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Autore: Doll_    15/12/2010    8 recensioni
Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zac e Vic'
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 UN GIGOLO' IN AFFITTO – CONFESSIONI

Mmm... Mamma...” Biascicai con la testa schiacciata sul cuscino avente un leggero odore di lavanda che, ricordavo bene, era classico di Cristina.
Beh, non esattamente.” Infatti sentii subito dopo la sua vocetta schernirmi e, aprendo prima un occhio e poi l'altro, una luce accecante mi colpì in pieno facendomeli richiudere subito dopo con un gridolino addolorato, stile gatto-morto.
Oh, ma grazie..” Fece di nuovo Cris, sicuramente pensando che mi fossi spaventata dal vedere lei.
Mmm, non è per te. Era il sole..” Borbottai rigirandomi dall'altro lato.
La mia mente, ovviamente, era da tutt'altra parte. Non mi ero ancora chiesta dove e perchè mi trovassi dov'ero e non m'interessava. Zac, pensavo solo a lui. Solo a noi.. A quel bacio travolgente.
Comunque sia, è ora di alzarsi. Dobbiamo andare a scuola, ricordi?” Mi sorrise, appena mi alzai a sedere sul letto.
Ma cos'è successo?” Avevo troppe domande e, probabilmente, quella che feci le racchiudeva un po' tutte.
Dal canto suo, Cristina mi guardò con un'espressione confusa poi, come se fosse stato ovvio, spiegò: “Sei a casa mia. Hai dormito da me e adesso ti devi alzare.” Facendo spallucce.
No, intendevo dire.. Cos'è successo ieri sera? Non ricordo nulla...” La sbornia. Ma certo!... Ora che ci pensavo mi faceva anche male la testa. Accidenti all'alcol..! Ricordavo solo Zac... Solo lui.
Oh, ieri sera... Beh, dopo il balletto con Zac siete ritornati al tavolo come due classici piccioncini tutti rossi, accaldati, sorridenti e visibilmente eccitati... Poi tu hai iniziato a bere incessantemente così dopo qualche altro bicchiere ti sei addormentata e, anche se Zac aveva bevuto più di te -si sa che reggi poco l'alcol-, ha deciso di venire qui da me e di accompagnarti fino in camera mia. Ti ha rimboccato le coperte come un padre fa alla propria bambina e, alla fine, ti ha dato un bacio sulla fronte.” Disse sorridendo sinceramente, quasi commossa. Ovviamente era una balla. Zachary non era affatto il tipo da fare certe cose.
Impossibile...” Sussurrai, quindi.
Non ci credevo neanche io. Ma ero qui. L'ho visto con questi occhi, anche se stavo dietro la porta...” Si stava impicciando e gesticolava senza riuscire a guardarmi in viso, così risi di gusto.
Scherzi...?” Chiesi fra una risata e l'altra.
Giuro.” Mi disse, infine, seriamente.
Zac che mi aveva rimboccato le coperte? Ma chi avevo vicino!?

 A scuola mi sentivo diversa. Non ancora donna, ma decisamente meno bambina. Capivo molte cose che mi raccontavano le mie amiche sui loro ragazzi e su ciò che avevano fatto quel fine settimana, così rientrai meglio nel discorso e, beh, questo lo notarono tutte che, ormai, già sapevano di Zac, dato che le amiche della comitiva erano le stesse della classe.
Capivo cosa provavano quando si “coccolavano” e certe cose mi riportarono con la mente a quello che avevo provato anche io con Zac. Dio com'era stato bello...
Ma ero troppo orgogliosa, timida e pudica per chiedere a Zac di farmi riprovare quelle emozioni. Poi c'era la seconda lezione nella quale avrei dovuto fare esattamente quello che avrebbe detto lui e, oddio, ero agitatissima. Quel ragazzo era sempre più imprevedibile.
Un esempio lampante: ieri sera era stato premuroso con me! Incredibile..
Terza ora: italiano, traduzione: cazzeggio time.
Ci eravamo riunite intorno ad un banco in undici -me compresa- mentre la prof correggeva dei compiti di altri classi. In poche parole tutte le ragazze della classe stavano affrontando l'argomento più popolare fra le adolescenti.
Il sesso.Un momento... Tu cosa!?” Sbottai imbarazzata e rossa in viso a ciò che aveva appena raccontanto Jennifer.
