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Autore: EmmaAlicia79    21/12/2010    4 recensioni
Piccola oneshot dedicata ad una persona a me cara, che parla di Emmett in un momento imprecisato fra la prima e la seconda stagione (anche per non spoilerarle niente visto che sta vedendo la serie in questo periodo ed è arrivata giusto qui).
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Deborah 'Debbie' Jane Grassi Novotny, Emmett Honeycutt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa ff è dedicata ad un'amica, una sorella… Una Sis, in altre parole.
Nella migliore delle tradizioni delle ff dovrei spiegare il perché e il percome di questa decisione, ambientare la storia, ecc. ecc.
Ma questa è una storia particolare, scritta in un momento particolare, a cui non servono altre parole.
… Giusto, Sis?

*

- Emmett Honeycutt, alza da quella sedia quel culo sodo che ti ritrovi e portalo qua su questo sgabello!!!
La voce imperiosa di Debbie non poteva essere ignorata.
Emmett roteò gli occhi all'indietro e, prima di alzarsi dal tavolino dove era seduto con gli amici, sussurrò a Michael a denti stretti simulando un sorriso:
- Tu, Justin e Ted siete già passati sotto lo schiacciasassi? - al cenno affermativo e rassegnato dell'amico continuò - …Sì, eh? Questo vuol dire che adesso tocca a me?!?!? Che felicità!… Eccomi, tesoro, arrivo! - gridò, rivolgendosi verso la donna al bancone.
Si avvicinò ad esso sedendosi su uno sgabello e chiese, angelicamente:
- Puoi aspettare che il caffè abbia fatto il suo effetto prima di lanciarti nella ramanzina? -
- Per una volta, nessuna ramanzina, Signor-Chiappe-d'Oro - borbottò Debbie, strusciando il bancone con uno straccio masticando un chewing-gum - E' arrivata questa per te. - E gli lanciò una busta attraverso il piano.
Emmett mentalmente ringraziò quel Dio che qualche tempo prima credeva lo volesse standardizzato o meglio, eterizzato come gli altri.
- Quindi… Niente pistolotto sulle bravate di ieri sera?!?!? No, perché sai, ho visto che Ted, Justin e Michael sono già passati sotto il rullo compressore della tua eloquenza… -
- Beh, diciamo che Liberty Avenue si ricorderà per un bel pezzo la vostra bellissima versione dei Village People al Babylon ieri sera: completamente ubriachi, ulteriormente più nudi e totalmente gay, dal primo all'ultimo… Perché forse voi giovanotti non sapete che tra loro ce n'erano un paio anche etero (che Dio ci salvi!)… - si interruppe, corrucciata - … Ma cosa stavo dicendo? -
Emmett, guardandosi intorno simulando indifferenza, suggerì:
- Qualcosa su "gay", "mezzi nudi" e "ubriachi"…
- Ah, giusto! Quindi, per farla breve: avete reso la festa di Natale del Babylon una farsa! E sa il cielo se io non sono l'etero più pro gay di tutta la terra, però questa volta avete letteralmente pisciato fuori dal vaso!
- E meno male che non c'erano ramanzine in vista… - borbottò Emmett fra sé.
- Ullallà, abbiamo qua Martha Stewart! - suggerì una voce profonda, avvicinandosi al bancone…
- Ecco qua il gay più stronzo di tutta Pittsburgh, signore e signori! - ululò Debbie all'indirizzo di Brian, afferrando una caraffa di caffè, versandogliene una tazza e allontanandosi dal bancone, sbraitando verso gli altri avventori che cercavano di attirarne l'attenzione:
- Arrivo, arrivo! E che cazzo! Siamo sotto le feste, gente! E dove l'avete lasciato lo spirito natalizio? Nella Dark Room del Babylon?!?!? -
- Sono in salvo o toccherà anche a me? - chiese Brian insolitamente ciarliero per quell'ora del mattino, chinandosi verso Emmett, sorseggiando il caffè bollente.
- Rassegnati, ha appena iniziato… - sussurrò Emmett, concentrando per la prima volta l'attenzione sulla busta che Debbie gli aveva consegnato.
La prese tra le mani e la soppesò.
- Accidenti che plico voluminoso! Una lettera di un amante respinto? - sogghignò Mr. Kinney.
Emmett, che aveva esaurito con Debbie la sua scorta di buone maniere giornaliera, si limitò a rispondere:
- Fatti i cazzi tuoi.
- Ehhhhh… Lo spirito di Martha Stewart imperversa in questo periodo dell'Avvento! - commentò Brian, alzandosi dallo sgabello con la tazza in mano dirigendosi verso gli altri.
Emmett non considerò l'ultimo lazzo di Brian e si concentrò sulla busta.
Il mittente era uno studio legale di Hazelhurst, la sua cittadina di provenienza sulle rive del Mississippi, Wisconsin, da dove era scappato appena possibile quando era ancora giovane ed innocente…
La busta lo incuriosiva, però la cosa in sé suonava un po' sinistra e, dato che la giornata che l'attendeva era piena di impegni (cioè sostenere dei colloqui di lavoro per trovare un impiego che gli permettesse di mettere insieme il pranzo con la cena) considerò che la lettura della missiva poteva attendere la sera, onde evitare spiacevoli notizie. Perché, ne era certo, la comunicazione non portava buone nuove.

