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Autore: monipotty    17/12/2010    4 recensioni
Questa fic è nata da un sogno di qualche settimana fa e ora non faccio altro che mandarla avanti: Patricia Waterice, strega Mezzosangue, e la sua sorellina Cinthya si trovano sole dopo essersi separate dai loro genitori, una grossa responsabilità che la più grande, Patricia, deve imparare a gestire. Ma oltre alla zia materna, ci sarà qualcun altro di nostra conoscenza ad aiutarla!
Ambientata al 6° e 7° anno della saga, sia sui libri sia sui film, per ora non contiene Spoiler: quando ci saranno, avviserò :) Buona lettura!
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Ginny Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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1-La Fuga

Capitolo 1 - La Fuga

Da giugno, l’intero mondo della magia era in allerta: nessun mago, strega o magonò riusciva a dormire su due guanciali, che fosse Purosangue o Mezzosangue. Nemmeno i Babbani erano tranquilli perché da giugno, a causa di quei continui e misteriosi omicidi e sparizioni di famiglie intere, l’intera comunità era scossa dalla preoccupazione, che non è paura: la paura c’è se si sa di chi o cosa avere timore e i Babbani non sapevano che Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato era tornato, o comunque aveva fatto la sua apparizioni ufficiale. Per mesi, Harry Potter e Albus Silente erano stati visti come dei visionari, dei pazzi, qualcuno a cui non credere, da eliminare; nemmeno la morte di Cedric Diggory aveva fatto cambiare opinione alla Comunità Magica, e venne descritta come incidente di percorso: credere a ciò che per mesi i due maghi avevano continuato ad annunciare senza essere presi sul serio avrebbe significato la sconfitta del Ministero della Magia e la caduta nel caos. E il Ministero si comportò come San Tommaso: solo quando vide, credette e agì di conseguenza. Ma era tardi. E le conseguenze iniziavano a farsi vedere e sentire.

Ma anche se pochi, i maghi e le streghe che credettero immediatamente a loro li difesero anche a costo di perdere il rispetto degli altri, perché la verità porta di per sé alla perdita. Ma la sua comparsa al Ministero di fronte al Ministro Caramell in persona e agli Auror diede finalmente conferma della veridicità di quello che ostinatamente qualcuno affermava: il signore Oscuro era tornato e il mondo era infine entrato nel caos.

Per le strade di Londra, quella notte, non tirava un alito di vento: tutto era fermo, silenzioso e buio. Nonostante si fosse ancora agli inizi di agosto, la temperatura era più fresca del normale e il tempo perennemente nuvoloso, come a voler rispecchiare l’animo di milioni di persone che vivevano in quel Paese. Tutto era apparentemente tranquillo, ma nelle case molti maghi e streghe non chiudevano occhio: con le orecchie tese e i nervi saldi, ascoltavano i rumori nella notte, pronti a reagire.

In una delle villette a schiera che correvano lungo una delle tante strade di Londra, una donna spalancò la porta della camera da letto delle figlie con la bacchetta in mano.

“Cinthya, Patricia, svegliatevi, presto!” chiamò mentre con gesti veloci e precisi appellava qualsiasi cosa le capitasse sottomano e lo infilava in uno zaino di scuola. Le due dormienti, una ragazza di 15 anni e una bambina di 6, sobbalzarono nei loro letti.

“Che succede, mamma?” chiese la più grande strofinandosi gli occhi assonnati e osservando la madre. Questa, in tutta risposta, le lanciò quelli che sembravano un paio di jeans, una maglietta a mezze maniche e un golfino leggero.

“Dovete andarvene immediatamente da qui.” Rispose in fretta la madre girandosi verso la figlia minore e iniziando a sfilarle il pigiama nonostante i suoi piagnucolii. “Avevo già avvisato zia Minerva: andrete da lei finché non si sarà tutto risolto. La ragazza continuò a guardarla senza capire.

“Tutto cosa?” domandò ma in quel momento dei passi affrettati raggiunsero la camera e un uomo vi entrò.

