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Autore: Betti    12/12/2010    10 recensioni
Positivo. Questa volta non è una parola d'ordine o una risposta ad una delle domande di Gibbs durante una missione. E' un risultato.Il risultato del mio test di gravidanza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio

Ghiaccio

 

- DiNozzo…- Gibbs mi chiama in ascensore con un cenno del capo.
- Arrivo Capo. – Entro con lui in ascensore e appena partiti Gibbs lo ferma con la solita, dannatissima levetta:- Devo preoccuparmi? –
- Ci hanno chiamato per un caso… Rilassati, ma è coinvolto uno dei nostri agenti…Spero non sia nulla di grave. –
Un lampo a ciel sereno. Ziva non è ancora arrivata e sono passate più di tre ore. Per di più  ha il cellulare spento. Lei non lo tiene mai spento se non è con me. non da tre mesi a questa parte.
Sto sperando con tutto me stesso che non sia successo quello che presumo:
- E’ coinvolta Ziva? – La voce non riesce a reggere sull’ultima parola e il fiato mi si mozza, facendo incrinare la voce.
- Mi dispiace, Tony. Mi sembrava giusto che lo sapessi prima degli altri. Stanno portando Ziva in ospedale, quello più vicino a casa vostra, non so le sue condizioni  ma voglio che tu vada immediatamente da lei.–
- Allora che ci facciamo ancora in questo dannato ascensore?!? – Non avevo mai alzato la voce con Gibbs.
Il Capo fa ripartire subito la scatola metallica e, uscendo, McGee cerca di capire che ho anche se non lo guardo neanche perché troppo impegnato a prendere le mie cose e scappare via verso l’ospedale.
Scelgo le scale per fare più in fretta e una volta arrivato in garage, corro verso l’auto e parto sgommando a tutta velocità.
Azzardo qualche sorpasso di troppo e me ne frego dei limiti di velocità anche se la colonna dell’ora di punta non mi aiuta di certo. Ho davanti agli occhi solo un immagine.
Lei.
Le lacrime iniziano a scendere incontenibili. Lei che avrei dovuto sposare tra non molto. Lei che mi sorride con quei suoi occhi profondi che mi hanno fatto impazzire dalla prima volta in cui ci ho guardato dentro. Lei che ho odiato così tanto per delle piccolezze e lei che ora amo così tanto. Lei che non può andarsene perché non riuscirei a vivere senza di lei.
Il parcheggio dell’ospedale è un po’ affollato ma con una buona dose di fortuna, se tutta questa situazione si può definire fortunata, riesco a trovare parcheggio non troppo distante dall’entrata.
Chiudo l’auto con la chiusura centralizzata e mi fiondo al centralino. Dietro all’enorme bancone c’è una ragazza davvero carina ma metto da parte sempre la solita maschera di latin lover e gli chiedo con urgenza:- La signorina Ziva David… Dovrebbe essere arrivata da poco qui. –
- Lei è? - La minuta biondina mi sorride ma non ricambio, devo solo concentrarmi su Ziva. È la mia unica preoccupazione, per ora.
- Anthony DiNozzo il suo compagno. – Mi passo una mano tra i capelli pregandola silenziosamente di muoversi.
- Mi dispiace non posso farla entrare. Solo parenti stretti. Fratelli, sorelle o genitori. Deve avere un documento. Oppure può tornare nell’orario di visita: dalle otto alle nove e mezzo, la sera. -
- Non me ne frega un cazzo se serve un documento o meno! Probabilmente la persona più importante della mia vita è in una di queste stanze e non so che cosa le stia succedendo! E per di più è incinta! Voglio vederla… ORA!-
Batto un pugno sul bancone e la signorina ha un sussulto per le mie lamentele, quando poi si arrende e dicendomi:- Stanza 43, secondo piano.– mi lascia passare.
