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Autore: IsaMarie    23/12/2010    14 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 56 Buongiorno dolci fanciulle!!!!
Eccoci con la messa in pratica del piano dei ragazzi!
Riusciranno i Jalice a chiarire tutto quanto?
Bè, siamo a Natale e  bisogna essere più buoni, quindi... confidate in noi!
Grazie a tutte per il vostro affetto e vi auguriamo una BUONA LETTURA!
Da Manu e Sara  BUON NATALE!!!!!!!

Alla fine del capitolo e dopo l'anteprima del prossimo, troverete la nostra sorpresa di Natale. Speriamo che vi piaccia!!!!




CAPITOLO 56

Pioggia e scintille



Pov Bella

“Buongiorno, mia principessa! Dormito bene? Io sì, perché ti ho sognato tutta la notte…
Non vedo l’ora di riabbracciarti, mi manchi da morire!!”.
Quella mattina mi ero svegliata presto, con un dolcissimo sms di Edward... anche se non dormivamo insieme, quanto mi era mancato! Sapere che quella notte non aveva dormito sotto il mio stesso tetto, mi aveva intristito immensamente…
“Buongiorno a te, amore! Anch’io ti ho sognato e anche tu mi manchi…
Come sta il mio cuore? Lo sai che te l’ho affidato… è lì con te, adesso…” avevo risposto, appena sveglia.
“Sta bene, batte forte!! E il mio? TI AMO!”, che tenero!
“Tranquillo, è in perfetta salute! TI ADORO!”, avevo inviato.
“E IO TI VENERO!!”, che bambino dolce! Voleva sempre avere l’ultima parola, però!
-Bella, scendi! La colazione è pronta!- mi avevano chiamato subito dopo.
Quella mattina Leah era arrivata a casa nostra prima dell’alba e dopo averci fatto compagnia a colazione, io, lei, Rosalie ed Alice eravamo partite, entusiaste per il nostro weekend “Only for Girls”.
Eravamo già in viaggio da un po’, ma eravamo ancora a metà strada a causa della bassa velocità tenuta da Rose per il maltempo.
-Allora ragazze! Mettiamo un po’ di musica?- chiese Rose, alla guida.
-Certo, ci serve un po’ di carica! Per me siamo ancora all’alba!- concordò Leah.
-Già…- biascicò Alice, ancora piuttosto assonnata.
-E dai sorella! Un po’ di vita! Io sono così felice di trascorrere questi giorni con tutte voi! Non vedevo l’ora di chiacchierare di vestiti e spettegolare un po’… giù a La Push c’è scarsità di femminucce…- affermò Leah. -A proposito, Alice… avrei bisogno di un tuo consiglio per il vestito di Halloween, per far impazzire il mio Jake: sai, vorrei che fosse un abito sexy, ma non eccessivo… e mi serve il parere di un’esperta!- la lusingò.
-Ok, Leah, con molto piacere! Anzi! Questa sarà l’occasione per pensare a tutti i nostri abiti per Halloween… potrei disegnarli io! Per fortuna mi sono portata il materiale da disegno…- affermò con uno sbadiglio.
-Scusate, ragazze… ma stanotte non sono riuscita a dormire molto…- si giustificò.
Mi dispiaceva per lei… povera Alice, era da un bel po’ che, a causa delle tensioni e dei problemi che aveva con Jazz, non riusciva a dormire tranquilla e serena…
-Riposati, Alice… tanto la strada è ancora lunga! Approfitta!- proposi. E quasi subito sprofondò in un sonno profondo.
Durante il viaggio in auto Alice aveva continuato a sonnecchiare e noi avevamo mantenuto un silenzio abbastanza teso, ognuna persa nei propri pensieri che probabilmente erano molto simili.
Speravamo con tutto il cuore che ogni tensione tra quei due zucconi si sarebbe appianata e che, successivamente, non avrebbero avuto voglia di ucciderci, per averli incastrati in un modo tanto subdolo…
d’altronde Alice era un’accanita sostenitrice del motto ‘il fine giustifica i mezzi’…
La sera precedente il mio amore mi aveva telefonato, riferendomi che da loro stava procedendo tutto bene e che, in casa, avevano finito di sistemare tutti i dettagli. Jasper sembrava abbastanza sereno e contento: non faceva altro che ridere e scherzare. Forse quel  ritorno al suo ‘vecchio io’ era dovuto al fatto di non dover temere di incontrare Alice in casa: in quei giorni il profondo dolore che provava l’aveva ridotto alla completa apatia ed ero veramente preoccupata… ora invece si stava nuovamente rilassando e probabilmente anche la sua sofferenza si era un po’ attenuata… ma ormai era questione di poco e forse sarebbe tornato tutto come prima di quel disastroso weekend al mare!
La voce di Rose interruppe le mie considerazioni personali.
-Mamma mia, ragazze! Era da parecchio che non pioveva così forte! E poi la temperatura, da quando siamo partite, è decisamente precipitata…- mormorò, preoccupata, pensando probabilmente già al nostro viaggio di ritorno e al tempo che continuava a peggiorare.
-Già… sembra quasi che ci sia qualcuno là fuori che ci tiri delle secchiate d’acqua a ripetizione!- aggiunse Leah, anche lei un po’ tesa.
Alice intanto continuava a dormire, così ne approfittai per farmi dare il cellulare da Rose: era arrivato il momento di lanciare ai maschietti il nostro segnale.
Leah aveva già chiamato Jacob poco prima di partire, per assicurarsi che i ragazzi stessero eseguendo il piano: dubitavamo della loro efficacia ad un’ora tanto antidiluviana, e temevamo che stessero dormendo ancora.
Ma ci sorpresero, dato che erano addirittura già pronti! Avevano caricato le loro borse in auto e preparato la colazione. Aspettavano solo il momento per svegliare Jasper e trascinarlo in cucina.
-Ragazze… ci siamo quasi…- sussurrò Rosalie, per non svegliare Alice.
-Bene!- affermai, senza aggiungere altro, per paura che Alice magari potesse sentire qualcosa, anche se sembrava profondamente addormentata.
Impugnai il telefono e feci partire la chiamata, incrociando le dita, sperando che filasse tutto liscio.