Hai capito, Vic!” Ridacchiò lei “Non avevamo tempo per farlo e allora ho voluto accontentarlo almeno per metà...” Disse sorridendo maliziosamente.
Che schifo! Cioè tu... Tu hai toccato il.. Il suo... Serpente?” Balbettai sconcertata, facendo ridere tutte dalla mia evidente inesperienza e dal soprannome che avevo dato al genitale maschile.
Anaconda, vorrei precisare.” Rispose, facendomi ridere ancora di più.
Ero rossa come un peperone ma mi stavo divertendo. E mi piaceva...
Mai prima di allora avevo preso quei discorsi con così tanta leggerezza e sincera curiosità... Prima era solo una seccatura.
Vorresti dire che non hai mai nemmeno visto il... Serpente di Zac?” Chiese Mara che ricordava benissimo il giorno precedente nel quale aveva dato un voto più che ottimo al mio ragazzo...
Io.. No! Non siamo mai arrivati oltre a...” Mi vergognavo a dirlo poiché era la prima volta che raccontavo qualcosa di quel genere.
..A stuzzicamenti?” Continuò Stefania al posto mio.
S..stuzzicamenti?” Era un sinonimo per intendere cosa di preciso..?
Non farmi essere volgare, Vic! Intendevo che lui ti ha fatto qualcosa ma niente di più, no?” Disse lei, imbarazzata come me.
Beh, più o meno sì..” Feci la vaga.
Oddio! Zac ti ha fatto un ditalino!!!” Squittì Giorgia accendendosi di scatto.
I ragazzi della classe si voltarono a guardarci e anche la prof alzò lo sguardo immediatamente su di noi. Io, intanto, cercavo di sotterrarmi.
Diedi una gomitata a Giorgia e tentai vanamente di salvare la situazione fino a quando il cellulare non mi vibrò... Un sms:
Pronta per sta sera, bambolina?
Non vedo l'ora di risentirti gemere...
Zac ;)
Di colpo ogni rumore svanì. Sentivo solo il mio cuore battere. La vista si appannò. Vedevo solo le immagini di me e Zac nuovamente attaccati, magari nudi, che la mia mente continuava a proiettarmi.
Sentivo ancora più caldo di prima e pensavo che sarei svenuta da un momento all'altro. Okay, Victoria, calma!!!
No, no, no... panico. Panico totale.
Fammi vedere!” Senza che me ne accorgessi Cristina mi prese il cellulare dalle mani e lesse il messaggio ad alta voce, in modo che tutte le ragazze del tavolo sentissero. L'imbarazzo era ritornato, insieme ai fischi e urletti di approvazione che s'innalzarono fra le compagne di classe.
Ovviamente Cris aveva prima letto a mente l'sms per non rischiare di svelare il piccolo segreto fra me, lei e Zac e, grazie a Dio, lui nel messaggio non aveva specificato nulla. Ma poi, come diavolo aveva avuto il mio numero!?
Ti servirebbe un consiglio da noi, Vic. Sei nel pallone.” Disse Jessica, guardandomi con apprensione.
Ritornava il leggero fastidio di sapere di essere l'unica davvero inesperta del  gruppetto.
Beh... Ammetto di non sapere veramente che fare..” Borbottai ancora sovrappensiero.
Prima di tutto indossa qualcosa di sexy.. Un baby-doll, ce l'hai?” Propose Stefania, tutta sorridente.
Mmm.. Dovrebbe essercene qualcuno nell'armadio delle mie sorelle..” Annuii fra me e me.
I capelli devono essere disordinati. Non ce li hai lunghi ma sono ricci quindi il risultato dovrebbe essere ottimo.” Disse Jennifer.
Tanto per precisare, non avevo i capelli corti stile maschio ma davanti lunghi fino alle spalle e dietro corti a scoprire il collo, cosa che, proprio ieri sera Zac mi aveva detto di adorare... Sì, alcune cose iniziavo a ricordarle. Cose inspegabilmente piacevoli, ovviamente.
Annuii a Stefania senza rispondere.
Il trucco non troppo pesante ma leggermente sbafato.. Sembrerai una vera micetta assatanata!” Ridacchiò Susanna.
Ovvio che credevano che lo avremmo fatto. Ma io sapevo esattamente l'accordo fra me e Zac. Solo giochetti di coppia, niente sesso.