Ho il fiatone quando arrivo alla stanza e la vedo dal vetro: è stesa sul letto, indossa una delle camicie da notte che forniscono in dotazione gli ospedali ma è lo stesso bellissima, sembra tranquilla con gli occhi chiusi. Noto un ematoma sul braccio sinistro e una fascia sopra il sopracciglio, dalla stessa parte poi il polso destro ingessato. Non sembra abbia niente di grave così faccio per entrare, quando una voce profonda e maschile mi ferma:
- Scusi Lei è? –
- Agente speciale Anthony DiNozzo, NCIS. Il fidanzato. –
- Allora posso dare la notizia a lei…- il medico in camice bianco mi osserva con un’ombra negli occhi, poi abbassa lo sguardo fissandosi intensamente le ciabatte di gomma consumate.
- E’ una brutta notizia? Devo preoccuparmi? -
- Vede…- inizia con fare esitante:- Credo lei sapesse che la signorina aspettava un bambino..-
- Sì perché? – Lo guardo spaventato, mi immagino la risposta e quello sguardo è più limpido di un lago.
- Ecco… ha avuto un aborto spontaneo a causa dell’impatto. Mi dispiace.- Detto questo mi tocca il braccio, come per incoraggiarmi e se ne va in silenzio.
Mio figlio. Nostro figlio. Non ce l’ha fatta. Ora come farò a dirlo a Ziva? Come reagirà lei? Che cosa succederà adesso?
Mi sembra di essere al punto di una storia, ma non so se ne andremo a capo. Certo, io la amo anche se non glielo ho mai detto però… è palese. E se per lei non fosse così? Alla fine siamo stati catapultati in questa storia solo per quel… fatto. Quel fatto che ci ha fatto capire che dovevamo stare insieme, quel fatto che ora se ne è andato… Per sempre.
È strano di come il destino giochi von noi; sì, perché alla fine siamo solo delle pedine. Delle pedine con emozioni e sentimenti ma a cui non gliene frega un cazzo a nessuno di che cosa proviamo. Arriviamo a vivere per qualcun altro, a prosciugarci e logorarci l’anima per niente. Alla fine moriremo, è questo il nostro unico destino.
Respiro profondamente per cercare di mantenere la calma, è di questo che Ziva ha bisogno ora. Appoggio la mano sulla maniglia della porta e l’abbasso con una lentezza che non mi sembra mi appartenga. La vedo. La vedo non attraverso il vetro, la vedo lì a pochi metri da me. Sembra così indifesa. Sembra abbia bisogno di me.
L’istinto sarebbe quello di correre da lei se abbracciarla ma mi avvicino piano, i miei passi che si sentono appena.
Affianco al letto c’è una sedia di plastica pieghevole e mi ci siedo sopra poi le prendo la mano ed inizio a disegnare dei piccoli cerchi immaginari sul suo dorso. Poi un bisbiglio mi fa sussultare:- Hey..-
È Ziva, ha aperto gli occhi. Il suo sorriso mi fa tirare un respiro di sollievo e le rispondo sorridendo anch’io:- Hey. Come stai? – Stringo un po’ la presa sulla mano per farle sentire che ci sono, ci sono più di chiunque altro e lei lo sa.
- Un po’ ammaccata ma va tutto bene. –
Tutto bene. Sì, magari andasse tutto bene. A quelle parole non riesco a rispondere con un sorriso e distolgo lo sguardo.
- Tony, succede qualcosa? –
- No, no. Tutto okay. Mi sei mancata sai? – Non riesco a guardarla ancora in faccia.
- Tony, so che c’è qualcosa che non va. Ti conosco troppo bene. –
Stupido. Come ho potuto dimenticare che non posso mentire a Ziva?
- Okay. – Respiro profondamente mentre penso disperatamente alle parole da dirle:- Ecco… Durante l’incidente nostro figlio non ce l’ha fatta. I medici hanno detto che ti riprenderai presto e mi dispiace tantissimo. Ma sappi che ci sarò sempre… lo sai che ti amo. –