Pov Edward


Il cellulare di Emmett  squillò, e noi prontamente, dopo aver controllato che fossero le ragazze, ci alzammo dal divano, prendemmo un paio di asciugamani che avevo già preparato in caso ci fossimo bagnati, e infine ci infilammo le giacche e ci recammo in garage.
Dopo cinque minuti ci stavamo già lasciando la casa alle spalle. Eravamo tutti in apprensione e finché non avessimo rincontrato le ragazze, con la conferma che era andato tutto come concordato, non ci saremmo calmati.
-Dio ragazzi, che tempo da lupi!- esclamò Jacob.
-Ma in questo posto è sempre così? Per tutto l’inverno?- domandò Emmett, scrutando pensieroso il cielo plumbeo, denso di umide minacce.
-Bè… non proprio così! Questa tempesta deve essere bella grossa… tra poco inizierà anche a nevicare…- mormorò Jacob, dando un’occhiata prima fuori e poi al cruscotto dove era segnata la temperatura esterna.
Cavoli, faceva veramente freddo! In poche ore la temperatura era calata di una decina di gradi… e in quel momento stava sfiorando lo zero…
-Appena si abbasserà la temperatura ancora di un paio di gradi, questo acquazzone si trasformerà in una nevicata gigantesca! Gli esperti ci hanno azzeccato… vedrete che quei due rimarranno completamente isolati- concluse Jacob.
-Dici che riusciremo a tornare a casa?- domandai preoccupato, guardando fuori dal finestrino. Ma sinceramente con quella pioggia, era già tanto che si intravvedesse la strada.
-Sì, sì… prima che la strada si innevi tanto da diventare inagibile, saremmo sicuramente già a casa al calduccio- mi rassicurò Jake, con un tono tranquillo.
Intanto eravamo arrivati al bivio, dove avremmo dovuto aspettare le ragazze.
-Dite che Jasper si sarà già accorto di essere rimasto bloccato in camera sua?- chiese, ghignando, Emm.
Era ancora divertito per la sveglia data a Jasper. Quando ci si metteva era peggio dei bambini!
Quella mattina (anzi, l’alba!), avevo scambiato una serie di stupendi sms con la mia tenera stellina… mi aveva emozionato moltissimo il messaggio con cui mi aveva detto di avermi affidato il suo cuore, e per poco non mi ero sciolto… non esisteva un angelo più dolce di lei!
Dopo i messaggi a Bella, ero sceso in cucina con gli altri e noi tre insieme avevamo cucinato per un esercito (anzi, a dirla tutta, avevamo solo infornato tutto ciò che ci aveva preparato la mia mamma il giorno prima!), fino al momento di svegliare Jasper.
Eravamo saliti in camera sua e quel matto di Emmett, con in mano due coperchi di pentole, si era avvicinato quatto quatto al letto di Jazz e aveva iniziato a sbattere quei rumorosi utensili uno contro l’altro, vicino alle orecchie del povero addormentato, producendo un fracasso a dir poco assordante; a quell’improvviso baccano, il poveretto era sobbalzato in preda ad un forte spavento, tanto che era caduto dal letto, sfracellandosi col fondoschiena sul pavimento duro e ghiacciato!
Noi scimuniti, allo schianto, eravamo scoppiati in una fragorosa risata di gruppo, mentre Jazz  imprecava contro di noi ogni genere di insulti. Aveva poi rincarato la dose, quando si era accorto dell’ora estremamente mattutina…
-Abbiamo solo due giorni da passare insieme come veri uomini! Non vorrai di certo passarli a poltrire nel letto, vero? Tanto valeva che te ne fossi stato a Forks, mammoletta!- lo aveva rimproverato Jacob, continuando a ghignare.
-Neanche dovessimo fare un corso di sopravvivenza!- si era lamentato Jasper; -Almeno mi date il tempo di farmi una doccia, prima?- ci aveva chiesto, imbronciato.
-Non se ne parla proprio! Abbiamo preparato una colazione da nababbi: si raffredda tutto!- ero intervenuto io; -La farai dopo! E guarda… mi sento magnanimo… dopo colazione ti permetteremo di rimanerci quanto vuoi!- avevo concluso, soddisfatto della gentile concessione.
-Oh, ma grazie! Perché non ve ne andate a fan…- ma Emmett lo aveva interrotto con una mano sulla bocca e dopo esserselo caricato in spalla, si era avviato verso il piano inferiore, mentre Jasper aveva mugugnato quelli che probabilmente erano dei triviali epiteti in tutte le lingue conosciute.
Si era quietato solo nel momento in cui aveva posato gli occhi sulla tavola imbandita: succhi di frutta, biscotti, una crostata di albicocche, una torta al cioccolato, croissant, pane, burro, marmellata… solo per rimanere nel reparto dei dolciumi… poi ancora uova, bacon, formaggio, prosciutto, salame…