Dopo una giornata tanto intensa quanto inutile dal punto di vista dei risultati, Emmett pensò che sfogarsi in palestra sarebbe stata un'ottima idea.
Una volta lì, trovò solo Brian che stava usando il vogatore come se ne andasse della propria esistenza.
- Ciao Brian! Gli altri?
- Ted e Michael sono a fare shopping natalizio in preda al panico più completo… Stupidi finocchi! Non c'è niente di più disgustosamente etero che ritrovarsi alle porte delle feste con ancora tutti i regali da fare! - sbuffò Brian tra una remata e l'altra.
- E suppongo invece che tu ti sia organizzato per tempo… Considerando la marea di regali che devi fare a tutte le persone a cui vuoi tanto bene… - sbottò Emmett, gettando un asciugamano sul tapis roulant, scuotendo la testa e cominciando ad impostarne i parametri con la determinazione di un kamikaze.
- Honeycutt, questa ti è uscita particolarmente brutta e soprattutto cattiva… - commentò Brian, tra il serio e il faceto continuando a vogare. E poi, fermandosi e guardandolo diritto in faccia, aggiunse senza ombra di sarcasmo: - … E non è da te. -
Premendo il tasto PLAY come se fosse duro come il marmo ed iniziando una camminata veloce, Emmett commentò un po' di malavoglia:
- Diciamo che oggi non è stata una giornata delle migliori… -.
Percependo il silenzio per una volta non ostile dell'altro, Emmett si sentì spinto a continuare.
- Sai, vedo voi… tu e Justin che bene o male siete una coppia… E non alzare gli occhi al cielo, Brian Kinney, che se dovesse venirmi voglia, potrei stare ore a sviscerare il vostro rapporto perché tutti hanno capito che è un rapporto, tutti tranne voi! Poi, vedo Ted, in fondo così equilibrato ed organizzato… Michael che ha una famiglia fantastica… E io? Io cos'ho? Non ho l'amore, non ho una famiglia, non ho un lavoro decente, non ho un cazzo di niente… Sono una merda! Una merda sola come un cane! - singhiozzò, stoppando il tapis roulant con una manata e scappandosene in spogliatoio.
Brian sospirò.

Dopo un po', Emmett si era fatto la doccia, si era asciugato le lacrime, e si stava vestendo, pronto per una serata al Babylon più sfrenata della precedente, per anestetizzare quel dolore latente che stava facendo affievolire sempre di più la sua proverbiale fiamma.
Mentre si stava infilando i pantaloni, una voce profonda giunse da dietro gli armadietti:
- Sei uno stronzo.
Emmett trasalì.
- Scusa? - chiese a Brian, continuando a vestirsi, con la testa mezza fuori e mezza dentro il collo della maglia.
- Sei uno stronzo.
- Continuo a non capire… - sospirò Emmett, troppo stanco anche solo per stare al gioco, sistemandosi addosso il capo di abbigliamento.
Brian uscì fuori dal nascondiglio, ancora sudato e in tenuta ginnica.
- Lo vedo. Mr. Honeycutt, sei uno stronzo semplicemente perché non ti rendi conto dei tesori che hai intorno.
- Co..?
- Vogliamo elencare?!?!? Michael e Ted si butterebbero nel fuoco per te, Justin ti difende sempre nei tuoi battibecchi con me, Mel e Linz ti adorano… E poi perché pensi che Debbie ti fracassi le palle se solo non tenesse a te? Ti considera come un figlio. Tra l'altro, sei il gay più finocchio e passivo che conosca ma, a parte questo - e non ci credo nemmeno che sto per dirlo - hai un sacco di qualità. Sei intelligente (anche se lo nascondi molto bene), ironico, sei l'unico che mi tiene testa in quanto a battute velenose, sei - beh - molto bello, anchesenonseiilmiotipo - si affrettò ad aggiungere - e sai tirare fuori le palle quando serve. Per cui, Honeycutt, non ti azzardare a ripetere che sei una merda, perché io non ammetto merde…. tra i miei migliori amici. - e, dandogli una pacca sulla spalla guardandolo diritto negli occhi mordendosi il labbro inferiore, lo lasciò.
Emmett, ancora rintontito dalle inaspettate parole dell'altro, gli gridò dietro:
- L'esposizione lascia un po' a desiderare, Kinney, però i concetti sono chiari!
E poi, sussurrando fra sé, concluse:
- … Grazie.