Comunque presi davvero in considerazione i loro consigli, decisa anche a metterli in pratica!
Tacchi dodici in tinta.”
..E preservativi a portata di mano.”
Continuarono così cadendo anche sul ridicolo facendomi arrossire e ridere continuamente ma alla fine raggiungemmo una buona lista di cosa da fare.
Quel pomeriggio, in macchina di Cristina, sentivo qualcosa di strano nell'aria e, no, non era puzza... Si trattava di una sensazione di insicurezza, indecisione... Cosa ancora più bizzarra: non proveniva da me.
Cris.. Qualcosa non va?” Chiesi appena fermò la macchina davanti casa mia.
A scuola non aveva aperto bocca quando avevamo iniziato a parlare di Zac e, quelle poche volte che aveva detto la sua, era risultata acida e scontrosa a tutte...
Lei si voltò a guardarmi e per la prima volta, la vidi davvero afflitta.
Sei sicura di questa storia, Vic?” Domandò in un sussurro, facendomi preoccupare.
Sbaglio o sei sempre stata tu ad esserne più convinta di me?” Cercai di alleggerire l'atmosfera.
Non sto scherzando. Si sta facendo tutto molto più serio ora. Ieri sera vi ho visti, Vic. Nessuno ci ha fatto caso e, se lo facevano, era a loro parere una reazione normale, ma io che so la storia ho analizzato i vostri sguardi, Vic. Ci conosciamo da quando avevamo tre anni” Ci conoscevamo, ma non siamo mai state amiche a quell'età. Abbiamo iniziato a frequentarci solo in primo superiore, riscoprendoci nella stessa classe. Gli anni prima eravamo come sconosciute l'una per l'altra, ricordai. “..e non ti ho mai vista tanto..presa da un ragazzo come lo sei ora con Zac. Ma non potrà mai esserci nulla fra voi due. Lui non proverà mai qualcosa di vero per te. Lo conosci da tre giorni e Zac è un gigolò, Victoria, vorrei che lo ricordassi.” Fece, seriamente in ansia.
E, chissà perchè, una sensazione mi diceva che a parer suo, Zac non avrebbe potuto provare nulla per me, non perchè fosse un gigolò ma semplicemente perchè... perchè ero io. Ma poi mi riscossi.. Cristina era la mia migliore amica!
Io la guardavo come se fosse un alieno e un qualcosa dentro di me iniziò a sgretolarsi lentamente. Come al solito le sue parole mi avevano ferita ma anche sta volta erano vere. Zac era un gigolò ed io mi stavo palesemente illudendo. Quant'ero stata stupida!
In tutta risposta presi il fogliettino dallo zaino con su scritte le cose da fare prima di andare da Zac e lo strappai davanti ai nostri occhi. Ero delusa da me stessa perchè anche la mia amica si era accorta della mia nuova debolezza.
La scommessa diceva che non avrei dovuto protestare e non l'avrei fatto, ma mi sarei dovuta ricordare anche che era tutta una farsa, che era tutto finto...Che non era nulla. Io ero una ragazza anonima. Non sarei mai stata all'altezza di un ragazzo come Zachary...
Vic, dovevo avvertirti..” Fece Cris, tentando di ritirarmi su di morale e giustificando le sue parole quasi crudeli.
Hai ragione..” La mia voce uscì neutra e il mio viso era inespressivo.
Mi dispiace.” Biascicò, con voce rotta.
Anche a me. A domani Cristina.” E con questo uscii dalla macchina, entrando in casa fino alla mia camera e buttandomi sul mio letto.
Se ci fosse stata lei, forse non mi sarei cacciata in quel guaio.
Lei che era andata via abbandonandoci senza un minimo di ritegno. Senza neanche un addio.. Senza neanche una spiegazione.
Quel pomeriggio piansi. Ma non per Zac. Piansi per me. Per la mia solitudine.

 Due ore dopo non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi, ormai appiccicati prepotentemente a causa del mascara calato dalle lacrime.
Sentivo come se la faccia si fosse paralizzata e, come se non bastasse, pochi secondi dopo, il centro di ogni mio pensiero a partire dalla sera prima, spalancò la porta comunicante e quasi si spaventò nel vedermi in quelle condizioni facendosi sparire subito il sorriso, sostituito da un'espressione palesemente preoccupata. Mi coprii velocemente buttando la mia testa nel cuscino ma lo sentii comunque sedersi sul mio letto accanto a me.
