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Autore: AvevoSolo14Anni    14/12/2010    2 recensioni
[SOSPESA PER MANCANZA DI ISPIRAZIONE!]
Nicholas è un adolescente con una vita invidiabile: fama, ricchezza, un sacco di ragazze pronte a fare follie per lui. Nonostante questo, da mesi ormai è caduto in una brutta depressione. Perchè, ha realizzato lui stesso, non sono quelle le cose importanti nella vita: cosa se ne fa di una macchina fantastica, se ha il cuore a pezzi? Cosa se ne fa di ville lussuose, se si sente incompreso da tutti? Cosa se ne fa della richezza in generale, se si sente così povero dentro?
Ma la domanda fondamentale di Nick è un'altra: esiste qualcuno al modo capace di apprezzarlo, di amarlo, per chi è realmente, andando oltre ai suoi beni e alla sua esteriorità, considerando solo i suoi pregi e difetti interiori?
Lo volete scoprire? E allora che aspettate? Leggete! ;)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ For Who I Am ~
{ Capitolo 2 – Julia

 

 
  Come al solito, Julia si era alzata appena in tempo. Era corsa al piano di sotto, aveva fatto colazione velocemente, poi si era andata a preparare.
  Quel giorno avrebbe portato Nick di nuovo in giro, quindi il costume non serviva. Si mise una canottiera azzurra e dei pantaloni corti, neri e azzurri a quadri scozzesi.
  Uscì di corsa senza nemmeno salutare sua madre.
  Dieci minuti dopo entrò nel bar, un po’ trafelata dopo la corsa. Era in ritardo di altrettanti minuti.
  Nick era seduto al solito posto, con la sua solita Diet-Coca davanti. Si voltò e le sorrise appena entrò. Lei si accomodò vicino a lui.
  << Buongiorno >> la salutò.
  << Anche a te >> disse lei.
  Ordinò il succo all’ananas. Sarebbe diventata una routine? Realizzò che non le dispiaceva.
  << Oggi che si fa? >> le chiese dopo qualche sorsata della sua bibita.
  << Gita turistica: c’è un’altra spiaggia bellissima, da cui si vede un’isoletta. E poi è pieno di granchi, e a volte si vedono pure i delfini. >>
  << Interessante >> disse lui.
  Stavano bene anche in silenzio, non c’era imbarazzo. Si conoscevano da pochissimo, ma a nessuno dei due sembrava così.
  Si alzarono dopo pochi minuti. Julia, questa volta, aveva pronti i soldi contati in tasca e li estrasse a tempo di record. Nick era stato altrettanto veloce.
  Si scambiarono uno sguardo di sfida. Il cassiere non sapeva bene cosa fare, entrambi gli stavano avvicinando i soldi. Li guardò un attimo e poi afferrò quelli di Nick.
  << È l’uomo a dover offrire >> si giustificò il barista.
  Julia sbuffò e incrociò le braccia, guardando Nick di sbieco, mentre ghignava. << Mi vendicherò >> annunciò.
  Lui anzi che preoccuparsi come Julia aveva sperato, scoppiò a ridere. Lei uscì pestando i piedi per terra. Nick rise ancora di più.
  Continuò a ridere anche fuori, e Julia cercò di guardarlo davvero male per fargli capire quanto fosse nei guai. Però, per qualche secondo, si perse a vederlo ridere. Per qualche istante non riuscì a pensare a niente. Distolse lo sguardo: era carinissimo quando rideva. Aveva un sorriso magnifico, denti bianchi e perfetti come le celebrità. I suoi occhi erano scuri e profondi, tanto da potercisi perdere. Aveva il naso dritto, il viso ovale e labbra piene. I capelli erano castani, ricci, abbastanza corti e scompigliati. Però gli stavano benissimo. Il giorno prima lo aveva visto in costume, e aveva un fisico perfetto.
  << Vieni >> disse scocciata.
  << Sissignora >> rispose, continuando a ridacchiare.
  << Ti odio >> gli comunicò mentre iniziava a progettare la sua vendetta. Non gli veniva nessuna idea.
  << Ne dubito >> rispose tranquillo.
  Mentre lei continuava a tramare, arrivarono a casa sua. Lei entrò dal cancelletto, e lui rimase in piedi fuori, perplesso.
  Si voltò. << Che c’è? >>
  << Perché siamo qui? >> le chiese.
  << Per prendere le biciclette. La spiaggia non è vicinissima. Prenderei la macchina, ma mi sa che mia madre è uscita e l’ha presa lei, perché non c’è. >>
  << Hai due biciclette? >> continuò sempre perplesso.
  << Tu usi quella di mio padre >> dichiarò.
  << Sei sicura che posso? >>
  << Certo, lui non la usa quasi mai. >>
  Rimase a riflettere per un attimo, poi si arrese. << D’accordo. >>
  Le biciclette erano nella parte dietro la casa del giardino, sotto una tettoia. Julia diede quella di suo padre a Nick – le dimensioni erano giuste – e prese la sua.