Effettivamente avevamo esagerato un po’, ma giustamente la mamma si era raccomandata di cucinare molte cose, nel caso i due abitanti della casa non avessero più potuto usare la cucina… o a causa dell’eventuale isolamento, oppure semplicemente perché troppo impegnati a litigare o,  si sperava, a fare pace!
-Non penso che Jazz abbia già finito… dopo il modo in cui l’abbiamo tirato giù dal letto, penso proprio che ci si addormenterà in doccia!- sghignazzò senza ritegno Jacob, riportandomi al presente.
-Sì, sei stato perfido stamattina- rimproverai, divertito, mio fratello.
-A dir la verità, doveva ancora pagarmela per il modo in cui si era rivolto ad Alice l’altro giorno in cucina… non mi era ancora andata giù del tutto… ma so che non l’aveva fatto con cattiveria e infatti non l’ho pestato solo per quel motivo! Una piccola vendetta però ci voleva!- ci spiegò Emmett, tutto gongolante.
Mi sembrava strano che non fosse intervenuto quell’orrendo pomeriggio… ma probabilmente Rosalie l’aveva trattenuto.
Noi ridemmo, annuendo vigorosamente, completamente d’accordo con lui.
Dopo poco ci raggiunse l’auto con le ragazze a bordo. Scesero di corsa e si infilarono, velocemente nella nostra jeep.
Finalmente potei riabbracciare la mia stellina: poverina, era un pulcino bagnato!
-Ciao, pulcina… vieni qui che ti asciugo… non voglio che tu ti prenda un malanno!- affermai preoccupato, passandole un asciugamano sui suoi capelli fradici, mentre le mie labbra si posavano sulle sue per un leggero bacio.
-Allora piccola… com’è andata?- domandò nel frattempo Jacob alla sua ragazza.
-Fatto!- esclamò Leah; -Appena siamo entrate in casa, io mi sono diretta al garage, con la scusa di aprire la porta alle ragazze e invece sono sgattaiolata fuori e mi sono infilata in auto, lasciandola lì. A quest’ora dovrebbe essersi accorta dell’inganno e forse avrà già incontrato Jasper…- finì di spiegare.
-Speriamo che quei due ne escano illesi!- dichiarò, con tono serio Jacob.
-Ma soprattutto che si chiariscano!- sottolineò Bella; -Non resisto più a vederli così sofferenti!- si lamentò ancora con l’asciugamano addosso la mia cucciola. La strinsi in un dolce abbraccio e la baciai nuovamente, stretta al mio corpo: quanto mi era mancata! Con i capelli bagnati il suo profumo era diventato ancora più intenso e avvolgente…
-Vabbè, non lo sapremo fino a quando non li verremo a riprendere domenica… quindi cerchiamo di non pensarci più!- dichiarò Emmett, guadagnandosi un’occhiataccia di Rosalie.
-Ma poverini…- si intristì Rose.
-Eh su, principessa! Era un modo di dire! Non significa che me ne frego della mia sorellina, ma solo che è inutile arrovellarci il cervello per una cosa in cui ormai non abbiamo più potere decisionale… abbiamo fatto di tutto e di più in casa per loro… abbiamo anche già acceso il caminetto, così se saranno troppo occupati a litigare o… a fare altro… non patiranno il freddo… ora non possiamo fare altro che aspettare… e sperare…- si difese Emmett.
Sorrisi… sempre il solito… anche nei discorsi seri, la battutina ce la doveva infilare per forza! Però stavolta non si poteva dargli torto!
-Ha ragione! E sarà meglio che prendiamo subito la strada del ritorno se non vogliamo rimanere anche noi bloccati… ma per strada!- consigliai, guardando fuori dal finestrino.
-Senti Rose, se vuoi rimanere qui in auto con Emmett, guido io la tua piccolina- si offrì Jacob.
-Grazie Jake, sei un tesoro! Non mi andava molto di continuare a guidare con questo tempaccio- ci confidò Rosalie.
-Perfetto! Allora io e il mio amore andiamo con la tua auto e poi ci ritroviamo a casa Swan, così recuperiamo le nostre e ce ne torniamo alla riserva, prima di rimanere bloccati!- propose Leah.
-Sì, ma se durante il tragitto il tempo dovesse peggiorare ancora? Tenetevi pure la mia auto e tornate immediatamente alla riserva: tanto a me non servirà nel weekend. Anche perché dovreste allungare di parecchio per venire da noi, e non avrebbe senso- puntualizzò Rosalie.
-Ok, grazie. Ma per strada, restiamo insieme… niente corse o sfide, ok?- concluse Jacob, rivolgendosi più che altro a Emmett che era alla guida.
Jake e Leah uscirono dalla jeep per infilarsi nell’altra auto e partimmo.
Bella si accoccolò meglio tra le mie braccia e ci apprestammo a goderci il viaggio di ritorno, finalmente di nuovo insieme. Dio mi era mancata da morire!