Vic... T-tutto bene?” Zac balbettava? Questa dovevo scrivermela.
In quel momento avrei scoperto un altro nuovo lato del mio finto fidanzato...
Tu che dici?!” Quasi ringhiai per farmi sentire dato che la voce veniva attutita dal cuscino.
E' successo qualcosa a scuola?” Dalla sua voce trapelava molta tensione.
Soppesava le parole e prese ad accarezzarmi la schiena per risollevarmi.
N-no... E' tutto okay, scusa..” Mugugnai, levandomi il cuscino dalla faccia e mettendomelo in grembo, sedendomi sul letto.
Hai un aspetto orribile.” Constatò col suo solito poco tatto.
Grazie, sei sempre così gentile.” Feci, acida, mentre mi asciugavo le lacrime rimaste.
Iniziava quasi a mancarmi il tuo sarcasmo.” Disse lui, sorridendo.
Rimanemmo per un attimo in silenzio. Io tiravo spesso su col naso e deglutivo a fatica; non riuscivo a ridere, a scherzare, a sorridere.. non ero proprio dell'umore.
Vuoi dirmi cosa ti è preso?” Chiese, dopo un po' lui, con tono apprensivo.
Non è successo nulla, tranquillo.” Mentii spudoratamente e lui se ne accorse.
Oh, allora tu piangi quando non succede nulla, giusto?”
Ovvio. Sono fatta così.. Sono strana, lo sai.” Sorrisi falsamente.
Avanti, Vic, sono qui per ascoltarti. Apriti per una volta..” Fece, carezzandomi una gamba.
Era un momento di sfogo. Niente di più.” Scrollai le spalle.
Uno sfogo dato a cosa...?”
Sei troppo curioso. A te che importa?” Dissi dolcemente.
Sono preoccupato.” Esclamò facendo spallucce come se fosse elementare.
Io mi ero addolcita ancora di più.
Vederlo così gentile, premuroso, sensibile.. non so. Mi piaceva, eppure tanto.
E mi spaventava.. troppo.
Era tanto che qualcuno non si preoccupava per me. Ora mi sento parte del mondo, grazie.” Ironizzai, cercando di cambiare argomento e buttarla sul ridere.
Ma con Zac nulla era prevedibile... Così scosse la testa e riprese:
Victoria, voglio aiutarti. Sono qui, vicino a te e voglio sapere perchè hai pianto.” Disse guardandomi negli occhi con uno sguardo gelido e determinato. Era strano vederlo così tremendamente serio. “Qualcuno ti ha fatto qualcosa..?” Non fece in tempo a finire che scossi la testa con impeto per negare ogni sua ipotesi di quel genere.
Assolutamente, no! So come cavarmela in certi casi, comunque..”
Allora cos'è!?” Sembrava spazientito.
Te l'ho detto. Non è per nulla in particolare.. Uno sfogo, tutto qui.” Ero dura a morire. Non volevo cedere. Mi stavo illudendo già abbastanza e se mi fossi aperta così profondamente con lui anche su mia madre, sarei caduta direttamente nella sua trappola.
Non vuoi proprio parlarmene, eh?” Chiese, sorridendo come se avesse capito.
Scossi la testa senza rispondere.
Okay, se non posso sapere il problema, proverò almeno a cercarne la soluzione. Su, alzati, pulisciti il viso, preparati e sistemati perchè si esce!” Disse, poi, alzandosi e battendo le mani spaventandomi quasi.
Mezz'ora dopo ed eravamo fuori.
Dove stiamo andando?” Chiesi, appena ci avvicinammo alla fermata.
A prendere l'autobus.” Fece, tutto tranquillo.
Ma, Zac, io non ho il biglietto!” Esclamai presa da un attacco di panico.
Nemmeno io.” Disse senza neanche guardarmi. Era davvero rilassato e non si preoccupava minimamente delle conseguenze di quel gesto infantile!
Poi allungò la mano e dopo nemmeno due secondi, salimmo sull'auto, io più titubante che mai...
Rilassati. Ci mettiamo proprio qui davanti alla porta così appena vediamo un controllore, usciamo direttamente. Devi fidarti, l'ho fatto un milione di volte.” Fece tutto sorridente, tenendomi per la vita.
E' questo che mi preoccupa...” Biascicai anche se mi sentì.