  Iniziarono a pedalare verso la spiaggia che aveva in mente Julia; Nick la seguiva senza fare domande.
  Dopo mezz’ora di viaggio, Julia rallentò e poi si fermò vicino ad uno steccato. Scese e vi appoggiò la bicicletta, per poi metterci la catena. Nick fece lo stesso e Julia mise la catena anche alla sua.
  Poi lui si guardò intorno. La spiaggia era anche più bella di quella che c’era da casa sua, e si vedeva un’isoletta a poca distanza dalla costa.
  << Bello >> commentò.
  << Sì. Spero che riusciremo a vedere i delfini. >>
  << Speriamo. >>
  Scesero sulla spiaggia, iniziando a camminare. Julia stava ancora pensando alla sua vendetta: doveva metterla in atto il giorno stesso, ed era già mezzogiorno passato. Le rimanevano cinque o sei ore, e non aveva nessuna buona idea. Si arrese a una scemata qualsiasi.
  Nick le era davanti di qualche centimetro. Scattò e gli rubò il cappello, iniziando a correre.
  << Hey! >> protestò Nick, lanciandosi all’inseguimento.
  Julia continuò a correre. << Vendetta! >> urlò.
  Correre sulla spiaggia era faticoso, e lui era velocissimo. Quando la stava per raggiungere, lei lanciò il cappellino in acqua. Iniziò a ridere.
  << No! >> disse Nick, andandolo a prenderlo. Le onde lo avevano subito trascinato a riva.
  << Te lo sei meritato. Questa è la mia vendetta. >>
  Lui sospirò. << Okay, okay. Fine >> disse, offrendole la mano.
  Lei la strinse sorridendo vittoriosa.
  Nick guardò qualcosa alle sue spalle. << Cos’è quell’edificio? >>
  Julia si voltò, e capì che si riferiva al castello costruito sullo strapiombo che dava sulla spiaggia. <> iniziò a spiegare.
  Appena lei si era voltata, Nick si era accucciato e aveva raccolto un po’ di sabbia. L’aveva fatto a posta a chiederglielo, per farla distrarre e voltare. Con una mano gli allargò la canottiera e con l’altra gli mise la sabbia dentro, che tra l’altro era calda per il sole battente.
  Julia lanciò un urlo, e iniziò a scrollarsi la maglia. Nick stava morendo dal ridere.
  Lei lo guardò arrabbiata. << Brutto… >>
  Cercò di spingerlo in acqua, ma lui si opponeva continuando a ridere. Lei prima smise di spingere, poi gli diede uno spintone forte e mentre lui barcollava indietro gli fece lo sgambetto. Cadde nell’acqua bassa, finalmente smettendo di ridere.
  La guardò scioccato. << Fine. Sul serio. >>
  Gli offrì di nuovo la mano. Julia fu davvero ingenua e l’afferrò – probabilmente era stato lo sguardo che gli aveva lanciato a disorientarla. Lui la tirò in acqua, ricominciando a ridere.
  Entrambi si alzarono con i pantaloni bagnati. Julia iniziò a schizzare forte Nick ridendo. Quando smise, lui era zuppo da capo a piedi. Aprì gli occhi – che aveva chiuso per colpa degli schizzi d’acqua salata – e la guardò indignato. Poi ghignò.
  Lei capì che era meglio scappare, ma lui la inseguì e la prese, sollevandola come un sacco di patate e portandola dove l’acqua gli arrivava sotto la vita.
  Julia scalpitava in braccio a lui e gli tirava pugni sulla schiena. << No, no, no! >>
  La mollò in acqua. Quando riemerse si fissarono per un attimo, entrambi col fiatone, poi scoppiarono a ridere. Si continuarono a schizzare per diverse ore, come due bambini.
  Alla fine avevano camminato fino a un molo poco distante e si erano seduti con i piedi a penzoloni, a poca distanza dall’acqua.
  Speravano di vedere dei delfini saltare sull’acqua, quindi entrambi stavano perlustrando il mare con lo sguardo.
  Stava per venire il tramonto. << Non penso riusciremo a vederli, oggi >> disse Julia.
  Lui si girò a sorriderle. << Pazienza, sarà per un’altra volta. >>
  Lei lo fissò negli occhi per qualche istante. Era impressionante quanto sembrassero profondi: gli davano l’idea che non l’avrebbe mai conosciuto completamente. Gli davano l’idea che celassero segreti, ma anche un po’ di tristezza.
  Odiava l’idea di non conoscere una persona con cui passava del tempo.
  << Con chi sei qui in vacanza? >> gli chiese.
  Nick restò un attimo perplesso dal cambiamento di discorso, poi le rispose: << Sono dai miei nonni. >>
  << Capisco. Figlio unico? >>
  Rise. << No, per niente! Ho tre fratelli, due più grandi e uno più piccolo. E tu? >>
  << Ho una sorellina. >>
  Qualcosa non sembrava quadrarle. Qualcosa non la convinceva.
  << Seriamente, perché sei qui? >> gli chiese dopo aver riflettuto qualche istante.