Pov Alice


Ero seduta sul divano della casa al mare, ancora un po’ frastornata dal sonno.
In auto mi ero addormentata e quando avevo riaperto gli occhi, svegliata dalla voce di Leah, che mi sedeva accanto, eravamo già arrivate.
Il tempo era decisamente peggiorato dalla nostra partenza e Rosalie si era accorta di non aver preso le chiavi del garage. Allora aveva proposto che io e Leah, dopo essere entrate dalla porta principale, avremmo potuto aprire il garage dall’interno.
-Alice, usiamo il tuo borsone, che è impermeabile, per ripararci la testa… la tua borsetta invece te la porteranno poi Bella e Rose, così non si bagna- aveva proposto Leah. Che carina! Si era preoccupata per la mia borsa Prada!
Eravamo così scese dall’auto e  un attimo dopo eravamo entrate in casa.
Leah, che sapeva qual era il pannello di controllo con i comandi della porta del garage, era andata nell’altra stanza per aprire alle ragazze, ed io nel frattempo ero sprofondata nel divano, ancora piuttosto insonnolita. Forse avevo chiuso gli occhi per cinque minuti, ma mi ero riscossa quasi subito.
Accomodata al calduccio, mentre aspettavo le ragazze, pensai al mio bagaglio e fui particolarmente felice di aver portato con me il mio album da disegno e i miei carboncini… avrei fatto un ritratto a tutte le ragazze… avrei disegnato i loro vestiti per Halloween… già i loro, perché io non avevo nessuna voglia di mascherarmi per quest’anno…
Ormai però erano già dieci minuti che Leah era andata ad aprir loro. Come mai non mi avevano ancora raggiunto? Cosa diavolo stavano facendo?
Dei forti rumori provenienti dal piano di sopra attirarono la mia attenzione, spaventandomi.
Che fosse entrato qualcuno? Mi guardai intorno ed effettivamente la casa sembrava… vissuta! Non aveva l’aria di essere una casa chiusa da una settimana! C’era persino il camino acceso! Che stupida! Come avevo fatto a non accorgermene prima? Una strana ansia iniziò ad attanagliarmi il petto…
Sobbalzai. Di nuovo dei colpi piuttosto energici risuonarono nel silenzio della casa. Senza pensarci troppo, afferrai un grosso vaso di cristallo e con quello mi avviai per le scale, facendo attenzione a muovermi molto silenziosamente, con il cuore che mi batteva in gola per la paura.
Quando fui quasi in cima alle scale, risuonarono di nuovo dei tonfi: da lì  mi resi conto che stavano provenendo dal fondo del corridoio… e precisamente dalla camera di Jasper!
Che strano! Sembrava quasi che qualcuno, dall’interno della stanza, scuotesse forte la porta per cercare di aprirla. Quando mi avvicinai, sempre molto cautamente, mi accorsi che la chiave era posizionata all’esterno della serratura, anziché dentro la stanza… il mistero si stava infittendo…
Provai piano a girarla e approfittando del fatto che non si udiva più alcun suono, abbassai di colpo la maniglia e spalancai la porta, pronta a colpire l’eventuale malintenzionato con il pesante vaso.
La porta sbatté addosso all’intruso, causandogli un urlo di dolore ed io feci per avventarmi su di lui.
Rimasi però con le mani e il vaso sospesi in aria, completamente basita, quando mi ritrovai di fronte… JASPER!
Il mio sbalordimento fu totale e repentino: mai e poi mai mi sarei aspettata di vedere lui, il mio incubo personale, che mi tormentava anche qui!
Era chinato in avanti, che si teneva dolorosamente il naso, massaggiandoselo e lamentandosi.
-Questa me la pagate brutti stronzi! Fossi in voi, inizierei a correre perché appena mi ripr…- stava urlando, ma appena si sollevò in posizione eretta e si trovò di fronte me, ancora con il vaso per aria, le parole gli morirono in gola.
-E…  tu… che cazzo ci fai qui?!- mi chiese, con tono insieme stupito, acido e arrabbiato. Stranamente una luce d’ira gli stava stravolgendo il bellissimo viso, rendendolo del tutto simile ad un antico dio della guerra… certo, la guerra d’odio che stava combattendo contro di me! Stronzo!