Wow, sei davvero tesa!” Esclamò posando le sue mani calde sulle mie spalle ed iniziando a farmi un massaggio. Tentai inizialmente di protestare ma quelle mani sapevano stregarmi e anche se eravamo in un luogo pubblico, mi lasciai nuovamente andare.
Meglio ora?” Sussurrò al mio orecchio mentre io tenevo ancora gli occhi chiusi.
S-NO!” Stavo per affermare ma appena aprii gli occhi la visione di due uomini in giacca blu con camicia celeste e degli aggeggi elettronici in mano per stampare delle multe, mi riscosse agitandomi ancora più di prima.
Oh, merda! Non li ho visti!” Imprecò lui, vedendoli avvicinarsi.
Biglietto?” Chiese il pelato, squadrandoci da capo a piedi.
Fa quello che ti dico...” Borbottò Zac senza farsi sentire.
Come scusi?” Chiese l'altro.
Oh, no, nulla... Ehm, ecco.. Noi non abbiamo i biglietti.” Ammise sorridendo. Aveva un piano, l'avevo capito, ma credevo fosse più ingnegnoso!
Gli diedi una gomitata sulle costole sibillandogli un: “Che genio!”
Il veicolo iniziò a rallentare -segno che c'era una fermata- appena cip e ciop estrassero una lista per la multa chiedendoci nome e cognome.
Zac si abbassò alla mia altezza, ancora dietro di me con le mani sulle mie spalle e mi disse: “Inventalo..”
Mmm.. Giovanna Sornini.” Deglutii, l'auto stava per fermarsi.
Francesco Loschi.” Disse lui con più sicurezza.
Mentre quei due ci stavano minacciando che se stavamo dicendo dei nomi falsi saremmo finiti nei guai -dato che avevamo detto che non avevamo con noi la carta d'identità e, questo era vero...- la porta davanti a noi si spalancò di lampo e Zac mi spinse fuori gridandomi: “CORRI!”.
Allora mi ripresi di botto dal mio momento di blackout e presi a correre a più non posso dietro di lui che mi aveva aspettata e che mi prese la mano appena lo raggiunsi. I due iniziarono a seguirci ma la pioggia e l'avanzata età non permise loro di affaticarsi oltre.
Intanto noi correvamo e, inaspettatamente, mi riscoprii a ridere insieme a lui come se stessimo facendo una fuga romantica e non una fuga dal carcere...
Eravamo finiti in un parco che non avevo mai visto e nel quale non c'era anima viva. Zac mi trascinò con lui diretto verso tre mura che precedentemente sarebbero dovute appartenere ad una casa alla quale al momento mancava il soffitto -c'era, al suo posto, una specie di tenda che con il sole faceva ombreggiare sulle pareti il suo motivo floreale- e la quarta parete in cui ci sarebbe dovuta essere la porta, sempre nel bel mezzo del parco... Pioveva a dirotto ma non sentivo nulla tranne i nostri respiri affannati e le nostre risate spensierate. Per un attimo ridiventai bambina...
Mi poggiai stremata ad una parete e subito Zac mi si parò davanti, mettendo una sua mano sul muro dietro la mia testa e l'altra sul mio fianco. Smettemmo di ridere e ci guardammo a lungo. Anche tutto gocciolante era bellissimo. I capelli erano tutti bagnati e l'acqua sui suoi vestiti li aveva fatti aderire completamente al suo corpo, facendo risaltare tutte le doti che aveva.
Lo stesso era per me che, vedendo solo il sole, avevo deciso di mettermi una canottierina fina e bianca -ora trasparente- e dei calzoncini.
Le gocce sui miei capelli ricadevano sul mio viso.
Eravamo bagnati, l'uno di fronte all'altra.
La mano che aveva sul mio fianco si spostò immediatamente sulla mia guancia, facendola passare su tutto il mio viso in una carezza delicata e tenera, come se fossi stata un sogno che sarebbe potuto svanire da un momento all'altro e, allora, sempre più ansimanti che mai, ci avvicinammo facendo sfiorare le nostre labbra in quello che inizialmente fu il bacio più dolce che ebbi mai ricevuto.. dischiusi poi la bocca e allora il bacio si fece più passionale ma ugualmente fantastico, comunque diverso dalla sera prima.