Mi alzo per abbracciarla ma non ricambia. Quando la lascio mi guarda con degli occhi che ho già visto, quegli occhi freddi e vuoti. In Somalia, ecco dove li ho visti.
Sembra che non ci sia niente dentro di lei. O meglio, solo uno strato di ghiaccio che congela la sua vera personalità.
- Anch’io ci sono rimasto molto male… Ma lo affronteremo insieme. -
Non ricevo nessuna risposta, sembra se ne sia momentaneamente andata chissà dove. Poi mi chiede, in un sussurro poco percettibile:- Tra quanto potrò andarmene a casa? –
- Non lo so. Dipende tutto dai medici. Vado a vedere se è arrivato qualcuno. Non ti preoccupare, lo dico io agli altri. –
Mi allontano dal suo letto, gli occhi di ghiaccio non l’hanno abbandonata, e faccio per uscire.
- Tony? –
Mi volto di scatto, il suo sorriso mi manca già:- Dimmi, piccola ninja.-
- Salutami gli altri quando li vedi. –
Sorrido uscendo.
Mi sembra irreale il fatto che Ziva non abbia pianto ad una notizia così orribile. Lei e il suo modo di mostrarsi forte… Se sapessi come sciogliere quel ghiaccio che si è formato così improvvisamente in lei.
 Gibbs, affiancato da Ducky, Abby e McGee è appena fuori dalla stanza e mi guarda apprensivo. Abby si avvicina velocemente per abbracciarmi e McGee mi poggia una mano sul braccio. Gibbs, prendendo un sorso di caffè, mi chiede indicando la porta della stanza:- Come sta? –
- Ha perso il bambino, Capo. Appena ricevuta la notizia i suoi occhi sono diventati come freddi. Non so che cosa devo fare…- Mi siedo su una delle sedie nel corridoio e mi prendo la testa tra le mani. Solo ora mi accorgo che mi sembra scoppi. Questa è una delle tipiche giornate in cui vorresti cancellare tutto, in cui dici “Se tornassi indietro…”. Ma non posso tornare indietro, non possiamo. Io e Ziva dobbiamo andare avanti insieme come abbiamo sempre fatto, anche sul posto di lavoro.
- Abbi pazienza Tony. E se avrai bisogno noi ci saremo per qualsiasi cosa. – Abby si siede vicino a me e appoggia la testa contro la mia spalla, le sue codine nere che mi fanno un po’ di solletico sulla nuca.
- Noi andiamo, DiNozzo. Stateci bene e fateci sapere. Ti do la settimana libera, non venire in ufficio. Salutaci Ziva. –
- Anche lei vi saluta, Capo. –
Li guardo allontanarsi tutti insieme, con Abby che ogni tanto si gira con il viso triste. Appena vedo che scompaiono dalla mia vista mi avvicino ad un piccolo armadietto con dei fascicoli al suo interno a gli tiro un pugno, cacciando un urlo. Poi le lacrime scendono come un fiume in piena, più di prima, quando stavo guidando verso questo dannatissimo posto. Gli occhi mi bruciano e il mal di testa  non accenna a fermarsi. Non so che cosa pensare, che cosa devo fare, come comportarmi con Ziva… Non so niente, ma dietro quegli occhi di ghiaccio so che c’è moltissimo e se anche ci volesse una vita per farli tornare gli occhi che ho sempre amato, io non mollerò mai.

 

Continua…

 

Angolino: Non so come sia venuto, secondo me ho scritto parole migliori. Accetto le critiche e questo capitolo probabilmente cambierà in corso d’opera per renderlo il migliore possibile. Un bacio a tutti.

BiEsSe.

P.S.: Scusate per l’attesa!... Forse è un po' OOC? Mi scuso anche perchè probabilmente ci metterò un po' a pubblicare un nuovo capitolo... Devo farlo spettacolare! Un bacio!

  
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