Le sue parole, sputate con incredulità e collera, mi incendiarono di furia, e provocarono ai massimi livelli la mia stizza. Ah! Io che diavolo ci facevo lì? E lui?!
-Non devo di certo dare spiegazioni a te! Non sei mio padre!- esclamai con il tono più glaciale che riuscii a tirare fuori.
-Sei matta?! E chi vuole esserlo!- ribatté sprezzante e disgustato. Mmm, che rabbia! Mi dava terribilmente fastidio il tono strafottente che stava usando! E poi ero sempre più confusa…
Cosa diavolo ci faceva lì in casa se doveva essere alla riserva con i ragazzi? E… perché mai era chiuso a chiave in camera sua dall’esterno?!
Bah! Cazzi suoi, comunque… io mi ero intrattenuta già troppo per i miei gusti!
Gli girai le spalle, con ancora il vaso in mano, e mi avviai al piano inferiore, ignorandolo nuovamente, come avevo fatto durante tutta la settimana. Ignorarlo! Encomiabile proponimento, anche se estremamente difficile da attuare: il mio cuore, vicino a lui, sembrava voler uscire dal petto! Rabbia, Alice… è solo rabbia… per questo il cuore martella così furioso…, mi dissi.
Lo sentii sospirare forte e poi camminare dietro di me.
-Bella?! Rosalie?!- urlai, decisa a venire a capo della faccenda, senza però dover parlare per forza direttamente con lo squilibrato. Meno sentivo la sua voce (maledizione, perché era sempre così meravigliosa?!) e meglio era per me… altrimenti sarei crollata…
-Perché le chiami Alice? Ci sono anche loro?!- si stupì il mentecatto. Evidentemente della faccenda non ne sapeva più della sottoscritta… ma continuai a fare scena muta.
Il tono dell’ultima domanda si era fatto meno irritato e avevo colto una pericolosa sfumatura di tenerezza nella sua voce bassa e graffiante, quasi roca, quando aveva pronunciato il mio nome… oddio, era meglio continuare a fare l’indifferente, non dovevo assolutamente parlargli! Finché usava con me un tono velenoso riuscivo egregiamente a tenergli testa, ma se si fosse leggermente ammorbidito… rabbrividii, al pensiero delle possibili reazioni inconsulte del mio corpo…
Mi avviai in garage e mi accorsi che era vuoto. Ma?! Maledizione, non ci capivo un cazzo!
Allora tornai all’ingresso, per prendere il cellulare e chiedere spiegazioni alle ragazze… ma mi resi conto che la borsetta era rimasta in auto! Dannazione!
-Cavoli, il cellulare!- imprecai.
Sconfitta, mi voltai verso lo stupido, che mi aveva seguita senza più provare a chiedermi nient’altro. Mi stava fissando con aria interrogativa. Dio, quando alzava quel sopracciglio era ancora più sexy!
No, non ce la potevo fare a stare lì con lui, era troppo pericoloso! Prima o poi sarebbe riuscito a farmi abbassare le difese come era già successo in passato… e sarebbe riuscito a ferirmi di nuovo… 
Mi ero ripromessa che non sarebbe mai più successo… che non l’avrei fatto mai più avvicinare così tanto da provocarmi quel dolore sordo che rimbombava costantemente in tutto il mio essere! Al pensiero di quanto mi avesse presa in giro, ferita e umiliata, mi ripresi e mi richiusi nella mia impenetrabile corazza.
-Allora, piccoletta? Ti hanno mollata qui?- mi schernì, divertito. Per quale cazzo di motivo il suo sorriso mi sembrava maledettamente sexy, adesso?! No, no!! Basta, Alice! Pensa ad altro!
Mi aveva derisa, chiamandomi piccoletta! Dio quanto mi irritava! Solo lui riusciva a tirare fuori il peggio di me! E, nonostante tutto, riusciva a farmi provare sensazioni nettamente contrastanti tra loro... odio, rabbia, collera… ma anche istinto, impulsività, passionalità… Mi faceva sentire contemporaneamente… confusa e furiosa con me stessa! Accidenti a lui!!
Il vaso che avevo ancora tra le mani iniziava a scottare… la voglia di tirarglielo addosso per levargli quel sorrisetto sardonico dalla sua faccia da schiaffi stava diventando sempre più impellente…
La sua attenzione fu attirata proprio da quello.