Quello in discoteca era stato famelico, dettato dall'eccitazione, dall'alcol... Quest'altro invece era più.. sentimentale. Più intenso, ma ugualmente bello.
Le sue labbra erano morbide, né troppo gonfie né troppo fine; giuste.
E se la perfezione non esisteva lui ci si avvicinava sicuramente di molto.
Semplicemente.. era lui ad essere bello, fantastico, splendido.. Lo era anche quando lo odiavo.
Le ore seguenti furono magnifiche. Decidemmo di restare in quel posto sconosciuto e solitario, scherzando e giocando a rincorrerci come due bambini dell'asilo. Il parco era enorme, con un'infinità di piante e fiori differenti, alberi giganti ed erba verde ben tagliata. Un peccato che fosse così abbandonato... Ma una fortuna perchè adesso lo avevamo scoperto solo noi.
Sedendoci a terra iniziammo a parlare di tutto ciò che ci passava per la mente. I nostri sogni, i nostri desideri, l'esperienze esilaranti dell'infanzia, i progetti futuri, la scuola.. Tutto. Tutto tranne la famiglia. Tranne il passato di Zac che, capii, era restio a svelare. Mi divertii anche ad ascoltare delle vicende buffe che aveva avuto con le sue precedenti amanti e, per la prima volta, provai una vera e sincera simpatia per lui. Scoprii che non era bastardo come voleva far vedere o, semplicemente, come credevo fosse ma che sapeva essere molto sensibile, generoso, gentile, empatico. Quando gli raccontavo delle sensazioni che mi scaturiva spesso la solitudune, lui rimaneva ad ascoltarmi in silenzio fino a quando non finivo, senza interruzioni o battutine, mi dava consigli o mi teneva la mano come ad incoraggiarmi di non pensarci.
Ora non sei sola..” Mi disse, quando una lacrima era scesa sulle mie labbra.
Terminato il momento triste, accantonai tutte le parole di Cristina, tutti i pensieri su mia madre, tutto il dolore accumolato in quegli anni e decisi di lasciarmi andare alla felicità, almeno per quella volta.
Ti piace davvero il lavoro che fai?” Domandai, incuriosita.
Lui guardava l'erba e ogni tanto strappava qualche filo da terra, poi volgeva lo sguardo davanti a sé e osservava l'orizzonte.
Non è male.” Sorrise dolcemente.
Hai mai pensato di fare qualcos'altro?”
Da bambino volevo fare il pittore.” I suoi occhi s'illuminarono al ricordo “Ma mio padre diceva che con quel mestiere non sarei arrivato da nessuna parte, così, eccomi qui...” Scrollò le spalle.
Era la prima volta che menzionava il nome del padre.
Come hai scelto questo lavoro?” Mi passai una mano fra i capelli.
Diciamo che, più che altro, è stato lui a scegliere me.” Ridacchiò, evidentemente perso in vecchi ricordi.
Raccontami.” Sorrisi, avvicinandomi a lui, emozionata come una bambina che ascoltava le favole da sua madre.
E' una storia lunga...” Esitò, lui, guardandomi negli occhi.
Abbiamo tempo. Ti preeeeego!” Strascicai la vocale, come se avessi tre anni, facendolo ridere. Una delle più belle risate mai sentite. Ricordava quella di un bambino e il viso gli si ringiovaniva quando la emetteva.
Okay, okay.. Ma poi non mi giudicare, capito?” Annuii. “Avevo dieci anni la prima volta che.. che, beh, mi hai capito. Non fu romantico come dovrebbe essere per tutti dato che fui quasi violentato da una vecchia amica della mia famiglia.” Rise notando la mia espressione esterrefatta. “All'epoca era così. Ero piccolo e lei era vedova da quasi sette anni. Non era una brutta donna ma aveva quasi quarantanni quindi non era nemmeno tanto bella e il suo fascino l'aveva perduto con gli anni... Era pomeriggio, tutti stavano aspettando la cena quando mi richiamò e mi chiese se volevo vedere le barche che tornavano al porto. Accettai subito ma appena fummo in spiaggia e vidi che non vi era nessuno, fu anche troppo tardi per i sospetti dato che la signora si era già preparata all'attacco. Io, ovviamente, non feci molto.. in verità fece tutto lei. Alla fine mi diede una mancia e si scusò trattandomi come se nulla fosse accaduto. Da quel giorno quasi tutte le donne del paese si avventavano su di me. Inizialmente fu orribile ma con gli anni imparai trucchi, giochi e varie cose che potevano soddisfare una donna, scegliendo chi più preferivo, venendo anche pagato per loro volontà. Raggiunsi anche un buon gruzzoletto di soldi! Il paese era pieno di belle campagnole, così non fu difficile per me darmi al divertimento. Andavamo lì in vacanza solo l'estate, giù in bass'Italia ed ogni anno facevo sempre strage. Solo tre anni fa decisi di ufficializzare le cose, reputandolo come un lavoro a tempo pieno..” Mi guardò, appena ebbe finito. La sua espressione mentre raccontava era assorta in altri pensieri, come se davanti a sé, verso l'orizzonte, vedesse le scene ripetersi come in un film. Sorrise mentre io registravo meglio tutte le parole che disse. Per lui, ovviamente, non erano ricordi brutti ma questo mi fece anche chiedere come, in tutti quegli anni di relazioni simili, non si fosse mai legato ad una persona.