“Sbrigati, Druella, o non ce la faremo.” Disse alla moglie che annuì e accelerò i suoi movimenti. Quando finì, prese la bambina in braccio e andò verso la porta ma prima di uscire disse alla figlia maggiore di sbrigarsi a cambiarsi. La ragazza, completamente sveglia nonostante la confusione che aveva in testa, si infilò velocemente gli abiti che la madre le aveva dato, prese la bacchetta e raggiunse il padre sulla porta, chiedendo di nuovo spiegazioni. L’uomo le posò una mano sulla spalla e deglutì.

“I nostri vicini di casa...” iniziò a spiegare. “Poco fa ho sentito dei rumori sospetti provenire da casa loro, poi dei lampi di luce verde e più nulla.” La ragazza inorridì: i Mangiamorte erano nel loro quartiere. Il suo pensiero volò ai vicini di casa, una famiglia di Babbani loro amici che avevano un ragazzino di poco più piccolo di lei.

“Bobby...” mormorò addolorata sentendo gli occhi bruciarle. “O mio dio...” il padre non disse nulla ma la spinse fuori dalla camera e giù per le scale, guidandola in cucina: ad ogni passo, la paura e la tensione crescevano, il dolore per la perdita dell’amico si faceva sempre più sentire e il pensiero di quello che sarebbe successo di lì a pochi istanti la fece rabbrividire. Era dall’inizio dell’estate che i suoi genitori organizzavano un piano d’azione se mai fosse capitata una situazione di pericolo: nella sua famiglia, infatti, solo la madre era Purosangue, mentre il padre era Babbano e delle due figlie solo sei era una strega, Mezzosangue. Anche se la loro situazione non era delle peggiori, sapevano bene che il pericolo sarebbe arrivato ma nessuno credeva così in fretta. O comunque, in qualunque momento si fosse presentato, sarebbe stato troppo presto. Trovarono la madre vicino al tavolo della cucina, intenta a consolare la figlia minore, ma non appena la vide le fece cenno di avvicinarsi e le indicò una lettera imbustata.

“Questa, Patricia, è una Passaporta.” le spiegò. “Vi porterà dritte ai Tre Manici di Scopa da Rosmerta. Quando arrivate, fategliela leggere e lei capirà.” Patricia annuì, tremante.

“Voi non venite?” domandò sorpresa e spaventata allo stesso tempo.

“No, ce ne andremo ma non verremo con voi: rischiamo di mettervi in pericolo.” Spiegò il padre. Patricia scosse la testa.

“No!” protestò. “Voglio venire con voi, non possiamo lasciarvi!”

“No.” Ribatté seccamente la madre. “Voi due farete come diciamo noi.”

“Ma...!” tentò ancora ma la madre la zittì con un’occhiataccia che ricordava molto quella della zia Minerva, sua sorella.

“Tu devi proseguire con la tua istruzione e Cinthya pure. Non voglio polemiche.” Disse gelida mettendo fine alla discussione. Patricia abbassò il capo e non disse più nulla; la madre le si avvicinò e la strinse con dolcezza. “Mi dispiace, tesoro. Solo così sarete al sicuro.” La ragazza annuì poi prese la sorellina per mano e si avvicinò alla Passaporta.

“Dove andrete?” domandò prima di toccarla.

“Al sicuro.” Rispose il padre. “Non ve lo diremo così non correrete più rischi di quanti già ne corriate, ma ci metteremo in contatto con voi appena potremo. Hai il tuo cellulare dietro?”

“Sì, ma a Hogwarts non c’è campo...” rispose lei. Il padre sorrise.

“E’ vero; beh, vorrà dire che parleremo via gufo quando inizierai la scuola.” Si corresse. La moglie gli si avvicinò e lui la strinse a sé.

“Fate attenzione...” si raccomandò Patricia e i genitori le sorrisero. Con un ultimo sguardo ai loro volti, Patricia e Cinthya toccarono la lettera e tutto svanì in un turbinio di ombre e colori e la sensazione di essere strappati via all’altezza del petto che durò pochi attimi. Quando tutto si fermò, i Tre Manici di Scopa era davanti a loro.

Ciao a tutti!! Spero di non essere stata troppo noiosa in questo primo piccolo capitolo e di avervi messo un po' di curiosità :) non so ogni quanto aggiornerò, cercherò di farlo almeno una volta al mese, ma credo che nelle vacanze di Natale riuscirò a postarne un secondo.  Sono ben accette recensioni positive e critiche! Alla prossima e, intanto, Buone Feste!!!!

monipotty

  
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