Mi guardò con un cipiglio beffardo, aspettando evidentemente una spiegazione del perché avessi aperto la sua porta con un vaso in mano… e soprattutto del motivo per cui non l’avevo ancora rimesso a posto, anzi! Me lo stavo portando dietro da una stanza all’altra, come un prezioso cimelio!
Sbuffai, seccata con me stessa per avergli provocato quella reazione sprezzante; posai sul tavolino dell’entrata quell’anticaglia, prima che veramente mi scappasse ‘casualmente’ di mano, finendo sulla sua testa di cazzo!
Lui continuava a fissarmi palesemente divertito: gambe leggermente divaricate, braccia incrociate al petto, con uno sguardo pungente e un sorriso canzonatorio… aspettava una mia spiegazione. Oddio, che nervoso!
-Pensavo che i rumori che avevo sentito fossero stati causati da un eventuale ladro… e così ho afferrato la prima cosa pesante che ho trovato e sono venuta di sopra per spaccargliela sulla testa!- spiegai, arrossendo lievemente per la mia cretinata. Mi stavo rendendo conto solo in quel momento dell’immensa  stupidaggine che stavo per fare… affrontare un malintenzionato, da sola, non si poteva certo definire una mossa molto astuta… ma il viso di Jasper, che di colpo si era freddamente incupito, mi fece riprendere immediatamente dall’imbarazzo e la rabbia si impossessò nuovamente di me.
Bè?! Cosa voleva adesso quel pazzo furioso? Poco prima era sbeffeggiante, di colpo era incazzato nero; perché si era arrabbiato? Dio, chi lo capiva era bravo!
-Cazzo, Alice! Ma come fai a essere così sciocca?! Stupida che non sei altro!- mi urlò. Rimasi basita per la violenza con cui sputò fuori quelle parole.
-Come diavolo ti permetti?!- ribattei, inviperita. Alle mie parole, la sua espressione si addolcì leggermente e fece per avvicinarsi a me; ma si bloccò all’istante: una collera cieca aveva offuscato i miei occhi.
-Basta stronzo! Mi sono rotta di farmi insultare da te, specie quando non ne hai nessun motivo! Sono stanca! Chiaro?! Non resterò neanche un minuto di più sotto il tuo stesso tetto! Almeno questo weekend, in cui speravo di non vederti, non mi costringerai a sopportare la tua nauseante presenza! Mi fai schifo!- sibilai, infuriata.
Lo odiavo con ogni fibra del mio corpo… ma quello che mi bruciava come un fuoco in mezzo al petto, era il fatto che lo detestavo perché, nonostante tutto, io provavo qualcosa per lui… io… lo amavo ancora!
Sì, io amavo quello stronzo con tutta me stessa e lui, invece, non provava i miei stessi sentimenti! Dio, perché mi ero incasinata in quel modo?!
-E dove pensi di andare? Non l’hai ancora capito? Ci hanno incastrati! Ci hanno mollati qui entrambi! Anche io sono senza cellulare: l’avevo lasciato sul comodino e quando sono uscito dalla doccia non c’era più! E con questo tempo non possiamo di certo andarcene via di qui a piedi!- mi spiegò, spazientito, come se veramente avesse a che fare con una stupida che non comprendeva neanche le cose più ovvie.
-Ah, tu credi?! Non mi farò di certo fermare da un po’ d’acqua che cade dal cielo!- esclamai, infilandomi la giacca, che avevo appeso all’ingresso.
-Ma sei impazzita?! Cosa pensi di fare? Di uscire con questo tempo?! Ma se sta iniziando anche a nevicare! Qui intorno c’è il nulla!- mi rimproverò duramente, come se stesse parlando con una bambina capricciosa. Effettivamente mi stavo proprio comportando così, me ne rendevo conto; ma non ne potevo fare a meno… mi faceva troppo male restare vicino a lui, mi feriva sempre, anche involontariamente… ma lo faceva! Avevo una voglia matta di picchiarlo!
-Ah sì?! Bè, ma tu hai idea di chi sia Alice Cullen?! Devo solo arrivare alla strada principale… poi sicuramente troverò un passaggio!- urlai infuriata, sicura di me.
-Cazzo, Alice!! Sei la ragazza più ostinata e cocciuta che abbia mai conosciuto! Testarda di una pazza permalosa!- mi imprecò a pochi centimetri dal viso.