E.. e non ti sei mai innamorato di qualcuna di queste?” Deglutii, dando voce ai miei pensieri.
Lui si voltò a guardarmi con un misto di confusione e stupore, poi rispose: “Dopo tutto questo racconto, l'unico quesito che ti chiedi è questo?” Sorrise, curioso.
I-io.. Beh, è una storia strana. Ne ho sentita una simile una volta. Pare che un tempo si faceva così...” Cercai di trovare qualche motivazione, facendolo ridacchiare del mio evidente imbarazzo.
Sì, accadde anche a mio fratello.” Ammise, sempre di buon umore.
Tu.. tu hai un fratello?” Balbettai a quella rivelazione.
Sì. Ma è rimasto in America.” Fece spallucce come se fosse normale. Io lo guardai stralunata.
Io sono italo-americano. Da questo il nome Zachary. Mia madre era di Atlanta, mio padre italiano. Quando avevo cinque anni ci siamo trasferiti qui, andando a trovare ogni estate i parenti di mio padre in Calabria, il posto di cui ti parlavo prima, si trova lì.” Spiegò, prendendomi in contropiede. Non avevo mai pensato che il nome straniero derivasse da determinate origini. Se era per questo, anche il mio nome non era italiano, eppure tutta la mia famiglia era nata qui. Le informazioni che mi stava dando Zac, tutte assieme, mi fecero quasi venire il mal di testa. La sua infanzia sembrava non avere mai fine. La sua vita sembrava non aver mai fine...
Penso che i tuoi, siano i venticinque anni più vissuti in assoluto.” Sussurrai, ancora sgomenta dalle sue vicende passate.
A me sembrano solo dei ricordi sfocati. Vecchi sogni ormai dimenticati.” Fece, quasi deluso.
Gli posai una mano sulla spalle e lui, come risvegliato, si voltò a guardarmi.
Perchè tuo fratello è rimasto in America?” Parlai piano come a non voler sciupare l'atmosfera.
La preferiva all'Italia.” Spiegò, vago.
Ma.. con chi ha vissuto quando tu e la tua famiglia vi siete trasferiti?” Chiesi confusa. Molti tasselli non tornavano al proprio posto ed una vocina dentro di me mi diceva che, probabilmente, Zac non mi aveva detto tutta la verità sulla sua famiglia. Infatti, mettendosi sdraiato e, con mia sorpresa, poggiando la sua testa sul mio ventre, mi guardò da sotto, cambiando discorso: “Vecchia storia. Ora non importa... La cosa che mi interessa e che mi martella la testa da un po' è una... Cristina, al ristorante aveva parlato di te come se fossi una buona a nulla che nella sua vita non aveva raggiunto alcun obbiettivo. E, ora mi chiedo, è davvero così oppure è solo ciò che pensa lei?” Mi stupì, facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
I-io.. Beh, penso che in parte sia tutto vero.” Feci spallucce, guardando altrove.
Menti. Si capisce da come sfuggi al mio sguardo.” Esclamò, rialzandosi a sedere e avvicinando i nostri visi, sorprendendomi con un bacio dolce e delicato a fior di labbra. Riaprii gli occhi come incantata e, scuotendo la testa, cercai di riprendermi, appianando tutte le domande che iniziarono a sorgere in me. “Dimmi la verità, Victoria.” Sussurrò ad un centimetro dal mio viso.