  << Te l’ho detto, perché? >> lui la guardò, sembrando sulla difensiva.
  << Hai tre fratelli e sei qui da solo con i tuoi nonni. Sei di New York, ma vieni a passare l’estate in un posto sperduto dove non conosci nessuno. È strano >> concluse.
  Ridacchiò, guardando il mare. << Sì, hai ragione, è un po’ strano. La verità è che avevo bisogno di staccare la spina: allontanarmi da tutto e da tutti. Per questo sono qui da solo >> confessò. Sembrava costargli molto tutta quella sincerità.
  Julia si rese conto che lui era molto infelice. << Non fa bene tenersi tutto dentro. Forse dire tutto ad una che è praticamente un’estranea non è il massimo, ma comunque se vuoi io sono qui. >>
  Nick rimase colpito da quelle parole. Sapeva che aveva ragione. Tornò con lo sguardo al mare, sospirando.
  Julia si pentì quasi di averglielo detto, dopo un po’ di secondi di silenzio. Probabilmente non aveva alcuna intenzione di dirgli dei suoi problemi. Poi, di colpo, iniziò a parlare.
  << Sono tante cose. Per prima cosa, ho sempre avuto la sensazione di essere incompreso. Nessuno capisce cosa sento veramente. Poi, ho rotto da poco con la mia ragazza. Non è stato piacevole, ero molto innamorato. E anche se adesso non penso di esserlo più, non posso dire con sincerità di averlo superato. Poi, la malattia… >> si perse, con lo sguardo lontano da tutto.
  Lei restò qualche attimo in silenzio. << Malattia? >> sussurrò.
  << Sì, non è niente di grave, però… è un fastidio. Non sarò mai completamente sano >> la rassicurò con un sorriso – per quello che poteva valere un sorriso così triste.
  Lei lo restò a guardare, non sapendo cosa dire per farlo continuare. Era molto curiosa. Forse però lui non voleva dirlo.
  Lui prese tra le dita la collana che aveva al collo. << Sai, questa è una di quelle collane dove uno scrive la propria malattia, così in caso finisse all’ospedale per qualche malore, i medici saprebbero come curarlo senza dover perdere tempo a fargli analisi >> le spiegò. Sospirò. << Sono diabetico >> rivelò poco dopo.
  Julia non sapeva cosa fare, non aveva idea di che dirgli. Gli posò una mano sulla spalla. << Mi dispiace >> sussurrò. Non le era venuto niente di più brillante in mente, e quella era la verità.
  Lui cercò di nuovo di sorridere, scrollando le spalle. << Non c’è da dispiacersi, ormai ci sono abituato. Avevo tredici anni quando lo scoprii. Però alcune cose a volte pesano. >>
  Voleva rivederlo ridere, ma non sapeva come fare. Restarono in silenzio a guardare il mare, il sole sempre più vicino ad esso.
  << Non dovremmo andare? >> chiese lui dopo un po’.
  << Sì, sarà meglio. >>
  Presero le biciclette e dopo una mezz’ora erano a casa di lei.
  << Posso farti una domanda? >> chiese Nick.
  << Certo. >>
  << Per cosa sta la “e”? >> disse fissandola.
  << Che “e”? >>
  << Le tue iniziali. La “j” sta per Julia, la “n” per Nicholson. E la “e”? >> spiegò lui.
  << Come sai il mio cognome? >> chiese, essendo sicura di non averglielo detto.
  << L’ho letto sulla cassetta della posta >> rispose.
  << Ah, giusto >> disse lei. Poi realizzò come poteva sapere le sue iniziali. << Hey, aspetta! Hai letto quello che ho scritto sul sasso?! >>
  << No, tranquilla. Ho letto sole le tue iniziali >> le assicurò.
  Lei lo guardò, assicurandosi che non stesse mentendo. Non le sembrava. << Okay. La “e” sta per Ellen. >>
  << Capito >> disse sorridendo.
  << E le tue iniziali quali sono? >> chiese a sua volta.
  Lui rimase un attimo zitto, come se non lo sapesse.
  << ”N.J.A.”, ovvero Nicholas Jerry Anderson >> disse infine.



Spazio dell'autrice:
Salve! Come promesso oggi ho postato il secondo capitolo :) Sono una donna di parola io u.u
Che ne dite di questo secondo capitolo? Come trovate i due protagonisti? Mi farebbe ovviamente molto piacere sapere il vostro parere :)
Grazie a tutti i lettori, a tutti quelli che hanno messo la storia nelle seguite e alle persone che hanno recensito lo scorso capitolo! Grazie davvero per i complimenti *___*
Mi metterò presto all'opera per il terzo capitolo ma - come ho già detto la scorsa volta - avendo altre due storie da scrivere ci potrei mettere qualche giorno xD Poi con la scuola devo fare un ultimo sforzo prima delle tanto agognate vacanze *__*
Okay lo so, vi sto annoiando, perciò la smetto! Baci e a presto, Juls.

 
 
 
 
 

  
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