposito di Kohaku-kun, non so proprio come comportarmi… Non ne ho idea e non ho risolto un bel niente, pur avendone parlato sia con Andou-san che con Sesshomaru-san. Be’, non che sperassi di risolvere qualcosa con Sesshomaru-san. Anzi, mi ha soltanto fatto capire che se gli dichiarassi i miei sentimenti, non mi guarderebbe nemmeno in faccia…
Com’è dura la vita! Certe volte mi trovo a ripensare alla frase: “Perché proprio di lui? Perché ti sei innamorata proprio di lui?” , che ha pronunciato Kohaku-kun e ad appoggiarla.
Già… Perché proprio di lui… che non apprezza i miei sentimenti, né mai li accetterebbe? E perché invece, non mi sono innamorata di uno come Kohaku-kun, che mi ritiene un gioiello, una perla rara? Sarebbe stato tutto più semplice…
Perché innamorarmi di uno così…?
“Sappi che se incontri qualche pericolo non verrò a soccorrerti”
“Eh?”
Riesco a rispondere solo in quel modo ebete all’affermazione di Sesshomaru-san, non appena abbiamo raggiunto il piano superiore.
“Se facessi tardi nuovamente, anche se incontrassi pericoli per la strada, non verrei a soccorrerti. Dovresti sapere che restare fino a tardi in giro, è pericoloso per un’umana insulsa quale sei tu” , conclude con tono freddo, per poi lanciarmi uno sguardo severo, voltarsi e dirigersi verso la sua camera.
Rimango a fissarlo per un po’, di spalle, mentre si allontana pian piano da me. Sorrido, trattenendo un risolino.
Ecco perché. Grazie, Kami-sama, per avermi risposto.
Ecco perché mi sono innamorata di lui: perché pur non volendolo dimostrare superficialmente, dentro di lui, il cuore di Sesshomaru-san sta incominciando a battere come quello di un vero essere umano e non più come quello di un freddo youkai distaccato da tutto e tutti.
Perché ha bisogno di me. Forse lui non lo ammetterà mai, ma… ha davvero bisogno di me ed io di lui. Per diversi motivi, questo è logico. Non posso imporgli i miei sentimenti, ma non può neanche pretendere che li soffochi del tutto. Però, posso stargli vicina ed essere sicura che, se il suo cuore si scioglierà, sarà anche un po’ per merito mio.
Mi piacerebbe. Mi piacerebbe davvero tanto.
“Buonanotte, Toka-chan” , sussurro, baciando il folto pelo del mio coniglietto che dorme nel letto con me. “E buonanotte, Sesshomaru-san”.
Mi spiace, Kohaku-kun… Ma… ho trovato la mia ragione…
Ho trovato la ragione per non volere nessun altro, a parte lui.

Il giorno seguente esco di casa dopo Sesshomaru-san e neanche tanto in ritardo.
Ad aspettarmi, fuori del cancello, c’è la solita Shiori-chan, sorridente.
Appena la vedo, non trattengo un sussulto e il mio volto si tinge della tristezza che la notte prima, quando ero nel mio letto, prima di addormentarmi, mi aveva momentaneamente abbandonato.
“Eh? Che c’è, Rin-Rin? Hai qualche problema? Ti è tornata la febbre? Una ricaduta?” , mi chiede con aria preoccupata, Shiori-chan, mentre c’incamminiamo verso scuola.
Io la guardo, scuoto la testa e le sorrido. “No, no, niente del genere. Sto bene”
“Non fai il solito macello, come al solito e sei troppo calma. Hai fatto anche una faccia strana quando mi hai visto. Si può sapere che hai?”
“Niente ti sto dicendo! Non ho niente che non vada!”
“Bugiarda! Stai mentendo! Lo capisco quando la mia migliore amica mi prende per i fondelli!”
“Se ti dico che non è niente… non è niente!” , esclamo io, alzando un po’ troppo la voce. E’ stata un’uscita un po’ fuori luogo, lo ammetto.
“Ehi… Calmati, Rin-Rin. Sono solo preoccupata per te. Non c’è motivo di prendersela così tanto” , ribatte Shiori-chan con aria visibilmente offesa.
Io la guardo con aria dispiaciuta e poi abbasso il capo, silenziosamente, per non guardarla negli occhi.
Mi dispiace di starla trattando male, ma… cosa posso farci? Ogni volta che incrocio lo sguardo di Shiori-chan mi viene in mente Kohaku-kun e il discorso che abbiamo fatto ieri.
Non posso ancora credere che tra loro due non ci sia niente. Non posso davvero crederlo! Sembravano… così intimi!
E poi… possibile che Kohaku-kun non le abbia detto niente? Di solito, a detta sua, non parlano di questo? O forse Shiori-chan sta facendo solo finta di non saperlo per non aggravare la situazione?
Non so che pensare. Davvero non lo so. E sicuramente se non dico qualcosa che spieghi il mio strano comportamento, Shiori-chan non mi perdonerà per quello che ho fatto poco fa e per come mi sono rivolta a lei.
Già il suo attuale silenzio e la sua espressione rigida e irata, mi fa intuire che non l’ha presa molto bene. Be’, suppongo non la prenderei bene neanche io se mi preoccupassi per la mia migliore amica e lei mi rispondesse male.
“Kohaku-kun… ieri pomeriggio…mi si è dichiarato” , affermo, senza mezzi termini, andando direttamente al sodo, guardandola.
Lei, allora, spalanca gli occhi e subito si volta verso di me, con un’espressione shockata sul volto. “Che… Che hai detto?”
“Che Kohaku-kun mi si è dichiarato. Proprio ieri. E mi ha anche detto che voi due non state insieme… E’ vero?”
Shiori-chan ha un’espressione letteralmente sorpresa e meravigliata, forse un po’ scossa. Anche troppo, tanto da farmi sospettare qualcosa.
“Quindi… ti si è dichiarato… e non mi ha detto niente?”
“Shiori-chan… potresti rispondermi per favore?”
“Perché? Perché non me l’ha detto?” , continua a ripetersi tra sé e sé, ignorandomi ancora.
“Shiori-chan! Rispondimi!”
“Sì!!” , esclama lei, voltandosi con aria contrariata, verso di me. “E’ vero! Non stiamo insieme e non lo siamo mai stati! Contenta adesso?”
Ma… perché quella risposta così rude?”
“Per… Perché sei arrabbiata?”
“Non sono arrabbiata!”
“Sì che lo sei!”
“D’accordo! Lo sono!” , risponde lei con aria visibilmente adirata. Ma non riesco proprio a capire la ragione della sua rabbia. “Sono arrabbiata perché ho due amici che, nonostante fosse successa una cosa così importante, non mi hanno detto niente! E… soprattutto Kohaku! Ero certa che… prima di dirtelo me ne avrebbe parlato… E invece ha fatto tutto di testa sua, senza dirmi niente!”
“Shiori-chan…”
“Lo odio! Lo odio davvero tanto!” , continuò ad esclamare, alzando il passo e correndo verso la scuola.
Io tento di raggiungerla, di seguirla, di mantenere il suo passo, ma niente: è troppo veloce.
“Shiori-chan…”
Non capisco… Io non ci sto capendo più niente!!!
Perché si è arrabbiata così tanto? Capisco che possa essere dispiaciuta perché non gliene abbiamo parlato, ma… perché arrivare ad odiarlo? Per lei è tanto importante sapere che si doveva dichiarare a me, prima che lo facesse? Infondo lei non c’entra niente! La vita è di Kohaku-kun, perché dovrebbe intromettersi lei, così di soppiatto?

Oh no…
Possibile che sia…?

  
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