Pensi che non sia possibile che una persona non abbia fatto nulla della sua vita?” Chiesi, inarcando il sopracciglio, sempre a bassa voce.
Non stiamo parlando di una persona qualunque -anche perchè lo reputo possibile in tal caso-, ma stiamo parlando di te e si vede lontano un miglio che sicuramente non hai passato diciassette anni a rigirarti i pollici.” Mi riprese con tono determinato.
Da cosa si capisce..?” Deglutii, a disagio.
Le persone che non hanno mai fatto niente in tutta la loro esistenza sono persone frivole, superficiali, senza significato... Tu non sei così, Vic. Quando sei in mezzo alla gente cerchi di farti notare il meno possibile per nasconderti. Con le tue amiche ridi e scherzi come se andasse tutto alla perfezione ed è solo questo che Cristina conosce di te, probabilmente perchè non ti ha mai notata nei momenti in cui pensi che nessuno ti stia vedendo. Sei persa in un mondo tutto tuo, pieno di ricordi e di avventure infantili, pieno di sogni e perdite.. Per te problemi come la rottura di un'unghia o la mancanza di un lucidalabbra non sono importanti perchè è evidente che le reputi cose da niente rispetto.. Ecco, è qui che mi blocco. Rispetto a cosa, Vic? Rispetto ad un'esperienza passata che ti ha segnato e che ti ha fatto conoscere il peggio, giusto? La prima volta che ti ho vista, sul treno, sembrava che ti stessi portando sulle spalle un peso insostenibile, come se tutta la tua vita fosse un peso e quello che ho cercato di capire, in questi giorni, è il perchè. Ma tu sei così.. incomprensibile...” Sospirò, lasciandomi a bocca aperta, con gli occhi lucidi e sgranati dallo stupore. Ma cos'era? Uno psicologo? Com'era riuscito a capire così tanto di me, in soli quattro giorni di conoscenza?

 Volsi il mio sguardo altrove, ma non risposi. Più che altro, era il groppo in gola ad impedirmelo. Cercavo solo di non far trapelare alcun emozione debole da me. Ma appena Zac mi posò una mano sulla spalla, non resistetti e cedetti al pianto. Una pianto sofferto come quello della stessa mattina. Lui mi avvolse prontamente nel suo abbraccio forte e protettivo, sussurrandomi parole dolci per calmarmi e carezzandomi la schiena mentre il mio corpo veniva stravolto da singhiozzi e tremiti violenti. Dopo sette anni, avevo pianto di fronte a qualcuno. Dopo sette anni di rimproveri, alla fine mi ero esposta a qualcuno, dimostrando la mia fragilità. Avevo tradito il mio orgoglio ma in quel momento m'importava solo il sentirmi, per la prima volta dopo tanti anni, considerata e sicura fra le braccia di quel qualcuno... 
 

 Oh, mio dio! Ragazze sono felicissima dei commenti che mi avete lasciato! Sono tanti e tutti meravigliosi ^^ Sono così contenta che per ringraziarvi ho voluto (e ho potuto) postare questo nuovo capitolo direttamente oggi!
Mi scuso per eventuali errori ortografici come quello dello scorso capitolo... “Stasera” tutto attaccato, lo sapevo sì, e magari avrei dovuto anche ricordarmelo di scriverlo!xdxd Grazie per l'osservazione ;)
Comunque so che proprio in mezzo alla discoteca è stato molto eccessivo ma, sapete com'è, mi immaginavo un posto grandissimo, con luci soffuse, con un'infinità di gente attaccata fra loro a pensare solo ai propri movimenti e balli o/e, soprattutto, già brille e quindi senza accorgersi di ciò che stava attorno a loro (proprio come Victoria stessa), e allora ho provato a descrivere qualcosa di diverso...XD
In questo capitolo ci distacchiamo un po' dalla passione e ci riavviciniamo al rapporto di amicizia che si sta formando fra Zac e Vic.
Cristina cerca, invece, piano piano, di entrare di più nella questione sentimentale di Victoria in modo anche invadente... La ragazza, allora, preda da una crisi di pianto, si ritrova ad avere per la prima volta una persona che le sta accanto senza lamentarsi e che la ascolta come mai nessuno aveva fatto.
Zac sta diventando ancora più importante per la nostra protagonista......
Buona lettura, ragazze! Spero che vi piaccia ;D 

 
   
 
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