Odiavo quando mi gridava così… anche se era bellissimo! Mi tornò alla mente il paragone di poco prima: sembrava davvero un dio della guerra: Ares doveva aver posseduto le sue fattezze...  i muscoli del suo viso erano contratti in una smorfia di rabbia; gli occhi, che quasi avevano assunto il colore del cielo plumbeo in tempesta, mi fissavano in modo così intenso che pensavo potessero perforarmi l’anima… e le labbra carnose erano tirate in un ghigno malevolo… che rincoglionita, che sei! Quell’animale scimunito ti insulta e tu che fai? La svenevole!! Oh, che occhi così… oh, che bocca colà… basta, cazzo!! Finiscila Alice!
Gli voltai le spalle… altrimenti avrei corso il serio rischio di tirargli uno schiaffo… o di baciarlo! Il desiderio di fare l’una o l’altra cosa era di pari intensità… oddio, stavo diventando pazza! Pazza, furiosa e isterica!
Spalancai la porta e un vento gelido mi investì. Feci un passo per uscire, ma mi sentii afferrare in modo imperioso per un braccio.
-Tu non vai proprio da nessuna parte! Scordatelo! Non lascerò che la tua stupidità ti metta in pericolo! Io non… Esme non me lo perdonerebbe mai!- dichiarò, risoluto.
Ahhh… allora il problema era quello! Mia madre si sarebbe arrabbiata! Lui… non era realmente preoccupato per me! Perché mi pugnalava sempre? Perché mi trafiggeva il cuore e mi squarciava l’anima? Perché ci riusciva solo con una parola o un gesto?!
A lui non importava un bel nulla di me… sarei potuta anche affogare in quel dannato diluvio! A lui interessava solo non far adirare mia mamma!!
Quella amara consapevolezza mi piombò addosso, divampando come un piccolo fuoco che mano a mano aumentava la sua intensità… ogni mia singola cellula si stava riempiendo della sensazione di un vuoto infinito… il mio intero corpo e la mia mente erano ormai consapevoli che io per lui non rappresentavo niente altro che una seccante scocciatura… già… una rottura, un impiccio che gli avrebbe potuto procurare dei problemi con la sua famiglia… e calde lacrime iniziarono a solcarmi il viso. Strattonai il mio braccio per liberarmi dalla sua  presa d’acciaio e mi voltai molto lentamente.
Nel momento in cui il suo sguardo duro si posò sul mio volto, vidi chiaramente la sorpresa nei suoi occhi e la sua espressione si addolcì immediatamente, diventando puro miele.
Ma ormai sapevo che non potevo più fidarmi dei suoi cambiamenti d’umore, ormai sapevo qual era il vero Jasper… e dovevo assolutamente porre chilometri di distanza tra me e lui, almeno finché non avessi riacquisito una maggiore e più stabile padronanza di me stessa.
 Ma ancora una cosa dovevo assolutamente dirgli prima di andarmene.
-Ancora per una volta… mi hai confermato quanto… poco ti importi di me! Bé, Jasper… non ti preoccupare… mia madre non te ne farebbe mai una colpa, se mi dovesse succedere qualcosa… tanto tu dovresti trovarti a La Push con gli altri in questo istante, no? Perciò la tua coscienza è salva! Puoi rientrare in casa… e sappi che preferisco affrontare questo spaventoso diluvio che stare ancora un secondo qui a darti così tanto fastidio!- mormorai con la voce spezzata dal pianto.
Mi voltai e iniziai a correre sotto il getto scrosciante della pioggia.
Non percepivo nulla, non sentivo nulla: lo scorrere impetuoso dell’acqua sulla strada e sul mio corpo mi impedivano di udire altro… non vedevo nulla: ero accecata dalle lacrime che ormai si erano mischiate alla pioggia e mi impedivano di scorgere la strada…
E, solo dopo qualche metro, sentii che sotto un piede mi era mancato il piano d’appoggio… ero scivolata in un buca nel terreno, reso fangoso dall’acqua: immediatamente provai un dolore acuto alla caviglia caddi rovinosamente.
Ero a terra: infreddolita, furibonda, piangente, distrutta…
Perché Jasper? Perché mi odi? Cosa ti ho fatto, cosa?
Il dolore del piede si sommò alla tortura del mio cuore straziato e a un tratto la realtà divenne insopportabile… la mia sofferenza fu talmente lancinante che un attimo dopo tutto si fece nero.