Rientrato in casa dopo la notte brava, Emmett si gettò sul letto con in mano la busta dello studio legale.
Era arrivato il momento.
Cosa poteva essere? Niente di buono, di sicuro.
Tutto ciò che proveniva da Hazelhurst sapeva solo di odio, omofobia, rancori e dolore.
Di nuovo, pensò di rimandare la lettura, poi però si convinse a non farlo, visto che si sarebbe solo trascinato nell'ansia finché non avesse aperto la busta.
Con un sospiro rassegnato, e mordendosi l'interno di una guancia, si sedette sul letto, afferrò un tagliacarte e la aprì.
In sostanza, sua zia Lulah aveva lasciato scritto che, al decimo anniversario dalla sua morte, i legali avrebbero dovuto far pervenire al nipote una sua lettera.
Lettera che diceva così:

"Mio piccolo Em,

Se stai leggendo questa lettera significa che io sono in compagnia degli angeli da dieci anni, ormai.
Ho aspettato così tanto per fartela avere in modo che tu ti potessi sistemare, superare il lutto della mia morte (perché sei stato in lutto, vero?!?!?), e leggere quello che avevo da dirti con tutta calma, con una mente adulta (spero magari intorno ai cinquant'anni, il che vorrebbe dire che sono morta molto ma molto vecchia) e magari in compagnia del tuo uomo.

… Ma va bene lo stesso anche se non ce l'hai, sai? Infatti, il succo della lettera vuole essere proprio questo.

Tesoro, tu sei cresciuto in una realtà troppo stretta per i tuoi standard.
Ho sempre cercato di fartelo capire fin da quando mi rubavi le spille e i profumi.
Sei una persona che deve aspirare al meglio, anche se il meglio per te non sarà mai abbastanza...
Tu sei una regina, e come tale ti devi comportare… Regale con gli stronzi, e generosa con chi veramente ti ama.
Non chiuderti mai nel tuo guscio - perché ti conosco, sai? - e non pensare di non essere degno di qualsiasi cosa o persona.
Domandati piuttosto se loro sono degne di te e agisci di conseguenza.
Quando te ne andasti da Hazelhurst mi spezzasti il cuore, ma fu la scelta più coraggiosa che tu potessi fare.
Da solo contro il mondo, armato solo della tua sfavillante fiamma.
Non lasciare mai che questa si spenga, piccolo mio.
Tutti devono vederla, e godere del suo calore.
Tutti devono capire che Emmett Honeycutt è una persona un po' complicata, certo, ma piena d'amore dalla punta dei piedi fino ai capelli.
Non lasciarti mai, mai e poi mai tentare dal cinismo.
Sei una persona pura, e devi a tutti i costi mantenere questa purezza.
Sai come si dice, no? L'amore chiama amore… Spargilo, Em, spargi intorno a te tutto l'amore che hai e, anche se non avrai mai il lavoro o l'uomo dei tuoi sogni, saprai di non aver vissuto invano.

Con infinito affetto,

Tua zia Lulah.

PS: sono infinitamente curiosa di sapere a che età sono morta… Chissà se nel frattempo è stato inventato un modo per farmelo sapere?!?!?"

Emmett si asciugò le guance, sorrise, si alzò dal letto e andò in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, rimuginando su quello che aveva letto e su quello che Brian gli aveva detto il pomeriggio.
Sentì armeggiare alla serratura della porta e vide Michael entrare.
- Ehi, Em!
- Ehi! Tutto ok?
- Io sì, tu piuttosto? Hai una faccia… Sembra che tu abbia visto un fantasma…
Emmett gli sorrise, lo strinse in un abbraccio che l'amico ricambiò con sincero affetto, e rispose:
- Quasi, Mickey, quasi… Ma adesso… Adesso, beh… E' tutto a posto, almeno per oggi


  
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