Il
Mai Nato
- Capitolo 1: L’Incanto Fidelius infranto -
Era una notte buia e tempestosa. Il paesaggio era
immerso nel silenzio, tranne che per il continuo sferzare del vento sugli
alberi. All’improvviso, dal nulla apparve una figura. La figura di un uomo. Era
giovane, aveva appena ventuno anni, capelli neri e unticci che gli si aprivano
sul viso come due tendine e un naso adunco. Severus Piton percorse un breve tratto di strada, fino a ritrovarsi
davanti a un’inferriata di una grande villa. Sfoderò da sotto la veste una
bacchetta di legno e la picchiettò una volta sul cancello. Il cancello vibrò,
poi annunciò:
«Dichiarate il vostro intento!»
Piton rispose tranquillamente: «Sono qui per la
riunione con il Signore Oscuro»
Il cancello si aprì. Piton si avviò a passo
tranquillo verso l’imponente villa di Lucius Malfoy, che veniva usata anche come Quartier Generale.
Arrivato davanti alla soglia, bussò la porta. Poco dopo gli venne ad aprire Narcissa Malfoy.
«Ciao Severus» lo salutò.
«Ciao Narcissa» rispose Piton,
che entrò. Si recò subito nel salone, e vide alcuni Mangiamorte
già seduti, altri che dovevano ancora arrivare, e Lord Voldemort
seduto a capotavola, che accarezzava il suo enorme serpente Nagini.
«Benvenuto Severus» lo accolse Voldemort,
con la sua solita voce fredda e acuta. «Prego, siediti»
Piton obbedì. Al momento c’erano solo i Malfoy, seduti composti, i Lestrange,
Codaliscia, che tremava tutto, Dolohov
e Rookwood. Attesero un po’, poi uno dopo l’altro
arrivarono tutti. Quindi Voldemort si alzò e cominciò
a parlare:
«Miei fedeli Mangiamorte, vi ho convocato qui per una
precisa ragione»
I presenti si fecero attenti.
«Il nostro vile Codaliscia, qui presente, si è appena
unito a noi». Voldemort lo indicò, e quello sprofondò
nella sedia. Alcuni Mangiamorte ghignarono. «All’inizio
non sapevo se fidarmi, ma poi mi ha dato alcune notizie che mi hanno convinto
della sua fedeltà»
Voldemort fece una pausa.
«Ora, è giusto che tutti voi sappiate che il mio potere sta per svanire»
I Mangiamorte si irrigidirono e si guardarono attorno
spaesati. Bellatrix era giù sull’orlo di una crisi di
pianto, quando Voldemort continuò: «Sì, il mio potere
sta per svanire a meno che…»
Sospiro di sollievo generale. «…io non distrugga
questa minaccia prima che posso costituire un pericolo per me. La minaccia in
questione è la famiglia Potter»
I presenti trasalirono, Piton più di tutti, ma subito
dopo si ricomposero.
«Infatti, qualche giorno fa sono venuto a conoscenza del fatto che un bambino,
che sarebbe nato alla fine del settimo mese e da genitori che avevano già osato
sfidarmi in passato, sarebbe stata la mia rovina»
Piton deglutì. Era stato lui a passargli quella
notizia. Ma la profezia che aveva udito alla Testa di Porco da Sibilla Cooman non parlava dei Potter.
«Dopo una lunga e attenta riflessione, sono giunto alla conclusione che il
bambino in questione è il figlio di James e Lily Potter»
Piton stava per farsi prendere dal panico, quando si
tranquillizzò: Voldemort non poteva sapere si
trovasse la casa dei Potter, poiché protetta da un Incanto Fidelius.
Ma, aspetta un momento…,
un dubbio atroce gli si insinuò nella mente. Voldemort
confermò con le sue parole: «Ed è qui che entra in gioco Codaliscia.
Fino a ieri, la casa dei Potter era protetta da un Incanto Fidelius.
Ma ora non più, dopo che Codaliscia mi ha rivelato il
luogo, rendendomi a mia volta un Custode Segreto»
Piton boccheggiò. Era finita, Voldemort
avrebbe ucciso la donna che amava, e lui non poteva fare nulla per impedirlo.
Si fece prendere dal panico, e cominciò a sudare. Ma, prima che qualcuno se ne
accorgesse, controllò le proprie emozioni. Se se ne fossero accorti…
«Perciò» proseguì Voldemort, «volevo solo avvisarvi
che non dovete temere per la vita del vostro padrone. Mi occuperò della
faccenda stasera stessa. La riunione è terminata»
I Mangiamorte furono un po’ sorpresi dall’improvviso
congedo, ma si affrettarono a lasciare la casa. Solo Piton
si attardò: aveva deciso di chiedere a Voldemort di
risparmiarla, anche se ciò lo avrebbe portato alla morte.
«Mio Signore» esordì Piton, rivolto a Voldemort.
«Puoi andare, Severus» lo congedò di nuovo Voldemort
«Mio Signore, io devo chiedervi un favore» insistette Piton.
Ecco. Il salto nel baratro era stato compiuto. Voldemort
lo fissò con i suoi occhi rossi.
«Un favore, Severus?» ripetè
Voldemort. «Tu osi chiedere un favore a Lord Voldemort?»
«Sì, Signore. Anche se ciò potrebbe uccidermi» rispose Piton.