ANTEPRIMA CAPITOLO 57

Mi gettai in ginocchio accanto al suo corpo, che rimaneva impassibile e senza apparente segno di risposta, colpito con veemenza dalla pioggia battente.
-Alice! Alice!- provai a chiamarla, scuotendola un po’, ma il suo corpo non rispondeva né alla mia voce né ai miei tentativi di scrollarla lievemente. Una scossa di autentico terrore mi attraversò l’intera spina dorsale… dovevo fare qualcosa! Trattenendo il respiro a causa dell’ansia, con un tocco leggero come farfalle, le mie dita percorsero in modo completo e il più accuratamente possibile, le ossa del suo cranio… sospirai sollevato: bernoccoli o ferite sanguinanti alla testa non ne aveva, e mi rilassai un minimo; ma dovevo assolutamente portarla al riparo, subito!
La presi in braccio di slancio: era un piccolo e tenero uccellino freddo e bagnato, così leggero e fragile… dovevo cercare di fare il più velocemente possibile! Mi recai in casa di corsa, con il cuore che batteva furiosamente nel mio petto per l’ansia. Povera piccola! Era completamente zuppa… sembrava un piccolo pulcino indifeso e intriso d’acqua gelida… ma soprattutto era completamente ghiacciata: il viso aveva assunto un allarmante colorito cereo, molto pallido e le labbra stavano diventando di un preoccupante color bluastro.


E ora come promesso vi spiegheremo quale sarà il nostro regalo di Natale!
UNA NUOVA FICTION!!!!!!!!!!
Ci dispiace per le piccine, ma sarà rigorosamente un rating rosso. Purtroppo non possiamo farne a meno, non solo per i capitoli hot, ma proprio per il contenuto della storia.
Venerdì 24 posteremo il primo capitolo. Sarà un regalo di Natale. perchè dovevamo iniziare a postare nell'anno nuovo.
Posteremo una volta a settimana e sempre di sabato o domenica.
Per il secondo capitolo, però dovrete aspettare sabato 15 gennaio.
Ora vi lasciamo la trama, sperando che possa stuzzicarvi un po'.

Segreti e Inganni

Isabella Swan, rinomata autrice di romanzi, a causa di un trauma è una giovane donna psicologicamente e fisicamente provata. A motivo di questo recente e tragico evento, il suo destino si incrocia nuovamente, dopo alcuni anni, con Edward Cullen, il grande amore della sua vita ora divenuto investigatore privato.
Che cosa li ha divisi sette anni prima? Riuscirà Edward ad aiutarla nella risalita dall'abisso in cui è sprofondata? E riuscirà a risollevare in tempo l'oscuro velo del segreto che la circonda, per poter capire che forse un incombente pericolo ancora la sovrasta?



Vi aspettiamo venerdì per i commenti nella nuova fiction!
Un bacione a tutte!



Alcune fiction che meritano di essere seguite!


the dark side of the moon di barbara_f
Solo per un week-end di Isabella v (sara_g)
Rock my life  di Isabella v (sara_g)
Testa o Cuore? di Isabella v (sara_g)
My Pretty Woman di pensiera
Lightning in my life di elisa1975
NASTY GAME di elisa1975
UNA SERA, PER CASO ... di endif
Bastardo in trappola di vampirettafolle
Un'altra opportunità  di eli777
Farfalle colorate di Stupid Lamb
A volte, il destino... ti sorprende di yara89
La principessa dei mari di  bellsmarie80
Il Guardiano del Faro di  Lele Cullen
Il precettore di porporina
L'altra metà del cuore di sara_g
Due anime legate ad un destino di loulou72
Mad about you di
Chastity
Red Dazzling Passion di Miss Simy Pattinson















































   
 
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