Voldemort lo fissò a lungo, poi disse: «Tu possiedi
molto coraggio, Severus, una qualità che Lord Voldemort apprezza. Ora dimmi ciò che hai da dire»
Piton deglutì. Che
culo, pensò, poi disse: «Mio signore, volevo chiedervi di risparmiare Lily
Potter. Uccidere il marito e il figlio, ma risparmiare lei»
Voldemort inclinò la testa da un lato, e domandò: «Perché
mi chiedi questo, Severus?»
Piton non rispose. Voldemort
non credeva nell’amore, non poteva rivelargli i propri sentimenti.
«Parla, Severus» ordinò Voldemort.
E Piton parlò, senza volerlo: «Perché sono innamorato
di lei»
Voldemort rise, una risata senza gioia. «Dunque è
così!»
Riflettè a lungo. Piton
sperava con tutto il cuore che acconsentisse. Poi Voldemort
lentamente annunciò il verdetto: «Se non creerà problemi la risparmierò. Ora
puoi andare, Severus»
«M-mio Signore» lo salutò Piton,
poi uscì, sperando con tutto il cuore che Lily non infastidisse Voldemort.
Voldemort
riapparve a Godric’s Hollow.
Era ancora disgustato da ciò che Piton gli aveva
detto. Ma d’altronde non capivano che l’amore era una cosa per deboli, non era
un’arma, non salvava la vita. Osservò il villaggio. C’erano molte delle
patetiche imitazioni dei Babbani di un mondo al quale
non credevano. Si incamminò verso la casa dei Potter, e per strada incrociò un
bambino, che gli disse: «Bel costume, signore!»
Voldemort si girò a guardarlo, e non appena il
bambino lo vide si spaventò e scappò via. Voldemort
fece per sfoderare la bacchetta, ma decise di lasciar perdere: aveva un altro
compito da svolgere. Continuò a camminare, finchè non
la vide, gioioso: la casa dei Potter, con l’Incanto Fidelius
infranto. Guardò la finestra e vide le luci accese. Si incamminò verso la
soglia. La porta era chiusa a chiave, ma per lui non era un problema. Puntò la
bacchetta e aprì la porta. Ma, non appena entrò, sentì una voce femminile
esclamare dal piano di sopra:
«James! Sono pronta, prendimi!»
Prima che Voldemort potesse fare altro, alla sua
destra si aprì una porta e ne uscì un uomo, che riconobbe come James Potter, ma
indossava un orrido abito sadomaso, tanto che perfino lui si schifò. James, non
appena lo vide, prese a bestemmiare, poi urlò: «Lily è Voldemort!
Presto, togliti le manette, scappa! Io lo intrattengo!»
Voldemort si riscosse e rise. Come poteva sperare di
intrattenere lui, Lord Voldemort, se non aveva
nemmeno un’arma? Che stupidi che erano stati, a riporre la loro fiducia negli ami…
POW
Voldemort ricevette un cazzotto in piena faccia.
Cadde a terra, poi sentì due mani che lo giravano e presero a strozzarlo. James
Potter lo stava strozzando. E lui, il mago più potente di tutti i tempi, si
faceva uccidere così? Voldemort lo allontanò con uno
sprazzo di magia, tossì, raccolse la bacchetta e la puntò contro James, che si
immobilizzò. Voldemort ebbe un altro attacco di
tosse, poi sorrise e disse: «Avada Kedavra»
Ci fu il consueto lampo di luce verde e James Potter cadde a terra come una
marionetta. Voldemort salì le scale, bramoso di
gloria. L’unica minaccia al suo potere stava per essere neutralizzata. Entrò nella
camera da letto dei Potter, e non fece caso a Lily Potter, con un completino
sexy e ammanettata sul letto, tanto era concentrato. Perquisì la stanza, ma non
c’era nessuno. Solo allora si girò verso Lily e gli disse in tono minaccioso:
«Dov’è?»
«L’hai ucciso…l’hai ucciso…»
singhiozzò Lily.
«Non tuo marito, cogliona» sbottò Voldemort. «Dov’è
tuo figlio?»
«F-figlio?» pianse Lily. «Noi non abbiamo un figlio»
Voldemort fu sorpreso. Non era vero, non poteva
essere vero
«Stai mentendo!» urlò, poi gli lesse nel pensiero per accertarsene, ma le
parole di Lily erano vere: i Potter non avevano un figlio. Lì per lì si
incazzò, ma poi riflettè meglio: la profezia era
falsa. Non si era avverata. O forse si trattava di un altro bambino. Ma chi
poteva essere? Rimase a lungo a riflettere. Poi gli tornarono in mente le
parole di Bellatrix: “E’ un vero peccato che non
abbia potuto torturare anche il piccolo Paciock,
sarebbe stato un vero piacere”. Sicchè i Paciock avevano un figlio. Voldemort
uscì di corsa dalla casa, lasciando Lily disperata sul letto, e si
Smaterializzò.
Ricomparve subito dopo davanti alla casa di Agnes Paciock, madre di Frank. Dormivano già tutti. Voldemort entrò, ispezionò la casa, e trovò il figlio dei Paciock che dormiva. Alzò la bacchetta, la puntò su di lui,
sorrise e disse: «Avada Kedavra»
Il lampo di luce verde pose fine alla vita dell’unico che avrebbe potuto
costituire una minaccia per Lord Voldemort.
Ciao
a tutti ragazzi/e, ecco qui il primo capitolo del Mai Nato! Questa è la seconda
versione, quella fatta seriamente, e spero che vi piaccia. E ora? Neville è
morto, e Harry non è mai nato. Cosa succederà ora che Voldemort
ha campo libero? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! L’appuntamento è per domenica
prossima, ciao a tutti!